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anchetatorulmonden · 1 month
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Actorul Dan Nuţu, recompensat pentru întreaga activitate
Cariera de peste cinci decenii a actorului Dan Nuţu va fi recompensată cu Premiul pentru întreaga activitate, la cea de-a 18-a ediţie a Galei Premiilor Gopo 2024, anunţă organizatorii. “Eroii lui Nuţu caută, se caută, par a fi însăşi materializarea neliniştii juvenile, dar nu a celei agresiv contestatare, ci a neliniştii care îşi mai permite răgazul meditaţiei şi luxul interiorizării. Din această…
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'Io non invento niente, leggo molto. La mia originalità, e il mio fardello, sta nel credere che il cinema sia fatto più per pensare che per raccontare storie' (J. Godard).Plaza e Redondo nel loro 'Il cinema-Tecnica e storia dell
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falcemartello · 2 years
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Ora finitela col vostro ditino
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Vorrei fare un discorsetto serio a quella razza superiore che giudica dall’alto il mondo, il prossimo e chi non la pensa come loro. Dico alla sinistra e alle loro insopportabili autocertificazioni di superiorità. lo dico partendo alla larga e da lontano, da altri ambiti non politici. Per esempio, io non ce l’ho con le attrici, gli attori, i registi e i cineasti di sinistra che s’indignano contro il sessismo e le violenze alle donne e poi non solo tolleravano ma trescavano coi produttori maiali e il loro disgustoso mercato del sesso; molti di loro sapevano, facevano e tacevano. Io non ce l’ho poi contro i cantanti di sinistra che portavano i soldi guadagnati in nero in Svizzera o in qualche paradiso fiscale, dopo aver predicato per la giustizia e i più deboli. E ancora. Io non ce l’ho con gli intellettuali di sinistra che hanno goduto di privilegi, cattedre e carrozzoni coi soldi pubblici da cui mungere soldi, viaggi e premi, o che pretendono di essere pagati in nero, salvo tuonare contro i privilegi e i ricchi. Io non ce l’ho con gli intellettuali e gli scrittori di sinistra sorpresi a plagiare testi altrui. Non ce l’avevo nemmeno con gli intellettuali di sinistra che furono fascisti, ebbero cattedre, giurarono fedeltà al regime e alle leggi razziali, ma esercitarono poi un intransigente magistero antifascista e toglievano la parola e la dignità a chi non si professava antifascista. Io non ce l’ho con tutti loro, a volte amo le loro canzoni, leggo i loro testi, mi confronto con le loro idee, vedo i loro film e in ogni caso so distinguere il loro lato umano miserabile dalle loro qualità, che riconosco quando non sono palloni gonfiati. No, non ce l’ho con loro. Ce l’ho col loro ditino. Quel ditino ammonitore che ruota nell’aria quando pretendono d’insegnare agli altri la morale e la coerenza che non praticano o peggio quando disprezzano, ignorano, escludono chi sta a destra, i populisti o i cattolici, i moderati, comunque non nella loro brigata. È quel ditino che decreta solo per appartenenza i lodati e i dannati, le opere e gli autori da recensire e da premiare, e quelli da ignorare e vituperare. Ma ora che sappiamo quanto prendevano, come prendevano, dove portavano, da dove copiavano, come si facevano strada, a prezzo di cosa, quel ditino non lo sopporto più. Non voglio vedervi in galera, alla gogna, censurati, ma col ditino abbassato. [...]
Non mettiamo all’indice nessuno, non alziamo il ditino contro nessuno. Ma ora che siete ridotti a quattro ossa elettorali, cenere politica e fumo intellettuale, smettetela di dare lezioni agli altri… Erano insopportabili le lezioni col ghigno dei trionfatori, ma sono insopportabili e grottesche le lezioni con la boria dei nobili decaduti, la vanteria dell’élite sconfitta dalla vile plebe populista, che lascia le ultime istruzioni alla servitù e ai parvenu. Non fate più i maestrini, please.
Siate francescani, e non nel senso di rifugiarvi sotto la tonaca di Papa Francesco. Recuperate del poverello l’umiltà e l’ascolto. E come Francesco, parlate agli uccelli, perché la gente non vi vuole più sentire.
Marcello Veneziani
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donaruz · 1 year
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17 FEBBRAIO 1600, IL ROGO DI GIORDANO BRUNO.
QUANDO A BRUCIARE VIVI I DISSIDENTI ERA LA CHIESA CATTOLICA APOSTOLICA ROMANA
421 anni fa oggi, cioè il 17 FEBBRAIO 1600, veniva arso vivo al Campo dei Fiori un filosofo illuminato.
Si chiamava Giordano Bruno e veniva da Nola. Mandanti ed esecutori non erano terroristi dell’Isis, ma Cristiani di sole 15 generazioni fa. L’evento fu spettacolarizzato al massimo, ma non essendoci giornali, video, internet e cineasti si scelse comunque di realizzare l’evento come richiamo spettacolare per celebrare la potenza della Chiesa in occasione del 1° giubileo. Occasione in cui chi veniva a Roma si guadagnava indulgenza plenaria, ovvero il paradiso (senza le vergini però, si noti come questa differenza sia sostanziale rispetto all’Islam). Giordano Bruno fu arso vivo davanti a una folla di circa 100.000 persone che cliccarono in diretta il loro ‘mi piace’ un po’ forzato a dire il vero, applaudendo. Giordano Bruno aveva una mordacchia alla lingua per impedirgli di urlare le ultime parole durante il percorso e l’estremo sacrificio sul rogo.
L’organizzatore dell’evento fu il cardinale Roberto Bellarmino da Montepulciano, grande inquisitore della Chiesa che partecipò a sette dei 20 interrogatori cui fu sottoposto Giordano. Bellarmino fu fatto beato, santo e Dottore della Chiesa da Pio XI , due generazioni fa, nel 1930, anno ottavo dell’era fascista e dopo un anno dai patti lateranensi con il duce.
Bellarmino partecipò anche al processo a Galileo che fu costretto a ritrattare per non fare la fine di Giordano.
A Montepuciano il cardinale Roberto Bellarmino è figura celebrata, ma molti laici hanno l’abitudine di sputare a terra in prossimità della stele che ricorda. Perché la vicenda di Giordano Bruno racconta, ancora oggi, nei tempi in cui tutti ci sentiamo minacciati dall’integralismo e dal fanatismo dei jihadisti del Califfato islamico, come anche la Chiesa cattolica apostolica romana abbia più volte mostrato un volto fanatico, integralista e oscurantista fino a bruciare viva una persona.
E non in un angolo di deserto tra Siria e e Iraq, ma nel cuore della città eterna che ha edificato la più importante basilica del mondo sulla tomba dell’apostolo Pietro… Era il 1600, c’erano già stati Leonardo e Michelangelo, Machiavelli e Raffaello… I secoli bui erano un lontano ricordo, ma mentre ci si avviava al secolo dei lumi e della ragione, la Chiesa continuava a non tollerare qualunque eresia, anzi a considerare eresia qualsiasi idea che mettesse in discussione i suoi dogmi e il suo potere. E continuò così per altri due secoli e mezzo, tagliando la testa in piazza agli eretici, ai dissidenti, ai carbonari. Gli ultimi furono i patrioti Monti e Tognetti, giustiziati, a Roma, nel 1868. Due anni prima che i bersaglieri entrassero a Porta Pia, mettendo fine al potere temporale dei papi e al regno pontificio… L’Italia era già Italia da 10 anni…
Oggi, nell’anniversario del sacrificio di Giordano Bruno, noi, che pure ci troviamo a vivere e operare nella terra di Bellarmino, celebriamo il filosofo di Nola e non certo il cardinale.
Noi stiamo dalla parte dell’utopia e dell’eresia.
Non dalla parte dell’oscurantismo e del fanatismo religioso, soprattutto quando questo diventa legge di stato.
Le chiese non tollerano eresie, se no non sarebbero chiese, questo si è capito da un pezzo.
Ritrovarci oggi, 421 anni dopo il rogo di Campo de’ Fiori, a parlare di guerre di religione fa davvero un terribile effetto.
E la cosa puzza di bruciato…
Noi siamo quelli che credono ancora a queste emozioni
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siciliatv · 8 months
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Perché Stanley Kubrick è stato uno dei più grandi cineasti di tutti i tempi
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Non c’è bisogno di essere dei grandi esperti e appassionati di cinema per conoscere il nome di Stanley Kubrick. Il regista americano, nato a New York il 26 luglio 1928 è considerato uno dei più grandi registi di tutti i tempi, ed è stato elogiato per il suo stile visivo distintivo, la sua attenzione ai dettagli e la sua esplorazione di temi complessi e stimolanti. I film di Kubrick spaziano da generi diversi, tra cui il dramma, la commedia, la fantascienza, il mistero e il thriller. Alcuni dei suoi film più famosi includono 2001: Odissea nello spazio, Arancia Meccanica, Shining, Full Metal Jacket e Eyes Wide Shut. Kubrick era un perfezionista che ha preso il controllo di ogni aspetto dei suoi film, dalla sceneggiatura alla fotografia alla regia. Era noto per le sue lunghe riprese e i suoi ripetuti ciak, e spesso trascorreva anni a sviluppare i suoi film. Il lavoro di Kubrick ha avuto un'influenza significativa sul cinema. I suoi film sono stati analizzati e discussi da critici e studiosi per decenni, e continuano a essere fonte di ispirazione per i registi di tutto il mondo.   I motivi per cui Stanley Kubrick è considerato un grande regista cinematografico Kubrick era un maestro della fotografia e del montaggio, e i suoi film sono caratterizzati da immagini vivide e sequenze cinematografiche memorabili; un perfezionista che prestava attenzione a ogni dettaglio dei suoi film, dalla scenografia ai costumi agli effetti speciali. I film di Kubrick affrontano spesso temi complessi e stimolanti, come la natura umana, la violenza, la follia e la realtà. Stanley Kubrick è stato un regista rivoluzionario che ha lasciato un segno indelebile nel cinema. I suoi film continuano ad essere apprezzati e ammirati da milioni di persone in tutto il mondo. Ci sono molti registi moderni che sono stati influenzati dallo stile di Stanley Kubrick. Alcuni dei più noti includono il regista del momento, Christopher Nolan e altri illustri colleghi come Guillermo Del Toro, Darren Aronofsky, Wes Anderson e molti altri. Questi sono solo alcuni esempi dei molti registi moderni che sono stati influenzati dallo stile di Stanley Kubrick. Il suo lavoro continua a ispirare i registi di tutto il mondo, e il suo impatto sul cinema sarà sentito per molti anni a venire.   La filmografia di Kubrick dagli esordi fino alla morte avvenuta nel 1999 Stanley Kubrick ha diretto 13 film in un periodo di 40 anni, dal 1953 al 1999. I suoi film sono stati apprezzati dalla critica e dal pubblico per il loro stile visivo distintivo, la loro complessità narrativa e la loro esplorazione di temi complessi e stimolanti. I film di Kubrick spaziano da generi diversi, tra cui il dramma, la commedia, la fantascienza, il mistero e il thriller. Alcuni dei suoi film più famosi includono: 2001: Odissea nello spazio (1968): Un film di fantascienza che esplora il significato della vita, della morte e dell'universo. Arancia Meccanica (1971): Un film distopico che esplora la natura della violenza e della libertà. Shining (1980): Un film horror psicologico che esplora la follia e la famiglia. Full Metal Jacket (1987): Un film sulla guerra del Vietnam che esplora la natura della violenza e dell'orrore. Eyes Wide Shut (1999): Un film drammatico sulla relazione tra marito e moglie. I film di Kubrick hanno avuto un'influenza significativa sul cinema. Sono stati analizzati e discussi da critici e studiosi per decenni, e continuano a essere fonte di ispirazione per i registi di tutto il mondo.   Perché 2001: odissea nello spazio è considerato uno dei migliori film della storia del cinema 2001: Odissea nello spazio è uno dei migliori film di fantascienza della storia del cinema. È stato elogiato per il suo stile visivo iconico, la sua complessità narrativa e la sua esplorazione di temi complessi e stimolanti. Il film è stato un successo di critica e pubblico, e ha vinto quattro Oscar, tra cui il miglior montaggio e la miglior scenografia. È stato anche nominato per l'Oscar al miglior film. 2001: Odissea nello spazio ha avuto un'influenza significativa sul cinema. Ha contribuito a definire il genere della fantascienza e ha ispirato molti altri film, tra cui Star Wars, Alien e Blade Runner. Ecco alcuni dei motivi per cui 2001: Odissea nello spazio è considerato uno dei migliori film di fantascienza della storia del cinema: Stile visivo iconico: Il film è caratterizzato da immagini iconiche, come il monolito nero e la sequenza del viaggio nello spazio. Complessità narrativa: Il film è complesso e stimolante, e ha lasciato spazio a diverse interpretazioni. Esplorazione di temi complessi: Il film esplora temi complessi, come il significato della vita, della morte e dell'universo. 2001: Odissea nello spazio è un film che ha resistito alla prova del tempo. È un classico della fantascienza che continua ad essere apprezzato e ammirato da milioni di persone in tutto il mondo.   Qual è stata l'influenza di Kubrick nel cinema di fantascienza? perché è così importante ancora oggi? L'influenza di Stanley Kubrick nel cinema di fantascienza è stata significativa e duratura. I suoi film, come 2001: Odissea nello spazio, Arancia Meccanica e Shining, hanno contribuito a definire il genere e continuano ad essere fonte di ispirazione per i registi di tutto il mondo. Kubrick è stato un maestro della narrativa e della visione, e i suoi film sono caratterizzati da uno stile visivo unico e da una complessità narrativa che ha sfidato il pubblico a pensare in modo nuovo. 2001: Odissea nello spazio, in particolare, è un film che ha avuto un impatto duraturo sul cinema. Il film ha esplorato temi complessi, come il significato della vita, della morte e dell'universo, e ha utilizzato tecniche innovative per creare un'atmosfera enigmatica e suggestiva. Kubrick è stato anche un pioniere nell'uso degli effetti speciali. I suoi film hanno utilizzato effetti speciali innovativi per creare immagini realistiche e memorabili. Il regista era un noto appassionato del gioco degli scacchi, motivo per cui nelle sue opere questo tipo di elemento, a volte scenografico è stato più volte messo in evidenza o sfruttato come effetto subliminale. Anche un regista come il celebre Steven Soderbergh per il film Ocean Eleven, ambientato a Las Vegas nel circuito dei live casinò, ha tratto ispirazione da tale elemento per la sua messa in scena sfarzosa e magniloquente. Del resto quando si parla di gambling, l’elemento spettacolare deve essere sempre messo in risalto, come nel caso dell'online casino di Betway, per dare una dimensione del fenomeno sempre attuale del gioco digitale.   I motivi per cui l'influenza di Kubrick nel cinema di fantascienza è così importante I film di Kubrick hanno contribuito a definire il genere della fantascienza, stabilendo standard di qualità e innovazione che hanno influenzato i film successivi. Ha esplorato temi complessi, come il significato della vita, della morte e dell'universo, in modo stimolante e provocatorio. I film di Kubrick hanno utilizzato tecniche innovative, come l'uso degli effetti speciali, per creare immagini e storie memorabili. Kubrick è stato un regista rivoluzionario che ha lasciato un segno indelebile nel cinema. I suoi film continuano ad essere apprezzati e ammirati da milioni di persone in tutto il mondo.   Qual è il rapporto tra il cinema di Nolan e quello di Kubrick e Spielberg? Il cinema di Christopher Nolan è stato influenzato da entrambi Stanley Kubrick e Steven Spielberg. Nolan ha ammesso di essere un grande fan dei film di Kubrick, e ha spesso citato 2001: Odissea nello spazio, Arancia Meccanica e Shining come alcune delle sue influenze più importanti. Nolan condivide con Kubrick un interesse per i temi complessi e stimolanti, e per l'utilizzo di tecniche innovative per creare immagini e storie memorabili. I film di Nolan, come Inception, Interstellar e The Dark Knight, sono caratterizzati da una complessità narrativa che sfida il pubblico a pensare in modo nuovo, e da un uso innovativo della tecnologia per creare sequenze visive memorabili. Nolan condivide anche con Spielberg un interesse per l'azione e l'avventura. I film di Nolan, come Inception e Dunkirk, sono caratterizzati da sequenze d'azione adrenaliniche e da scene di suspense eccitanti.   Gli elementi che Nolan ha preso in prestito da Kubrick, Spielberg e dai grandi cineasti che lo hanno preceduto sono: - Tematiche complesse, ma stimolanti Nolan è interessato a esplorare temi complessi, come il significato della vita, della morte e dell'universo. Questi temi sono presenti in molti dei suoi film, come Inception, Interstellar e The Dark Knight. - Tecniche innovative Nolan è un maestro dell'uso della tecnologia per creare immagini e storie memorabili. I suoi film utilizzano tecniche innovative, come il montaggio, la fotografia e gli effetti speciali, per creare sequenze visive memorabili. - Azione e avventura Nolan è interessato a creare film d'azione e d'avventura che siano anche stimolanti e coinvolgenti. I suoi film presentano spesso sequenze d'azione adrenaliniche e scene di suspense eccitanti. Nolan è un regista originale che ha creato un proprio stile unico. Tuttavia, la sua opera è chiaramente influenzata dai due grandi registi che lo hanno preceduto.   L'eredità artistica di Stanley Kubrick nel cinema attuale L'eredità artistica di Stanley Kubrick nel cinema contemporaneo è significativa e duratura. I suoi film, come 2001: Odissea nello spazio, Arancia Meccanica e Shining, continuano ad essere apprezzati e ammirati da milioni di persone in tutto il mondo. Kubrick è stato un maestro della narrativa e della visione, e i suoi film sono caratterizzati da uno stile visivo unico e da una complessità narrativa che ha sfidato il pubblico a pensare in modo nuovo. I suoi film hanno esplorato temi complessi, come la natura umana, la violenza, la follia e la realtà, in modo stimolante e provocatorio. Read the full article
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giancarlonicoli · 10 months
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19 lug 2023 09:54
È MORTO QUESTA MATTINA A ROMA ANDREA PURGATORI - IL GIORNALISTA, STRONCATO DA UNA FULMINANTE MALATTIA, AVEVA 70 ANNI - HA LAVORATO AL “CORRIERE DELLA SERA”, DOVE SI OCCUPÒ DI TERRORISMO, INTELLIGENCE, CRIMINALITÀ, DEDICANDOSI SOPRATTUTTO ALLA  STRAGE DI USTICA DEL 1980 - HA CONDOTTO CON SUCCESSO “ATLANTIDE” SU LA7 - IL RICORDO DI PAOLO CONTI: “UN PROTAGONISTA DELLA NOSTRA STORIA CIVILE. ANDREA PURGATORI HA SVELATO LE BUGIE E LE OMISSIONI DI CHI PORTAVA AVANTI LA TESI DI UNA BOMBA ESPLOSA A BORDO DEL DC9 A USTICA” – LA TELEFONATA DI ALI AGCA, L’UOMO CHE NEL 1981 SPARÒ A PAPA GIOVANNI PAOLO II, DURANTE “ATLANTIDE”, IL CASO ORLANDI (“ESISTE UNA 'STRATEGIA DEL SILENZIO' CHE LA SANTA SEDE HA USATO”) E I VIDEO HARD DI EVA BRAUN – VIDEO
(ANSA) – È morto questa mattina a Roma in ospedale dopo una breve fulminante malattia il giornalista, sceneggiatore, autore Andrea Purgatori, classe 1953. La notizia all'ANSA dai figli Edoardo, Ludovico, Victoria e dalla famiglia rappresentata dallo studio legale Cau.
Per anni al Corriere della Sera dove si è occupato di terrorismo, intelligence, criminalità, si dedicò tra l'altro con tenacia alla strage di Ustica del 1980. Autore di reportage, ha condotto con successo su La7 Atlantide. Docente di sceneggiatura, consigliere degli autori, tra i suoi ultimi lavori la partecipazione al docu Vatican Girl sul caso di Emanuela Orlandi.
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BIOGRAFIA DI ANDREA PURGATORI
Da www.cinquantamila.it - la storia raccontata da Giorgio Dell'Arti
Andrea Purgatori, nato a Roma il 1 febbraio 1953. Giornalista. Inviato del Corriere della Sera in Iraq, Iran, Algeria. Sceneggiatore, tra i film scritti Il muro di gomma (nel quale il protagonista è lui stesso alle prese con il caso di Ustica), Il giudice ragazzino, Nel continente nero, Vite blindate, Fortàpasc, L’industriale.
Anche autore televisivo: Caravaggio (2007), Lo scandalo della Banca Romana (2010), Il commissario Nardone (2012), tutti andati in onda su Raiuno. Nel 2010 ha collaborato alla scrittura del film Vallanzasca - Gli angeli del male di Michele Placido, ma a lavoro terminato ha disconosciuto la sceneggiatura, ritirando la firma e dicendosi contrariato dal risultato qualitativo: «È venuto fuori un altro film».
• «Vengo da una famiglia di cineasti. Mio padre distribuiva i film italiani all’estero, mio zio, nel 1932, riuscì a portare Chaplin al Festival di Venezia e mio cugino fu candidato all’Oscar come sceneggiatore in Boccaccio ’70. Io già ai tempi del liceo facevo il segretario di produzione».
• Amico di Corrado Guzzanti, ha partecipato nel 2002 al programma Il caso Scafroglia (era la voce fuori campo) e nel 2006 al film Fascisti su Marte (nella parte del camerata Fecchia). È apparso anche in un puntata della serie Boris.
IL RICORDO DI PAOLO CONTI
Paolo Conti per corriere.it
Parlare di Andrea Purgatori significa partire da un punto essenziale della sua vita professionale che nel tempo in una sorta di suo sinonimo. Grazie al suo impegno e a un lavoro che non ha conosciuto né pause né incertezze, l’inchiesta sulla strage di Ustica è rimasta aperta.
Andrea Purgatori ha svelato le bugie e le omissioni di chi portava avanti la tesi di una bomba esplosa a bordo dell’Itavia che il 27 giugno 1980 viaggiava con 81 persone a bordo rivelando come il disastro fosse stato causato dall’impatto con un missile. E rimanendo sempre al fianco dei familiari delle vittime e soprattutto garantendo la ricerca della verità. Per questo Purgatori-Ustica è diventato un vero sinonimo, un marchio professionale di straordinaria continuità, di desiderio di arrivare alla verità, di difendere chi (i familiari delle vittime) si è ritrovato senza una persona cara e privato del proprio diritto a sapere cose fosse accaduto.
La vicenda di Ustica sintetizza tutto il carattere di Andrea Purgatori, il suo istinto di eccellente cronista (teneva molto a questo appellativo), di inviato di grande livello e qualità (per anni si occupò di Iran e di Libia in tempi in cui lavorare su quei campi era particolarmente complesso). Una scrittura densa, rapida, priva di inutili orpelli, diciamo severa. Esattamente come il linguaggio televisivo che i telespettatori hanno ritrovato nell’avventura di «Atlantide».
Chi legge queste righe perdonerà l’uso del pronome personale. Ma io ho avuto il piacere, direi ora il privilegio, di lavorare per anni con lui. A metà degli anni ’80 l’allora direttore Piero Ostellino decise un radicale ricambio generazionale al vertice della cronaca di Roma. Andrea capocronista, 32 anni, ed io suo vice, a 31. Decisione che provocò molte perplessità in una redazione di consolidati professionisti. E fu come gettarsi in una vasca d’acqua ghiacciata. Cominciammo a lavorare insieme dalla mattina a notte fonda. Andrea aveva continuamente intuizioni controcorrente. Sapeva che una cronaca come la nostra, che doveva fare i conti con concorrenti storicamente molto radicati nel territorio, poteva attirare lettori solo giocando di contropiede, sorprendendoli continuamente.
Rivoluzionò la grafica guardando ai quotidiani statunitensi (la sua permanenza da giovane negli Stati Uniti fu essenziale per la sua vita professionale e anche personale), puntò su un uso anche spettacolare delle fotografie, decise titoli più che coraggiosi. Pur essendo di fatto coetanei, devo a lui (oltre a mille, indelebili gesti di amicizia e di solidarietà, un patrimonio incancellabile) la scoperta di un modo diverso, direi proprio più coraggioso, di fare cronaca, di raccontare Roma, di non fare facile scandalismo ma di non temere mai il potere.
Quando presi il suo posto partii da tutto questo patrimonio costruito soprattutto grazie a lui. Si potrebbero scrivere intere pagine sulle inchieste di Andrea Purgatori, sul suo stile, sulla sua classe professionale e umana, sul suo amore per la vita, per i tre figli e anche per le occasioni di felicità e di bellezza che l’esistenza può offrirti. Una magnifica e fiera persona, incapace di ipocrisie e di patteggiamenti, schietta, ironica ed elegantissima. Un vero giornalista, un protagonista della nostra storia civile. Un amico che nessuno potrà mai sostituire. Mai.
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avalonishere · 2 years
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Ora finitela col vostro ditino
di Marcello Veneziani
Vorrei fare un discorsetto serio a quella razza superiore che giudica dall’alto il mondo, il prossimo e chi non la pensa come loro. Dico alla sinistra e alle loro insopportabili autocertificazioni di superiorità. lo dico partendo alla larga e da lontano, da altri ambiti non politici. Per esempio, io non ce l’ho con le attrici, gli attori, i registi e i cineasti di sinistra che s’indignano contro il sessismo e le violenze alle donne e poi non solo tolleravano ma trescavano coi produttori maiali e il loro disgustoso mercato del sesso; molti di loro sapevano, facevano e tacevano. Io non ce l’ho poi contro i cantanti di sinistra che portavano i soldi guadagnati in nero in Svizzera o in qualche paradiso fiscale, dopo aver predicato per la giustizia e i più deboli. E ancora. Io non ce l’ho con gli intellettuali di sinistra che hanno goduto di privilegi, cattedre e carrozzoni coi soldi pubblici da cui mungere soldi, viaggi e premi, o che pretendono di essere pagati in nero, salvo tuonare contro i privilegi e i ricchi. Io non ce l’ho con gli intellettuali e gli scrittori di sinistra sorpresi a plagiare testi altrui. Non ce l’avevo nemmeno con gli intellettuali di sinistra che furono fascisti, ebbero cattedre, giurarono fedeltà al regime e alle leggi razziali, ma esercitarono poi un intransigente magistero antifascista e toglievano la parola e la dignità a chi non si professava antifascista. Io non ce l’ho con tutti loro, a volte amo le loro canzoni, leggo i loro testi, mi confronto con le loro idee, vedo i loro film e in ogni caso so distinguere il loro lato umano miserabile dalle loro qualità, che riconosco quando non sono palloni gonfiati. No, non ce l’ho con loro. Ce l’ho col loro ditino. Quel ditino ammonitore che ruota nell’aria quando pretendono d’insegnare agli altri la morale e la coerenza che non praticano o peggio quando disprezzano, ignorano, escludono chi sta a destra, i populisti o i cattolici, i moderati, comunque non nella loro brigata. È quel ditino che decreta solo per appartenenza i lodati e i dannati, le opere e gli autori da recensire e da premiare, e quelli da ignorare e vituperare. Ma ora che sappiamo quanto prendevano, come prendevano, dove portavano, da dove copiavano, come si facevano strada, a prezzo di cosa, quel ditino non lo sopporto più. Non voglio vedervi in galera, alla gogna, censurati, ma col ditino abbassato. [...]
Non mettiamo all’indice nessuno, non alziamo il ditino contro nessuno. Ma ora che siete ridotti a quattro ossa elettorali, cenere politica e fumo intellettuale, smettetela di dare lezioni agli altri… Erano insopportabili le lezioni col ghigno dei trionfatori, ma sono insopportabili e grottesche le lezioni con la boria dei nobili decaduti, la vanteria dell’élite sconfitta dalla vile plebe populista, che lascia le ultime istruzioni alla servitù e ai parvenu. Non fate più i maestrini, please.
Siate francescani, e non nel senso di rifugiarvi sotto la tonaca di Papa Francesco. Recuperate del poverello l’umiltà e l’ascolto. E come Francesco, parlate agli uccelli, perché la gente non vi vuole più sentire."
Il ditino possono metterselo 🖕
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lospeakerscorner · 2 months
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Hopper. Una storia d’amore americana
Arriverà nelle sale solo il 9 e 10 aprile il nuovo appuntamento di La Grande Arte al Cinema dedicato questa volta a Hopper, il film evento su uno dei simboli dell’arte statunitense  Quella di Hopper è un’America popolare, silenziosa e misteriosa, capace di influenzare pittori neorealisti americani come Rothko e Banksy, cineasti come Alfred Hitchcock e David Lynch, ma anche fotografi e musicisti.…
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whileiamdying · 2 months
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Jafar Panahi lascia l’Iran dopo 14 anni
28 Aprile 2023 di Ettore Di Serio
Il cineasta iraniano, in seguito alla scadenza del divieto di viaggiare, ha potuto lasciare il Paese con sua moglie Tahereh Saeedi. La Francia è pronta ad accoglierlo: c’è spazio per Cannes?
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Un post recente della sig.ra Panahi, apparso sui social, ha confermato la possibilità del marito di tornare a viaggiare e, pertanto, la rimozione del divieto che bloccava il regista in Iran da ben 14 anni. La destinazione finale di questo viaggio è la Francia, Paese europeo nel quale il regista ritroverà la figlia.
La storia di Panahi, come del resto quella di altri cineasti iraniani, è ben nota e non ha lasciato indifferenti i media internazionali. Sin dai suoi primi lavori, il regista si è distinto per l’acutezza e la creatività. Film come Il palloncino bianco (1995) e Lo specchio (1997) sono stati premiati rispettivamente al Festival di Cannes e al Festival di Locarno. Tuttavia, la consacrazione definitiva è giunta con Il cerchio (2000), che si è aggiudicato il Leone d’Oro al Festival di Venezia.
I primi seri problemi giudiziari sono arrivati nel 2009 quando in Iran si scatenò il Movimento Verde a seguito delle contestate elezioni presidenziali. Il cineasta iraniano, a causa della sua partecipazione al funerale di un ragazzo ucciso durante le proteste, subì il primo divieto di viaggio ufficiale da parte dell’autorità iraniana. La situazione peggiorò l’anno successivo, quando Panahi si vide negata la possibilità di partecipare al Festival di Berlino e subito dopo fu arrestato subendo una condanna di 20 anni relativamente alla possibilità di viaggiare e realizzare film, a causa delle sue critiche al governo.
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Il suo ultimo lavoro è Gli orsi non esistono (2022), film drammatico vincitore del premio speciale della giuria al Festival di Venezia. I guai però non abbandonano Panahi e, nell’estate del 2022, in seguito all’arresto di Mohammad Rasoulof, egli con i suoi avvocati si rivolge all’autorità per chiedere spiegazioni in merito ai fatti accaduti. Qui, il regista è trattenuto dalle autorità e sarà rilasciato solo nel febbraio 2023. Ad oggi, dopo la partenza dall’Iran, Jafar Panahi sembra aver ritrovato la tranquillità.
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londranotizie24 · 2 months
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statoprecario · 3 months
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Bolzano Film Festival Bozen | Premi alla carriera per Yervant Gianikian & Angela Ricci Lucchi e Vivo film
Yervant Gianikian e Angela Ricci Lucchi – originali e straordinari protagonisti del cinema e delle arti visive I cineasti Angela Ricci Lucchi e Yervant Gianikian sono stati compagni di lavoro e di vita fino alla morte della regista che il partner fa rivivere nei suoi ultimi film. Yervant Gianikian sarà a Bolzano per la cerimonia di premiazione. Yervant Gianikian (1942) nasce a Merano da padre…
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scontomio · 4 months
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agrpress-blog · 4 months
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L'Ischia Film Festival, giunto alla ventiduesima edizione, ha ufficialmente annunciato le date per l'edizione del 2024: dal 29 Giugno al 6 Luglio. L'evento, che si svolgerà nell'incantevole Castello Aragonese, testimone di storia e resistenza culturale femminile, darà il via a un'estate di cultura cinematografica all'insegna di anteprime, grandi ospiti, mostre e incontri. Aperto a Tutti i Racconti del Mondo: Il bando per partecipare è aperto a cineasti provenienti da ogni angolo del globo, chiamando autori e autrici che hanno saputo trasformare luoghi, scenari e paesaggi in narrativa cinematografica coinvolgente. Le sezioni del festival includono Lungometraggi, Cortometraggi e l'innovativa "Location Negata". Una Storia di Identità e Cultura Cinematografica: Con la Presidenza Onoraria di Gianni Canova, figura autorevole nel panorama cinematografico italiano, l'Ischia Film Festival ha al centro dell'attenzione l'identità culturale dei territori. Nei suoi primi vent'anni, ha ospitato dibattiti appassionanti e proiezioni che hanno sfruttato nuovi linguaggi cinematografici. L'evento ha vantato la partecipazione di illustri ospiti internazionali, da Oliver Stone a Abbas Kiarostami, da John Turturro a Margarethe von Trotta. Riconoscimenti di Prestigio: Il festival conferirà premi alla carriera a personalità del cinema e produzioni cinematografiche che hanno contribuito significativamente a promuovere il territorio. Il Cineturismo Award, prestigioso riconoscimento dedicato al Cineturismo, sarà assegnato durante la kermesse. Focus su "Location Negata": Il fondatore e direttore Michelangelo Messina sottolinea l'importanza crescente della sezione "Location Negata", spazio poetico e sperimentale. Questo cuore di ricerca stilistica è aperto a autori e autrici di ogni provenienza, invitando a esplorare storie significative che affrontano le sfide attuali, dalla violazione dei diritti umani all'integrazione, dalla solitudine dei popoli alle minacce delle guerre. Un Festival Sostenuto e Partecipato: L'Ischia Film Festival è sostenuto dalla Regione Campania - Film Commission e dalla Direzione Generale Cinema, oltre a importanti partner come Treccani, Bonacina e Fondazione 3M. Oltre alle proiezioni, l'evento offrirà un ricco programma di eventi dal vivo, inclusi incontri con registi, lezioni di cinema e laboratori. Per ulteriori dettagli: Per maggiori informazioni, visita il sito ufficiale del festival in continuo aggiornamento: ischiafilmfestival.it
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francobollito · 4 months
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«Cogliere l’incredibile da chiunque; chiedere e chiedersi sempre il perché delle cose; convincersi che la buona volontà non basta; non monumentalizzare nessuno: c’è del ridicolo in tutti; travisare la realtà non è romantico; la commozione è un abuso di pazienza; la cultura è estranea alla maggior parte degli italiani: in particolare alla borghesia; anche il torero ha paura; solo il disordine rende ricchi; il dolore non conosce la domenica; non c’è dittatura che non si possa curare con la psicanalisi; non c’è che la Natura, solo la Natura, per quanto anche un bonifico a volte fa più di un tramonto; sono arrivato in quella fase della vita dove alle persone si preferiscono i panorami; tutti hanno un’idea, il problema è che vogliono anche raccontartela; sono arrivato a un paradosso flaianesco: così sfiduciato nel futuro che faccio progetti nel passato; diffidare di quelli che si dichiarano artisti, cineasti, raccontatori di storie; al teatro di ricerca preferisco quello della casa; la mia qualità maggiore è la nostalgia; l’unica lotta accettabile è quella per l’effimero; solo una ampia villa con piscina salva; non c’è niente che lo champagne non possa redimere.»
(Marco Ciriello - Un giorno di questi, Rubbettino Editore)
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lamilanomagazine · 5 months
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Reggio Calabria, al Cilea la prima del docufilm “Semidei”.
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Reggio Calabria, al Cilea la prima del docufilm “Semidei”. “Si terrà il 19 dicembre, alle ore 18,30, presso il teatro Francesco Cilea di Reggio Calabria, la prima visione del docufilm Semidei, girato interamente in Calabria e specificatamente tra Reggio Calabria, Riace, Roccella, Gioia Tauro e Monasterace. L’ingresso, per come stabilito d'intesa con il Comune di Reggio Calabria, sarà gratuito”. Lo annuncia Giusi Princi, vice presidente della Giunta della Regione Calabria. “Il docufilm, realizzato da Carlo Degli Esposti e da Nicola Serra per Palomar Media San in occasione delle celebrazioni dedicate al 50° anniversario del ritrovamento dei Bronzi di Riace, per la regia di Fabio Mollo e Alessandra Cataleta, è stato cofinanziato dalla Regione Calabria - Dipartimento istruzione, formazione, pari opportunità - e dalla Fondazione Calabria Film Commission. La pellicola – ricorda la vicepresidente - è stata presentata in anteprima alla 20esima edizione delle 'Giornate degli autori' nella sezione 'Notti veneziane' alla Mostra d’arte cinematografica di Venezia. È stato presentato inoltre a Nairobi in Kenya, nei prossimi mesi anche in Giappone a Tokyo, in Portogallo a Lisbona e in altri importanti Festival internazionali”. “Semidei, scritto da Armando Maria Trotta, Giuseppe Smorto, Massimo Razzi e Fabio Mollo, ripercorre mezzo secolo di storia raccontando la vicenda dei Bronzi di Riace, i due misteriosi guerrieri che riemersero dal mare di Riace nel 1972, dopo duemila anni passati sott’acqua. Attraverso interviste, documenti inediti, testimonianze dirette e il racconto di un presente in tumulto, i due cineasti accompagnano lo spettatore in un viaggio nel nostro passato e futuro, perché i Bronzi di Riace incarnano i desideri di futuro, di pace e di bellezza che animano da sempre il genere umano. Il documentario ripercorrerà periodi storici significativi grazie a preziosi materiali d’archivio e alle suggestive testimonianze di esperti e storici.Il docufilm è stato già molto apprezzato dagli studenti della Città di Reggio Calabria nel corso dei matinee loro riservati, nei quali si è sempre registrato il sold out”, conclude la vicepresidente Princi.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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carmenvicinanza · 6 months
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Agnieszka Holland
L’armonia è di per sé impossibile senza le differenze.
Combattere i flussi migratori è inutile, nonché criminale. Sarebbe bello imparare a rendere possibile la coesistenza, ma non immagino un futuro roseo per l’Europa.
Agnieszka Holland, pluripremiata regista e sceneggiatrice polacca, rappresenta uno degli sguardi più liberi, acuti e apolidi del cinema contemporaneo.
Due volte candidata all’Oscar, nel 1985, per il Miglior Film Straniero con Raccolto Amaro e nel 1991 per la migliore sceneggiatura non originale di Europa Europa, Miglior Film Straniero ai Golden Globe e al New York Film Critics Circle.
I suoi film hanno spesso indagato temi come famiglia, sessualità, i passaggi delicati e misteriosi tra infanzia, adolescenza ed età adulta. Con forza e  grazia resta con discrezione accanto ai suoi personaggi, seguendone i movimenti e le scelte e, al tempo stesso, lasciando uno spazio creativamente aperto e praticabile in un’ambigua e densa sospensione.
Nata a Varsavia, in Polonia, il 28 novembre 1948, da madre cattolica e padre ebreo, la cui famiglia venne sterminata dai nazisti, è cresciuta in un ambiente di attivismo politico critico nei confronti del regime. Quando aveva tredici anni, suo padre, quadro del partito comunista polacco, è morto cadendo da una finestra mentre subiva un interrogatorio. Trasferitasi in Cecoslovacchia, si è diplomata in regia al FAMU, la celebre scuola di cinema e vissuto il periodo della Nová Vlna e della Primavera di Praga. Nel 1970 è stata arrestata come dissidente e solo dopo mesi di interrogatori e torture è riuscita a tornare in Polonia, dove è entrata a far parte del collettivo di cineasti guidati da Andrzej Wajda.
Ha iniziato come assistente alla regia, collaborato a diverse sceneggiature per il cinema e per la televisione e diretto diversi spettacoli teatrali, prima del film che le ha portato il vero successo, Attori provinciali, tra le pellicole manifesto del “cinema dell’inquietudine morale“, premiato dalla critica al Festival di Cannes nel 1980.
Nel 1981, a causa del colpo di Stato, si è stabilita a Parigi e, successivamente, negli Stati Uniti.
Nei film realizzati dopo aver lasciato il paese d’origine, Agnieszka Holland ha continuato a rappresentare personaggi che sentono il bisogno di una via di fuga, in lotta per la realizzazione personale, alla ricerca della felicitàe che alla fine falliscono o sono costretti ad accettare un dubbio compromesso.
Del 1988 è Un prete da uccidere, ispirato dalla storia vera di prete vicino a Solidarność ucciso dalla polizia segreta.
Nel 1992 Olivier Olivier è stato presentato alla Mostra del Cinema di Venezia e l’anno successivo ha diretto Il giardino segreto prodotto da Francis Ford Coppola e collaborato con Krzysztof Kieslowski, alla sceneggiatura della sua trilogia Tre Colori.
Poeti dall’inferno del 1994, girato in Belgio, narra il rapporto devastante fra Paul Verlaine e Arthur Rimbaud, interpretato da un giovanissimo Leonardo DiCaprio.
Con Washington Square – L’Ereditiera, del 1997, ha raggiunto la pienezza del suo stile capace di coniugare la problematicità e lo spessore di uno sguardo europeo con le forme tipiche del cinema hollywoodiano.
In concorso alla Mostra del Cinema di Venezia nel 2002, ha presentato Julie walking home.
Nel 2008, le è stato reso omaggio con una retrospettiva al MoMA di New York.
Per la televisione ha diretto episodi delle serie televisive The Wire, House of Cards, Cold Case, Treme, The Killing e The First.
Ha scritto o collaborato alla stesura di sceneggiature per film realizzati da altri registi e firmato la regia di alcune commedie per la televisione polacca. Tra i suoi film più recenti ci sono L’ombra di Stalin (2019), Charlatan – Il potere dell’erborista (2020) e The Green Border (2023) Premio Speciale della Giuria alla Mostra del Cinema di Venezia. Il film racconta la tragedia che si consuma nelle insidiose foreste paludose del confine che separa la Polonia e la Bielorussia: le persone rifugiate provenienti dal Medio Oriente e dall’Africa, attirate dalla propaganda che promette un facile passaggio verso l’Unione Europea, si trovano intrappolate in una crisi geopolitica cinicamente architettata dal dittatore bielorusso Aljaksandr Lukašėnko.
L’opera le ha fatto subire un tremendo attacco nel suo paese, da cui è stata praticamente bandita. 
Nonostante l’età stia avanzando, questa indomita regista non smette di fare attivismo attraverso la sua arte. L’intera comunità cinematografica si è schierata dalla sua parte.
Invece di trasformare il nostro continente in un continente di crimini di massa, di crimini contro l’umanità, possiamo provare a discutere, a dibattere, per arrivare alla nuova soluzione: come rendere possibile la coesistenza e l’armonia della diversità?
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