Tumgik
#Sorrisi distratti
immensoamore · 16 days
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Custodiscimi fra le cose preziose,fra ciò che non si dimentica. Nascondimi fra le cose troppo intime per poter essere raccontate, fra i segreti che rimangono nel fondo del cuore, pesanti eppure bellissimi,ricordami, comunque vadano le cose, perché vorrei restare, restare per sempre fra i pensieri e i battiti del cuore, fra le immagini che il cervello non sa filtrare e che compaiono senza un perché, fra i sorrisi immotivati degli attimi distratti, in cui tutti ti chiederanno a cosa pensi e tu risponderai il solito "niente", sollevando le spalle,ed invece starai pensando a me.
Salvami, fra le cose a cui non si può rinunciare, conserva gli attimi, i sospiri, conserva soprattutto le carezze ed i silenzi, tutto ciò che non ho detto e ogni parola che ci siamo donati.
Non lasciarmi andare, mai per davvero.
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decadence-brain · 2 years
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...insensatamente me...
ancora mi si chiede
che senso ha la mia tristezza
ancora sorrisi su dolori innocenti
ancora non capiamo nulla
ancora, poi ancora e ancora
mi chiedono perchè sono nervoso
ancora siamo sordi alle urla
ancora non si muove nulla
ancora pensano di portare pace con le armi
ancora ci ubriachiamo di falsità
e poi dolore,
dolore
dolore
piango
sì piango razza di barbari di merda
dov'è la verità? dov'è la strada?
dov'è la vita?
perchè questa non è vita
questo e bivaccare distratti
per le strade del mondo
strade affollate di morte
e odore di menti putrefatte dal sistema
..ma cosa parlo a fare..
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lozoodisimona · 1 year
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Sei fatta di particolari che sfuggono ai molti, tu, si disperdono tra gli occhi distratti di chi cammina con il cuore tra le nuvole e così concedi a un mondo disimpegnato la meraviglia curata dei tuoi dettagli sei fatta di nostalgia che nemmeno tu conosci senti mancanze lontane di mari non nuotati di isole inesistenti tramonti mai inventati prima e caramelle rotte prima di sciogliersi in bocca sei fatte di lacrime di cui non conosci il motivo di sorrisi al vento di bocconi d'aria estiva di ricordi forti come il ferro, alcuni un poco arrugginiti dalle piogge che ti vengono incontro sei fatta di desideri vicini e incubi facili da realizzare, la tua vita è un campo minato attraversato con le scarpette di danza sei fatta di amori persi lungo la strada difficile che ti sei scelta, di amici robusti pronti ad aggiustare le tue notti e brindisi di vino così romantici da poter star benissimo negli scaffali delle biblioteche comunali sei fatta di figure di merda da poco e di errori da tanto di cadute e di rialzate di scoraggiamenti e di coraggio a casaccio di mani forti di abbracci a pezzi e caffè amaro sei fatta di vita, tu piena di sogni da sistemare meglio ma comunque piena di sogni. (La poesia è di @gio_evan il piatto di @irislab_angi) (presso Irsina (MT)) https://www.instagram.com/p/CnEGdQ7sqIy/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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poesiablog60 · 3 years
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Il mattino ha cesti
di sorrisi appena sfornati
posati sui davanzali
come torte o vasi di gerani.
Non li notano i passi frettolosi
né i nasi distratti
Talvolta uno sguardo
annusa l'aria
e scuote il capo
a salutarne il profumo
Anja Bluez
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ma-pi-ma · 3 years
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Abiti scintillanti,
abbracci,
parole vuote.
Circostanze.
Malumori malcelati
da sorrisi di cellophane.
Nelle strade freddo e solitudini
si poggiano su stracci e cartoni,
tra polvere e smog,
mentre passanti distratti
affollano grandi magazzini
per gli ultimi inutili doni.
Il Natale è servito.
Carla Casolari
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mccek · 3 years
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Dai sempre l'occasione alla gente di farsi conoscere davvero.
In ognuno c'è un piccolo tesoro.
Basta aspettare.
Non chiuderti per eventuali delusioni.
Non tutti si somigliano.
Alcuni ti regaleranno sorrisi.
Altri li troverai pronti ad asciugarti una lacrima.
Altri ancora saranno distratti, ma non meno interessati a te.
Ognuno è un mondo tutto suo a suo modo, a sua immagine.
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susieporta · 3 years
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UNA LETTERA PER TE
Siamo qui, non è sicurissimo, ma qualcosa ci porta a pensarlo, qualcuno ci ha dato un nome, fuori adesso vedo rami e poi case e nuvole nel cielo. Siamo molto soli nonostante che ci stanno insegnando di essere granelli della stessa polvere, frammenti della stessa luce. E poi c'è il dolore. Chi ha un dolore ha tutte le ragioni del mondo, merita tutte le attenzioni del mondo. Chi è malato ha la precedenza su tutto. Tutto il mondo dovrebbe partecipare al funerale di una mosca. Quando vediamo come vengono trattati gli animali dentro gli allevamenti dobbiamo sapere che siamo complici di un crimine. Dobbiamo sapere che ogni vita oltraggiata è la nostra vita, noi siamo il bambino che muore di fame e il vecchio trattato con malagrazia, siamo padri e figli di ogni dolore, non c'è niente di quello che è accaduto e che accadrà a cui possiamo dirci estranei. Per questo è profondamente immorale ogni distrazione dalla cura, ogni attimo in cui la malattia non viene lenita, una sofferenza non viene ascoltata. Ogni giorno c'è qualcuno che nasce e che muore, siamo noi quella persona, siamo noi in attesa dell’esisto di una biopsia, siamo noi a entrare in sala operatoria, siamo noi nella casa caduta per un terremoto, nella macchia che è sbandata. Oggi ognuno di noi può avere attimi miracolosamente più densi di quelli che abbiamo avuto ieri. E domani ancora di più, domani sfonderemo altre gabbiette in cui ogni giorno ci chiudiamo, la via per arrivare in uno spazio veramente vasto e aperto è sempre davanti a noi, è la via a cui possiamo dare tanti nomi: Dio, poesia, amore, gioia, intensità, pensiero. Non c'è una scuola, non c'è un maestro. Ognuno può muoversi contro la malattia e il dolore, può stare nel tempo con le mani aperte e camminare, farlo come se fossero i nostri primi passi, come se poco riuscissimo a tenerci in piedi da soli. La vita è solenne in ogni attimo e in ogni luogo, questo è il principio da cui partire. Non è importante che fra un'ora saremo distratti da qualcosa, non importa che per prudenza poi mettiamo il bavaglio all'infinito e ci teniamo quello che c'è, ma solo come occasione per lamentarcene, come se l'universo fosse un fastidio. Non siamo un tempio, non siamo noi la cosa che conta, contano moltissimo le parole a cui credi, contano i tuoi saluti, i tuoi sorrisi, le tue lacrime, conta il volo di un uccello e il sonno di un serpente, conta la scienza e il mistero. Se la tua vita diventa attentissima la morte diventa lontanissima, hai una quantità impressionante di occasioni ogni giorno, passerai da una salvezza all'altra, da una fortuna all'altra. Sarai solenne nella cura e nella lotta, nella parola e nel silenzio, nel tremore e nella speranza.
Franco Arminio
foto jacques henri lartigue
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ragazzannoiata · 3 years
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Amore/amicizie
⁃ che mi stravolgi tutti gli schemi.🧮
⁃ hai qualcosa di speciale.🔐
⁃ A parte te nient’altro di speciale.💫
⁃ Un’ora con te migliora le altre ventitre.⏰
⁃ l’amore vince sempre sull’odio.❤️
⁃ Baciami i sorrisi che solo tu sai creare.🪐
⁃ Se parli mi piaci. Se taci mi piaci. Se parli di
baci,baciami e taci.💞
⁃ Siamo due distastri che insieme formano un
capolavoro.💏
⁃ La distanza può separare due corpi non due
cuori.💑
⁃ Accanto è un posto per pochi.⛓
⁃ il mio sorriso con il tuo.🎯
⁃ mi completi.🧩
⁃ tutta questione di attimi.⏱
⁃ ora, domani, per sempre.🕦
⁃ da soli si può fare tanto, ma uniti si può fare
tutto.👫🏻
⁃ l’amore non ha un senso, ma è il senso di
tutto.🤍
⁃ a tratti mi attrai.🪐
⁃ siamo palloncini pieni di sentimenti in un mondo di spilli.🎈
⁃ speciale come l’amore che mi dai.🌠
⁃ basterebbe bastarsi e basta.✋🏻
⁃ evitiamo di evitarci.🚫
⁃ una vita intera con te.🏹
⁃ così per sempre.🤞🏻
⁃ come il primo giorno.⚓️
⁃ perché tanto il tramonto è soltanto un
tramonto finché non sei qui.🌅
⁃ entra nei miei pensieri, scusa il disordine ma
non ho mai ospiti.🌫
⁃ sei la certezza in cui mi riparo.☔️
⁃ salvami dalla mia mente.🧠
⁃ siamo poli opposti.🧲
⁃ forse eravamo giusti nel momento sbagliato.
⁃ al primo “ciao” io mica lo sapevo che mi
avresti completamente cambiato la vita.💘
⁃ spogliami l’anima.💨
Paesaggi
⁃ Estate: i capelli sono più leggeri. La pelle è più scura. L’acqua è più calda. Le bibite sono più fredde. La musica è più forte. Le notti si allungano. La vita migliora.☀️
⁃ Sunsets are so beautiful that they almost seem as if we were looking through the gates of heaven.🌅
⁃ Anche il mare ci mente. Si mostra azzurro quando in realtà è trasparente.🧊
⁃ A vedere il mare, portaci chi ti sa capire
senza parlare.🌊
depresse
⁃ La cosa più difficile della mia vita è
convivere con me stesso.😴
⁃ Ho troppe paranoie per un solo cervello.🧠
⁃ per ogni presa bene ho due prese male. :/
⁃ voglio iniziare qualcosa che finisca bene.☹︎
⁃ i miei dubbi hanno sempre ragione.🗣
⁃ eri tutto, ma tutto passa.➪
canzoni
⁃ amerai il finale.💌
⁃ il dono più bello che possa farti è il mio
tempo.🕦
⁃ Sarai qualcuno se resterai diverso dagli altri.
⁃ un brivido che faccia breccia nella mia
apatia.🍷
⁃ non credere a chi ti dice che non puoi essere
felice.🌜
⁃ vorrei affogare ma c’è bassa marea.🌊
⁃ dare il cuore giuro mai più.💔
⁃ una farfalla vive poco, ma muore volando.
⁃ fuck energie negative.⤵️
⁃ respira questa libertà.🌬
⁃ Sweet but psycho.♓︎
⁃ il cuore pieno di battiti, e gli occhi pieni di
te.♥️
Canzoni
⁃ vorrei darti i miei occhi per farti vedere come
ti vedo io.👀
⁃ no tears left to cry.💦
⁃ c’ho stile anche sui mezzi.🦎
⁃ finchè il gioco regge faccio finta che non mi
manchi.🚦
⁃ voglio un mondo all'altezza dei sogni che ho.
⁃ se vali si vede dagli occhi.👀
⁃ Credici un po' di più, davvero.🧠
⁃ Resto tra le good vibes.🍀
⁃ Ho bisogno di te, che hai bisogno di me.🧬
⁃ resta con me comunque vada.🐚
⁃ Non allarmarti, amarsi è come armarsi,
voltarsi e contar dieci passi.🌙
⁃ pensavo a me col mondo in mano, ma senza
te dov'è che vado?🌎
⁃ Noi viviamo in un'altra galassia, siamo al
centro del nostro universo.🪐
⁃ dimmi perchè sta sera odio tutti tranne te.
⁃ come amore e psiche fidati di me.🍬
⁃ Il futuro è in mano ai deboli che si sono fatti
coraggio.🔮
⁃ e sei bella, te l'ho detto mille volte e non
c'hai creduto mezza.🤍
⁃ e in fondo tutto quello che volevo, lo volevo
con te.🔐
⁃ resta con me comunque vada.💙
⁃ i dettagli fanno la differenza.💎
⁃ pungi come un’🐝, vola come una 🦋.
⁃ Mi guardi come se mi avesse fatto Monet.👨🏻‍🎨
⁃ Fare rime a volte è come prendere aria,
qualcuno dovrebbe farne a meno, quindi
bella.😉
⁃ You should see me in a crown.👑
⁃ Io non sarò mai una delle tante.😘
⁃ siamo tratti da ritratti astratti, a tratti
attratti ma distratti.🌪
⁃ pratico ansia a livello agonistico.🥵
⁃ io e la mia signorina stiamo bene insieme.👩🏼‍🤝‍👩🏻
⁃ La classica bambina con cui non si gioca.👧🏽
⁃ the light is coming to give back everything
the darkness stole.🌑
⁃ This girl is on fire.🔥
⁃ Amami come se fosse l'ultimo giorno.⚡️
⁃ a vedere tutto sto schifo, mi sale anche un
po’ l’autostima.😌
⁃ sembra sia moda fare cagare.🙃
⁃ vuoi essere me ma non puoi.😆
⁃ Sono competitivo ma ho sempre avuto
rispetto.🤝
⁃ dice sei pazzo,ma pazzo di te.🤯
⁃ thank you, next.🔀
⁃ Giuro posso darti molto più di ciò che
sottolinei nei libri.📖
⁃ Un reato del cuore è il più grande peccato.
⁃ Io + te non vuol dire noi.❣️
⁃ Un giorno il mondo,l’han fatto tondo,
affinché tutto torni,anche se tu non torni.🌏
⁃ Tutte le cose belle hanno una fine,l’unica
eccezione siamo io e te...👫🏻
⁃ Mi riconosci perché splendo.✨
⁃ siamo un magnifico difetto.🌹
⁃ se non parlo è perché sono in paranoia.🔇
⁃ amavo quel senso di vuoto.💬
⁃ fotocopie tutte uguali, illuse di essere
speciali.🌪
⁃ non ci fermiamo alle precedenze ma ci
fermiamo alle apparenze.🚫
⁃ abbiamo più punti interrogativi che punti di
riferimento¿?
⁃ prima eri un problema di cuore, ora sei il
cuore del problema.💓
⁃ ma ho vinto perché ho fatto il cazzo che
volevo io.😉
⁃ ti porto via con me.🌬
⁃ ho un problema per ogni soluzione.🍂
⁃ la follia non ha età.🤪
Frasi canzoni
⁃ il fascino parte da dentro.🌺
⁃ essere un tipo strano per me è un
complimento.🌚
⁃ l’importante è sentirsi felici.✨
⁃ il peggio è passato, nel senso che è passato
a prendermi.🛣
⁃ Mi vogliono diverso, ma ho giurato a tutti
- che sarei stata me stesso.🌩
⁃ vince sempre l’amore.🎐
⁃ riflesso nei tuoi occhi sembro bello anch’io.
⁃ chi si guarda indietro è perso.👀
⁃ dove gli occhi non arrivano.👀
⁃ nel mio cuore hai fatto scacco matto.♟
⁃ chissà in me cosa ci trovi.🐞
⁃ rimani o rimedio.❤️
⁃ ho tanto da darti ma niente da dirti.🔇
⁃ il #🫀si ferma cambiamo le #🔋
⁃ a quei momenti lí.🌅
⁃ me ne sto nel mio mood.💌
⁃ don’t worry, be happy. ツ
film&serieTV&libri
⁃ “hai detto di essere cambiato” “no, sono
abitudinario”🎟
⁃ il sarcasmo è la mia unica difesa.🐺
⁃ Quel che è importante è morire con
umorismo.👺
⁃ Pensa, credi, sogna, osa.🦋
⁃ I problemi bisogna affrontarli come gli
scopamici, uno al giorno.🤭
⁃ quando il mio corpo sarà cenere, il mio nome
sarà leggenda.💨
⁃ il sole, la luna, la verità.🌔
⁃ la vita non è come un romanzo di Agatha
Christie, è molto più caotica.🌫
⁃ di qualsiasi cosa siano fatte le anime, la mia
e la sua sono uguali.🫂
⁃ vola solo chi osa farlo.🕊
⁃ ma se non ha neanche il coraggio di
sognare, come puoi pretendere che
qualcosa accada?💭
sport
⁃ Lo sport forse non è la felicità, ma io non ho mai visto uno sportivo triste.💫
⁃ Impegno, costanza, passione.♟
⁃ #ilcalcioèdichiloama♥️
⁃ il calcio significa libertà, creatività, significa dare libero corso alla propria ispirazione.⚽️
⁃when your legs get tired, run with your heart.🏃🏻‍♀️
⁃ la motivazione è tutto.🍓
⁃ è complicato ma tu non mollare.🎲
mood
⁃ 101%me👀
⁃ 🌙tica
⁃ punti di vista.🎭
⁃ futti, futtitinni e non ti fari futtiri.⚡
⁃ difetti/punti di forza.🧞‍♀️
⁃ aspettarsi l’inaspettato.🛸
⁃ 🔄ǝsoɔ ǝl ǝɹǝpǝʌ ıp opoɯ ouɐɹʇs oun oɥ
⁃ il senso di colpa è per gli insicuri.🌶
⁃ Stufa di mostrare gli arcobaleni ai daltonici.
⁃ I'm br(ok)en </3
⁃ miro al 🔝 senza 🚫
⁃ Psyco.🧠
⁃ freedom.🤙🏼
⁃ idk&idc.🙇🏻‍♀️
⁃ beautiful disaster.🫀
⁃ Kinda bossy.🥊
⁃ again.🔄
⁃ 😇/😈
⁃ idfg.🖕🏻
⁃ who cares?
⁃ colpo di ⚡️.
⁃ “(∂ + m) ψ = 0”
⁃ 🐅diversa dal solito.
⁃ La normalità mi annoia a morte.💡
⁃ Mi piace chi osa, detesto chi usa.❗️
⁃ Vivi e lascia vivere.⛵️
⁃ Chi vivrà vedrà.🔭
⁃ details.💜
⁃ steal hearts.🍓
⁃ ¿why not?
⁃ Do more.📩
⁃ d’istinti e d’istanti.🤍
⁃ il momento giusto è all’improvviso.🌒
⁃ Di chi ti ricordi per sorridere?❣️
⁃ like an angel.👼🏻
⁃ vietato vietare.🚫
⁃ ama la vita.🫐
⁃ curatevi la cattiveria.🌩
⁃ irraggiungibile.🌬
⁃ :(:
⁃ fa ciò che ami‼️
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ilmerlomaschio · 4 years
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Sfumature
_saturnocontro/wattpad
Metro'
Appoggiata al sedile della metro, gli occhi seguono l'immagine delle persone in attesa dell'apertura delle porte.
Con la testa appoggiata al finestrino, viaggia andando attraverso i sogni più ambigui: come tipo vedersi sopra un unicorno che corre per le rotaie oppure avere la coda di una sirena e nuotare tra le fontane di Parigi.
La fantasia è così tanta ma allo stesso tempo strana e quando cerco di pensare a qualcosa di più reale, i miei occhi vengono distratti da uno sguardo freddo azzurro.
Osservo quel colore glaciale che sta addosso al suo viso ovale color pallido, mani possenti che stringono un libro tutto ridotto male appoggiato sulle sue gambe.
Il fatto che lo sto osservando da tanto non è la prima volta: quel viso inspira molto più di una semplice bellezza, quasi come un divieto di toccarlo.
Inspira eccitazione.
L'imperfezione gli si addice molto, qualche ciocca di capelli corvini cadono sugli occhi dando ancora più senso al suo sguardo che ora, era puntato su di me.
Tiene un sorriso divertito, come io trattengo l'istinto di rossire. Si sta alzando, sicuramente è la sua fermata, così distolgo lo sguardo capendo che occhi così erotici non li avrei più rivisti.
Finché non si siede di fianco a me.
Le sue dita sfiorano con delicatezza le mie, cercando attenzione. Il suo respiro si trova a pochi centimetri dal mio collo, prendo coraggio e mi giro incrociando il mare dei suoi occhi, con le labbra vicine di qualche centimetro si avvicina per lasciarne l'impronta.
Si stacca mantenendo lo sguardo fisso, le guance rosse dall'imbarazzo di chi ha ricevuto una sorpresa inaspettata. Lascia un piccolo sorriso fuoriuscire dalle labbra, per poi trovarsi a pochi centimetri dall'orecchio.
<<Mi piaci>>
Il respiro diventa faticoso, con il cuore che accelera ad una velocità indescrivibile, mi volto di scatto verso di lui a quelle sue parole.
<<Perdonami, mi sono lasciato andare>>
<<perché ti sei fermato?>>
Le parole escono da sole.
<<vuoi che continui?>>
La tensione si fa sentire, i rumori delle persone che creano fastidio diventano silenzio. Ora mi trovo nella ruota infernale: prendere o lasciare.
Afferro il colletto della camicia e avvicino le sue labbra alle mie, gustandomi il suo sapore. Le mani vanno sparse per il corpo cercando un contatto fisico, i baci diventano sempre più passionali e le prese sempre più violente.
Come se volessimo da tanto tempo tutto questo.
Come se fossimo rimasti senza bere per lunghi giorni.
Le mani dentro la maglietta cercano il seno, per quanto pudore ci fosse nell'aria, non m'importava del giudizio della gente.
Sarebbe stato mio a qualunque costo.
Ed io, soltanto sua.
<<Liberati, liberati per me.>>
Mi lascio andare al suo tatto approfittando del momento per scendere con la mano verso la cerniera dei pantaloni, aprire e prendere con dominanza, il suo sesso ormai eretto.
Non si sarebbe tirato indietro.
La gonna è scoperta mostrando le mutande bianche in vista, così da attirare il predatore a sè. Le dita entrano nella carne fresca andando dentro e fuori, così da richiamare i miei orgasmi.
Così da potermi vedere sommessa a lui completamente.
Continuammo a guardarci negli occhi come segno di sfida, gli sguardi di chi si arrenderà alle gioie del sesso. M'impossesso delle sue labbra ormai rosse dai morsi, mi gusto di nuovo il suo sapore e lancio piccoli gridi d'eccitazione, nonostante cerca di contenermi.
Siamo un'unica cosa, un unico corpo con due anime che si cercano e si scoprono completamente davanti all'una e l'altra.
Sbatto le ciglia e lo osservo, osservo gli occhi di quell'uomo che mi ha permesso di farmi compagnia nelle fantasie più oscure. Alla fine, era sempre rimasto lì dov'era, ma con la mente viveva con me le miglior attrazioni sessuali, il mio compagno di viaggio.
Distolgo lo sguardo e prendo la borsa dal sedile, gli occhi ritornano verso di lui.
Mi alzo e gli passo davanti, aspettando l'apertura delle porte, gli regalo uno dei sorrisi più sensuali, mentre lui mi osserva con gli occhi di chi mi desidera ardentemente, gli mimo con le labbra queste parole
<<Mi sei piaciuto>>.
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martid · 4 years
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a volte il mio sorriso
vuol dire mi manchi,
è un'obliteratrice in attesa
del biglietto del tuo ritorno,
a volte, invece, è l'unica risposta
che conosco
quando mi chiedono
come stai
a volte il mio sorriso
è una felicità senza motivo
una gioia senza senso,
è un saggio di danza visto da lontano
dove gli occhi strizzati per vedere meglio
costringono alle labbra
di inarcarsi al cielo
a volte il mio sorriso
è pieno di botte, ripieno di lacrime
è l'unico scudo che conosco
è la coperta con la quale non vedo i mostri,
a volte sorrido per proteggermi
per mimetizzarmi con il sovrappensiero altrui
per assomigliare ai distratti
per passare inosservato
per non dare all'occhio
per non dare al cuore
per non dire niente
a volte sorrido
per dirmi che tutto passa
che niente è fermo
che tutto scorre, che tutto è un fiume
che niente è lago della bilancia,
basterà solo aspettare che vada via
la nostalgia
dalla nostalgia della nostalgia
a volte sorrido
perchè sono quasi felice
altre volte perché sono felice,
e altre ancora
perché non ho idea
di come si diventi felice
ho imparato a sorridere
quando va tutto bene
e quando sono nei guai seri
quando mi convinco che ce la posso fare
e quando piove
ma vale la pena passare a salutare il mare
ma i sorrisi più belli
sono quelli che faccio
alle persone
che capiscono
per quale motivo
sto sorridendo.
[Gio Evan]
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nostalgicseaside · 4 years
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Nonostante tutto continuo ad innamorarmi
quando guardo i sorrisi distratti degli altri
quando canti e mi dici di non guardarti
Nonostante tutto continuo ad innamorarmi
a cercare la bellezza negli sguardi degli altri
non mi arrendo e vado avanti
e ammetto che ho paura
ma non del giudizio dei codardi
che hanno smesso di coltivare gentilezza
calpestando il cuore di chi ha deciso di fidarsi
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paper---airplane · 4 years
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Ho un galoppo nel cuore
e onde al guinzaglio
Di questo mare insepolto
impasterò vento e sabbia
per costruire i tuoi piedi rumorosi
e sentirli danzare dentro i miei occhi
Per raggiungerti salgo
dal mare alla collina
La mia testa si ridisegna stella
per chiamare le tue voci
Le mie labbra si arcuano stanche
in sorrisi autunnabondi e distratti
E io sono qui,
su questo autobus che scuote il mio corpo
come un dado
come un tappeto
arrancando su polverose strade
rese mute dalla pioggia improvvisa
Le farfalle applaudono al mio passaggio
sbattendo le ali
sopra le pozzanghere che ingoiarono Narciso
Ho un galoppo di onde
nel mio cuore al guinzaglio.
Portami dove si possa dimenticare
questo secolo che ci vede esiliati,
questi temporali
che non riescono più a rinfrescarci,
queste celebrazioni e abbracci
che sembrano inutili corone di fiori.
Il mare è laggiù
lontano come un progetto abbandonato
le ruote sparano sassi e ricordi
sulla salita che la tua casa mi srotola davanti
Sono l’intagliatore di foglie di carciofo
e ti porto in dono sagome di nubi
A te,
bicchiere dall’orlo sbeccato
che non posso baciare senza ferirmi
A te,
orecchio reciso e gettato su un prato
per ascoltare i segreti delle formiche
A te,
porto in dono la mia giacca logora,
la mia resistenza
e questa poesia smarrita di Pablo Neruda.
Claudio Pozzani
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niccoxgiraffe · 5 years
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Hi! This is the first fic I'm posting in... literally years. I'm used to write in my native language, so that's why it's in Italian, but I'm planning on translating it in English so it's more accessible to everyone. I'm leaving the prompts that a friend of mine chose from a list I reblogged a couple of days ago and a brief summary, so that you know what this is about. And if you'd like to read it, stay tuned for the English version! I'm probably going to post it tomorrow. In the meantime, to my fellow Italian Skam France fans... Spero vi piaccia!❤️
Prompts:
5. “I can't sleep, can I sleep here?”
13. “You make me feel safe.”
93. “Are you cold?”
Summary:
Lucas was headed home after the party at Emma's. He was tired and all he could think about, was getting to bed as soon as possible. Until he saw who was waiting for him in his bedroom.
~*~*~
A Lucas girava ancora la testa dalla festa di Emma. Non che avesse bevuto tanto, però – ad un certo punto della serata – la casa era diventata così affollata che il ragazzo respirava a malapena. L'aria era intrisa di fumo e puzza di sudore, il che non aiutava. E poi c'erano delle ragazzine del primo anno che continuavano a fissarlo con occhi languidi, facendolo sentire ancora più a disagio. Per tutto il tempo, Lucas non aveva desiderato altro che avere il suo ragazzo lì con lui, invece Eliott era rimasto a casa con un possibile episodio depressivo in arrivo. Quindi aveva continuato a bere, a ballare, a scherzare con i suoi amici e a fregarsene in generale finché non ne poté veramente più.
La corsa del bus fino a casa, per fortuna, era lunga abbastanza da permettergli di riprendersi in parte. Così, almeno la sensazione di soffocamento sparì prima di giungere alla sua fermata.
Una volta arrivato, Lucas si trascinò fino alla porta del suo appartamento condiviso e cercò le chiavi nella tasca del suo giubbotto blu. Quando finalmente la serratura si sbloccò con un cigolio, vide il salotto e la cucina completamente immersi nel buio. Lisa stava sicuramente dormendo, mentre Mika... Bah. Mika poteva essere anche lui a letto, come poteva essere ad una festa o a casa di qualcuno che era riuscito a rimorchiare.
Ad ogni modo, Lucas ripose la giacca e la sciarpa nell'armadio all'entrata, facendo meno rumore possibile. L'ultima volta che aveva svegliato per sbaglio Lisa nel bel mezzo della notte, si era ritrovato un pene gigante disegnato sulla guancia con un pennarello indelebile. La ragazza poteva diventare altamente vendicativa quando la privavano delle sue preziosissime ore di sonno. Non ci teneva per niente a disturbarla.
Attraversò l'appartamento in punta di piedi e quando giunse davanti alla sua stanza, notò una debole luce accesa all'interno. Strano: non ricordava di aver lasciato delle lampadine accese, a meno che uno dei suoi coinquilini non avesse ficcato il naso in camera sua e si fosse dimenticato di spegnerla, prima di andarsene. Aprì lentamente la porta e il suo cuore fece una piccola capriola alla vista della persona che occupava la camera. Non si aspettava per niente una visita. Non a quell'ora, almeno. Comunque, era davvero sollevato che lui fosse lì.
Sul suo letto, Eliott sedeva a gambe incrociate. Teneva una matita in mano e in grembo aveva il suo blocco da disegno. Lucas sapeva bene che cosa significava: Eliott usava i suoi disegni per comunicare o per esprimere le sue emozioni, soprattutto quando la sua testa era talmente incasinata da non capire nemmeno che cosa stesse provando. E a giudicare dalla frenesia con cui muoveva la matita sulla carta, troppi pensieri gli stavano affollando la mente in quell'istante. Sembrava così perso nel suo lavoro (e in se stesso) che gli ci vollero alcuni istanti per rendersi conto che non era più solo. Da quella distanza, gli occhi di Eliott sembravano sue pozze nere, le ombre affilavano così tanto i suoi lineamenti da farlo sembrare più scarno di quanto fosse in realtà. Non era la prima volta che Lucas lo vedeva così spento, così sciupato e privo di vita. Eppure, sapeva che non si sarebbe mai abituato né a vederlo in quelle condizioni, né alla sensazione di impotenza di fronte a situazioni simili. Che gli piacesse o meno, preferiva mille volte averlo lì accanto, invece che essere lontano e non sapere come sta.
Il più grande abbozzò un sorriso stanco e spezzò il silenzio. “Non riesco a dormire. Posso stare qua?”
Lucas avvertì un'ondata di calore diffondersi nel suo petto. Forse, stavolta la sua malattia sarebbe stata clemente con lui. Forse, era solamente triste e stava cercando conforto. Forse, questo suo stato non sarebbe durato tanto. Forse, forse, forse... Ma che importava davvero? Per una ragione o per l’altra, il suo ragazzo era giù di morale ed era suo compito farlo star bene di nuovo. Si sedette sul letto accanto a lui, afferrandogli la mano libera. Gli anelli che portava alle dita creavano un netto contrasto con la sua pelle calda e morbida.
“Certo che puoi.” rispose in un sussurro e lo baciò sulla fronte. “Faccio una doccia veloce e sono subito da te, okay?”
.
Cinque minuti più tardi, rientrando in camera, Lucas trovò Eliott disteso sotto il piumino. Il blocco da disegno e la matita erano dimenticati ai piedi del letto, così il biondino li raccolse e li appoggiò sulla scrivania. Sbirciò lo schizzo per alcuni secondi: era un procione (lo “spirito animale” di Eliott) che scappava da una nube nera. Lucas avvertì un nodo formarsi nella sua gola, così deglutì e scacciò ogni pensiero negativo che stava prendendo forma nella sua testa. Doveva rimanere forte per Eliott, in quel momento. Non poteva permettersi di mostrare quanto era preoccupato per davvero, altrimenti la situazione sarebbe potuta peggiorare. Magari se gli avesse raccontato della figura di merda di Basile alla serata, lo avrebbe distratto un po’. Oppure poteva fargli vedere il video che aveva caricato su Instagram di Arthur e Alexia. E se invece gli avesse proposto di vedere un film insieme? Magari non aveva voglia di sentire le sue storie sulla festa. Lucas scosse la testa e decise di andare semplicemente a sdraiarsi accanto a Eliott. Alzò le coperte quel tanto che bastò per scivolarci sotto, faccia a faccia con il più grande. L’altro stava fissando il vuoto, ma non appena Lucas gli accarezzò la guancia, il suo sguardo lo mise lentamente a fuoco.
“Posso fare qualcosa?” chiese cautamente Lucas, strofinandogli lo zigomo con il pollice. Eliott non disse nulla, ma il ragazzo lo sentiva tremare lievemente sotto il suo tocco. “Hai freddo?”
Nemmeno questa volta lui aprì bocca, però con la testa fece un breve cenno. Lucas si sentì tirare un lembo di maglietta e la cosa lo fece sorridere perché aveva capito quello di cui il suo ragazzo aveva bisogno. Così, si alzò un po’ sui cuscini per poter avvolgere Eliott in un abbraccio. Era consapevole di non essere abbastanza grande da poterlo circondare completamente con il suo corpo, ma nessuno dei due ci diede peso. Lucas fece scivolare una mano tra i capelli scompigliati dell’altro e avvertì le labbra di Eliott contro il suo collo incurvarsi il un lieve sorriso. Rimasero così in silenzio per molto tempo, ascoltando i respiri l’uno dell’altro. Lucas adorava contemplare il suo ragazzo dormire: se gli angeli fossero esistiti, Eliott sarebbe stato uno di loro, ne era sicuro. Aveva il cappuccio della felpa calcato in testa che lo faceva sembrare ancora più piccolo e tenero, la pelle morbida del volto rilassata, le labbra leggermente aperte e le mani si stringevano ancora debolmente ai suoi vestiti. Sapeva che era scientificamente impossibile che i cuori umani potessero ingrandirsi, eppure si sentiva così, come se il suo amore per quel ragazzo continuasse ad aumentare al punto che il suo cuore doveva espandersi per far spazio a quel sentimento. Ogni tanto, gli lasciava dei baci sulla testa o sulla fronte, mentre Eliott si rannicchiava sempre di più contro Lucas. La stanchezza che sentiva gravare su di lui poche ore prima, era stata rimpiazzata dal bisogno di rimanere sveglio per accarezzare il suo ragazzo, per baciarlo, proteggerlo, rassicurarlo. Avrebbe vegliato su di lui anche se fosse stato in fin di vita. Ne sarebbe valsa la pena per rivedere uno di quei suoi sorrisi che amava tanto o per poter sentire quella risata che trasformava il suo corpo in pura gelatina.
“Lucas?” la voce roca di Eliott uscì in un sussurro, che diventò ancora meno udibile per via della sua faccia nascosta nel collo del più piccolo. Lucas, in risposta, lo baciò sulla tempia. “Sì?”
“Grazie.”
E poco a poco, entrambi scivolarono in un sonno tranquillo.
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“Come sta?” Lucas sbuffò alla domanda di Yann. Erano passati due giorni da quando Eliott si era presentato in camera sua senza preavviso, nel bel mezzo della notte. Il ragazzo non aveva avuto intenzione di tornare a casa, quindi dovette avvisare i suoi genitori che era al sicuro alla coloc e che se ne sarebbe occupato lui. Lucas non aveva mai incontrato i genitori di Eliott ma, da quando si erano messi insieme e Lucille aveva deciso di proseguire con la sua vita, lui era diventato l’unico su cui potevano contare per tenere d’occhio il figlio. “Non bene. Però ne ha viste di peggio. Se la caverà.”
“Ovvio che se la caverà!” intervenne Basile, agitando la forchetta ricolma di penne al pomodoro, “Stiamo parlando di Eliott, raga. E poi hai detto che sembrava solo stanco, no? Passerà in fretta, credimi.”
Arthur, accanto a lui, si spostò di qualche centimetro sulla sua sedia “Abbiamo capito, ma cerca di non far volare la pasta in giro per la mensa, okay?”
Yann e Lucas si lasciarono andare ad una risata proprio nel momento in cui il telefono di quest’ultimo vibrò nella tasca della giacca. Quando lo raggiunse, le sue dita afferrarono anche un fogliettino che non ricordava di avere. Per fortuna, i ragazzi erano troppo distratti da un’animata conversazione sul modo di mangiare di Basile per notare il sorriso da ebete che aveva stampato in volto mentre leggeva il biglietto.
Era una pagina di diario. In cima, c’era la stessa vignetta che Eliott stava disegnando quando l’aveva sorpreso in camera sua, ma sotto di essa ne erano comparse due nuove. La prima, raffigurava un coraggioso riccio che si poneva di fronte alla nube, tentando di proteggere il povero procione spaventato con fierezza. Nell’altra, invece, c’erano solamente i due animaletti che si stavano abbracciando forte, accompagnati da una frase che portò Lucas a doversi asciugare i suoi occhi umidi di lacrime.
“Mi fai sentire al sicuro.”
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Eppure mi hai cambiato la vita
Parte due
Ho continuato a tenermi il passato cucito addosso per più di dieci anni ma un paio di settimane fa finalmente ho riempito le mie valige e sono partito verso Roma. Alla fine mi sono convinto e l'ho fatto, me ne sono andato e ho raggiunto il mio amico. Nuovo posto, nuova gente, nuova vita, mi sembrava veramente di aver finalmente chiuso i conti con il passato, di poter ricominciare tutto da capo senza il peso opprimente dei ricordi. Vedere Leo così tranquillo, così preso dalla sua nuova vita mi aveva convinto che forse c'era una possibilità per uno tormentato come me. Massì, va bene ricominciare qui, è il posto perfetto. Anche se il cuore continuava a battermi forte ogni volta che uscivo di casa e incrociavo un qualsiasi essere umano che me lo ricordasse anche per dettagli insignificanti. Lo stesso taglio di capelli, gli stessi occhi scuri, la stessa improbabile risata. Lui era ovunque e stavo impazzendo.
Per il primo mese non ho fatto nulla se non avere la paranoia ogni volta che mettevo piede fuori casa. Così Leo ha iniziato a suggerirmi di cercare un lavoro, una distrazione, sapevo che la sua pazienza stava finendo ma ehi, io ero in una piena crisi esistenziale che lui non poteva certamente capire. Lui sa a malapena di Fabrizio, figuriamoci se sa che mi sono appena imbucato nella tana del lupo solo per dimostrarmi che posso sopravvivere. Quindi mi sono limitato ad annuire un paio di volte finché stamattina mi sono ritrovato spedito fuori casa a calci in culo con la minaccia di dormire sulle scale del cortile se non mi sforzavo minimamente di fare qualcosa della mia vita. E ok, lo capisco benissimo quindi ci ho messo poco a convincermi a scendere in città alla ricerca di un qualsiasi cosa non sia "disperarsi a casa per essermi buttato in una cazzata più grande di me che nessuno capisce a mia esclusione."
Le strade sono piene di persone verso l'una, io è un po' che passeggio e non ho concluso molto. In realtà nulla. Mi sono reso conto con rammarico che probabilmente dovrei partire con aspettative piuttosto basse per il momento, sempre se ci tengo a tornare a dormire su un materasso vero. Questa prospettiva non mi fa impazzire ma alla fine sono venuto qui un po' troppo a caso e senza preparazione per avere qualsiasi tipo di pretesa. Così mi arrendo e metto da parte la vocina che mi dice "Hai studiato per fare molto di più nella vita!" e mi imbuco in dei bar a caso per chiedere se cercano nuovi dipendenti. Ho pure un po' di fortuna dal momento che da alcuni di quei bar me ne esco tutto contento con un foglio in mano pieno di numeri e "ci faremo risentire presto!" promessi con dei sorrisi smaglianti. A quanto pare in centro c'è una carenza di persone laureate in lingue che hanno voglia di buttare i loro anni di studio lavorando in un bar, chi lo avrebbe mai detto.
Mi siedo su una panchina con una leggera sensazione di soddisfazione che aleggia fra me e quei turisti distratti che mi passano davanti, uno uguale all'altro.
Oggi ero talmente distratto dalla mia missione che non ho nemmeno avuto tempo per farmi paranoie su Fabrizio, ero talmente preso dal mio presente che sono riuscito a dimenticarmi per mezza giornata del mio passato. Mi fa talmente strano pensarci che per un secondo mi sento vuoto come se la mancanza del pensiero di Fabrizio avesse lasciato un buco, che si riempie quasi subito della solita malinconia con contorno di rabbia e rimpianti. Sono a Roma per chiudere questo capitolo perché se qui, dove la presenza del suo ricordo diventa quasi fisica, riesco ad andare comunque avanti posso dire di essere libero, di aver vinto. E poi quante possibilità ci sono che me lo ritrovi davanti? Una su un milione se mi va bene? Dai, potrei quasi uscire vivo da questo mio tentativo di suicidarmi definitivamente a livello emotivo.
Dopo aver concluso la mia sessione giornaliera di "auto incoraggiamento a sopravvivere alle mie stesse paranoie", mi ricordo di non aver ancora mangiato nulla e la fame mi attacca come se ne fosse ricordata pure lei in quel momento. Sposto lo sguardo in giro alla ricerca di un posto in cui andare e opto di andare a mangiare qualcosa di veloce in uno di quei bar in cui non sono ancora stato, giusto per finire di catalogare mentalmente la quantità allucinante di edifici che mi ritrovo attorno. Roma è parecchio più grande di quel che mi aspettassi, ci si rischia di perdere al solo pensiero, figuriamoci gironzolare un po' a caso come faccio io che poi di senso dell'orientamento sto a meno uno.
Mi alzo e dopo aver ricevuto un'occhiataccia da parte di una turista che aspettava di sedersi su quella panchina da mezz'ora, mi avvio verso il primo bar che attira la mia attenzione. Non è proprio quel genere di posto che si può definire carino ma sicuramente ha un suo perché, uno stile a metà fra il rustico e il retrò che gli da un'aria esterna un po' improbabile. Mi convinco ad entrare spinto si dalla fame, ma anche da un'innata curiosità che mi si è insinuata in un angoletto della testa appena ho visto questo posto. Anche l'interno si riconferma improbabile, la prima cosa che si nota è questo gigantesco lampadario antico provato a rimodernare seguendo uno stile inesistente riassunto con un'accozzaglia di tante foto e cartoline attaccate un po' a caso. Lo osservo per un po' meravigliato alla ricerca di posti che ho visitato anche io. Trovo in un angolo una foto della mia Albania, una cartolina di Bari, di Firenze, Milano, Atene, qualche paesaggio spagnolo e tanti altri posti meravigliosi che però mi sfuggono. Alle mie spalle si avvicina qualcuno ma io sono ancora tutto preso dall'ammirare quel buffo e al contempo bellissimo lampadario.
<Bello, eh? E' quello che è grazie ai miei viaggi, con qualche contributo dei clienti più affezionati> gli si sente il sorriso nella voce mentre mi si avvicina ulteriormente.
Ci manca poco che mi prenda un colpo e muoia nel posto esatto in cui mi trovo. Mi sto sentendo male perché questo non è possibile, perché sono passato di fronte a questo bar almeno cento volte solo questa mattina e non posso credere che lui fosse qui per tutto questo tempo. Sotto il mio naso. Lui. Una possibilità su un milione. Una, cazzo. Davvero mondo, davvero?
<Tutto apposto, amico?>
Sobbalzo quando un Fabrizio Mobrici con una decina di anni in più mi si piazza davanti con un sopracciglio alzato. Mi fissa perplesso per un attimo senza capire, si chiede sicuramente che cazzo di problemi mi affliggano a starmene impalato di fronte a lui come mi fosse appena apparsa la Madonna. Ma poi finalmente capisce. Gli occhi gli si illuminano di consapevolezza e brillano come la prima sera in cui ci siamo conosciuti. Il bicchiere che stava per mettere a posto gli cade di mano e i suoi occhi si incollano ai miei come se ne dipendesse la vita di entrambi.
<Ermal...> lo sussurra appena e mi chiedo come riesca a parlare perché io mi sento gelare fino al centro delle ossa, l'unica cosa che da segno di vita è il cuore, che batte impazzito come se si stesse scavando una via di fuga da questa situazione. Probabilmente proverei anch'io a scappare se non mi fossi ghiacciato alla prima sillaba che ha pronunciato. 
Ebbene eccolo, per anni ho segretamente sognato di rivederlo e ora lui è qui di fronte a me in carne, ossa e un sacco di inchiostro. Gli fisso le braccia tatuate per staccare gli occhi dai suoi perché inizia a far male, sento tutti i ricordi repressi fare capolino insieme alle lacrime e non ho proprio voglia di fargli vedere quanto mi ha fatto male la sua assenza.
<Fabrizio...> la voce mi trema e mi maledico perché dopo tanti anni mi fa ancora un grande effetto solo dire il suo nome, figuriamoci averlo a due palmi da me. E' così fottutamente vicino e non accenna ad allontanarsi...
<Tu... cosa ci fai qui? Cioè, insomma, qui siamo a Roma e...> ha la faccia di uno che ha bisogno di sedersi per non cascare per terra dallo sgomento insieme al bicchiere che adesso se ne sta in frantumi ai nostri piedi. Continua a fissarmi alla ricerca di una risposta nella mia espressione ma in realtà non so nemmeno io cosa rispondergli. Sono venuto qua cercando di lasciarmi il passato alle spalle, sperando di ricominciare tutto da capo, io e le mie cazzo di convinzioni di merda. Ma che cazzo ho in testa? La segatura, forse?
<Volevo dimenticarti... non che abbia senso provarci a farlo nella tua Roma ma... diciamo che non mi aspettavo di ritrovarti, ecco> gli rispondo cercando di non far tremare la voce e un po' mi sento mancare, oltre che infinitamente coglione. Riesco solo a pensare che non ci parlavo da troppi anni e che pure una pseudo conversazione come questa fa bene a quella parte di me che lo aspetta da più di dieci anni. Sento il me diciasettenne riprendere possesso della mia testa e del mio cuore, davanti a me Fabrizio sembra ringiovanire in un battito di ciglia, mi sembra di essere di nuovo in quella vecchia pizzeria che amavamo tanto. Non riesco più a distinguere passato e presente e per un attimo sto bene davvero, tutto il dolore si cancella istantaneamente, tutto si mescola e io sono lui, lui è me e all'improvviso siamo di nuovo noi. Probabilmente sto ammattendo, già.
Mi viene da sorridere solo perché sono qua e c'è anche lui, non riesco a mettere in conto che probabilmente mi spezzerà il cuore di nuovo. Riesco solo a sorridere mentre il cuore mi si risana lentamente, vorrei avere la forza di fermarlo, di fargli capire che tanto è inutile, che tanto sarà di nuovo in pezzi prima di fine giornata, ma non ci riesco. E' così tanto che non batte così leggero che ho paura che se lo fermassi smetterebbe di battere per sempre.
Fabrizio mi sorride a sua volta ma sembra confuso. Chissà quanti cuori avrà rotto in questi anni, sarà abituato a vederli semplicemente sparire dalla sua vita -come gli esseri umani normali, s'intende- e invece io sono qui, a sorridergli come un povero scemo. A pensarci bene se fossi al suo posto sarei confuso pure io. Perché sono ancora qua? Mi aspetto davvero un lieto fine con un ragazzo che ha tutta l'aria di essere andato tranquillamente avanti nella sua vita in questi anni? Il passato mi rende davvero uno stupido, un illuso. All'improvviso è come se mi tornasse la ragione, lo guardo un'ultima volta e a fatica esco dal mio gelido torpore, mi volto e faccio per andarmene. Sono stanco di continuare a sperarci di nascosto, di illudermi, di lui che non è quello che mi serve nella vita. Mi serve andare avanti, solo quello. Bene Ermal, adesso l'hai visto bello e cresciuto, cresci anche tu, smettila di metterti idee coglione in testa e va avanti con la tua vita. Insomma, sempre che non sia chiederti troppo.
Sono quasi sulla porta quando mi sento afferrare per il polso sinistro, non faccio nemmeno in tempo a realizzare cosa sta succedendo che lui mi trascina fin dietro il bancone, sulla sinistra c'è una porta e con poca grazia lui ci si imbuca dentro e mi ci trascina al suo seguito lasciando il bar pieno di persone che ci guardano strabuzzando gli occhi. Oh, le persone, me ne accorgo solo adesso? Sto messo proprio male. 
Chiude la porta e me lo ritrovo faccia a faccia, a così pochi centimetri dal mio viso che sento le gambe tremare dalle caviglie al bacino. Istintivamente mi viene da indietreggiare ma non lo faccio, rimango lì a fronteggiarlo alla ricerca di tutta la mia scorta di coraggio che conservo da anni per questo momento. E anche perché mi ci sono ficcato da solo in tutto questo casino e sento che questa è la volta buona per perseguire le mie idee folli fino in fondo.
Ci fissiamo in silenzio per alcuni minuti, lui sembra aver appena realizzato di avermi praticamente sbattuto nel suo ufficio lasciando di là il bar mezzo pieno di persone, persone che hanno assistito alla scena fra un mormorio e l'altro con lo sguardo di chi sta guardando un gatto volare per la stanza. Non so con che dignità uscirò da qui ma probabilmente sarà pure quella a pezzi, tanto per cambiare. Quanto meno posso metterla nella lista insieme al mio cuore e alle mie speranze.
<Non provare mai più ad andartene> il suo tono per un istante ha il potere di congelarmi di nuovo sul posto però non basta a farmi abbassare la testa. Eccheccazzo, che è 'sta storia che sono io quello che prende e sparisce a caso? Ma si è bevuto il cervello o cosa?
<Sei tu che te ne sei andato, Fabrizio, non io> lo vedo tentennare di fronte alla rabbia nella mia voce e quasi mi viene da ridere, sono riuscito a metterlo in difficoltà per una volta e non viceversa. È strano vederlo così, sicuro com'è,  non pensavo di poter fare tanto effetto a qualcuno, soprattutto a lui. Mi guarda e nei suoi ci leggo qualcosa di strano, qualcosa che non gli è mai appartenuta, la disperazione. La vedo dilagare nei suoi occhi a macchia d'olio, un attimo prima è quello con la situazione sotto controllo, un attimo dopo è quello che sembra pure più disperato e insicuro di me.
Alza la mano e me la passa lentamente sulla guancia in una carezza che mi sembra così dolce, che fa evaporare in meno di un secondo tutto quel risentimento che mi stava bruciando fino ad un attimo prima. Mi guarda come fosse incantato, come se non ci credesse che sono veramente qui e io non so più come dovrei sentirmi. Se lui è disperato, io che sono infinitamente più insicuro di lui come dovrei sentirmi? Dovrei cadere in ginocchio di fronte al grande amore della mia vita? Svenire, forse? Oh, ma smettila di farti seghe mentali, santo cielo Ermal.
<Sei qui...> per un secondo gli trema la voce e la sua frase finisce per sembrare per metà una domanda e per metà un'affermazione. Gli occhi gli brillano talmente tanto che mi sento io sull'orlo delle lacrime anche per lui.
<Sono qui> respiro a fondo e mi do una scossa mentale. Ripigliati Ermal, adesso che ce l'hai qui te lo vuoi lasciare scappare? Ma sei scemo?
Gli appoggio la mano sopra quella che ha sulla mia guancia e senza pensarci troppo mi avvicino sempre di più a lui, bramo la sua vicinanza da così tanto che non riesco nemmeno più a ragionare.
<Mi sei mancato.>
<Anche tu> glielo sussurro sulle labbra e sento i brividi ovunque. Voglio che questo momento duri per sempre.
<Non volevo andarmene, io ti amavo ma... mi hanno costretto...>
Rimaniamo immobili, ciò è quello che definirei sganciare una bomba e Fabrizio è sempre stato bravo in questo. Il mio cervello va totalmente in palla al suo "io ti amavo". Me lo sono chiesto così tante volte negli anni se lui mi avesse mai amato quanto l'avevo amato io o anche se si fosse mai posto il problema se mi amasse o meno, e adesso me lo sta dicendo. Fabrizio mi amava e lo dice talmente vicino a me che sento il suo respiro infrangersi sul mio, le sue labbra così vicine alle mie che sono ad un millimetro dal baciarsi.
<Io ti amo ancora> appoggia anche l'altra mano sulla guancia libera e con i pollici mi scaccia quelle lacrime che non mi sono nemmeno accorto di avere. Lui mi ama ancora e anche io lo amo ancora, non ho mai smesso di amarlo.
<Io non ho mai smesso di amarti> finalmente lo bacio, finalmente elimino anche quei pochi millimetri che dopo tutti questi anni mi stavano uccidendo. Non desideravo altro da quando ho messo piede qui dentro e l'ho visto, è come essere arrivato a casa dopo anni di pellegrinaggi attorno al mondo. Lui ricambia come se non aspettasse altro e si stringe a me come se non volesse lasciarmi andare mai più. Mi sento come fossi Ulisse e lui fosse la mia Itaca.
Quando ci separiamo sento la testa girare, Fabrizio davanti a me è come avesse a tratti diciannove anni, a tratti trenta. E' un incontro talmente perfetto fra passato e presente che nessuno dei due si azzarda a dire nulla, rimaniamo semplicemente l'uno perso nell'altro finché lui non mi bacia ancora. E poi ancora e ancora, finché non mi sento più le labbra, finché non sento più male al cuore.
Salve gente! Spero vi sia piaciuta anche la seconda parte di questa breve fanfiction. Vi lascio questa piccola nota sotto per dirvi che forse, in futuro, volevo aggiungere magari anche un terzo capitolo. Per quello però ci sarà un po' da aspettare dato che ho solo una lista piena di idee e poche cose effetivamente concrete. Spero di combinare in fretta, per il momento chiudo qui.
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ansiaee · 5 years
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mica siamo distratti
siamo disastri
punti distanti
scarti di scarti
torni e poi scappi
@gli-occhi-miei-nei-tuoi-sorrisi
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dreamergiada · 6 years
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Auguri, donne.
Auguri a tutte le donne. Alle donne che sono tutto, anche se credono di essere niente. Alle donne che sono alba e forza. Alle donne che sono guerra e pace. Alle donne che sono poesia e margherite. Auguri alle donne. Alle donne vere che piangono e si disperano, ma trovano sempre un motivo per continuare a sognare e una ragione per rialzarsi ad ogni caduta. Auguri alle donne, tutte. A quelle che hanno per la metà della mela e si sono perse, ma, comunque, sono ripartite. A quelle che sono incredibilmente belle, perché al mattino non scordano mai di indossare il loro sorriso migliore e che sorridono ed illuminano il mondo. A quelle che non smettono di sognare ed hanno sempre un sogno nascosto sotto il loro cuore. A quelle che si perdono e che - al diavolo tutto - ci sperano anche a costo di farsi male. Auguri alle donne che amate e odiate, che abbracciate e picchiate - a volte che non rispettate - altre volte, perché troppo impegnati e distratti per capire la loro importanza. Alle donne che vorrebbero essere primavera, e che non sanno di essere molto più. Perché non sanno che sono vita e che sono tutte le emozioni del mondo assieme. Perché non sanno che se si dovesse scegliere un colore per rappresentarle, bisognerebbe inventarlo mischiando tutti i colori del mondo, creando nuove sfumature, perché le donne le donne sono la vita, una vita nuova che pochi hanno conosciuto e molti devono ancora scoprire. Perché le donne, con la loro forza con i loro sorrisi con i loro occhi con i loro cuori con i loro sogni sono la forza motrice di questo mondo. Auguri alle donne: non solo oggi non solo domani non solo alcuni giorni ma tutti i giorni e per tutti gli anni. Che forti le donne, che forza! In piedi, signori, davanti a una donna.
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