Paola's a New York: il regno di Romolo Algeni, alias Pepito | www.ceboz.com
Paola's a New York: il regno di Romolo Algeni, alias Pepito
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Cannibali e re
In questi giorni è in corso una criminalizzazione del movimento anarchico che ricorda alcuni dei periodi peggiori della storia di questo paese. Nella continua e spasmodica ricerca di un “nemico oggettivo” da dare in pasto all’opinione pubblica per distogliere l’attenzione dal peggioramento costante delle nostre condizioni di vita in termini materiali, di diritti e di servizi, è tornato il turno degli anarchici.
Chiaramente vengono descritti come criminali pericolosi e potenziali assassini, addirittura si ventilano rapporti con le organizzazioni mafiose partendo da una presunta solidarietà che alcuni boss avrebbero espresso ad Alfredo Cospito per il suo sciopero della fame. Giova ricordare che specie in un regime come quello del 41bis sono le autorità giudiziarie a decidere dove i detenuti devono stare, quali sono i detenuti nelle celle accanto alle loro, come, quando e con chi si è legittimati a passare l’unico breve momento della giornata fuori dalla cella.
Queste infamanti accuse, questi titoli di giornale che parlano di “patti tra gli anarchici e i mafiosi”, sono aberranti e offendono la memoria di tantissimi militanti anarchici che hanno lottato, come tanti comunisti e socialisti, contro le organizzazioni mafiose.
Ci vengono in mente subito i cinque anarchici della Baracca, morti mentre si recavano a Roma con prove del rapporto tra stato, estrema destra e ‘ndrangheta durante i moti di Reggio e la strage di Gioia Tauro, oppure Carlo Tresca, sindacalista anarchico ucciso negli Stati Uniti da Cosa Nostra americana.
Queste squallide campagne di stampa vanno di pari passo a tutta una serie di misure repressive che vanno a colpire militanti e realtà in tutto il territorio nazionale di diversa sensibilità politica e anche estranee alle vicende degli ultimi giorni.
Vogliamo esprimere solidarietà a tutte e tutti e in particolare a Gigi del Campetto di Giulianova, che stimiamo e a cui vogliamo bene e col quale abbiamo condiviso presentazioni e confronti.
Al tempo stesso vogliamo ricordare a tutti che se le organizzazioni criminali esistono e proliferano è perché da sempre hanno un rapporto dialettico, di scambio e d’interesse reciproco con le istituzioni di questo paese.
Le stesse che hanno lasciato uccidere i propri uomini e le proprie donne col duplice obiettivo di bloccare tutti coloro che si avvicinavano a dipanare la matassa dei rapporti tra vertici dello Stato e delle realtà criminali, e al tempo stesso creare dei martiri da usare come strumenti di propaganda.
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