Tumgik
#parigi 2017
Text
Tumblr media
Una donna
nella sua infinita
e desolata solitudine,
nessun desiderio
che la tristezza
non cristallizzi.
Come sei arrivato
Inaspettato, tu...
con il tuo modo di fare,
diventavi Parigi,
Venezia, ovunque
io volessi andare,
lasciavo tutto,
diventavo la tua donna,
la tua musa.
Poi di nuovo l'assenza
di significato,
l'assenza che cancella
ogni gesto,
il ripristino del silenzio.
Non sogno più,
non parto più.
Estelle Vargas, Non ti muovere, 2017
11 notes · View notes
marcogiovenale · 5 months
Text
22 gennaio, mattina, bologna: conversazione con claire fontaine
lunedì 22 gennaio alle ore 11, l’Aula Magna dell’Accademia di Belle Arti di Bologna (via Belle Arti 54) ospiterà l’evento Conversazione con Claire Fontaine. Claire Fontaine è un’artista concettuale femminista collettiva fondata da Fulvia Carnevale e James Thornhill a Parigi nel 2004, che dal 2017 vive e lavora a Palermo. Lavora con il video, la scultura, la pittura e la scrittura e il suo nome è…
Tumblr media
View On WordPress
3 notes · View notes
mote-historie · 1 year
Photo
Tumblr media
1918 Alberto Fabio (Fabius) Lorenzi, Lolotte Fait des Béguins, Au Front de la Mer (Lolotte Makes Crushes, At the Front of the Sea) for Fantasio. 
Alberto Fabio (Fabius) Lorenzi was one of the most brilliant illustrators of French magazines in the first magical decades of the 20th century. A Monograph of his works was published in “Alberto Fabio Lorenzi - Eleganza, charme e sex appeal della donna Déco nella Parigi degli anni folli”, by A. Luerti, 2017. (x)
12 notes · View notes
lucaf2019 · 11 months
Text
Tumblr media
Louis Vuitton - collezione Primavera/Estate 2017, Parigi 5 ottobre 2016
4 notes · View notes
fashionbooksmilano · 1 year
Photo
Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media
Omar Victor Diop
Renée Mussai,  Imani Perry,  Marvin Adoul
5 Continents Editions, Milano 2021, 96 pagine, cartonato,  45 illustrazioni a colori,  23,5 x 31 cm,  Lingua francese-inglese , ISBN  978-88-7439-993-2
euro 45,00
email if you want to buy :[email protected]
Artista autodidatta, a 41 anni d’età Omar Victor Diop è uno dei fotografi più promettenti della sua generazione. La sua opera si inserisce nella tradizione africana della fotografia in studio, partendo dagli scatti di Seydou Keïta, Mama Casset e Malick Sidibé, un genere perfettamente padroneggiato e da cui si è progressivamente allontanato. L’opera Omar Victor Diop, in coedizione con la Galleria MAGNIN-A di Parigi, raccoglie per la prima volta le ultime tre serie emblematiche del fotografo: Diaspora (2014), Liberty (2017) e Allegoria (2021).
In Diaspora, Diop sceglie l’arte dell’autoritratto. Il fotografo senegalese incarna nelle sue immagini diciotto personalità della diaspora africana dai destini straordinari, ma dimenticati dalla storia del mondo occidentale. Vivacizzando le foto con oggetti legati al mondo del calcio, smorza la carica drammatica catapultando i suoi personaggi storici nel presente, inserendoli di fatto nel dibattito sull’immigrazione e l’integrazione degli stranieri nelle società europee.
Per Liberty, Diop continua la valorizzazione del continente africano e dell’esodo delle sue genti proponendo una lettura universale della storia della protesta del suo popolo. Giocando su riferimenti visivi e mescolando autoritratti e rappresentazioni, l’artista rivisita gli avvenimenti salienti di questa complessa vicenda, certamente diversi per epoca, luoghi e importanza, ma collegati dalla stessa ricerca di libertà troppo spesso ostacolata.
Con Allegoria inizia un nuovo capitolo del suo lavoro. Diop si appropria del tema fondamentale dell’ambiente e della sua importanza nel continente africano. Le sue opere raffigurano l’allegoria di un’umanità preoccupata per una natura che potrebbe diventare solo un ricordo nei manuali di scienze. L’Uomo, abbandonato alla sua dolorosa responsabilità, raccoglie attorno a sé questa Natura ridotta a mera rappresentazione.
26/12/22
orders to:     [email protected]
ordini a:        [email protected]
twitter:         @fashionbooksmi
instagram:   fashionbooksmilano, designbooksmilano tumblr:          fashionbooksmilano, designbooksmilano
6 notes · View notes
lamilanomagazine · 1 month
Text
Milano Arch Week 2024. La sesta edizione dal 20 al 26 maggio
Tumblr media
Milano Arch Week 2024. La sesta edizione dal 20 al 26 maggio Dopo il successo delle passate edizioni, da lunedì 20 a domenica 26 maggio, torna Milano Arch Week, la settimana dedicata all'architettura, alle trasformazioni urbane e al futuro delle città promossa dal 2017 da Comune di Milano, Politecnico di Milano e Triennale Milano. Questa sesta edizione, con la direzione artistica di Stefano Boeri, Presidente di Triennale Milano, è curata da Nina Bassoli, curatrice per architettura, rigenerazione urbana, città di Triennale Milano, e da Matteo Ruta, docente del Politecnico di Milano, con la collaborazione di Joseph Rigo. In continuità con le riflessioni avviate nel corso della scorsa edizione dedicata al tema delle periferie e ampiamente diffusa sul territorio, Milano Arch Week 2024 si svilupperà attorno all'idea di architettura debole, di un'architettura che si pone in ascolto dei bisogni e delle aspettative dei cittadini e delle cittadine, che dialoga con il territorio e i suoi abitanti. In quest'ottica, Milano Arch Week 2024 si propone come momento di riattivazione sociale e culturale delle energie della città per indagare a fondo il potere abilitante dell'architettura. Raccogliendo le proposte di associazioni, progettisti, cittadini attivi, organizzazioni locali, pervenute tramite una open call, la manifestazione anche quest'anno allargherà il suo programma fino a toccare diversi quartieri della città. Implicito omaggio a due maestri recentemente scomparsi, Gianni Vattimo, filosofo del Pensiero debole, e Andrea Branzi, progettista di una Modernità debole e diffusa, Milano Arch Week 2024 vuole indagare le possibilità presenti in quell' "insieme infinito di 'piccole cose'" che è la città. Interrogando con dolcezza le sue fragilità, emergeranno prospettive per guardare la città e le città con occhi nuovi. Verranno ascoltate le voci attive di nuove comunità, seguiti i percorsi inediti tracciati da guide di eccezione, sovvertendo il punto di vista di fronte alle realtà più consolidate, in breve, verranno indagate le ragioni per cui l'architettura può essere il seme del cambiamento. Per riflettere su questi temi sono stati invitati architetti e designer internazionali, studi e professionisti emergenti, urbanisti e paesaggisti. Tra gli ospiti di questa edizione: Lina Ghotmeh (20 maggio, Politecnico di Milano), architetta di origine libanese con base a Parigi, chiamata a realizzare nel 2023 il Serpentine Pavilion e promotrice di una visione dell'architettura come forza gentile che specchia la città nella sua storia; Christian Kerez (21 maggio, Politecnico di Milano), architetto e professore all'ETH di Zurigo il cui lavoro trasversale promuove una continua ricerca sullo spazio e la sua costruzione; Francisco Alonso, una delle voci più interessanti della scuola spagnola dagli anni Ottanta a oggi, professore alla ETSAM di Madrid e la UPSA di Salamanca; Boonserm Premthada (23 maggio, Triennale Milano), fondatore del Bangkok Project Studio, il cui lavoro riflette sull'ambiente, coniugando la sostenibilità alla cultura materiale e alle tecniche costruttive; Peris+Toral Arquitectes (24 maggio, Triennale Milano), studio di Barcellona che attraverso numerosi progetti sperimenta sulle tipologie dell'housing sociale contemporaneo; Alessandro Petti/Sandi Hilal (25 maggio, Triennale Milano), fondatori del collettivo DAAR, vincitori del Leone d'Oro alla Biennale Architettura 2023; lo studio Flores y Prats (25 maggio, Triennale Milano) con base a Barcellona, autore di progetti di social housing e di spazi pubblici realizzati attraverso il coinvolgimento attivo della cittadinanza. Il Politecnico di Milano e Triennale Milano restano le sedi principali di Milano Arch Week, ospitando come per le passate edizioni tavoli di lavoro, talk, letture e workshop. La manifestazione verrà inaugurata lunedì 20 maggio al Politecnico di Milano con la lecture di Lina Ghotmeh. Dopo l'ottimo riscontro dell'edizione 2023, anche quest'anno Milano Arch Week ha lanciato una call per attivare tutti i quartieri della città attraverso una programmazione varia, plurale e condivisa. Al bando, pubblicato da gennaio a marzo 2024, hanno aderito istituzioni, associazioni, realtà locali, cooperative, cittadini, fondazioni, ricercatori, artisti, professionisti, gruppi studenteschi e studi di progettazione che hanno proposto una riflessione sui temi della manifestazione. La call ha rappresentato un'importante piattaforma di ricognizione delle attività presenti sul territorio e di ascolto rispetto agli interessi degli abitanti della città: dall'housing sociale agli edifici in stato di abbandono, alla riattivazione degli spazi in disuso; dall'inclusione sociale alla rappresentazione delle diverse comunità presenti nella città di Milano. Sono oltre 80 gli appuntamenti selezionati attraverso la call, che si svolgono in 46 sedi diffuse nella città: scuole, teatri, associazioni, biblioteche, giardini di quartiere, chiese, comuni dell'area metropolitana. Una rete di luoghi che dal centro arriva ai quartieri più esterni. La manifestazione si apre così al dialogo con le diverse istituzioni e i quartieri della città, coinvolgendo attività e iniziative locali e raccontando la natura policentrica, complessa e vitale di Milano. Novità di questa edizione è il format 'As strong as you can', immaginato come una sequenza di racconti, che raccoglie progetti e ricerche di giovani voci che fanno emergere come la pratica contemporanea sia un orizzonte plurale, dove fragilità e debolezza ridefiniscono le prospettive e i confini dell'architettura. Una serie di storie brevi, spesso a lieto fine, dove il progetto ricostruisce significati e legami che a loro volta ridanno un senso all'architettura. Nell'arco delle giornate di sabato 25 e domenica 26 maggio, nel Salone d'Onore in Triennale, si susseguiranno degli speed talk di circa 30 minuti l'uno, a comporre una variegata antologia di progetti. Tra i progettisti e gli studi che parteciperanno: Gia Mussi, Tenet, StudioSer, La Rivoluzione delle Seppie, Atelier Fanelsa, Elena Barthel, Zattere + Riccardo Orsini, Orizzontal (25 maggio), Oasi, Ecòl, Frantoio sociale, HPO, Zarcola, Linearama, Captcha, Abnormal (26 maggio). Durante le serate del 23, 24, 25 e 26 maggio in Triennale, dopo le lecture, sono in programma delle proiezioni e dei talk nel Giardino Giancarlo De Carlo, tra cui Bamboo Dialogues, il film Big Ears Listen with Feet di Beka & Lemoine, il film di Elettra Fiumi Radical Landscapes, il documentario di Francesca Molteni Green Over Gray su Emilio Ambasz. È inoltre in programma un omaggio ad Andrea Branzi, attraverso la proiezione di una selezione di film di e con l'architetto recentemente scomparso. Inoltre, nei giorni di Milano Arch Week in Triennale apre la mostra Gae Aulenti (1927-2012), una delle più importanti retrospettive sul lavoro e sulla vita dell'architetta, realizzata in collaborazione con l'Archivio Gae Aulenti e curata da Giovanni Agosti con Nina Artioli, direttrice dell'Archivio Gae Aulenti, e Nina Bassoli. La mostra sarà aperta al pubblico dal 22 maggio 2024 al 12 gennaio 2025.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
0 notes
carmenvicinanza · 1 month
Text
Hasna El Becharia
Tumblr media
Hasna El Becharia, soprannominata la Rocker del Deserto, è stata la pioniera delle musiciste Gnawa, gruppo etnico del Maghreb.
Cantante e polistrumentista, è stata la più grande artista berbera sub-sahariana e la prima donna al mondo a suonare il guembri, strumento a corde pizzicate, tradizionalmente suonato soltanto da uomini.
Ha suonato una musica che mescola sacro e profano con diversi strumenti, tra cui la chitarra elettrica, il liuto e il banjo.
È nata nel 1950 a Colomb-Béchar (Algeria francese) da madre algerina e padre marocchino, maestro di diwane.
Nel 1972 ha formato la sua prima band con tre amiche. Agli esordi, suonavano per le donne nelle celebrazioni nuziali, prima di essere protagoniste, nel 1976, di un grande concerto organizzato a Béchar dall’Unione Nazionale delle Donne Algerine (UNFA).
Ha suonato in diversi festival tra Africa ed Europa, compreso Femmes d’Algérie a Parigi.
Il suo album Jazair Djawhara (L’Algeria è un gioiello), pubblicato nel 2002 e dedicato al suo paese natale, l’ha portata a esibirsi in giro per il mondo. Sono seguiti altri dischi, l’ultimo, Couleurs du désert, è del 2020. 
Si è esibita negli spettacoli della band di Eugenio Bennato, colto musicista napoletano che ha fatto del recupero delle tradizioni musicali del bacino del Mediterraneo, la sua ricerca artistica.
Ha fatto parte del gruppo Lemma Becharia, composto da dodici musiciste.
Nel 2017 è stata insignita della Medaglia dell’Ordine Nazionale al Merito al grado di Achir, assegnata a persone esponenti del mondo della letteratura, arte e cultura che si sono particolarmente distinte
Sulla sua opera e viaggio artistico e mistico, è stato girato il film documentario The Rocker of the Desert della regista algerino-canadese Sara Nacer, proiettato, per la prima volta a Montreal nel 2022 e ospitato in rassegne in diversi paesi del mondo.
Ha lasciato la terra il 1 maggio 2024 a Béchar, lasciandoci il suo esempio di pioniera e appassionata che non ha esitato a mettersi contro tutto pur di rincorrere la sua libertà e passione per la musica.
0 notes
acrosstheuniverse02 · 3 months
Text
automobili e fotografi famosi (04)
Tumblr media
Ernst Haas [*] Traffic - Mexico city
Tumblr media
© Raymond Depardon [*] NYC (1982)
Tumblr media
© Elliott Erwitt [*] Coney Island, New York (1956)
Tumblr media
© Werner Bischof / Magnum Photos [*] Car Park - Saint Louis, Missouri (1953)
Tumblr media
© Fred Lyon [*] Foggy Night at Land’s End - San Francisco (1953)
Tumblr media
© Bruno Barbey [*] Roma (1964)
http://haldomundo.de/
https://www.artsy.net/artwork/
https://archive.nytimes.com/lens.blogs.nytimes.com/2017/03/15/
https://www.bildhalle.ch/en/kuenstler/werner-bischof-344
https://ilcercatoredibellezza.wordpress.com/2017/01/17/brassai-il-grande-fotografo-della-parigi-di-notte/
https://www.vintag.es/2018/10/the-italians-by-bruno-barbey.html
0 notes
Text
Tumblr media
Una donna nella sua infinita e desolata solitudine, nessun desiderio che la tristezza non cristallizzi. Come sei arrivato Inaspettato, tu... con il tuo modo di fare, diventavi Parigi, Venezia, ovunque io volessi andare, lasciavo tutto, diventavo la tua donna, la tua musa. Poi di nuovo l'assenza di significato, l'assenza che cancella ogni gesto, il ripristino del silenzio. Non sogno più, non parto più.
Estelle Vargas, Non ti muovere, 2017
Ph Tamara Lichtenstein
8 notes · View notes
Text
Johnny Hallyday, escono due inediti: "Waterloo" e "Reste", un'opera militante e una ballata d'amore
Sono in uscita due inediti di Johnny Halliday, cantante e attore francese nato a Parigi il 15 giugno 1943 e morto nel 2017. Saranno disponibili su un 45 giri in versione limitata e pubblicati nella nuova edizione di “Flagrant Délit”, il 23 febbraio. Si chiamano “Waterloo” e “Reste”. Johnny, capelli biondi come il grano si chiuse negli Olympic Studios dove i Rolling Stones, Led Zeppelin, Queen,…
View On WordPress
0 notes
lucaf2019 · 9 months
Text
Tumblr media
Louis Vuitton Fall-Winter 2017/2018 Fashion Show, Parigi, 7 marzo 2017
3 notes · View notes
lucianopagano · 4 months
Text
Mauro Marino a proposito del romanzo di Davide Morgagni «Il rifiuto» (Musicaos)
Venerdì 19 gennaio 2024 presso la Biblioteca Bernardini di Lecce si è tenuta l’anteprima del romanzo di Davide Morgagni, «Il rifiuto» (Musicaos), l’autore ha letto alcuni brani del romanzo.
Nelle parole di Mauro Marino (Biblioteca Bernardini):
«Un intenso reading ha attraversato i quattro romanzi raccolti nel volume - I pornomadi (2014), Strade negre (2017), Del 2019 La nebbia del secolo (2019), Finché c’è rabbia (2023) - una narrazione che attraversa quindici anni della nostra recente storia, un nomadismo, geografico ed esistenziale, da Lecce a Roma, da Roma a Parigi e poi ancora il Salento. Fare pratica dell’ascolto, guardare, stare nel ritmo della vita, sentirlo quel ritmo, quel battito, l’incessante divenire della lingua, della parola. Farne canto, racconto, preghiera. Questo fa un autore, un buon autore; un attore, un attore-scrittore che tesse la sua drammaturgia, facendo “altezza” la scelta della lateralitá. Quello il posto ideale per esercitare l’attenzione, la presenza, la militanza. Per fare della scrittura teatro».
Tumblr media
0 notes
cinquecolonnemagazine · 5 months
Text
Chi è Gabriel Attal, il nuovo primo ministro francese?
Gabriel Attal è un politico francese, nato a Clamart il 16 marzo 1989. È il più giovane primo ministro della Quinta Repubblica francese, con 34 anni. Andiamo, in questo articolo, a scoprire chi è il nuovo protagonista della politica francese. Chi è Gabriel Attal? Attal è cresciuto a Clamart, una città della periferia di Parigi. Suo padre è un avvocato e sua madre è un'insegnante. Attal ha studiato all'Università di Parigi-Nanterre, dove ha conseguito una laurea in scienze politiche. Attal ha iniziato la sua carriera politica nel Partito Socialista. Nel 2014 è stato eletto consigliere comunale di Vanves, un comune dell'Île-de-France. Nel 2017, ha lasciato il Partito Socialista e ha aderito al movimento En Marche!, fondato dal presidente Emmanuel Macron. In quello stesso anno, Attal è stato eletto alla Camera dei Deputati. È stato poi nominato portavoce del governo nel 2020, ministro del Bilancio nel 2022 e ministro dell'Istruzione nel 2023. Attal è considerato un fedelissimo di Macron e un abile comunicatore. È anche noto per la sua omosessualità dichiarata. La nomina di Attal a primo ministro è stata vista da alcuni come un segno della volontà di Macron di rinnovare la sua squadra di governo in vista delle elezioni presidenziali del 2027. La carriera politica di Gabriel Attal Attal ha iniziato la sua carriera politica nel Partito Socialista. Nel 2014 è stato eletto consigliere comunale di Vanves, un comune dell'Île-de-France. Nel 2017, ha lasciato il Partito Socialista e ha aderito al movimento En Marche!, fondato dal presidente Emmanuel Macron. In quello stesso anno, Attal è stato eletto alla Camera dei Deputati. È stato poi nominato portavoce del governo nel 2020, ministro del Bilancio nel 2022 e ministro dell'Istruzione nel 2023. Portavoce del governo (2020-2022) Attal è stato nominato portavoce del governo nel luglio 2020, in sostituzione di Sibeth Ndiaye. In questo ruolo, è stato il principale portavoce del governo di Emmanuel Macron. Attal ha svolto un ruolo importante nella comunicazione del governo durante la pandemia di COVID-19. Ha partecipato a numerose conferenze stampa e ha rilasciato interviste ai media per spiegare le misure adottate dal governo per affrontare la pandemia. Ministro del Bilancio (2022-2023) Attal è stato nominato ministro del Bilancio nel maggio 2022, in sostituzione di Bruno Le Maire. In questo ruolo, è stato responsabile della gestione delle finanze pubbliche francesi. Attal ha dovuto affrontare la sfida di gestire il bilancio francese in un momento di inflazione crescente e di guerra in Ucraina. Ha introdotto una serie di misure per ridurre il deficit pubblico e proteggere i consumatori dall'inflazione. Ministro dell'Istruzione (2023-2024) Attal è stato anche nominato ministro dell'Istruzione nel luglio 2023, in sostituzione di Pap Ndiaye. In questo ruolo, è stato responsabile della politica educativa francese. Attal ha dovuto affrontare soprattutto la sfida di migliorare la qualità dell'istruzione in Francia. Ha annunciato anche una serie di misure per aumentare i salari degli insegnanti, migliorare le infrastrutture scolastiche e ridurre le classi. Il nuovo ruolo da Primo ministro Gabriel Attal è un politico ambizioso e talentuoso. Ha dimostrato di essere un abile comunicatore e un efficace manager. La sua nomina a primo ministro è un segnale della fiducia che Emmanuel Macron ripone in lui. Attal avrà la sfida di guidare la Francia in un momento difficile. La guerra in Ucraina, l'inflazione crescente e le divisioni sociali sono solo alcuni dei problemi che dovrà affrontare. Foto di jacqueline macou da Pixabay Read the full article
0 notes
lamilanomagazine · 4 months
Text
Pesaro, sempre più “Capitale della bicicletta”
Tumblr media
Pesaro, sempre più “Capitale della bicicletta”. Il punteggio massimo di 5 “bike smiles” assegnato dalla FIAB, una Bicipolitana oltre 100km che collega l’intero territorio, un progetto di mobilità sostenibile che è riuscito a diventare modello in Italia e all’estero (anche Parigi, dopo Pesaro, punta sulla vélopolitain). Pesaro 2024 - Capitale italiana della cultura, si conferma sempre più “Capitale della bicicletta” e tra i comuni italiani più attenti alle esigenze di chi si muove a piedi o in bici. L’ultimo riconoscimento, in ordine di tempo, è arrivato con la conferma, per il settimo anno consecutivo, dei 5 “bike smiles” della FIAB, assegnati durante la cerimonia dei Comuni Ciclabili, organizzata dalla Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta che premia le Amministrazioni più virtuose in termini di mobilità sostenibile. Tra queste, Pesaro, che “grazie all’importante ruolo di Capitale italiana della cultura, quest’anno potrà essere un esempio per il resto d’Italia anche in tema di mobilità e spazio pubblico”, sottolineano dalla Fiab durante la consegna delle bandiere gialle 2024. «Il tema della sostenibilità è da sempre centrale per la nostra città - dicono il sindaco Matteo Ricci e l’assessore all’Operatività Enzo Belloni - e ha guidato nel 2005, la nascita della pionieristica metropolitana in superficie per le due ruote - la Bicipolitana - oggi per tutti i pesaresi e “cittadini temporanei” un modello unico e bellissimo per attraversare gli spazi, vivere la socialità, conoscere il territorio e difendere l’ambiente. È stata anche una delle chiavi de “La natura della cultura” che guida l’anno straordinario di Pesaro 2024, perché spingere sulla bicicletta e sulla mobilità alternativa, sostenibile (anche economicamente) e sicura, è un dovere delle città di oggi, per rendere migliori quelle di domani». Già collegata a Fano, la seconda città delle Marche, sarà allacciata tramite ciclabile anche a Montelabbate e Vallefoglia, per continuare a spingere sulla mobilità sostenibile, anche tramite la promozione del bike sharing, «ormai un’abitudine consolidata per i pesaresi che scelgono le due ruote ecologiche, nei loro spostamenti quotidiani (1 su 3 circa)» aggiungono Ricci e Belloni. FIAB-ComuniCiclabili* è il riconoscimento della Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta - già assegnato dal 2017 a oggi a 180 città - che valuta e attesta l'impegno dei territori italiani nel promuovere la ciclabilità come modello di mobilità sostenibile, scelta fondamentale per il buon esito della transizione virtuosa delle nostre città. L'edizione 2024 di FIAB-ComuniCiclabili prosegue, anche in primavera, con la consegna di altre bandiere gialle. L'iniziativa è patrocinata da: Ministero dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica, Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, ECF-European Cyclists' Federation, ANCI-Associazione Nazionale Comuni Italiani, INU-Istituto Nazionale di Urbanistica, Associazione dei Comuni Virtuosi, ALI-Autonomie Locali Italiane, Città in Bici, World Cycling Alliance e WWF.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
0 notes
carmenvicinanza · 2 months
Text
Claire Denis
Tumblr media
Claire Denis, regista e sceneggiatrice brillante e contemporanea, che ha diretto le più grandi star del cinema francese, rappresenta un faro di sapienza e maestria nella settima arte.
Nei suoi lavori crea connessioni tra il post-colonialismo e la globalizzazione, analizzando la fenomenologia umana, spesso, a partire dalle sue caratteristiche sessuali. 
L’Africa, con i suoi spazi dilatati e la sua luce, e l’immigrazione nel continente europeo, con il suo drammatico impatto sulle difficoltà della vita quotidiana, sono stati spesso i suoi riferimenti tematici.
Nata a Parigi il 21 aprile 1948, è cresciuta in Africa, suo padre era amministratore civile presso le colonie francesi. Ha frequentato le scuole elementari camerunesi, somale, gibutiane e burkinabé. Ammalatasi di poliomielite all’età di dodici anni, era tornata in Francia curarsi, continuando la sua formazione presso il Lycée de Saint-Germain-en-Laye, dove ha scoperto le magnificenze del cinema, soprattutto quello giapponese.
Dopo una laurea in Lettere e una in Economia, ha avuto un breve matrimonio con un fotografo con cui lavorava.
Quando si è separata si è trasferita per un po’ in Africa, dove ha lavorato come regista presso Télé Niger. Rientrata in Francia è stata assunta dal dipartimento di ricerca dell’Office de Radiodiffusion Télévision Française.
Mentre studiava all’Institut des hautes études cinématographiques, ha realizzato i suoi primi cortometraggi e documentari.
Fondamentale è stata l’esperienza come assistente di registi come Constantin Costa-Gavras, Wim Wenders e Jim Jarmusch.
Il suo primo lungometraggio, Chocolat, del 1988, è stato in concorso al Festival di Cannes. La storia è quella di una donna che torna in un piccolo presidio francese del Nord del Camerun, dove aveva trascorso gran parte della sua infanzia, per rendersi conto di quanto la società fosse cambiata esteriormente e di quanto certi comportamenti fossero stati tramandati alle persone che erano rimaste.
Nel 1990 è uscito S’en fout la mort, ambientato nella banlieue parigina, sulla vita di alcuni immigrati di origine africana, coinvolti in un giro di combattimenti di galli e di scommesse clandestine. Si inizia a palesare, nello stile e le tematiche a lei care, l’aggiunta di violenza da noir e l’interesse per il corpo che prenderanno sempre più definizione nei lavori successivi. 
Nel 1991 ha fondato la sua società di produzione, Les films de Mindif.
Tre anni dopo è uscito J’ai pas sommeil, ispirato alla storia vera di un serial killer, film struggente e disperato in cui ancora una volta racconta la solitudine, il desiderio d’amore e la morte tra quelli che ha definito “i tanti apartheid quotidiani“.
Nel 1996 Nénette et Boni ha vinto il Pardo d’oro al Festival di Locarno. Il film racconta la vita di un fratello e una sorella che vivono soli a Marsiglia. Lei è decisa a dare il neonato in adozione, lui rapisce il piccolo nel disperato tentativo di ridare vita a una famiglia.
Nel 1999 ha realizzato Beau travail, girato a Gibuti, un altro dei paesi della sua infanzia in cui mette in scena una storia di potere e morte all’interno della Legione straniera. Nel film, alla presenza totale e magnetica del paesaggio si sovrappone il suo occhio di donna che descrive un mondo maschile secondo coordinate lucide e acute.
Sono seguiti film che mescolano sesso e cannibalismo, persone bianche e nere, ripulsa e desiderio, come Trouble every day con Vincent Gallo e Cannibal Love – Mangiata viva che rappresenta l’apice della sua estetica post-moderna, dove sangue è pienezza e il corpo è desiderio e fonte di sazietà.
Vendredi soir, del 2003, è stato presentato alla Mostra del Cinema di Venezia.
La sua filmografia è continuata con diversi altri apprezzati lavori, tra cui L’amore secondo Isabelle, del 2017, con Juliette Binoche che è stato candidato a vari premi, César, European Film Award e Best European Film.
Per Avec amour et acharnement è stata insignita dell’Orso d’argento per il miglior regista e Stars at Noon le ha portato il Grand Prix al Festival di Cannes.
Ha girato praticamente un film ogni due anni, compresi diversi documentari.
È apprezzata dalla critica mondiale per la sua ricerca sobria ma appassionata che mette in rapporto il gioco delle relazioni interpersonali con la costruzione dello spazio, il valore espressivo della luce, lo sguardo sui corpi e sul loro equilibrio emotivo.
0 notes
notiziariofinanziario · 5 months
Text
L' hotel Romazzino in Costa Smeralda entra nel gruppo Belmond Hotel
Tumblr media
Se qualcuno vuole prenotare un soggiorno all’hotel Romazzino può farlo sul sito web di Belmond, uno dei marchi della conglomerata del lusso mondiale che ha il suo quartier generale a Parigi. Salvo sorprese, l’apertura dell’hotel è fissata per il prossimo 30 maggio, mentre la chiusura della prima stagione Lvmh è prevista per il 29 settembre. Arnault, che in genere occupa uno dei primi tre posti nelle classifiche degli uomini più ricchi del pianeta, fino all’estate 2022 era stato uno dei tanti illustri ospiti della costa nordorientale della Sardegna. Il suo megayacht Symphony, 102 metri di lunghezza, ha scelto spesso le acque della costa gallurese durante l’estate. Ora Lvmh – che controlla marchi come Christian Dior, Bulgari, Fendi, Guerlain, Givenchy, Kenzo, Loro Piana e Louis Vuitton, solo per fare qualche esempio – interviene direttamente nel settore alberghiero smeraldino. Oltre al Romazzino, che appunto apre la prossima estate sotto le insegne di Belmond, anche il Pitrizza passerà sotto la gestione Lvmh, in questo caso dal 2026 e con la griffe Cheval Blanc. Dei quattro storici hotel della Costa Smeralda, al gruppo Marriott, la cui bandiera sventola da anni a Porto Cervo e dintorni, resteranno dunque l’hotel Cala di Volpe e l’hotel Cervo. L’accordo tra Lvmh e Sardegna Resorts, società detenuta da Smeralda Holding (interamente controllata da Qatar Investment Authority, uno dei fondi sovrani più importanti al mondo, proprietaria delle perle dell’accoglienza di Porto Cervo), è stato annunciato all’inizio dell’anno appena chiuso. Arriva dopo un processo cominciato nel 2017 e con un piano di restyling degli storici hotel nel quale sono stati investiti decine di milioni di euro. Belmond e Cheval Blanc sono alcuni dei nomi che stanno cambiando l’immagine della Costa Smeralda come destinazione esclusiva. Tra le proprietà qatarine c’è già stato anche il lancio di grandi brand della ristorazione come il Nikki Beach, Zuma, Novikov, Beefbar e Matsuhisa. Il cambiamento coinvolge anche altre strutture storiche di proprietà diverse. Mandarin Oriental, altro brand dell’accoglienza di lusso, dal 2026 gestirà l’ex hotel Le Ginestre ristrutturato a poche centinaia di metri dal cuore di Porto Cervo, mentre a Baia Sardinia sventolerà il marchio Hyatt. Che il prossimo arrivo di Lvmh in Costa Smeralda sia considerato molto significativo, lo si può intuire da un lungo articolo pubblicato in questi giorni sul sito web del Consorzio Costa Smeralda. L’articolo, dedicato ai progetti di sostenibilità ed economia circolare della multinazionale francese, definisce il cambiamento di marchio di Romazzino e Pitrizza «una vera rivoluzione». Read the full article
0 notes