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#opera d’arte
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La mia opera d’arte 🧡
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schizografia · 1 year
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Un tale gioco senza regole, senza vincitori né vinti, senza responsabilità, gioco dell’innocenza e corsa al Caucus, in cui la destrezza e il caso non si distinguono più, sembra non avere realtà. Del resto non divertirebbe nessuno. Non è certamente il gioco dell’uomo di Pascal o del Dio di Leibniz. Quale imbroglio nella scommessa moralizzatrice di Pascal, quale pessimo colpo nella combinazione economica di Leibniz. Senza dubbio tutto ciò non è il mondo come opera d’arte. Il gioco ideale di cui parliamo non può essere realizzato da un uomo o da un dio: può essere solo pensato, e inoltre pensato come non senso. Ma appunto perciò: esso è la realtà del pensiero stesso. È l’inconscio del pensiero puro. È ogni pensiero che forma una serie nel tempo minore del minimo di tempo continuo coscientemente pensabile. È ogni pensiero che emetta una distribuzione di singolarità. Sono tutti i pensieri che comunicano in un Lungo pensiero, che fanno corrispondere al suo spostamento tutte le forme o figure della distribuzione nomade, infondendo ovunque il caso e ramificando ogni pensiero, riunendo “in una volta” l’”ogni volta” per “tutte le volte”. Infatti, affermare interamente il caso, fare del caso un oggetto d’affermazione, è possibile solo per il pensiero. Se si cerca di giocare a questo gioco al di fuori del pensiero, nulla accade, e se si cerca di produrre un risultato altro dall’opera d’arte, nulla si produce. È dunque il gioco riservato al pensiero e all’arte, in cui vi sono soltanto vittorie per coloro che hanno saputo giocarlo, cioè affermare e ramificare il caso, invece di dividerlo per dominarlo, per scommettere, per vincere. Tale gioco, che si trova soltanto nel pensiero e che non ha altro risultato che l’opera d’arte, è anche ciò per cui il pensiero e l’arte sono reali, sconvolgono la realtà, la moralità e l’economia del mondo.
Gilles Deleuze, Logica del senso
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sonya yoncheva as floria tosca? GLORIOUS imo
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orotrasparente · 1 month
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l’amore è bello, bellissimo, ma a me piace più guardarlo che viverlo, come fosse una meravigliosa opera d’arte, una di quelle che ti lascia senza fiato a pensare quanto ti piacerebbe saper fare una cosa del genere, ma io i pennelli non li so usare, non so neppure scolpire il marmo e figurati se so disegnare
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supercantaloupe · 7 months
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misera elvira
[ID: a pencil and marker drawing of donna elvira and don giovanni from the opera don giovanni. don giovanni is a man with pale skin, medium toned hair and beard, wearing dark pants and a long sleeve shirt open to expose his chest. he is lying unconscious on the floor. elvira is crouched behind him, leaning over and holding him close with one arm. she wears a pale tank top and grey skirt and her dark hair obscures her head and face. a small bouquet of flowers lies on the floor in front of them. the colors are muted greys and blues, with pale pink highlights.]
sketch, detail, and ref under the cut ⬇
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source: 2017 festival international d’art lyric d’aix-en-provence, dir. Jean-François Sivadier
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abr · 8 months
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Il libro del generale che sta facendo parlare tutta Italia, che sta monopolizzando le pagine dei giornali, che sta scuotendo le coscienze e che sta campeggiando in cima alle classifiche di vendita è un libro autopubblicato, cioè senza editore. Questo fenomeno è più singolare e più indicativo di tutte le considerazioni estemporanee del generale in questione.
Di recente, infatti, buona parte dell’editoria italiana è andata in cerca del libro che facesse parlare tutta Italia, che monopolizzasse le pagine dei giornali, eccetera eccetera, facendo leva su questi requisiti: a) doveva affrontare temi caldi e scomodi; b) doveva avere rilievo per i contenuti anziché per la forma; c) doveva essere testimonianza di impegno diretto; d) doveva puntare sull’identità dell’autore più che sull’effettiva opera del suo ingegno; e) doveva contare sul riconoscimento di una claque entusiasta e magari beneficiare di un succès de scandale. Sotto questo aspetto, non c’è gran differenza fra il famoso generale e l’altrettanto famoso – dico per dire – Roberto Saviano.
Giova notare tuttavia che questi criteri costituiscono l’esatto contrario di ciò che dovrebbe auspicabilmente fare un editore: cioè riuscire a imporre un libro all’attenzione pubblica anche se i temi non coincidono con quelli dei talk show (a), in base al fatto che sia scritto meglio di come avrebbe potuto (b), puntando a farlo durare come un’opera d’arte e non come una bomba carta (c), lasciando sullo sfondo la vita dell’autore (d) e sperando che l’opera venga apprezzata per il valore intrinseco e non tramite conventicole e controconventicole (e).
Molti editori hanno invece optato per la scorciatoia, descrivendo una parabola che, dall’epoca di – dico per dire – “Gomorra” a quella del generale, li ha condotti a realizzare l’impresa di rendersi superflui.
via https://www.ilfoglio.it/bandiera-bianca/2023/08/22/news/affinita--divergenze-fra-il-generale-vannacci-e-roberto-saviano-5611529/
Gurrado stavolta la conta molto giusta: sottolinea come il successo del libro autoprodotto del generale segnali anche il raggiungimento del livello sotto-superfluo nella rilevanza della sommamente ignorante intellighentsjia provinciale italica, gente che fa cene e parla con pilastri culturali del livello dei Saviano e Murgia, più cinematografari affamati , giornalai a 30€ la pompa pardon, la cartella e folle di impresentabili dogendi terroni vingidori di bubbligo gongorso.
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francesca-70 · 8 months
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Se pensi che fare l’amore sia una cosa che funziona sempre… della serie: “bastano” due corpi che si desiderano e s’incontrano… Beh… Non hai capito niente.
Se pensi che il piacere sia tecnica di carezze e posizioni… Non hai capito niente.
Se pensi che, nella vita e nelle relazioni, 2+2 faccia sempre 4… Non hai capito proprio niente.
La verità è che l’amore fatto bene è combinazione rara e preziosa. Che il vero piacere nasce da un’intimità che ha radice nella comunicazione delle anime, nella nudità di mondi che si svelano con lentezza, nella complicità sottile frutto di comunicazione e… Dentro. Già… dentro. “Dentro” non solo come gesto di compenetrazione di corpi, ma soprattutto come reciproca appartenenza di frammenti di mondi condivisi. Lì… lì è il seme di ogni forma di piacere, dove “appartenersi” è apice di un desiderio ben più sottile e profondo che ha a che fare con la gioia e la fortuna di “tenere in sé” ciò che consideriamo prezioso. Allora sì che fare l’amore è piacere assoluto, totale… roba da far tremare per intensità ogni angolo di dentro e fuori, dentro e fuori.
Se pensi che fare l’amore sia cornice di un quadro di colori che raramente sono opera d’Arte… Beh… Hai capito tutto. E sei un vero Artista dell’Amore.
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Letizia Cherubino
Se non t’incontro nei sogni
...ti vengo a cercare
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comefiorineldeserto · 1 month
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Fermatevi ad ammirare le persone buone, come se foste davanti a un opera d’arte, perché è così raro oggi vedere chi abbassa lo sguardo al cuore quando parli.
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tiaspettoaltrove · 1 month
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Sì, io i tatuaggi li considero osceni. E non posso farci niente.
Non trovo nemmeno un reale, unico, vero motivo per cui dovrei apprezzare i tatuaggi. Anzi, per molte ragioni, mi fanno arrabbiare. Iniziamo dal principio: di quello che fanno gli uomini non potrebbe fregarmene di meno. Di quello che fanno le donne, invece, sì. Perché le amo. E quindi, qui, c’è il primo cortocircuito pazzesco: avete il corpo femminile, in alcuni casi la cosa più bella del mondo, e voi che fate? La deturpate coi tatuaggi. Non lo accetterò mai. Mi metto le mani nei capelli ogni volta che ci penso, ogni volta che penso allo spreco, alla violenza di un gesto del genere, alla mancanza di rispetto verso il vostro stesso corpo. Avete (quasi) sempre quei cavolo di problemi di autostima, lo sappiamo eh. Ma questo vi autorizza, in un masochismo esasperante, a fare scarabocchi su quella pelle così delicata, soffice, morbida, profumata? Sapete come la penso, sapete quanto io sia un amante della libertà, non è questo il punto. Fate quello che volete, logicamente, non devo certo dirvelo io. È che mi fa imbestialire il fatto che non vi amiate. E no, non mi venite a dire che una ragazza che si ama davvero si fa i tatuaggi, perché non ci crederò mai. Mi spiace. Sapete quante volte mi capita di vedere una ragazza tatuata e pensare, tra me e me: “Che peccato”? Tante, davvero tante. Eppure questo è il mondo di oggi, ennesima cosa che va accettata. Ma io non l’accetto comunque, e come sempre me ne resto in disparte, per conto mio, senza far del male a nessuno, senza offendere la specificità di nessun individuo che fa una scelta libera. Qui si fanno solo ragionamenti, analisi. Ci sarebbe poi la questione più alta, ne vogliamo parlare? Perfino nella Bibbia, v’è l’esortazione a non marchiarsi coi tatuaggi. Personalmente parlando, essendo Dio l’unica essenza e totalità in cui credo fermamente con tutto me stesso, non posso non tenerne conto. Gesù Cristo è l’unica vera via, ma a differenza dei tatuaggi non va di moda. Torniamo ai livelli più bassi della materialità e della carne umana: non riuscirei ad avere una relazione interpersonale sentimentale, degna di questo nome, con una ragazza che abbia un tatuaggio. Voi lo vedete come un mio limite, e accetto questo vostro pensiero. Intendiamoci: mi confronto tutti i giorni con ragazze che vivono e pensano diversamente da me, e ad alcune voglio anche molto bene. Non mi prendete per scemo, insomma, so restare al mio posto senza tapparmi gli occhi e le orecchie per ventiquattro ore al giorno. Ma, ecco, diciamo che certi usi e costumi non li capisco proprio. Non riesco. Vengo da un’altra epoca? Da un altro mondo? Può darsi. Eppure, quando vedo il corpo nudo e la pelle bianca, candida e immacolata di una ragazza, è tutta un’altra storia. È, quella sì, una vera opera d’arte. Probabilmente la più bella. Non sprecate mai il vostro valore, che può essere immenso. Sopra ogni cosa: amatevi. Ma amatevi davvero. Fate l’amore con voi stesse, e non solo infilando le dita tra le gambe. Desideratevi, rispettatevi, ascoltatevi.
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joy-238 · 1 month
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Questo è il tuo destino: viverti.
Non devi fare nulla.
La tua opera d’arte sei tu,
niente altro.
P. Salinas
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immensoamore · 8 months
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Ognuno ha la propria opera d’arte preferita.
La mia è il mare..
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diceriadelluntore · 3 months
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New Order - Blue Monday 
Chi ha questo singolo, uscito nel 1983, ha una piccola opera d’arte: il vinile da 12", con The Beach sul lato B, fu ideato dai leggendari grafici della Factory Peter Saville (quello che ideò la copertina di Unknown Pleausures dei Joy Division) e Brett Wickens in modo tale da ricordare un floppy disk 5¼ (chi no sa cosa sia, beata lei o beato lui, veda qui) con un codice crittografato formato da file di quadratini colorati sul lato destro, che nasconde la tracklist e i nomi del gruppo e dell'etichetta discografica.
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Spero che qualcuno lo ricordi, ma nella storia di Musica #273, sulla copertina del loro disco Power, Corruption & Lies (da cui il singolo è tratto) c’era il rosone di colori per decodificare i messaggi colorati.
Questo è l’unico vero Blue Monday, l’altro che cade nel 2024 oggi, terzo lunedi di Gennaio, fu una trovata pubblicitaria di uno psicologo gallese, fortunosamente ribattezzata così da un canale televisivo di viaggi, che cercava un modo “innovativo” per incentivare l’acquisto di biglietti aerei.
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aeide-thea · 4 months
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help i was like ‘oh the aria in this scene of this thing my dad’s watching sounds familiar but i can’t quite place it, what is that,’ so i soundhounded it and apparently it was The Only Aria Anyone Knows from unfortunately-named tyrolean tragedy la wally, which, yes, true opera lovers will presumably look askance at me for not having been able to identify offhand, but anyway the really funny thing about this was, soundhound also gives you lyrics for the tracks it pulls up and uh. well. what it had listed for this one was:
vissi d’arte, vissi d’amore, non feci mai male ad anima viva…
anyway i got a startled enormous cackle out of that so now i’m telling you guys :D
also like. spoilers for the plot of the opera or whatever but:
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like i just. help.
(rocks fall, everyone &c)
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vissi d’arte my absolute beloved
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tiportolaluna · 1 year
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Non sei bella,
Sei un opera d’arte,
E l’arte non deve essere bella,
Deve farti provare qualcosa. 🌙
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supercantaloupe · 1 year
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Mi tradì quell'alma ingrata, infelice, o Dio, mi fa.
Ma tradita e abbandonata, provo ancor per lui pietà...
[ID: a pencil and marker drawing of donna elvira and don giovanni from the opera don giovanni. donna elvira is a pale woman with long dark brown hair and wearing a blueish skirt. don giovanni is a white man with pale wavy hair, wearing dark pants and a grey shirt unbuttoned all the way to expose his chest. elvira is kneeling on the pale empty floor against a black background, clutching giovanni’s unconscious body to her chest and cradling his head. her expression is despairing. on the floor in front of them there is a small bundle of pale flowers. the colors are muted greys and blues, with pale pink highlights.]
sketch, details, and ref under the cut ⬇
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source: 2017 festival international d’art lyric d’aix-en-provence, dir. Jean-François Sivadier
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