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#primavera estate 1997
fashionbooksmilano · 5 months
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Tessuti Sondrio Spring Summer 1997
Research & Development
Tessuti di Sondrio, Sondrio 1997, 6 cartelle con 6 tavole ognuna, 25,5x35cm.
euro 80,00
email if you want to buy : [email protected]
Tendenze primavera estate 1997  : sei temi  Fascino esotico, Homo Ludens,  Il tennis, Il gran mondo, Gli oggetti, Il viaggio
orders to : [email protected]
03/01/24
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suburbandogsclub · 2 years
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Alcuni film che potrebbero cambiarvi seriamente la vita:
(collezione primavera-estate Belgio 2022)
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Copia Conforme - Abbas Kiarostami (2010)
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Dramma della gelosia - Ettore Scola (1970)
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The Lost Daughter - Maggie Gyllenhaal (2021)
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Happy Together - Wong Kar-wai (1997)
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El buen patrón - Fernando León de Aranoa (2021)
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Relatos Salvajes - Damián Szifrón (2014)
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Crimes Of The Future - David Cronenberg (2022)
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Cavalho Dinheiro - Pedro Costa (2014)
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À l'abordage - Guillaume Brac (2020)
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tarditardi · 2 months
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"Let the Music Play”, UMM pubblica una potente versione prodotta da Pain & Rossini e remixata Enaj
Il 2024 di UMM è iniziato nel migliore dei modi. E oggi, dopo uno scatenato party "beta version" UMMbelievable, ecco una versione decisamente potente e decisamente house di "Let the Music Play" prodotta da Pain & Rossini e remixata da Enaj, professionisti del mixer che non hanno certo bisogno di presentazioni. I feedback positivi per questo brano da parte dei top dj italiani ed internazionali non si contano. Non è tutto. Dj Marietto ha anche scelto di suonare il brano allo Stadio San Siro, dando energia agli appassionati di calcio milanesi e non. Un capolavoro come  "Let the Music Play", originariamente pubblicata da Shannon nel lontanissimo 1983 oggi, per semplici questioni anagrafiche, molti giovani non possono conoscerlo... ma grazie alla potente versione versione pubblicata da UMM entreranno finalmente in contatto con un vero classico. In altre parole "Let the Music Play", prodotta da Pain & Rossini e remixata da Enaj ha tutte le carte in regola per far scateare tutta la primavera estate 2024. 
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Il mondo Media Records / UMM è in ebollizione per cui chi ama la musica dance può aspettarsi bella novità, in ambito discografico e non solo. UMM è una delle più storiche label italiane. UMM sta per Underground Music Movement. Fondata originariamente a Napoli da Flying Records nel 1991, è stata una delle prime label italiane a pubblicare musica house e progressive. Nel 1997 UMM entrò nell'universo Media Records, dov'è tutt'ora, grazie al rilancio 2023-2024 firmato Gianfranco Bortolotti, il creatore di Media Records e Gianluca Motta dj producer con all'attivo tante hit e mille serate, nel ruolo di label manager e coordinatore artistico del progetto.
Tra i classici del catalogo UMM ci sono quelli firmati da miti come i Daft Punk. Nel 1994 UMM pubblicò infatti in Italia un vinile che conteneva due diverse versioni di "The New Wave" e due di "Assault". Tra i primi successi del nuovo corso, ecco la versione di "Mas Que Nada" firmata da Samuele Sartini, supportata da top dj come Fisher e James Hype e pure il remix di "Touch Me" dei 49ers curato da Nicola Zucchi, che sta facendo ballare il mondo nei dj set e nei radioshow di Bob Sinclar.
Gianfranco Bortolotti, da sempre GFB, negli anni '90 ha portato al successo suoi progetti dance nel mondo (Cappella, 49ers, Antico, etc), ha creato il mito dei top dj (Mauro Picotto, Gigi D'Agostino, etc). Prima, questo se lo ricordano in pochi, è stato pure socio di un certo Claudio Cecchetto con la Marton Media, lanciando artisti come Molella, Fargetta e tanti altri. Roba vecchia, dirà qualcuno, sbagliando. Perché GFB ha anche lanciato artisti di successo recentemente, Mr. Rain ed Il Ghost su tutti.
UMM su Instagram
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La Stampa - Alta fedeltà
TIELEMANS, L’ARSENAL PUNTA ALL’ACQUISTO IN ESTATE Centrocampista accostato spesso alla Juventus in chiave mercato, Youri Tielemans, nazionale belga classe 1997  del Leicester, resta un obiettivo primario dell’Arsenal. Come riportato da diversi organi di stampa britannici, l’intento dei “Gunners”… VIDEO – GLI HIGHLIGHTS DI JUVENTUS-SASSUOLO PRIMAVERA 3-0 Sul proprio account Twitter, Sportitalia…
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never-odd · 2 years
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Versace Primavera estate 1997 by Bruce Weber
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paoloxl · 3 years
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Milano 12 dicembre 1969 - Piazza Fontana, Strage di Stato - Osservatorio Repressione
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A Milano il 12 dicembre 1969 una bomba esplode nella Banca Nazionale dell’Agricoltura, in piazza Fontana, provocando 17 morti e 88 feriti. La Strage è fascista e di Stato e, nel pieno dei movimenti di massa di studenti e operai del biennio 68-69 che mettevano seriamente in discussione – in tutto il Paese – lo stato di cose presenti, inaugura la “Strategia della tensione”. Nello stesso orario a Roma scoppiarono altre bombe. Infine, nella banca Commerciale di Milano venne trovata una borsa contenente una bomba che venne fatta esplodere in tutta fretta, eliminando una prova preziosa per le indagini.
Immediatamente – a dimostrazione di un disegno preordinato – le indagini, pur senza alcun indizio, seguirono la pista anarchica che allo stesso tempo venne subito gettata in pasto alla stampa e all’opinione pubblica. Il commissario Luigi Calabresi, alle 19,30 (3 ore dopo la strage) fermò alcuni anarchici davanti al circolo di via Scaldasole. Nella notte vennero illegalmente fermate circa 84 persone, tra cui Giuseppe Pinelli. La sera del 15, dopo 3 giorni di continui interrogatori, il militante anarchico Giuseppe Pinelli morì volando dal 4° piano della Questura (i verbali della Polizia parleranno di “malore attivo”).
Le inchieste dal basso dei movimenti studenteschi e operai di quel periodo, e solo successivamente il processo giudiziario (che comunque non porterà mai alla condanna dei reali responsabili), stabilirono quello che era chiaro a tutti da subito: dietro la strage c’era la mano dei militanti neofascisti di Ordine Nuovo.
Abbiamo parlato della Strage fascista e di Stato di piazza Fontana con Elia Rosati, docente a contratto di Storia Contemporanea all’Università Statale di Milano e autore, insieme ad Aldo Giannuli, del libro “Storia di Ordine Nuovo” (ed. Mimesis). Ascolta o scarica.
https://www.radiondadurto.org/wp-content/uploads/2018/12/elia-rosati-piazza-fontana.mp3
A Milano movimenti e realtà in piazza per ricordare la strage fascista e di stato di 49 anni fa, quella di Piazza Fontana e della bomba scoppiata alla Banca Nazionale dell’agricoltura il 12 dicembre 1969. Ci parla dell’iniziativa Walter Boscarello di Memoria Antifascista  Ascolta o scarica
https://www.radiondadurto.org/wp-content/uploads/2018/12/Walter-Boscarello-piazza-fontana.mp3
da Radio Onda d’Urto
la cronologia
12 dicembre 1969 Alle 16 e 37 esplode una bomba nella Banca dell’Agricoltura di piazza Fontana, a Milano: alla fine si conteranno17 morti e 88 feriti;
15 dicembre 1969 Fermato subito dopo la strage, l’anarchico Giuseppe Pinelli precipita dal quarto piano della questura di Milano, della quale il commissario Calabresi è vice capo dell’Ufficio politico;
16 dicembre 1969 Vengono arrestati gli anarchici Pietro Valpreda e Mario Merlino (che poi si scoprirà essere un neofascista infiltrato);
23 febbraio 1972 A Roma si apre il processo sulla Strage. Successivamente verrà trasferito a Milano e poi, per motivi di ordine pubblico, a Catanzaro;
3 marzo 1972 Vengono arrestati i neofascisti Franco Freda, Giovanni Ventura e Pino Rauti. Le indagini evidenziano legami tra l’estrema destra eversiva e i servizi segreti italiani;
7 maggio 1972 Elezioni anticipate. Il neofascista Rauti viene eletto in parlamento con l’Msi. Il manifesto candida Valpreda, che non viene eletto;
17 maggio 1972 Il commissario Luigi Calabresi viene ucciso a Milano;
29 dicembre 1972 Valpreda viene scarcerato; 27 ottobre 1975 Il giudice D’Ambrosio chiude le indagini sulla morte di Pinelli. Tutti prosciolti gli agenti della polizia. La caduta dalla finestra della questura sarebbe avvenuta per un «malore attivo»;
18 gennaio 1977 Si apre a Catanzaro il processo per la Strage. Andreotti depone sul coinvolgimento dei servizi segreti e, davanti ai giudici, dice per trentatré volte «non ricordo»;
4 ottobre 1978 La polizia accerta la scomparsa di Freda; 16 gennaio 1979 Ventura fugge all’estero;
23 febbraio 1979 Sentenza di Catanzaro: ergastolo per Freda, Ventura e per l’altro neofascista Giannettini; 4 anni e 6 mesi per Valpreda e Merlino, condannati per associazione a delinquere. Pene minori per alcuni membri dei servizi segreti;
12 agosto 1979 A Buenos Aires viene arrestato Ventura; 23 agosto 1979 Freda viene arrestato in Costa Rica; 22 maggio 1980 A Catanzaro comincia il processo d’Appello;
20 marzo 1981 Sentenza del processo d’appello: tutti assolti per la strage di Piazza Fontana. Freda e Ventura condannati a 15 anni per le bombe di Padova e Milano del 1969. Confermate le condanne per Valpreda e Merlino;
19 giugno 1982 La Cassazione annulla la sentenza d’Appello di Catanzaro; 23 dicembre 1982 Nell’ambito di una nuova indagine sulla strage, la procura di Catanzaro ordina l’arresto del neofascista Stefano Delle Chiaie; 13 dicembre 1984 a Bari comincia il nuovo processo d’Appello;
1 agosto 1985 Tutti assolti nel processo di Bari. Condanne per reati minori per esponenti dei servizi segreti; 27 marzo 1987 A Caracas viene arrestato Delle Chiaie; 26 ottobre 1987 A Catanzaro comincia un nuovo processo. Imputati i neofascisti Massimiliano Fachini e Delle Chiaie; 20 febbraio 1989 Tutti assolti a Catanzaro. La procura aveva chiesto l’ergastolo per gli imputati; il 5 luglio 1991 La Cassazione conferma la sentenza di Catanzaro;
Primavera/estate 1995 Il giudice Guido Salvini indaga sul mondo della destra neofascistia A luglio Delfo Zorzi e Carlo Maria Maggi vengono indagati per la strage; 14 giugno 1997 Ordine di carcerazione per Zorzi e Maggi;
8 giugno 1999 Viene disposto il processo per Zorzi, Maggi e altri neofascisti; 30 giugno 2001 Zorzi e Maggi vengono condannati all’ergastolo;
6 luglio 2002 A 69 anni muore Pietro Valpreda;
12 marzo 2004 La Corte d’Appello di Milano assolve Zorzi, Maggi e gli altri neofascisti; 3 maggio 2005 La Cassazione conferma la sentenza. I familiari delle vittime della strage dovranno pagare le spese processuali.
(Mario Di Vito da il manifesto)
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blueyeslash · 2 years
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Vivienne Westwood collezione primavera/estate 1997 Vive la Bagatelle, l’abito da sposa iconico Love is blind.
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daviddrposts · 3 years
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Si tratta del modello Love is Blind, presentato per la prima volta nella collezione primavera estate 1997, che oggi torna a farci sognare in versione rinnovata http://fashionmetropolitan.blogspot.com/2021/11/si-tratta-del-modello-love-is-blind.html
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fashionbooksmilano · 3 months
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Callaghan
1966. La nascita del prêt-à-porter Italiano
A cura di Bonizza Giordani Aragno
Mazzotta, Milano 1997, brossura, pp. 296, 60 ill. b/n, 196 ill. col., 23x27cm, ISBN  9788820212155
euro 180,00
email if you want to buy :[email protected]
Callaghan nasce nel 1966 dalla costola di Zamasport, azienda del Maglificio Augusto Zanetti di Novara. Linea di grande rilievo nel panorama del made in Italy, è stata disegnata da firme prestigiose della moda: Walter Albini (’68-72), Gianni Versace (’72-84), Christophe Lebourg per una stagione (primavera-estate ’85), Angelo Tarlazzi (’85-87), Romeo Gigli (’87-95) e Scott Crolla.   «Il volume si presta a tre diverse letture. La prima è la storia dell'azienda dalle origini fino ad oggi; l'altra chiave di lettura è un attento profilo degli stilisti che si sono succeduti dal 1966 al 1997  Il volume offre infine un'interessante parte d'immagini, disegni inediti, fotografie di opere, riferimenti iconografici e campagne pubblicitarie, che illustrano da un punto di vista tematico il percorso della moda».   
15/02/24
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sonyclasica · 3 years
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FILARMÓNICA DE VIENA
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CONCIERTO DE AÑO NUEVO 2021
Son pocos los conciertos que atraen el interés internacional como lo hace el Concierto de Año Nuevo de Viena. Por primera vez sin público presencial, la Filarmónica de Viena recibirá el nuevo año con un concierto dirigido por Riccardo Muti en el Musikverein de Viena. 8 de enero a la venta en CD y digital; el 29 de enero en DVD, BLU RAY y LP.
Resérvalo AQUÍ
El evento se emite a más de 90 países de todo el mundo y es visto por más de 50 millones de espectadores. 
El día de Año Nuevo de 2021 Riccardo Muti dirigirá el prestigioso concierto de Año Nuevo por sexta vez (1993, 1997, 2000, 2004 y 2018). Junto a Zubin Mehta, Riccardo Muti es uno de los directores más activos del Concierto de Año Nuevo desde la época de Lorin Maazel. La estrecha relación artística del director con la Filarmónica de Viena celebra 50 años, casi 550 conciertos y se remonta a 1971. En 2011, este vínculo excepcional llevó a Riccardo Muti a ser nombrado miembro honorario de la Filarmónica de Viena. Esto hace que resulte apropiado no solo conmemorar Italia, sino también el próximo 80 cumpleaños del director y miembro honorario de la orquesta.
Riccardo Muti
Nacido en Nápoles en 1941, Riccardo Muti ha dirigido a las orquestas más importantes del mundo. A lo largo de su extraordinaria carrera, ha trabajado con la Filarmónica de Berlín, la Orquesta Sinfónica de la Radio Bávara; la Filarmónica de Nueva York o la Orchestre National de France, al igual que la Filarmónica de Viena, una orquesta con la que tiene un vínculo especial y con la que ha aparecido en el Festival de Salzburgo desde 1971.
Cuando Muti fue invitado a dirigir el concierto que celebra el 150 aniversario de la Filarmónica de Viena, la orquesta le concedió el Anillo de Oro, un signo especial de afecto otorgado solo a algunos directores. En septiembre de 2010, Riccardo Muti se convirtió en el director musical de la Orquesta Sinfónica de Chicago y fue nombrado músico del Año 2010 por Musical America. Riccardo Muti ha recibido innumerables honores internacionales a lo largo de su carrera. Es Cavaliere di Gran Croce de la República Italiana y receptor del Verdienstkreuz alemán, fue condecorado Oficial de la Legión de Honor por el presidente francés Nicolas Sarkozy y nombrado Caballero del Imperio Británico por la reina Isabel II de Gran Bretaña. El Mozarteum de Salzburgo le concedió su medalla de plata por su contribución a la música de Mozart, y en Viena fue elegido miembro honorario de la Gesellschaft der Musikfreunde, la Hofmusikkapelle de Viena y la Ópera Estatal de Viena.
En 2011, Riccardo Muti fue galardonado con dos premios Grammy, fue seleccionado como ganador del codiciado premio Birgit Nilsson, recibió el premio Opera News en Nueva York y fue galardonado con el prestigioso Premio Príncipe de Asturias de las Artes de España. Fue nombrado miembro honorario de la Filarmónica de Viena y en agosto de 2011 director honorario vitalicio de la Ópera de Roma. En mayo de 2012, se le concedió el más alto honor papal: el Caballero de la Gran Cruz de Primera Clase de la Orden de St. Gregorio Magno por el Papa Benedicto XVI. En 2016 fue distinguido por el gobierno japonés con la Orden del Sol Naciente, Estrella de Oro y Plata.
La Filarmónica de Viena se remonta a 1842, cuando Otto Nicolai dirigió un "Gran Concierto" con los miembros de la ópera de la corte imperial. Se considera que este evento es el origen de la orquesta. Desde su fundación, la orquesta ha sido dirigida por un comité administrativo elegido democráticamente y trabaja con autonomía artística, organizativa y financiera. En el siglo XX, la Filarmónica de Viena colaboró con Richard Strauss, Arturo Toscanini, Wilhelm Furtwängler y con los miembros honorarios Karl Böhm, Herbert von Karajan y Leonard Bernstein. La orquesta ha realizado aproximadamente 9.000 conciertos en todos los continentes desde su creación, y ha presentado las Semanas Filarmónicas de Viena en Nueva York desde 1989 y en Japón desde 1993. La tradición del Concierto de Año Nuevo se remonta a 1941. El primer concierto para celebrar el Año Nuevo tuvo lugar en 1939, pero en esa ocasión se dio el 31 de diciembre. Su primer director de orquesta fue Clemens Krauss, al que siguió en 1955 Willi Boskovsky. Boskovsky dirigió el Concierto de Año Nuevo no menos de veinticinco veces entre entonces y 1979. La lista de directores que han encabezado un Concierto de Año Nuevo incluye a los principales maestros. El Concierto de Año Nuevo fue televisado por primera vez en directo en 1959. La Filarmónica de Viena considera el Concierto de Año Nuevo como un mensaje musical al mundo que se ofrece con un espíritu de esperanza, de amistad y de paz al comienzo del Año Nuevo. Las grabaciones del Concierto de Año Nuevo están entre los lanzamientos más importantes del mercado clásico. Sony Classical quiere asegurarse de que el Concierto de Año Nuevo esté disponible para un amplio público internacional. La grabación en directo del Concierto de Año Nuevo 2021 se publicará en CD y formato digital (lanzamiento internacional el 8 de enero), al igual que en DVD Blu-Ray y LP (29 de enero).
 Concierto de Año Nuevo 2021: Listado de obras musicales que se interpretarán
 FRANZ VON SUPPÈ 1819–1895
Fatinitza: Marsch*
 JOHANN STRAUSS II 1825–1899
Schallwellen op. 148*
Ondas sonoras · Ondes sonores
Walzer
 Niko Polka op. 228
Polka schnell
 JOSEF STRAUSS 1827–1870
Ohne Sorgen op. 271
Sin cuidado · Sans souci
Polka schnell
 CARL ZELLER 1842–1898
Grubenlichter-Walzer*
Davy Lamps · Valse de la lampe de mineur
sobre Motivos de la Operetta Der Obersteiger
 CARL MILLÖCKER 1842–1899
In Saus und Braus*
Vivir la vida · Mener la belle vie
Galopp sobre los motivos de la Opereta Der Probekuss
 FRANZ VON SUPPÈ
Dichter und Bauer: Ouvertüre
Poeta y Campesino: Obertura
Ouverture de Poète et Paysan
KAREL KOMZÁK II 1850–1905
Bad’ner Mad’ln op. 257*
Chicas de Baden · Filles de Baden
Walzer
 JOSEF STRAUSS
Margherita Polka op. 244*
Polka française
 JOHANN STRAUSS I 1804–1849
Venetianer-Galopp op. 74*
 JOHANN STRAUSS II
Frühlingsstimmen op. 410
Voces de primavera · Voix du printemps
Walzer
 Im Krapfenwald’l op. 336
Polka française
 Neue Melodien Quadrille op. 254
Nuevas melodías · Nouvelles mélodies
 Kaiser-Walzer op. 437
Vals del Emperador · Valse de l’empereur
 Stürmisch in Lieb’ und Tanz op. 393
Tempestuoso en el amor y la danza
Impétueux en amour et dans la danse
Polka schnell
 * Primera interpretación en un concierto de Año Nuevo en Viena
 Vienna Philharmonic
Official  Website:
http://www.wienerphilharmoniker.at/en
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Official Twitter Account (10k Follower):
https://twitter.com/Vienna_Phil 
Official  Vevo Channel:
http://www.vevo.com/artist/wiener-philharmoniker
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iltrombadore · 3 years
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“La tua leggenda, Dora!” La tormentata e simbolica esperienza umana dell’ artista che fu la succube modella di Picasso...
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Nel vasto salone al primo piano del museo Fortuny, tra le dovizie imbandite di quello scenario Art Nouveau con lampade, dipinti, tessuti ed abiti di seta e velluto che rivestono le pareti, nella primavera-estate del 2014 una serie di gemme visive sbucò con l’evidenza della rarità: erano le fotografie di Dora Maar, che visse un tormentato amore con Pablo Picasso subendone la personalità al punto di trasformarsi nel più disponibile, acquiescente e più famoso tra i modelli prescelti.
Le foto di Dora, riemerse dal suo archivio per merito della studiosa Victoria Combalìa, inaugurarono la mostra veneziana (“Dora Maar. Nonostante Picasso”) al merito di un’ artista dallo sguardo malinconico e penetrante, documentario e sognatore, fiorita nella Parigi tra le due guerre mondiali e pervasa dal clima incandescente della ‘rivoluzione surrealista’.
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Ecco, nelle stanze addobbate del Fortuny, sorgere il profilo inatteso di una storia individuale, l’ avventura di un’ artista con il suo occhio prensile e creativo, l’ espressività piena di pathos ed ironia delicata e attenta agli istanti drammatici della vita quotidiana, sismografo del tempo e dei suoi paradossi secondo le regole bene interpretate della ‘estraniazione’ surrealista.
Prima di conoscere Picasso, Dora Maar , alias Dorothea Markovic (1907-1997), franco- croata di origine ebraica (per parte di padre) era stata una fotografa di notevole qualità, emula di Man Ray e capace di stringere nell’ immagine una capacità di racconto e invenzione. Una volta entrata nella famiglia artistica di Montparnasse (  Breton, Eluard e tutti gli altri) si era accreditata come fotografa di moda e pubblicità, con ritratti e nudi di donna dalla scintillante individuazione fisiognomica e caratteriale (tra questi, oltre alla  indimenticabile ‘Nusch’ Eluard, c’è anche il ritratto in chiaro oscuro, ‘le visage posé sur la main’, di un mito androgino degli anni Trenta, la cantante saffica Suzy Solidor, che nel suo cabaret ‘La vie Parisienne’ attraeva tutto il milieu culturale di avanguardia: da Jean Cocteau, a Jean Louis Barrault, Tamara de Lempicka, la Duchesse de La Salle …).
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Di primo acchito appaiono alcuni piccoli e preziosi cammei. Ecco Dora, mentre ritrae l’amica ‘Nusch’ Eluard, ‘accoudée, les mains sur le visage’, per una posa attonita, dai lineamenti riflessi in uno specchio che riassume quell’ ideale disincarnato, etereo e onirico di bellezza ‘convulsiva’, della vocazione surrealista.
‘…Les sentiments apparents/ la légèrete d’approche/ la chévelure de caresses…’: così Paul Eluard raccontava di ‘Nusch’ già nel 1935 in un ‘fotopoema’ realizzato insieme a Man Ray; ma la delicata fantasia di Dora Maar avrebbe di lì a poco immortalato con altrettanta efficacia la felicità di quell’ amore integralmente laico grazie ad un’ immagine ‘entrelacée’ della coppia schermata da un frastaglio orizzontale di ombre e di luci.
Il poeta e ‘Nusch’ si trovavano allora a Mougins, sulla Costa Azzurra, nel 1937, mentre Dora viveva il suo idillio con Picasso, e si apprestava a posare nella parte della donna che in ‘Guernica’ urla di terrore e solleva col braccio una lampada accesa in mezzo al delirio di corpi devastati nel fragore del bombardamento. Dora fece la modella, poi fotografò le sequenze della esecuzione di ‘Guernica’ e le pubblicò sui ‘Cahiers d’Art’ appena il quadro venne terminato. Lei, però, non salì sul palcoscenico della fama. Picasso l’aveva incitata ad abbandonare la fotografia per tentare la pittura: lei aveva ubbidito, e lui non avrebbe risparmiato le sue acuminate frecce (‘..tanti segni per non dire niente…’).
Poi, erano sopraggiunte, giustificate o meno, le gelosie: verso la compagna precedente di Pablo, Marie Therèse Walther, che gli aveva dato una figlia, mettendo Dora di fronte alla sua non voluta sterilità (‘…l’aridità, il deserto, io sono il luogo dove si getta il seme e non fiorisce…’). Modella, preferì riconoscersi nei ritratti di donna che piange, con il gatto, il volto deformato da spigoli e diagonali (‘…sono la donna verde dei quadri del genio, sono l’idea stessa del dolore: il mio, il suo, il dolore del mondo…’).
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Dora era bella, con un ovale dagli zigomi orientali, due grandi occhi sempre spalancati, che tornano nei lineamenti della picassiana ‘Femme qui pleure aux chapeau’ ( e Picasso diceva di lei: ‘…per me è sempre stata la donna che piange…’).
Errante, erotica, eretica, Dora Maar: lo era stata con lui, e qualche anno prima con l’altro amante Georges Bataille, il mistico indagatore dell’ eros acefalo, che l’aveva accompagnata nei sobborghi di Barcellona e Parigi, in lunghe escursioni ai confini della realtà, per escogitare la magia delle cose viste, praticando il ‘surrealismo della strada’: una bambola appesa ad un chiodo su una staccionata, mendicanti, bambini emarginati dietro cancellate dirute, piccoli Jackie Koogan nelle baracche di Barcellona, Parigi e Londra, e ancora manichini, erme di ponteggi sulla Senna, e soprattutto fotomontaggi dettati dalla volontà di esaltare il lato spaesante della realtà.
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Il gusto per il dettaglio, un certo preziosismo dell’ impaginato, la tornitura affettiva dello sguardo, definiscono uno stile che si differenzia dal sintetico approccio compositivo del suo maestro Man Ray. Fotografie solarizzate, sovraimpressioni, fotomontaggi, non tolgono al linguaggio visivo di Dora un certo tono sentimentale che la rende partecipe della scena raffigurata, tanto che di fronte alle immagini pare anche di ascoltare la sua voce di commento, almeno come ce la ricorda lo scrittore americano James Lord, amico e biografo di Picasso, che ne restò incantato: ‘…aveva una bella voce, singolare, unica. Era come il gorgheggio del canto degli uccelli…’.
Molto limpide, le immagini, chiare e distinte e gravide di emotività: la stessa emotività che impedì forse alla Maar di reggere l’urto con la personalità onnivora di Picasso, e le procurò la depressione di cui soffrì lungamente dopo che lui, nel 1943, si distaccò per amare la più giovane Francoise Gilot, penultima compagna di vita. L’isolamento psichico in cui la donna si ridusse per quasi mezzo secolo (fino alla fine dei suoi giorni), i devastanti elettroshock, le sedute di psicoanalisi con Jacques Lacan, ebbero una causa scatenante nel convulso rapporto col trascinante malagueño (così ce la presenta la fama cinematografica che ha avuto lungo corso per il mid-cult divulgativo); ma è cosa certa che il temperamento malinconico e autodistruttivo di Dora traeva già la sua linfa speciale dall’ esperienza passata, da una inquietudine di donna nomade per destino e per carattere ( dal crollo austro-ungarico all’ emigrazione argentina e infine nella Francia dell’estenuato dopoguerra del Dada, dei Bardamu e degli Stawisky ) alle prese con l’ansia di smarrita identità. Picasso se ne era innamorato incontrandola seduta ad un tavolo dei Deux Magots, pronubi gli amici ‘Nusch’ e Paul Eluard, mentre sfidava la sorte e si feriva lanciando un  coltello tra le dita aperte della mano inguantata (lui, allora, le tolse il guanto di poco insanguinato, e se lo tenne come pegno del loro incontro…).
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Di questa ribelle e introversa fragilità, dal fondo masochista, è testimone l’opera fotografica di Dora come anche la sua vita, compresa la decisione di assoggettarsi alle peripezie artistiche del suo uomo, dedizione da intendere primaditutto come un altrettanto personale ‘comportamento estetico’ (l’abbandono, l’annullamento totale di sé, il divenire totalmente ‘altro’ secondo il motivo surreal-rimbaudiano: ‘Je est un autre’). Così che se fu vittima, Dora fu certamente consenziente, ancorché sofferente…
Nel secondo dopo guerra, perduto Picasso, perduto il padre, oltre il tempo delle crisi psicotiche, Dora recuperò lentamente una traccia di vita interiore, una meditazione che la portò ad abbracciare la fede cristiana: divenne cattolica fervente di stampo tradizionalista secondo i precetti di Dom Jean de Monleon, l’ultimo dei suoi padri spirituali, fino a quando non morì, a Parigi, nel 1997. Non usciva né aveva più il piacere di curiosare tra le cose viste per la strada, continuò però a dipingere (in forme sempre più stilizzate) e a fotografare, si concentrò sul repertorio del suo archivio fotografico, vide solo pochi intimi amici (Cocteau, la de Noailles, Oscar Dominguez) e attenuò tutto il rancore che aveva pubblicamente dichiarato nei confronti di Picasso, la passione perduta.
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Si sarebbe così venuta attenuando la dicotomia di un comportamento nevrotico sintetizzato nei due poli della biografia amorosa (l’ invito alla ‘dépense’  della vita messa in gioco secondo le ispirazioni del primo amante, Georges Bataille; e la soggezione totale ad una sorta di ‘signoria sadiana’ di cui Pablo Picasso sarebbe il segno personificato) che potrebbe fungere da paradigma simbolico per le tipiche vicissitudini sentimentali e umane toccate alla condizione femminile nel XX secolo: nella perdita e l’abbandono della identità tradizionale, il sentimento consapevole di una presente differenza, il sopravvento ansioso di una liberazione intellettuale e morale nella pervasiva e sempre irrisolta contesa di potere e amore-attrazione per l’altro sesso.
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E tanto viene da pensare osservando l’opera di Dora: dalle foto di strada, ai ritratti, alle nature morte surreali, le architetture ribaltate, gli oggetti controluce, così come le pose da ‘modella picassiana’ che ce la restituiscono per tagli di zigomi, larghi occhi scompaginati, ritagli di visione angolare e prospettica, come un caleidoscopio di forma entro una sintetica, e incisiva, costituzione d’ immagine.
Metafora della femminilità turbata che attraversa il XX secolo, il volto e l’anima di Dora Maar si presentano come l’ inchiostro simpatico da decifrare una volta messo a contatto col reattivo giusto: così la eccentrica biografia dell’ inquieta nomade, ribelle e sottomessa, capace di intensa dedizione e di altrettanto impenetrabile isterismo psichico, si può tradurre in emblematico paradigma di una crisi spirituale.
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Sembra occasionale notare (ma ci sarà pure un valore, in tale concomitanza di ‘segni’) come quel suo diminutivo di ‘Dora’ (da Dorothea) non sembri quasi appartenere più alla singola esistenza di cui fu il segno, raccordandosi per simbolica omofonìa ad altre ‘Dora’ che furono oggetto di  attenzioni vaticinanti il dissidio tra i due sessi a contrassegno del moderno ‘disagio della civiltà’.
E toccò precisamente ad un’ altra inquieta ‘Dora’ (o Dorothea), sorella del socialmarxista austroungarico Otto Bauer, rigettare l’analisi cui l’aveva sottoposta Sigmund Freud nei primi anni del ‘900 dopo il tentativo di interpretarne i sogni quale ‘caso di isterìa’ che alla fine si rivelò come trauma psicologico causato dall’ esperienza diretta della ‘crisi familiare’ (gli adulteri, le avances degli amici paterni, eccetera). La vicenda fallimentare del caso Dora Bauer servì egualmente a Freud per le sue teorie sul ‘transfert’. Gli sfuggì tuttavia di sicuro il significato di quella insorgenza come sensibile ‘rivolta femminile’ a tutto un sistema di valori e convenzioni fondato su pregiudizio e rimozione del corpo delle donne.
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Non diversamente, ma forse con maggiore acume, sarebbe andata qualche decennio più tardi (tra il 1928 e il 1939) al compagno di simbolici ‘senhals’ di Eugenio Montale, l’amico Bobi Bazlen che incaricò il poeta di comporre versi in omaggio ad un’ altra ‘Dora’ (o Dorothea?) la fantomatica e inaccessibile Dora Markus, come traccia della quale aveva solo potuto mostrare una foto delle gambe dal ginocchio ai piedi contornate da un lembo di gonna plissettata…
Anche in questo caso l’ esistenza della donna evocata per accenni è negata nella sua pienezza: e pure da quel profilo senza volto, e senza identità, se ne ricava la poesia di una femminile inquietudine, di un’ esiliata dalla propria terra e dalla propria vita che sembra affidare la salvezza all’incantesimo di un piccolo portafortuna (‘…forse/ ti salva un amuleto che tu tieni/ vicino alla matita delle labbra,/ al piumino, alla lima:/ un topo bianco, d’avorio;/ e così esisti…’ .
La figura controluce di Dora Markus, che dal porto di Ravenna indica una ‘sponda invisibile’ della patria lontana con il cuore immerso in un ‘lago di indifferenza’, sembra il contrassegno di una metaforica coincidenza tra destini coevi: come quello dell’ altra Dora, la sofferente e docile modella di Picasso, paradigmatica figura di donna identificata nell’ incontro capitale della vita, fatto di magiche corrispondenze e premonizioni, per il desiderio di amare e di essere amati, per l’esistenza che si fa sogno e arte, secondo la regola della bellezza di Andrè Breton (‘la bellezza convulsiva sarà erotico-velata, esplosivo-fissa, magico-circostanziale, o non sarà’).
Anche nei versi di Eugenio Montale, il dramma dell’ambiguità tra arte ed esistenza si riconoscerà nell’esperienza ‘convulsiva’ dello scambio identitario di analoghe e distinte figure, associando la memoria di un premonitore ‘Carnevale’ della amica Gerti (‘…in un mondo soffiato entro una tremula bolla d’aria…’) alla comparsa del nome vagheggiato della indefinibile Dora (Markus), anche lei d’origine israelita e mitteleuropea, ‘oggetto ansioso’ della immaginazione, che mima il desiderio di fermare la fuga del tempo, parabola della sofferenza umana sullo sfondo di storiche (s’annunciava la guerra mondiale) e sempiterne catastrofi imminenti: ‘…La tua leggenda, Dora!/ Ma è scritta già in quegli sguardi/ di uomini che hanno fedine/ altere e deboli in grandi/ ritratti d’oro e ritorna/ ad ogni accordo che esprime/ l’armonica guasta dell’ ora/ che abbuia, sempre più tardi…’.
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ketlpohekopl · 4 years
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Cosa indossare a Marzo
Le tendenze moda donna parlano chiaro, jeans a volontà, per accessori importanti, sia per abbigliamento dalla personalità hippie a cavallo tra la fine dei 70's e l'inizio dei gloriosi anni 80. Ma la moda primavera 2020 di marzo è anche dedicata alla Festa della Donna, con tanti progetti di solidarietà e girl power, tra collezioni di lingerie e intimo punteggiato da loghi e confezionato con filati virtuosi e green. Sei pronta ad abbracciare la new season?
Con Tezenis hai quello che ti serve per celebrare il tuo sentimento Girl Power: non si tratta di semplice lingerie, ma di una serie di capi molto vicini al tuo essere e con cui sentirti in sintonia. Quando si sceglie un completo intimo donna non è mai una scelta casuale, ricordalo. Per l'inizio della primavera Tezenis offre alle donne e alle ragazze un drop godibilissimo, veloce e fresco, dove il logo è il protagonista assoluto. Capi basic con un lettering d’impatto con elastico a contrasto da mostrare a piccole dosi. Reggiseno bralette Tezenis da 12,99 euro.
Tra moda e beauty esiste un legame d'amore infinito. Per questo il fashion brand GLIMMED, strizza l’occhio al mondo del beauty e firma il Beauty Kit in Edizione Limitata di HelloBody, un nome autorevole nell'ambito della skincare cruelty-free, attento all’ambiente. Nasce così Hello Boobs Beauty Set in edizione limitata, un kit composto da una speciale pochette disegnata da GLIMMED pensata per contenere alcuni dei prodotti HelloBody più amati. Il set contiene quattro prodotti al profumo di cocco per una beauty routine giorno top: mousse detergente COCO FRESH, maschera opacizzante COCO WOW con pennello applicatore e crema giorno COCO DAY. Disponibile a partire dal 1 marzo 2020 in una Edizione Limitata di 1000 pezzi e acquistabile solo sul sito di HelloBody 
Daniel Hetcher firma per la donna una montatura di occhiali da sole in acetato leggerissimo giallo, lenti fumé, con cui guardare il mondo e la nuova stagione primaverile con altri occhi.
Continua il flusso del colore giallo legato alla giornata delle donne, l'8 marzo. Eastpak e Smiley si sono uniti in una colorata collaborazione per reinventare lo stile dei classici zaini e bagagli trolley, borse moda irrinunciabili per la primavera 2020. Forse non sai che Smiley, è il brand padre di tutte le Emoji! Sono passati 23 anni da quando, nel 1997, Nicolas Loufrani ha introdotto un nuovo modo di comunicare attraverso le emoticons. Il primo Smile nasce in Francia nel 1971 dalla mente del padre di Nicolas, Franklin, per essere utilizzato come indicatore di buone notizie e propagatore di felicità tra i lettori del quotidiano France Soir. Negli anni '80 e '90 il sorriso giallo diventa poi il manifesto della musica dance e house in tutto il mondo. Nel 1997 Nicholas fa inserire per la prima volta in un cellulare (Alcatel) l'emoticon digitalizzata Smiley come nuova forma di comunicazione universale. L'avresti mai detto? Se le prime emojis nascono in Giappone nel 1999, quelle che usiamo ogni giorno, si ispirano alle Smileys di Nicolas. P.S Acquistando uno dei tre modelli Eastpak di questa edizione con il sorriso farai del bene: Smiley vuole trasmettere un messaggio positivo, devolvendo una parte dei ricavi all’organizzazione benefica Smiley Fund.
BIRKENSTOCK e MATCHESFASHION hanno celebrato a Los Angeles il lancio della prima 1774 Collection con la stylist Leslie Fremar, in collaborazione con l’artista Amalia Ulman, in occasione della fiera di arte Frieze di Los Angeles (la prossima edizione si terrà a New York dal 7 al 10 marzo 2020). Finalmente con l'arrivo di marzo anche tu potrai mettere le mani e infilare i piedi nei sandali estivi icona di queste ultime stagioni, le Birkenstock.  conquistato testa e cuore di tantissimi nel mondo, tornano in una nuova collezione unisex e no season che eleva i modelli più iconici di Birkenstock – Arizona, Milano, Madrid e Siena - al massimo livello di manifattura. I prezzi? Da 340 euro.
Flower Power è come dire Girl Power, proprio come la nuova collezione Kaos interamente ricoperta da fiori su pantaloni donna e bluse.
Il suggestivo Cretto di Burri in Sicilia fa da sfondo al nuovo immaginario della moda primavera estate 2020 di Kaos Denim. Il bianco del labirinto fa risaltare il blu – in tutti i suoi lavaggi – delle proposte denim. Il pantalone jeans perfetto è come il grande amore, non è mai il primo e devi faticare un po’ per trovare quello giusto: dal classico Flare, che allunga la gamba e sta bene a tutte, al trompè, dal mom-fit al boyfriend. Comincia quindi a pianificare i tuoi weekend lunghi puntando occhi e cuore sul denim bianco realizzato da Kaos Denim con una decorazione extra di disegni floreali che sembrano dipinti in puro stile boho chic.
Look with the heart! Con la frase mantra che contraddistingue lo spirito di Motivi arrivano le proposte very Eighties della moda primavera estate 2020: parliamo di jeans, tanto jeans! La nuova denim collection Motivi include tutti i pezzi cult e iconici irrinunciabili come i pantaloni jeans, modello carrot o boyfriend, realizzati con diverse colorazioni di lavaggioniente male. E sei addicted da total look jeans non mancano neppure le bluse e abiti chiarissimi con rouches e volant in stile 80ies.
Molto fashion, per niente victim: grazie a una filosofia che premia tutte le donne che amano avere la moda ai loro piedi senza spendere una follia, PittaRosso è diventato un marchio apprezzato da tantissime fan delle scarpe e degli accessori trendy. Tra le prime tendenze scarpe per la primavera estate 2020 abbiamo scelto per te due esempi di scarpe basse ultra leggere e comodissime, oltre che super stilose. La stringata francesina senza lacci e il mocassino nero, stile Gucci anni 70, da sfruttare conn jeans chiari e chinos .
La moda primavera estate 2020 per le borse accoglie la nuova nata Marni, TROPICALIA BAG, il nuovo essential per la bella stagione. Dal design minimale, questa big bag si distingue per una struttura solida e profili lineari. Le cuciture sartoriali ton sur ton esaltano le forme e la sinuosità del manico. Sceglila in uno di questi colori monocromatici come il rosso, il fucsia, il giallo, il bianco e il nero. In due misure, media e big, è anche dotata di un moschettone interno protettivo. A partire da marzo 2020.
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perfettamentechic · 4 years
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André Courrèges, nato in Francia il 9 marzo del ’23, è stato uno stilista francese. Si laurea in ingegneria civile. Partecipa alla seconda guerra mondiale come pilota di aerei. Tornato dalla guerra, comincia a progettare ponti, e come hobby gioca a rugby e fa scalate in montagna.
Courrèges a differenza di molti stilisti suoi contemporanei non studiò moda ma si laureò in ingegneria civile. Nel 1949 la passione per il design lo porta a farsi assumere come tagliatore dallo spagnolo Cristóbal Balenciaga, che ha l’atelier a Parigi. Nel 1963 apre un salone di alta moda, con la moglie Coqueline Barrière. Le prime presentazioni hanno subito riscosso il successo, ma il vero riconoscimento pubblico arriverà subito dopo l’arrivo dei piccoli stivali bianchi.
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Nel 1965, la casa si trasferisce in 40 rue François 1er a Parigi, dove si trova ancora. Emmanuel Ungaro lavora con lui come assistente. Si fa apprezzare da personaggi celebri (per l’Italia, Gianni e Marella Agnelli), che apprezzano in lui la purezza delle linee e la semplicità dei tagli. “Un design tipicamente automobilistico” dirà qualche sarto. Coco Chanel affonda la lama, suggerendo
che Courrèges toglie sensualità alle donne, per infagottarle in bianchi capi in lana che starebbero meglio indosso alle bambinette di 2 o 3 anni.
In risposta Courrèges rispondeva
che la sua moda ringiovaniva le signore, senza farle ricorrere al bisturi.
Nel gennaio del 1965, la collezione Courrèges rivoluzionò la creazione con le sue linee geometriche, i suoi abiti “trapezio”, i suoi toni acidi, contribuendo al successo della nuovissima minigonna , tagliando “un palmo sopra il ginocchio”. Courrèges accorcia ulteriormente le lunghezze, gioca con materiali e forme. Questa presentazione è un manifesto per i giovani, che promuove un nuovo stile di vita.
Lo stile di Courrèges era considerato futuristico, perché disegnava abiti fatti con materiali all’epoca innovativi e inusuali, come il Pvc e la pelle in vernice. Sceglieva colori molto vivaci, come il rosso e l’arancione, e linee semplici e dritte che cambiarono la tradizionale visione della silhouette femminile, che prima esaltava le curve delle donne.
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Il suo stile incontra il favore del pubblico, e per un decennio sarà uno dei capifila dell’alta moda francese. André Courrèges rende il bianco sacro, quindi moltiplica le variazioni di colore e nuovi materiali come il vinile o il plexi.
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Courrèges fu innovativo anche nel modo in cui presentava le sue creazioni. All’epoca infatti gli stilisti lo facevano con defilé nei propri atelier, mentre Courrèges iniziò a servirsi di filmati girati in luoghi famosi di Parigi o in scenari ispirati a film, come “2001: Odissea nello Spazio”.
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Tra i suoi clienti più famosi c’era Audrey Hepburn, per la quale Courrèges disegnò gli abiti del film Due per la strada, in cui la vestì con uno stile molto diverso da quello bon ton a cui tutti erano abituati.
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Courrèges si ispirò spesso a figure extraterrestri e a paesaggi lunari, tanto che nel 1964 fece uscire la “Moon Girl Collection”, una collezione ispirata alla luna, con abiti e gonne a trapezio, giacchini squadrati e i famosi go-go boots, gli stivaletti bianchi dal tacco basso che da qualche anno sono tornati di moda, rilanciati da altri stilisti.
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Il suo stile rappresentava il mito del futuro e della conquista dello spazio, per questo disegnava spesso sui vestiti lune e stelle stilizzate, oppure oblò che si aprivano sui mini abiti.
La giornalista di moda Alice Pfeiffer racconta in un articolo su Le Monde
i nuovi capi e accessori che Courrèges introdusse nel guardaroba femminile, a partire dalla minigonna: si racconta che venne inventata dalla stilista inglese Mary Quant ma che divenne famosa grazie a Courrèges che la introdusse nelle sfilate di haute couture.
Courrèges è anche l’inventore dei fuseaux, una via dimezzo tra i collant e i pantaloni, portati come una seconda pelle.
Nel 1965 lanciò le famose Lunettes Eskimo, occhiali da sole con lenti molto grandi e una fessura sottile al centro a ricordare una palpebra socchiusa.
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Uno dei suoi capi più distintivi è la “petite robe blanche”, ovvero il mini abito bianco, che propose in molte collezioni e che divenne comunissimo tra le donne negli anni Settanta.
Dagli anni settanta firma anche occhiali, ombrelli, gioielli, profumi, vestiario per l’infanzia e vestiti da sposa.
Negli anni ’70, il marchio aveva 180 punti vendita. Il marchio ha lanciato il suo primo profumo Empreinte. Al momento diventerà uno dei tre profumi più venduti in Francia. La sua linea di abbigliamento sportivo Hyperbole è commercializzata in successione.
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Appassionato di sport, Courrèges ha creato le dieci linee di abbigliamento ufficiali per lo staff delle Olimpiadi estive del 1972. Una collezione per uomo, con abiti larghi e flessibili, fu lanciata nel 1973 con il marchio Courrèges Homme. Un profumo chiamato FH77 è nato nel 1977. Courrèges aprì una boutique a New York, sulla 57th Street 28, poi commercializzò Eau de Courrèges, che sarebbe diventata una fragranza femminile di grande successo. Nel 1979, Courrèges si diversificò in numerosi prodotti e commercializzò una nuova fragranza per donna, America, seguita da In blue nel 1983. Nel 1981 fu venduta una tavola da windsurf, oltre a una gamma di abbigliamento isolante adatto per questo sport.
Nel 1983, il gruppo giapponese Itokin, uno dei due licenziatari del marchio Courrèges in Giappone, acquisto il 50% della maison appartenente a L’Oréal (nel 1964 aveva acquisito delle quote di Courrèges). La casa, che ha cambiato proprietà più volte, tornerà ad André e Coqueline pochi anni dopo.
Nel gennaio 1986, la società Courrèges ha commercializzato una linea Courrèges Men appositamente per il mercato americano. Il designer, che vuole dedicare più tempo al suo dipartimento di Courrèges Design, reclutò nel 1993 Jean-Charles de Castelbajac per disegnare, sotto il suo impulso, due collezioni visionari.
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La fragranza Sweet è apparsa nel 1993, poi Niagara, per gli uomini due anni dopo. L’anno seguente, Generation ha prodotto un profumo per donna, seguito rapidamente dal 2020.
A metà degli anni 1990, il marchio, che sembra essere inattivo, è scomparso dai media per diversi anni. Fu acquistato dal un gruppo giapponese e Coqueline assunse la direzione artistica fino al 2000, mentre sua figlia Marie aprì un caffè, il Café Blanc proprio accanto alla boutique parigina.
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Nel 1997, la maison assunse Paul Deneve come direttore generale per cinque anni e riorienta le varie attività di Courrèges.
Courrèges ha avuto un grande successo per circa venti anni prima di essere più discreta dagli anni ’80. Tre decenni dopo, è rinato grazie all’impulso di due imprenditori che hanno acquistato il marchio, ma anche il patrimonio culturale di esso.
Nel 2010 venne acquistata dai soci Jacques Bungert e Frédéric Torloting, copresidenti dell’agenzia pubblicitaria Young & Rubicam, che ora sono entrambi copresidenti dell’azienda.
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Non conoscevamo questo ambiente, ma la moda, come l’ambiente da cui proveniamo, è un territorio creativo
Nel 2011, in occasione del 50 ° anniversario di Courrèges, hanno rilanciato il marchio, con ristampe di abiti trapezio, giacche in vinile, minigonne e borse colorate; oltre che un negozio online, il digitale è una parte importante della strategia aziendale. Il marchio ha archivi di 25.000 pezzi. Hanno cercato di rilanciare il marchio collaborando con il brand di accessori Eastpak, con l’azienda di acqua Evian e con quella di cosmetici Estée Lauder, attraverso collezioni disegnate da un team creativo interno alla maison.
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Un nuovo profumo, Blanc de Courrèges, viene commercializzato e due vecchi, Eau de Courrèges ed Empreinte, vengono riproposti.
Nel 2013, i designer dell’azienda hanno firmato una capsule collection per il catalogo La Redoute e la sua collezione autunno-inverno 2013-2014.
Nel maggio 2015 Bungert e Torloting hanno affidato la direzione artistica al duo di stilisti Sebastien Meyer, per lo styling,  e Arnaud Vaillant, per lo spot; a settembre hanno presentato la loro prima collezione, quella per la primavera/estate 2016, caratterizzata da body attillati e giubbini in pelle che nei colori e nelle forme rievocavano lo stile di Courrèges.
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Meyer e Vaillant avevano in precedenza fondato l’azienda Coperni, che hanno poi messo da parte per dedicarsi totalmente al nuovo lavoro. Jacques Bungert ha spiegato al giornale di moda Women’s Wear Daily di averli scelti perché
sono incredibilmente talentuosi. Hanno lanciato la propria azienda, il che significa che considerano sia gli aspetti creativi che quelli commerciali nelle cose che fanno, come la vestibilità di ciò che creano. Dal loro lavoro si vede che sono molto appassionati di tessuti e questo è importante per noi, perché da Courrèges il tessuto è il re.
La notte del 7 gennaio del 2016 muore lo stilista André Courrèges, aveva 92 anni ed era malato di Parkinson, come hanno scritto, in un comunicato stampa, la casa di moda Courrèges.
Nel 2017, Courrèges ha lanciato la fragranza Eau Hyper Fraiche, e nel 2018 Mini Jupe, un cenno alle origini del marchio.
Jacques Bungert e Frédéric Torloting hanno lasciato l’azienda all’inizio del 2018. Con una prima collezione fresca e contemporanea, il duo aveva sedotto il pubblico. Però, passato il primo entusiasmo, il marchio transalpino non è mai riuscito a decollare, in particolare all’estero, dove il suo nome è meno conosciuto. A settembre dello stesso anno, Artemis, la holding della famiglia Pinault, che già possedeva il 40% della casa francese Courrèges, assunse il controllo del 100% della maison Courrèges, che era in difficoltà finanziaria.
La Maison Courrèges annuncia la nomina di Yolanda Zobel come sua nuova direttrice artistica.
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La stilista di origine tedesca per parte di padre (un designer di gioielli) e francese da parte di madre, specializzata nel prêt-à-porter donna, sarà operativa per la  collezione primavera-estate 2019. 
Gennaio 2020: Yolanda Zobel lascia la maison. Secondo una comunicazione ufficiale del brand del 3 gennaio 2020:
decisione comune
Tuttavia, arriva dopo alcune sfilate che non hanno ricevuto un’accoglienza buona, dove erano state presentate, nella Collezione primavera/estate 2020, un nuovo vinile a base di alghe; un materiale eco-responsabile che dovrebbe sostituire l’iconico materiale plastico di Courrèges.
youtube
aggiornato al 5 gennaio 2020
Autore: Lynda Di Natale Fonte: courreges.com, ilpost.it, fashionnetwork.com, wikipedia.org, web
André Courrèges - Maison Courrèges #AndréCourrèges #Courrèges #creatordellostile #creatoridellamoda #perfettamentechic #felicementechic #lynda André Courrèges, nato in Francia il 9 marzo del '23, è stato uno stilista francese. Si laurea in ingegneria civile.
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valeria-mazza · 7 years
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Postal Market catalog- primavera estate 1997
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paoloxl · 4 years
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A Milano il 12 dicembre 1969 una bomba esplode nella Banca Nazionale dell’Agricoltura, in piazza Fontana, provocando 17 morti e 88 feriti. La Strage è fascista e di Stato e, nel pieno dei movimenti di massa di studenti e operai del biennio 68-69 che mettevano seriamente in discussione – in tutto il Paese – lo stato di cose presenti, inaugura la “Strategia della tensione”. Nello stesso orario a Roma scoppiarono altre bombe. Infine, nella banca Commerciale di Milano venne trovata una borsa contenente una bomba che venne fatta esplodere in tutta fretta, eliminando una prova preziosa per le indagini.
Immediatamente – a dimostrazione di un disegno preordinato – le indagini, pur senza alcun indizio, seguirono la pista anarchica che allo stesso tempo venne subito gettata in pasto alla stampa e all’opinione pubblica. Il commissario Luigi Calabresi, alle 19,30 (3 ore dopo la strage) fermò alcuni anarchici davanti al circolo di via Scaldasole. Nella notte vennero illegalmente fermate circa 84 persone, tra cui Giuseppe Pinelli. La sera del 15, dopo 3 giorni di continui interrogatori, il militante anarchico Giuseppe Pinelli morì volando dal 4° piano della Questura (i verbali della Polizia parleranno di “malore attivo”).
Le inchieste dal basso dei movimenti studenteschi e operai di quel periodo, e solo successivamente il processo giudiziario (che comunque non porterà mai alla condanna dei reali responsabili), stabilirono quello che era chiaro a tutti da subito: dietro la strage c’era la mano dei militanti neofascisti di Ordine Nuovo.
la cronologia
12 dicembre 1969 Alle 16 e 37 esplode una bomba nella Banca dell’Agricoltura di piazza Fontana, a Milano: alla fine si conteranno17 morti e 88 feriti;
15 dicembre 1969 Fermato subito dopo la strage, l’anarchico Giuseppe Pinelli precipita dal quarto piano della questura di Milano, della quale il commissario Calabresi è vice capo dell’Ufficio politico;
16 dicembre 1969 Vengono arrestati gli anarchici Pietro Valpreda e Mario Merlino (che poi si scoprirà essere un neofascista infiltrato);
23 febbraio 1972 A Roma si apre il processo sulla Strage. Successivamente verrà trasferito a Milano e poi, per motivi di ordine pubblico, a Catanzaro;
3 marzo 1972 Vengono arrestati i neofascisti Franco Freda, Giovanni Ventura e Pino Rauti. Le indagini evidenziano legami tra l’estrema destra eversiva e i servizi segreti italiani;
7 maggio 1972 Elezioni anticipate. Il neofascista Rauti viene eletto in parlamento con l’Msi. Il manifesto candida Valpreda, che non viene eletto;
17 maggio 1972 Il commissario Luigi Calabresi viene ucciso a Milano;
29 dicembre 1972 Valpreda viene scarcerato; 27 ottobre 1975 Il giudice D’Ambrosio chiude le indagini sulla morte di Pinelli. Tutti prosciolti gli agenti della polizia. La caduta dalla finestra della questura sarebbe avvenuta per un «malore attivo»;
18 gennaio 1977 Si apre a Catanzaro il processo per la Strage. Andreotti depone sul coinvolgimento dei servizi segreti e, davanti ai giudici, dice per trentatré volte «non ricordo»;
4 ottobre 1978 La polizia accerta la scomparsa di Freda; 16 gennaio 1979 Ventura fugge all’estero;
23 febbraio 1979 Sentenza di Catanzaro: ergastolo per Freda, Ventura e per l’altro neofascista Giannettini; 4 anni e 6 mesi per Valpreda e Merlino, condannati per associazione a delinquere. Pene minori per alcuni membri dei servizi segreti;
12 agosto 1979 A Buenos Aires viene arrestato Ventura; 23 agosto 1979 Freda viene arrestato in Costa Rica; 22 maggio 1980 A Catanzaro comincia il processo d’Appello;
20 marzo 1981 Sentenza del processo d’appello: tutti assolti per la strage di Piazza Fontana. Freda e Ventura condannati a 15 anni per le bombe di Padova e Milano del 1969. Confermate le condanne per Valpreda e Merlino;
19 giugno 1982 La Cassazione annulla la sentenza d’Appello di Catanzaro; 23 dicembre 1982 Nell’ambito di una nuova indagine sulla strage, la procura di Catanzaro ordina l’arresto del neofascista Stefano Delle Chiaie; 13 dicembre 1984 a Bari comincia il nuovo processo d’Appello;
1 agosto 1985 Tutti assolti nel processo di Bari. Condanne per reati minori per esponenti dei servizi segreti; 27 marzo 1987 A Caracas viene arrestato Delle Chiaie; 26 ottobre 1987 A Catanzaro comincia un nuovo processo. Imputati i neofascisti Massimiliano Fachini e Delle Chiaie; 20 febbraio 1989 Tutti assolti a Catanzaro. La procura aveva chiesto l’ergastolo per gli imputati; il 5 luglio 1991 La Cassazione conferma la sentenza di Catanzaro;
Primavera/estate 1995 Il giudice Guido Salvini indaga sul mondo della destra neofascistia A luglio Delfo Zorzi e Carlo Maria Maggi vengono indagati per la strage; 14 giugno 1997 Ordine di carcerazione per Zorzi e Maggi;
8 giugno 1999 Viene disposto il processo per Zorzi, Maggi e altri neofascisti; 30 giugno 2001 Zorzi e Maggi vengono condannati all’ergastolo;
6 luglio 2002 A 69 anni muore Pietro Valpreda;
12 marzo 2004 La Corte d’Appello di Milano assolve Zorzi, Maggi e gli altri neofascisti; 3 maggio 2005 La Cassazione conferma la sentenza. I familiari delle vittime della strage dovranno pagare le spese processuali.
(Mario Di Vito da il manifesto)
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blueyeslash · 5 years
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Collezione haute couture primavera/estate 1997 di Chanel
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