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#donne che amano troppo
ecleptica · 1 year
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fa male
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fiore-dimaggio · 1 year
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Quando un libro parla di te…
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francobollito · 22 days
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Secondo me all'inizio c'è sempre una donna.
Secondo me la donna è stato il secondo errore di Dio. Il primo...
Secondo me una donna è donna da subito. Un uomo è uomo a volte prima, a volte dopo. A volte mai.
Secondo me una donna è coinvolta sessualmente in tutte le vicende della vita. A volte persino nell'amore.
Secondo me una donna innamorata imbellisce. Un uomo... rincoglionisce.
Secondo me in un salotto quando non c'è neanche una donna è come recitare in un teatro vuoto. Se invece non c'è neanche un uomo, tra le donne si crea una complice atmosfera di pace. Appena arriva un uomo è la guerra.
Secondo me un uomo che si vanta di iniziare le donne ai piaceri dell'amore è come il turista che mostra alla guida le bellezze della città.
Secondo me per una donna che non ha fortuna in amore non si può usare il termine "sfigata".
Secondo me un uomo che dice di una donna "quella lì la dà via" meriterebbe che a lui le donne non gliela dessero proprio mai.
Secondo me una donna che fa l'amore per interesse è una puttana. Se lo fa invece perché le piace è... non c'è la parola.
Secondo me una donna che dice a un uomo con cui sta facendo l'amore "Come con te con nessuno" andrebbe comunque arrestata per falsa testimonianza.
Secondo me le donne quando ci scelgono non amano proprio noi... forse una proiezione, un'immagine, un sogno. Ma quando ci lasciano siamo proprio noi quelli che non amano più.
Secondo me il primo maschilista è stato Dio che si è fatto uomo. Però io, se fossi stato Dio, non so se la donna l'avrei firmata.
Secondo me una donna che si offre sessualmente a un uomo ed è respinta rimane sconcertata. Non ci può credere. Il suo primo pensiero è che lui sia omosessuale, ma in genere questa versione non regge. E allora pensa: 'Eh già, lui si difende... ha paura di essere troppo coinvolto emotivamente... oppure si sente bloccato dall'eccessiva eccitazione...' Il fatto che lei possa non piacere è un'ipotesi che non può assolutamente prendere in considerazione.
Donna, l'angelo ingannatore. L'ha detto Baudelaire.
Donna, il più bel fiore del giardino. L'ha detto Goethe.
Donna, femina maliarda. L'ha detto Shakespeare.
Donna, sei tutta la mia vita. L'ha detto un mio amico ginecologo.
Secondo me una donna che oggi fa la madre di famiglia e rinuncia a lavorare, sbaglia. Se invece lavora e rinuncia a fare la madre di famiglia, sbaglia. Se cerca contemporaneamente di lavorare e di fare la madre di famiglia… sbaglia. Sbaglia comunque. L'uomo invece non sbaglia mai. Sono secoli che sa quello che deve fare. Forse è per questo che è così intronato. O forse anche per qualche altra ragione...
Giorgio Gaber
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thebutterfly0 · 2 months
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Io non ho paura di quelle che il mondo chiama “belle donne”.
Io ho paura delle altre.
Ho paura di quelle che escono di casa con un filo di trucco.
Di quelle che capisci subito se hanno passato una nottata in bianco dalle occhiaie che si portano dietro.
Di quelle che si legano i capelli con una matita.
Di quelle che si guardano allo specchio e sorridono perché non hanno nemmeno un capello al posto giusto.
Ho paura di loro.
Di quelle che si fermano sui dettagli, su particolari tuoi che nemmeno tu stesso pensavi di avere.
Di quelle che sanno stare accanto agli altri, ma non sanno come stare accanto a se stesse.
Di quelle che le basterebbe trovare un messaggio con scritto “Buongiorno”, ogni giorno, appena sveglie per rallegrarle tutta la giornata.
Di quelle che sono sempre di corsa, ma si fermano ad ascoltare. Uno sconosciuto, un amico, un bambino.
Ho paura di loro.
Di quelle mai banali, che parlano il doppio di me, senza per questo parlare del niente, anzi ti fanno sorridere rompendoti le scatole ripetendoti di quanto siano belli i loro nipotini. Di quanto siano dolci quando la chiamano zia.
Di quelle che vorrebbero avere una famiglia tutta loro per prendersene cura, anche se a volte non sanno prendersi cura nemmeno di loro stesse.
Ho paura di loro.
Di quelle che ad un “Sei bellissima”, arrossiscono, s'imbarazzano perché nessuno glielo ha mai detto.
Di quelle che custodiranno gelosamente il Girasole che le hai regalato finché l'ultimo petalo non si sarà seccato e rompendosi cadrà sul pavimento, perdendosi tra la polvere, sotto l'armadio.
Di quelle che non appaiono, non si vedono, non si notano. Il mondo sempre in primo piano. E loro dietro. Sullo sfondo.
Ho paura di loro.
Di quelle che sorridono alla vita, tutti i giorni, nonostante abbiamo migliaia di motivi per non farlo.
Di quelle che ti ascoltano davvero. E, quando parlano, ti guardano come a dire “Anche a me. È successo anche a me.”
Di quelle che non ti diranno mai un "Ti Amo”, anche quando saranno innamorati di te.
Di quelle che non sono mai state scelte. Nemmeno una volta.
Ho paura di loro.
Di quelle che ogni giorno ti sussurreranno “Credo di amarti”, perché hanno paura di non essere scelte. Perché loro non sono “belle donne”. Loro non scelgono.
Di quelle che amano essere belle, solo ogni tanto. Solo per qualcuno.
Di quelle che sanno piangere. Anche quando sono ad un concerto. Anche quando intorno ci sono ottantamila persone, loro piangono.
Anche se a farle piangere è una canzone e tu, con un leggero sospiro, le guardi senza capire.
Ho paura di loro.
Di quelle che credono nell'Amore vero.
Di quelle che ci credono anche quando gli altri fuggono l'amore per colpa dei troppi chilometri. O per paura.
Di quelle che per passare un'ora con te, passerebbero anche otto ore in treno.
Ho paura di loro.
Di quelle che cercano di capire perché non resti mai.
Di quelle che non sanno restare.
Di quelle per cui vale la pena restare. Una volta. Restare.
E ho paura di loro, soprattutto, quando, senza dire una parola ti scelgono, restano e tu sei troppo distratto per accorgertene, troppo concentrato a fuggire da non sai cosa per restare.
Una volta.
Ho paura di loro perché di belle donne il mondo è pieno.
Una donna del genere, invece, se te la lasci scappare non saprai mai in quale parte del mondo la ritroverai.
Se mai la ritroverai.
(Abdou Mbacke Diouf)
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mucillo · 2 months
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“Io non ho paura di quelle che il mondo chiama “belle donne”. Io ho paura delle altre.
Ho paura di quelle che escono di casa con un filo di trucco. Di quelle che capisci subito se hanno passato una nottata in bianco dalle occhiaie che si portano dietro. Di quelle che si legano i capelli con una matita. Di quelle che si guardano allo specchio e sorridono perché non hanno nemmeno un capello al posto giusto.
Ho paura di loro. Di quelle che si fermano sui dettagli, su particolari tuoi che nemmeno tu stesso pensavi di avere. Di quelle che sanno stare accanto agli altri, ma non sanno come stare accanto a se stesse. Di quelle che sono sempre di corsa, ma si fermano ad ascoltare. Uno sconosciuto, un amico, un bambino.
Ho paura di loro. Di quelle che ad un “Sei bellissima”, arrossiscono, s'imbarazzano..
Ho paura di loro. Di quelle che sorridono alla vita, tutti i giorni, nonostante abbiamo migliaia di motivi per non farlo. Di quelle che ti ascoltano davvero. Di quelle che amano essere belle, solo ogni tanto. Solo per qualcuno. Di quelle che sanno piangere.
Ho paura di loro. Di quelle che per passare un'ora con te, passerebbero anche otto ore in treno...
Ho paura di loro. Di quelle per cui vale la pena restare. Una volta. Restare.
E ho paura di loro, soprattutto, quando, senza dire una parola ti scelgono, restano e tu sei troppo distratto per accorgertene, troppo concentrato a fuggire da non sai cosa.
Ho paura di loro perché di belle donne il mondo è pieno. Una donna del genere, invece, se te la lasci scappare non saprai mai in quale parte del mondo la ritroverai.
Se mai la ritroverai.”
Abdou Mbacke Diouf
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Secondo me all'inizio c'è sempre una donna.
Secondo me la donna è stato il secondo errore di Dio. Il primo...
Secondo me una donna è donna da subito. Un uomo è uomo a volte prima, a volte dopo. A volte mai.
Secondo me una donna è coinvolta sessualmente in tutte le vicende della vita. A volte persino nell'amore.
Secondo me una donna innamorata imbellisce. Un uomo... rincoglionisce.
Secondo me in un salotto quando non c'è neanche una donna è come recitare in un teatro vuoto. Se invece non c'è neanche un uomo, tra le donne si crea una complice atmosfera di pace. Appena arriva un uomo è la guerra.
Secondo me un uomo che si vanta di iniziare le donne ai piaceri dell'amore è come il turista che mostra alla guida le bellezze della città.
Secondo me per una donna che non ha fortuna in amore non si può usare il termine "sfigata".
Secondo me un uomo che dice di una donna "quella lì la dà via" meriterebbe che a lui le donne non gliela dessero proprio mai.
Secondo me una donna che fa l'amore per interesse è una puttana. Se lo fa invece perché le piace è... non c'è la parola.
Secondo me una donna che dice a un uomo con cui sta facendo l'amore "Come con te con nessuno" andrebbe comunque arrestata per falsa testimonianza.
Secondo me le donne quando ci scelgono non amano proprio noi... forse una proiezione, un'immagine, un sogno. Ma quando ci lasciano siamo proprio noi quelli che non amano più.
Secondo me il primo maschilista è stato Dio che si è fatto uomo. Però io, se fossi stato Dio, non so se la donna l'avrei firmata.
Secondo me una donna che si offre sessualmente a un uomo ed è respinta rimane sconcertata. Non ci può credere. Il suo primo pensiero è che lui sia omosessuale, ma in genere questa versione non regge. E allora pensa: 'Eh già, lui si difende... ha paura di essere troppo coinvolto emotivamente... oppure si sente bloccato dall'eccessiva eccitazione...' Il fatto che lei possa non piacere è un'ipotesi che non può assolutamente prendere in considerazione.
Donna, l'angelo ingannatore. L'ha detto Baudelaire.
Donna, il più bel fiore del giardino. L'ha detto Goethe.
Donna, femina maliarda. L'ha detto Shakespeare.
Donna, sei tutta la mia vita. L'ha detto un mio amico ginecologo.
Secondo me una donna che oggi fa la madre di famiglia e rinuncia a lavorare, sbaglia. Se invece lavora e rinuncia a fare la madre di famiglia, sbaglia. Se cerca contemporaneamente di lavorare e di fare la madre di famiglia… sbaglia. Sbaglia comunque. L'uomo invece non sbaglia mai. Sono secoli che sa quello che deve fare. Forse è per questo che è così intronato. O forse anche per qualche altra ragione...
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Giorgio Gaber
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iocaotic · 2 months
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Non è da tutti amare le donne difficili, spigolose, quasi inaccessibili. Solo apparentemente sono solari ed estroverse, anche sicure di sé, ma in realtà sempre diffidenti e insicure, sempre sulla difensiva.
E si tengono tutto dentro. Non guardatele troppo negli occhi, perché non vogliono far vedere a nessuno la loro rabbia, delusione, paura, fragilità. La solitudine le accompagna, anche quando hanno decine di corteggiatori. Perché amano ma non dipendono mai dall'amore, da quell'amore che per loro è solo un sogno. E sono dure, prima di tutto con se stesse. Solo chi sa guardare oltre il sorriso riesce a vedere il muro impenetrabile che hanno eretto. Che difende la loro interiorità ricca ma ferita, spaventata. La loro sensibilità troppe volte ferita. Il difficile vissuto che solo loro conoscono. Perché sono donne spigolose, difficili, quasi inaccessibili.
Quelle con l’anima in fiamme e il sorriso splendente.
Agostino Degas.
#Caotic.
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ninfaribelle · 11 months
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"Io non ho paura di quelle che il mondo chiama “belle donne”.
Io ho paura delle altre.
Ho paura di quelle che escono di casa con un filo di trucco.
Di quelle che capisci subito se hanno passato una nottata in bianco dalle occhiaie che si portano dietro.
Di quelle che si legano i capelli con una matita.
Di quelle che si guardano allo specchio e sorridono perché non hanno nemmeno un capello al posto giusto.
Ho paura di loro.
Di quelle che si fermano sui dettagli, su particolari tuoi che nemmeno tu stesso pensavi di avere.
Di quelle che sanno stare accanto agli altri, ma non sanno come stare accanto a se stesse.
Di quelle che le basterebbe trovare un messaggio con scritto “Buongiorno”, ogni giorno, appena sveglie per rallegrarle tutta la giornata.
Di quelle che sono sempre di corsa, ma si fermano ad ascoltare. Uno sconosciuto, un amico, un bambino.
Ho paura di loro.
Di quelle mai banali, che parlano il doppio di me, senza per questo parlare del niente, anzi ti fanno sorridere rompendoti le scatole ripetendoti di quanto siano belli i loro nipotini. Di quanto siano dolci quando la chiamano zia.
Di quelle che vorrebbero avere una famiglia tutta loro per prendersene cura, anche se a volte non sanno prendersi cura nemmeno di loro stesse.
Ho paura di loro.
Di quelle che ad un “Sei bellissima”, arrossiscono, s'imbarazzano perché nessuno glielo ha mai detto.
Di quelle che custodiranno gelosamente il Girasole che le hai regalato finché l'ultimo petalo non si sarà seccato e rompendosi cadrà sul pavimento, perdendosi tra la polvere, sotto l'armadio.
Di quelle che non appaiono, non si vedono, non si notano. Il mondo sempre in primo piano. E loro dietro. Sullo sfondo.
Ho paura di loro.
Di quelle che sorridono alla vita, tutti i giorni, nonostante abbiamo migliaia di motivi per non farlo.
Di quelle che ti ascoltano davvero. E, quando parlano, ti guardano come a dire “Anche a me. È successo anche a me.”
Di quelle che non ti diranno mai un “Ti Amo”, anche quando saranno innamorati di te.
Di quelle che non sono mai state scelte. Nemmeno una volta.
Ho paura di loro.
Di quelle che ogni giorno ti sussurreranno “Credo di amarti”, perché hanno paura di non essere scelte. Perché loro non sono “belle donne”. Loro non scelgono.
Di quelle che amano essere belle, solo ogni tanto. Solo per qualcuno.
Di quelle che sanno piangere. Anche quando sono ad un concerto. Anche quando intorno ci sono ottantamila persone, loro piangono.
Anche se a farle piangere è una canzone e tu, con un leggero sospiro, le guardi senza capire.
Ho paura di loro.
Di quelle che credono nell'Amore vero.
Di quelle che ci credono anche quando gli altri fuggono l'amore per colpa dei troppi chilometri. O per paura.
Di quelle che per passare un'ora con te, passerebbero anche otto ore in treno.
Ho paura di loro.
Di quelle che cercano di capire perché non resti mai.
Di quelle che non sanno restare.
Di quelle per cui vale la pena restare. Una volta. Restare.
E ho paura di loro, soprattutto, quando, senza dire una parola ti scelgono, restano e tu sei troppo distratto per accorgertene, troppo concentrato a fuggire da non sai cosa per restare.
Una volta.
Ho paura di loro perché di belle donne il mondo è pieno.
Una donna del genere, invece, se te la lasci scappare non saprai mai in quale parte del mondo la ritroverai.
Se mai la ritroverai.
(Abdou Mbacke Diouf - Ph Io)
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simonvictormoody · 10 months
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Avvertenze: scritto da ubriaco e senza correzioni
10 Riflessi
Ho iniziato a scrivere dopo la seconda birra con whiskey ammaliato dal riflesso delle luci al neon e delle stronzate dette dalla gente che mi circonda, che rievoca vecchi eventi passati come la maturità del liceo oramai superata da 10 anni. Preferire non aver mai parlato con questi tizi qualche anno fa, per fortuna mia se ne sono andati, magari per il barista no. Ma chi cazzo se ne frega del resto? Da solo senza puttana si sopravvive così. Oramai le poesie non servono per scopare, sono troppo difficili per la maggior parte delle menti femminili. Amano il banale e il momentaneo. L’effimero. La merda che viviamo. Non si spingono oltre al perché del mondo, e quando le conosco questo genere di donne che potrebbero interessarmi si decidono di scopare uomini mediocri senza cervello. Ma lo accetto, devo farlo per la debolezza dell’essere umano. Quanto vorrei godere ora di un orgasmo sia fisico che mentale come scrissi in qualche pensiero prima.
Donne bellissime accompagnate da uomini discutibili, mediocri nel vestire e nel parlare. Li sento. Potrei batterli con una citazione colta, ma se queste donne preferiscono uscire con loro o dare corda vuol dire che non sono quella figa intellettuale che cerco. E pensare che tutto questo sta nascendo mentre leggevo Bukowski e ho visto una lampadina al neon riflessa sullo schermo del mio telefono. Purtroppo non mi sono portato dietro il libro altrimenti avrei preferito il profumo della carta alla sterilità dell’elettricità. Sterilità, parliamone… non ho mai visto una donna negarsi ad un vibratore. Diciamo che quando fa comodo la modernità piace, assai. Forse dovrei provare anche io?
La birra con il whiskey, la seconda, non l’ho finita ma mi sento già “partito” nel mondo della lettura e della scrittura che sembra che non abbia voglia di finirla. Mi mancavano queste serate dove la mente vaga così velocemente che le dita difficilmente stanno dietro. Bevo
Alcol
Umilio ogni giorno la mia esistenza
Umilio il mio essere
Sottomesso alla vita.
Sottomesso alla realtà.
Vivo la morte ogni giorno.
Vomito nel lavandino e scommetto sulle partite.
Perdo. Vinco.
Godo l’attimo.
Il negroni, l’amaro e la puttana mi accompagnano nella serata.
Cadono bicchieri.
Si rompono vetri come le nostre convinzioni.
Siamo ubriachi di vita,
Siamo ubriachi di morte.
Siamo ubriachi e veri.
Voglio morire con il cazzo dritto dentro una prostitua di basso profilo.
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susieporta · 5 months
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Saperlo era una cosa ma ammetterlo un'altra, una violazione del tacito accordo familiare: quello che non riconosciamo a voce alta non esiste per noi e quindi non può ferirci. Era una regola che Brenda aveva applicato alla propria vita. Se lei non ammetteva che qualcosa andava male, niente andava male.
I problemi non esistevano a patto che lei non ne parlasse.
Non fa meraviglia che restasse tenacemente attaccata alle menzogne e alle falsificazioni più assurde che la stavano distruggendo.
Le donne che amano troppo provengono da famiglie in cui si ritrovano molto sole e isolate, respinte, sovraccaricate di responsabilità gravi e non adatte a una bambina, che le hanno fatte crescere con una tendenza alla dedizione e al sacrificio di sè; OPPURE SI SONO TROVATE IN UN CAOS pericoloso che le ha indotte a sviluppare un bisogno irresistibile di controllare la gente intorno a loro e le situazioni in cui si trovano. Naturalmente ne segue una donna con il bisogno di accudire o controllare o di fare cose...quindi è inevitabile che finisca con il ritrovarsi con un uomo che non sa assumersi le proprie responsabilità, almeno per alcuni aspetti importanti della propria vita e che ha bisogno del suo aiuto, della sua dedizione, del suo controllo. Poi lei comincia la lotta per cercare di cambiarlo con la forza del suo amore e della sua persuasione... A questo punto si iniziano a vedere già i futuri sviluppi della MORBOSITA' DELLA RELAZIONE...
E' sicura che se riuscirà a renderlo felice, lui la tratterà meglio e allora sarà felice anche lei....
Sente di essere la sola RESPONSABILE. la sola a cercare di far funzionare la relazione. E mentre si domanda da dove venga tutta questa rabbia e perchè non riesca a essere abbastanza amabile da indurlo a voler cambiare per amor suo, per tutti e due, aumenta il suo sento di colpa...
Donne che amano troppo.
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ecleptica · 1 year
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colorfulprincewombat · 4 months
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Le donne speciali
Le donne speciali, restano bambine eterne, nonostante diventano mamme, anche se non tutte, hanno nelle loro vene la voglia di vivere allegramente, ingenuamente, liberamente, combattenti nonostante tutto.
Le donne speciali, hanno un certo senso di adattamento a tutti i lavori anche quelli maschili, riescano a dare sempre il meglio. Le donne sono speciali nella loro bellezza e non ad essere attraenti con il corpo ma con la mente, nulla sfugge ai loro occhi.Le donne sono speciali per la loro spiccata sensibilità a sentire e percepire ogni piccola vibrazione che le circonda. Le donne speciali fanno paura perché vanno oltre, sono troppo impegnative, troppo belle, troppo sicure. Le donne speciali quando amano sono sicure di essere uniche per il loro uomo, lo fanno sentire Re , non cambiano, lo difendono, non guardano nessun altro.
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sophie-blanceur · 5 months
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Certe volte le donne vivono “addormentate”.
Mangiano dormendo.
Lavorano dormendo.
Amano dormendo.
Fanno shopping dormendo.
Si sposano dormendo.
Fanno progetti di vita dormendo.
Sono di tutte le età queste donne.
Di tutte le nazionalità.
Di tutte le classi sociali.
Di tutti i livelli culturali.
Le puoi incontrare per strada,
di fronte a casa,
all’uscita dal cinema,
in treno, al supermercato.
Fanno tutto ciò che devono fare, dormendo.
Poi, certe volte, inaspettatamente
succede qualcosa: si svegliano!
Non è un momento facile.
Si guardano intorno e si chiedono: «Ma dove sono?».
Mentre se lo chiedono vedono tutto ciò che prima era di fronte ai loro occhi in modo nuovo.
«Non ha la stessa luce» pensano dubbiose.
«Non sembra la stessa cosa».
È il momento del travaglio.
In cui ci si sente strane, scombussolate.
«Ma come ho vissuto fino ad ora?» si domandano.
Forse hanno trent’anni, forse settanta.
Non importa.
Il risveglio è uguale per tutte: traumatico.
Però il risveglio è anche affascinante.
Ci si arrabbia con se stesse all’inizio.
Perché quando si viveva con gli occhi chiusi
si amava l’uomo sbagliato.
Ci si faceva sfruttare dagli altri.
Si sceglievano cose che non piacevano,
solo per far contenti tutti.
Ci si considerava poco capaci.
Oppure ci si sentiva troppo capaci
e ci si arroccava da qualche parte.
«Che rabbia» esclamano le donne all’inizio.
Quanto tempo ho buttato.
Quante occasioni ho perduto...
Ma all’anima non importa del passato.
Non importa del tempo.
All’anima importa del risveglio.
Lei ha solo un timore: che tu ti riaddormenti.
Accade: è un momento critico il risveglio.
Può succedere di fuggire: chiudendo gli occhi di nuovo.
Se ti sei svegliata non farlo…
la vita ti aspetta…
e tu meriti di viverla…
Simona Oberhamme
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parmenida · 6 months
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Io non ho paura di quelle che il mondo chiama “belle donne”.
Io ho paura delle altre.
Ho paura di quelle che escono di casa con un filo di trucco.
Di quelle che capisci subito se hanno passato una nottata in bianco dalle occhiaie che si portano dietro.
Di quelle che si legano i capelli con una matita.
Di quelle che si guardano allo specchio e sorridono perché non hanno nemmeno un capello al posto giusto.
Ho paura di loro.
Di quelle che si fermano sui dettagli,
su particolari tuoi che nemmeno tu stesso pensavi di avere.
Di quelle che sanno stare accanto agli altri,
ma non sanno come stare accanto a se stesse.
Di quelle che sono sempre di corsa,
ma si fermano ad ascoltare.
Uno sconosciuto,
un amico,
un bambino.
Ho paura di loro.
Di quelle che ad un
“Sei bellissima”, arrossiscono,
s’imbarazzano.
Di quelle che custodiranno gelosamente il Girasole che le hai regalato finché l’ultimo petalo non si sarà seccato e rompendosi cadrà sul pavimento,
perdendosi tra la polvere, sotto l’armadio.
Di quelle che non appaiono, non si vedono,
non si notano.
Il mondo sempre in primo piano.
E loro dietro.
Sullo sfondo.
Ho paura di loro.
Di quelle che sorridono alla vita,
tutti i giorni,
nonostante abbiamo migliaia di motivi per non farlo.
Di quelle che ti ascoltano davvero.
Di quelle che amano essere belle,
solo ogni tanto.
Solo per qualcuno.
Di quelle che sanno piangere.
Ho paura di loro.
Di quelle che per passare un’ora con te,
passerebbero anche otto ore in treno.
Ho paura di loro.
Di quelle per cui vale la pena restare.
E ho paura di loro, soprattutto,
quando,
senza dire una parola ti scelgono,
restano
e tu sei troppo distratto per accorgertene,
troppo concentrato a fuggire da non sai cosa.
Ho paura di loro perché di belle donne il mondo è pieno.
Una donna del genere, invece,
se te la lasci scappare non saprai mai in quale parte del mondo la ritroverai.
Se mai la ritroverai.
Abdou Mbacke
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valentina-lauricella · 8 months
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"Chi prova troppo..."
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"[...] Trattando, è cosí difficile il fermare una donna in Roma come in Recanati, anzi molto piú, a cagione dell’eccessiva frivolezza e dissipatezza di queste bestie femminine, che oltre di ciò non ispirano un interesse al mondo, sono piene d’ipocrisia, non amano altro che il girare e divertirsi non si sa come, non la danno (credetemi) se non con quelle infinite difficoltà che si provano negli altri paesi. Il tutto si riduce alle donne pubbliche, le quali trovo ora che sono molto piú circospette d’una volta, e in ogni modo sono cosí pericolose come sapete."
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Le aspettative di Giacomo, lontano da casa, erano evidentemente di genere vario. Dal piano della riflessione esistenziale, il colloquio a distanza con il fratello è passato a toccare, sul tema delle donne che "non la danno", un tasto di piú confidente complicità cameratesca. Ma Carlo, com’era facile prevedere, nonostante le tante prove che gli sono state portate in contrario, resta della sua idea, e lo dice senza peli sulla lingua nella risposta del 12 dicembre:
"Io non so contraddire in dettaglio a tutti i ragionamenti che tu mi fai, ma in massa, mi pare che abbi torto, e grande. […] Sicché chi prova troppo non prova un cazzo."
Con le premesse di tale disposizione psicologica, che Carlo liquidava con sbrigativa franchezza, Giacomo visse a Roma isolato e in solitudine, indifferente alla magnificenza della città, deluso dalla mediocrissima cultura prelatizia e antiquaria, onde frequentò per lo piú dotti stranieri che giudicava "ben altra cosa che i Romani", come il grecista Friedrich Wilhelm Thiersch, professore a Monaco, ma soprattutto l’archeologo prussiano Christian Bunsen e lo storico Barthold Niebuhr, ambasciatore di Prussia a Roma dal 1816 al 1823. Sconfortato dall’esperienza a lungo desiderata della grande città, a tu per tu con se stesso, afflitto dalla latitanza d’affetti che ovunque lo inseguiva, scrisse al fratello Carlo: "Amami, per Dio. Ho bisogno d’amore, amore, amore, fuoco, entusiasmo, vita: il mondo non mi par fatto per me".
(Da Leopardi, Gino Tellini)
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Non è da tutti amare le donne difficili, spigolose, quasi inaccessibili.Solo apparentemente sono solari ed estroverse, anche sicure di sé, ma in realtà sempre diffidenti e insicure, sempre sulla difensiva. E si tengono tutto dentro. Non guardatele troppo negli occhi, perché non vogliono far vedere a nessuno la loro rabbia, delusione, paura, fragilità. La solitudine le accompagna, anche quando hanno decine di corteggiatori. Perché amano ma non dipendono mai dall’amore, da quell’amore che per loro è solo un sogno. E sono dure, prima di tutto con se stesse. Solo chi sa guardare “oltre” il sorriso riesce a vedere il muro impenetrabile che hanno eretto. Che difende la loro interiorità ricca ma ferita, spaventata. La loro sensibilità troppe volte ferita. Il difficile vissuto che solo loro conoscono. Perché sono donne spigolose, difficili, quasi inaccessibili. Quelle con l’anima in fiamme e il sorriso splendente.
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