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John Elkann ha ottenuto 83 milioni di euro dal dividendo Stellantis
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Stellantis ha approvato nei giorni scorsi i dividendi. Nonostante la situazione critica in Italia dove la cassa integrazione regna sovrana in molti stabilimenti, la famiglia Elkann ha incassato molti soldi. John Elkann ha ottenuto 83 milioni di euro mentre i fratelli Lapo e Ginevra intascheranno ben 27.968.580 euro a testa. Dividendi Stellantis: sorride la famiglia Elkann con John che incassa 83 milioni I dividendi saranno assegnati agli azionisti di Stellantis in proporzione alla loro quota di partecipazione nella società, offrendo loro un importante rendimento sugli investimenti per coloro che hanno creduto nel successo dell’azienda. La data stabilita per il pagamento dei dividendi è fissata per il 3 maggio. Il dividendo ammonta a 1,55 euro per azione ordinaria, rappresentando un aumento del circa il 16 per cento rispetto all’anno precedente. Questi fondi saranno anche incassati dalla holding degli Agnelli-Elkann. Dunque dopo un 2023 record per Stellantis i suoi azionisti possono sicuramente festeggiare. Nel frattempo in Italia i sindacati chiedono chiarezza sul futuro degli stabilimenti del gruppo automobilistico. E’ solo di poche ore fa la notizia del contratto di solidarietà per quasi 1.200 dipedenti di Stellantis a Mirafiori fino a settembre. Si tratta di dipendenti che lavorano nella linea di produzione della Fiat 500 elettrica che purtroppo non sta vendendo come sperato. Il calo della domanda per la city car elettrica ha causato una forte diminuzione della produzione dall’inizio del 2024. Il contratto di solidarietà durerà dal 23 aprile al 4 agosto giorno in cui inizieranno le ferie estive. Questo significa che fino a settembre ci sarà lo stop nella fabbrica di Mirafiori dove già un provvedimento simile era stato adottato anche per i dipendenti che lavorano alla linea di Maserati. Read the full article
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Dieci milioni di multa ad Amazon
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Dieci milioni di multa ad Amazon per aver limitato la libertà dei consumatori. Questa è la sanzione comminata dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, in solido, a due società del gruppo Amazon, le aziende lussemburghesi Amazon Services Europe S.à r.l. e Amazon EU S.à r.l. L’Antitrust, si legge in una nota, grazie all’attività istruttoria ha accertato che "Amazon attua una pratica commerciale scorretta" consistente nella pre-selezione dell’acquisto periodico per un’ampia selezione di prodotti offerti sul suo sito.  “In particolare, nella pagina web dove sono descritte le caratteristiche dell’articolo selezionato, viene pre-impostata l’opzione “acquisto periodico” anziché “acquisto singolo”, sia per prodotti venduti da Amazon sia per prodotti venduti da terzi sul marketplace. In questo modo, viene limitata in modo considerevole la libertà di scelta dei consumatori" La pre-spunta grafica dell’acquisto ricorrente, secondo l'AGCM, induce a comprare periodicamente un prodotto - anche senza effettivo bisogno - "limitando così la facoltà di scelta”. Secondo l’Antitrust, inoltre, questa condotta è stata ritenuta “in contrasto con il canone di diligenza professionale" in quanto un operatore dell’importanza di Amazon sarebbe tenuto a sviluppare e realizzare le interfacce online, relative ai processi di acquisto, "in modo da consentire ai consumatori di effettuare scelte commerciali libere e consapevoli”. Questa decisione dell'AGCM, che aveva già comminato una multa da 1 miliardo ad Amazon nel 2021, lascerebbe comunque intendere che c’è già stata una interlocuzione tra le parti prima della decisione. Infatti, in avvio di istruttoria era stata contestata anche "la pre-selezione della consegna veloce a pagamento". Rispetto a questa condotta, conclude la nota, l’Autorità"ha accolto gli impegni proposti da Amazon" che in futuro predefinirà soltanto l’opzione di consegna gratuita. Inoltre le due società "erogheranno un ristoro a favore dei consumatori" che durante il 2023 si sono rivolti al Servizio Clienti per lamentarsi di questa condotta, ossia "un Buono Regalo spendibile su Amazon.it del valore di € 10,00 a tutti i consumatori non iscritti a Prime che nel corso del 2023 abbiano effettuato acquisti su Amazon.it usufruendo della consegna “Premium” e abbiano richiesto assistenza al Servizio Clienti Amazon per la selezione involontaria della modalità di consegna “Premium” Entro sessanta giorni dalla data di notificazione del provvedimento, fatti salvi i maggiori termini, potrà essere presentato ricorso al TAR del Lazio,e un ricorso straordinario al Presidente della Repubblica entro il termine di centoventi giorni dalla data di notificazione. Read the full article
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Nel primo trimestre del 2024, i ricavi di Gucci sono stati pari a 2,1 miliardi di euro
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L'andamento di Kering è peggiorato notevolmente nel primo trimestre. "Anche se avevamo previsto un inizio anno difficile, le condizioni stagnanti del mercato, in particolare in Cina, e il riposizionamento strategico di alcune delle nostre case, a cominciare da Gucci, hanno esacerbato le pressioni al ribasso sui nostri ricavi". François-Henri Pinault, presidente e amministratore delegato del gruppo del lusso francese, non ussa mezzi termini e fotografa la realtà di un primo trimestre 2024 terminato con ricavi in calo dell’11% (-10% a cambi costanti) a 4,504 miliardi di euro. «Alla luce di questo calo dei ricavi - prosegue Pinault -, insieme alla nostra ferma determinazione a continuare a investire in modo selettivo nell’attrattiva e nel carattere distintivo a lungo termine dei nostri marchi, prevediamo ora di ottenere un utile operativo nettamente in calo nella prima metà di quest’anno. Tutti noi stiamo lavorando instancabilmente per aiutare Kering ad affrontare le sfide attuali e ricostruire una solida piattaforma per una crescita duratura». I trimestre in calo I ricavi di Kering per il primo trimestre del 2024 sono diminuiti dell’11% come riportato e del 10% su base comparabile a 4,5 miliardi di euro. Il calo dei ricavi include un effetto valutario negativo del 3% e un effetto di perimetro positivo del 2% derivante dal consolidamento di Creed. I ricavi della rete di vendita al dettaglio gestita direttamente sono diminuiti dell’11% su base comparabile, a causa del minor traffico nei negozi. Le tendenze in Europa occidentale, Nord America e Giappone sono state in linea con quelle del quarto trimestre del 2023, mentre un calo più marcato è stato registrato nell’Asia-Pacifico. Inoltre Kering sottolinea che i ricavi nel segmento all’ingrosso sono diminuiti del 7% su base comparabile, poiché il gruppo «continua a rafforzare l’esclusività della distribuzione delle sue case». Gucci Nel primo trimestre del 2024, i ricavi di Gucci sono stati pari a 2,1 miliardi di euro, in calo del 21% (-18% su base comparabile). I ricavi della rete di vendita al dettaglio gestita direttamente sono diminuiti del 19% su base comparabile nel primo trimestre e sono stati particolarmente influenzati da un forte calo nella regione Asia-Pacifico. «Le nuove collezioni Gucci, gradualmente disponibili nei negozi a partire da metà febbraio, sono state accolte molto bene, in particolare nelle categorie ready-to-wear e scarpe». Su base comparabile, i ricavi all’ingrosso sono diminuiti invece del 7%. Yves Saint Laurent I ricavi di Yves Saint Laurent nel primo trimestre del 2024 sono stati pari a 740 milioni di euro, in calo dell’8% (-6% su base comparabile). I ricavi della rete di vendita al dettaglio gestita direttamente sono stati «resilienti» (in calo del 4% su base comparabile) grazie alla forte crescita in Giappone, a un miglioramento sequenziale in Nord America e a ricavi relativamente stabili in Europa occidentale. Nella regione Asia-Pacifico, i livelli di attività sono stati influenzati invece dalle difficili condizioni di mercato. Su base comparabile, i ricavi all’ingrosso sono diminuiti del 25%. Royalty e altri ricavi sono aumentati del 27% su base comparabile, con performance dinamiche nel settore degli occhiali, dei profumi e dei cosmetici. Bottega Veneta I ricavi di Bottega Veneta sono stati pari a 388 milioni di euro nel primo trimestre del 2024, in calo del 2% (+2% su base comparabile). «Particolarmente evidente è stato l’incremento dei ricavi della rete di vendita al dettaglio gestita direttamente dalla maison (+9% su base comparabile), trainato dalla crescita a doppia cifra in Nord America, Europa occidentale e Medio Oriente». I ricavi nella regione Asia-Pacifico sono leggermente diminuiti. Su base comparabile, i ricavi all’ingrosso sono scesi del 25%. Altre brand I ricavi delle altre case del gruppo nel primo trimestre ammontano a 824 milioni di euro, in calo del 7% (-6% su base comparabile). Nella rete di vendita al dettaglio gestita direttamente, i ricavi sono aumentati del 3% su base comparabile. Per Balenciaga, il trend è risultato in miglioramento in Europa occidentale e in Giappone, mentre la maison ha registrato una crescita a doppia cifra in Nord America e la sua attività è stata resiliente nell’Asia-Pacifico; Alexander McQueen persegue «la sua transizione creativa»; Brioni ha registrato una crescita a doppia cifra. Le case di gioielleria di Kering hanno continuato a fornire «performance eccezionali, guidate dalla forte crescita a due cifre di Boucheron». Su base comparabile, i ricavi all’ingrosso dell’insieme di queste attività sono diminuiti del 25%. Kering Eyewear e Corporate Nel primo trimestre del 2024, i ricavi di Kering Eyewear sono stati pari a 463 milioni di euro, in crescita dell’8% su base comparabile. Kering Beauté ha beneficiato di un consolidamento completo di tre mesi di Creed, «la cui performance è stata sostenuta dalle sue fragranze iconiche e dai profumi femminili appena lanciati». Nel complesso, i ricavi del segmento Kering Eyewear and Corporate ammontano a 536 milioni di euro, in crescita del 24% (+9% su base comparabile). Previsioni per l’intero esercizio « In un contesto di continua incertezza economica e geopolitica - si legge nel comunicato -, Kering continuerà a mettere in atto la propria strategia e visione, perseguendo due ambizioni chiave: mantenere una traiettoria di crescita redditizia a lungo termine e confermare il proprio status di uno dei paesi più influenti gruppi del settore del lusso». Nel 2024, in un contesto di continua normalizzazione della crescita del settore, l’impatto della strategia di investimento di Kering peserà sul risultato operativo corrente del gruppo (sulla base del perimetro di consolidamento e dei tassi di cambio al 31 dicembre 2023), che dovrebbe registrare un calo rispetto al livello registrato nel 2023, in particolare nella prima metà dell’anno. Tenendo conto del peggioramento dell’andamento dei ricavi, il gruppo prevede ora un calo del 40-45% nel risultato operativo corrente del primo semestre 2024 rispetto alla prima metà del 2023. Il gruppo dà priorità alle spese e alle iniziative a sostegno dello sviluppo e della crescita a lungo termine delle proprie case, perseguendo con determinazione le azioni necessarie nella situazione attuale per ottimizzare la propria struttura dei costi. Read the full article
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Tra i tanti obblighi di cui tutti noi dobbiamo ricordarci, un posto speciale è ricoperto dall’assicurazione veicoli
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L'assicurazione veicoli si tratta di un contratto obbligatorio che dobbiamo sottoscrivere per proteggere non soltanto noi stessi e il nostro veicolo, ma anche tutte le altre persone che circolano in strada. Copre infatti i danni a cose o persone che possono verificarsi durante un incidente, che come sappiamo è tutto meno che un’eventualità rara, soprattutto in questi anni. Non solo, perché stipulando altre polizze, puoi anche coprire la tua auto da eventi come il furto o gli incendi, per citarne solo alcuni. Nonostante sia obbligatoria, le autorità stimano che sono milioni le auto che circolano senza assicurazione, e questo è un pericolo per tutti. Anche perché le sanzioni che rischia chi viene beccato possono essere veramente pesanti, motivo per cui conviene mettersi in regola al più presto per evitare qualsiasi problema con la legge. In molti, però, si chiedono se l’assicurazione sia obbligatoria per ogni veicolo, a prescindere che esso circoli oppure meno. E oggi su questo tema c’è un’importante novità che non farà piacere a molti. L’assicurazione è sempre obbligatoria, anche se tieni l’auto in garage A stabilire che l’assicurazione sia sempre obbligatoria è una normativa europea. L’obbligo in Italia è scattato soltanto dal 23 di dicembre 2023, data dalla quale tutti i veicoli devono essere assicurati anche se vengono tenuti in spazi privati e non vengono usati per guidare. La novità è importante, perché riguarda milioni di veicoli che non sono assicurati. Questo significa che milioni di persone non sono in regola con la legge e rischiano delle sanzioni pesanti che possono persino sfociare nel tanto temuto fermo amministrativo. Paghi l’assicurazione anche con l’auto in garage – fonte depositphotos.com – giornalemotori.it Ci sono delle deroghe? Le deroghe sono poche, ma ci sono. Si può evitare di fare l’assicurazione tramite il ritiro definitivo dalla circolazione, sospendendo in questo modo il contratto. Ovviamente, significa che con quel veicolo non potremo più circolare, altrimenti andremo incontro ad una multa. Sospendere l’assicurazione per un periodo limitato è possibile, ma non deve superare i dieci mesi. Non sono obbligate a essere assicurate le auto che vengono usate per uno scopo diverso dalla circolazione, cioè come elemento decorativo o da esposizione. Read the full article
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Eni ha chiuso il primo trimestre 2024 con produzione in crescita del 5%
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Indicatori finanziari di Eni in frenata nonostante aumento della produzuone a causa soprattutto del calo dei prezzi del gas. L’utile operativo rettificato pro-forma si è fermato a 4,1 miliardi di euro, in diminuzione del 30% rispetto ai 5,8 miliardi di euro del primo trimestre 2023. Fanno eccezione Enilive e Plenitude, con un balzo dell’ebit del 56% a 420 milioni di euro. Quasi dimezzato, anno su anno l’utile netto rettificato consolidato a 1,58 miliardi di euro (-46%), comunque superiore alle attese del consensus.  Il flusso di cassa operativo è stato di 3,9 miliardi di euro: sebbene inferiore rispetto al primo trimestre 2023 (- 26%), ha doppiato la spesa per investimenti organici, consentendo di mantenere il leverage di 0,23 e assorbendo l’esborso per l’acquisizione di Neptune Energy. L’ad Descalzi: accelerazione sul nuovo portafoglio di asset «Nel primo trimestre 2024 abbiamo accelerato il processo di trasformazione del nostro portafoglio facendo leva sulle diverse piattaforme di crescita del valore, sia nei business tradizionali che in quelli legati alla transizione energetica», ha commentato l’ad Claudio Descalzi. «Grazie al perfezionamento dell’acquisizione di Neptune Energy e all’annunciata operazione di fusione delle attività UK con Ithaca Energy, rafforzeremo l’Upstream con una maggiore presenza nei paesi Ocse e crescente incidenza della produzione gas; inoltre, l’investimento del fondo Eip in Plenitude, ad un valore implicito di oltre 10 miliardi di euro, conferma l’elevato potenziale del nostro segmento rinnovabili e retail». «Sulla base del nostro scenario aggiornato, le nostre aspettative sono di un flusso di cassa operativo di oltre 14 miliardi di euro e, in linea con la nostra politica di distribuzione, prevediamo di incrementare il piano 2024 di buy-back del 45% a 1,6 miliardi di euro (rispetto a quanto comunicato nel Capital Market Update di marzo, ndr)», ha aggiunto il top manager. Il 5 marzo 2024, Eni ha concluso il precedente programma di buy-back con l'acquisto di 153,5 milioni di azioni proprie per un costo complessivo di 2,2 miliardi di euro. «I risultati, insieme all’esecuzione efficiente dei nostri programmi di crescita nell’upstream e di sviluppo profittevole dei business legati alla transizione energetica, nonché alla cattura delle fasi favorevoli dello scenario, segnano una traiettoria di superamento delle previsioni economico-finanziarie di budget».  Le stime per l’intero 2024, flusso di cassa al rialzo Per il 2024, la produzione annua di idrocarburi è confermata in un intervallo di 1,69 -1,71 milioni di barili al giorno, assumendo un prezzo del Brent rivisto a 86 dollari. Confermata anche la previsione di ebit proforma rettificato di Global Gas & Lng Portfolio, a 800 milioni di euro. Per Enilive e Plenitude rimane valida confermata la stima di ebitda proforma rettificato di 1 miliardo di euro per ciascun business. La capacità installata di energia rinnovabile è prevista a 4 Gigawatt a fine 2024, più circa 2 Gw di progetti organici in costruzione. Allo scenario aggiornato, le previsioni annuali di ebit proforma rettificato e di flusso di cassa rettificato prima della variazione del circolante sono riviste al rialzo a oltre 14 miliardi di euro. Gli investimenti organici sono attesi a circa 9 miliardi di euro, in linea con la previsione originaria. Includendo gli attesi sviluppi del piano di dismissioni, gli investimenti al netto degli incassi sono attesi nell’intervallo di 7 - 8 miliardi di euro, confermando la previsione originaria.  I numeri delle quotande Enilive e Plenitude Numeri in crescita per le due società destinate alla borsa e attive nei business decarbonizzati. Enilive ha registrato un ebit proforma rettificato di 180 milioni di euro  (+30%) grazie alle maggiori lavorazioni delle bioraffinerie e alla positiva performance dell’attività di commercializzazione. L’utile operativo di Plenitude ha raggiunto i 240 milioni di euro, l’80% in più rispetto all’anno precedente, trainato dai maggiori margini delle commodity che hanno beneficiato di un scenario prezzi più favorevole e dalla migliore performance del retail nei mercati internazionali. Ha contribuito anche l’entrata in esercizio di nuova capacità rinnovabile. Crescita a due cifre anche per l’ebitda: nel primo trimestre 2024, ammonta a 250 milioni per Enilive (+27%) e a 350 milioni per Plenitude (circa +50%), in linea con le previsioni del management. Calo più marcato per raffinazione, chimica e portafoglio gas Andando più nel dettaglio del risultato operativo, a marcare la frenata sono le aree di attività Global Gas & Lng Portfolio, che ha accusato un calo del 77% a 325 milioni di euro e Refining, Chimica e Power, al centro di un profondo processo di ristrutturazione, a 44 milioni di euro (-80%). Lo scenario del primo trimestre 2024 è stato caratterizzato dalla flessione dei prezzi del gas naturale (circa -50% rispetto al primo trimestre 2023) che ha condizionato i risultati della nostra catena del valore del gas», osservano da Eni,  «mentre il prezzo del greggio di riferimento Brent ha registrato una sostanziale stabilità a 83 dollari al barile in media nel trimestre. I margini di raffinazione hanno evidenziato una ripresa rispetto al quarto trimestre 2023, tuttavia sono diminuiti rispetto al primo trimestre 2023». L’Exploration & Production si è fermata a 3,3 miliardi di euro (-13%). Il management di Eniconsidera i risultati «resilienti, nonostante l'indebolimento dei prezzi di realizzo del gas naturale».  Read the full article
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Che impatto avrà il 25 Aprile sulla busta paga?
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La normativa italiana tutela il diritto del lavoratore di non svolgere, nel corso delle giornate festive, la prestazione manuale o intellettuale per cui è stato assunto, mantenendo comunque il diritto alla retribuzione. La Legge numero 260/1949 considera giorni festivi, oltre a tutte le domeniche, il: - Primo giorno dell’anno; - 6 gennaio (Epifania); - 25 aprile (Liberazione); - Lunedì dopo Pasqua; - 1° maggio; - 2 giugno; - 15 agosto; - 1° novembre; - 8 dicembre; - 25 dicembre; - 26 dicembre. Nel corso del mese di aprile, sulla base dell’elenco citato, giovedì 25 è da considerarsi festivo.Analizziamo quindi in dettaglio che effetto ha il 25 aprile in termini di elaborazione del cedolino paga. Festività lavorata o non lavorata? Le conseguenze in busta paga legate alle festività sono diverse a seconda che la stessa sia o meno lavorata.Come anticipato, nei giorni festivi il dipendente ha diritto di astenersi dal lavoro senza per questo essere penalizzato dal punto di vista retributivo.Da ciò consegue che le festività sono economicamente a carico dell’azienda, attraverso il riconoscimento di un’apposita voce di paga in cedolino.In deroga a quanto appena descritto lo svolgimento della prestazione nella giornata del 25 aprile è subordinato ad uno specifico accordo tra azienda e dipendente.L’accordo in questione, come affermato dal Ministero del Lavoro con la Risposta ad Interpello del 10 luglio 2009 numero 60, può essere raggiunto anche in sede di contrattazione collettiva.Al contrario, eventuali provvedimenti del datore di lavoro, aventi ad oggetto lo svolgimento della prestazione nelle giornate festive sono, in assenza di accordo del lavoratore, da considerarsi nulli. Festività 25 aprile non lavorata: attenzione al tipo di retribuzione In caso di festività del 25 aprile non lavorata, gli effetti in busta paga sono diversi a seconda del tipo di retribuzione applicata al dipendente. Nello specifico, se trattasi di: - dipendenti con paga fissa mensile (detti anche mensilizzati); - dipendenti pagati ad ore. Dipendenti con retribuzione fissa mensileI dipendenti mensilizzati ricevono un compenso lordo calcolato a prescindere dalle ore lavorate nel singolo (mese) periodo di paga, eccezion fatta per: - determinate assenze che, essendo non retribuite, non comportano l’erogazione della retribuzione; - assenze economicamente a carico di Inps ed Inail, il cui importo è diverso rispetto alla retribuzione dei periodi lavorati; - prestazioni di lavoro straordinario o supplementare che, essendo aggiuntive rispetto alle ore ordinarie previste dal contratto, beneficiano di particolari maggiorazioni retributive previste dal Ccnl applicato; - altre somme aggiuntive, previste dalla legge e / o dalla contrattazione collettiva / individuale. Dipendenti pagati ad oreI dipendenti pagati ad ore ricevono un compenso calcolato moltiplicando la retribuzione oraria per le ore lavorate e quelle che, pur essendo assenze, sono comunque retribuite (come accade per ferie e permessi).Fanno eccezione a quanto descritto: - le ore di assenza per le quali la copertura economica è a carico di Inps ed Inail, trattandosi di eventi per i quali operano regole particolari di calcolo; - assenze non retribuite che, in quanto tali, vengono evidenziate in cedolino unicamente a scopo figurativo. Festività non lavorata: dipendenti con paga fissa mensile I dipendenti con paga fissa mensile non riceveranno alcun compenso aggiuntivo legato alla festività infrasettimanale del 25 aprile.La ragione è legata al fatto che la retribuzione mensile è già da intendersi comprensiva delle somme che, nel corso dell’anno, spettano al dipendente a titolo di festività.In tal caso quindi i dipendenti troveranno in cedolino la voce per festività goduta ma esclusivamente figurativa, senza alcun impatto sul calcolo del netto da pagare.Fanno eccezione alla regola appena descritta le festività cadenti di domenica, per le quali spetta una quota aggiuntiva di retribuzione. Questo, tuttavia, non è il caso del 25 aprile, trattandosi di un giovedì. Festività non lavorate: dipendenti pagati ad ore  A differenza dei lavoratori mensilizzati, i dipendenti pagati ad ore hanno diritto di ricevere in busta paga una somma a titolo di festività goduta del 25 aprile retribuita.La somma in questione, al pari di altre voci retributive, ha impatto sul calcolo dei contributi previdenziali ed assistenziali, delle ritenute fiscali a titolo di Irpef ed addizionali, nonché del netto da liquidare al dipendente.Di conseguenza, in cedolino sarà presente una voce a titolo di festività goduta, quale risultato della moltiplicazione tra:retribuzione oraria * ore a titolo di assenza per festività. Festività 25 aprile lavorata In caso di festività lavorata, oltre agli effetti in busta paga sopra descritti, rispettivamente, per i dipendenti mensilizzati e quelli pagati ad ore (festività figurativa nella prima ipotesi e festività retribuita nell’altra) spetta, in alternativa: - compenso a titolo di supplementare o straordinario, con le maggiorazioni previste dal contratto collettivo nazionale di lavoro applicato; - riconoscimento della sola maggiorazione per lavoro festivo (sempre nella misura disciplinata dal Ccnl) se è previsto un riposo compensativo in altra giornata. La scelta sul trattamento da applicare spetta al datore di lavoro, di norma nel rispetto delle prassi / consuetudini aziendali. Non è escluso tuttavia che sul punto operino disposizioni (che il datore di lavoro è chiamato a rispettare) derivanti dalla contrattazione collettiva o da accordi aziendali con le rappresentanze sindacali. Read the full article
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Il prossimo 30 aprile si andrà al Mimit per affrontare la questione Vibac di Termoli
Il Mimit costituisce l’ultima spiaggia per il programma salva operai della Vibac di Termoli. E anche se da più parti l’approdo sul tavolo nazionale della procedura di licenziamento collettivo per 90 operai su un totale di 139 presso l’azienda di Termoli che produce nastro adesivo per uso comune per automotive è stata salutata come necessaria e indifferibile, dall’altra parte rappresenta una sorta di fallimento di tutto quello che la Regione Molise avrebbe potuto fare ma non ha fatto, complici anche inefficienze e ritardi della macchina organizzativa. A dirlo non è soltanto Michela Fanelli, consigliera regionale del PD, che punta il dito contro l’inerzia della Regione rispetto a una emergenza lavorativa che coinvolge ben 90 famiglie. Ne hanno preso atto gli stessi sindacati che questa mattina sono stati ricevuti a Campobasso dall’assessore Andrea di Lucente, il quale ha fatto le veci di Gianluca Cefaratti, assente perché è iniziata la maratona che dovrebbe portare all’approvazione del Bilancio regionale entro il mese di aprile. La buona notizia è che è stata accolta una proposta partita da Massimiliano Reginella di Femca Cisl (con Filctem Cgil e Uiltec Uiluno una delle tre sigle sindacali del Coordinamento che hanno avviato lo stato di agitazione relativo a tutti e quattro gli stabilimenti italiani Vibac) che riguarda la possibilità di verificare gli estremi per la cassa integrazione in deroga per altri 12 mesi, esattamente come fatto per la ex Unilever di Pozzilli. I fondi regionali ci sono, quello che manca è la definizione di area di crisi complessa per il perimetro industriale di Termoli (che invece esiste per quello di Pozzilli dove si trova la ex Unilever), ma è una strada che si potrebbe percorrere ugualmente e che ha bisogno in via preliminare dell’accordo dell’azienda, oltre che della Regione e in ultima istanza del Ministero. n questo modo si potrebbe finalmente attivare, nelle more della scadenza degli ammortizzatori, il famoso progetto GOL, acronimo che sta per garanzia occupabilità lavorativa, che sarebbe dovuto partire in realtà mesi fa ma che si trova ancora all’anno zero in Regione. L’obiettivo dei sindacati è quello di ottenere tempo per ridurre gradualmente il numero di esuberi e sperare anche, nel frattempo, in una eventuale ripresa del mercato che sebbene difficile da ipotizzare non si può escludere. L’incontro di questa mattina in Regione ha quindi messo sul tavolo queste proposte che ora saranno portate a Roma dove il 30 aprile si discuterà alla presenza delle parti aziendali, di Regione, sindacati e referenti ministeriali, della vertenza che riguarda una importante fabbrica di Termoli per la quale 90 licenziamenti su un totale di 140 dipendenti significano mettere in ginocchio altrettante famiglie del territorio. Read the full article
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Il rientro nel servizio di Maggior Tutela elettrico può essere richiesto dal cliente fino al 30 giugno.
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I clienti domestici elettrici non vulnerabili, che si trovano attualmente nel mercato libero, hanno il diritto di chiedere il rientro nel servizio di Maggior Tutela fino al 30 giugno 2024, per essere trasferiti al Servizio a Tutele Graduali. La richiesta va inoltrata all’esercente il servizio di Maggiore Tutela nel Comune in cui si trova la fornitura. Per chi non conoscesse il nome dell’esercente la Maggior Tutela, l’Autorità ricorda di aver predisposto una specifica pagina sul sito www.arera.it». Passaggio garantito in tutti i casi al servizio tutele graduali «Gli esercenti di Maggiore Tutela devono inoltrare al Sistema informativo integrato le richieste di switching secondo le tempistiche ordinarie; in tutti i casi sarà garantito il passaggio al Servizio a Tutele Graduali. Fino alla decorrenza del Servizio a Tutele Graduali continuerà ad applicarsi il contratto in corso. Come per tutte le richieste di switching sarà sempre garantita la continuità della fornitura e senza alcun intervento sul contatore». Per i clienti vulnerabili servizi in maggior tutela anche dopo il 1° luglio Nulla cambia invece per i clienti domestici vulnerabili serviti in Maggior tutela «che continueranno a usufruire del medesimo servizio anche dopo la scadenza del 1° luglio». Per garantire che tutte le richieste formulate dai clienti entro il 30 giugno abbiano riscontro in tempi brevi, Arera ribadisce agli esercenti la maggior tutela «la raccomandazione di facilitare la trasmissione da parte dei clienti domestici della documentazione contrattuale, anche attraverso canali telematici che non richiedano forme di accreditamento e/o via posta elettronica, e di limitare il più possibile le tempistiche intercorrenti tra la data di ricevimento della richiesta del cliente e il caricamento da parte dell’esercente, chiarendo in particolare che il cliente ha facoltà di rinunciare al diritto di ripensamento». Numero verde a disposizione dei clienti L’Autorità ha ritenuto particolarmente importante diffondere il chiarimento anche in relazione al monitoraggio delle offerte relative al primo bimestre 2024, «che mostra l’assenza di offerte nel libero mercato con un prezzo dell’energia più vantaggioso di quello garantito dal servizio di Maggior Tutela». Arera ricorda infine «la pagina web, raggiungibile anche dalla home page del sito, dedicata all’identificazione dell’esercente la Maggior Tutela tramite motore di ricerca attivabile inserendo il nome del Comune. Per ulteriori informazioni sul rientro in Tutela o per segnalare difficoltà con gli esercenti, è sempre a disposizione il numero verde gratuito dello Sportello per il Consumatore Energia e Ambiente di Arera: 800 166 654». Read the full article
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Il Purchasing Managers Index manifatturiero dell'Eurozona e' sceso ad Aprile
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L'indice manifatturiero dell'Eurozona è sceso ad Aprile. L'indice e' passato da 46,1 a 45,6 punti, contro i 46,5 previsti. In rialzo oltre le stime invece l'indice composito, salito da 50,3 a 51,4 punti, sopra ai 50,8 previsti, e quello dei servizi, in progresso da 51,5 a 52,9 punti, contro i 51,8 previsti.     Read the full article
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Significativo incremento del prezzo nella bolletta Enel Energia
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L'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha aperto un'indagine nei confronti di ENEL Energia per verificare l'eventuale messa in atto di pratiche commerciali scorrette. Sono 600 le denunce pervenute ad AGCM da gennaio 2024 in cui i consumatori e i rappresentanti delle microimprese lamentano un "significativo incremento del prezzo delle forniture di gas e di energia elettrica" nelle bollette del periodo ottobre 2023 - gennaio 2024 rispetto ai valori dell'anno precedente. Ricordiamo che poco più di un mese fa Enel Energia ha ricevuto dal Garante della Privacy una multa di 79 milioni di euro per telemarketing aggressivo. Gli utenti hanno segnalato in particolare: - la difficoltà nel pagare bollette quadruplicate o quintuplicate - l'impossibilità di esercitare il diritto di recesso o di passare ad un altro operatore a seguito della variazione contrattuale unilaterale, in quanto da parte di ENEL Energia non vi è stata alcuna comunicazione tramite app - la ricezione in alcuni casi di una mail da parte di Enel Energia finita nello spam in cui si descrivono le variazioni contrattuali (di cui non viene fatta menzione neppure nel titolo). C'è la possibilità che la mail sia stata "artatamente confezionata per essere intercettata dal filtro antispam" Il procedimento istruttorio avviato verificherà l'eventuale violazione degli artt. 20, 24 e 25 del Codice di Consumo: - art. 20: pratiche commerciali scorrette - art. 24: pratiche commerciali aggressive - art. 25: ricorso a molestie coercizione o indebito condizionamento Read the full article
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Apertura in positivo sul FTSE MIB oggi per il titolo di Tim
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Le azioni Tim si piazzano oggi in testa al listino milanese. Oggi è in programma l’assemblea decisiva per il rinnovo del cda. Di fatto, la scelta comunicata ieri a Borse chiuse da Vivendi che si asterrà dal voto sul rinnovo del board, consegna la vittoria nelle mani del ceo uscente Pietro Labriola. La decisione di Vivendi “In qualità di investitore finanziario – spiega in una nota la società guidata dal ceo Arnaud de Puyfontaine -, Vivendi si preoccupa che il Consiglio e il management di TIM garantiscano una crescita duratura del prezzo delle azioni attraverso decisioni aziendali sane nell'interesse della società, rispettose delle prerogative degli azionisti e dei principi di buona governance”. Di conseguenza, continuano i francesi, “Vivendi non sostiene la lista presentata dal Consiglio uscente, data la sua continuità con un Consiglio durante il cui mandato il titolo ha perso metà del suo valore e che è responsabile di aver approvato la vendita della rete fissa di TIM nel novembre 2023 a un prezzo che, secondo Vivendi, non riflette il valore intrinseco di questo asset, senza coinvolgere l'assemblea degli azionisti e il comitato parti correlate e senza fornire, ad oggi, informazioni complete e affidabili al mercato sull'operazione e sul suo effetto sulla sostenibilità di TIM”. Avanti il ricorso contro la vendita della rete Per questo motivo, il gruppo di Bolloré, maggiore azionista della telco con una quota del 23,7%, non rinuncerà però a portare avanti il ricorso contro la vendita di Netco al fondo americano Kkr. Al contrario, Vivendi, “porterà avanti con forza l'impugnazione della delibera del Consiglio di novembre 2023 presso il Tribunale di Milano e ogni altro strumento legale a sua disposizione per tutelare i propri diritti”. Read the full article
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Lavazza rafforza l’investimento nel settore del vending
Lavazza lancia un’opa volontaria per cassa sulla totalità delle azioni di Ivs Group, finalizzata alla revoca della societa' dalle negoziazioni di Borsa. L’offerta del Gruppo torinese, che già controlla una quota di circa il 20% di Ivs attraverso il veicolo Torino 1895 Investimenti, incorpora un premio del 18,9% rispetto alla media aritmetica ponderata dei prezzi ufficiali del titolo registrati negli ultimi sei mesi. L’operazione, anticipata sul Sole 24 Ore in edicola oggi, prevede una serie di accordi firmati da E-Coffee Solutions (società controllata da Luigi Lavazza spa) e da Ivs Partecipazioni (azionista di maggioranza di Ivs Group), ma il veicolo con cui sarà lanciata, è una newco ad oggi interamente controllata da Ecs. Il corrispettivo dell’Opa è di 7,15 per ciascuna azione portata in adesione all’offerta e incorpora un premio pari al 11% rispetto al prezzo di chiusura delle azioni Ivsg rilevato il 22 aprile, un premio del 6,9% rispetto al prezzo ufficiale delle azioni Ivsg al 19 aprile (ultimo giorno di borsa aperta prima della data di annuncio), un premio del 18,9% rispetto alla media aritmetica ponderata dei prezzi ufficiali registrati dalle azioni Ivsg degli ultimi 6 mesi. L’Offerta è finalizzata a ottenere la revoca delle azioni Ivsg dalla quotazione, e potrà essere conseguita anche attraverso una fusione in presenza delle relative condizioni. Nel contesto della complessiva operazione, sono previste opzioni di acquisto e vendita esercitabili dal 2027 in seguito alle quali, subordinatamente all’ottenimento delle necessarie autorizzazioni regolamentari, il Gruppo Lavazza verrebbe ad acquisire il controllo su Ivs. «La struttura dell’operazione nel caso in cui, a partire dal 2027, venissero esercitate le opzioni previste dagli accordi consentirebbe al Gruppo Lavazza di rafforzare la propria capacità di misurarsi con gli altri grandi player del caffè a livello internazionale, grazie a una dimensione sempre più di rilievo, anche nel canale strategico del Vending, strutturandosi in modo ancora più solido per competere nel complesso scenario macroeconomico attuale – ha commentato Antonio Baravalle, ceo del Gruppo Lavazza –; con questa operazione Ecs avrà la possibilità di proseguire il suo percorso di crescita nel settore del Vending, in coerenza con l’obiettivo di rafforzare i diversi canali in cui operiamo a vari livelli. L’adozione di tecnologie e strategie di omnicanalità da parte del Gruppo Lavazza, inoltre, consentirebbe di implementare il presidio del canale, facilitando l’accesso diretto al consumatore. Ecs, e con essa il Gruppo Lavazza, potranno diventare sempre più un punto di riferimento globale in un settore molto frammentato come quello del Vending, un canale sempre più strategico che continueremo a presidiare con i nostri prodotti». Tra i patti firmati ieri è stato sottoscritto, in particolare, un accordo di investimento tra Ecs, Torino 1895 Investimenti (società controllata da Finlav che, a sua volta, controlla Luigi Lavazza spa), Ivsp e Grey. Questa intesa è finalizzata a disciplinare la promozione da parte di Grey dell’Opa, volta ad acquisire massime 25.842.024 azioni di Ivs, rappresentative del 28,36% del capitale sociale (incluse 10.702.112 azioni pari all’11,74% del capitale sociale di Ivs, che Ivsp si è impegnata a portare in adesione all’Offerta). Inoltre, subordinatamente al positivo completamento dell’Offerta, l’accordo disciplina l’impegno di Ivsp a conferire a Grey le rimanenti complessive 46.243.640 azioni Ivsg, pari al 50,75% del capitale sociale, nonché l’impegno di Torino 1895 ed Ecs a trasferire a Grey le 18.588.139 azioni Ivsg di proprietà di Torino 1895, pari al 20,4% del capitale sociale di Ivsg. Pertanto, in caso di esito positivo dell’Opa, Ivsp verrebbe a detenere una partecipazione almeno pari al 51% del capitale sociale di Grey e, indirettamente, di Ivsg, Ecs verrebbe a detenere una partecipazione compresa tra il 39% e il 49% del capitale sociale di Grey e, indirettamente, di Ivsg, mentre Torino 1895 si troverebbe a non detenere più alcuna partecipazione, diretta o indiretta, in Ivsg. L’accordo ha previsto anche la firma di un patto parasociale tra Ecs e Ivsp, con la partecipazione anche di Grey, volto a definire la disciplina della governance e dei trasferimenti delle azioni di Grey e di Ivsg, subordinatamente al positivo completamento dell’Offerta. Previsto infine un contratto di opzioni reciproche tra Ecs e Ivsp, subordinato al positivo completamento dell’Offerta, che prevede opzioni di acquisto (opzioni call) di Ecs e opzioni di vendita (opzioni put) di Ivsp sulle azioni detenute da Ivsp ad esito dell’Offerta in Grey (ovvero nella società risultante dalla eventuale fusione di Ivsg e Grey). Le opzioni call e put saranno esercitabili dopo l’approvazione del bilancio consolidato di Ivsg al 31 dicembre 2026 (e quindi a partire dal 2027 e fino al 2034). «Per la variegata e numerosa compagine azionaria di Ivsp, costituita da oltre 50 azionisti che rappresentano più generazioni del settore del Vending - ha detto Paolo Covre, Presidente di Ivs Partecipazioni - l’operazione con il Gruppo Lavazza è coerente con l’approccio industriale e non finanziario tipico di un gruppo di imprenditori, pur consentendo di liquidare, a valori giudicati interessanti, anche una quota di minoranza della propria unica controllata». Read the full article
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Il Consiglio di Stato ha messo fine alla questione riguardante l’inclusione dello stabilimento della Italcementi di Monselice  nell’area del Parco Regionale dei Colli Euganei 
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Sentenza di respingimento per Italcementi sulla questione riguardante l'inclusione dello stabilimento di Monselice nell'area del Parco Regionale dei Colli Euganei. Ma soprattutto per un motivo: “Per espressa disposizione normativa, le prescrizioni e i vincoli stabiliti dal Piano ambientale, con riguardo agli immobili che ricadono nel perimetro del Parco, prevalgono sulle (eventuali) differenti prescrizioni della strumentazione urbanistica comunale”. La questione si trascina all’incirca da venti anni, nel corso dei quali si sono succeduti numerosi ricorsi alla Giustizia amministrativa, nei suoi diversi gradi, non solo da parte di Italcementi, ma anche di Enti Locali, della Regione Veneto e del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, oltre al Parco dei Colli Euganei ed alcune associazioni locali. La vicenda ha inizio a maggio 1994 con l’adozione del Piano ambientale da parte del Parco che era stato istituito cinque anni prima. Il Piano consente l’ampliamento del perimetro di oltre il 35% rispetto all’originaria delimitazione stabilita dal legislatore regionale, includendo lo stabilimento di Italcementi all’interno del perimetro del Parco. A questo punto la società ricorre al Tar, contestando il Piano ambientale che di fatto ha ingessato i suoi margini di manovra sul destino dell’impianto. Lo fa una prima volta nel 1994 e poi nel 1999. Ricorsi rigettati, in entrambi i casi, ad agosto 2017. Motivo per il quale Italcementi poi ricorre al Consiglio di Stato. Ma intanto nel 2011 il Tar emette tre sentenze. In due rigetta la richiesta di impugnare l’approvazione dello schema di convenzione e la convenzione relativa al progetto dirinnovo del cementificio gestito da Italcementi a Monselice. Nell’altra accoglie la richiesta del Comitato Lasciateci Respirare e del Comitato E Noi?, di annullare l’autorizzazione paesaggistica rilasciata dal Presidente dell’Ente Parco Regionale dei Colli Euganei e la delibera della Giunta Provinciale, con cui era stato espresso giudizio di compatibilità ambientale favorevole al progetto di costruzione di nuovo impianto in sostituzione di uno in fase di dismissione e l’avvio di un nuovo ciclo produttivo. È contro questa sentenza che Italcementi ricorre al Consiglio di Stato il quale a febbraio 2012 si pronuncia. Accogliendo il suo appello. Dal momento che, si dice nella sentenza, “non vi è la creazione di un nuovo impianto, ma la sostituzione di rilevanti strutture che comporterà un impatto globale notevolmente migliorativo dell’esistente, aggiungendo anche un termine per la fine dell’attività industriale e la rinaturalizzazione successiva del sito, il tutto nel rispetto delle norme vigenti”. Poteva sembrare un nuovo inizio per la contrastata sede di Monselice della multinazionale. Ma le successive sentenze del Tar e poi, recentemente quella del Consiglio di Stato, hanno ribaltato la questione. Evidenziando soprattutto che, “per espresso dettato normativo, nell’ambito del “perimetro del parco”, le prescrizioni e i vincoli del Piano ambientale prevalgono su quelli del Piano regionale territoriale di coordinamento”. Insomma che il paesaggio prevale. Su Tutto. Read the full article
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Cambiano i numeri per chiamare il call center dell’Agenzia delle entrate
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Da oggi cambiano i numeri per chiamare il servizio clienti dell’Agenzia delle entrate da telefono cellulare e dall’estero. Resterà invece invariato il numero verde che si può comporre da telefono fisso (800.90.96.96). In particolare: - chi chiama da telefono cellulare dovrà comporre il numero 06.97.61.76.89 (che sostituisce il numero 06.96.66.89.07) - chi chiama da fuori Italia dovrà comporre il numero 06.45.47.04.68  (che prende il posto dello 06.96.66.89.33). I nuovi numeri di telefono saranno attivi da lunedì 22 aprile sia per le chiamate in ingresso che per quelle in uscita per il servizio di richiamata da parte di un operatore (call back). L’Agenzia sta già comunicando la novità con un apposito messaggio vocale agli utenti del call center durante il tempo d’attesa per parlare con un funzionario. Anche nei prossimi mesi, chi continuerà a utilizzare i vecchi recapiti telefonici sarà informato con un messaggio vocale sui nuovi numeri da digitare. Il call center dell’Agenzia, assistenza e informazioni al telefonoIl servizio di assistenza telefonica dell’Agenzia è attivo dal lunedì al venerdì, dalle ore 9 alle 17, eccetto i giorni festivi, per fornire informazioni e assistenza fiscale su novità, scadenze, ma anche rimborsi o comunicazioni di irregolarità. Inoltre, con orario dalle 9 alle 13, il call center risponde anche a quesiti in materia catastale (quest’ultimo servizio è disponibile per chi chiama da tutti i distretti telefonici del territorio nazionale, ad eccezione della Valle d'Aosta e della provincia di Bolzano, per quali si consiglia di rivolgersi alle Direzioni provinciali o Uffici provinciali-Territorio competenti). Per chi chiama il call center è raccomandato di tenere a portata di mano il codice fiscale, che viene richiesto dal sistema vocale o che, in caso di mancato riconoscimento, sarà richiesto dall'operatore al momento in cui la telefonata verrà presa in carico. Il costo delle chiamate da cellulare e dall’estero è a pagamento secondo il piano tariffario del proprio operatore telefonico, mentre da rete fissa il servizio è gratuito. Tutte le informazioni sono disponibili nell’area tematica del sito dell’Agenzia Contatti e assistenza - Assistenza fiscale.  Read the full article
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Decarbonizzazione in azienda: c'è un nuovo mantra
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La quota dei combustibili fossili globale sta diminuendo, anche se lentamente. Tuttavia, le emissioni globali di gas a effetto serra (Ghg) si aggirano sui massimi storici (59,8 miliardi di tonnellate). «Gli impegni concordati alla COP28 sono ora al centro della transizione climatica e per raggiungerli sarà necessario un rapido aumento a livello globale sia della capacità di energia rinnovabile sia di efficienza energetica. Una transizione ordinata verso un’economia a energia pulita richiederà investimenti pubblici e privati più che raddoppiati rispetto ai livelli record attuali, nonché politiche volte a migliorare la prevedibilità e a eliminare gli ostacoli alla decarbonizzazione». Le aziende, nel frattempo, stanno accelerando l’adozione di obiettivi climatici. Secondo il report, migliora l’impegno climatico delle aziende quotate. I risultati di quest’anno infatti evidenziano un maggior numero di aziende che ha fatto disclosure degli impegni assunti. Il 20% delle società quotate in Borsa ha progetti science-based target per raggiungere il net-zero entro il 2050 (in aumento di 8 punti percentuali rispetto all’anno precedente). Inoltre, quasi il 38% delle società quotate ha fissato obiettivi di decarbonizzazione che mirano a raggiungere il net-zero, questi ultimi non necessariamente il linea con gli standard Sbti (in aumento dell’1%), e poco più della metà (52%) delle società quotate ha reso noto target climatici (percentuale simile allo scorso anno). In termini di disclosure, le informazioni sulle emissioni sono cresciute. Quasi il 60% delle società quotate in Borsa a livello globale ha reso note le proprie emissioni Scope 1 e/o Scope 2 al 31 gennaio 2024, con un aumento di 16 punti percentuali in due anni. Non solo, quasi il 42% delle società quotate in Borsa ha comunicato almeno una parte delle proprie emissioni Scope 3, con un aumento di quasi il 17% in due anni. Tuttavia, i dati mostrano che il mondo non è sulla buona strada per affrontare il problema del clima. Infatti, secondo quando indicato nel report, per allinearsi agli obiettivi climatici globali, le aziende dovrebbero decarbonizzarsi più rapidamente. Le traiettorie di decarbonizzazione delle società quotate in borsa a livello mondiale le collocano su un percorso di riscaldamento del pianeta di 3°C, circa il doppio della soglia di 1,5°C che, secondo la scienza, eviterebbe gli effetti peggiori del riscaldamento globale. Analizzando l’indicatore Msci Implied Temperature Rise collettivo, che mostra il potenziale di riscaldamento di un asset finanziario in base alle sue attuali emissioni di gas serra e alla traiettoria di decarbonizzazione futura prevista per tutti gli ambiti di emissione, emerge che le società quotate in borsa a livello mondiale sono sulla strada di un riscaldamento del pianeta di 3°C entro la fine del secolo. Il 38% delle aziende è sulla buona strada per mantenere il riscaldamento a 2°C o inferiore, mentre l’11% è in linea con un aumento della temperatura di 1,5°C. Read the full article
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Gli Italiani sempre più attenti alla sostenibilità
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Il sito "Subito" negli ultimi dieci anni si è prodigato a capire e comprendere le dinamiche del mercato dell'usato. Il mercato della seconda mano è aumentato addirittura dal 140% per quanto riguarda online e il 44% per l’offline oggi parliamo di 26 miliardi di giro d'affari. È un comportamento per gli italiani estremamente sostenibile”. Con queste parole, Giuseppe Pasceri, amministratore delegato Subito, ha risposto ai microfoni dell’Adnkronos, in occasione dell’evento ‘Le nuove strade della sostenibilità’, l’appuntamento del format Adnkronos Q&A, svoltosi al Palazzo dell’Informazione a Roma. Read the full article
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Utile netto di oltre 101 milioni di euro per Volksbank
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L’Assemblea Volksbank ha registrato la partecipazione di circa 600 soci, ed ha approvato come primo punto all’ordine del giorno il bilancio di esercizio 2023, con un utile netto di oltre 101 milioni di euro. È stata altresì deliberata la ripartizione dell’utile con la distribuzione di un dividendo lordo in contanti pari a 67 centesimi di euro per azione per coloro che detenevano azioni Volksbank alla data dell’11 aprile 2024 (il record date). Il dividendo 2024 è in crescita rispetto al dividendo pari a 62 centesimi di euro per azione dello scorso anno. La delibera assembleare consente ad ogni azionista di optare anche per ricevere il dividendo in azioni, provenienti dal portafoglio della Banca, nel rapporto di n. 1 azione ogni 14 azioni detenute alla record date e comunque entro il limite massimo complessivo di 400.000 azioni Volksbank. A tal fine i soci interessati possono rivolgersi, dal 22 aprile al 9 maggio 2024, ad una delle filiali della Banca per sottoscrivere l’apposito modulo. I dettagli dell’operazione sono consultabili nel “Documento informativo” pubblicato sul sito della Banca. Il dividendo verrà accreditato in data 17 maggio 2024 in entrambe le modalità di pagamento, denaro o azioni. Al fine di incrementare la liquidità delle azioni della Banca sulla piattaforma di negoziazione Vorvel, l’Assemblea ha altresì conferito al Fondo acquisto azioni proprie della Banca ulteriori 3,5 milioni di euro di provvista, in modo che la società terza indipendente incaricata continui a supportare la liquidità dell’azione della Banca nel periodo intercorrente tra il 1° ottobre 2024 (quando scade la delibera presa nell’Assemblea del 1 aprile 2023) ed il 30 settembre 2025, attraverso acquisti al prezzo di mercato sulla piattaforma di negoziazione Vorvel. L’Assemblea ha anche approvato la proposta di procedere, nel periodo intercorrente tra settembre e ottobre 2024, all’assegnazione gratuita ai soci delle azioni Volksbank nel rapporto di n. 1 azione ogni n. 30 azioni detenute. Al prezzo di contrattazione attuale, pari a 8,96 euro per azione, con l’assegnazione gratuita si distribuirebbero 1,65 milioni di azioni per un controvalore di circa 15 milioni di euro (pari a circa 30 centesimi per azione detenuta). Da ultimo, l’Assemblea ha deliberato l’aggiornamento del Regolamento che disciplina il limite al cumulo degli incarichi che possono essere detenuti in società terze contemporaneamente con il mandato di sindaco presso la Banca, ha preso atto della Relazione sull’attuazione delle Politiche di remunerazione 2023 ed ha approvato le Politiche di remunerazione ed incentivazione di Gruppo 2024. Nel corso dell’Assemblea, il Presidente ha inoltre spiegato ai soci le motivazioni che hanno portato il  CdA del 12 aprile 2024 ad approvare il passaggio alla nuova modalità di negoziazione prevista da Vorvel (Gate 3), che avverrà con decorrenza dall’avvio del prossimo periodo di Osservazione. Il Presidente del Consiglio di Amministrazione, Lukas Ladurner, ha commentato: «Siamo estremamente soddisfatti dei risultati che la Banca ha registrato nel 2023, che sommati ai già ottimi bilanci 2021 e 2022, ha cumulato nel triennio 247 mln € di utile dopo le imposte (con una media di oltre 82 mln euro all’anno). Le scelte strategiche effettuate con l’insediamento della nuova governance hanno portato i loro frutti, posizionando Volksbank come una delle banche più solide ed efficienti a livello nazionale, come dimostrano gli eccellenti indicatori reddituali e patrimoniali. Riconfermiamo in sostanza le formule di remunerazione dei soci presentate con successo lo scorso anno. La Banca è in grado di remunerare i propri soci con oltre 50 milioni di euro: 32 mln euro in dividendi, 15 mln euro con l’assegnazione gratuita di 1 azione ogni 30 possedute ed il continuato sostegno alla liquidità del titolo per 3,5 milioni di euro. Nel complesso è un pacchetto di oltre 1 euro per azione detenuta, con un rendimento a due cifre. Siamo fiduciosi anche per il futuro, in quanto riteniamo di aver impostato l’operato della Banca per dare - anche nel nuovo contesto di mercato - soddisfazioni costanti agli azionisti che intendono supportarci, sia in termini di remunerazione, che in termini di andamento del titolo. Tengo a sottolineare come dal 30 ottobre – data di effettuazione del buy back – di fatto i soci che intendono liquidare l’azione riescono a farlo in poco tempo e che da 18 mesi l’azione BPAA è la più scambiata sulla piattaforma Vorvel, ed ora anche negozia al massimo della banda di inserimento ordini con una buona richiesta in acquisto da parte degli investitori che si sono sostituiti al liquidity provider. Con il passaggio al Gate 3, comparto introdotto dal 1° gennaio 2024, che è ideale per le Azioni che hanno un buon equilibrio tra ordini in vendita e in acquisto, prendiamo atto di questa consolidata situazione e diamo come emittente un contesto che garantisce uno scambio ancora maggiore per effetto di un re-pricing entro ogni 60 giorni e/o almeno 0,5% del capitale scambiato». Read the full article
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