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#massimiliano bertozzi
illustratus · 1 month
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Temple of Vesta at Tivoli by Massimiliano Bertozzi
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corallorosso · 3 years
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Le elezioni americane hanno confermato due vecchie certezze; gli americani sono cocciutamente insondabili e gli "esperti" non analizzano, ma tifano. I "politologi", quasi tutti di sinistra, speravano in Biden sulla base di un'unica considerazione: "Trump è irricevibile". Verissimo, ma questa non è un'analisi: è una speranza. È il credere che tutti gli umani la pensino come te. Se così fosse, i Pink Floyd sarebbero Imperatori della Galassia, Enrico Berlinguer avrebbe fatto il Presidente del Consiglio per secoli e Salvini sculaccerebbe - col naso - i billi della Val di Chiana. La verità è che, come quattro anni fa, molti "tromboni" non hanno capito nulla delle elezioni americane. Tre giorni fa ho telefonato a uno dei miei migliori amici. Si chiama Massimiliano Bertozzi. Vive a New York da più di dieci anni. Fa il cameraman (anche) per Sky e Mediaset. È bravissimo. Gli ho chiesto se fosse vero, come in tanti ripetevano da noi, che il diversamente carismatico Biden avesse già vinto. Lui: "No. La sua rimonta si è fermata da qualche settimana, Trump sta riconquistando tutti e mi gioco ogni cosa che vincerà l'election Day e poi parlerà di brogli sul voto postale. Non solo: qualora arrivasse la vittoria dei Dem per via del voto postale, non riconoscerà l'eventuale vittoria. E ricorrerà alla Corte Suprema, dove ovviamente c’è tutta gente sua”. Esattamente quello che è accaduto. (Non invento nulla: ho la sua nota vocale e ieri ho pure citato quello che ha detto durante la #ScanziLive). Ora: Massi è sicuramente un genio, e lo sapevo già, ma forse molti "esperti" potevano almeno telefonargli prima di sparare cazzate per mesi sui giornali e in tivù. Le elezioni 2020 hanno peraltro evidenziato l'eterna stortura di un sistema elettorale folle, contorto e un po’ ridicolo. E' vagamente anacronistica la pantomima dei 535 "Grandi Elettori", che poi votano di fatto a dicembre il Presidente degli Stati Uniti (quella degli USA è un’elezione indiretta). E' folle la suddivisione del peso elettorale dei vari Stati. E' folle il "winner takes all", ovvero chi vince in uno Stato anche solo per un voto in più prende poi TUTTI i grandi elettori in palio (tranne che in Nebraska e Maine, dove vige il proporzionale). È inaccettabile che un presidente possa divenire tale prendendo meno voti dell’altro (è accaduto anche quattro anni fa). Ed è assai contorto questo sistema tripartito andato in scena nelle ultime settimane: c'è stato il voto di ieri, ma pure il voto per posta e il voto anticipato. Questi ultimi due ritarderanno lo spoglio proprio negli Stati in bilico. Infatti l'esito di Wisconsin, Michigan e Pennsylvania lo sapremo domani e venerdì! A tutto questo, aggiungete il fatto che il voto postale è di per sé un disastro perché la posta negli USA fa schifo e molte schede sono arrivate tardi. O addirittura sono andate perdute. Una roba allucinante: siamo nel 2020, non nel far west! Biden, ennesimo candidato sbagliato dei Democratici, può ancora vincere. Per farlo, però, deve trionfare in Georgia e in uno stato tra Michigan e Pennsylvania. Oppure vincere Michigan e Wisconsin. Ma in tutti questi Stati Trump è per ora in vantaggio, lo spoglio è molto avanti e occorrerebbe che Biden stravincesse nel voto postale. Probabile, perché quel voto privilegia da sempre i democratici, ma a quel punto Trump non abbandonerà la Casa Bianca e non riconoscerà la vittoria. E accadrà di tutto. Come aveva anticipato il mio amico. Da tutto questo, sperando che Trump perda (anche un tombino fa meno danni di lui) si imparano tre cose: 1) Gli Stati Uniti sono un paese straordinario, ma di sicuro non possono insegnare a nessuno la democrazia; 2) Certi "esperti" sono affidabili come Balotelli; 3) Ogni volta che dovrò scommettere su qualcuno e qualcosa, d'ora in poi telefonerò al mio amico. (Se volete vi passo il numero) Andrea Scanzi
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novalistream · 3 years
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Le elezioni americane hanno confermato due vecchie certezze; gli americani sono cocciutamente insondabili e gli "esperti" non analizzano, ma tifano. I "politologi", quasi tutti di sinistra, speravano in Biden sulla base di un'unica considerazione: "Trump è irricevibile". Verissimo, ma questa non è un'analisi: è una speranza. È il credere che tutti gli umani la pensino come te. Se così fosse, i Pink Floyd sarebbero Imperatori della Galassia, Enrico Berlinguer avrebbe fatto il Presidente del Consiglio per secoli e Salvini sculaccerebbe - col naso - i billi della Val di Chiana. La verità è che, come quattro anni fa, molti "tromboni" non hanno capito nulla delle elezioni americane. Tre giorni fa ho telefonato a uno dei miei migliori amici. Si chiama Massimiliano Bertozzi. Vive a New York da più di dieci anni. Fa il cameraman (anche) per Sky e Mediaset. È bravissimo. Gli ho chiesto se fosse vero, come in tanti ripetevano da noi, che il diversamente carismatico Biden avesse già vinto. Lui: "No. La sua rimonta si è fermata da qualche settimana, Trump sta riconquistando tutti e mi gioco ogni cosa che vincerà l'election Day e poi parlerà di brogli sul voto postale. Non solo: qualora arrivasse la vittoria dei Dem per via del voto postale, non riconoscerà l'eventuale vittoria. E ricorrerà alla Corte Suprema, dove ovviamente c’è tutta gente sua”. Esattamente quello che è accaduto. (Non invento nulla: ho la sua nota vocale e ieri ho pure citato quello che ha detto durante la #ScanziLive). Ora: Massi è sicuramente un genio, e lo sapevo già, ma forse molti "esperti" potevano almeno telefonargli prima di sparare cazzate per mesi sui giornali e in tivù. Le elezioni 2020 hanno peraltro evidenziato l'eterna stortura di un sistema elettorale folle, contorto e un po’ ridicolo. E' vagamente anacronistica la pantomima dei 535 "Grandi Elettori", che poi votano di fatto a dicembre il Presidente degli Stati Uniti (quella degli USA è un’elezione indiretta). E' folle la suddivisione del peso elettorale dei vari Stati. E' folle il "winner takes all", ovvero chi vince in uno Stato anche solo per un voto in più prende poi TUTTI i grandi elettori in palio (tranne che in Nebraska e Maine, dove vige il proporzionale). È inaccettabile che un presidente possa divenire tale prendendo meno voti dell’altro (è accaduto anche quattro anni fa). Ed è assai contorto questo sistema tripartito andato in scena nelle ultime settimane: c'è stato il voto di ieri, ma pure il voto per posta e il voto anticipato. Questi ultimi due ritarderanno lo spoglio proprio negli Stati in bilico. Infatti l'esito di Wisconsin, Michigan e Pennsylvania lo sapremo domani e venerdì! A tutto questo, aggiungete il fatto che il voto postale è di per sé un disastro perché la posta negli USA fa schifo e molte schede sono arrivate tardi. O addirittura sono andate perdute. Una roba allucinante: siamo nel 2020, non nel far west! Biden, ennesimo candidato sbagliato dei Democratici, può ancora vincere. Per farlo, però, deve trionfare in Georgia e in uno stato tra Michigan e Pennsylvania. Oppure vincere Michigan e Wisconsin. Ma in tutti questi Stati Trump è per ora in vantaggio, lo spoglio è molto avanti e occorrerebbe che Biden stravincesse nel voto postale. Probabile, perché quel voto privilegia da sempre i democratici, ma a quel punto Trump non abbandonerà la Casa Bianca e non riconoscerà la vittoria. E accadrà di tutto. Come aveva anticipato il mio amico. Da tutto questo, sperando che Trump perda (anche un tombino fa meno danni di lui) si imparano tre cose: 1) Gli Stati Uniti sono un paese straordinario, ma di sicuro non possono insegnare a nessuno la democrazia; 2) Certi "esperti" sono affidabili come Balotelli; 3) Ogni volta che dovrò scommettere su qualcuno e qualcosa, d'ora in poi telefonerò al mio amico. (Se volete vi passo il numero) Andrea Scanzi
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niconote · 7 years
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GRAZIEGRAZIE • THANKYOUTHANKYOU•DANKEDANKE•MERCIMERCI!! Thanks to all my raisers and supporters!
GRAZIEGRAZIE • THANKYOUTHANKYOU•DANKEDANKE•MERCIMERCI!! Thanks to all my raisers and supporters!
Thanks to Riccardo Rossi, Loris Riccardi, Maurizio Marotta, David Love Calò, Fulvio Mennella, Veronica Azzinari, Catia Carla Chiti, Annamaria Carrieri, Lele Torsani, Maria Angela Perna, Pier Pierucci, Andrea Bianchi, Valentina Grilli, Federica Zacchi, Marco Magalotti, Roberta Gelpi, Charlotte Rohrhofer, Susanna La Polla, Francesco Cavalli,Edda Valentini, Paolo Bonfiglioli, Paola Proietti, Pino De Salvo, Massimo Conti, Debora Achille, Lina Prosa, Gioia Costa, Cristina Brolli, Kati Gerola, Rachel Leurini, Noretta Forlani, Giampaolo Proni, Marco Celeri, Simona Faraone, Lucia Biondelli, Rossana Ardini, Leonardo Militi, Matteo Leoni, Leonardo Fabbri, Marina Meccanica, Martina Ciavatta, Eleonora Gnot, Francesco Vincenti, Andrea Felli, Daniela Muratori, Maude Dreano, Silvano Voltolina, Agnese Marchetti, Leonardo Montecchi, Arnaldo e Mary Ciavatta, Marcella e Stefano Cicchetti, Sabrina Zanetti, Giovanni Casadei, Marco Bertozzi, Davide Montecchi,Alberto Giardini, Stefano Ferroni, Luca Simonetti, Giorgia Simonetti, Michele Orvieti, Andreas Biolinsky, Sabine Rohrhofer, Laura Gemini, Massimiliano Gardini, Andrea Compagnucci, Silvia Calderoni, Simona Diacci Trinity, Stefania Monaco, Gerald Kurdian, Daniela Nicolò,Barbara Magalotti, Roberto Baroncini, Damir Ivic, Dino Ponti, Andrea Parma, Edoardo Sanchi, Daniela Leardini, Zamira Di Carlo, Edoardo Sanchi, Clelia Tonini, Sabrina e Franco Rocchi Naddei, Giorgia e Luca Simonetti, Stefano Bernabei, Cesarina Monti, Alfredo Ferrucci, Maurizio e Viviana, Claudio Bacchelli, Gabriella Fabbri, Gabriella Pallotta, Red e Vilma, Francesca Sancisi, Demetrio Chiappa, Ciro Colonna, Giovanna Montaini, Leonardo Monti, Roberta Baldaro, Bertrand Cauchois, Carlo Mojardo, Giuseppe Vaglienti, Morgann Cantin, Piero Savio, Gianni Jasimone, Mikael Plunian and to everybody supports me in releasing this project.
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persinsala · 7 years
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Festival Inequilibrio 2017
Torna anche quest’anno e torna nella sua location storica, ovvero il Castello Pasquini di Castiglioncello, il Festival che da vent’anni anima la Costa degli Etruschi. E festeggia al meglio con prime nazionali, danza internazionale e il work in progress di uno tra i massimi esponenti del teatro italiano, Danio Manfredini. (more…)
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tmnotizie · 5 years
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SAN BENEDETTO – Un Rossini molto raffinato quello andato in scena ieri sera al Paese Alto di San Benedetto del Tronto dove il regista Paolo Santarelli ha narrato  l’opera, raccontando aneddoti su Rossini e le vicissitudini legate alla  composizione dell’opera.
Voci  rossiniane a partire dalla scelta filologica di un contralto nel ruolo di Rosina Daniela Bertozzi, affiancata dal tenore di grazia Pierluigi D’Aloia (in foto) nel ruolo di Lindoro,  Alessandro Battiato in quello di Bartolo, Luca Giorgini Basilio, Berta Chiara Mosca Proietti   e Franco Alessandrini nel ruolo di Figaro.
L’arrangiamento per Quartetto d’Archi – i docenti dell’Istituto Vivaldi (Daniela Tremaroli-Piergiorgio Troilo-Paolo Incicco ed Emiliano Finucci) che ha organizzato in collaborazione con il Comune di San Benedetto l’evento- e’ stato realizzato dal direttore d’orchestra Massimiliano Caporale.
Impeccabile l’organizzazione logistica affidata ad Eclissi Eventi , che ha trasformato la scenografica piazza Bice Piacentini in un autentico salotto musicale , come all’epoca di Rossini.
Immancabili i ringraziamenti del Sindaco Pasqualino Piunti al termine della serata, che ha sottolineato l’importanza del Paese Alto quale  cornice ideale di eventi culturali e l’importanza della musica operistica nel cartellone delle manifestazioni del Comune.
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-💃DANZA ANNA RESTA Nata a Paderborn (Germania) nel 1990, a 4 anni torna in Italia e vive per un breve periodo nella sua terra di origine: la Puglia. A 6 anni si trasferisce nelle Marche, dove risiede tutt’ora. Anna è Danzatrice, Insegnate, Coreografa, Autrice, Danza Movimento Terapeuta. È attualmente attiva tra Italia e Spagna. A 11 anni inizia i suoi studi di Danza Moderna, Modern Jazz, Danza Classica e Hip hop. Nel 2006 si avvicina al mondo del Danza Contemporanea e intraprende una formazione professionale presso Else4Motion Liceo Licos di Pavia. Studia tecnica Release, Floor work, Improvvisazione, Anatomia esperienziale, Contact improvisation, Danza Classica, Teatro Fisico. Ha studiato e seguito seminari di: Massimiliano Barachini, Simone Magnani, Nicoletta Cabassi, Giorgio Rossi, Yuval Pick, Jeremy Nelson, Ariella Vidach, Forsythe Company, Dominique Depuy, Cristina Caprioli, Simona Lisi, Brigel Gdoka, Vandekeybus, Peggy hukney, Serena Susani, Paola Valenti, Roberta Mosca, Cindy Van Acker, Elena Molon, Marco Signorile, Enrico Musmeci, Daniela Bendini, Fernando Roland Ferrer, Santu, Sponky Love, Byron. Nel 2016 viene selezionata al progetto Volcano Coreografia e complessità ideato e condotto da Simona Bertozzi e Enrico Pitozzi. Dal 2009 al 2012, danza nella Compagnia Else4Motion. Ha lavorato in qualità di insegnante di Danza Contemporanea, Hip- hop e Danza creativa in varie scuole Marchigiane, Associazioni Culturali, Cooperative,Associazioni sportive dilettantistiche e tenuto seminari e Work shop in Italia e all’estero. Dal 2009 al 2011 è vicepresidente dell’Associazione Culturale Mama Sound & Mama Dance (Fano) nell’ambito di manifestazioni musicali e danza. Nel 2012 entra a far parte del Modem Studio di Roberto Zappalà, dove conosce Alba Vergne Lopez, con cui nel 2013 crea la Compagnia Impronta Dansa che opera tra Italia e Spagna. Debuttano con lo spettacolo “Dal Niente...De Nada” al Teatro Comunale di Dozza (BO), che in seguito viene presentato in vari spazi e festival di danza in Italia e in Spagna. Nello stesso anno, collabora con la Compagnia Spagnola El Retablo, operando nel settore teatro per ragazzi. Da vari anni collabora con le band Anime Libere e http://ift.tt/2hCpYJa
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tmnotizie · 5 years
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di Stefania Mezzina
SAN BENEDETTO – Domani sera, sabato 17 agosto, in Piazza Bice Piacentini, nel Paese Alto di San Benedetto del Tronto (in caso di pioggia lo spettacolo si svolgerà presso il Teatro Concordia),  continua il viaggio culturale voluto dal Comune di San Benedetto del Tronto, che vede l’esecuzione dell’adattamento per voci soliste, quartetto d’archi e pianoforte di una delle più celebri ed eseguite opere del grande compositore marchigiano Gioachino Rossini,  “Il Barbiere di Siviglia”.
Arriva dopo il successo de la “Tosca” di Puccini nell’agosto 2016, della “Vedova Allegra” di Lehar  e la “Traviata” di Verdi ad agosto e dicembre 2017,  della “Carmen”di Bizet e de “La Bohème” di Puccini ad agosto e dicembre 2018,
L’evento è curato nell’organizzazione artistica dall’Istituzione Musicale Antonio Vivaldi,  in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura del Comune, l’associazione “Incontri d’Opera” ed “Eclissi Eventi”.
Nel ruolo di Figaro ci sarà il baritono Franco Alessandrini, di Rosina il soprano Daniela Bertozzi, del Conte di Almaviva il tenore Pierluigi D’Aloia, di Don Bartolo il basso Alessandro Battiato, di Don Basilio il basso Luca Giorgini e di Berta il soprano Chiara Mosca Proietti.
Le musiche saranno eseguite dal Quartetto d’archi “Antonio Vivaldi” (Piergiorgio Troilo e Paolo Incicco violini, Emiliano Finucci viola, Daniela Tremaroli violoncello e direzione artistica); al pianoforte dal maestro concertatore e revisore della partitura Massimiliano Caporale.
Adattamento, narrazione, costumi (tutti rigorosamente originali) e regia a cura del musicologo Paolo Santarelli, il quale accompagnerà il pubblico nella vicenda storico-musicale introducendo i vari momenti dell’opera.
I biglietti, del costo di 10 euro, possono essere acquistati in prevenditapresso il Caffè Florian a San Benedetto del Tronto, online su circuito Ciao Tickets (info cell. 3924450125 – 0733865994) ed in tutti i punti vendita convenzionati.
 Si potranno, comunque, acquistare anche lo stesso giorno dello spettacolo, dalle ore 18 in avanti, presso il botteghino di Piazza Piacentini, Paese Alto di San Benedetto del Tronto.
L’evento arriva dopo il grandissimo successo di pubblico e di critica di“Armonie in Controluce”,  il concerto eseguito all’alba di giovedì 15 agosto, che ha visto partecipare alla Beach Arena oltre mille spettatori.
La Trama dell’Opera
Il Barbiere di Siviglia è un’opera in due atti di Gioachino Rossini su libretto di Cesare Sterbini,  tratto dalla commedia omonima di Beaumarchais. Il titolo originale dell’opera era “Almaviva, o sia l’inutile precauzione”.
Prima di Rossini,  Giovanni Paisiello aveva messo in scena il suo Barbiere di Siviglia nel 1782 (dieci anni prima della nascita di Rossini), riscuotendo un grande successo. Rossini in realtà non aveva nessuna responsabilità sulla scelta del soggetto; fu infatti decisione dall’impresario del teatro Argentina di Roma, il duca Francesco Sforza Cesarini  che voleva commissionare un’opera per l’imminente carnevale. A quei tempi qualsiasi rappresentazione doveva essere autorizzata dalla censura pontificia e venne appositamente scelto il rodato soggetto de “Il barbiere di Siviglia”, che fu subito approvato.
L’opera narra la storia del Conte d’Almaviva che è innamorato della bella Rosina che però vive con Don Bartolo che ne amministra il patrimonio. Don Bartolo vuole evitare che il conte si dichiari a Rosina perché vorrebbe sposarla lui stesso, così da accaparrarsi il patrimonio.
Figaro il barbiere della città, aiuta il conte suggerendogli di corteggiare Rosina spacciandosi per un giovane soldato ubriaco, Lindoro in modo da non destare i sospetti del tutore della ragazza. Rosina dopo una serenata di Lindoro, se ne innamora.
Intanto il maestro di musica di Rosina, Don Basilio riferisce al tutore della ragazza il sospetto che il conte possa essere in città e gli suggerisce di calunniarlo per evitare che Rosina se ne innamori. Dopo una serie di accadimenti e un nuovo travestimento del conte sempre suggerito da Figaro, finalmente i due innamorati riescono a sposarsi.
La prima rappresentazione ebbe luogo il 20 febbraio 1816 al Teatro Argentina a Roma e terminò fra i fischi. Il clima generale era di totale boicottaggio, dovuto ai sostenitori della versione dell’opera di Paisiello. Già dalla seconda recita, il pubblico acclamò l’opera di Rossini, portandola ad oscurare la precedente versione di Paisiello e diventando una delle opere più rappresentate al mondo.
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tmnotizie · 5 years
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SAN BENEDETTO – Un ponte di Ferragosto all’ insegna della musica classica e dell’ Istituto Musicale Vivaldi. Due appuntamenti di grandissimo spessore artistico-culturale che faranno di San Benedetto la capitale dei classici e delle romanze.
“Eventi di altissimo livello culturale –è l’assessore Annalisa Ruggieri che parla- che vanno a completare un’ estate estremamente importante per l’amministrazione comunale. A luglio ci sono stati grandi eventi ed ora chiudiamo con un agosto di rilievo. Fondamentale è stata la collaborazione con gli enti e le associazioni che hanno permesso l’allestimento di un cartellone assolutamente di prestigio. Siamo convinto, poi, che piazza Bice Piacentini e piazza Dante siano strategici sia per gli incontri che per la cultura. A Ferragosto e sabato 17 offriremo a cittadini e turisti due spettacoli di rilevanza nazionale”.
Si inizia la mattina di Ferragosto alle ore 5.30 con il suggestivo concerto all’ Alba “Armonie in Controluce” che si terrà sulla battigia antistante la Beach Arena. Si esibirà il Quartetto d’Archi Antonio Vivaldi che eseguirà alcune delle più celebri composizioni di Bach, Mozart, Rossini e Vivaldi.
“Tra i brano previsti –dice Daniela Tremaroli-ci sono le celeberrime e virtuosistiche Quattro Stagioni di Vivaldi, la primavera e l’estate in una versione per quartetto d’archi e l’ overture del Barbiere di Siviglia. Poi chiuderemo con Nuttate de luna. Il concerto inizierà poco prima del sorgere del sole per consentire al pubblico di seguire con un sottofondo magico  il passaggio dall’ oscurità alla luce”.
Il Quartetto d’ Archi “Antonio Vivaldi” è composto da affermati concertisti ed insegnanti locali. Piergiorgio Troilo e Paolo Incicco (violini), Emiliano Finucci (viola) e Daniela Tremaroli (violoncello).
L’evento e promosso dal comune di San Benedetto-Assessorato alla cultura con la collaborazione artistica dell’ Istituzione Musicale Antonio Vivaldi presieduto da Francesco Romano con le consigliere Claudia De Angelis e Lorella Di Sante. Tra le novità di questa edizione la possibilità di raggiungere gratuitamente la Beach Arena con l’ Open Bus (dalle 4.30 con ritorno alle 7.30). Al termine del concerto il Caffè del Marinaio offrirà in omaggio la colazione a tutto il pubblico presente.
Sabato 17 agosto, invece, gli amanti della musica classica si sposteranno tutti in piazza Bice Piacentini al Paese Alto per il Barbiere di Siviglia di Gioachino Rossini. Anche questo evento è curato dall’ Istituzione Musicale Vivaldi in collaborazione con l’assessorato alla cultura, l’ associazione Incontri d’opera ed Eclissi Eventi.
Nel ruolo di Figaro il baritono Franco Alessandrini, Rosina sarà interpretata dal soprano Daniela Bertozzi, il Conte di Almaviva dal tenore Pierluigi D’Aloia, Don Bartolo dal basso Alessandro Battiato, Don Basilio dal basso Luca Giorgini e Berta dalla soprano Chiara Mosca Proietti. Le musiche saranno eseguite dal Quartetto d’Archi del Vivaldo (Piergiorgio Troilo, Paolo Incicco. Emiliano Finucci e Daniela Tremaroli) con al pianoforte il maestro concertatore e revisore della partitura Massimiliano Caporali. Adattamento, narrazione, costumi tutti rigorosamente originali e regia sono a cura del musicologo Paolo Santarelli che accompagnerà il pubblico nella vicenda storico-musicale introducendo i vari momenti dell’ opera.
“Come istituzione musicale Vivaldi –afferma Claudia De Angelis– abbiamo cercato di dare il massimo per la nostra città con questi due eventi. Già stiamo lavorando per il prossimo anno e sono già in programma alcune novità di rilievo. Dopo l’estate ci incontreremo con l’amministrazione comunale per mettere a punto il cartellone invernale”.
I biglietti per il Barbiere di Siviglia possono essere acquistati al prezzo di 10 euro presso il Caffè Florian, online sul circuito Ciao Tickets, nei punti vendita della zona ed anche il giorno dello spettacolo dalle ore 18 presso il botteghino in piazza Bice Piacentini.
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tmnotizie · 5 years
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FERMO – Sabato 11 maggio alle ore 18 prende il via la nuova stagione espositiva del TOMAV – Torre di Moresco Centro Arti Visive con Nulla che non sia ovunque, personale di Luca Piovaccari a cura di Milena Becci.
La caratteristica torre eptagonale, sede del TOMAV, ospita dalla fine del 2010, con la direzione artistica di Andrea Giusti, proposte artistiche e culturali che si presentano sui quattro piani della costruzione risalente al XII secolo e ubicata nel centro storico del piccolo borgo marchigiano di Moresco.
Il Centro Arti Visive inaugura sabato 11 maggio la sua nona stagione espositiva accogliendo le opere fotografiche di Luca Piovaccari e presentando un nuovo format dal titolo TAW_TOWERARTWEEKEND che prevede un’unica apertura di due giornate, nel weekend appunto, della mostra. Nulla che non sia ovunque spalancherà quindi le porte della stagione espositiva sabato 11 e domenica 12 maggio con una sorta di flash show in cui, oltre alla visione delle opere, sarà possibile godere della presenza dell’artista che parlerà al e con il pubblico della propria ricerca, costituendo un valore aggiunto fondamentale nella costruzione di una relazione diretta tra i visitatori e l’arte contemporanea.
Luca Piovaccari rintraccia l’eccezionale ed eroico vivere quotidiano nel mito delle cose di tutti giorni inseguendo la poetica dell’insignificante nello sguardo che si posa su ciò che ci sta intorno, dal pezzo di terra al ciuffo d’erba che cresce nell’asfalto. Nulla che non si possa trovare ovunque, scrive Piovaccari, ma anche l’attenzione verso i margini che possono diventare un cosmo.
Ricorda, attraverso lo scatto fotografico, autori come Luigi Di Ruscio, marchigiano di Fermo, a cui idealmente ha pensato per costruire questo suo intervento al TOMAV di Moresco. […] Nulla che io non abbia in un altro/ e che un altro non abbia in me […] scrive il poeta: vincere paure e diffidenze verso l’altro significa trasformare il mondo in un posto migliore e mutare un luogo insignificante in un posto meraviglioso attraverso un semplice scatto diventa magia.
Nulla che non sia ovunque vorrà rappresentare questa visione, questa volontà di convertire il margine in centralità attraverso lavori che riorganizzano lo sguardo, paesaggi interiori su acetati trasparenti e a toni spesso monocromi.
L’esaltazione della poetica della fragilità si esterna nella fotografia in bianco e nero per mezzo di pellicole sovrapposte che hanno il sapore dell’ignoto e si svelano delicate dal primo all’ultimo piano della torre che ospita il Centro Arti Visive ricollegandosi alla natura circostante.
Nulla che non sia ovunque di Luca Piovaccari a cura di Milena Becci inaugura sabato 11 maggio alle ore 18 e sarà visitabile anche domenica 12 maggio dalle ore 18 alle ore 20.
Luca Piovaccari è nato a Cesena nel 1965. Dopo gli studi inizia a muovere i primi passi espositivi nella città di origine paterna Forlì, in un’ esposizione del 1993 a Palazzo Albertini intitolata Forlìarte, una rassegna dedicata ai giovani artisti a cura di Vittoria Coen e Gilberto Pelizzola. La pratica del disegno comincia molto presto a “gareggiare” con la fotografia, attraverso virtuosismi e rimandi visivi, dando luogo a spaesanti viaggi interiori.
Nel pieno degli anni ‘90 Piovaccari lavora già su grandi immagini fotografiche in cui rappresenta volti e paesaggi e spesso su acetati trasparenti e a toni monocromi. In questi anni continua la sua ricerca attraverso uno sguardo che penetra nella solitudine del paesaggio e nella malinconia del quotidiano.
Nel 1997 espone al Premio Trevi Flash Art Museum, alla mostra Aperto Italia, sempre a Trevi, e a Realismo Italiano, Collezioni Nordstern. Alcuni suoi lavori entrano a fare parte della collezione AXA. Sempre nel 1997 espone a Ezra Pound e le Arti, rassegna presentata da V. Scheiwiller al Palazzo Bagatti Valsecchi di Milano e partecipa all’ottava edizione della Biennale del Mediterraneo, Alta marea, per giovani artisti presso lo spazio Adriano Olivetti di Ivrea. Nel 2000 espone all’ Istituto di Cultura Italiana di Berlino per la mostra Formae con presentazione di Maurizio        Cecchetti e Andrea Beolchi.
Nel 2001 prende parte alla   mostra Il nuovo paesaggio in Italia a cura di M. G. Torri, presso lo Spazio Electra di Parigi, e a Sui Generis, al PAC di Milano. Presentato da Sabina Ghinassi prende parte alla mostra 8 artisti, 8 critici, 8 stanze, curata da Dede Auregli e Peter Weiermair, alla Galleria d’Arte Moderna Villa delle Rose di Bologna. Nel 2002 è presente a Outdoor – Italian artists in Germany, a cura di Lorella Scacco, Kunst und Kulturverein, Aschersleben. Nel 2003 partecipa alla grande mostra Alto impatto ambientale a cura di Marinella Paderni ai Chiostri di S. Domenico a Reggio Emilia.
Nel 2004 viene organizzata una personale di sole fotografie a Foto encuentros 2004 nella città spagnola di Murcia, dal titolo Paisajes de los confines. Nel 2005 a Milano partecipa al Premio Cairo presso il Palazzo della Permanente. Prende parte alla XIV Quadriennale d’ Arte ANTEPRIMA al Palazzo della Promotrice a Torino e al 55° Premio Michetti al Museo di Palazzo S. Domenico a Francavilla al Mare. Di seguito è invitato a Più opere al Mar di Ravenna, Le nuove acquisizioni del Museo, a cura di Claudio Spadoni.
Partecipa anche al Premio Maretti alla Galleria d’Arte Moderna nella repubblica di S. Marino e al Premio Lissone a cura di Luigi Cavadini presentato da Claudio Spadoni al Museo d’Arte Contemporanea di Lissone. A Mestre è invitato da Alberto Zanchetta e Lara Facco a OPEN SPACE, al Centro Candiani. Nel 2007 espone ad ALLARMI 3, rassegna curata da Cecilia Antolini, Ivan Quaroni, Alessandro Trabucco e Alberto Zanchetta alla Caserma De Cristoforis di Como. Partecipa alla grande mostra ricognitiva su La nuova figurazione italiana dal titolo To be continued a cura di Chiara Canali, alla Fabbrica Borroni di Bollate (MI).
Nel 2008 è invitato da Valerio Dehò al Premio Termoli. Nel 2009 espone alla Galleria d’Arte Moderna di San Marino dove è presente per la mostra Plenitudini curata da Alberto Zanchetta. Nel 2010 alla Fondazione Pomodoro di Milano partecipa a Still a live, un progetto di Ugo Pastorino e Giuseppe Maraniello. Nel 2011 invitato da Gianluca Marziani presso la Fondazione Rocco Guglielmo, nel Complesso monumentale Del San Giovanni a Catanzaro, partecipa a La costante cosmologica. In occasione della 54° Esposizione d’arte di Venezia è invitato al Padiglione Regionale dell’ Emilia Romagna presso i Chiostri di San Pietro a Reggio Emilia.
Nel 2012 partecipa a Selvatico spore due E bianca, a cura di Massimiliano Fabbri alle Pescherie della Rocca di Lugo. Nel 2015 Close – UP – Il primo piano sulla pittura Italiana è la ricognizione a cura di Gianluca Marziani che lo vede coinvolto nelle bellissime sale storiche di Palazzo Collicola a Spoleto. Presso Casabianca, Zola Predosa di Bologna, partecipa ad un progetto di Gino Giannuizzi: Casabianca – Disseminazioni. Germinal è la mostra collettiva a cui partecipa, un progetto sotto la direzione artistica di Roberta Bertozzi nelle sale del Palazzo Don Baronio di Savignano.
Del 2015 il progetto con l’artista Federico Guerri a cura di Marisa Zattini Fragilitas mortalis per il centenario dalla morte del letterato cesenate Renato Serra, nella casa museo di Cesena, progetto che verrà in seguito ospitato con un’esposizione nel 2016 alla Maison de l’Union Européenne in Lussemburgo. Nel 2017 le personali al palazzo Ducale di Massa, Rivoluzioni, con la presentazione di Alberto Zanchetta, e al Far, Palazzo del Podestà di Rimini, La stagione del disincanto a cura di Giancarlo Papi; poi le collettive Five years alla galleria Montoro 12 a Roma e Mias Mid-career Italian artists alla galleria Giampiero Biasutti di Torino.
Nel 2018 al MAC di Lissone una personale a cura di Alberto Zanchetta intitolata Ascolta il tuo respiro; sempre al MAC partecipa alla mostra Ixion dove vengono esposti i lavori delle nuove acquisizioni del Museo. In Slovenia tiene una personale, Fragile levità, durante il Festival Art Stays e alla galleria Mesta di Ptuj partecipa alla collettiva omaggio al fotografo Stjan Kerbler curata da Dusan Fiser. Partecipa ala terza edizione della Biennale del Disegno di Rimini a cura di Massimo Pulini dal titolo Visibile Invisibile Desiderio e Passione.
A Cesena una bipersonale con Verter Turroni per la rassegna ViePeriferiche negli spazi di Cristallino in Corte Zavattini a cura di Roberta Bertozzi. Ad inizio 2019 partecipa alla collettiva Assonances, curata da Giovanna Sarti, negli spazi dell’Alliance Française a Bologna, evento collaterale di Art City.
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