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#pseudodemocrazia
erik595 · 1 year
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Le promesse dei politicanti da strapazzo valgono meno della carta igienica usata. Ivan Maffei . . . . . #ivanmaffeifrasi #ivanmaffeiquotes #frase #frasi #frases #frasitumblr #frasedelgiorno #citazioni #aforismi #quote #quotes #politica #politicanti #promesse #consapevolezza #pseudodemocrazia #politicaitaliana #partitipolitici #dittaturamascherata #fascisti #onorevoli https://www.instagram.com/p/Cnl3m_kLT4_/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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rideretremando · 6 years
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Il libro di Orsina racconta sia questa precocità italiana che molte altre cose familiari a noi frequentatori di questo blog (le priorità dell’affermazione di sé nelle scelte individuali e collettive, le esaltazioni dell’indignazione, la ricerca dei capri espiatori nel dibattito pubblico, le responsabilità dei media, il disinteresse di ognuno per il bene della comunità rispetto al bene dei singoli: bene malinteso, perché a sua volta può passare solo per il bene della comunità) ma lo fa ancorando queste riflessioni a quelle di alcuni autori fondamentali nella storia del pensiero (Tocqueville, Ortega y Gasset, Huizinga, Canetti, Montale), col risultato di rendere il lettore molto più pessimista di quanto già non sia.
Luca Sofri
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schizografia · 2 years
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Già i fratelli Lumière, inviando dei cineasti-reporter ai quattro angoli del pianeta, dalla fine del XIX secolo avevano mostrato che il cinematografo era un sostituto della visione umana che si prendeva gioco non solo del TEMPO (grazie all’illusione della persistenza retinica), ma anche delle distanze e delle dimensioni dello SPAZIO reale. Il cinema era, di fatto, una NUOVA ENERGIA capace di veicolare il vostro sguardo, anche se non vi muovevate.
“Occorre innanzitutto parlare agli occhi!”, diceva Bonaparte. Si può immaginare il profitto che l’America della perspectiva - per la quale “la sosta è la morte” - potrà ricavare da questa tecnica del falso-movimento, nel momento stesso in cui l’ever changing skyline, che era il motore della sua pseudodemocrazia, si è appena guastato…
Il presidente William McKinley lo aveva dichiarato all’inizio del suo mandato: “Il popolo americano non vuole tornare indietro!”.
La soluzione s’imporrà da sola - menzogna per menzogna, illusione per illusione, motore per motore, perché no?
Poiché non vi è più alcun orizzonte verso cui precipitarsi, se ne inventeranno di falsi, degli orizzonti di sostituzione.
Il popolo americano sarà soddisfatto, non tornerà indietro, continuerà a far movimento verso l’al di là.
“Se l’America mi ha eletto, è perché accetta di diventare una nazione industriale”, dichiarava ancora McKinley.
La “seconda parte della storia americana” non comincia solamente nella parte orientale del continente - negli stabilimenti meccanici di Detroit in cui il lavoro alla catena di montaggio diventa operativo alla Ford, verso il 1914 - ma anche a ovest, quando un certo signor Wilcox fa registrare nel 1903, nello Stato della California, una lottizzazione di 700 abitanti che la signora Wilcox chiama subito HOLLYWOOD, poiché, così dice, “l’agrifoglio è una cosa che porta fortuna”.
Sarà dunque in questo lontano sobborgo di Los Angeles che la nazione americana proseguirà “con altri mezzi” la sua corsa senza fine, il suo viaggio senza ritorno: western, trail movies, road movies, burlesques, film musicali, sino alle più recenti produzioni come la serie degli SPEED, tutto un cinema dell’accelerazione, capace di ridare la massima rapidità a un’“autentica americanizzazione”.
Se, all’epoca, il cinema americano non può essere nazionalizzato come quello dei sovietici, Hollywood vive comunque sotto stretta sorveglianza politica e ideologica. A partire da Will Hays, lo zar della censura degli anni Venti, con la stampa onnipotente di William Randolph Hearst, con gli alti funzionari di polizia, con i membri influenti dell’esercito, con le leghe civili e religiose ecc., aspettando i sinistri anni Cinquanta, quelli neri del maccartismo.
Quando nel 1936 Blaise Cendrars riuscirà, faticosamente, a introdursi negli studi-fortezze del cinema industriale americano, fiuterà, lì come nel resto del paese, la mistificazione: “Che bello scherzo!”, scriverà, “ma chi si vuole ingannare qui, in questa democrazia, se non il popolo sovrano?”.
Paul Virilio, La bomba informatica
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"Near-fascists" e "Near-democrats"
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"Near-fascists" e "Near-democrats"
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Nel 1994, in occasione del primo governo Berlusconi, la stampa anglosassone coniò, per Alleanza Nazionale, la definizione di partito “near-fascist”, cioè “quasi fascista, vicino al fascismo”. Credo che oggi, per illustrare le politiche e i partiti che sostengono l’Eurolager, non sarebbe male coniare la definizione di “near-democrats”, cioè di “quasi democratici”, vicini alla democrazia (specialmente se fai tutto quello che vogliono loro, e ti adegui in fretta e bene) ma non propriamente democratici, perché – se non ti adegui – si abbatte su di te la mannaia del “sovranismo”, “populismo” e – naturalmente – del “neofascismo”, la salsa in cui una pseudodemocrazia totalmente fallimentare affonda tutte le sue nefandezze, di ieri, di oggi, di sempre.
       Mi sembra una bella definizione “near-democrats”. Quella che costoro meriterebbero davvero è “totalitari tout court“, ma vogliamo essere buoni, per ora.
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goodbearblind · 7 years
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Io non voterò mai più! Votare significa essere complici del sistema... Significa delegare ad altri le nostre lotte...significa chiedere al sistema di autocorreggersi, cosa che non farà mai perché le nostre lotte sono contro gli interessi stessi del sistema... Le leggi che faranno o non faranno saranno sempre a favore dei poteri forti... Mai per i deboli...Inutile starla a menare con una pseudodemocrazia malata, decadente e corrotta! Che fare?? Tutte le proposte fuori da quei palazzi sono da accogliere con entusiasmo... Coltivare solidarietà ed empatia per esempio...creare luoghi dove la socialità è la cosa più importante... Infatti dove si cerca di creare questi spazi liberi e aperti a tutt* vi è repressione...il sistema non ci vuole uniti perché uniti facciamo paura...critici facciamo paura...la cultura fa paura...altro che andare a votare per essere presi in giro ancora e perpetrare il dominio e la violenza del capitalismo!! Scusate per i termini "antichi" ma purtroppo sono rimasti i poteri forti finanziari a cui dobbiamo assolutamente ribellarci per liberarci sia animali sia umani. Cominciamo a boicottarli, a non essere clienti di supermercati e ospedali, togliamogli i soldi e il sistema collasserà. Costruiamo noi in prima persona un mondo migliore, relazioni sociali migliori, opportunità sociali diverse e aggreganti e le cose cambieranno. Coltiviamo amicizie, coltiviamo la terra, piantiamo alberi, rendiamo questo pianeta un posto più ospitale per tuttx!!
IO 2015
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rideretremando · 5 years
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In realtà Marco Tarchi partiva dal dopoguerra.                               
MARCO TARCHI                          
     Italia populista                                                              
 Dal qualunquismo a Beppe Grillo                                                                                                                                                                                                                             Introduzione. L'Italia, laboratorio del populismo
I. Un concetto inafferrabile? Il populismo e il «complesso di Cenerentola»
II. L'ospite scomodo della democrazia. Dal prototipo poujadista all'ondata euroscettica
III. Alle radici del populismo italiano. L'eredità fascista e il qualunquismo
IV. La società insoddisfatta e i suoi interpreti. Da Anchille Lauro al Partito radicale
V. Altri profeti dell'inquietudine. Da Cossiga a Tangentopoli
VI. La Lega. Il populismo come movimento di massa
VII. Il mito della società civile e l'ascesa di Berlusconi. L'antipolitica al potere VIII. L'altro populismo. Da Di Pietro ai girotondi
IX. Oltre la destra e la sinistra. Beppe Grillo, ovvero il populismo allo stato puro
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"Near-fascists" e "Near-democrats"
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"Near-fascists" e "Near-democrats"
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Nel 1994, in occasione del primo governo Berlusconi, la stampa anglosassone coniò, per Alleanza Nazionale, la definizione di partito “near-fascist”, cioè “quasi fascista, vicino al fascismo”. Credo che oggi, per illustrare le politiche e i partiti che sostengono l’Eurolager, non sarebbe male coniare la definizione di “near-democrats”, cioè di “quasi democratici”, vicini alla democrazia (specialmente se fai tutto quello che vogliono loro, e ti adegui in fretta e bene) ma non propriamente democratici, perché – se non ti adegui – si abbatte su di te la mannaia del “sovranismo”, “populismo” e – naturalmente – del “neofascismo”, la salsa in cui una pseudodemocrazia totalmente fallimentare affonda tutte le sue nefandezze, di ieri, di oggi, di sempre.
       Mi sembra una bella definizione “near-democrats”. Quella che costoro meriterebbero davvero è “totalitari tout court“, ma vogliamo essere buoni, per ora.
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"Near-fascists" e "Near-democrats"
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rideretremando · 6 years
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La   democrazia   è   il   più   efficace strumento  di   controllo   che l’oligarchia abbia saputo escogitare
Ermanno Bencivenga
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rideretremando · 8 years
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Simile alla democrazia criticata dagli antichi greci, la democrazia recitativa è una raffinata forma di demagogia, che vorrebbe far apparire la democrazia del capo e della folla la migliore fra le migliori forme di governo. Mentre, nella realtà, può essere la peggiore fra le peggiori, perché opera per mantenere i governati in una condizione permanente di moltitudine apatica, beata o beota, simile alle gioiose famiglie degli spot pubblicitari, ma comunque servile, incapace persino di accorgersi di vivere in una democrazia recitativa dove la libertà, come la scelta e la revoca dei governanti, è solo una delle parti assegnate in copione.
Emilio Gentile
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