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#riuscire a farlo
ragazzoarcano · 11 months
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“Qualunque sia la tua storia, riuscirai ad andare oltre.
Qualunque sia il tuo dolore guarirai.
Sii paziente ed abbi fiducia nella tua forza.”
— Najwa Zebian
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maledettadaunangelo · 11 months
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Ma ora, che sono qui, penso che siano tutte bugie. La verità è che non lo so perché solo tu mi fai venire le farfalle nello stomaco ogni volta che mi guardi, perché sei il solo uomo che sposerei, anche due volte! Perché regni degni i giorni difficili, perché riesci a placare il dolore e la mia paura solo standomi accanto. Non so perché il tuo odore, quando torni da una corsa, mi fa sentire più tranquilla. Io so solo che è così. Né so perché mi fai ridere tanto, so solo che quando sono con te non smetto di farlo. Io non so perché ti amo, so solo che è così: ora, sempre e per sempre.
L'estate in cui imparammo a volare
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colachampagne3 · 10 months
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Ho pensato ai finali delle orufrey per molto tempo e avevo pensato a un finale pieno di vendetta per Prima di partire per un lungo viaggio perché di solito tolgo lo spirito vendicativo di Qifrey per concentrarmi su altri suoi aspetti che vengono nascosti dal suo passato, ad esempio mi piace molto come si comporta da figlio nella fase ribelle (o più nella fase "quanto è cringe mio papà") con Beldaruit eccetera.
Nel primo finale che avevo in mente per Prima di partire per un lungo viaggio, Qifrey convinceva Olruggio a portarlo all'interno della cupola e strappava via il suo occhio dai suoi abitanti senza pensare nemmeno alle conseguenze delle sue azioni (doveva mettere da parte il senso di colpa verso Beldaruit morto, ad esempio, e mettere in secondo piano i sentimenti di Olruggio e non pensare che i mostri intorno alla cupola ci sono ancora, ci sono degli attacchi anche all'interno della cupola e persone innocenti possono morire senza quell'occhio), perché volevo una storia per dire "una nazione non si può basare sul sacrificio sul sacrificio di qualcuno, anche se questo qualcuno è soltanto una persona". Non è giusto che qualcuno abbia tolto l'occhio a Qifrey e penso che avrei voluto inquadrare la scelta di Qifrey di riprendersi quello che era suo non in modo egoistico quanto per pura e semplice giustizia, con Olruggio al suo fianco e tanti sensi di colpa per entrambi, ma anche una qualche giustizia.
Non ho optato per questo finale perché volevo qualcosa di più soffice che mi permettesse di mettere al primo posto i sentimenti di entrambi. Ho dovuto fare i salti mortali per reinquadrare la narrativa nella mia testa. Non è difficile mettere al primo posto il rapporto tra Olruggio e Qifrey o tra Qifrey e Beldaruit, anzi, mi piace mostrare il loro lato tenero, soprattutto quello di Qifrey, mi sono messa a lavoro appena ho preso la decisione e ho cercato di smussare il suo spirito vendicativo per sostituirlo con il suo attaccamento per Beldaruit prima e per Olruggio poi, ho raccontato un po' della vita di Olruggio come persona che viveva dentro la cupola per dare un po' più di contesto per quello che erano almeno i bambini normali (o chi in quella cupola è arrivato più tardi) ma visto che sto scrivendo una orufrey ho cercato di tagliare corto e quindi ho ottenuto quel primo capitolo striminzito.
Speriamo le cose vadano bene adesso che sto scrivendo l'ultima parte della storia.
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s-a-f-e-w-o-r-d--2 · 4 months
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Non vedo l'ora che finisca quest'anno di merda costellato da persone di merda... Con l'anno nuovo si cambia tutto... Atteggiamenti... Sentimenti... Modi di pensare... Si chiude un ciclo e se ne apre un'altro... Una vera liberazione insomma... Tutto ciò che non è in linea con i miei desideri sparirà... Resterà soltanto il poco ma buono... Il vero... Il concreto... Auguro a tutti di riuscire a farlo... Auguro a tutti di mettersi al centro dei propri desideri... L'amore... L'amicizia... La sincerità... La lealtà... Non si chiedono... Devono arrivare dirette e spontanee... Spontanee come il vaffanculo che dobbiamo far uscire quando tutto ciò non arriva!!!!
~ Virginia ~
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kon-igi · 4 months
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THIS LAND IS MINE
@sirkaj ha detto:
Non so se posso riuscire a portare argomentazioni diverse ma ho visto molti video su YouTube e studiato diverse mappe. Non è un genocidio, secondo me, ma un conflitto fra popoli che si odiano. Le risposte ai post non possono essere lunghe. Invito ad aprire YouTube e dare un occhiata ai molti reportage che danno una immagine più precisa, anche se sempre asettica, insapore e inodore. Certo il governo attuale di Israele non è il mio ideale, ma è stato eletto e di elezioni ne hanno avuto diverse negli ultimi anni. È un paese con dinamiche di popolazione complesse ma resta un paese democratico. Come lo è il nostro, anche se il governo attuale non mi piace, o l'Ungheria, che sceglie Orban perché non c'è una opposizione. È vendetta? Invito a vedere le immagini. L'orrore è che parliamo di uomini, donne, bambini, che non hanno scampo. Israele ed Egitto non li vogliono, e il mare è bloccato. E lo era prima del sette ottobre. Di ciò di cui non si può parlare si deve tacere», sentenziava Ludwig Wittgenstein. E questo mi hanno insegnato da ragazzo. Sono posti lontani...orrori lontani. Dal nostro paese abbiamo mandato una nave ospedale che non ha modo di operare. Tutto inutile. Cerchiamo di fare bene a chi è il nostro prossimo e chissà... Magari è un onda, altrimenti solo ipocrisia.
Perdonami ma qua non dobbiamo valutare se Israele sia uno stato democratico o meno (se vogliamo toglierci subito di torno la reductio ad Hitlerum, anche la Germania nazista tecnicamente lo era, con un parlamento e un cancelliere eletto dal popolo)...
La democrazia è un qualcosa che riguarda i cittadini, mentre noi stiamo discutendo di scelte politiche nei confronti di una minoranza.
Perché Pisani e Livornesi si odiano, da centinaia d'anni, ma possono farlo in modo libero e paritario... Ebrei e Arabi si odiano da migliaia di anni ma ora assistiamo a una contrapposizione sproporzionata tra uno stato armato dalla più grande potenza bellica mondiale e due milioni di poveracci senza cibo, acqua e medicine intrappolati in una striscia di terra larga come Milano e provincia.
Poi, sinceramente, non ho capito se tu concordi o meno oppure il tuo sia solo un flusso di coscienza pieno di dubbi.
Il fatto che siano posti e orrori lontani vale anche per le decine di conflitti MOLTO più sanguinosi, di cui infatti si parla poco o nulla ma la questione è proprio quella: qua tutti non solo ne parlano ma partecipano attivamente al conflitto, anche solo impedendo - letteralmente - che sia promossa una qualsivoglia voce discordante con la narrazione comune.
O urli Bene! Bravo! Bis, Israele! oppure stupri e bruci vive le ebree nei kibbutz.
Una polarizzazione così enorme e univoca negli ultimi anni l'ho vista solo nel conflitto Russo-Ucraino, con la differenza che in quel caso ce la prendevamo con gli oppressori e non con gli oppressi.
Per concludere, vi prego di non continuare a massacrare Wittgenstein citando e ricitando quella sua affermazione senza mai aver letto il suo Tractatus logico-philosophicus... se tu lo avessi fatto avresti capito che il suo tacere si riferisce alle leggi della natura che sfuggono alla comprensione umana e che quindi non possono essere spiegate tramite il verbo logico filosofico, meramente descrittivo pur in modo attivo.
Io, per non far rigirare personaggi illustri nella tomba uso questo:
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P.S.
La nave ospedale che abbiamo mandato è un'onda... anzi, uno tsunami. Di ipocrisia.
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grafiusa · 4 months
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Per chi è cresciuto nel marcio la gratitudine è la più cara delle abitudini.
Per chi è cresciuto nel marcio il concetto di “serenità” è visto come eccezione.
Per chi è cresciuto nel marcio, quando qualcosa va bene, si aspetta sempre la fregatura dietro l'angolo e il risultato è il non riuscire a godere pienamente di quel momento.
Per chi è cresciuto nel marcio, il mondo non è o bianco o nero, ma ci sono tante sfumature e si impara a viverle e riconoscerle tutte, sempre con un’ombra pesante sulle spalle che distrae dai colori più vividi.
Per chi è cresciuto nel marcio, l ’ironia, il sarcasmo,il saper ridere di sé, diventano le uniche armi per non sprofondare.
Per chi è cresciuto nel marcio, imparare a vivere significa imparare a credere nel possibile, sperando nel meglio ma aspettandosi il peggio.
E non è colpa di nessuno, ma di come si è cresciuti, come ci si è sempre dovuti rialzare da ogni caduta, dalle più banali a quelle che ti lasciano a terra per cinque minuti buoni.
Per chi è cresciuto nel marcio, la gentilezza è un dono da offrire per soffrire di meno. Così come l’aiutare il prossimo, metterlo a proprio agio ed empatizzare.
Che il dolore ti cambia sì, ma può farlo anche in meglio ed è la cosa più importante da ottenere da chi ha sempre sgomitato il massimo per ottenere il minimo
Questo ed altro succede, a chi è cresciuto nel marcio, a me.
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abr · 8 months
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Il libro del generale che sta facendo parlare tutta Italia, che sta monopolizzando le pagine dei giornali, che sta scuotendo le coscienze e che sta campeggiando in cima alle classifiche di vendita è un libro autopubblicato, cioè senza editore. Questo fenomeno è più singolare e più indicativo di tutte le considerazioni estemporanee del generale in questione.
Di recente, infatti, buona parte dell’editoria italiana è andata in cerca del libro che facesse parlare tutta Italia, che monopolizzasse le pagine dei giornali, eccetera eccetera, facendo leva su questi requisiti: a) doveva affrontare temi caldi e scomodi; b) doveva avere rilievo per i contenuti anziché per la forma; c) doveva essere testimonianza di impegno diretto; d) doveva puntare sull’identità dell’autore più che sull’effettiva opera del suo ingegno; e) doveva contare sul riconoscimento di una claque entusiasta e magari beneficiare di un succès de scandale. Sotto questo aspetto, non c’è gran differenza fra il famoso generale e l’altrettanto famoso – dico per dire – Roberto Saviano.
Giova notare tuttavia che questi criteri costituiscono l’esatto contrario di ciò che dovrebbe auspicabilmente fare un editore: cioè riuscire a imporre un libro all’attenzione pubblica anche se i temi non coincidono con quelli dei talk show (a), in base al fatto che sia scritto meglio di come avrebbe potuto (b), puntando a farlo durare come un’opera d’arte e non come una bomba carta (c), lasciando sullo sfondo la vita dell’autore (d) e sperando che l’opera venga apprezzata per il valore intrinseco e non tramite conventicole e controconventicole (e).
Molti editori hanno invece optato per la scorciatoia, descrivendo una parabola che, dall’epoca di – dico per dire – “Gomorra” a quella del generale, li ha condotti a realizzare l’impresa di rendersi superflui.
via https://www.ilfoglio.it/bandiera-bianca/2023/08/22/news/affinita--divergenze-fra-il-generale-vannacci-e-roberto-saviano-5611529/
Gurrado stavolta la conta molto giusta: sottolinea come il successo del libro autoprodotto del generale segnali anche il raggiungimento del livello sotto-superfluo nella rilevanza della sommamente ignorante intellighentsjia provinciale italica, gente che fa cene e parla con pilastri culturali del livello dei Saviano e Murgia, più cinematografari affamati , giornalai a 30€ la pompa pardon, la cartella e folle di impresentabili dogendi terroni vingidori di bubbligo gongorso.
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ragazzoarcano · 2 years
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"Non puoi fuggire da te stesso per sempre, devi fare ritorno e riuscire ad amarti."
— Carl Gustav Jung
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i-am-a-polpetta · 11 months
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che mi ritengo una persona dannatamente fortunata te l'ho già detto. che sono profondamente grata per tutte queste emozioni che mi fai sentire e provare anche. però ci sono tante cose che ancora non ti ho detto e vorrei farlo, un poco per volta lasciando che sia il tempo a saldare questo legame.
che probabilmente riuscire a descrivere 36 ore con te mi viene semplice perché io sono fottutamente innamorata del modo in cui mi fai sentire: protetta e al riparo dal mondo.
ogni volta che stiamo per vederci tu mi dici sempre "ancora x giorni e sono tua" e adesso c'è una tua x a mo di firma su un fogliettino che sicuramente finirà nell'Album di ricordi che ti sto costruendo per quando il tempo sarà passato e vorremmo guardare indietro per ricordare com'era.
sei così bella. te lo dico correndo consapevolmente il rischio di diventare monotona. io sono proprio tanto innamorata e mi perdo a guardarti dormire quando tu sei crollata e io ti disegno i cerchietti sulle guance e ti accarezzo i capelli.
sai dare amore nella forma più pura e io sono veramente la persona più felice del mondo perché posso dire di essere la tua ragazza.
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conilsolenegliocchi · 6 months
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~ Tradi-menti ~
Quando hai tradito una donna, o anche cercato di farlo, le hai detto semplicemente una cosa: che lei non era abbastanza.
Non era abbastanza bella.
Non era abbastanza importante.
Non era abbastanza all'altezza.
Non era abbastanza per te.
Che di lei ti accontentavi mentre volevi o cercavi di più.
E il male che fa è direttamente proporzionale al livello di intimità fisico o mentale raggiunto con te.
Un male che in fondo, in fondo, non è nel perdere te, ma nel perdere sé.
Non è non riuscire a perdonare il tradimento, ma non riuscire a perdonare di averla ritenuta, e fatta sentire, non abbastanza.
Questo è.
@conilsolenegliocchi 🐞
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precisazioni · 3 days
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sto passando queste giornate dai miei genitori, accorgendomi di come sia raro che abbia voglia di aprire bocca, di esprimermi, dire quel che penso, parlare o raccontare; spesso tralascio le cose da dover dire, non esprimo la mia opinione, mi dimentico di farlo o penso che non ne vale la pena. mi succede in ogni contesto: lavorativo, domestico, intimo, universitario e in amicizia; è come se attenuassi una sorta di mutismo selettivo, di stanchezza continua nel dialogo sì invalidante ma non abbastanza da suscitare sospetto di un qualche problema. non è una fase quanto più una costante, e per quanto sappia fare diversamente quando posso lo evito, con il mio "quando posso" che si mostra in un comportamento quasi sempre teso al riservato in modo da rendere accettabili stranezze quali: durante il pranzo di famiglia vado spesso in camera per stare da solo. quel che mi sorprende è che se prima mi piaceva parlare con i miei adesso ho smesso di farlo, anche quando solo in tre: la sensazione è che abbia fisica difficoltà ad aprire bocca, a mala pena dischiudo le labbra - come a intendere che la quotidianeità, seppur tranquilla, è comunque abbbastanza pesante da non riuscire ad occuparmi a dovere di un atto così faticoso come il dialogo; quando lo faccio, poi rimango agitato per ore, fino a sentirmi esausto
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gelatinatremolante · 9 months
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Ovviamente a quell'ora l'unica cosa che vorrei fare è dormire ma purtroppo non è possibile e così le 7:30 del mattino sono diventate uno dei miei momenti preferiti visto che non c'è ancora quel caldo insopportabile che ci sarà per tutto il resto della giornata e le poche persone in giro sono quelle che portano a spasso i loro cani, tra cui un San Bernardo che si ferma e si siede ogni due passi con la sua padrona che deve insistere e sbuffare per riuscire a farlo muovere. Mi rivedo molto in lui.
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romyy999 · 7 months
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Hai mai provato così tanto dolore da avere male alla gola a causa del nodo che si crea?
Hai mai provato così tanto dolore da voler urlare, farlo uscire in qualche modo e non riuscire a farlo?
Hai mai provato così tanto dolore da pensare di morire a causa del suo troppo peso?
Hai mai provato così tanto dolore da volerti uccidere per poterlo uccidere?
Hai mai provato così tanto dolore a causa di quelle voci fastidiose, insistenti, sempre più forti che ti fanno sentire sempre più debole?
Hai mai provato così tanto dolore?
- romyy999
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entropiceye · 7 months
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Ultimamente mi rendo conto di non riuscire ad esternare le mie emozioni. E' una cosa più forte di me. Mi filtro sempre un po', perché dentro la mia testa si sta facendo davvero tanto buio e quand'è così, ho paura di raccontarlo. Un po' perché temo che le persone mi lascino; un po' per evitare di ascoltare consigli non richiesti o giudizi e svalutazioni, un po' perché parlare di quelle cose, dare loro un corpo attraverso la voce ed esternarle... Le rende in un certo senso più reali e spaventose. Finché rimangono in testa be', puoi sempre cercare di metterle da parte (non sempre e sicuramente non senza un grosso sforzo mentale). Mi rendo conto di essere molto stanca e demotivata. Sono spesso triste, con le lacrime pronte a scorrermi giù dagli occhi. Dormo male, dilaniata dall'ansia di dover fare tante cose, che poi puntualmente rimando perché non riesco a concentrarmi come vorrei e dovrei. Mi sento in colpa per questo eppure non riesco a fare chissà quanto per evitare di ricadere sugli stessi errori. Mi sembra di cercare di esserci per tutti (in famiglia, al lavoro, con le amicizie), meno che per me. Mi sento in colpa perché sento che sto riversando tutta la mia negatività e il mio senso di solitudine sull'unica persona di cui mi importa davvero. Mi vede sempre triste e stressata e io non vorrei questo... Vorrei riuscire ad essere presente quando sono con lui, invece che con la testa sovraffollata. Ieri mi sono abbuffata di nuovo. Non avevo nemmeno fame, volevo solo smettere di pensare. Volevo farmi del male e quello era il modo meno drastico che mi veniva in mente. Penso al mio corpo che cambia e che mi piace sempre meno, penso all'inverno e al fatto che probabilmente molti vestiti non mi andranno più. Penso all'umiliazione inevitabile che sarà dover chiedere dei soldi ai miei genitori per comprare qualcosa che mi entri (al punto che magari finirò per indossare sempre gli stessi vestiti proprio per dover evitare di farlo). Penso di essere un fallimento. Dopo anni di sforzi, di soldi spesi in terapie sono ancora qua ad abbuffarmi di nascosto. Probabilmente se non facesse troppo caldo per le maniche lunghe avrei reagito diversamente e la cosa ancora più folle e disturbante, è che una vocina nella mia testa afferma che sarebbe stato sicuramente meglio, perché almeno così avrei evitato di ingozzarmi e ingrassare. Ah, mi sono sentita male ovviamente. Mi sono addormentata per cercare di sfuggire ai crampi, senza neppure mettere le lenzuola sul letto. Più tardi è rientrata la mia coinquilina e mi ha svegliata per parlare, è un momento difficile per lei. Io riuscivo solo a pensare al senso di vergogna che mi stava divorando. Ho cercato di essere una buona amica, l'ho ascoltata e rassicurata, ho persino atteso che si addormentasse, ma la mia testa è sempre altrove, sempre lì, su quel pensiero maledetto. Quando pensi al suicidio come fai a dirlo? L'ultima volta dirlo è servito solo a farmi guardare con sospetto, a essere controllata a vista, ingannata e per poco pure rinchiusa. Altre volte è servito solo a far realizzare a qualcuno che ero troppo piena di problemi e che perciò era meglio lasciarmi perdere. So che certi pensieri li avrò sempre di tanto in tanto. Ma ultimante sono persistenti e accompagnati da impulsività. Sento che sta andando male di nuovo e ho bisogno di aiuto.
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umi-no-onnanoko · 4 months
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Sono strana lo so, quasi un ossimoro vivente tant'è che spesso di come io sia non ci si capisce proprio niente.
Ho come due sfumature preponderanti in mezzo ad una tavolozza di mille altre tonalità.
Sono sensibile, ma posso essere acida.
Sono forte, ma fragile come il cristallo.
Sono leggera come una piuma e pesante come un masso.
Parlo piano, ma come una macchinetta per paura di dimenticare di dire qualcosa di importante.
So quanto valgo, ma a volte ho bisogno di rassicurazioni.
Sono calma come il fiume che scorre, ma distruttiva come il vulcano che erutta.
Sbatto, inciampo e cado, ma ho sviluppato abbastanza resilienza da rialzarmi ogni volta.
So stare sola, ma so chiedere aiuto.
Amo la mia solitudine, ma amo ancora di più chi mi apporta la sua compagnia.
Amo l'amore quello romantico, ma ci vuole anche la dose passionale.
Sogno ad occhi aperti, ma so essere concreta.
Preferisco dire la verità, ma posso risultare dura.
Da fuori sembro fredda e distaccata, ma dentro sono come la cioccolata calda con la panna.
Aiuto sempre e odio le ingiustizie, ma sono la prima ad andarmene se mi fai del male.
Sono empatica e sensibile, ma anche permalosa.
Somatizzo gioia e malessere.
Parlo poco, ma so ascoltare.
Se vedo qualcuno felice mi sento felice e se sento qualcuno soffrire e star male mi spengo.
Sento sempre tutto amplificato, non c'è un volume più basso a volte.
Non so esprimermi bene a parole, ma so scrivere.
Sono ansiosa, ma so gestire le situazioni difficili.
Mi piace il rosa, ma vesto di nero.
Ascolto la musica rock insieme alla classica.
Mi piace essere e non apparire.
Sono una ottantenne in un corpo da ventenne.
Ho le mani fredde, ma il cuore caldo.
So parlare in silenzio.
Essere così caotica a volte è difficile, a volte essere strana e diversa, altre una condanna.
Starmi vicino a volte è complicato, potrei aver voglia di spiegarti come sto, ma non riuscire a farlo.
La mia vita è come stare sulle montagne russe, ma questi alti e bassi la rendono ricca e pregna di significato.
-umi-no-onnanoko (@umi-no-onnanoko )
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ninna--nanna · 9 months
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Ho aperto la scatola dei ricordi per lasciarci un paio di biglietti. Ho ritrovato alcune cose che forse era meglio abbandonare lì, ma le ho rilette e sono scoppiata in lacrime. A tirarmi su di morale sono stati poi due bigliettini.
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Quest'anno mi è capitato più di una volta che ragazzi che non conoscevo mi lasciassero bigliettini in un modo o nell'altro. Il primo a sinistra riguarda un ragazzo dell'Italgas. La giornata è stata alquanto strana e divertente e ho ritrovato questo biglietto nella buca delle lettere di mia nonna. Ho scoperto che è fidanzato da 7 anni, abbiamo parlato un po' di tutto e mi ha detto delle cose davvero belle, nonostante non ci conoscessimo. Ad un certo punto mi ha scritto questo messaggio: "guarda in tanti anni che lavoro non mi è mai capitato di pensare certe cose di una ragazza che andasse oltre alla mia. La amo molto, però il tuo sguardo e la tua dolcezza e gentilezza mangiano vive le persone. Anche i miei colleghi sono rimasti stupiti, non solo perché sei oggettivamente bella, ma perché sei così raggiante e sorridente da riuscire a far girare tutti. Sono contento di averti conosciuta e quando avrai bisogno sai che sono qua. So che sembra da pazzi dirlo a una sconosciuta, ma mi sento di farlo".
Il secondo biglietto invece è di un altro ragazzo. 1 di gennaio, treno Napoli-Roma. Stavo piangendo a tratti mentre rileggevo le Notti Bianche e vedevo che mi guardava e sorrideva. Io osservo molto le persone ed era un sorriso dolce, senza malizia, quasi come se provasse un senso di tenerezza. Mi ha contattata di recente su Insta e mi ha detto che quel giorno è rimasto talmente colpito da sentirsi quasi triste, perché vedere una ragazza sola su un treno con gli occhi lucidi lo ha lasciato senza parole.
Ogni tanto mi succedono cose strane, però sono dei bei ricordi.
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