Mi sento così profondamente triste e vuota, sul punto di scoppiare. Non so come farò questo pomeriggio a trovare l'ufficio in cui devo andare e sostenere una conversazione bella lunga.
Eg satt og sovna, sliten, heilt i ro,
Dei andre lo, "Han har jo reist så longt!"
Dei sa 'kje feil, men heller ikkje rett,
For eg va trøtte lenge før eg dro.
Non dagar før, med rubb og stubb i sekk,
Ein mørke, kalde, sein-desember-kveld,
Den tjue-andre, nattå som er lengst,
Forlot eg Trondheim i sitt beste lys.
Så godt som forberedt på ferden sør,
Litt itte siste ronde rondt i byn,
Når alt farvel va tatt, gjekk eg ombord
I bussen, i et Helvetes humør.
Eg va så Jævla leie alte rot,
Av alte skrotet som eg hadde eid.
Ein heile leilighet va tømt for piss,
Som andre hadde komt og tatt imot
Men værst av alt va det som eg sko ha,
Ta med meg him, te Jul, te Haugesund.
Ein haug med tunge baggar fudli drit,
Såvidt eg fekk det med når eg sko dra.
I så å sei et døgn satt eg i buss,
Dog ubevisst, for eg va nesten dau,
Med vonde rygg og hodeverk på vei,
Ein tomme kropp, for lengst på sparebluss.
Men Satans nattesøvn, min største drøm,
Det sko såklart eg Faen ikkje få.
For buss, det e et Helvete på jul
Når både kropp og sjel er tom for strøm.
Først utpå neste dag så duppa'g av
Imellom humpar, stopp, og dassbesøk.
Og ankom plutslig Flottmyr terminal
Den litle Jule-aften, te ein klem.
Et lite råd te kimsomhelst som meg,
Som lei av livet tømme hus og sinn:
At hvis du ska igang å flytta ut,
Så bør du ha ein plass å flytta inn.
la mia unica speranza è che si presenti qualcuno con una offerta migliore tipo il real o il city perché io in quel covo di pazzi che è il psg non lo posso vedere per favoreeee chiedo solo questo
Kel è nella sua stanza, a prima vista sereno e spensierato. È un ragazzo d'oro, generoso e altruista, allegro, emotivo, sportivo, con uno sguardo verso il prossimo (non sono palesemente di parte), che ha vissuto sempre nell'ombra dei successi del fratello ma di cui non se ne fa peso. Nonostante l'apparenza anche Kel è afflitto da un male che non è ancora riuscito a superare, ma nonostante ciò sarà lui a bussare alla tua porta e a farti da spalla per tutto il tempo. 🏀
“Ti porterei al Mare”. Oggi. Adesso. Ora. Vorrei non dovertelo scrivere, ma poter semplicemente presentarmi da te, bussare a una qualsiasi porta o suonare a un campanello e con un semplice sguardo dirti: “Andiamo”. Ti porterei ovunque, a dire il vero, ma partirei dal Mare perché lì c’è quel magico filo dell’orizzonte dove perdersi, per ritrovarsi, è inevitabile. E io, con te, mi sono persa… per poi ritrovarmi migliore. E accade in ogni istante del tempo passato insieme: mi perdo e mi ritrovo. Mi perdo e mi ritrovo. Ti perdo e ti ritrovo. In un gioco sottile che ridefinisce confini sciogliendoli nell’altro. È bello Essere Noi ora che siamo due persone distinte, libere, definite. Mi piacciano i Noi che nascono da Io e Te.
Ma stavo parlando del Mare… dove ti porterei, anche solo per il gusto di rapirti dalla “solita” vita. Anche solo per sradicarti da obblighi, impegni, ruoli, responsabilità.
Tutti abbiamo bisogno di qualcuno che, ogni tanto, ci assolva dall’essere adulti, che ci sollevi di peso e… faccia per noi, impedendoci di pensare troppo, di ripeterci cosa sia giusto o sbagliato o… Nessuna replica. Andiamo. E, prima di tutto, ci godiamo il viaggio. Ridiamo di nulla. Parliamo di tutto. Stiamo in silenzio a guardare angoli di mondo che scorrono ricordandoci che tutto muta e che, forse, solo l’amore (quello vero) resta. E questo te lo direi appoggiando la mia mano sulla tua, in quel leggero aggrovigliarsi di dita che raccontano incastri d’anima a scoperta di noi. In tutto questo il Mare diventerebbe solo un pretesto… il migliore al mondo, ma pur sempre un pretesto. Perché infiniti sono gli orizzonti che si spalancano di Bellezza quando due anime viaggiano insieme. Quello che conta è avere il coraggio di partire. E, ogni tanto, lasciarsi semplicemente portare. Dimenticando le “valigie” a casa.
Letizia Cherubino, Se non t’incontro nei sogni, ti vengo a cercare
L'oca Celeste ha perso la strada dopo una migrazione lunga e faticosa e non sa più ritrovare la sua dimora di primavera. Ancora un pellegrinaggio le toccherà fare e a tante casine dovrà bussare: in quella sull'albero ci abita il picchio, nello scolapasta uno spaghetto, nella scatola dei colori ci sta un pittore dai modi iracondi e nella busta delle lettere chi abiterà mai? Ma la postina, no? La postina che scrive cartoline, che appiccica francobolli e che conosce ogni indirizzo. Dai, Celeste, vuoi vedere che saprà indicarti la strada di casa?
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Sto scrivendo uno spettacolo nuovo. Teatro d'oggetti e paesaggi sonori per bimbi deambulanti. La storia di Celeste, ochetta smarrita che dovrà vivere l'avventura della vita per poter tornare a casa.
Ho avuto la fortuna di conoscere una gatta molto in gamba. Sì, ho avuto la fortuna.
Anche i gatti hanno qualcosa da insegnarci, da illustrarci con i colori dei loro pensieri, qualcosa in cui farci credere, come l'insistenza di bussare, la voglia di saltare, e di vivere sul filo dell'equilibrio. I gatti ci mostrano un mondo, ci indicano uno stile di vita, la possibilità di vedere nel buio della quotidianità, e il coraggio di alzare la zampa verso il cielo per "acchiappare" la luce delle stelle.
I gatti non sono solo fusa e "miao".
I gatti non sono solo croccantini e lettiera.
I gatti sono un dono, uno sguardo di spensieratezza, un sorriso che ci accompagna in un preciso momento della nostra esistenza.
Entrare nella vita di qualcuno, è la cosa più bella, complicata e delicata che esista. È questione di saper bussare alla porta di un mondo nuovo per poi aprire il tuo, un po' alla volta. Un viaggio in una terra piacevole e sconosciuta, il "Mosca cieca" più bello del mondo, un tuffo negli abissi, un giro in giostra che ti lascia senza respiro e i capelli spettinati. Dovrai bilanciare peso e leggerezza, esperienza e consapevolezza del nuovo, coraggio e timori, parole e silenzi. Dovrai abbracciare come se dicessi "sei a casa" e mollare la presa come a dire "non ti lego così forte". Guardare come se non avessi visto niente di più bello e saper distogliere lo sguardo come se tutto il resto potesse distrarti. Chiedere "come va?" con interesse ma senza invadenza. Dovrai saper affrontare e rispettare le farfalle, i battiti, lo stomaco, i periodi no, i periodi sì, gli alti e i bassi, i più o i meno, i "non so", i "sono qui", i "mi fido di te", i capelli tra le dita, la tenerezza, la curiosità, il vento. In punta di piedi, ma con il battito cardiaco a tutto volume. Un concerto rock dove si può trovare la pace. Pronti a togliersi tutto, indossando il sorriso più bello.