Tumgik
#e ma è colpa del reddito di cittadinanza
raffaeleitlodeo · 10 months
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Davvero la focaccia a Varigotti ha toccato i trenta euro al chilo? E una frisella a Gallipoli viene spacciata a venti? E dov'è che a Ponza una pasta al sugo è proposta a 25?
Il giornalismo d'inchiesta quest'anno è scatenato alla ricerca di prezzi limite, quelli che possono valere un'ora di apertura del sito e una paginata interna del cartaceo, con i commenti della Parietti e di Al Bano.
Così i segugi delle grandi testate battono gli stabilimenti balneari di Amalfi, le panetterie di Viareggio, le pescherie di Caorle: vince chi trova lo scontrino più alto. Se poi ci sono dentro anche i famosi due euro per tagliare il toast a metà, è un vero scoop, un Gronchi rosa.
L'estate scorsa si andava a caccia di albergatori che non trovavano personale per colpa del reddito di cittadinanza (ve l'eravate già dimenticato eh?), nel 2023 invece è il turno dell'aneddotica sui prezzi pazzi in vacanza: un panzerotto a dieci euro può valere anche una promozione a caposervizio, al ritorno.
Si sa, il giornalismo funziona così, per ondate di hype (oddio, “funziona” è una parola grossa: diciamo che ci prova).
Del resto chi ha voglia di leggere dell'ennesima strage di migranti, così uguale a tutte le altre?
Chi ancora studia le mappe dell'Ucraina orientale per capire quanti campi di patate sono stati sanguinosamente conquistati dall'una o dall'altra parte?
E chi davvero arriva fino in fondo alle articolesse di Ezio Mauro su Mussolini nel 1943?
La rassegna stampa proseguirà con questo frizzante pullulare di cifre comiche ancora per una decina di giorni, quindi il tormentone si spegnerà lentamente dopo Ferragosto, com'è normale.
Poi, a settembre, chi è tornato dalle spiagge e chi non c'è mai andato smetterà di divertirsi così e si divertirà ancor meno facendo la sua solita banale spesa al supermercato sotto casa, dove l'inflazione non è aneddotica lunare ma i consueti venti o trenta centesimi in più su latte, uova, farina e via campando.
Robe che non fanno assolutamente apertura di sito, né valgono il parere della Parietti, e che quindi nessuna testata si fila minimamente.
Però, per fortuna, intanto riparte il campionato.
Alessandro Gilioli, Facebook
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bicheco · 1 year
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Mia Culpa
Farà piacere ai poveri sapere che il Reddito di cittadinanza cambia nome: si chiamerà Mia. Che non è solo l’acronimo di Misura di inclusione attiva. È anche uno stigma per il fancazzista che si ostina a non trovare un lavoro: “colpa Mia”. Il governo che aveva promesso di abolire il Reddito di cittadinanza (detto anche “di delinquenza” dalla stampa destronza e di “divananza” dall’impiegato di Bin Salman), ultimo residuo degli “scappati di casa” a 5Stelle, ha capito di non poterlo cancellare. Però finge di farlo cambiandogli il nome. E lo taglia di un terzo (da 500 a 375 euro mensili, e solo per un anno al massimo) a chi non trova lavoro, che prima si chiamava disoccupato e ora diventa “occupabile”: il che già migliora la sua condizione. Come chiamare “trombabile” chi non tromba mai, così continua a non trombare e per di più si sente in colpa. Siccome difficilmente si campa con 375 euro al mese, salvo imparare a nutrirsi d’aria o andare a rubare, è un bel modo per dirgli: senti, caro, o crepi di fame o accetti di fare lo schiavo a 500 euro, come abbiamo promesso agli amici prenditori-elettori che non ne possono più di gente che pretende addirittura uno stipendio o un contratto. Per i non occupabili (anziani, minori e disabili) cambia poco, a parte l’indubbio vantaggio della scicchissima Mia al posto del putribondo Rdc. Se fanno i bravi, avranno la bellezza di 50 euro al mese per l’affitto, utilissimi a chi vive nell’armadio delle scope (i loculi al cimitero costano molto di più). Ma dovranno superare un nuovo ostacolo: la nuova soglia Isee per poter fare domanda: che scende da 9.360 euro all’anno, roba da nababbi, a 7.200 (600 al mese), sennò poi come fa il classico prenditore modello a offrire un lavoro full time a 700 euro: capace che il classico occupabile fancazzista glielo lo rifiuta.
Siccome c’è una logica in ogni follia di questo sgoverno, l’unica che viene in mente è che devono fare altra cassa sui deboli, dopo il blocco dell’indicizzazione delle pensioni. Tagliando un terzo dei percettori, risparmiano quasi 3 miliardi l’anno per finanziare i 12 condoni fiscali che – unici nella storia – costano 3,6 miliardi anziché portare gettito. Rubano ai poveri per dare ai ricchi e ai ladri. Perchè i ladri corrono troppo veloci e i ricchi sono troppo pochi, mentre i poveri e gli anziani sono tanti, corrono più lenti e non finanziano i partiti. Intanto l’Europa va in direzione ostinata e contraria. Tipo la Germania, che aumenta il Reddito, abbassa le pene per chi froda, ha il salario minimo legale a 12 euro l’ora e 110mila addetti ai centri per l’impiego (noi, dopo la cacciata dei navigator, 8mila). Ma questi tedeschi, com’è noto, sono tutti grillini. Anzi, comunisti.
Marco Travaglio
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mestruazioni · 1 year
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oltre a leggere coglioni dire "voi giovani non vi potete lamentare del costo degli affitti, tutti abbiamo fatto sacrifici", negando completamente l'evidente cambiamento economico degli ultimi 20 anni (che boh, magari questi hanno un'alzheimer precoce, magari dobbiamo solo compatirli perchè pensano di essere ancora giovani, pensano di ricordarsi che i loro sacrifici siano stati fatti nel 2010 e non negli anni '80, poverini)
bisogna pure subire giornalisti e politici di destra pronti a sparare cazzate ecofasciste tipo "siamo in troppi e non ci sono case per tutti" e altre cazzate razziste tipo "è colpa dei continui sbarchi di migranti se i prezzi salgono", il tutto mischiato a puntino con un tipo alla brumotti che va fuori dalle stazioni a beccare il tipo che viene dalla Nigeria a spacciare e dire "vedete che gente arriva? vi portano via la casa il lavoro e le persone a voi care, bisogna avere paura"
come se questi si fossero portati chili di droga pesante con loro su un barcone in mezzo al Mediterraneo, quando invece è ovvio che gli è stata data qui in italia, e che sono stati presi per lo spaccio proprio a causa delle loro condizioni di povertà
AH MA CHE POI mi son dimenticata delle continue lamentele sul sud italia e su come sono tutti fancazzisti che vogliono solo il reddito di cittadinanza. ti dicono "vedete che voi del nord vi sbattete di più e prendete solo la merda del sud ed extracomunitari" così boh, questi sperano di portarci a puntare il dito contro i nostri stessi concittadini e un paio di intere etnie di persone e la smettiamo di combattere contro lo stato e gli stronzi che ti fanno pagare 800€ per una stanza-corridoio ma iniziamo a combattere PER lo stato persone povere come la grande maggioranza della popolazione italiana, il vicino che ammazza il vicino e così via
e quindi niente se volete vivere dignitosamente cominciate a fare sacrifici come abbiamo fatto noi, vivete a pane ed acqua e lavorate mentre studiate. e con lavoro si intende 850€ mensili per 6 giorni a settimana 12 ore al giorno. che poi ormai non vedono neanche più l'università e la laurea come una cosa che va a giovare all'intero stato ma la vedono come un egoismo del giovane studente. boh
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ideeperscrittori · 2 years
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GIORNALI DEL BAR CHE SPARISCONO
Quella che sto per descrivere è una faccenda poco importante rispetto alle potenziali catastrofi che incombono sull'umanità.
Ma ne parlo lo stesso.
Ore 8.00. Siamo in un bar. I tavoli sono pieni di persone che consumano bevande calde e mangiano qualcosa.
Il bar ogni mattina mette a disposizione della clientela giornali e riviste, così puoi consultare un quotidiano senza comprarlo e questo ti rende felice, perché onestamente è difficile trovarne uno meritevole di pagamento. C'è anche il quotidiano sportivo. Ci sono anche gli inserti dei giornali. C'è persino una rivista d'arte.
A volte capita una cosa strana. Entri nel bar, chiedi un caffé, ti dirigi verso l'angolo in cui sono ammucchiati i giornali, ma non trovi nulla da leggere.
Per un attimo immagini un risveglio collettivo dell'interesse per le letture da sfogliare.
I caratteri stampati con l'inchiostro si sono presi la rivincita sui pixel malgrado la scarsa qualità dei quotidiani italiani?.
No, niente di tutto questo. Non c'è nulla da leggere perché un tizio che sorseggia placidamente un cappuccino ha preso tutte le pubblicazioni (in tutto una ventina) e le ha accatastate sul suo tavolino. Si è accaparrato pure la rivista d'arte, anche se scommetto che il suo interesse per l'argomento e simile al mio per la geologia.
L'ha fatto perché voleva il massimo della comodità.
Perché scegliere una pubblicazione alla volta, quando puoi averle tutte e passare da una all'altra? Dopo due pagine di attualità può venirti voglia delle notizie sportive. E mica si può correre il rischio che il quotidiano sportivo sia nelle mani di altre persone, vero? E anche se così non fosse, saresti comunque costretto ad alzarti per prenderlo. Si sta così bene seduti...
In pratica questo tizio pensa di essere al centro dell'universo.
In questo momento sta sfogliando Il Corsera. Anche io ho voglia di leggere. Mi avvicino, indico la Gazzetta che troneggia sulla cima della catasta cartacea e dico: «Posso prenderla?». E lui: «Ehm, sì». Sa di non potermela negare, dato che non la sta leggendo, ma è visibilimente contrariato.
La storia finisce qui. Ve l'avevo detto che si trattava di una faccenda piccola e marginale. E non è nemmeno una storia così originale. Capita spesso qualcosa del genere. Non si trova nulla e scopri che qualcuno si è preso tutto. Quando va bene sono i giornali del bar, ma a volte sono 49 milioni o pezzi di spiaggia. Il problema è che quella persona poi ti dice: «Non c'è niente per colpa dei migranti e del reddito di cittadinanza».
FINE [L'Ideota]
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salvo-love · 2 years
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#giovani e #indecisi
Appello al voto utile di Letta [(cade nel vuoto, addirittura Conte, Calenda e Renzi invitano i giovani e i cittadini indecisi a NON votare il PD e i suoi alleati Fratoianni e Luigi di Maio, perché il PD e i suoi alleati hanno programmi politici contrapposti e incompatibili )] per NON fare vincere il centro destra che viaggia a gonfie vele e rischia addirittura di vincere il 25 settembre con un margine di voti incolmabile.
Le priorità del #Pd sono i clandestini, i matrimoni gay, la liberalizzazione delle droghe, l'eutanasia, le famiglie LGBT, l'utero in affitto, le adozioni LGBT, la patrimoniale e più tasse agli italiani e la immigrazione incontrollata e pericolosa.
*Ma davvero gli #italiani, i #giovani #diciottenni, i #residenti nelle #periferie #insicure e #degradate di tutta #Italia, i #poveri, i #lavoratori, gli #indigenti, gli #ultimi, i più #deboli e i #cattolici crederanno nel progetto politico di #EnricoLetta e voteranno il #25settembre per il #partitodemocratico ❓❓❓*
<<Per il Partito Democratico tra le priorità del #nuovo #Parlamento ci saranno il matrimonio gay e il Ddl Zan, per la prima volta inseriti in un programma elettorale, e una maggiore apertura all’aborto. Mentre gli italiani fanno i conti con crisi energetica, caro benzina e un’inflazione alle stelle, per il #Pd è più importante proporre una legge incostituzionale che violerebbe l’art. 29 sul Matrimonio e aprirebbe così le porte alle adozioni per coppie dello stesso sesso, nonché alla pratica inumana dell’utero in affitto. In un programma elettorale da estrema sinistra radicale, il #PD propone poi nuovamente il Ddl Zan, con tutte le sue sfaccettature liberticida ed il pericolo dell’indottrinamento gender nelle scuole, che ben conosciamo e come se non bastasse i cosiddetti “#democratici” vorrebbero calpestare un diritto costituzionale come l’obiezione di coscienza per i medici, poiché questo sarebbe l’unico modo per il Pd di applicare in toto la legge 194 sull’intero territorio nazionale. In definitiva, dunque, un programma elettorale che è un vero è proprio attentato alla vita nascente, alla famiglia e alla libertà educativa dei genitori», così Jacopo Coghe, Portavoce di Pro Vita & Famiglia.
Il #PD rischia grosso alle #elezioni #politiche del 25 settembre. Legge elettorale, alleanze che saltano e che si formano, e poi - banalmente - un posizionamento politico confuso, iper-governista e perennemente sulla difensiva: gli appelli a votare #dem per arginare il pericolo #Meloni potrebbero non bastare.
#Letta è sicuro che operai, precari, disoccupati, lavoratori che guadagnano meno di un reddito di cittadinanza stiano versando lacrime per la caduta dell'esecutivo?? Gli consiglieremmo di fare un giro dell'Italia da nord a sud e ascoltare i #cittadini, prima di prendere le decisioni definitive. Non esistono, forse, quei "milioni di italiani indignati" per la crisi di governo di cui straparlano i #quotidiani. D'altra parte uno su tre di essi guadagna meno di 1000 euro al mese, probabilmente è indignato per altro.
Occhio: sono tanti, e non solo tra le giovani generazioni, gli #elettori dem che questa volta promettono di restare a casa. Caro Letta, butta male. Altro che il 30 per cento di consensi che, secondo #Nardella, è alla portata. Il risveglio potrebbe essere brusco come non mai. Anzi, come testimoniano tutti i sondaggi, il risveglio del PD, di Letta e degli alleati sarà sicuramente brusco e molto, molto triste ❗❗
**La colpa di questo ❓❓ Le alleanze confuse, pasticciate e insostenibili del PD di Letta, ma soprattutto il programma politico suddetto del segretario dem con le priorità sopracitate ❗❗❗*
ᴀᴛᴛᴇɴᴢɪᴏɴᴇ ɢɪᴏᴠᴀɴɪ ᴇ ɪᴛᴀʟɪᴀɴɪ ɪɴᴅᴇᴄɪꜱɪ ᴠᴏᴛᴀʀᴇ ɪʟ ᴘᴅ ᴠᴜᴏʟ ᴅɪʀᴇ ꜰᴀʀᴇ ᴅᴇʟʟ'ɪᴛᴀʟɪᴀ ᴜɴ ᴇɴᴏʀᴍᴇ ᴄᴀᴍᴘᴏ ᴅɪ ᴀᴄᴄᴏɢʟɪᴇɴᴢᴀ ᴅɪ ᴄʟᴀɴᴅᴇꜱᴛɪɴɪ ᴇ ᴍɪɢʀᴀɴᴛɪ ᴇᴄᴏɴᴏᴍɪᴄɪ ᴄʜᴇ ᴄᴏᴍᴇ ꜱɪ È ᴠɪꜱᴛᴏ ʀᴇɴᴅᴏɴᴏ ᴄɪᴛᴛÀ, ᴘᴀᴇꜱɪ ᴇ ɴᴏɴ ꜱᴏʟᴏ ʟᴇ ᴘᴇʀɪꜰᴇʀɪᴇ ɪɴᴠɪᴠɪʙɪʟɪ ᴘᴇʀ ᴅᴇɢʀᴀᴅᴏ, ꜱᴘᴀᴄᴄɪᴏ, ꜱᴄɪᴘᴘɪ, ᴀᴄᴄᴏʟᴛᴇʟʟᴀᴍᴇɴᴛɪ, ꜱᴛᴜᴘʀɪ, ʀᴀᴘɪɴᴇ, ᴀɢɢʀᴇꜱꜱɪᴏɴɪ ᴇ ʀᴜʙᴇʀɪᴇ ᴠᴀʀɪᴇ !!! ɪɴᴏʟᴛʀᴇ ɴᴏɴ ᴠᴏᴛᴀᴛᴇ ɪʟ ᴍᴏᴠɪᴍᴇɴᴛᴏ 5 ꜱᴛᴇʟʟᴇ ᴇ ɪʟ ᴛᴇʀᴢᴏ ᴘᴏʟᴏ ᴅɪ ᴄᴀʟᴇɴᴅᴀ ᴇ ʀᴇɴᴢɪ, ᴄʜᴇ ᴏʀᴀ ꜱᴏɴᴏ ꜰᴏʀᴛᴇᴍᴇɴᴛᴇ ᴏꜱᴛɪʟɪ ᴇ ᴏᴘᴘᴏꜱᴛɪ ᴀʟ ᴘᴅ, ᴍᴀ ᴅᴏᴘᴏ ɪʟ 25 ꜱᴇᴛᴛᴇᴍʙʀᴇ ᴘᴏᴛʀᴇʙʙᴇʀᴏ ᴅɪ ɴᴜᴏᴠᴏ ᴀʟʟᴇᴀʀꜱɪ ᴄᴏɴ ɪʟ ᴘᴅ ᴅɪ ʟᴇᴛᴛᴀ, ᴍᴀɴᴅᴀɴᴅᴏ ᴅᴇꜰɪɴɪᴛɪᴠᴀᴍᴇɴᴛᴇ ᴀʟʟ'ᴀʀɪᴀ ʟᴀ ᴘᴏꜱꜱɪʙɪʟɪᴛÀ ᴅɪ ꜰᴀʀᴇ ᴠᴇʀᴇ, ɪᴍᴘᴏʀᴛᴀɴᴛɪ ᴇ ɪᴍᴘʀᴏᴄʀᴀꜱᴛɪɴᴀʙɪʟɪ ʀɪꜰᴏʀᴍᴇ ɴᴇᴄᴇꜱꜱᴀʀɪᴇ ᴘᴇʀ ʟ'ɪᴛᴀʟɪᴀ ᴇ ᴘᴇʀ ɪʟ ꜰᴜᴛᴜʀᴏ ᴅɪ ᴛᴜᴛᴛɪ ɢʟɪ ɪᴛᴀʟɪᴀɴɪ !!! ᴍᴇᴅɪᴛᴀᴛᴇ ᴛᴜᴛᴛɪ ᴠᴏɪ ɪɴᴅᴇᴄɪꜱɪ !!!
Firmato da Alfeo de Luca de " Il Giornale della verità e della serietà.it "
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b0ringasfuck · 5 months
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il circo mediatico del circo mediatico
eh... sempre a proposito di letture di "liberali", quelli del garantismo quando il culo è loro e al limite del silenzio quando non lo è...
È appunto partita la gara al commento dell'episodio della ristoratrice di Lodi.
Eh beh insomma... è colpa vostra. Oh non che in un certo qual modo non sia vero, partecipate e avete accettato le regole.
Ma voi siete voi... come quello che mangia la Nutella.
Sullo stesso piano vero?
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giancarlonicoli · 1 year
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19 mag 2023 17:17
OH ROMEO, ROMEO – “LA VERITÀ”: “IL RIFORMISTA DI MATTEO RENZI ATTACCA IL PRESIDENTE USCENTE DELL’INPS PASQUALE TRIDICO, MA NON DICE NULLA DEI CLAMOROSI AFFARI REALIZZATI CON L’INPS DAL SUO EDITORE ALFREDO ROMEO. STIAMO PARLANDO DEI FLORIDI BILANCI DELLA ROMEO GESTIONI SPA, ALLA QUALE L’INPS DI TRIDICO E DEL DIRETTORE GENERALE VINCENZO CARIDI, E PRIMA ANCORA DELL’EX PRESIDENTE TITO BOERI, HA AFFIDATO LA GESTIONE DI METÀ DEL PATRIMONIO IMMOBILIARE DELL’ISTITUTO. DALLA RELAZIONE DELLA CORTE DI CONTI SULLA GESTIONE FINANZIARIA DELL’ISTITUTO RISULTA CHE…” -
Estratto dell’articolo di Giacomo Amadori e François De Tonquédec per “La Verità”
Il Riformista di Matteo Renzi attacca il presidente uscente dell’Inps Pasquale Tridico, considerato inadatto a gestire l’uscita dal reddito di cittadinanza, ma non dice nulla dei clamorosi affari realizzati con l’Inps dal suo editore Alfredo Romeo.
Stiamo parlando dei floridi bilanci della Romeo gestioni Spa, alla quale l’Inps di Tridico e del direttore generale Vincenzo Caridi, e prima ancora dell’ex presidente Tito Boeri, ha affidato la gestione di metà del patrimonio immobiliare dell’istituto.
Dalla relazione della Corte di conti sulla gestione finanziaria dell’Istituto per l’esercizio 2020, risulta che l’ente perde circa 80 milioni di euro l’anno per colpa della gestione immobiliare. Stiamo parlando di circa 24.400 immobili da reddito del valore complessivo di circa 2,15 miliardi di euro. Dentro ci sono circa 9.250 immobili a uso abitativo, quasi 11.000 uffici e 1.380 negozi, oltre 1.750 strutture ricettivo-alberghiere, circa 900 tra box e cantine (dati 2020).
Dal documento apprendiamo che il reddito lordo proveniente da affitti e entrate similari, in mano a Romeo, era di 23,3 milioni a fronte di 22,1 di spese di gestione a cui andavano aggiunti 38 milioni tra imposte locali e ammortamenti. Con il risultato che un patrimonio da 1,2 miliardi di valore aveva un rendimento negativo del 3,12 per cento e un disavanzo di 37 milioni di euro.
Certo i numeri non miglioravano di molto considerando gli immobili gestiti ancora dall’Inps (case di cura, convitti, case di riposo), insieme con Romeo per la parte ex Inpdai. In questo caso il reddito lordo degli immobili (del valore di 965 milioni di euro) era di 26 milioni, le spese gestionali pesavano per 18,2 milioni a cui andavano aggiunte quasi 30 milioni di spese «obbligatorie non discrezionali» (imposte locali e ammortamenti) che portavano il reddito netto da 7,7 milioni a -22 milioni, con un rendimento negativo del 2,8%.
Costi altissimi che non hanno modificato la situazione di degrado e abbandono in cui versa quel patrimonio immobiliare costruito con i soldi di contribuenti e assicurati. Ma come si è arrivati a questo disastro? Nel 2015 si concluse la gara che doveva individuare un unico gestore di quel tesoretto, riducendo la frammentazione precedente e assicurare un’efficace e puntale gestione amministrativa e tecnica di tutto il patrimonio.
Infatti alle proprietà dell’Inps, già amministrate dalla società Igei (Inps gestione immobiliare), era state sommate quelle di altri enti per effetto della soppressione di Scau (Servizio contributi agricoli unificati), Sportass (Cassa di previdenza per l’assicurazione degli sportivi), Ipost (Istituto postelegrafonici) e Inpdai (Istituto nazionale di previdenza per i dirigenti di aziende industriali).
La Romeo gestioni si è aggiudicata questo appalto al termine di un lungo contenzioso che l’ha vista contrapposta allo stesso istituto e soltanto per effetto di una sentenza del Consiglio di Stato che ha ordinato il subentro nel rapporto contrattuale stipulato dall’istituto con l’originario aggiudicatario.
Nel frattempo, l’Inps aveva incorporato anche l’Inpdap (Istituto nazionale di previdenza per i dipendenti dell’amministrazione pubblica), che con l’Inpdai aveva portato in dote il 90 per cento degli immobili, e l’Enpals (Ente nazionale di previdenza e assistenza per i lavoratori dello spettacolo).
Nel 2017 l’attività di gestione di tutto il patrimonio da reddito dell’istituto era svolta sotto il coordinamento della Direzione centrale patrimonio e archivi di Giorgio Fiorino, ex dirigente Inpdap transitato in Inps.
Alla scadenza del rapporto contrattuale con Romeo, è stata la direzione di Fiorino a predisporre gli atti per la nuova gara. Il bando reca la firma di Caridi, anch’egli ex dirigente Inpdap.
All’epoca questi era a capo della Direzione centrale acquisti e appalti che gestiva le gare.
Quella bandita da Caridi e Fiorino è stata aggiudicata il 18 giugno del 2020, dopo due anni di procedura, nuovamente alla Romeo gestioni, stavolta senza contenziosi, ma individuando come migliore la proposta dell’imprenditore napoletano. In quel momento, Tridico è da più di un anno presidente dell’istituto e Caridi è stato promosso, su proposta di Tridico, dg.
Il valore annuo del contratto è pari a 18 milioni di euro per un complessivo valore di oltre 54 milioni per tre anni, prorogabile per altri tre. Un’assegnazione sicuramente regolare dal punto di vista procedurale, ma non per forza vantaggioso per l’ente. […]
[…] La remunerazione della Romeo gestioni è legata al numero delle unità immobiliari amministrate, ma nel contratto si affida alla Romeo anche l’attività di supporto alla vendita e dismissione del patrimonio che l’istituto ha in corso da anni e persino i contenziosi, nonostante vi sia un Avvocatura interna con oltre trecento legali.
Ci si chiede quale impegno possa mai mettere un appaltatore in una attività di supporto alla vendita che porta alla diminuzione del numero delle unità immobiliari amministrate da cui dipende il suo cospicuo compenso, che sembra l’unico dato certo.
[…] Ma se la gestione del patrimonio Inps è in rosso, i risultati della Romeo gestioni sono stabilmente in nero: basti pensare che l’utile netto è salito da 17 milioni del 2020 ai 21 milioni del 2021.
E Alfredo Romeo, grazie anche ai soldi dell’ente previdenziale, è entrato nel mondo dell’editoria rilevando il quotidiano l’Unità dal fallimento, dopo essere diventato editore del Riformista. Nel 2016 a interessarsi alle sorti dell’Unità era stato Matteo Renzi, all’epoca premier e segretario del Pd.
Per il salvataggio della storica testata i suoi sondarono proprio Romeo, già finanziatore del senatore di Rignano sull’Arno. Oggi il fu Rottamatore è diventato direttamente un dipendente di Romeo, essendo stato assunto come direttore del Riformista.
Ma niente avviene per caso e anche in questa occasione dobbiamo annotare corsi e ricorsi storici. Come risulta chiaro dalla vecchia inchiesta Consip.
All’epoca, nell’ottobre del 2016, Carlo Russo, l’imprenditore toscano legato a doppio filo con Tiziano Renzi, si preoccupò di fare incontrare il direttore del settore patrimonio dell’Inps, Daniela Becchini, con lo stesso Romeo: «Si metterà a disposizione», annunciò Russo. Il 5 ottobre i carabinieri del Noe monitorarono l’incontro. Becchini cercava l’appoggio di Romeo per diventare direttore generale dell’ente.
Oggi il Riformista di Renzi plaude all’allontanamento di Tridico, poiché l’ex presidente «grillino non può essere lui a gestire la fase di sepoltura del reddito di cittadinanza e di lancio dei nuovi strumenti di assistenza e gli incentivi al lavoro». Ma, ovviamente, può essere sempre Romeo a gestire gli immobili dell’ente. Nonostante i risultati negativi. Su questo, siamo certi, non c’è da aspettarsi nessuna inchiesta dei segugi del Riformista.
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rosaleona · 2 years
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Lavoro, “contratti atipici aumentati del 34% in 12 anni. Il 10,8% degli occupati è povero. E il welfare non garantisce decenti condizioni di vita”
Lavoro, “contratti atipici aumentati del 34% in 12 anni. Il 10,8% degli occupati è povero. E il welfare non garantisce decenti condizioni di vita” https://www.ilfattoquotidiano.it/2022/11/08/il-rapporto-inapp-in-italia-l11-dei-lavoratori-e-povero-contratti-atipici-aumentati-del-34-in-12-anni-e-il-welfare-non-garantisce-decenti-condizioni-di-vita/6865794/
Ma ovviamente, per il governo, la colpa di ogni male è il reddito di cittadinanza. 🙄
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forzaitaliatoscana · 2 years
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asterargureo · 2 years
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corallorosso · 3 years
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Il colpo di spugna di Brunetta e Draghi: niente più ispezioni a sorpresa sulle imprese Il governo ha deciso: niente più ispezioni o controlli a sorpresa sulle imprese, mentre invece aumenta i controlli sul Reddito di cittadinanza. Ennesimo regalo a Confindustria. Confindustria sorride: niente più ispezioni a sorpresa sulle imprese La notizia non ha trovato eco ma è di quelle preoccupanti: entro i prossimi 18 mesi il governo metterà in campo uno o più decreti legislativi sulla semplificazione dei controlli alle imprese rendendoli “meno vessatori e ossessivi”. L’annuncio è stato fatto dal ministro della Funzione pubblica, Renato Brunetta, in un convegno promosso da Anitec-Assinform (l’associazione italiana delle tecnologie dell’informazione legata a Confindustria) e dedicato al “Procurement pubblico del digitale per la trasformazione del Paese”. Il segnale è veramente pessimo: niente più ispezioni o controlli inaspettati sulle imprese. In pratica il ministro Brunetta spiega che il governo Draghi ha deciso che i controlli sulle imprese non saranno più a sorpresa, ma preannunciati alle direzioni aziendali. Chi vieterà alle aziende preavvisate di nascondere sotto il tappeto le eventuali irregolarità? Considerando che già ad oggi i controlli improvvisi sono molto pochi per carenza di personale, ma ora verranno direttamente proibiti. Una misura di cui non si sentiva affatto la necessità, considerando la continua strage di lavoratori per colpa della non applicazione delle norme di sicurezza. Nel paese dove dilagano lo sfruttamento, il lavoro nero, il caporalato, con una precisa scelta classista, il governo decide di avvisare gli imprenditori prima dei controlli, mentre aumenta i controlli sul reddito di cittadinanza. La telefonata di preavviso di Draghi alle aziende è l’ennesimo regalo a Confindustria. Di più, è un inchino della politica alla classe imprenditoriale, abdicando completamente al proprio ruolo. Kulturjam
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a-tarassia · 3 years
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Il vecchio mondo sta morendo, quello nuovo tarda a comparire (semi cit.)
Workers Don’t Want Their Old Jobs on the Old Terms - “labor shortages” is a good thing, not a problem. The pandemic may have given many Americans a chance to figure out what really matters to them — and the money they were being paid for unpleasant jobs, some now realize, just wasn’t enough
Stamattina mi sono imbattuta in una discussione sulla situazione lavorativa attuale, ovvero la mancanza di incontro tra la curva di domanda e quella dell’offerta di cui tanto si è lamentato soprattutto alla ripartenza estiva, non ci sono lavoratori è colpa del reddito di cittadinanza. Niente di più falso se si considera la percentuale di cittadini (nuclei familiari) che si affida al rdc, basterebbe solo cercare i dati e scoprire che di certo qualcuno a cui serve lavorare è rimasto, ma. È tutto più complicato di così, quindi mettiamo da parte i titoli clickbait del new journalism e approfondiamo il malessere, questa nuova forma di presa di coscienza della classe lavorativa del tipo “preferisco la povertà alla schiavitù”. Come sempre, visto anche l’inciso di cui sopra, tratto da un articolo pubblicato sul New York Times e scritto dall’economista Paul Krugman, dicevo, come sempre accade negli ultimi secoli, le prime avvisaglie di discrepanza culturale tra passato e presente (futuro) partono dagli Stati Uniti, possiamo stare qui ore, giorni, mesi, anni, a discutere sulla caratteristica dicotomica dell’America, ma quello che ne trarremmo sarebbe la solita vecchia cantilena: è troppo diversa, stratificata e grande per poterla rinchiudere in una categorizzazione, quindi deal with it. Negli USA, posto in cui non hanno mai dato uno stipendio effettivo ai camerieri,  la questione lavoro è tematica dominante di cui ormai si discute senza se e senza ma.
Da qualche mese anche in Italia siamo arrivati al punto in cui si grida alla mancanza di manodopera, ma come gli ultimi dati ufficiali hanno dimostrato ciò non è propriamente vero, anzi, secondo i dati dell’Inps in Italia da gennaio 2021 ci sono state 617mila assunzioni in più rispetto allo stesso periodo del 2020. Però come ben sappiamo le statistiche sono effimere e cangianti, come delle olografie, cambiano in base al punto da cui le guardi e al risultato che vuoi ottenere, quindi giri la luce cambi angolazione un po’ e ti dicono quello che vuoi sentirti dire. Dove sta quindi la verità? Sempre dalla parte dei lavoratori, non ci si sbaglia.
Non dico che stiamo sopravvivendo su condizioni lavorative discusse e concordate nel 1930, ma quasi, di sicuro dal 1980 quasi nulla è cambiato a momenti nemmeno gli stipendi. You remember Scala Mobile? Innanzitutto io stessa che ho un CCNL e quindi dovrei essere tra le più tutelate mi  ritroverò un aumento indiscriminato dei prezzi e costo della vita sicuramente dal 2022, causati dalla Cina (vista soprattutto la situazione complessa di approvvigionamento, scarsità di materie prime e ritardi improponibili nelle spedizioni), sapete se non diversifichi le sedi di produzione internazionali, oggi tantissime in Asia, e ti fai mandare tutto dalla Cina, se la Cina aumenta il prezzo dei container, finchè non corri ai ripari (come?) possiamo discuterne in un altro luogo di questo), l’aumento te lo ciucci tutto e chi lo paga? Bravissimi. E secondo voi gli stipendi saranno adeguati? Bravissimi. Oltre che gli stipendi erano già inadeguati prima, figuriamoci tra un po’, vogliamo parlare di quanto invece sono aumentati gli stipendi dei CEO? Parliamone ancora dati alla mano:
41 million people lost their jobs in 2020 as the pandemic ravaged the U.S. economy, the most layoffs in at least two decades. But CEOs had a pretty good year. A great one, in fact, earning 351 times on average as much as the typical worker in their industry (qui)
Poco, solo 351 volte di più.
The weekend was won with no reduction in pay for workers and there was a gradual reduction in hours since then until about the 1980s. But since the 1980s working hours have not reduced at all, despite greater automation and new technology. We're overdue a reduction in working hours. (qui)
Toccando il punto, invece, delle ore lavorative (un articolo al link sopra), che nel migliore dei casi restano otto per cinque giorni a settimana, è chiaro che la regolamentazione rimasta invariata da oltre trent’anni deve essere rivista. Non solo servono meno ore per fare le stesse cose, ma si dovrebbe rivedere radicalmente i contratti così come sono stati concepiti dai sindacati quasi un secolo fa, lavorare part time, lavorare meno lavorare tutti, turnazioni, dare spazio alla digitalizzazione che straripa dall’armadio come farebbero tutte quelle tshirt nuove che hai comprato, mentre ti ostini ad utilizzare quella vecchia coi buchi perché sei affezionato e non ti va di cambiare che hai paura del nuovo. Digitalizzazione che porterebbe finalmente in campo molti giovani che sono specializzati nel settore ed eviterebbe perdite di tempo inutili e dannose per ogni individuo e spreco ingente di carta che io renderei legalmente perseguibile. È chiaro ed evidente che ridurre le ore lavorative e rimettere in mano agli individui il proprio tempo li rende persone più felici, you don’t say? La produzione resta invariata se non moltiplicata e hanno più tempo per spendere i soldi che portano a casa, per dirla in termini capitalistici:
Aumenti gli stipendi, aumenti il tempo libero, aumenti i guadagni, it’s not a difficult concept.
Riduzione di ore e regolamentazione del lavoro da remoto, che ad oggi esiste in varie forme in base a cosa fa più comodo all’azienda, ho sentito anche il concetto di mobile working, che tradotto è un altro modo per metterla nel culo al lavoratore. in Italia le aziende stanno ancora aspettando una risposta dallo Stato in termini di legislatura del lavoro agile, voi avete visto qualcosa? Io no e lavoro in un’azienda a cui piacerebbe, almeno in questo caso, fare un passo avanti. Il mondo della ristorazione, della logistica, dei servizi essenziali, necessita di controlli, strutturazione e tutele per i dipendenti, dovrebbe senza ombra di dubbio essere preso d’assalto dalla convenzione di ginevra, perché sfido io che un ragazzo nato negli anni ’90 oggi potrebbe prendere la decisione di chiudersi in catene per due spicci salvo che non sia davvero disperato o completamente pazzo. Qualcuno ha visto Sorry we missed you, di Ken Loach? È un consiglio. Poi dopo ci continueremo a lamentare che Amazon ci porta la presa schuko con un giorno di ritardo, ma almeno ci sentiremo in colpa. Dici non vogliono lavorare, ma meno male e grazie, salvate anche noi per favore ragazzi!
Dopo quasi due anni trascorsi chiusi in casa a fare a meno di tutto, forse finalmente qualcuno ha capito che magari si può fare a meno anche di lavorare a certe condizioni? Forse qualcuno ha capito che nella vita voleva fare altro, anche intrecciare cestini e venderli ai vicini o riprendersi mentre in doccia si lava il culo usando la spugna coi piedi e postarlo su onlyfans? Non trovo manodopera per il mio ristorante costruito abusivamente sulla spiaggia vista gabbiani e per cui pago 5€ all’anno al demanio, chiedo solo dieci ore al giorno sette giorni a settimana più straordinari nelle due centrali di agosto e pago profumatamente seicento euro al mese magari dovrebbe essere sostituito con assumo regolarmente con tutte le tutele del caso, malattie, ferie, stipendio adeguato e orario secondo contratto nazionale e partire da lì innanzitutto senza discriminazione di razza o sesso? Se avessimo regolamentato tutti gli stranieri che chiedono documenti legali dalla notte dei tempi forse anche il problema di “ci rubano il lavoro” sarebbe risolto con “meno male che da voi state alla canna del gas così almeno ho chi mi serve ai tavoli”, ma siamo un popolo di razzisti, questa sarebbe semplice utopia. È un discorso classista? Lo chiamerei più realista, sarebbe anche funzionale se si facesse di necessità virtù, ma anche le necessità in questo caso sono da prendere con le pinze. Sarebbe in ogni caso un improvement per tutti, ma troppo intelligente. È lampante come per determinate tipologie di lavoro necessitiamo di manodopera estera, non facciamo discorsi da finti buonisti, per quanto ci sia ancora l’italiano che fa il pizzaiolo, quella che fa la badante, l’oss, quello che impasta il cemento o guida la ruspa o raccoglie arance e pomodori è ovvio che saranno lavori per cui dovremmo sempre di più affidarci a chi arriva da fuori, questo per vari motivi che spero di non dovervi spiegare e quindi è anche arrivata l’ora che si smetta di fare finta che non sia così e mettere una mano anche sulla questione immigrazione in senso umano, civile, legale e burocratico. Again, più lavorano, più guadagnano, più tempo hanno, più spendono. Certo, la sostituzione razziale.
Anche il lavoro è un bene, un prodotto per cui c’è domanda e offerta e per cui deve esistere differenziazione, se si vuole occupare più gente possibile bisogna che ci siano più posti di lavoro possibili e non solo in termini quantitativi, ma anche e soprattutto qualitativi, le specializzazioni sono cambiate, le attitudini sono cambiate, le generazioni si evolvono e anche la realtà si sta chiaramente sdoppiando perché viviamo parallelamente nel mondo fisico e in quello virtuale e in entrambe serve la struttura digitale.
Siamo indietro, indietrissimo, in retromarcia.
Se l’istruzione fosse in linea coi tempi e pure preparasse professionalità adatte a gestire il mondo digitale il mercato del lavoro non sarebbe al passo, la stragrande maggioranza delle aziende ancora fa fatica ad abbandonare gli archivi fisici per essere banali, moltissime non hanno nemmeno ancora previsto lontanamente l’e-commerce nemmeno all’interno del gruppo stesso, digitalizzazione degli acquisti.
Stampiamo le fatture per portarle da un ufficio ad un altro, come possiamo pretendere di capire che serve un ufficio che gestisca i dati del sito quando il sito è ancora in manutenzione dal 2001 e sulla pagina facebook non c’è manco la foto sulla cover?
Le ragazzine vogliono fare le influencer, le youtuber, aprirsi un canale su twitch per far vedere le tette dipinte da unicorno rosa e noi invece di insegnare loro come gestire il mondo virtuale, fare dei corsi a scuola su diritti e doveri nell’era digitale e strutturare un pensiero anche per un domani lavorativo, che magari capiscono che esistono altri lavori nel campo anche più divertenti e remunerativi le incalziamo perché non vogliono fare le cassiere e poi le riempiamo di nozioni sul femminismo e il bodyshaming.
I ragazzi di oggi non studiano, beh convincimi che hanno torto.
Se la regolamentazione del mercato del lavoro si adeguasse e rivedesse la struttura dell'offerta per renderla attuale, in linea con le nuove necessità,  generazioni e in linea con le contingenze del momento, evidentemente diverse da anche solo cinque anni fa, allora potremmo parlare di un confronto tra domanda e offerta e dissertare sui numeri.
Se invece si continua a proporre situazioni lavorative tali e quali al 1950, senza considerare necessità ambientali, parità di genere, riduzione di orario di lavoro, smartworking, turnazioni, diversificazione dei compiti per le nuove specializzazioni soprattutto digitali, attitudini delle nuove generazioni e etica, soprattutto etica lavorativa, allora ogni discorso è aria fritta.
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superfuji · 3 years
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E’ un classico dell’estate, come il calippo e le canzoni brutte, ma insomma preparatevi, perché verrete sommersi da storie tristi tipo il barista che cerca un garzone, ma quello niente, sta al mare a farsi le canne grazie al reddito di cittadinanza e col cazzo (monsieur!) che va a lavare le tazzine alle sei del mattino. Siccome eravamo abituati al fiorire di queste notizie in un nugolo di piccole storie tristi, bisogna anche dire che la trama è sempre la stessa, banale e prevedibile. Scena uno: l’imprenditore lamenta (sul giornale locale, o alla radio, o nel servizio tivù) che da settimane cerca un dipendente, ma non si presenta nessuno. Scena due: si scopre che l’annuncio era stato messo su Facebook, quindi girava in cerchie strettissime, oppure che si offrivano condizioni che l’Alabama dell’Ottocento sembra Hollywood, al confronto. Terzo atto della commedia, la tirata indignata su: a) i giovani che non hanno voglia di lavorare; b) gli danno settecento euro per stare sul divano (sottotesto: io gliene darei meno per farsi un culo a capanna); c) Ai miei tempi… (riempire a piacere). Dov’è la novità, direte voi. Ecco. La novità è che a fare il coro greco sullo stagionale che non si trova, questa volta non è stato il barista Pinco o l’associazione albergatori di Qui o di Là, ma un presidente di Regione, per la precisione Vincenzo De Luca, che ha saltato i primi due atti della pièce ed è passato subito al terzo: i lavoratori stagionali mancano per colpa del Reddito di Cittadinanza, che tanti lutti e tante privazioni ha causato agli imprenditori italiani. Traduco: il reddito di cittadinanza impedisce di fare dumping sui salari, che è quel meccanismo per cui se un lavoro vale dieci cercherò di dartene otto, e se arriva uno più disperato di te a lui ne darò sei, finché mi arriva il disperato che magari ha figli, e allora a lui ne darò due (John Steimbeck, Furore, 1939).
Tormentone estivo. Gli imprenditori si lamentano per l’assenza di lavapiatti
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bicheco · 3 years
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E: Non sto facendo il broncio è che avevi detto tre settimane tutte per noi, senza crimini, ammazzamenti, furti, sequestri, e invece...
D: Non fare il broncio...
E: Aridanghete co 'sto broncio! Sto semplicemente parlando.
D: Parli ma col broncio!
E: Adesso ti do un calcio fortissimo alle palle e poi vediamo se non viene a te il broncio!
D: Ahahah...
E: Cosa c'è da ridere?
D: Le tue parole mi hanno fatto tornare in mente un episodio che certamente ricorderai: albo 15 Novembre 1975: "La fig..." pardon "La fuga da Ginko".
E: Certo che lo ricordo: quando ti eri messo dei testicoli artificiali pieni di narcotico e io feci finta di scoglionarti
D: E si addormentarono tutti. Che classe, che colpo quello. E che tempi.
E: E che palle soprattutto! Perché adesso è diventato tutto così....
D: Così come?
E: Così piatto. Dov'è finita la passione, la voglia di fare, la voglia di crederci, la voglia di rubare...?
D: Secondo me ha ragione Renzi: è tutta colpa del reddito di cittadinanza.
E: A proposito: hai fatto la domanda?
D: Non ancora, sto aspettando la dichiarazione ISEE dalla CGIL.
E: Ma noi siamo ENPALS!!! Mondo dello spettacolo.
D: Ma amore, l'ENPALS non esiste più da vent'anni.
E: Ah sì? Ecco: adesso mi è venuto il broncio per davvero. Sei contento?!
D: Io sono contento se tu sei contenta.
E: Tu sei scemo!
D: Lo sapevo: sempre così finisce....
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toscanoirriverente · 4 years
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La crisi siamo noi
I dati dell'Italia sono impietosi nel confronto europeo. Eppure siamo lì ancora al Consiglio Ue a battere cassa con la spocchia di chi si ritiene bello e indispensabile, indisponibili a discutere con chi chiede come spenderemo denari concessi a interessi così fuori mercato da risultare ridicoli
Per guarire da una malattia serve una buona cura, ma anzitutto una buona diagnosi. Nelle ore in cui il presidente del Consiglio lavora a Bruxelles a un’impresa dagli esiti fragili, sul Corriere della Sera un eccellente Federico Fubini ragguaglia sulle ultime previsioni: alla fine del 2021, l’economia tedesca sarà cresciuta del 13 per cento rispetto al 2007, subito prima della crisi del 2008; quella francese sarà cresciuta del 7, quella spagnola del 3, la nostra sarà decresciuta del 9. Dunque, di chi è la colpa, dell’Europa? Perché si potrà continuare dilettarsi nel pregiudizio e ritenere la Germania un Quarto Reich monetario, e la Francia l’inaudito nuovo alleato di Berlino che ha aperto i ponti sulla Marna, ma con la Spagna come la mettiamo?
In seguito alla pandemia, l’Europa – che continuiamo a vivere come una controparte, e non un luogo e un’istituzione di cui siamo partecipi, con pari diritti e pari doveri – ha tolto le condizionalità dal Mes e ha sospeso il patto di stabilità, consentendoci, prima chiudendo un occhio e poi lecitamente, di accumulare nell’ultimo anno, da maggio a maggio, altri 175 miliardi di debito pubblico. È come se avessimo allestito una finanziaria al mese, e sempre a debito. È come se uno di noi, con un rosso pauroso in banca, avesse ottenuto un ulteriore prestito e tuttavia continuasse a non guadagnare. Quale banca mai ci allungherebbe un solo quattrino in più? Eppure siamo lì, con il nostro presidente del Consiglio, ancora a battere cassa – e va bene, Covid ci ha massacrati – ma con la spocchia di chi si ritiene bello e indispensabile, poiché senza Italia l’Unione tracolla, e dunque indisponibili a discutere le esigenze di chi vorrebbe ragguagli su come saranno spesi i denari che chiediamo, e a interessi così fuori mercato da risultare ridicoli.
I famosi quattro “frugali”, detti anche avidi e miopi, vogliono semplicemente assicurarsi che il Recovery Fund non ci servirà a sostenere lo straripante assistenzialismo, unica soluzione alla perdita di ricchezza: mettere soldi là dove non ci sono più soldi, senza nulla di strategico. E soprattutto a conservare uno stile di vita ingiustificato dai tempi e dai conti. Un esempio. Per andare in pensione in Italia servono mediamente 31,8 anni di lavoro, in Austria (primo frugale) ne servono 37,5, in Danimarca (secondo frugale) 39,9, in Olanda (terzo frugale) 40,5, in Svezia (quarto frugale) 41,9. Ora, come potranno i premier di Austria, Danimarca, Olanda e Svezia spiegare ai loro Parlamenti e ai loro popoli di avere allungato fondi all’Italia senza nemmeno avere garanzia che non saranno usati anche per finanziare Quota 100? Come potranno spiegare ai loro Parlamenti e ai loro popoli di avere allungato fondi all’Italia per consentire agli italiani di andare in pensione sei, otto, dieci anni prima?
E ancora: come potrà il nostro Governo mantenere Quota 100, e chiamarlo un nostro diritto, di noi cittadini, e pretendere a pugni sul tavolo che ci sia pagato da quelli che diciamo avidi e miopi? Come potremo continuare noi tutti a chiamarlo un diritto, quando è un capriccio, figlio della pancia piena e della più devastante ignoranza di quanto succede attorno a noi? Come potremo replicare il fallimento del reddito di cittadinanza, che si è rivelato un buon ammortizzatore sociale, ma un fallimentare investimento? Come potremo far finta di niente, di nuovo, davanti alla macroscopica evasione fiscale che sottrae miliardi e miliardi allo Stato, e poi quei miliardi li esigiamo da chi il fisco non lo evade? Come potremo andare avanti con le nazionalizzazioni, o paranazionalizzazioni, e in una guerra inconcepibile all’idea stessa di impresa, come un banale interesse privato (e che problema c’è?), e non come il sistema per produrre posti di lavoro e dunque prosperità e dunque tasse con cui alimentare il settore pubblico? Come potremo continuare con una politica economica del giorno per giorno, dei buchi tappati con un dito, senza un piano di investimenti e di rilancio che oggi ci costa fatica (e sudore e lacrime, ma citare non basta), ma salva il domani, nostro e dei nostri figli?
Arriverà il giorno, e non è molto lontano, in cui ci diranno – lo spiega ancora Fubini – che loro, gli avidi e i miopi, ci hanno provato ancora. Ma non è bastato. E allora saranno guai seri, per noi. Il mondo va avanti, anche se noi restiamo indietro. Perché la crisi siamo (anche) noi.
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salvo-love · 2 years
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Importante, importante, importante, importante, importante, importante, molto, molto importante ⬇️⬇️⬇️!!!
Le priorità del #Pd sono i clandestini, i matrimoni gay, la liberalizzazione delle droghe, l'eutanasia, le famiglie LGBT, l'utero in affitto, le adozioni LGBT, la immigrazione incontrollata e pericolosa.
*Ma davvero gli #italiani, i #giovani #diciottenni, i #residenti nelle #periferie #insicure e #degradate di tutta #Italia, i #poveri, i #lavoratori, gli #indigenti, gli #ultimi, i più #deboli e i #cattolici crederanno nel progetto politico di #EnricoLetta e voteranno il #25settembre per il #partitodemocratico ❓❓❓*
<<Per il Partito Democratico tra le priorità del #nuovo #Parlamento ci saranno il matrimonio gay e il Ddl Zan, per la prima volta inseriti in un programma elettorale, e una maggiore apertura all’aborto. Mentre gli italiani fanno i conti con crisi energetica, caro benzina e un’inflazione alle stelle, per il #Pd è più importante proporre una legge incostituzionale che violerebbe l’art. 29 sul Matrimonio e aprirebbe così le porte alle adozioni per coppie dello stesso sesso, nonché alla pratica inumana dell’utero in affitto. In un programma elettorale da estrema sinistra radicale, il #PD propone poi nuovamente il Ddl Zan, con tutte le sue sfaccettature liberticida ed il pericolo dell’indottrinamento gender nelle scuole, che ben conosciamo e come se non bastasse i cosiddetti “#democratici” vorrebbero calpestare un diritto costituzionale come l’obiezione di coscienza per i medici, poiché questo sarebbe l’unico modo per il Pd di applicare in toto la legge 194 sull’intero territorio nazionale. In definitiva, dunque, un programma elettorale che è un vero è proprio attentato alla vita nascente, alla famiglia e alla libertà educativa dei genitori», così Jacopo Coghe, Portavoce di Pro Vita & Famiglia.
Il #PD rischia grosso alle #elezioni #politiche del 25 settembre. Legge elettorale, alleanze che saltano e che si formano, e poi - banalmente - un posizionamento politico confuso, iper-governista e perennemente sulla difensiva: gli appelli a votare #dem per arginare il pericolo #Meloni potrebbero non bastare.
#Letta è sicuro che operai, precari, disoccupati, lavoratori che guadagnano meno di un reddito di cittadinanza stiano versando lacrime per la caduta dell'esecutivo?? Gli consiglieremmo di fare un giro dell'Italia da nord a sud e ascoltare i #cittadini, prima di prendere le decisioni definitive. Non esistono, forse, quei "milioni di italiani indignati" per la crisi di governo di cui straparlano i #quotidiani. D'altra parte uno su tre di essi guadagna meno di 1000 euro al mese, probabilmente è indignato per altro.
Occhio: sono tanti, e non solo tra le giovani generazioni, gli #elettori dem che questa volta promettono di restare a casa. Caro Letta, butta male. Altro che il 30 per cento di consensi che, secondo #Nardella, è alla portata. Il risveglio potrebbe essere brusco come non mai. Anzi, come testimoniano tutti i sondaggi, il risveglio del PD, di Letta e degli alleati sarà sicuramente brusco e molto, molto triste ❗❗
**La colpa di questo ❓❓ Le alleanze confuse, pasticciate e insostenibili del PD di Letta, ma soprattutto il programma politico suddetto del segretario dem con le priorità sopracitate ❗❗❗*
Firmato da Alfeo de Luca de " Il Giornale della verità e della serietà.it "
https://www.secoloditalia.it/2022/08/gas-cosi-la-sinistra-ci-ha-portato-al-disastro-belpietro-e-vogliono-pure-dare-lezioni/amp/
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