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#palazzo spada
escapismsworld · 3 months
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📍Palazzo Spada, Rome, Italy
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casaannabel · 7 months
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umbriasud · 9 months
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M5S, "Scene intollerabili, intervenga chi di dovere"
IL SALOON DI PALAZZO SPADA/ REAZIONI 3 “Confidiamo che il Prefetto e gli organi competenti si adoperino affinché non vengano più tollerate simili scene” Bandecchi scherza con il fuoco e le sue minacce ai consiglieri comunali sono diventate patetiche. Alla stregua di un bulletto da bar, nella sala del consiglio comunale il sindaco oggi ha fatto tutto da solo. Ha prima provocato, poi insultato,…
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mypepemateosus · 7 months
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Galería Posterazzi del cartel de estuco de Mazzoni Giulio Siglo XVI 1548-1560-Italia Laziorome Palazzo Spada.
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borrominitour · 6 months
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It's just an illusion: Borromini's Palazzo Spada.
Forced perspective by Francesco Borromini, mathematical work by Giovanni Maria da Bitonto, 1652 - 1653.
📷by me
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centuriespast · 2 years
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Interior view 1630s Photo Palazzo Spada, Rome
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Note
Io l’ho iniziata e per adesso mi sta piacendo molto, i tempi sono mi sembrano scorrevoli ma non affrettati e c’è il giusto mix tra azione e intrighi di palazzo.
Ovviamente fotografia, effetti speciali ecc da sboro come sempre (una valanga di draghi, fiamme, culi, tette, budella, sangue ecc…)
Intanto ho iniziato "Gli Anelli del Potere" e continuo con quello, troppo Fantasy in una sola volta rischia di farmi venire voglia di girare con una spada e staccare la testa alla gente brutta scambiandola per orchi
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crazy-so-na-sega · 1 year
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L'altra storia
Meditava a lungo le soluzioni, la testa appoggiata alla mano e il gomito puntato sul ginocchio. I suoi fanatici dicevano che aspettava l'ispirazione dello Spirito Santo. I maligni insinuavano che aspettava i suggerimenti del[l'astuto politico Giulio] Genoino, sempre appiccicato a lui. L'ex pescivendolo esercitava comunque tale suggestione che il viceré, per tenerlo buono, lo trattava come un sovrano, lo invitava a palazzo con la moglie, lo colmava di complimenti e di doni.
L'11 luglio le richieste avanzate dal Genoino, dopo essere state approvate dai napoletani, furono presentate al duca d'Arcos dallo stesso Masaniello, che indossò per l'occasione una sontuosa veste argentata, dono del viceré in persona. L'incontro fu, almeno in apparenza, cordiale e amichevole. Appena giunse al cospetto del duca, il "Generalissimo" gli si gettò ai piedi. Il viceré lo fece rialzare, l'abbracciò con effusione e lo condusse all'interno del palazzo, dove si svolse un lungo colloquio, e prima di congedarlo gli regalò una collana del valore di tremila scudi. Masaniello l'accettò solo dopo molte insistenze, e fu l'ultima volta che si mostrò nel pieno possesso delle sue facoltà mentali. Uscito da palazzo, si strappò l'abito argentato, si tolse le scarpe, tornò a indossare la blusa e le brache di pescivendolo, a da allora in poi le sue stranezze non si contarono [...] Alcuni dicevano ch'era stato affatturato per ordine del viceré, altri che aveva preso un colpo di sole, altri ancora che il potere gli aveva dato alla testa.
Chissà. Quel ch'è certo è che anche i suoi più tenaci ammiratori si accorsero ch'era uscito di senno, e lo abbandonarono al suo destino, ormai maturo. Il 16 luglio, dopo un'ennesima di queste esibizioni, fu avvicinato nella chiesa del Carmine da un gruppo di cavalieri e popolani. "Andate cercando me?" chiese Masaniello riconoscendoli. Quattro colpi d'archibugio furono la risposta. Il "Generalissimo" cadde al suolo stecchito, ma gli assassini, temendo che fosse ancora in vita, chiamarono un macellaio e gli fecero tagliare la testa.
Napoli sembrò uscire da un incubo e i suoi abitanti sciamarono nelle strade e nelle piazze cantando, ballando, sventolando bandiere. I lazzari, ch'erano stati i più scalmanati fans del pescivendolo, s'impadronirono del cadavere, lo squartarono e l'abbandonarono in una chiavica. I fornai profittarono della generale Kermesse per aumentare il prezzo del pane. I nobili e il viceré esultarono, ma colui che più gongolò fu il Genoino, uno degli autori del complotto, di cui il viceré lo compensò con la nomina a presidente della Corte della Sommaria.
Ma non passarono ventiquattr'ore che i volubili napoletani cominciarono a rimpiangere la loro vittima. Gli stessi carnefici, pentiti e in preda ai rimorsi, ne riesumarono il cadavere e, dopo avergli ricucito alla meglio la testa sul busto, lo lavarono, gli misero al fianco la spada e il bastone di comando, tributandogli solenni esequie, cui parteciparono quarantamila persone.
-Indro Montanelli
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lavoripubblici · 4 hours
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🧑‍⚖️ Ante ’67, cambio di destinazione d'uso, carico urbanistico ed edilizia libera: chiarimenti dal Consiglio di Stato 🔎 Interessante sentenza con alcuni principi fondamentali per valutare la legittimità (o meno) di manufatti e interventi edilizi
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ikabunbun · 3 months
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Oratorio San Felipe Neri
Roma, Palazzo Spada Arquitecto: F. Borromini, 1637-40 Mecenas: Spada (Filipenses)
Es una obra maestra del barroco italiano, algunos de los aspectos arquitectónicos más importantes:
Diseño asimétrico: En el Oratorio San Felipe Neri, se pueden observar elementos arquitectónicos asimétricos, como columnas y pilastras colocadas de manera no convencional, lo que añade un sentido de drama y tensión visual.
Cúpula ovalada: La forma elíptica se integra perfectamente con la planta del edificio y añade una dimensión única a la estructura.
Uso de estuco y detalles decorativos: Borromini empleó técnicas decorativas elaboradas, incluyendo el uso de estuco para crear detalles ornamentados en las paredes y techos. Estos detalles contribuyen a la riqueza visual del espacio interior.
Juego de luces y sombras: Se utilizó estratégicamente aberturas y ventanas para permitir la entrada de luz, creando contrastes dramáticos entre luces y sombras que realzan la experiencia espacial.
Altar central: En el centro del oratorio se encuentra un altar de diseño elaborado. Borromini cuidadosamente ubicó elementos arquitectónicos y decorativos alrededor del altar para enfocar la atención de los fieles hacia el punto central de la iglesia.
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lemandro-vive-qui · 5 months
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Galleria prospettica realizzata da Francesco Borromini tra il 1652 e il 1653 [Palazzo Spada, Roma].
La finta prospettiva è creata sull'illusione che la galleria sia lunga circa 35 metri, mentre in realtà è lunga 8,82 metri. L'illusione è dovuta al fatto che i piani convergono in un unico punto di fuga; così, mentre il soffitto scende dall'alto verso il basso, il pavimento mosaicato sale. 
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casaannabel · 1 year
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umbriasud · 9 months
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Alternativa Popolare, "La macchina del fango"
IL SALOON DI PALAZZO SPADA/ REAZIONI-2 “La macchina del fango e degli insulti reiterati orchestrata da forze politiche di opposizione livorose e inconcludenti ha toccato il punto più basso sprofondando in quello che il sommo poeta Dante avrebbe definito il girone degli iracondi e degli accidiosi che, definitivamente sommersi nella mota della loro rabbia e dello sterile immobilismo, si aggrappano…
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taruntravell · 8 months
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The Hidden Treasures Of Rome
Rome, the capital of Italy, is a city steeped in history, art, and culture. It's no surprise that it's often referred to as an open-air museum due to the wealth of hidden treasures it holds. While many tourists flock to iconic sites like the Colosseum, Roman Forum, and the Vatican, there are numerous lesser-known gems that deserve exploration. Here are some hidden treasures of Rome:
Basilica of San Clemente: This church is a historical layer cake. On the surface, it appears as a beautiful medieval church, but beneath it, there are earlier Christian and even ancient Roman structures. Descend through the layers to explore Rome's history.
Galleria Sciarra: Tucked away in a small alley near the Trevi Fountain, this Art Nouveau gallery features stunning frescoes and intricate decorations that are often overlooked by tourists.
Aventine Keyhole: On top of the Aventine Hill, you'll find the Priory of the Knights of Malta. Peering through the keyhole in its imposing door reveals a perfectly framed view of St. Peter's Basilica.
Villa Doria Pamphilj: This vast park is Rome's largest public park and is often overlooked by tourists. It's a peaceful place to escape the city's hustle and bustle, with walking paths, fountains, and hidden statues.
Catacombs of Priscilla: While the Catacombs of Callixtus and San Sebastiano are more famous, the Catacombs of Priscilla are equally fascinating and less crowded. They contain early Christian frescoes and burial chambers.
Capuchin Crypt: Beneath the Church of Santa Maria della Concezione dei Cappuccini, you'll find a macabre but artistically arranged display of the bones of Capuchin monks. It's a unique and eerie experience.
Villa Farnesina: This Renaissance villa is a masterpiece of Italian art and architecture. It's home to beautiful frescoes by Raphael and other renowned artists but is often overshadowed by the Vatican museums.
Monti Neighborhood: Located between the Colosseum and Termini Station, Monti is a charming, bohemian neighborhood filled with artisan shops, cozy cafes, and narrow cobblestone streets.
Appian Way: Explore the ancient Appian Way, one of the most important Roman roads. It's lined with ancient tombs, ruins, and peaceful countryside. The Catacombs of San Callisto and the Church of Domine Quo Vadis are notable stops along the way.
Villa Torlonia: Once the residence of Mussolini, this villa now serves as a public park with neoclassical buildings, beautiful gardens, and a museum dedicated to the villa's history.
Palazzo Spada: This 16th-century palace is home to an optical illusion by Borromini. The palace's courtyard seems much longer than it is due to a cleverly designed perspective gallery.
Ponte Fabricio: Known as the oldest Roman bridge in Rome, it connects Tiber Island to the Trastevere district and provides beautiful views of the Tiber River.
These hidden treasures of Rome offer a glimpse into the city's rich history, art, and culture beyond the well-known tourist attractions. Exploring these lesser-known sites can provide a more intimate and authentic experience of the Eternal City.
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cinquecolonnemagazine · 8 months
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Palazzo Madama ospita “In Cammino”
Visite fino al 10 ottobre 2023 Palazzo Madama ospita “In Cammino” La porta di Torino: itinerari sindonici sulla Via Francigena”, un’esposizione che ripercorre attraverso 4 sezioni artistiche e culturali la suggestione del cammino lungo la via Francigena  battuta dai pellegrini che da sempre attraversano il territorio piemontese.  La via Francigena è un antico cammino di pellegrinaggio che collega Canterbury a Gerusalemme passando per Roma. Poiché il percorso incrocia numerose città storiche, oggi la strada è diventata un popolare itinerario anche per i turisti che apprezzano storia e cultura dei luoghi attraversati.  Ricco di spiritualità, natura e storia, il Piemonte accoglie colui che ha scelto di intraprendere un cammino di fede o di ricerca personale. In un ambiente in cui la natura infonde un grande senso di comunione e armonia con tutto il Creato, il viandante guarda con speranza i maestosi monti del Piemonte che aprono il percorso italiano della via Francigena. La mostra è stata realizzata dalla Regione Piemonte e dalla Fondazione Carlo Acutis con l’obiettivo di stimolare una profonda riflessione sulla Sacra Sindone e sulle Vie Francigene. Palazzo Madama ospita “In Cammino” Torino, casa della Sacra Sindone, ospita questa bellissima mostra che si articola in quattro sezioni, ognuna caratterizzata da un tema specifico. La prima sezione raccoglie 16 illustrazioni di artisti affermati che raccontano, con l’originalità del proprio linguaggio estetico, il cammino lungo la via Francigena che attraversa il Piemonte. Il visitatore si aggira tra numerosi disegni che rappresentano con grande creatività e autentica emozione la via del cammino dei pellegrini, l’atmosfera, le suggestioni e la natura che ha ispirato i singoli artisti.  Iliaria Urbinati,Il Piemonte della via Francigena Davide Bettiol, ad esempio, nella strada del pellegrino ha rappresentato la strada del viandante tra le montagne piemontesicome un filo di un gomitolo che il viaggiatore porta con sé dietro le spalle come fosse uno zaino. Nel disegno di Iliaria Urbinati, invece, (Il Piemonte della via Francigena) una bimba e una donna adulta contemplano il Lago Viverone, sormontato da una nuvola a forma di Piemonte nella pace della natura che offre il paesaggio circostante. Elisa Seitzinger con il suo Piemonte della Via Michelita realizzato in tre colori (rosso nero e bianco) rappresenta San Michele Arcangelo che spinge Lucifero con la spada nelle viscere della terra e mette in evidenza i sette santuari simbolo per la cristianità che si trovano in parte in Europa e in parte in Italia. Jacopo Rosati, invece, si concentra sulle città del Piemonte attraversate dal percorso della via Francigena. L’artista ha concepito il suo Piemonte del Welfare sociale come una sorta di gioco dell’oca al quale tutti possono partecipare aggirandosi tra le chiese e i monumenti simbolo delle città-tappe.  Questi sono solo alcuni degli esempi delle sedici illustrazioni esposte dalle quali il visitatore può lasciarci ispirare ed emozionare grazie anche alla suggestiva location che le accoglie. Le altre sezioni della Mostra  La seconda sezione dell’esposizione a Palazzo Madama “In Cammino”, mostra ai visitatori, attraverso diversi materiali video, la via Francigena e gli itinerari sindonici. Pannelli interattivi si soffermano sul significato della Sindone, sui diversi spostamenti a cui è andata soggetta nel tempo e sugli antichi percorsi dei pellegrini nel Medioevo verso la Terra Santa. Jacopo Rosati, Piemonte del Welfare sociale Nella terza sezione, una grande mappa interattiva evidenzia gli itinerari di "Via Francigena for all" e i cammini sindonici, un progetto che ha ottenuto 1,6 milioni di euro di fondi statali per rinnovare numerose strutture e percorsi della millenaria porta d’ingresso dei pellegrini verso la Pianura Padana. Nella quarta sezione, infine, è esposta un’installazione dell'artista torinese Carlo Gloria dal titolo “Vado e Vengo”.  L’opera è stata realizzata in ferro taglio laser verniciato e si concentra sul tema del cammino con sagome umane in marcia. Attraverso un gioco di luci e proiezioni, il visitatore ha la percezione di persone in movimento che ci richiamano alla mente il cammino, un atto e un concetto che può essere tanto personale quanto collettivo, tanto spirituale quanto concreto ed esplorativo. Ancora una volta Palazzo Madama con la mostra  “In Cammino” si fa promotore di cultura e bellezza, mettendo a disposizione della collettività il proprio patrimonio di duemila anni di storia in perfetta armonia con esperienze culturali moderne e contemporanee. Read the full article
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jacopocioni · 8 months
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La spada nella roccia.
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(NdR) Per Cittadini di ex città fortificate fuoriporta significa abbandonare la città per una escursione nei dintorni della città stessa. Un significato adatto a questa categoria di articoli che parlano di qualcosa che esula da Firenze. Un'altra città o un'altro argomento, qualcosa che non ha niente a che vedere con Firenze ma che ha stimolato l'editore o gli autori nel narrarlo. Vissuto nel XII secolo, Galgano Guidotti era un nobile cavaliere di Chiusdino, antico borgo situato nelle vicinanze della famosa Abbazia che ha poi preso il suo nome. Galgano era abile con la spada, era arrogante e autoritario, normalmente si faceva giustizia da sé e spesso, quando non era chiamato a guerre o battaglie al fianco dell’esercito senese, amava gareggiare con altri cavalieri in giostre e tornei. Stanco di questa vita che gli appariva sempre più vuota e inutile, Galgano si ritirò in solitudine sulla collina di Montesiepi per un lungo periodo di riflessione e pentimento, nel quale cercava il contatto e la comunicazione con Dio. La leggenda vuole che intorno al 1180 Galgano decise di abbandonare per sempre la sua spada, come mezzo di combattimento e di morte, per trasformarla in “croce”, simbolo di pace e amore e così fece. Galgano conficcò miracolosamente la sua spada in una roccia come un coltello arroventato affonda nel burro; l’elsa e l’impugnatura della spada presero così la forma di una croce e per il cavaliere divenne un altare personale sul quale poter pregare. Oggi si può ammirare la spada nella roccia nella Rotonda di Montesiepi, a pochi metri dall’Abbazia di San Galgano. A Siena si trova il Palazzo di San Galgano, fatto costruire nel ‘400 dai monaci cluniacensi, gli stessi che hanno fondato l’Abazia di San Galgano; particolarità di questo palazzo sono delle spade in ferro, poste sotto le eleganti bifore, che sembrano affondare nelle pietre del bugnato della facciata e che ricordano la spada nella roccia di Montesiepi. Molte sono le similitudini di questa leggenda con quella di Re Artù; entrambi gli episodi sono avvenuti nel XII secolo e anche in quel caso c’era una spada nella roccia, la celebre “Excalibur”. Pochi sanno invece che uno dei cavalieri della Tavola Rotonda di Re Artù si chiamava Galvano (Sir Gawain)! (da "Lo Struscio Toscano" di Franco Ciarleglio, Sarnus Editore)
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Franco Ciarleglio Read the full article
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