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#condannare
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Franco Arminio tratto da “Canti della gratitudine”.
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unwinkyselvatico · 10 months
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A condannare un uomo alla solitudine, non sono i suoi nemici, ma i suoi amici.
Milan Kundera
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principessa-6 · 7 months
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Se non ti piace ciò che leggi senza offendere cambia blog. Io so ciò che scrivo... Ciò che tu interpreti è un problema tuo...Ciò, non ti permette di giudicare, ne di condannare, ne di criticare... GRAZIE! 💜
Dietro ogni profilo, una PERSONA
Dietro ogni persona, una STORIA
Dietro ogni vita, un CUORE
Dietro ogni storia, una VITA
Porta rispetto…👍
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donaruz · 3 months
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15 Gennaio 1988
Gennaio/Febbraio 2016
Oggi sarebbe stato il suo compleanno,
penso a una figlia che ha la sua stessa età,
penso che oggi è il compleanno della Giorgia nazionale,
penso che nessuno ha mai fatto abbastanza per fare giustizia su di una morte assurda.
Probabilmente Giulio non era abbastanza importante, probabilmente se fosse stato un politico, un console, un calciatore… avrebbe avuto tutte le migliori attenzioni.
Invece Giulio era uno qualunque, un povero cristo, così è morto in croce, dopo terribili torture e sevizie, senza che nessuno abbia mai saputo condannare fermamente questo delitto.
Ciao Giulio, noi non dimentichiamo! Auguri per questo tuo giorno.💔
MIB
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curiositasmundi · 6 months
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Finché non cambiamo la prospettiva da cui guardare il mondo, finché continuiamo a fare il tifo per uno stato contro un altro, continueremo a scegliere quale massacro giustificare e quale condannare, magari sulla base di interessi commerciali o militari che spesso hanno poco a che fare con gli ideali. lo preferisco spostare il focus sui popoli e sulla necessità di convivere da eguali, e le bandiere degli Stati, specie quelli in guerra, raramente vanno in quella direzione.
Zerocalcare
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libero-de-mente · 5 months
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Il primo bacio
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Ho baciato per la prima volta una ragazza, in una pineta.
Era un'estate, di quelle con le vacanze piene di compiti da consegnare a scuola al rientro.
Di quelle dove le canzoni estive di Alan Sorrenti o Umberto Tozzi spopolavano nei juke box dei lidi balneari.
Era un pomeriggio, ci eravamo dati un appuntamento.
Avevamo scelto l'orario in cui i genitori facevano il riposino post pranzo, prima di tornare in spiaggia.
All'ombra dei pini marittimi, circondati dai canneti, ci sentivamo sicuri.
Lei era bellissima. Non perché ve lo sto scrivendo io, lei era davvero una ragazza bellissima.
Lo dicevano e pensavano tanti, come quelli che in spiaggia la corteggiavano in branco.
Veniva dalla provincia di Napoli, era una mescolanza di lava e di mare, di sinuosità generose e sguardi malinconici, di tenerezze e speranze.
"Teneva" la bellezza negli occhi, nel sorriso perfetto con quei denti bianchissimi.
I capelli di un nero corvino, mossi, che scendevano sulle spalle per fermarsi sul seno.
Avevo il cuore in gola. Lei era appoggiata al tronco di un pino, le presi il volto delicatamente con le mani e le sfiorai le labbra con le mie.
Fu allora che buttò le sue braccia attorno al mio collo.
Lei dettava il ritmo. Lento e veloce, ma non troppo.
A volte fermandosi e lasciandomi in attesa con la bocca semichiusa, mi sentivo un babbeo, ed era in quel momento che la sentivo sorridere compiaciuta di come rispettassi i suoi tempi.
Senza forzare, senza violare, ma con delicatezza e poi passione.
Credo di aver avuto paura due o tre volte di finire in frantumi.
Ho baciato per la prima volta, quella volta, perché innamorato.
Da quella volta, in vita mia, ho sempre baciato perché innamorato.
Perché con un sentimento così so davvero baciare.
I baci che ho ricevuto non si sono mai fermati alle labbra, ma sono scesi fino al cuore.
Penso che dovremmo essere baciati spesso, da chi sappia davvero farlo.
Un bacio ti può condannare, un bacio ti può salvare.
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kureha-fujishima · 3 months
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Io ancora qui a riflettere sul fatto che Dargen D'Amico è riuscito a condannare l'ignavia dei media stando fermo sul palco senza dire niente
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pettirosso1959 · 7 months
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Dedicato alle capre antisemite.
LA VERITA' SUGLI EBREI IN ERETZ ISRAEL, O PALESTINA
Di Indro Montanelli
Nel 1876, assai prima dunque della nascita del sionismo, vivevano a Gerusalemme 25.000 persone, delle quali 12.000, quasi la metà, erano ebrei, 7500 musulmani e 5500 cristiani. Nel 1905 gli abitanti erano saliti a 60.000. Di questi 40.000 erano ebrei, 7000 musulmani e 13.000 cristiani. Nel 1931 su 90.000 abitanti, gli ebrei erano 51.000, i musulmani 20.000 e i cristiani 19.000. Nel 1948, alla vigilia della nascita dello Stato ebraico, la popolazione di Gerusalemme era quasi raddoppiata: 165.000 persone, di cui 100.000 ebrei, 40.000 musulmani e 25.000 cristiani. La presenza ebraica a Gerusalemme ha sempre costituito il nucleo etnico numericamente più forte. Di nessun altro popolo Gerusalemme è mai stata capitale. E’ quindi una leggenda l’affermazione che gli ebrei siano stati assenti da Gerusalemme per quasi venti secoli o che costituissero una insignificante percentuale della popolazione.
Prima che scoppiasse la seconda guerra mondiale, il nazismo in Germania già perseguitava i suoi 500.000 cittadini ebrei. Le disperate richieste di quegli ebrei di essere accolti nei paesi democratici al fine di evitare quello che già si profilava chiaramente come il loro tragico destino, vennero respinte.
Nel luglio 1938, i rappresentanti di trentuno paesi democratici s’incontrarono a Evian, in Francia, per decidere la risposta da dare agli ebrei tedeschi. Ebbene, nel corso di quella Conferenza, la risposta fu che nessuno poteva e voleva farsi carico di tanti profughi. Dal canto suo la Gran Bretagna, potenza mandataria della Palestina, venendo meno al solenne impegno assunto verso gli ebrei nel 1917 di creare una National Home ebraica in Palestina, nel 1939 chiudeva la porta proprio agli ebrei con il suo Libro Bianco, nel vano tentativo d’ingraziarsi gli arabi.
E’ stata questa doppia chiusura a condannare a morte prima gli ebrei tedeschi e poi, via via che la Germania nazista occupava l’Europa, gli ebrei austriaci, cechi, polacchi, francesi, russi, italiani, e così via. Il costo per gli ebrei d’Europa, che contavano allora una popolazione di dieci milioni, fu di sei milioni di assassinati, inclusi un milione e mezzo di bambini. Appena finita la seconda guerra mondiale i 5/600.000 ebrei superstiti, in massima parte originari dell’Europa orientale, si trovarono senza più famiglia, senza amici, senza casa, senza poter rientrare nei loro paesi, dove l’antisemitismo divampava (in Polonia ci furono sanguinosi pogrom persino dopo la guerra, e nell’Unione Sovietica Stalin dava l’avvio a una feroce campagna antiebraica).
Tra il 1945 e il 1948 nessun paese occidentale, Gran Bretagna e Stati Uniti in testa, volle accogliere neanche uno di quel mezzo milione di ebrei “displaced persons”, come venivano definiti dalla burocrazia alleata. La Palestina, malgrado la Gran Bretagna e il suo Libro Bianco, sempre in vigore anche dopo la fine della seconda guerra mondiale, non fu quindi una scelta, ma l’unica speranza, cioè quella del “ritorno” a una patria, all’antica patria, una patria dove da tempo si era già formata una infrastruttura ebraica.
Nel passato la vita degli ebrei nei paesi islamici e negli stessi paesi arabi è stata nell’insieme sopportabile. Di serie B, ma sopportabile. Gli arabi hanno incominciato a sviluppare in Palestina un odio “politico” nei confronti degli ebrei pochi anni dopo l’inizio, nel 1920, del Mandato britannico. L’odio, sapientemente fomentato dai capi arabi, primo tra i quali il Gran Muftì di Gerusalemme (che durante la seconda guerra mondiale avrebbe raccolto volontari per formare una divisione SS araba andata poi a combattere a fianco dei tedeschi contro l’Unione Sovietica), doveva culminare, dopo molti altri gravi fatti di sangue antiebraici, nella strage perpetrata a Hebron nel 1928 contro l’inerme, antica comunità religiosa ebraica.
Chiunque abbia viaggiato e vissuto nei paesi arabi durante le guerre del 1947-1973, sa che l’intera coalizione araba (Egitto, Siria, Iraq e Giordania) con il sostegno dei paesi arabi moderati, avevano un solo scopo che non veniva tenuto celato: il compito non era dare una patria ai palestinesi. Era cancellare ed annientare lo Stato di Israele. Le tragiche vicende che hanno successivamente tormentato il popolo palestinese sono state sempre per mano araba. Due i fatti impossibili da dimenticare: lo sterminio dei palestinesi in Giordania per mano di re Hussein e delle sue artiglierie, dove, solo il primo giorno del terribile “Settembre Nero” si contarono 5.000 morti; le stragi nel Libano, dove i palestinesi sono stati assediati ed attaccati, distrutti e costretti alla fuga dai miliziani sciiti di “Amal” e dai siriani.
Così scriveva Montanelli: “Che i profughi palestinesi siano delle povere vittime, non c’è dubbio. Ma lo sono degli Stati Arabi, non d’Israele. Quanto ai loro diritti sulla casa dei padri, non ne hanno nessuno perché i loro padri erano dei senzatetto. Il tetto apparteneva solo a una piccola categoria di sceicchi, che se lo vendettero allegramente e di loro propria scelta. Oggi, ubriacato da una propaganda di stampo razzista e nazionalsocialista, lo sciagurato fedain scarica su Israele l’odio che dovrebbe rivolgere contro coloro che lo mandarono allo sbaraglio. E il suo pietoso caso, in un modo o nell’altro, bisognerà pure risolverlo. Ma non ci si venga a dire che i responsabili di questa sua miseranda condizione sono gli «usurpatori» ebrei. Questo è storicamente, politicamente e giuridicamente falso.”
(Dal «Corriere della Sera», Indro Montanelli, 16 settembre 1972).
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canesenzafissadimora · 11 months
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È una follia odiare tutte le rose perché una spina ti ha punto, abbandonare tutti i sogni perché uno di loro non si è realizzato, rinunciare a tutti i tentativi perché uno è fallito. È una follia condannare tutte le amicizie perché una ti ha tradito, non credere in nessun amore solo perché uno di loro è stato infedele, buttate via tutte le possibilità di essere felici solo perché qualcosa non è andato per il verso giusto. Ci sarà sempre un’altra opportunità, un’altra amicizia, un altro amore, una nuova forza. Per ogni fine c’è un nuovo inizio.
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Antoine de Saint-Exupéry
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fridagentileschi · 8 months
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VANNACCI servitore dello Stato, con tre lauree, che parla 7 lingue che esprime le sue idee - in un libro autofinanziato -, non sia libero di farlo senza che si scateni l'inferno da la misura di quanto gli italiani siano sottomessi al clan LGTB. E mondialisti. CROSETTO! HAI SBAGLIATO A CONDANNARE UN NOSTRO MILITARE! ANPI e sinistre unite contro lui...già questo gli dà ragione a prescindere!
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abr · 7 months
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Durante il suo contributo al dibattito generale dell'Onu (il presidente serbo) Vučić ha ricordato: "La cosa peggiore è che tutti coloro che hanno commesso l'aggressione contro la Repubblica di Serbia (per difendere la maggioranza albanese del Kosovo, ndr) oggi parlano dell'integrità territoriale dell'Ucraina, come se noi non sostenessimo l'integrità dell'Ucraina", ha rilanciato il presidente serbo, "ma quando chiediamo loro (all'Occidente, ndr) riguardo all'integrità territoriale della Repubblica di Serbia...la risposta è quella che tutti voi, rappresentanti dei paesi più piccoli del mondo, avete sentito in innumerevoli occasioni: non tornate indietro al passato, guardate al futuro". Questa stigmatizzazione dei "due pesi e due misure" del blocco Nato segna un'altra frattura con Belgrado, che in questi mesi si è rifiutata di condannare apertamente l'invasione dell'Ucraina da parte della Russia.
via https://europa.today.it/attualita/attacco-kosovo-russia-stati-uniti.html
He ... come dargli torto? Donbassisti e crimei non esiste, kosovari invece si, e vale per tutti loro.
Come per il Nagorno K. armeno (fino a ieri). FIGLI E FIGLIASTRI (i figliastri so' sempre cristiani, guarda caso). Soprattutto decidono gli stati (Più) Sovrani, mai la gente. La gente è manipolabile, non da loro però.
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haiku--di--aliantis · 18 days
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"Tutto ciò che ero s'è dissolto in te,"
Affidati pure a lui. Sa come farti viaggiare e toccare posti lontanissimi. Lascia andare i pregiudizi e allontana dalla tua mente tutti coloro che odorano di condanna, di stantio, di critica a priori e di paura. I capelli con cui ora egli avvolge delicatamente il tuo collo sono semplicemente un altro modo di accarezzarti l'anima.
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Si gioca da bambini. Si deve continuare a giocare da grandi. Perché la vita è davvero solo un film e va presa con leggerezza. Non con disimpegno: con allegria di spirito e lampi di positività. Perché i pensieri cupi entrano rapidi in un groviglio akashico di altre riflessioni nere, lassù. Quelle che se non ci stai attenta ti avvolgono e poi ti distruggono.
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Non ascoltare mai chi è sempre pronto a condannare, a criticare. Non è lui che parla: è la sua paura di vivere, sono la montagna di mediocri pregiudizi che troverai sempre sul tuo cammino per ogni sfida che affronterai. Perciò non avere mai un atteggiamento negativo. Non serve a nulla. Sorridi a priori.
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I problemi li abbiamo tutti: un viso sereno, disteso e riposato al mattino, è moltiplicatore di positività ed eventi bellissimi. Sorridi a lui stasera mentre ti fa scoprire anche l'amore del dolore: perché è proprio con quello che impari cos'è davvero il piacere. E gioisci. Almeno fino a circa mezzanotte.
Aliantis
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Round midnight (Keith Jarrett trio)
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gregor-samsung · 9 months
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“ All’atto di redigere il testo di un parlato radiofonico si dovrà dunque evitare in ogni modo che nel radioascoltatore si manifesti il cosiddetto «complesso di inferiorità culturale», cioè quello stato di ansia, di irritazione, di dispetto che coglie chiunque si senta condannare come ignorante dalla consapevolezza, dalla finezza, dalla sapienza altrui. Questo «complesso» determina una soluzione di continuità nel colloquio tra il dicitore e l’ascoltatore, crea una zona di vuoto, un «fading» spirituale nella recezione. Ad ovviare la qual calamità radiofonica è in particolare consigliabile: a) in ogni evenienza astenersi dall’uso della prima persona singolare «io». Il pronome «io» ha carattere esibitivo, autobiografante o addirittura indiscreto. Sostituire all’«io» il «noi» di timbro resocontisticoneutro, o evitare l’autocitazione. Al giudizio: «Io penso che la Divina Commedia sia l’opera maggiore di Dante», sostituire: «La Divina Commedia è ecc.»; b) astenersi da parole o da locuzioni straniere quando se ne possa praticare l’equivalente italiano. Usare la voce straniera soltanto ove essa esprima una idea, una gradazione di concetto, non per anco trasferita in italiano. Per tal norma inferiority-complex, nuance, Blitz-Krieg e chaise-longue dovranno essere sostituiti da complesso d’inferiorità, sfumatura, guerra lampo e sedia a sdraio: mentre self-made man, Stimmung, Weltanschauung, romancero, cul-de-lampe e cocktail party potranno essere tollerati; c) evitare gli sterili elenchi dei nomi di persona quando non si possono caratterizzare o comunque definire le persone chiamate in causa. Meglio omettere dei «nomi da manuale», che infastidire l’ascoltatore citando nomi destinati a spegnersi appena pronunziati, come faville lasciate addietro per un attimo dalla corsa d’una locomotiva; d) operare analogamente con le date. In un esposto di carattere storico le date costituiscono opportuno ammonimento, gradito appoggio e gradita eccitazione per la memoria. Tali appaiono al viaggiatore le indicazioni chilometriche. Delle date si dovrà misurare il valore e l’intercorrenza più conveniente. Si dovranno gerarchizzare, distanziare le une dalle altre; e porgerle comunque con garbo all’attenzione di chi ascolta, quasi le richiedesse opportunità, necessità; e) astenersi dal presupporre nel radioabbonato conoscenze che «egli», il «qualunque», non può avere e non ha. Inibirsi la civetteria del dare per comunemente noto quello che noto comunemente non è. A nessun uomo, per quanto colto, si può chieder di essere una enciclopedia. I lemmi dell’enciclopedia rappresentano la fatica di migliaia di collaboratori; f) entrare subito o pressoché subito in medias res: non tener sospeso l’animo del radioascoltatore con lunghi preamboli, con la vacuità di premonizioni superflue che il valore cioè il costo del tempo radioparlato sono ben lontani dal giustificare, dall’ammettere. “
Carlo Emilio Gadda, Norme per la redazione di un testo radiofonico.
NOTA: durante la sua collaborazione con la RAI (accettata per necessità e mal sopportata), presso i servizi di cultura del Terzo programma (1950-55), Gadda redasse un breve vademecum a beneficio degli autori radiofonici e destinato a circolazione interna (veniva allegato ai contratti per i collaboratori). La prima edizione delle Norme (ERI, Torino, 1953) apparve senza il nome dell’autore ma firmata in calce «IL TERZO PROGRAMMA»; seguì una seconda edizione (ERI, Torino, 1973), questa volta a nome di Gadda. Il testo fu quindi accolto nelle raccolte postume degli scritti minori dell’ «ingegnere».
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losguardodiunbambino · 3 months
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Sto schiumando come non so cosa dopo aver sentito Mara Venier leggere un comunicato dell'amministratore della Rai in cui dice che "a seguito di alcune dichiarazioni di un artista durante il festival tiene a ribadire che la Rai continuerà a parlare dei terroristi di Hamas e che la solidarietà ad Israele è convinta" perchè chiaramente il palco di Sanremo non è il posto adatto per fare politica ma il comunicato pro Israele lo leggiamo. Che poi il problema non è solo il governo di fasci di merda perchè anche la ""sinistra"" di merda che abbiamo in Italia non ha mai saputo condannare apertamente i crimini di Israele, appoggiato DA SEMPRE anche dai principali media e pure dall'UE. Ma noi siamo l'Occidente bravo e bello, paladino dei diritti e delle libertà, come la libertà di ammazzare indiscriminatamente decine di migliaia di civili in barba ai qualsiasi principio di distinzione, o la libertà di occupare territori e di applicare un vero e proprio regime di apartheid e non da ieri, e non dal 7 Ottobre ma da decenni e noi siamo storicamente complici di questi crimini perchè quando ci decideremo a cambiare le cose sarà troppo tardi.
Stop genocidio.
Palestina libera. 🇵🇸
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fallimentiquotidiani · 9 months
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Vedremo domani
Se il momento era giusto
Per chiudere gli occhi
O sparare nel mucchio
Domani sapremo
Quello che oggi ci sfugge
Il senso nascosto
Di certe scelte assurde
Domani sapremo
Ne sono quasi sicuro
Se poi sarà troppo dura per noi
Incolperemo qualcuno
Troveremo domani
Il centro e la luce
La risposta che manca
Il discorso perduto
Domani sapremo
O ce lo inventeremo
Per riposare sereni
Prima che cali il buio
Domani sapremo
Ne sono quasi sicuro
Se poi ci farà troppo male
Potremo sempre condannare qualcuno
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smokingago · 11 months
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Per nessuno è tutto facile, tutti abbiamo i nostri mostri da sconfiggere.
Non sai cosa gli altri stanno attraversando. Nessuno è perfetto e non e’ necessario esserlo.
Quindi prima di giudicare, criticare, condannare, ricorda che siamo tutti uguali combattiamo la nostra battaglia con la vita, con le armi che abbiamo.
Stephen Littleword
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