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#ma sono limitata dal mio gusto personale
mossmx · 3 months
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premesso che non odio il Sud, adoro i dialetti, ecc. gente io letteralmente dall'anno scorso ho ascoltato più di 150 volte MOSTRO di gIANMARIA, non potete chiedermi se mi piace una canzone rap XD non voglio mentire
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lamilanomagazine · 1 year
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Irene Grandi a Roma per presentare "IO in Blues", l'album live in edizione limitata
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Irene Grandi a Roma per presentare "Io in Blues", l'album live in edizione limitata. Mentre continua il suo tour nazionale che il prossimo 6 maggio la porterà sul palco del Teatro Alighieri di Ravenna, Irene Grandi annuncia un appuntamento speciale domenica 16 aprile a Roma in occasione del Music Day all’Hotel Mercure Roma West per il firmacopie dell’album “IO in Blues Live” edito da Cimbarecord in tiratura limitata (ore 15,30). L’album raccoglie 13 brani registrati dal vivo durante il tour del 2022 e comprende, oltre a diversi standard internazionali rivisitati in chiave blues, anche importanti successi della cantante, tra cui “Prima di partire per un lungo viaggio”, “La tua ragazza sempre” e “Se mi vuoi”. Pensato per i fan e per i collezionisti musicali, il doppio vinile di “Io in blues live” non sarà in vendita nei negozi di dischi e non sarà disponibile sulle piattaforme di streaming digitale, ma potrà essere acquistato il 16 aprile durante l’evento al Music Day romano, in cui il pubblico avrà anche l’opportunità di incontrare l’artista e far autografare la propria copia. L’album può essere anche pre-ordinato sul sito ufficiale della Cimbarecord www.cimbarecord.com e acquistato online dalla fine di aprile. Parlando dell’album e dell’iniziativa di Cimbarecord, Irene Grandi ha dichiarato: "Realizzare questo progetto prima come concerto e poi con un disco in vinile registrato live è stata un’esperienza eccezionale. Nel disco si respira il mio entusiasmo nell’interpretazione e nel contatto con il pubblico e la libertà dei musicisti che si lanciano in frasi improvvisate e dinamiche mosse. Cantare canzoni di artisti che amo e che mi hanno forgiato mi continua a ispirare. Credo sia fortificante ritrovare le origini, sentire che il passato ha messo radici dentro di me ed è parte del mio presente". Insieme a Fabrizio Morganti alla batteria, Piero Spitilli al basso, Max Frignani alla chitarra, Pippo Guarnera all’organo Hammond e Saverio Lanza alla produzione artistica ritroviamo i nostri momenti di eterno suonando e divertendoci con la freschezza di chi si affaccia alla musica che li ha fatti innamorare. Con un excursus dagli anni ’60 (Otis Redding, Willie Dixon) ai ’70 (Etta James, Buffalo Springfield , The Doors) agli ’80 (Tracy Chapman, Sade) fino agli artisti italiani che hanno amato il blues (Pino Daniele, Lucio Battisti e Mina) per giungere ai miei brani più conosciuti, si percorre un viaggio nelle sfumature del blues, attraverso il contributo di artisti straordinari che hanno influenzato la musica di oggi, ma soprattutto il mio gusto, la mia formazione e il colore della mia voce. “IO in Blues” è l’atto d’amore di una delle più importanti cantanti italiane ad alcuni dei più carismatici artisti internazionali e italiani che hanno reso, direttamente o indirettamente, immortale un genere che è alla base di tutta la musica moderna che conosciamo; lo troviamo nel soul e nel rap, nel jazz e nel rock, nel funk, ovunque. Il Blues è una madre che tutti accoglie e tutti ama, indistintamente.Etichette come la Stax, la Alligator e altre ancora, hanno prodotto un’autentica rivoluzione, in un periodo nel quale la segregazione sociale, e dunque culturale, era la regola. “IO in Blues” è anche un tributo appassionato alle radici di Irene, alla sua formazione musicale e alle prime esperienze sul palco, nelle quali ha ottenuto un imprinting che ha poi sviluppato in uno stile personale e riconoscibile. Dunque un concerto, un viaggio, fatto di brani che attraversano un arco temporale che va dagli anni ’60 fino ai ’90, canzoni che sono blues nell’anima e nell’ispirazione: Etta James, Otis Redding, Willie Dixon, Tracy Chapman, Sade, ma anche Pino Daniele, Lucio Battisti, Mina, e alcuni brani di Irene, riarrangiati in chiave rock-blues.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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gloriabourne · 3 years
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Cosa ne pensi del cambiamento dei palazzetti in teatro? Cioè indubbiamente è una buona soluzione momentanea per compensare la capienza che non sarebbe stata massima nei palazzetti, ma come cosa in se, cosa pensi di tutta l'organizzazione, della questione biglietti, posti assegnati, date che non sono più le stesse e molti non potranno andarci ecc... Sto leggendo già molti commenti di disapprovazione, non per i teatri in se, ma per la gestione del tutto...
In realtà per me è molto più conveniente la soluzione del teatro, ma ci tengo a precisare che parlo esclusivamente per me e basandomi sul mio gusto personale.
Per quanto mi riguarda il teatro Colosseo di Torino è una scelta che io preferisco a qualsiasi altra location perché ho già assistito a dei concerti in quel teatro e so che l'acustica è molto buona e che la visuale è ottima praticamente da qualsiasi punto del teatro.
Nei palazzetti non è così. Non tanto per una questione di acustica - che è ovviamente diversa dal teatro ma comunque buona - ma più che altro per una questione di visuale. Io ad esempio scelgo sempre il posto seduta perché essendo molto bassa non mi trovo a mio agio nel parterre, sia perché per poter vedere un minimo dovrei essere in prima fila e per essere in prima fila dovrei andare a fare la coda giorni prima (cosa che a quasi 30 anni non sono più disposta a fare perché sono vecchia per certe cose 😂), ma soprattutto perché avere tante persone attorno - ovviamente più alte di me - mi scatena una sensazione di panico. Mi sento chiusa, schiacciata... Non fa proprio per me.
I posti seduta nei palazzetti però non sempre garantiscono una buona visibilità. Anzi!
Sempre parlando per esperienza personale e quindi riferendomi al Pala Alpitour di Torino, per vedere qualcosa di ciò che accade sul palco conviene stare ai lati (primo o secondo anello non cambia molto) il più possibile vicino al palco. Ma questo significa avere una visuale limitata proprio perché si è ai lati.
Per avere una visione frontale bisogna stare ovviamente più lontani e il Pala Alpitour è un palazzetto molto grande, quindi si rischia di non vedere nulla.
Per il concerto di Ermal a me era stato regalato un biglietto in tribuna laterale non troppo vicino al palco, questo significa che nel momento in cui io confermerò la mia presenza sul sito che è stato indicato e mi verrà assegnato il nuovo posto all'interno del teatro sarà comunque un posto migliore di quello che avevo al palazzetto.
Ti faccio un esempio pratico: nel 2019 sono stata al Forum di Assago per il concerto di Fabrizio e poi, sempre per il concerto di Fabrizio, al teatro Colosseo. Il concerto è stato praticamente identico, la scaletta era la stessa, ma ho preferito quello in teatro nonostante l'acustica del teatro non fosse adatta a quel tipo di concerto. E questo perché al Forum di Assago ero distante e praticamente non lo vedevo il palco, in teatro ero in una delle prime file della galleria (quindi comunque non vicina al palco) e vedevo tutto perfettamente.
Ovviamente la questione posti è un interrogativo. Qualsiasi metodo utilizzeranno per la riassegnazione non sarà giusto.
Se saranno riassegnati basandosi sul prezzo del biglietto chi ha preso il parterre e quindi ha pagato meno, in teatro si ritroverebbe in ultima fila. Chi invece ha preso la tribuna laterale potrebbe trovarsi in platea. E ovviamente non sarebbe giusto.
Ma non sarebbe giusto nemmeno riassegnare i posti in base alla visibilità, perché in quel modo chi ha preso il parterre a 35€ si ritroverebbe in poltronissima dove di solito i biglietti sono intorno ai 70/80€.
Insomma, alla fine le lamentele ci saranno sempre ed è anche giusto. Io non mi lamento solo perché il biglietto mi è stato regalato e quindi non ho tirato fuori io i soldi, e perché so che qualsiasi posto mi venga dato sarà migliore di quello che avrei avuto al palazzetto.
La cosa che però onestamente mi fa un po' girare le palle che non ho, è che da quello che ho capito le nuove vendite e le conferme di chi ha già il biglietto apriranno alla stessa ora. Cosa che trovo veramente scorretta. Bisognava lasciare un paio di giorni di tempo per chi aveva già il biglietto in modo da confermare e poi aprire le altre vendite. Altrimenti si rischia che chi ha già un biglietto rimanga senza posto, perché magari ci sono state tante nuove vendite.
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weirdesplinder · 5 years
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Rassegna racconti di Natale:
Il mio secondo racconto per accompagnarvi al Natale si intitola VIGILIA ALL’OLTREMONDO, quindi mi sembrava appropriato pubblicarlo proprio per la VIgilia di Natale.
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Se qualcuno mi avesse detto che, dopo la mia morte, sarei diventata direttrice del personale di un albergo extralusso, lo avrei preso per pazzo e mandato all'inferno, senza mezzi termini. Chi non l'avrebbe fatto? Nessuno, che io sappia almeno, crede che l'aldilà sia paurosamente simile alla città di Las Vegas: pieno di hotel a cinque stelle e intrattenimenti vari. Invece è proprio così. Non spaventatevi. Non dico che l'altromondo sia una delusione. No. E' fantastico credetemi, ma molto diverso da quello che immaginate. Prima di tutto scordatevi i classici concetti di Inferno e Paradiso. Quando morirete non andrete né nell'uno, né nell'altro. Finirete in una specie di Limbo, se così lo possiamo chiamare, fatto di alberghi dal lusso sfrenato e ogni tipo di passatempo mai inventato dall'uomo: teatri di ogni genere, campi da gioco dedicati a tutti gli sport. Non manca nulla. Ve lo giuro. E visto che io qui nel Limbo ci lavoro, lo so bene. Qui le anime se la spassano, coccolati da personale specializzato, che le aiuterà a capire dove vogliono andare una volta che decideranno di passare oltre. Potranno scegliere di ascendere verso le alte sfere angeliche, dove il dovere e la morale la fanno da padrone insieme ai valori tipo la generosità, l'altruismo e cose simili; oppure di discendere nei lussuriosi sotterranei demoniaci, dove i vizi vengono perpetuati con vigore e dove l'egoismo e l'edonismo dominano ogni giornata. Niente punizioni o cose simili, entrambi i luoghi sono piacevoli e se, dopo un po', un anima si stanca o si annoia può sempre scegliere di rinascere, o diventare un agente demoniaco o angelico e cercare di guidare gli umani durante le loro vite terrene o ultraterrene. Ci sono poi alcune rarissime anime, come me, che, eternamente indecise, decidono di non passare oltre, ma scelgono di restare nel limbo. Perché scegliere tra notti di piacere e sane scampagnate con gli amici se si possono avere entrambe le cose? A me piace la varietà e non voglio precludermi nessuna strada. Sono stata talmente irremovibile nella mia non-scelta che gli agenti superiori di entrambe le parti (sì intendo quello che voi umani erroneamente chiamate Dio e il Diavolo), visto che sembrava sarei rimasta per sempre nel Limbo hanno deciso di sfruttare la mia presenza per i loro fini. Mi hanno gentilmente ordinato di rendermi utile, e mi sono ritrovata così a lavorare in uno degli hotel più grandi e di pregio del Limbo, al fianco di agenti demoniaci e angelici, come direttrice del personale. Il fatto che io sia imparziale e non appartenga a nessuna delle due fazioni, dovrebbe aiutarmi nelle mie mansioni, ma in realtà, tenere a bada un personale composto da persone che nei giorni buoni non si sopportano, non è proprio una passeggiata. Una cosa è certa: non mi annoio mai. L'albergo in cui lavoro è veramente uno splendore. Si chiama Oltremondo (niente battute prego), conta più di cinque milioni di stanze, diecimila casinò, trentaseimila piscine, campi da tennis, teatri... Non vi sto prendendo in giro, qui stiamo parlando in termini di aldilà vi ricordo, le anime dei morti sono tante! Io mi occupo solo di un'ala di questo albergo, non sono che una di cinquantamila direttori del personale. Ma non voglio annoiarvi coi dettagli. Lasciate invece che vi presenti le figure chiave del nostro resort, o meglio dell'ala beta dell'albergo, quella di mia competenza. Ogni ala ha due direttori: uno angelico e uno demoniaco. I miei direttori sono l'angelica Lunar, e il demoniaco Alex. Come descrivervi Lunar? Una giovane biondina slavata, molto magra, ma anche molto competente. Perennemente abbigliata in completi pantalone blu. Ama osservare ogni più piccola mossa degli ospiti dalla stanza dei monitor di sicurezza. Ha l'ossessione di dover sempre avere tutto sotto controllo. Alex invece è uno stupendo esemplare maschile alto due metri, palestrato, con capelli  e occhi neri come la notte e un'abbronzatura ambrata perenne. Leggermente più rilassato di Lunar, ogni tanto si lascia andare, ma non lasciatevi ingannare anche lui in fondo è un maniaco del controllo. Io invece sono Kate. Dimostro circa trent'anni, ma sono morta nei ruggenti anni '20. Sono di statura media e abbastanza magra da non poter essere considerata grassa secondo nessuno standard. Sono simpatica, gioviale e ho un bellissimo carattere. Dimenticavo, attualmente sono nei guai fino al collo.   Non che io abbia fatto nulla di male o di sbagliato. Ma i miei direttori sembrano esserne convinti. Lunar mi ha convocato nel suo ufficio e lì a tendermi un agguato c'era anche Alex. Mi fissano alteri da dietro la scrivania... Ok, Lunar è altera, Alex sembra più che altro infuriato. Se aggrottasse ancora di più la fronte i suoi occhi scomparirebbero. Per fortuna è Lunar che dà inizio alle danze -Kate questo è un hotel serio e rispettato. Non vogliamo che il nostro buon nome venga macchiato dalle tue azioni. Il decoro è importante, credevo che tu lo capissi. Ho gioito troppo presto, Alex sbatte un pugno sul tavolo e decide di intervenire -Al diavolo il decoro ciò che ha fatto è renderci ridicoli agli occhi degli altri hotel e del pubblico! Siamo degli zimbelli ormai! Ti rendi conto? -Ma io…-inizio a dire solo per essere interrotta da un imbestialito Alex -Ma tu cosa? cosa credevi di fare? Quella tua minuscola testolina non è arrivata a comprendere le conseguenze del tuo gesto? Quando è troppo è troppo -Hei ! Non c’è alcun bisogno di offendere! -C'e'   bisogno eccome! Lunar cerca di frenarlo - Alex per favore, Kate ha ragione su questo punto, non c'è ragione di lasciar volare parole grosse. Rimedierà a quello che ha fatto, riportando l’hotel alla sua solita e immacolata immagine e riterremo la faccenda chiusa. Ma sapete come gli uomini non vogliano mai e poi mai cedere in una discussione, anche se si rendono conto di essere torto, e Alex, seppur morto, è comunque un uomo -Parla per te santarellina! Io non dimentico di essere stato preso in giro dal direttore dell’ala alfa. Mi ha chiamato Elfo di Babbo Natale ti rendi conto?! Questa discussione sta diventando ridicola -Ma insomma si può sapere qual è il problema? Io mi sono limitata a decorare l’albergo in tema natalizio quest’anno, non ci vedo nulla di male. Il volto di Alex sta assumendo ormai una tonalità rossastra -Nulla di male. Ma la senti? No dico…la senti? Magari se insisto scoppia -Quale male può mai fare qualche piccola ghirlanda? Alex sta per aggredirmi fisicamente, ma Lunar lo blocca per un braccio -Kate qui non stiamo parlando di qualche piccolo addobbo, hai sistemato nella hall un albero di Natale talmente grande da intralciare il passaggio e toccare il soffitto. Ogni più piccolo centimetro è occupato da neve finta, elfi e aiutanti di Babbo Natale in marmo, babbi di natale gonfiabili svolazzano ovunque e si arrampicano ovunque da scale o liane! E poi ci sono festoni, ghirlande, calessi con renne luminose! Non abbiamo più spazio per muoverci o respirare. -Non ci serve respirare siamo morti!-insisto. Il sospiro di Lunar, così come il fatto che si tenga la radice del naso tra pollice e indice, è segno che  sto esasperando persino lei   -Appunto Kate, siamo morti. Le anime che arrivano qui non hanno più il senso del tempo e non devono sentirsi ancora legate agli usi terreni. Non devono provare nostalgia per la loro vita passata, ma proprio il contrario. Noi vogliamo la dimentichino e si godano l’aldilà con tutte le sue scelte. Incrocio le braccia e cerco di esprimere il più chiaramente possibile la mia disapprovazione -Voi volete solo che scelgano di passare nella vostra fazione! -Certo!- sbotta Alex alzando le braccia - e rendere ridicolo l’albergo, caricandolo di queste... queste scempiaggini, non ci aiuta di certo! So che è inutile ma cerco di fargli capire il mio punto di vista -Ma il Natale è una festa divertente e piena di calore. Ai nostri ospiti piacerà l’atmosfera ne sono sicura. -In piccole dosi, forse - afferma Lunar con poca convinzione - ma non ne possono più Kate. Proprio stamattina un cliente si è lamentato che non vuole più pudding a mattina, pranzo e cena. Gli viene a nausea! Alex annuisce -E sai cosa è successo ieri a Cristie?  Mentre intratteneva un cliente nella sua stanza da letto, giunti al momento cruciale, è crollato loro addosso un pupazzo di neve gigante che stava appeso al soffitto! Lui era già dentro di lei e Cristie muovendosi gli ha fratturato il pene! Ti rendi conto? Che cosa mi tocca sentire -Nel caso quel cliente non lo sapesse siamo morti ok, i nostri corpi ci sembrano veri ma non lo sono. Proviamo dolore, ma ogni ferita si rimargina subito, perciò  non vedo il problema! -Parli bene, tu non hai un pene non hai idea del dolore e dell’indegnità di farsi trovare così da noi che poi siamo accorsi a vedere cosa causava tutte quelle urla! Per non parlare del fatto che ora lui farà una cattiva pubblicità alle mie ragazze! Le mie escort sono le migliori di tutto il Limbo e ora finiranno per essere ridicolizzate! E per cosa poi? Per un fottuto pupazzo di neve? Lunar per fortuna lo interrompe -Alex perché devi sempre cadere nella volgarità? Abbiamo già detto che Kate rimedierà al suo errore, non occorre aggiungere altro. Che ingiustizia -Ma devo proprio eliminare tutti gli addobbi? -No, qualche piccolo tocco di festività puoi mantenerlo se vuoi, ma con moderazione e soprattutto con gusto.- sospira Lunar. Alex riprende immediatamente ad urlare -E hai il coraggio di parlare di gusto con lei? Ma se porta ancora i capelli con il taglio alla maschietta dell’epoca in cui è morta? Non sa neppure cosa sia la moda! Che essere ignobile! -Ok questo è troppo! E poi da che pulpito tra l’altro mister "porto i pantaloni di pelle sempre ed dovunque"! Tengo a precisarti che il caschetto è ancora di moda perché un taglio di classe è per sempre! Zotico che non sei altro! Siamo riusciti a fare arrabbiare persino la serafica Lunar -Basta! Finitela entrambi! La discussione è chiusa, tornate al lavoro! Sono incompresa. Eppure so di avere ragione. Io non trovo salutare tutto questo distacco dalle nostre vite passate, dal mondo umano. Va bene dimenticare. Ma proprio ogni cosa? L'idea di festeggiare il Natale mi sembrava un modo carino per ricordare alle anime qualcosa di bello delle loro esistenze umane. Solo adesso mi rendo conto che i direttori angelici e demoniaci, anime antiche che ormai non ricordano nemmeno più le loro vite terrene, non potevano capire il mio progetto.  Sicuramente però, le anime più giovani comprendono le mie ragioni. Credo. Tornata nel mio ufficio, lo trovò già occupato da Cristie, Lisa e Jackie, che mi fissano con astio. Uh Oh. Vederle tutte e tre assieme mi fa capire quanto sia effettivamente strana la mia vita. Non capita tutti i giorni di vedere una dominatrice vestita interamente di pelle nera e con la frusta in mano, affiancata da una bambina di dieci anni in divisa scolastica e da una signora anziana in  completo da golf. Vista l'accusa nei loro occhi, esordisco subito dicendo -Non è colpa mia. Adocchio la frusta di Cristie con preoccupazione, mentre lei avanza verso di me -Invece è proprio colpa tua. Tutte le ragazze ora mi prendono in giro! Io, la regina delle stanze da letto del limbo, ridotta a stupida da deridere! E tutto a causa del tuo orrendo pupazzo. Hai idea di quanto tempo occorrerà prima che le anime dimentichino l'accaduto? Secoli! -Cosa vuoi che sia il tempo per noi... Ne abbiamo in abbondanza. No? -Ritieniti fortunata per il fatto che Alex mi ha proibito di toccarti o assaggeresti la mia frusta. -Ma Cristie, noi siamo amiche, io credevo... -Eravamo amiche. Con me hai chiuso. Ma avrai tutto il tempo per trovarti delle altre amiche. Infondo cos'è il tempo per noi? Tanto ne abbiamo in abbondanza no? E uscì sbattendo la porta. La piccola Lisa, che in realtà è un anima molto antica, che però ha scelto di mantenere la forma fisica di una decenne perché più adatta alle sue mansioni (è l'addetta al baby camping dell'albergo e un agente angelico) cerca di consolarmi -Vedrai che tra poco le passerà. Cristie è tanto fumo e niente arrosto. E' più buona di quel che sembra. Ti perdonerà tra due o tre settimane se la pregherai ogni giorno e le farai dei regali. -Grazie Lisa. -Non ringraziarmi, anche io sono irritata con te. Per colpa del tuo menu pieno di dolci le giovani anime affidate a me sono come impazzite! Definirle iperattive sarebbe altamente riduttivo! O fai calare immediatamente la quantità di zuccheri che assumono quotidianamente o riferirò a Lunar.- e anche lei esce impettita. -Immagino che anche tu Jackie sia qui per lamentarti con me o visto le batoste che ho già preso hai deciso di risparmiarti una predica? -Niente affatto, anche io ho il diritto di lagnarmi. Sospiro -Prego. Allora lamentati pure. -Per colpa tua i campi da golf sono coperti di neve artificiale. Hai idea di quanto sia difficile giocare a golf sulla neve? E io mi occupo di anime che hanno scelto di manifestarsi sotto forma di corpi anziani, Kate. Questa settimana in cento sono scivolati sulla neve e di loro novantanove si sono rotti il femore e inviperiti hanno poi cambiato albergo. Mi stai rovinando il lavoro Kate e dire che lo amavo tanto.- ed esce anche lei scuotendo la testa. E' ufficiale mi odiano tutti. E dire che a Natale dovremmo essere tutti più buoni. O no? Ho imparato la lezione e ho ridotto gli addobbi Natalizi ma credete che qualcuno mi abbia ringraziato per questo? Nossignore. Anzi tutti sono ancora arrabbiati con me. Quest'anno vincerò sicuramente il premio di Impiegato più odiato di tutto l'albergo. E dire che pensavo di fare un bel gesto portando lo spirito del Natale qui nel Limbo. Ok, forse ho un tantino esagerato, ma è stato solo per troppo entusiasmo. Visto che nessuno parla con me in questo periodo anche stasera, la Vigilia di Natale, non ho nessun appuntamento, né feste a cui partecipare. Sono veramente patetica. Mentre esco dall'hotel per tornare a casa, passando per il corridoio sovrastante la hall, vedo una luce filtrare da sotto la porta dell'ufficio di Alex. Bene, almeno non sono l'unica ancora al lavoro in una serata del genere. Però è veramente strano che Alex non sia già uscito. La sua vita sociale è talmente piena da bastare per almeno dieci uomini. Ha talmente tante donne a disposizione che deve scansarle quando cammina per la strada. Cosa fa ancora qui? Apro piano la porta e lo vedo seduto sulla sua poltrona di pelle nera, dietro una scrivania piena di carte,   bottigliette e faldoni. Ha gli occhi chiusi e la testa reclinata all'indietro contro il sedile della poltrona. Rughe di tensione gli solcano la fronte. Mi avvicino piano e inizio massaggiargli le tempie. Alex emette un gemito di piacere e si rilassa nelle mie mani -Cosa fai ancora qui stasera. E' la Vigilia di Natale dovresti essere fuori a festeggiare. Apre gli occhi e mi fissa con i suoi occhi neri come il cioccolato fondente più puro -Io, come maggior parte della anime del Limbo, ci tengo a ricordarti, non festeggio il Natale. Comunque stasera avevo del lavoro da fare. -Niente feste? Niente donne? Caspita! Domani sarà la fine del mondo!- Scherzo. In realtà conosco abbastanza Alex da sapere che non è il donnaiolo che tutti credono o almeno non così tanto. Sono uscita con lui per un breve periodo, appena entrata nel Limbo, e so per certo che non mi ha mai tradita in quel lasso di tempo. Inoltre, lavorando a stretto contatto con lui, so anche quanto sia ligio al suo lavoro. Questa in fondo è la ragione principale per cui abbiamo rotto, anche se a letto,   non  lo dico per vantarmi, eravamo incredibili. Per lui ero solo un'altro incarico, un anima da portare sulla strada demoniaca e nulla di più. Ma non gliene voglio per questo. -Divertente Kate, molto divertente. Sappi che parte del lavoro che ho dovuto finire stasera e che mi ha causato un emicrania da record, è frutto dei tuoi addobbi natalizi micidiali. Mai viste tante lettere di lamentela tutte in una volta e devo rispondere a tutte, cercando di rimediare al danno di immagine causato. Il senso di colpa mi assale. Chiamatemi pure Colei che, volendo festeggiare il Natale, lo ha rovinato a tutti. -Mi dispiace. Gli occhi di Alex si spalancano -Cosa sentono le mie orecchie? Niente battute o dichiarazioni d'innocenza o urla arrabbiate? Quasi non ti riconosco. Per punirlo della battuta busso sulla sua testa con le nocche, ma poi riprendo il massaggio -Oh smettila. So ammettere una colpa. Mi spiace di avere causato tanti guai, ma le mie intenzioni erano buone, lo giuro. Alex sospira, poi prende in mano i miei polsi e mi attira sé, finché non ho altra scelta che sedermi sulla sue ginocchia. Non che ci stia scomoda, intendiamoci. Anzi. -Lo so Kate, ma devi capire che tu sei un anima speciale. Sei morta giovane, avendo conosciuto solo gioie nella tua vita umana, ma per molte anime non è così. La maggior parte di noi vuole solo dimenticare le nostre esistenze terrene. Cerco di decifrare lo sguardo nei suoi occhi ma non ci riesco -Anche tu? -Sì, anche io. Essere uno schiavo, a Roma, durante il regno dell'Imperatore Tito, non mi ha lasciato molti bei ricordi. -  Malinconia unita ad amarezza, ecco cosa contengono i suoi occhi. Gli accarezzo una guancia, lasciando che le mie dita sfiorino più volte il solco sotto il suo zigomo. Ho sempre adorato toccare ogni parte del suo corpo e, quando dico ogni parte, intendo proprio ogni più piccola parte di Alex, ma ho sempre avuto un debole per quella fossetta. Così come per il suo sorriso. Volendo farlo comparire, cerco di scherzare -Dovevi essere uno schianto però, sudato, dopo una giornata di lavoro e abbigliato solo con una corta tunica. Ed ecco che il sorriso compare. Non è spensierato, ma è già qualcosa -Sì, non ero brutto nemmeno da vivo. La modestia non è uno dei suoi pregi. -Qualsiasi sia il passato di un anima, festeggiare il Natale non nuoce a nessuno. Anche tu dovresti fare qualcosa stasera.... -Ti stai offrendo per intrattenermi?- Mi lancia uno sguardo carico di sensualità e il mio corpo inizia a liquefarsi. Stupidi ormoni. Da morta mi hanno dato più problemi che da viva. Il fatto poi che la mano di Alex stia risalendo la mia coscia, non mi aiuta a ritrovare la voce -No, io...cioè se vuoi... Rinuncio del tutto a provare a mettere insieme una frase coerente, e mi limito ad inclinare la testa all'indietro, mentre le labbra roventi di Alex mi scivolavano lungo il collo, mordicchiandolo voluttuosamente. Riesco solo a gemere e Alex mormora il mio nome in risposta. Non riesco più a pensare, tutto il mio modo è fatto di pure sensazioni e desideri, ed in questo momento desidero solo una cosa: Alex e tutto ciò che mi sta facendo e mi farà nei prossimi minuti o ore. Preferibilmente ore, ma anche giorni se vuole. La sua mano sulla mia gamba è piacevole, ma non è certo abbastanza. Lui capisce ciò che voglio senza bisogno di parole. Mi solleva la gonna fin sopra la vita e io apro leggermente le gambe, dandogli spazio per accarezzarmi. La sua mano continua a salire e finalmente raggiunge la meta. Le sue dita mi penetrano e io non appartengo più a me stessa. In questo momento sono sua, solo sua. Ansimo. E il tocco di Alex diventa più aggressivo, più veloce. Io lo cavalco e mi ritrovo a volare. Il piacere è così intenso da rubarmi la vista per un attimo quando raggiungo il culmine. Poi torno sulla terra e deliziata appoggio la testa sulla sua spalla. -Non era questo che intendevo per "festeggiare il Natale", ma non mi lamento di certo Alex mi accarezza i capelli dolcemente -Riesci sempre a farmi sorridere Kate. E' questo soprattutto che mi manca di te. Tu sei l'unica che sa come prendermi. Mi capisci e sai quando essere dolce e quando dura o buffa. Mi manchi ancora lo sai? No che non lo sapevo. Non lo immaginavo minimamente. Lui è sempre stato così professionale con me, dopo la nostra rottura, non mi ha mai detto nulla. Questa è la prima volta che mi ha toccato in modo sensuale da quando non stiamo più assieme. Perché non mi ha mai detto queste cose prima di adesso? Se non avessi appena avuto un orgasmo, sarei veramente arrabbiata con lui per avere aspettato fino ad ora per dirmi queste cose. E gli urlerei contro qualcosa del tipo: Come potevo immaginare di mancarti, visto che ogni sera, mattina e pomeriggio, uscivi con donne diverse? Sarai uscito con  almeno un milione di donne da quando ci siamo lasciati! Invece mi limito a mormorare -No, non lo sapevo. - con un filo di voce. Alex ha uno strano sguardo negli occhi -Perché mi hai lasciato?-mi chiede. E io rimango di sasso. Ok, sono sveglia o sto sognando? Perché questo dialogo diventa ogni momento più surreale. -Non mi ha mai detto il perché. Ti sei militata a dire che non eravamo romanticamente compatibili e io l'ho accettato. Dopotutto ci sono così tante anime tra cui scegliere. Credevo avrei trovato qualcuno come te o anche migliore di te in questi anni, ma non è successo e a volte mi ritrovo a pensare a noi e mi manchi come se fosse successo ieri. Per quale ragione esattamente mi hai lasciato? -Perché per te ero solo un'anima fra le tante, come hai detto tu stesso adesso. Ero solo un lavoro. Qualcuno da portare nella tua fazione. La fronte di Alex torna ad aggrottarsi -Non sei mai stata un lavoro. Alzo un sopracciglio, e lui ha il buon senso di non prendermi in giro -Ok, diciamo che non sei mai stata solo un lavoro. Tu mi piacevi e stavo bene con te, se poi fossi anche riuscito a portarti dalla mia parte meglio, ma non si e mai trattato solo di questo tra di noi. Chi ti ha detto che eri solo un incarico per me? -Praticamente tutti. - Non capisco perché si sorprenda sinceramente. Mi guarda offeso -E tu ci hai creduto? Non rigiriamo la frittata. Se qui qualcuno è da biasimare per la nostra rottura quella non sono certo io -Hei! Perché non avrei dovuto crederlo? Non è che tu mi abbia mai esposto i tuoi sentimenti in dettaglio! -Sono un uomo, noi non parliamo di sentimenti! -Davvero? E chi ti ha detto questo? -Lo sanno tutti. -Tutti un cavolo! Gli uomini hanno sentimenti come le donne e ti annuncio che possono anche parlarne. Tu ne hai parlato giusto qualche istante fa, quando hai detto che ti manco. Silenzio. L'ho colto in fallo. Un punto per me. Ma non voglio approfittare troppo del mio vantaggio, dopotutto mi ha appena regalato un orgasmo, non dimentichiamolo. Ne vorrei molti altri in un futuro prossimo. Magari tra pochi secondi. -E visto che ne hai parlato... ora so cosa senti e penso che potremmo tornare assieme. Se lo desideri anche tu. Ah! Riecco il sorriso che adoro e stavolta è veramente felice. -Davvero? Annuisco -Sì, perché ora che mi conosci da tanti anni e che hai lavorato con me così a lungo..- Mi interrompe - sopportando tutte le tue stranezze. E va bene questo posso concederglielo -Sopportando tutte le mie stranezze. Ora non sono più un anima tra le tante per te. Alex mi prende il viso tra le mani e mi bacia. Dio, quanto mi era mancato il suo sapore. -Credo che tu non sia mai stata una tra le tante per me Kate, anche se non me ne rendevo conto. Come è dolce. Catturo le sue labbra ed esploro la sua bocca. Sono assetata del suo gusto. Potrei baciarlo per ore senza mai prendere fiato. Letteralmente, visto che siamo morti. E forse lo farò. Sorrido, continuando a baciarlo, poi mi stacco un attimo da lui e guardo il suo amato viso. E' lo stesso volto che ho visto tutti i giorni negli ultimi anni eppure, è profondamente diverso adesso. Tutto lo è.
-Buon Natale Alex.
-Buon Natale Kate.
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centogrammidipasta · 7 years
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Leggere
Grazie mille @atarassie per avermi invitata a partecipare!
1.Come scegli i libri da leggere? Ti fai influenzare dalle recensioni? Mi faccio influenzare molto dalle recensioni, più che tutto guardo quelle per scegliere che cosa leggere. Oppure vado in libreria e ci sto per ore, facendomi influenzare molto dal titolo, anche la copertina gioca un ruolo importante, perché se una casa editrice ha creduto così tanto in un libro da farci anche una copertina bellissima, voglio dargli una chance. Molti dei miei libri preferiti mi sono stati consigliati e prestati.
2. Dove compri i libri? In libreria o online? Un tempo compravo circa cinque libri per volta online, ma adesso vado in libreria per non spendere troppo e prendere massimo due libri alla volta, portandomi con me una somma di denaro limitata..
3. Aspetti di finire la lettura di un libro per acquistarne un altro o ne hai di scorta? Ne ho sempre qualcuno di scorta, ora come ora ne ho tantissimi, perché uscendo mi faccio sempre tentare da “dare un'occhiata in libreria”.
4. Di solito quando leggi? Leggo nei tempi morti al lavoro, nei tempi morti a scuola, e quando sono a casa mi piace leggere in giardino la mattina.
5. Ti fai influenzare dal numero di pagine quando compri un libro? In realtà no, il numero di pagine non mi spaventa, meglio se un libro che mi piace sia lungo!
6. Genere preferito? Adoro i thriller-horror, i gialli, i romanzi storici, i saggi psicologici e mi perdo molto spesso nel reparto arte, meglio de arte contemporanea o moderna.
7. Hai un autore preferito? Leggo più in base alla trama piuttosto che in base all'autore, però sono molto fissata con Stephen King.
8. Quando è iniziata la tua passione per la lettura? È iniziata quando andavo alle elementari e mia mamma mi portò in libreria a scegliere il mio primo libro, scelsi “Milla e Sugar”. Da quel giorno non mi sono più fermata!
9. Presti i libri? Sì certo! Basta che mi tornino indietro!
10. Riesci a leggere un libro alla volta o riesci a leggere più libri contemporaneamente? Di solito ad un romanzo affianco un saggio psicologico o un libro d'arte.
11. I tuoi amici/familiari leggono? Non penso di aver mai visto mio padre leggere un libro, mia mamma ci prova, ma ci vede pochissimo e lavora fino a tardi, dopo un paio di pagine si addormenta. Non
12. Quanto ci metti mediamente a leggere un libro? Dipende dagli impegni e dalla voglia.
13. Quando vedi una persona che legge, ad esempio sui mezzi pubblici, ti metti immediatamente a sbirciare il titolo del suo libro? Lo faccio sempre!
14. Se tutti i libri del mondo dovessero essere distrutti e potessi salvarne soltanto uno, quale sarebbe? Non riesco a trovare una risposta intelligente a questa domanda.
15. Perché ti piace leggere? Leggo per evadere dalla realtà, per provare delle sensazioni, e talvolta per ammazzare il tempo.
16. Leggi i libri in prestito (da amici o dalla biblioteca) oppure leggi solo libri tuoi? Sia miei che prestati, in biblioteca non ci vado praticamente mai.
17. Qual è il libro che non sei mai riuscito a finire? Un saggio sugli individui introversi che conto di terminare il più presto possibile ma che per gli impegni ho abbandonato. Il libro in questione è “Quiet” di Susan Cain.
18. Hai mai comprato un libro solo perché ti piaceva la copertina? E cosa ti attrae della copertina di un libro? Sì è successo e il libro mi ha presa molto! Adoro le copertine fatte da un illustratore, oppure essenziali. Prendo quasi solo libri con la copertina non rigida perchè li trovo molto più belli.
19. C’è una casa editrice che ami particolarmente? Sono legata alla Feltrinelli perché da bambina ho letto una serie di libri appartenenti a quella casa. Anche se non ricordo di preciso i titoli. Ora sto più in fissa con la Mondadori.
20. Porti i libri dappertutto (ad esempio in spiaggia o sui mezzi pubblici) o li tieni chiusi in casa? Ne ho uno sempre con me.
21. Qual è il libro che ti hanno regalato che hai gradito maggiormente? Mi sono stati regalati molti libri d'arte, quello che apprezzo di più è “Collectors 1”.
22. Come scegli un libro da regalare? In base al gusto personale della persona se la conosco bene, sennò punto sui grandi classici. 
 23. La tua libreria è ordinata secondo un criterio? No, la mia stanza è piccola, non possedendo una libreria i miei libri sono sparsi a caso sulle mensole o nei cassetti della scrivania.
 24. Quando leggi un libro che ha delle note le leggi o le salti? Di solito le leggo tutte.
 25. Leggi eventuali introduzioni, prefazioni e postfazioni dei libro o le salti? Leggo anche quelle.
 Vi invito a rispondere! Anche se non so se siate lettori o meno.
 @insettino 
@wafertubo 
@laccapercapelli 
@sonounagiraffina
@abbraccichesalvano 
@38h
 Anche se non vi ho citati e vi piace, sentitevi liberi di rispondere anche voi!
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Segreti e conseguenze (James Sirius Potter x Lettore)
A/N: scusate per il ritardo! ho scritto questo un po’ di tempo fa ma ho avuto problemi con internet!
Avvertimenti: nessuno
Parole: 1393 (ops...)
Segreto: sostantivo maschile. Fatto la cui conoscenza è limitata ad alcune persone di quantità bassa, il quale non può essere divulgato.
Per (T/n) non erano mai stati un segreto i sentimenti che provava per James. Aveva capito piuttosto in fretta che non voleva una semplice amicizia con lui, che le scintille che sentiva ogni volta che si toccavano non erano normali, così come le farfalle nello stomaco quando si parlavano. Non per due amici, comunque. James non era perfetto. Certo, era bellissimo, intelligente, sportivo, simpatico… ma era per i suoi difetti e per le sue piccole abitudini che (T/n) lo trovava carino. Ovviamente non era l’unica all’interno della scuola ad aver perso la testa per il giovane Potter, il che la faceva impazzire di gelosia anche se non lo avrebbe mai ammesso. Decine e decine di ragazze lo idolatravano, lo trattavano come una star e lei era semplicemente sbigottita. Certo, James le piaceva, ma si divertiva di più a prenderlo in giro, a scherzare con lui, a comportarsi normalmente che non a ridacchiare ogni volta che lo incrociava per i corridoi. Il punto era che a lui sembrava piacere essere amato dalla folla, da tutte quelle ragazze (che lei trovava fuori di testa) e (T/n) iniziò a chiedersi se non fosse lei quella sbagliata.
James Sirius d’altra parte aveva passato un importante periodo della sua carriera scolastica a negare di provare qualcosa per (T/n). Non perché gli sembrasse impossibile o perché lo trovasse strano. Beh, un po’ strano lo era: non gli era mai successo che gli piacesse qualcuno e che quel qualcuno non provasse lo stesso per lui. Lei non lo guardava con gli occhi che luccicavano e non gli parlava come se fosse un’apparizione. Perché era così che facevano le ragazze innamorate, vero? Comunque a James non importava, perché avrebbe fatto sì che (T/n) s’innamorasse perdutamente di lui, costasse quel costasse.
Cotta: sostantivo femminile. Infatuazione improvvisa e violenta, di natura passeggera, che si può rafforzare sino all’innamoramento, sbandata.
-Okay ora basta (T/n).- sbottò Rose Weasley facendo voltare di scatto l’amica. –Lo stavi fissando di nuovo.
(T/n) alzò gli occhi al cielo. Non lo faceva di proposito.
-Scusa- borbottò. La voce di Rose si addolcì.
-È mio cugino, potrei…-
-No-. (T/n) riprese la lettura dei suoi fogli mentre il vento le sferzava il viso. Era da un paio di settimane che Rose aveva notato i suoi sguardi verso James Sirius e aveva fatto due più due. (T/n) aveva tentato di sminuire la cosa, ma Rose era troppo intelligente per bersi una semplice scusa, così aveva deciso di raccontarle tutto.
James, Blake Owen, Oliver Taylor e Scott Vargas si stavano allenando per l’imminente partita di Quidditch e sulle tribune, oltre a (T/n) e a Rose (lì per sostenere James, ma anche per ridare una letta ai loro appunti di Storia della Magia), c’era un gruppetto di ragazze che ridacchiava ed esultava ogni volta che qualcuno faceva qualcosa di eccitante. Quando erano arrivate (T/n) aveva alzato gli occhi al cielo in esasperazione.
-Non le sopporto più- sbuffò dopo un po’, abbandonando le guerre dei Goblin e concentrandosi sull’allenamento. Rose rise.
-Sei solo gelosa-. (T/n) si portò una mano al petto, finta offesa, e la guardò scioccata.
–Io? Mai.
James lanciò la Pluffa dritta nell’anello centrale, guadagnandosi un applauso concitato dal suo gruppetto personale di fan. (T/n) e Rose batterono le mani un po’ riluttanti: detestavano quando si metteva in mostra. James si voltò verso le sue amiche e le salutò con un cenno della mano, poi ammiccò a (T/n). James Sirius Potter aveva fatto l’occhiolino a lei. (T/n) sentì le guance andarle a fuoco e gli sguardi taglienti delle altre ragazze fissi sulla sua nuca.
Confessare: verbo. Ammettere apertamente un fatto, un comportamento, un’azione che per un qualche motivo si era tenuto nascosto.
 James non ce la faceva più. Non sopportava più di guardare (T/n) da lontano, di inseguirla senza mai avvicinarsi a lei. Le avrebbe parlato, le avrebbe detto tutto. Le avrebbe detto ciò che provava, come ogni volta che le si avvicinava si sentisse più debole e più forte allo stesso tempo, come ogni volta che la guardava negli occhi fosse terrorizzato e sicuro di sé in egual misura. Inspirò profondamente, poi, con una delicatezza quasi impercettibile le sfiorò la spalla. (T/n) si voltò e gli sorrise radiosa. I capelli sciolti le incorniciavano il viso e i suoi occhi brillavano come diamanti. James sentì le ginocchia cedergli.
-Posso, ehm… posso parlarti?
-Sì certo, dimmi-. James si tormentò le mani.
-No, da soli.
(T/n) annuì, un po’ confusa. James sembrava teso e non era per niente da lui. Dov’era finito il ragazzo estroverso e carismatico che conosceva?
Lui le prese la mano e la portò fuori, vicino al campo da Quidditch.
Lo stomaco di (T/n) era serrato in una morsa d’acciaio che la lasciava senza fiato. Non sapeva cosa aspettarsi, non sapeva cosa dire, non sapeva nemmeno se guardarlo negli occhi o se evitare il suo sguardo.
-(T/n)- cominciò James prima di accorgersi di non avere idea di come continuare. Cercò nella sua memoria tutte le frasi ad effetto che aveva usato con altre ragazze, ma sapeva che con (T/n) non avrebbero semplicemente funzionato. Lei era diversa, una battuta non l’avrebbe per niente colpita. Anzi, probabilmente avrebbe pensato che fosse diventato matto, il che, nel fervore del momento, James prese seriamente in considerazione. La pazzia avrebbe spiegato tutto.
-Tu.. tu mi piaci.- farfugliò guardandosi i piedi.
-Anche tu mi piaci James.- ribatté lei. James si passò le mani tra i capelli, frustrato. Inspirò a fondo e riprese a parlare.
-No tu mi piaci piaci (T/n).
La ragazza sentì un brivido percorrerle la schiena dandole una scarica elettrica. Che cosa? Lo aveva detto sul serio?
I suoi pensieri vennero interrotti da un paio di labbra che sfiorarono le sue. Senza riflettere oltre, (T/n) ricambiò il bacio facendo scivolare le sue mani ai lati del viso di James. Il bacio fu breve, ma sembrò durare un eternità. (T/n) sorrise, arrossendo leggermente.
-Anche tu mi piaci piaci, Jamsie.
Paura: sostantivo femminile. Sensazione di forte preoccupazione, di insicurezza, che si avverte in presenza o al pensiero di pericoli reali o immaginari.
 -Lo so, Jamsie, ma ho paura-. James la guardò frustrato.
-Ma di cosa?- chiese un po’ irritato. Benché stessero insieme da quasi due mesi, (T/n) non voleva ancora rendere pubblica la loro relazione. All’inizio per James non era stato un problema, ma si era stancato di non poter tenerle la mano o baciarla davanti agli altri. (T/n) gli piaceva davvero e voleva che tutti lo sapessero.
(T/n) si strinse nelle spalle evitando il suo sguardo.
-Le tue “fan”- disse facendo le virgolette con le dita. -Sono sempre lì a criticarmi.
James la prese per i fianchi e l’attrasse a sé, affondando il viso nel suo collo.
-Ma a me piaci tu. E poi non dovrebbe importarti quello che dicono di te, non devi cambiare per nessuno, okay?
(T/n) alzò gli occhi al cielo. Lui la faceva semplice, ma non sapeva come stavano le cose veramente. Inizialmente erano stati solo commenti stupidi nei corridoi e lei non ci aveva dato peso. Poi avevano iniziato a far girare voci su di lei e a farle scherzi di cattivo gusto. (T/n) si era sempre considerata una persona matura e non avrebbe mai pensato di essere messa all’angolo da semplici pettegolezzi. Si era sbagliata di grosso. Non si era mai resa conto di quanto le parole fossero in grado di ferire, molto più profondamente e indelebilmente delle azioni. Tutta quella situazione la stava logorando dentro, lentamente e silenziosamente.
-Facciamo così, cominciamo col dirlo ai nostri amici, ti va?
(T/n) annuì. Forse dirlo a loro non sarebbe stata una cattiva idea.
 -Quindi state insieme.- ripeté Rose. James alzò gli occhi al cielo.
-Sì, te l’abbiamo detto tre volte, Rosie.
Per tutta risposta la ragazza saltò al collo di (T/n) e la strinse in un abbraccio mozzafiato.
-Sono davvero contenta per te (T/n).
E con quelle sei, semplici parole, quasi sussurrate, ma che ebbero lo stesso effetto che avrebbero avuto se fossero state urlate, (T/n) seppe che con Rose al suo fianco sarebbe potuta andare ovunque e affrontare qualsiasi cosa.
Conseguenza: sostantivo femminile. Effetto diretto o indiretto di una situazione o di un’azione visto come sicuro, inevitabile.
“Per ogni azione c’è un’egual e opposta reazione”: alcuni la chiamano scienza, altri semplicemente vita.
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italianaradio · 5 years
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Olivier Assayas alla Festa di Roma: critica, serialità e Nouvelle Vague #RomaFF14
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Olivier Assayas alla Festa di Roma: critica, serialità e Nouvelle Vague #RomaFF14
Olivier Assayas alla Festa di Roma: critica, serialità e Nouvelle Vague #RomaFF14
Olivier Assayas alla Festa di Roma: critica, serialità e Nouvelle Vague #RomaFF14
“La storia del cinema francese definita da scrittori che sono poi diventati registi mi ha sicuramente influenzato, ma penso che l’esempio della Nouvelle Vague si stia perdendo: non c’è più voglia di scrivere, né di fare film“. Sarà questo il tema dell’incontro di oggi pomeriggio tra il pubblico e Olivier Assayas, arrivato nella capitale per la quattordicesima edizione della Festa di Roma; critico per i Cahiers du cinéma dal 1980 al 1985, poi autore di pellicole acclamate come Qualcosa nell’aria (Après Mai), Sils Maria e Personal Shopper (in entrambi ha diretto Kristen Stewart), Assayas parte dall’esperienza di scrittore analizzando la sua crescita personale:
“Scrivevo perché volevo avvicinarmi al mezzo cinema, e per me la scrittura è stato un modo di apprendere nella miglior scuola possibile insieme alle penne meravigliose dei Cahiers. Tra loro ero il più giovane, ascoltavo e volevo capire come si faceva il cinema. Fino ad allora avevo una conoscenza molto più tecnica e pratica e poco teorica…se inizio a guardare un film in veste di regista, è un fallimento completo [ride], quando invece lo guardo con gli occhi del critico è ancora peggio. Vorrei poter essere semplicemente uno spettatore che ha il piacere di capire di cosa si sta parlando.“
Ma che rapporto ha adesso con la critica? “Purtroppo la leggo raramente, perché so che influenzerebbe il mio lavoro, Credo che il cinema si debba imparare grazie alla critica e alla teoria, ma che poi bisogna liberarsene. Se realizzi un film pensando a cosa scriverà la critica sei perso… Devi sempre seguire il tuo intuito di regista, perché è ciò che ti farà andare avanti. Anche prendendo una decisione opposta a quella che i critici di aspettano da te.”
Olivier Assayas ospite della Festa del Cinema di Roma
Obbligatoria la domanda sull’eredità della Nouvelle Vague e su cosa sia rimasto del movimento. La risposta del regista è esaustiva e appassionata: “La Nouvelle Vague non ha inventato ma teorizzato la questione della libertà, definendo il fatto che un regista poteva avere la stessa libertà di uno scrittore che non bada alle regole dell’industria. Nel cinema questo concetto corrisponde alla possibilità di produrre film con meno soldi e più libertà, inventando l’arte cinematografica. E quando si parla dell’eredità del movimento, penso che abbia investito non soltanto il panorama francese, ma anche quello internazionale, nel modo in cui generazioni di registi di tutto il mondo hanno abbracciato questa idea di cinema diverso. Cosa rimane? Tutto, perché oggi io non farei film, o forse li farei in modo diverso se non ci fosse stata la Nouvelle Vague, quel sogno di cinema artistico e non industriale, e quella protezione del cinema libero.“
E a chi gli chiede se abbia la critica abbia ancora un’importanza sociale e culturale per il grande pubblico, Assayas commenta che ci sono tanti modi per riflettere sull’argomento: “Il primo parte dalla definizione stessa di critico, che per me differisce molto dall’opinione che ha il grande pubblico, ovvero quella figura che mette stelline e punteggi al film. La scrittura sul cinema è una cosa diversa, e in questo senso penso di essere stato maggiormente influenzato da quella tipologia di testo, cioè i saggi sul cinema, che definisco come il mezzo perfetto per far dialogare persone e arte. Oggi più che mai c’è bisogno di quel dialogo con il proprio tempo, quindi le riflessioni dei critici potrebbero aiutare i registi, perché sono letture utili e importanti.”
Assayas e il ruolo della critica ai tempi del web
“Faccio una divisione netta tra la critica delle stelle alla trip advisor e quella forma di scrittura che riflette sul senso del fare cinema oggi. L’altro modo è pensare alla dimensione dell’internet, perché rispetto al passato la riflessione è migrata dalla stampa al virtuale. Si scrive molto più di cinema oggi di quanto se ne scriveva anni fa. Quando ero giovane c’era la stampa cinefila francese e la critica influente dei quotidiani come Le Monde, tutte testate culturali che dedicavano uno spazio al cinema. L’opinione generale veniva definita da riviste cinefile dove scrivevano decine di redattori, e oggi purtroppo hanno perso la loro importanza perché la scrittura è diventata accessibile, oltre che gratuita, grazie a internet, e la cultura cinematografica non è più unificata ma sempre più ampliata […]
[…] Adesso ogni individuo può costruire un rapporto specifico con il cinema ed esprimere il suo giudizio cercando sul web ciò che gli piace, i ragazzi inventano il loro rapporto con l’arte e non sono d’accordo con chi sostiene che stiamo vivendo un disastro perché gli studenti non hanno visto i film di Murnau. Sicuramente però hanno visto tante altre cose, molte di più di quante ne vedevo io alla loro età.“
Non manca nemmeno l’opinione su uno dei dibattiti più accesi degli ultimi anni: è vero che la sala sta morendo e che la serialità è la forma migliore di narrazione? “Per me il concetto di sala si collega a qualcosa di primordiale, nel senso che si è sempre detto che il cinema è in crisi per colpa della televisione, mentre è evidente che non è stato così. Oggi, almeno in Francia, stanno costruendo tanti multiplex per una ragione semplice: gli spettatori sono giovani e i giovani amano l’esperienza collettiva del cinema, uscire di casa con gli amici e la forma di divertimento più accessibile e meno costosa è il cinema. Sfortunatamente questi spettatori si stanno interessando ad una forma limitata del cinema, ovvero i blockbuster e i film Marvel, le commedie o i film d’animazione, definiti come un cinema meno ambizioso artisticamente e intellettualmente.“
“Per quanto riguarda la serialità, la questione è più complessa. Non sono un fanatico delle serie, anzi non le guardo affatto, dunque tutto quello che dirò è limitato dalla mia ignoranza. Penso che offra la possibilità di lavorare su un formato più lungo, e la tv mi ha dato la libertà di realizzare Carlos che era un film di cinque ore e mezzo, sebbene non l’abbia mai considerato come una serie. Nello stesso modello credo rientri Fanny e Alexander di Ingmar Bergman…Però un’altra riflessione che bisogna fare è sulla dipendenza che la serialità crea negli spettatori. La ragione per cui non mi interessa e per cui non guardo molta tv. E non capisco gli amici che ne guardano tante…quando trovi il tempo per dormire, per vivere, per leggere un libro o andare ad un museo“.
Assayas sui film Marvel: “Hanno smarrito tutto quello che mi piaceva dei fumetti”
Assayas conclude esprimendo il suo personale parere sulla polemica degli esponenti della New Hollywood (Scorse e Coppola) contro i cinecomic: “Per me non è tanto una questione ideologica quanto invece artistica e di gusto. Ho sempre amato il cinema popolare americano e, per semplificare il mio discorso, direi che quel cinema non è mai stato così stupido come è diventato oggi” spiega il regista francese. Penso che i film Marvel, e lo dico da lettore e appassionato di fumetti, abbiano smarrito tutto quello che mi piaceva di quelle storie, dalla violenza al sesso, dalla vita all’originalità, che non vedo mai in queste produzioni. Non mi piacciono perché artisticamente e visivamente mi sembrano molto poveri, si assomigliano tutti e ho difficoltà a identificarmi con personaggi come Captain America o Thor.
“Non riesco davvero a prenderli sul serio o a interessarmi, cosa che non succedeva quando andavo a vedere film di fantascienza da ragazzo. All’epoca mi sembravano molto più originali e complessi“, conclude Assayas. “Oggi non trovo un singolo regista che riesca a far emergere la sua voce attraverso queste pellicole. In questo senso, l’invasione nei cinema di prodotti sostenuti da una potenza economica incredibile e questo rapporto industriale di marketing sta promuovendo l’idea di un cinema che è solo prequel, sequel, spin off e universi indipendenti…Qualcosa insomma di industriale che ha anche a che vedere con la manipolazione di massa. E a parlare è un amante dei fumetti cresciuto con queste storie e appassionato del cinema popolare americano. Credo che qualcosa si sia perso lungo la strada.“
Cinefilos.it – Da chi il cinema lo ama.
Olivier Assayas alla Festa di Roma: critica, serialità e Nouvelle Vague #RomaFF14
“La storia del cinema francese definita da scrittori che sono poi diventati registi mi ha sicuramente influenzato, ma penso che l’esempio della Nouvelle Vague si stia perdendo: non c’è più voglia di scrivere, né di fare film“. Sarà questo il tema dell’incontro di oggi pomeriggio tra il pubblico e Olivier Assayas, arrivato nella capitale per […]
Cinefilos.it – Da chi il cinema lo ama.
Cecilia Strazza
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saggiosguardo · 5 years
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Recensione: Camera Strap by Atelier MAAS, una tracolla artigianale per le nostre amate mirrorless
Amo la tecnologia, soprattutto quella applicata sapientemente agli oggetti di uso comune. Il problema dei prodotti hi-tech è che quasi tutti sono vincolati ad un preciso arco temporale. Ogni giorno che passa diventano più vecchi e solo in pochi mantengono un valore intrinseco quando superano l'obsolescenza. Ecco perché, oltre alle cose che spiccano per la loro componente tecnologica, apprezzo quelle in cui il design e la qualità riescano a superare le barriere del tempo. Il vintage è ritornato di moda e non mi piace quando diventa ostentazione, ma è innegabile che alcune cose risplendano per il loro sapore autentico, come il Camera Strap di Atelier MAAS.
Inizio a parlare della confezione di vendita, perché essa stessa è un piccolo capolavoro di artigianalità. Troviamo la tracolla per fotocamera, una morbida sacca da trasporto ed una scatolina che contiene cera 100% naturale (composta da olio e cera d'api). Ciò che l'immagine non può comunicarvi è il profumo che si sente, quindi vi do qualche dettaglio che mi è stato riferito dal produttore per far capire la qualità dei materiali e la cura nel processo di lavorazione artigianale:
pellame proveniente dall'Italia, recuperato da bovini destinati all'industria alimentare
taglio eseguito a mano senza macchinari
bordo smussato, levigato, lucidato con cera, oliato e poi ripassato con la cera
rivetti in rame per il modello nero e in ottone per quello marrone
paracord con tenuta fino a 45Kg
logo dell'atelier inciso a freddo
Nel dettaglio qui sopra vedete gli elementi che consentono l'aggancio alla fotocamera, ovvero il paracord e l'eyelet di pelle traforata che protegge la fotocamera da eventuali urti con l'anello di fissaggio. Ho deciso di utilizzare questa tracolla sulla mia Olympus E-M5 II titanio in edizione limitata, un modello che meritava un accessorio di tale prestigio. La stessa dispone già di anelli di forma triangolare a cui poter fissare il paracord, ma ho preferito rimuoverli ed utilizzare quelli forniti con la tracolla per due ragioni:
il foro nell'eyelet di pelle non passava dall'anello originale (anche se si potrebbe rimuovere per inserirlo)
la forma circolare dell'anello realizzato dall'Atelier MAAS mi è sembrata più gradevole e meno soggetta a movimenti irregolari
Sono molto soddisfatto del risultato, ma l'applicazione è stata un gran fatica. Il primo anello è relativamente facile, perché si inserisce da solo e poi si fissa il paracord all'interno facendolo attraversare da tutta la tracolla. Col secondo, invece, si deve prima di tutto fissare il paracord che riduce il già piccolo spazio interno all'anello (che ha 1cm di diametro), rendendo davvero difficile agganciarlo alla fotocamera. È esattamente il contrario della semplicità operativa che si ha con le tracolle Peak Design, ma le apprezzo entrambe per le differenti caratteristiche tecniche ed estetiche.
Escludendo la parte relativa all'innesto, questo camera strap è costituito da un'unica striscia di pelle. Senza vederlo dal vivo, toccarlo ed indossarlo, potrebbe sembrare persino un prodotto banale. Se ne vedono tanti in giro che appaiono in modo simile, ma il confronto non è assolutamente possibile. Ne ho provati alcuni acquistati a poche decine di euro in passato e sono rigidi, puzzano di colla e plastica e così grezzi ed affilati da tagliare. Provate a mettervi sul collo una cintura in finta pelle da 5€ e capirete cosa intendo.
Questa cinghia, al contrario, ha un aspetto delicato e fine anche grazie alla dimensione progressiva, che parte sottile e cresce verso la zona centrale per aumentare la superficie d'appoggio. Ti ammalia fin da quando ne senti il profumo, ti conquista quando la tocchi e una volta indossata è comoda come un guanto. Anche facendola strisciare volutamente sul collo nudo, scorre via liscia e senza alcun fastidio.
Non ci sono meccanismi per allungarla eppure porta la fotocamera proprio al punto giusto, qualche centimetro sopra l'ombelico. Una volta montata è lunga poco più di 90 cm, che in effetti è la dimensione che utilizzo mediamente anche con le tracolle che si possono ridimensionare. Vi consiglio di dare un'occhiata alla regolazione della vostra attuale tracolla, così vi renderete conto se va bene anche per voi.
Per quanto riguarda i pesi, le informazioni che mi hanno fornito lasciano presupporre che possa sopportare anche le fotocamere più grandi, ma non sarebbe comunque adatta per via dello spessore che concentrerebbe eccessivamente il peso sul collo. A mio avviso il limite alto è rappresentato da corpi come Olympus E-M1 e forse anche Fujifilm X-H1, però la trovo più indicata per modelli compatti come Lumix GX9, Fujifilm X-T3/X-E3 o proprio la Olympus E-M5 II che ho usato io.
Conclusione
La tracolla è un accessorio quasi fondamentale per una fotocamera, tant'è che ne viene fornita una in ogni confezione di vendita. Considerando solo l'aspetto utilitaristico va già bene quella e se si vuole maggiore praticità di aggancio e sgancio esistono diverse soluzioni tecnologicamente valide. Il Camera Strap dell'Atelier MAAS non è né l'una né l'altra cosa. È utile, certo, ma non è facile da mettere e togliere, così come non è certamente regalato (costa 78€). Io lo considero un piacevole lusso, un regalo che faccio a me stesso e alla mia fotocamera, e che si abbina maggiormente con i modelli con design vintage. Mi risulta difficile fare una pagellina di pro e contro proprio perché è un accessorio di stile, forse più legato alla moda e al gusto personale che alla fotografia. Non ci fa fare foto migliori e non è certamente essenziale, tuttavia sono felice di averlo e di condividerlo con voi. L'unico consiglio che mi sento di dare al produttore, è quello di migliorare in futuro il sistema di aggancio per renderlo più facile. Anche perché, sarò sincero, oggi volevo fare qualche foto con la Lumix GX9 e mi sarebbe piaciuto usarla, ma ho cambiato immediatamente idea quando mi sono ricordato che la prima volta ci ho messo quasi 10 minuti a metterla.
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