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#letteratura russa
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-Il maestro e Margherita, Michail Bulgakov
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abatelunare · 1 month
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E sulla terra, in quella città oscura ed eternamente nemica, non s'incontrava che gente malvagia, beffarda. Tutto si confondeva in una comune malevolenza verso di lui: i cani sghignazzavano alle sue spalle, gli uomini gli abbaiavano contro (Fëdor Sologub, Il demone meschino).
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lamiaprigione · 10 months
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Pasternak, Poesie
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princessofmistake · 4 months
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Capita d'incontrare persone, anche a noi totalmente sconosciute, che ci cominciano ad interessare fin dal primo sguardo, per così dire di colpo, prima che abbiano detto una parola.
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rosateparole · 7 months
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«Io credo che se il diavolo non esiste e se, quindi, è stato l’uomo ad inventarlo, questi l’ha creato a sua immagine e somiglianza».
Fëdor Dostoevskij, I fratelli Karamazov
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Egli non si rendeva mai chiaramente conto del peso che ha una parola di bene, di verità, di purezza, gettata nella corrente dei discorsi generali; della profonda derivazione di corrente che essa può provocare; non pensava che, detta arditamente e a voce alta, senza il rossore di una falsa vergogna, ma coraggiosamente, questa parola non affoga tra le selvagge grida dei satiri mondani, ma cade come una perla nella profondità della vita sociale e trova sempre una sua conchiglia. Molti, davanti a una buona parola, si arrestano, arrossendo di vergogna, e arditamente, ad alta voce dicono qualche parola leggera, senza sospettare che anch'essa disgraziatamente non cade invano, ma lascia una lunga striscia di male, spesso incancellabile.
Oblomov, I. Gončarov, 1859
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serereads · 10 months
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Ma la carne e le viscere non sono solo massa, non sono solo chili e centimetri. Sono anche un fremito, un palpito, una scossa, qualcosa di non riducibile alla logica deterministica del positivismo, alla dialettica algebrica, all’astratto moralismo. Amare la vita tutta intera - con le parole di Aliosa Karamazov - più della logica risoluzione di essa a un semplice pensiero, a un teorema, a un sistema di postulati. Amare la vita più di una devitalizzante sua metamorfosi, che ne rimuova i drammi, le inconcludenze, gli errori. Meglio sbagliare da vivi che ridursi a manichini perfetti.
E che cosa c’è allora, dentro questa vita "intera", che la renda davvero desiderabile, preferibile al niente, o al mondo dorato dei sogni e delle utopie del progresso? Dostoevskij definisce il cuore dell’uomo (e dunque la vita stessa) un campo di battaglia, un luogo di tensione inesorabile. Definisce ogni istante dell’esistenza il momento di un’opzione decisiva. Si tratta della nostra libertà: questo è il privilegio che rende la vita "bella" anche se difficile (o forse proprio perché tale). Vita che, ammette Dostoevskij, compie autenticamente se stessa, risponde davvero al proprio bisogno, quando di fronte alla gioia, alla bellezza, all’amore, si inginocchia e dice sì. Questo è ciò che rende la vita meglio del niente, non le idee nobili o le cose utili: ma ciò per cui al cuore viene spontaneo ringraziare. Il sorriso affascinante e puro, né maligno né sciocco, di un uomo che sia rimasto nel cuore bambino; la bellezza infinita che ci circonda, quella del sole che nasce e dell’erba che cresce; l'amore vigile, umile, attivo, che si trasforma in pietà per ogni indifeso.
Il male della nostra come di ogni epoca: l’indifferenza, l’accidia di chi rimane sempre scettico, di chi non si lascia mai andare e sta sempre con i remi in barca, ai piedi della scala, senza accettare la sfida che la nostra stessa natura, zeppa di desideri e domande, ci pone.
Le pagine di Dostoevskij sono lì apposta: perché noi si viva sempre accesi di passione e interesse per la realtà che ci viene incontro. Risuonano come una sveglia, come un rinnovato invito a quella vigilia che solo è vita vera.
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“Quale forza ha portato a splendere di un simile fuoco questi occhi tristi, pensosi? Cosa ha richiamato il sangue a queste pallide guance smagrite? Che passione s’è riversata nei dolci tratti del suo viso? Per cosa si solleva così questo petto? Che cosa in modo inaspettato ha richiamato forza, vita e bellezza al volto della povera fanciulla, gli ha imposto di risplendere d’un simile sorriso, l’ha ravvivato d’un riso così abbagliante e sfavillante?”.
— Fëdor Dostoevskij, "Le notti bianche"
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violenttbavdelaire · 2 years
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L'amore ci si parò dinanzi come un assassino sbuca fuori in un vicolo, quasi uscisse dalla terra e ci colpì subito entrambi. Così colpisce il fulmine, così colpisce un coltello a serramanico! Del resto, lei affermò in seguito che non era così; che ci amavamo da molto tempo, pur senza esserci mai visti.
Bulgakov, Il Maestro e Margherita
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Delitto e castigo, Fedor Dostoevskij
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abatelunare · 9 months
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La notte mette a nudo la verità (Jurij Trifonov, Un'altra vita).
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lamiaprigione · 1 year
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Cosa facciamo nell’arte? Resuscitiamo la vita. L’uomo è così preoccupato della vita che fa che si dimentica di viverla. Dice sempre Domani, domani. E questa è la vera morte.
Viktor Šklovskij, Viaggio sentimentale
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princessofmistake · 2 months
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La gente spesso parla di crudeltà “bestiale” dell’uomo, ma questo è terribilmente ingiusto e offensivo per le bestie: un animale non potrebbe mai essere crudele quanto un uomo, crudele in maniera così artistica e creativa.
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rosateparole · 9 months
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«Che tu poi sia una grande peccatrice, è vero,» aggiunse con un tono quasi esaltato, «e sei una peccatrice soprattutto perché hai ucciso e venduto te stessa inutilmente.»
Fëdor Dostoevskij, Delitto e castigo
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Рукопись стихотворения Пушкина «К*** (Я помню чудное мгновенье...)».
Manoscritto della poesia di Puskin «K*** (Ricordo il meraviglioso istante)».
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solingaluna · 1 year
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Michail Afanas'evič Bulgàkov , Il Maestro e Margherita
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