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#Sono i 25 che si avvicinano?
stephpanda · 4 months
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Posso dire? Particolarmente fiera del mio nuovo acquisto.
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COMBATTETEMI
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madonnaaaddolorata · 2 years
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fateci caso che ci sono dei “kink” generazionali, faccio un esempio: alle persone un po’ boomer, tendenzialmente dai 50 in su piacciono piedi e sesso anale. ai teen fino ai 24-25 di oggi piacciono molto le cose virtuali, o meglio prediligono il 2d al 3d. non hanno rapporti nella realtà. così come alcuni nel mondo gay, next next next. nel mondo lesbo c’è ancora un po’ di timore nei confronti di donne che si avvicinano ad altre donne provenendo dal mondo etero, come se fossero impure. o anche le fantasie lesbo degli uomini, cliché. secondo me sono limiti imposti in parte dalla società e in parte dalla mole di robe viste online non replicabili nella realtà, per tutta una serie di motivi (consenso in primis, sono attori e anche alcuni di loro non se la passano bene. guardatevi pleasure su mubi, ve lo stra consiglio). i limiti (attenzione non parlo di gusti ci possono essere anche boomer che dell’anale non frega niente ma vi sfido a trovarli. così come ci sono persone di 50 e rotti anni che si comportano da 16enni) e la non comunicazione rendono la sessualità al giorno d’oggi problematica. decostruitevi.
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grafo2000 · 3 months
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PER VOLONTÀ DIVINA VI HO PORTATO RIMEDI NATURALI AFFINCHÉ POSSIATE DIFENERVI DA MALATTIE CHE SI AVVICINANO E A QUELLE CHE SONO GIÀ SULLA TERRA.
MESSAGGIO DELLA SANTISSIMA VERGINE MARIA | Luz De Maria, Giovedì 25 Gennaio 2024 Figli Amatissimi del Mio Cuore Immacolato. IN QUESTO TEMPO DI TORPORE DELL’UMANITÀ, QUANTO VI HO ANNUNCIATO NEL CORSO DEI TEMPI, VIENE CON GRANDE POTENZA. La creatura umana aspetta, aspetta altri tempi, aspetta altri momenti, ma il tempo si è abbreviato, figli Miei, i mari si agitano dal fondo dell’oceano e i…
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siciliatv · 5 months
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Donne e tecnologia: cresce il lavoro femminile nei settori hi-tech ma i tassi restano bassi
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Il mondo della tecnologia sta assistendo a una profonda trasformazione, che si manifesta in diversi cambiamenti sia dal lato dei consumatori che da quello delle aziende. Uno degli aspetti più cruciali di questo mutamento è, per esempio, la crescente presenza femminile nei settori hi-tech. McKinsey & Company ha recentemente evidenziato questo trend, specificando però che se l'Europa riuscisse a raddoppiare la percentuale di lavoratrici donne in campo tecnologico, portandola al 45% entro il 2027, potrebbe godere di un aumento del PIL fino a 600 miliardi di euro. Un valore che sottolinea un potenziale economico inesplorato rappresentato proprio dalle donne nell'industria tecnologica. Donne e lavori ad alta tecnologia: la situazione attuale Rispetto al passato, la presenza di donne nelle aziende hi-tech è aumentata nel giro di pochi anni, evidenziando una tendenza nuova e di assoluto interesse per l'economia globale. In realtà, però, a questo trend positivo corrispondono valori non ancora particolarmente elevati, con una presenza femminile nei settori STEM (Scienza, Tecnologia, Ingegneria e Matematica) tuttora considerata critica. Attualmente, infatti, solo il 38% dei laureati in materie STEM è donna e questo dato si riflette direttamente nella composizione della forza lavoro tecnologica, dove solo il 22% delle posizioni è occupato per l'appunto da professioniste. Nel caso di ruoli più specifici, come DevOps e Cloud, poi la percentuale si riduce all'8%, mostrando come vi sia ancora un netto predominio maschile in questi ambiti. Va inoltre osservato che nelle posizioni di maggior rilievo, le figure femminili rappresentano una vera e propria eccezione: stando a dati EIGE del 2018, infatti, a livello dirigenziale nelle ITC europee era possibile trovare solo un 25% di donne, percentuale che scende al 17% se si guarda agli amministratori delegati. Corsi STEM: una bassa partecipazione femminile Ma perché, nonostante i segnali positivi, le donne sono ancora sottorappresentate nei settori tecnologici in Europa? McKinsey identifica alcuni momenti cruciali del percorso formativo e professionale in cui le donne perdono terreno: durante la transizione dall'istruzione primaria e secondaria all'università, per esempio, la percentuale di donne nei corsi STEM scende infatti di 18 punti percentuali. Inoltre, durante il passaggio dall'università al mondo del lavoro, si verifica una diminuzione ulteriore del 15%. Guardando all'uso delle nuove tecnologie nel mondo lavorativo, però, si nota come alcuni ambiti siano molto più gettonati tra le donne, che di conseguenza sono più presenti in alcuni settori specifici, come il social networking (50%) e l'e-commerce (46%). Molto più basso, invece, il loro coinvolgimento in ruoli tecnologici di rilievo, come sviluppatori e ingegneri dei dati, nei quali la percentuale si ferma al 22%. Considerando l'aumento della richiesta di queste professioni all'interno delle aziende, potrebbe tuttavia essere molto interessante per le donne che si avvicinano al mondo del lavoro guardare a tali posizioni con maggiore interesse. Lo sviluppo di servizi digitali come quelli di intrattenimento, sempre più diffusi a livello globale, ha portato infatti a un rapido incremento nelle assunzioni di sviluppatori e altri professionisti capaci di progettare e dare vita a siti web e applicazioni mobili che permettono, per esempio, di giocare in rete agli svaghi tipici dei casino e di approfondire strategie e regole del poker e degli altri passatempi, una tipologia di lavoro che oggi risulta a netta prevalenza maschile ma che può rappresentare un importante sbocco anche per le ragazze che decidono di studiare queste materie. Proiezioni e obiettivi per il 2027 Guardando al futuro, McKinsey prevede che, al ritmo attuale, la percentuale di donne in professioni tech in Europa raggiungerà il 21% entro il 2027, ma suggerisce al tempo stesso di intervenire affinché la tendenza possa essere migliorata, al fine di sfruttare appieno il potenziale femminile nel settore tecnologico. Secondo la nota società di consulenza, bisognerebbe in particolare agire su alcuni punti fondamentali, che tocchino sia il lavoro in senso stretto che le fasi precedenti all'ingresso sul mercato professionale. In primis occorrerebbe, infatti, supportare le donne nella loro affermazione lavorativa in ambito hi-tech, fornendo strumenti di sostegno adeguati, inoltre andrebbe migliorata la flessibilità all'interno delle aziende, un tema che riguarda non soltanto il mercato della tecnologia ma un po' l'intera organizzazione economica, dal momento che le donne risultano ancora oggi maggiormente frenate rispetto agli uomini dalle responsabilità di caregiving, maternità in primis. In quest'ottica, la soluzione più efficace potrebbe essere quella di garantire il ricorso al lavoro a distanza, e orari più flessibili. In ultima analisi, non bisogna sottovalutare la bassa partecipazione femminile alle materie STEM, quindi adottare misure per rafforzare questa presenza già in ambito accademico. In sostanza, le proposte di McKinsey offrono una roadmap per spingere ancora più in alto la presenza femminile nel settore della tecnologia e puntare al raggiungimento della parità di genere nei prossimi anni. Sbloccare il potenziale delle donne nei ruoli tech non solo contribuirà all'equità di genere, ma porterà anche benefici economici considerevoli per l'Europa. Rendere il settore tecnologico più accessibile e inclusivo per le donne è un passo essenziale verso un futuro in cui il talento femminile svolge un ruolo centrale nella definizione delle tecnologie del domani. Read the full article
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amicidomenicani · 1 year
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Quesito Si avvicinano in fretta le festività cristiane della Vigilia e Natale. I miei parenti consanguinei e quelli di mia moglie non sono cristiani e vivono come credono... Dico così per non entrare nel dettaglio del peccato, dove oltre a questi si festeggia il piatto dove si mangia. Io sono cristiano praticante e sto pensando di rifiutare questi inviti pagani. Gesù ha detto: chi non lascia padre, madre, figli, ecc. ecc. non è degno di entrare nel mio regno. Mi faccia chiarezza, sto sbagliando? Cosa dice la Chiesa. La ringrazio  Che il Signore la benedica Andrea Risposta del sacerdote Caro Andrea,  1. Sì. Tu sei chiamato a dire che a Natale festeggi il Signore e non il piatto dove mangi. Puoi aggiungere che ti prepari ad accogliere Colui che viene “pieno di grazia e di verità” (Gv 1,14) nella preghiera e nella sobrietà. Per motivi di cortesia e per non pungere i tuoi cari negli affetti potrai fare una comparsa, ma poi se la festa si conclude così puoi dire che ti assenti per prepararti a Natale! 2. Permettimi di aggiungere una considerazione: non credono in Dio e si credono intelligenti, ma guarda come finiscono: a festeggiare il piatto dove mangiano. Ma non è questo perdere la testa? È paganesimo puro! 3. Guarda come sono puntuali le parole di San Paolo nella lettera ai Romani: “Ciò che di Dio si può conoscere è loro manifesto; Dio stesso lo ha manifestato a loro.  Infatti le sue perfezioni invisibili, ossia la sua eterna potenza e divinità, vengono contemplate e comprese dalla creazione del mondo attraverso le opere da lui compiute. Essi dunque non hanno alcun motivo di scusa perché, pur avendo conosciuto Dio, non lo hanno glorificato né ringraziato come Dio, ma si sono perduti nei loro vani ragionamenti e la loro mente ottusa si è ottenebrata.  Mentre si dichiaravano sapienti, sono diventati stolti e hanno scambiato la gloria del Dio incorruttibile con un'immagine e una figura di uomo corruttibile, di uccelli, di quadrupedi e di rettili” (Rm 1,19-23). Nel tuo caso non festeggiano figura d'uomo o di animali, ma un piatto! 4. Scrivi: “I miei parenti consanguinei e quelli di mia moglie non sono cristiani e vivono come credono”. Certo, vivono come credono. Vale anche per loro ciò che Dio dice per bocca di Paolo: “Perciò Dio li ha abbandonati all'impurità secondo i desideri del loro cuore, tanto da disonorare fra loro i propri corpi, perché hanno scambiato la verità di Dio con la menzogna e hanno adorato e servito le creature anziché il Creatore, che è benedetto nei secoli. Amen.” (Rm 1, 24-25). Tralascio il resto di quanto si legge in quel medesimo passo della lettera ai Romani, ma non di rado si arriva anche a quello. 5. Qui non si tratta di non voler amare il padre, la madre, i fratelli e le sorelle. Perché li ami, preghi e soffri per loro. Sono certo che nella comunione del Natale i tuoi cari saranno presentissimi. Si tratta invece di non scambiare la gloria dell'incorruttibile Dio con quella di un piatto! 6. Mi auguro che prima di comparire davanti al tribunale di Cristo possano accogliere la grazia della conversione. Perché sarebbe veramente triste se dovessero vedere quello che hanno fatto per tanti anni in quel giorno e non solo in quel giorno: al posto di accogliere Gesù Cristo, pieno di grazia e di verità, hanno preferito festeggiare il piatto o qualcosa d’altro. Sono certo che tu preghi per loro. Alla tua preghiera associo volentieri la mia con tutto il cuore. Ti benedico e ti auguro ogni bene. Padre Angelo
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lamilanomagazine · 1 year
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Bari: Ponte del 25 aprile, le mostre e gli eventi in programma nella città
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Bari: Ponte del 25 aprile, le mostre e gli eventi in programma nella città. Con riferimento al lungo weekend che anticipa il 25 aprile, l'assessora alle Culture e Turismo Ines Pierucci fa il punto sulle mostre e gli eventi in programma in città: “Il ponte del 25 aprile è un’occasione di viaggio per tanti turisti che si avvicinano alla nostra città per conoscerne l'identità storica e culturale - commenta Ines Pierucci -. In questi giorni negli spazi pubblici sono in programma mostre, spettacoli ed eventi che ben restituiscono l’immagine di una città dinamica, che riflette su se stessa e sul rapporto tra passato e presente, interrogandosi sui grandi temi del contemporaneo. Sono giorni importanti anche per la nostra comune storia: sarà possibile ritrovare i valori fondanti della nostra Costituzione con le tante iniziative organizzate dall'ANPI e dall'IPSAIC per ricordare la lotta contro il nazi-fascismo. Credo che i cittadini e i visitatori in transito nella nostra città avranno solo l’imbarazzo della scelta, grazie a una programmazione ampia e diversificata che guarda a tutti i gusti e tutte le fasce d’età”. Di seguito una sintesi dei principali appuntamenti: · “Involontariamente amo”, a cura di Yvonne Cernò al Museo Civico Bari fino al 30 aprile 2023: La mostra è ispirata a Vincenzo Moretti (1981-2002), vittima di un incidente stradale: a 21 anni dalla morte, sua madre ha voluto raccontarlo e ricordarlo nei suoi scatti e in quelli di altri fotografi ispirandosi a una raccolta di poesie e di pensieri scritti da Vincenzo. “Qualche tempo fa, pensai di far rivivere attraverso le immagini, attraverso le fotografie, i brani e le poesie che mio figlio ci aveva lasciato, in silenzio, come suo ricordo, meraviglioso ricordo del suo modo di essere, di sentire, di soffrire, di pensare - spiega Cernò -. Non volli affrontare da sola questa meravigliosa esperienza e coinvolsi alcuni amici fotografi che accettarono di collaborare con me”. Gli autori delle fotografie: Alberta Zallone, Angela Cioce, Anna Maria Renna, Antonio Tevere, Emilio Badolati, Giacomo Pepe, Gianni Cataldi, Giulio Spagone, Luigi Scaringello, Marco Sacco, Pino Di Cillo, Pio Meledandri, Pio Tarantini, Sergio Scagliola, Stefano Di Marco, Teresa Imbriani, Valentina Labellarte. · “Parole Nomadi”, Agnese Purgatorio alla Pinacoteca metropolitana “C. Giaquinto” fino al 14 maggio 2023: Agnese Purgatorio, con un linguaggio assolutamente contemporaneo, attraverso l’uso dei collage digitali, della video art e di performance, racconta con delicatezza temi attuali ed estremamente controversi, come il ruolo delle donne nella società, la marginalità degli ultimi, i conflitti sociali, i migranti e le guerre. Le sue immagini riportano a luoghi senza tempo, sospese tra parola e forma e, spaziando tra media e linguaggi eterogenei, diventano scenari poetici di storie umane. Visita guidata con l'artista sabato 22 aprile ore 17.30 (prenotazione consigliata). · “Segni”, artisti vari al Museo Archeologico di Santa Scolastica fino al 9 maggio 2023: In esposizione le opere di giovani artisti dell'Accademia di Belle Arti di Bari nate nei laboratori di Pittura, Scultura, Decorazione e Grafica d’Arte, le Scuole del Dipartimento Arti Visive dell’Accademia. Attraverso i differenti linguaggi, le opere tracciano segni della storia contemporanea e interagiscono con lo spazio espositivo. I lavori dei giovani artisti sono inseriti nelle sale del museo archeologico come moderni reperti dell’età presente. La mostra è coordinata dai docenti Fabio Bonanni, Giuseppe Carlucci, Maria Alessia Colacicco, Vito Cotugno, Patrizia D’Orazio, Raffaele Fiorella, Michele Giangrande, Mauro Antonio Mezzina, Magda Milano, Giusy Petruzzelli, Rosanna Pucciarelli, Roberto Sibilano, Grazia Tagliente. · “Peter Pan” Factory Compagnia Transadriatica, regia di Tonio De Nitto al Teatro Comunale “Niccolò Piccinni” il 23 aprile 2023 ore 18: Per DAB KIDS Factory Compagnia Transadriatica porta in scena al Teatro Piccinni “Peter Pan” di Tonio De Nitto, con le coreografie di Barbara Toma, e la collaborazione drammaturgica di Riccardo Spagnulo. Questo spettacolo di teatro - danza dedicato ai più piccoli e alle loro famiglie conclude la stagione 2022/23 del Comune di Bari in collaborazione con il Teatro Pubblico Pugliese. La storia di un’assenza, di un vuoto che spesso rimane incolmabile, quello di un bambino che non c’è più. È l’inseguimento di un tempo che sfugge al nostro richiamo e che a volte si ferma, la ricerca delle esperienze che ci fanno diventare grandi senza volerlo e troppo presto. E l’isola del mai più, Neverland, è forse dentro la testa di ogni bambino, un posto dove vanno a finire le cose dimenticate dai grandi, per cui non c'è spazio nella vita reale. · “Attila”, Giuseppe Verdi al Teatro Petruzzelli dal 21 al 28 aprile 2023 Dramma lirico in un prologo e tre atti su libretto di Temistocle Solera, tratto dalla tragedia “Attila, König der Hunnen” di Zacharias Werner, del 1809, direttore Renato Palumbo, regia Daniele Abbado, scene e disegno luci Gianni Carluccio, costumi Gianni Carluccio e Daniela Cernigliaro, movimenti scenici Simona Bucci, maestro del coro Fabrizio Cassi. Orchestra e Coro del Teatro Petruzzelli. Lo spettacolo è una coproduzione del Teatro Comunale di Bologna, con il Teatro Massimo di Palermo e il Teatro La Fenice di Venezia. (Sipario: venerdì 21 aprile - 20:30 | turno a; sabato 22 aprile- 18:00 | fuori abb., domenica 23 aprile - 18:00 | turno c, mercoledì 26 aprile - 20:30 | turno b, venerdì 28 aprile 3 - 18:00 | turno d) · Puglia Women Code allo Spazio Murat start ore 16.30 21 aprile 2023: Dal 21 al 23 aprile a spazio Murat si tiene un bootcamp sul coding riservato al genere femminile: un evento di tre giorni in cui 80 donne di ogni età apprenderanno le basi del coding e si cimenteranno nello sviluppo web, supportate da programmatori esperti. L’evento è organizzato dall'associazione “Puglia Women Lead”, in collaborazione con l'Università degli Studi di Bari Aldo Moro. Nel corso del bootcamp le partecipanti impareranno le basi dei linguaggi di programmazione web HTML&CSS e jquery, al fine di avvicinarsi al mondo del coding e lasciarsi ispirare dalle storie di chi lavora nella tech industry. Tre giorni di ispirazione, formazione e contatto diretto con le aziende sponsor. · “Scena madre”, Arthur Schnitzler Compagnia Diaghilev, regia di Paolo Panaro all'Auditorium Vallisa fino al 30 aprile 2023: “Scena madre” è una delle commedie più amare e ironiche del grande drammaturgo viennese Arthur Schnitzler. La vicenda si svolge, aristotelicamente parlando, nell’arco di un pomeriggio e nello spazio di un camerino di teatro. Sophie, moglie del noto attore Konrad Herbot, famoso per il suo talento e per le sue continue infedeltà, è stata convinta dal direttore Falk, produttore dell’artista, a tornare a vivere con Herbot, con la promessa che il marito non mentirà mai più. La donna, suo malgrado, ha accettato. Però, quando per un puro caso si ritrova ad ascoltare, dietro una tenda del camerino, il profluvio di fandonie che il marito, sul momento, riesce a inventare per difendersi dalle accuse di adulterio rivoltegli dal giovane fidanzato della sua nuova fiamma, venuto in teatro per chiedere giustizia, Sophie scopre con sconforto che la bugia e la finzione fanno parte integrante della persona di Herbot. Decide, così, di abbandonare di nuovo il marito, ma Falk le dimostrerà che la vita dell’umanità intera è retta dalla menzogna. Lo spettacolo è diretto da Paolo Panaro, che se ne fa anche interprete con Antonella Genga, Roberto Petruzzelli e Antonio Carella (gli abiti di scena sono di Annamode Costumes Roma). (Sipario: ore 20 dal martedì al giovedì, ore 21 venerdì e sabato, ore 19 domenica e festivi). · “Di notte gli alberi diventano sogni”, Alberta Zallone al Museo Nuova Era fino al 4 maggio 2023: In mostra le fotografie di Alberta Zallone ispirate a un verso di Alda Merini tratto dalla poesia “Tu sai”: le immagini raccontano le esplorazioni compiute dall’autrice nel corso di un anno, dall’ultima neve al termine dell’autunno all’interno della Foresta Umbra. Le fotografie, eseguite con la sensibilità di chi quella natura ama e mai banali, ci mostrano dapprima la foresta addormentata con l’ultima neve e il dominio di verdissimi muschi e poi il ritorno della vegetazione, le fioriture, il verde dell’estate , il cambiare delle stagioni, le piogge, la nebbia. Un albero in particolare, un faggio pluricentenario, ha attirato l’attenzione dell’autrice che lo ha ripreso nel corso delle stagioni e si è fotografata più volte ai suoi piedi trasformandolo in figura totemica dei suoi cammini solitari. Non è un bosco qualsiasi la foresta Umbra nel Gargano. È antica, estesa, con alberi non comuni nel resto della Puglia: faggi, e poi aceri, carpini, tassi, e poi cerri e altro ancora. Orari: dal martedì al sabato, dalle 17.30 alle 20 (lunedì chiuso).  ... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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eugeniocaruso · 1 year
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CON IL WEBB DAL SISTEMA SOLARE AI CONFINI DELL'UNIVERSO http://www.impresaoggi.com/it2/2408-con_le_immagini_del_webb_ci_si_avvicina_allalba_delluniverso/ Dobbiamo spostarci a circa 5.000 anni luce della Terra: si tratta di 17 anelli di polvere concentrici emanati da un sistema binario di stelle nota come WR140, nella costellazione del Cigno, costituito da una stella di Wolf-Rayet (stella con una massa pari almeno a 25 volte quella del Sole, molto evolute ed eruttive) e da una stella supergigante blu ancora più grande, che gravitano attorno un’orbita che si compie in otto anni. I risultati sono stati pubblicati sulla rivista Nature Astronomy Per le sue caratteristiche intrinseche, la stella Wolf-Rayet genera potenti venti che spingono enormi quantità di gas nello Spazio: ogni anello si crea quando, ogni otto anni, le due stelle si avvicinano e i loro venti stellari si incontrano, comprimendo il gas e formando polvere stellare. Come gli anelli del tronco di un albero, le spire di polvere segnano il passare del tempo. "Stiamo osservando oltre un secolo di produzione di polvere", ha affermato Ryan Lau, autore principale dello studio. “L'immagine illustra anche quanto sia sensibile questo telescopio. Prima eravamo in grado di vedere solo due anelli di polvere, usando telescopi terrestri. Ora, con WEBB, ne vediamo almeno 17”. https://www.instagram.com/p/CnWRFi1DcLW/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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ginger-pina · 2 years
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La gatta Nuvoletta ed il 25 aprile
             Un tramonto sereno, una bella serata di primavera. Soffiava un venticello leggero e l’aria regalava profumo di zagara.
              Le rondini erano tornate e libere volteggiavano nel cielo.
               Anche i passerotti, in cerca di qualche mollica di pane, volavano da un albero all’altro sempre pronti a scappare per evitare un nuovo attacco di quei gatti che vivono con gli umani proprietari dei due giardini confinanti: Felix, Banny, Paolina, Fiocco, Nelson itinerante e, da poco, un gattino grigio chiamato Whisky per la sua andatura come se avesse bevuto un bicchiere di troppo.
               Ma per gli umani di uno dei due giardini oggi è un giorno triste.
               Un loro gatto, anzi una loro gatta, ha raggiunto il ponte dell'arcobaleno.
               Piangevano dispiaciuti sul povero corpo.
               Si chiamava Nuvoletta perché leggera come una nuvola priva di pioggia.
                Lei, la gatta, era molto snella: non aveva la pancia prominente come quella di Felix o di Paolina.
                A lei bastava un poco di umido, qualche croccantino, acqua fresca e un posto dove rilassarsi e crogiolarsi al sole.
                Arrivata la sera sulla vallata di San Girolamo, quando si accendono le prime luci, tutti i gatti angeli aspettano il momento più propizio per volteggiare liberi.
                Sono pronti ad accogliere la nuova arrivata: ”Nuvoletta“.
                “Miao, miao, uscite dai vostri giacigli, arriva la nuova angelo-gatta.”
                È Citty che miagola.
                Eccoli, ognuno di loro emana una luce propria: verde come gli smeraldi, azzurro come il mare quando è calmo, rosa confetto, giallo come il sole: sono i colori dell'arcobaleno!
                 Lazzaro, Rudolf, Matisse, Citty, Bonheur, Luna, Novanta; c’è anche il piccolo Ulisse e Nuvola. Si c’è Nuvola, la cugina di Luna, da qualche mese fa parte della brigata gattofila di San Girolamo e adesso Nuvoletta, la nuova arrivata.
                 Nuvoletta: ”Chi siete?”, chiede un poco timorosa guardando tutti quei gatti così luminosi.
                 Citty, il più anziano del gruppo, si avvicina e le porge la zampetta: ”Miao, sono Citty, non ti ricordi di me?”
                 “Non so, non mi sembra.” Nuvoletta si avvicina al gatto quasi a sfiorare i suoi baffi: “Adesso che ti guardo più da vicino… si, mi ricordo di te. Tante volte ti ho incontrato nel mio giardino.”
                  L‘umana di Paolina e Fiocco ti dava da mangiare…” Scruta gli altri angeli gatti. Loro la guardano e miagolando un sorriso: ”Miao, miao, Nuvoletta”, dice una vocina delicata. È lui, Ulisse, il piccolino che ha vissuto con lei, con Felix e Banny; ma già da tempo è volato sul ponte dell'arcobaleno.
             “Oh, Ulisse sei tu… che tristezza non vedere più miei umani, Benny e Felix. Non pensavo che potesse accadere così presto”.
              “Loro, i tuoi umani non ti vedranno, ma tu adesso sei un Angelo e continuerai a vederli”.
              “Vieni con me”. I due angeli gatto, leggeri, si avvicinano al balcone e attraverso il vetro vedono l ‘umana che in quel momento ancora piange con in mano una foto di Nuvoletta.
               E lei vedendo la sua umana soffrire comincia a miagolare con dolore.
                “Non essere triste, Nuvoletta, ci sono io con te e poi anche tutti loro,” indicando gli altri pelosetti: ”Sono tutti molto simpatici”.
               “Come faccio a non esserlo? Mi piaceva stare con i miei umani, con Felix e Benny. Anche se noi ragazze, qualche volta, non si andava molto d'accordo: beh, tra femmine qualche volta accade.”
               “Ra-gatti, forza, raggiungiamo gli altri.”
               “Sniff, sniff, che buon odorino che c’è nell'aria!” miagola Citty.
                “Odore di carne, carciofi, pesce… Oggi barbecue dappertutto. Perché proprio oggi?”
                 Matisse, il più acculturato del gruppo (beh, lui è un gatto pittore) spiega agli altri angeli gatti cosa sta a significare questa usanza.
                  ”Oggi è il 25 Aprile. Se guardate il calendario degli umani dice: Festa della liberazione!“
                   “Ma di cosa o da chi si liberano gli umani?” miagola Citty.
                   “Gli umani festeggiano la liberazione dalle truppe nazifasciste che avevano invaso l'Italia e la fine della 2° guerra mondiale che durava da più di 5 anni. Un dittatore tedesco molto crudele aveva tolto la libertà al popolo e faceva uccidere persone innocenti come gli ebrei, i rom, i gay… I fascisti italiani, anche loro    guidati da un dittatore, erano i loro alleati. Per fortuna sono stati cacciati, purtroppo con tanto spargimento di sangue.
                    “Sono stati cacciati da chi?” chiede Luna.
                    “Dagli eserciti degli americani, inglesi, ma anche tanti italiani, detti partigiani, che volevano una patria senza tiranni. Umani ed umane che hanno lottato per la libertà”.
                     “Anche le umane?”
                     “Si, hanno avuto un ruolo importante, curavano i feriti e contribuivano alla raccolta di indumenti e viveri. Infine, le umane, ebbero anche il ruolo di staffette partigiane, un compito pericoloso, perché consisteva nel reperire delle informazioni sul nemico”.
                      “Ma i gatti?”
                      “Anche loro hanno sofferto la fame. Tanti ne sono morti.”
                      “Ma basta con tutta questa tristezza… Arriva la nave… Ammirate il mare, la luna sta sorgendo. Abbracciamoci forte, prendete una zampetta e facciamo un girotondo.”
                        “Credo che i gatti siano spiriti venuti sulla terra. Un gatto, ne sono convinto, può camminare su una nuvola senza cadere (Jules Verne).”
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yomersapiens · 2 years
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Quello dei samosa.
Il barista del turno della mattina oramai mi conosce e siamo diventati colleghi in una sola settimana. Non proprio colleghi, io non lavoro al bar, ma mi presento insieme a lui all'apertura e sono il primo cliente della giornata. Adesso che posso stare fuori casa ne approfitto il più possibile. È davvero un bel ragazzo, viso pulito, capello hipster austriaco, qualche tatuaggio fatto in una nottata decisamente alcolica per deludere i genitori. Mi piace. Così sono sempre gentilissimo a causa di quel bisogno di conferme costante. Dannata la mia eterosessualità, sarebbe anche un buon partito. Giovane, con un lavoro fisso. Il candidato ideale e invece no, devo sempre restare fisso sulle tipe che decidono di sparire poco dopo che ci conosciamo. Cosa c'è di sbagliato in me?
Mi hanno chiamato per lavorare in un catering. Pagato per la giornata. Mi sono detto perché no cioè alla fine cosa può andare storto? Ho solo dovuto interrompere la mia routine e per un giorno non sono andato al bar col bel barista a cui purtroppo dedicherò solo i pensieri ma non il mio corpo.
Sono arrivato con largo anticipo, questa esperienza me la volevo proprio gustare. Tutti i colleghi della giornata avranno avuto meno di 25 anni, in pratica ero un nonno. Per fortuna c'erano le mascherine a coprirci altrimenti chissà cosa avrei generato, sentimenti di compassione, ragazzi che venivano a spostare casse al posto mio aggiungendo "Signore mi permetta di aiutarla" e io li avrei lasciati fare senza battere ciglio, magari aggiungendo qualche colpo di tosse per confermare il mio stato di anziano terminale.
La stanza aveva 340 invitati e io ero come Batman. Mi aggiravo completamente vestito di nero senza essere minimamente notato. È stato bellissimo, scomparire tra la merda della alta società viennese che riconosceva la mia esistenza solo quando metteva un piattino sporco sul mio vassoio. Io ringraziavo e cercavo il contatto visivo. Li fissavo negli occhi restando fermo, aspettando un grazie di ritorno. Non me ne andavo finché non ricambiavamo, finché non si fermavano dal fare i loro discorsi del cazzo.
Quando tutto è finito il boss ha detto che potevamo fare razzia degli avanzi in cucina. Ho riempito il mio zaino con i samosa. Amo i samosa. Sembrano stati inventati per caso dopo che un cuoco indiano si è trovato dalle nostre parti al sud in Italia e ha visto quanto friggiamo e ha pensato "Gli europei ci hanno preso di tutto adesso tocca a noi prendergli qualcosa" e si è messo a friggere l'infriggibile.
Con lo zaino pieno e la busta col compenso della giornata me ne sono andato alla terrazza della metro vicino casa. Il sole era lì ad aspettarmi, ancora. Deve essere stato informato dei miei impegni quindi mi ha concesso qualche minuto con lui prima di scendere al piano di sotto. Mi sono seduto su una panchina, ho aperto lo zaino e un vapore di fritto indiano mi ha avvolto. Lavorare per i catering è bellissimo. Ti dimentichi chi sei e hai cibo per i giorni a venire.
Si avvicinano due donne per chiedere l'elemosina. Avevo solo la busta con i soldi della giornata così ho fatto l'unica cosa sensata in quel momento. Ho aperto lo zaino pieno di samosa e le ho invitate a prenderne. Hanno visto che ne avevo tanti e mi hanno chiesto se potevano invitare anche i loro amici, quelli che dormono alla fermata della metro e io che diavolo potevo fare, tirarmi indietro? Ho mangiato un solo samosa, tutti gli altri sono andati a loro. Ecco perché il sole mi ha aspettato: per farmi vedere bene il momento che stavo vivendo.
Il giorno dopo sono tornato al bar, lui era sempre lì intento a lavorare. Mi ha chiesto dove fossi il giorno prima, perché non mi ero presentato lì ad aprire il locale insieme a lui, così gli ho raccontato la storia del catering e dei samosa. Mi ha sorriso e ha detto che se voglio, visto che adesso anche io lavoro nella gastronomia, posso sedermi al tavolo del personale. Ho passato la giornata insieme ad altri disoccupati come me a sparare stronzate. Perché lavorare nella gastronomia qua significa venire chiamati di tanto in tanto, a caso. Il resto del tempo devi trovare un modo per sopravvivere.
Stare al sole come lucertole, a bere birre piccole, lontano dallo stress dell'ufficio e del successo, mi ha fatto bene. Anche se tutti fanno battute sulla mia età ma che me ne frega, loro non sanno che io sono l'eroe che veste di nero, che indossa la maschera e che porta i samosa ai senzatetto. Certo, potrei fare qualcosa di più utile ma uno parte da quello che ha. Bruce Wayne aveva i soldi dei genitori, io ho gli avanzi del catering.
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pizzettauniversale · 2 years
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MINI RECENSIONE DI LICORICE PIZZA
CONTIENE DEGLI SPOILER, QUINDI ANDATE AVANTI SE NON LO AVETE VISTO.
Prima di tutto cosa è "Licorice Pizza"? No, non è una pizza alla liquirizia, va bene che negli Stati Uniti si mangiano la pizza con l'ananas ma la liquirizia sarebbe stata un po' troppo. Licorice pizza è una catena di dischi a Los Angeles e anche un modo per indicare i 33 giri in vinile, e il vinile viene dal petrolio, anche le testate del letto di Fat Bernie's - il negozio messo su dal protagonista Gary Valentine (Cooper Hoffman)- sono in vinile e infatti la sua trovata imprenditoriale non va a buon fine. Nel 1973 infatti scoppia quella che viene chiamata la "Guerra del Kippur", iniziata con Egitto e Siria che attaccarono Israele, la crisi petrolifera del '73-'74 ha portato i prezzi del petrolio alle stelle e al fallimento di Gary Valentine.
Il titolo è interessante perché se lo prendiamo in senso letterale penseremo a una pizza stramba, un po' come la storia di amore che è raccontata. Gary Valentine ha 15 anni ma va verso i 30 e si comporta come un adulto però con la spensieratezza e la libertà di un ragazzino, Alana Kane (Alana Haim) ha 25 anni e va verso i 15 anni, comportandosi come una ragazzina.
Preso così questo film non è niente se non il racconto di una storia di amore totalizzante, con sentimenti autentici, un amore innocuo e ingenuo come tutti gli amori adolescenziali. La storia di amore dei due, questo filo rosso che attraversa tutto il film, serve a raccontare altre storie, come la crisi petrolifera sopracitata, ma anche il sudicio che si nasconde sotto la superficie patinata e luccicante dell'industria teatrale e cinematografica di Hollywood, i patti a cui bisogna scendere per potervi accedere, per poter conquistare la fama. Una storia di amore che allo stesso tempo racconta la decadenza morale, economica e sociale degli Stati Uniti di quegli anni, siamo agli ultimi anni del Vietnam e del governo Nixon.
I due protagonisti sono due sognatori innocenti e quando la realtà si svela per quello che è loro la (ri)fuggono, letteralmente, è un continuo correre. Questa corsa è anche un modo per raccontare la continua attrazione e repulsione dei due protagonisti, attrazione e repulsione raccontate anche attraverso metafore nel film: il camion in retromarcia, la caduta dalla moto, le scene in macchina. Un film in movimento, fisico e meccanico, il secondo grazie a un mix di carrellate laterali, campi medi, primi piani, piani sequenza, scene con camera a mano. Tutto per raccontare questo amore, strambo come è stramba una pizza alla liquirizia. I due hanno 10 anni di differenza, eppure Alana trova la persona che la ama in un ragazzino, l'unico che le offre sincerità e autenticità - forse perché da ragazzini è questo l'amore che possiamo sperimentare e offrire? Forse- mentre tutti gli altri uomini che incontra come il sindaco Wachs (Benny Safdie) o l'attore Jack Holden (Sean Penn) si avvicinano ad Alana solo per alimentare il loro egocentrismo e interessi personali.
Il tutto è condito da una scelta musicale ben studiata: "Life on Mars?" di Bowie è una scelta ben precisa, il film può essere considerato un'allegoria della canzone di Bowie. È una storia di amore, ma è anche la storia di un'America colta in tutte le sue sfaccettature, che si scontrano con la realtà: il sogno americano fallimentare, omofobia, misoginia, razzismo, maschilismo, l'idillio (falso) del self-made man.
È un omaggio alla Los Angeles degli anni '70 come in "C'era una volta ad Hollywood" e anche una storia personale del regista stesso che viaggia nel viale dei ricordi con questo film, nonché la storia quasi vera di Alana Haim e le sue sorelle (tutte nel cast). È una critica all'America degli anni '70 (e odierna), una storia di amore totalizzante come in "La la land" però con un finale totalmente diverso. Se per La La Land abbiamo consumato i dotti lacrimali, con Licorice Pizza usciamo sorridenti. Gli amori adolescenziali non possono finire male, un amore estivo può avere solo un finale da fiaba.
Un finale ingenuo? Scontato? Sicuramente, ma è anche un invito a darsi una fuga temporanea, mentre tutto, al di fuori del cinema dove abbiamo visto "Licorice Pizza", sta andando a rotoli.
(è molto meno ignorante di quanto avevo previsto stamattina e molto più lunga)
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dilebe06 · 2 years
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Il viaggio della Poraccitudine
Viaggio della Speranza a Salisburgo e Vienna: tra arte, cultura, treni, birra alla limonata, cotolette e COVID.
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grazie Leopold Mielich per il dipinto d'apertura Era una normale giornata di settembre quando @veronica-nardi nel consueto audio giornaliero di commento drama butta giù la frase :-" oh, ma lo sai che sarebbe bello andare a fare Capodanno all'estero?"
Ovviamente io le sono subito andata dietro, lasciandomi affascinare da questa possibilità: il COVID da tempo mi ha costretta ad accettare ancora di più il mio essere asociale ed una vacanzella fuori, a prendere un pò d'aria fresca di certo non sarebbe stato male.
Anzi.
Dall'idea al metterla in pratica...il passo è stato breve. Dopo aver scartato mete come la Russia - madò quel volo a 114 euro ancora me lo sogno la notte - e la Transiberiana o l'Orient Express per via del nostro essere povere come la merda, ci convinciamo che l'Austria potrebbe essere una buona meta. Io è da una vita che sogno di andarci...e anche la Vero è curiosissima di esplorare queste lande.
Nel giro di pochissimo, Veronica organizza il viaggio: mezzi di trasporto e posto dove dormire. E vorrei dire che lo abbiamo organizzato assieme ma mentirei perché ha fatto tutto lei. Nel caso che vi servisse un'organizzatrice di viaggi...contattatela. Vero fatti pagare però! Alla fine, cercando di calibrare i nostri portafogli con le cose che volevamo fare e vedere, viene fuori un bel programmino:
Saremmo partite il 28 dicembre da Bologna verso Salisburgo fino al 1 di Gennaio. Il primo giorno dell'anno saremmo poi "traslate" verso Vienna fino al 4 gennaio ( per me ) e 5 gennaio per lei, giorni di ritorno a casa. Insomma una settimana più o meno.
E mentre mia madre di sottofondo continuava a dirmi " ma mica c'è così tanto da vedere in quei posti!! " io impassibile cominciavo a pensare a cosa portarmi in viaggio, lasciandomi inebriare da questa vacanza assieme alla Vero.
Ma nubi temporalesche si avvicinano all'orizzonte. Nubi rappresentate dal COVID precisamente. Perché mentre noi - la Vero in realtà - organizzava il viaggio tra settembre/ottobre e novembre - il virus decideva che dicembre poteva essere un bel mese per tornare in auge e far aumentare in modo allarmante i casi in tutto il mondo. Così l'Austria a metà dicembre ci fa sapere che per entrare nelle sue sacre terre, vuole il Tampone Molecolare In Lingua Inglese/Tedesco. Inoltre, ci comunica che tutti i bar e caffè chiuderanno alle 18 ed i ristoranti alle 22. Un mini Lockdown in pratica.
Bene. Ma non benissimo.
Se si conta poi che anche l'Italia vuole il tampone per rientrare - ma si accontenta di un più umile tampone antigenico - e la compilazione online PLF...la voglia di mandare tutti a cagare e rinchiudersi sotto le coperte a piangere è forte.
Ma noi non ci lasciamo abbattere e iniziamo quella che sarebbe poi diventata una battaglia contro i tamponi: poiché noi saremmo entrati in Austria la notte del 28, c'è necessità che il tampone venga fatto entro le 72 ore. Ma il 25 e 26 dicembre è festa. Così ci premuniamo di farlo il 27 dicembre, facendoci assicurare che entro la mezzanotte del 28 avremmo avuto sia il tampone sia il referto in lingua inglese. Facciamo le carte, il PLF, stampiamo lo stampabile, ci prepariamo come se dovessimo entrare in guerra contro l'Ufficio Burocratico Austriaco e...incrociamo le dita.
A me va male. Anzi malissimo. A tre giorni dalla partenza mi viene la febbriciattola a 37 e 4, mal di gola e spossatezza. Terrorizzata faccio il tampone e dopo essermi assicurata che non sia COVID, il 27 vado a farmi sto benedetto tampone molecolare. Pagato la bellezza di 75 cocuzze. E lì, l'amara sorpresa: Il centro mi dice che non sono sicuri di riuscire a mandare tutto in tempo per la mia partenza. Troppa gente, troppi tamponi...E UN SOLO CENTRO PER ANALIZZARLI TUTTI.
Partono le bestemmie, le imprecazioni ed i pianti. In preda alla disperazione, chiamo mia madre, nota scassaballe della zona... la donna è capace di fare sceneggiate come al teatro e far piangere vecchi, donne e bambini. Lei arriva e dopo minaccioni, urla ed intimidazioni, il tizio del centro ci dice che farà il possibile...ed avviene. Miracolosamente a mezzanotte e 16 arriva il responso negativo e la mattina del 28 alle sette di mattina, arriva anche in inglese. #graziemamma
Un pò di ansia sopraggiunge dalle sponde della Vero, visto che il suo responso tarda ad arrivare, ma quando anche a lei hanno risposto e si è avuto l'ok...tutto si è rasserenato. Si parte!
Arriva il giorno della partenza: 28 dicembre
Io, con la valigia grossa come un bue - nonostante avessi negato a mia madre la possibilità di metterci dentro pasta e sughi perché va bene essere poveri... ma così disperati no - mi avvio al treno che mi avrebbe portato a Bologna. Il mio posto viene però fottuto dalla dispensa alimentare di una famiglia straniera seduta un pò più in là, che ti fronte alle mie proteste, mi risponde nella loro lingua e onde evitare bestemmioni già prima di partire, mi metto in un altro posto e pace.
L'arrivo a Bologna coincide con l'incontro con la Vero e dopo baci e abbracci vari - nonché una grande felicità di fare questo viaggio assieme - andiamo a mangiare una piadina mentre aspettiamo il treno.
Il suddetto treno deve partire da Bologna alle 23 e 44 de notte e noi ci troviamo già alla stazione un'ora prima.
Bologna però sembra non avere dei sedili dove metterti ad aspettare e l'aver chiuso la sala d'attesa costringe la gente che aspetta il treno, a dover giocare alle belle statuine per ore. Io e la Vero però non ci stiamo e subito ci abbarboniamo per terra. Poco lontano un barbone dorme sdraiato.
Poco dopo arrivano una dozzina di poliziotti che fanno alzare l'uomo e rimango affascinata e un pò turbata nel vedere il conflitto etico/morale dei poliziotti che adesso litigano tra di loro. Infatti, se era giusto far alzare i barbone perché alla stazione di Bologna non ci si può dormire, sarebbe giusto far alzare anche noi...indicandoci con la sguardo.
Sentendoci " leggermente" sotto pressione ed un pò in colpa, decidiamo di andarcene subito, in concomitanza con l'uscita del numero del binario da cui parte il nostro treno.
E mentre siamo nei binari ad aspettare un treno che ha già 30 minuti di ritardo senza che sia manco arrivato, ci perdiamo in raffinate discussioni logistiche sulla struttura architettonica della Stazione di Bologna...che sembra non avere i binari 2 e 5. Prontamente rispondo che non è che non ci sono. E' che sono nascosti perché da lì parte il treno per Hogwarts.
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( rega'...era mezzanotte e passa. Perdonatemi XD)
I nostri discorsi vengono però interrotti dal nostro vicino di attesa che capendo come le suddette ragazze siano due squilibrate, caritatevolmente si offre di condividere la sua conoscenza di Salisburgo con noi. Probabilmente per non sentire altre cazzate Parte così un vero e proprio giro mentale per la città con Enrico, questo il suo nome, che indica luoghi, ristoranti, bar, musei, locali ecc ecc da andare assolutamente a vedere. Lui ci dice che abita lì e che quindi è la persona ideale per darci un idea di cosa ci troveremo davanti. E' stato interessante notare come la nostra guida occasionale fosse cosi preparata sulle locande e location dove rifocillarsi...ma non sapesse NULLA del mini coprifuoco. Da uno che ci abita poi...ma in realtà il suo aiuto è stato utilissimo e non finirò mai di ringraziarlo. Grazie Enrico!
Finalmente sto benedetto treno arriva e ringraziando tutti i santi, abbiamo uno scompartimento solo per noi. Ci prepariamo quindi a 6 ore circa di viaggio notturno, rifinendo il programma di viaggio e dal conto mio...preparandomi a dormire. A differenza della Vero infatti, io sono pigra come la merda e la nottata sveglia difficilmente potrei affrontarla.
Ma devo aver contagiato anche lei, perché aprendo un occhio durante la notte la vedo dormire sdraiata sui sedili. Buono così.
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Bussano.
In piena notte.
Treno fermo.
Voci.
La porta dello scompartimento si apre, due uomini si affacciano e dicono qualcosa che non riesco a comprendere - con me che elegantemente chiedo alla Vero :-" ...che vogliono questi?! - e poi...se ne vanno.
Guardando fuori capisco che siamo al confine e che quelli sono dei controlli: Bene, è il momento di tirare fuori quel benedetto Tampone Molecolare da 75 euro che mi ha fatto imprecare in ucraino i giorni prima della partenza.
Ma non torna nessuno. E rimango lì, con sto cazzo di foglio che hanno voluto loro tra l'altro e che alla fine della fiera è risultato inutile. Trattengo le bestemmie grazie al sonno e mi ributto a letto/sedile. Sti cazzi!
Ridormo.
Ma di nuovo bussano alla porta. Chi è che rompe il cazzo ancora?!
Il controllore. Vuole vedere il biglietto giustamente.
Alle 4 di mattina.
Ancora mezza sdraiata guardo la Vero dargli il biglietto e sono pronta a riaddormentarmi di nuovo... ma c'è qualcosa che non va. Il controllare comincia a parlare prima in tedesco poi capendo che è inutile, sceglie l'inglese e ci fa capire che il biglietto non va bene.
E mentre lui si impegna nel farci comprendere il problema, io ancora mezza addormentata mi trovo a fissarlo incuriosita e realizzo:- " Madò...sembra Haaland. Il calciatore. E' lui? lavora nelle ferrovie austriache? " mi domando stupita. Ma il mio geniale cervello deve aver capito di aver pensato una cagata perché modifica il pensiero in:-"ha un fratello che lavora nelle ferrovie austriache?
Tornando sobri per un secondo, mi convinco a lasciar perdere la somiglianza del controllore con Haaland e cerco di capire cosa ci sta dicendo. In pratica il nostro biglietto non va bene perché non ha il codice QR.
Se per la ferrovie italiane infatti, basta avere il codice di prenotazione e fine, per quelle austriche - e del mondo in generale dice il controllore/Haaland - il codice deve essere messo nella macchinetta dei biglietti perché stampi un altro biglietto con il codice QR. Avendo noi preso il biglietto con le ferrovie italiane noi sto QR non ce l'abbiamo.
Vai tu a spiegare in inglese, al controllore tedesco, alle 4 di mattina, che in italia sta cosa delle macchinette che stampano codici QR in stazione io non l'ho mai vista.
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Haaland lì poi, continuava ad indicare il nostro biglietto dicendoci che dentro c'era scritta questa procedura. Ma Haaland tesoro: io il tedesco non lo sò. L'inglese lasciamo perdere...ma l'italiano è la mia lingua madre. E in questo biglietto non c'è scritto da nessuna parte del codice QR.
La discussione per Haaland deve però essere avvincente - per noi meno - perché si mette a sedere direttamente accanto a me e parte tutto un discorso in inglese - in solitaria - di Haaland contro le ferrovie italiane messe male e disorganizzate. Io e la Vero accenniamo un sì ogni tanto e intanto ci guardiamo basite chiedendoci se ci farà la multa oppure no. Almeno io mi chiedevo questo.
Ma Haaland ci risparmia dalla multa e dopo un saluto se ne va. Addio Controllore Haaland...ci mancherai.
Giusto in tempo per il nostro arrivo a Salisburgo.
[FINE PARTE 1]
*le altre parti saranno molto più corte lo prometto.
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corallorosso · 3 years
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Oumuamua, troppe stranezze di Andrea Aparo von Flüe, Fisico, docente universitario a Roma Vi ricordate di Oumuamua, il “messaggero che viene da lontano che arriva per primo”? Il 6 settembre 2017 a.C. (ante Covid), i responsabili del telescopio Pan-Starrs-1 (Panoramic Survey Telescope and Rapid Response System) alle Hawaii lo avvistano che sta entrando nel nostro sistema solare proveniente da Vega, stella distante 25 anni luce. Viaggia alla velocità di circa 32 km al secondo. Nell’avvicinarsi al Sole la sua velocità aumenta, grazie all’accelerazione causata dall’attrazione esercitata dalla forza di gravità della nostra stella. Il 9 settembre 2017 la sua traiettoria lo porta nel punto più vicino al Sole. Nei giorni successivi, i tanti che lo stanno osservando si aspettano di misurare una diminuzione della sua velocità, visto che si sta allontanando dal Sole e la sua forza di gravità, agendo ora in verso opposto, deve causarne la decelerazione. Banale meccanica celeste in accordo con la legge di gravitazione universale. Invece no. Quando il 7 ottobre passa accanto alla Terra, continua ad accelerare. Di poco, circa 0,000005 m/s², ma Oumuamua accelera. Non rallenta. Strano, molto strano, ma non è l’unica stranezza. In primo luogo è il primo oggetto interstellare a essere osservato nel suo transito nel nostro sistema solare. Poi la sua forma. Le osservazioni rilevano un oggetto dalla forma apparente di un sigaro, lungo 500 metri e del diametro di circa 40. Non si è riusciti a scattare una fotografia ad alta definizione, però di certo è 10 volte più lungo che tondo. Mai visto prima nulla di simile. Infine è esageratamente brillante, almeno 10 volte più riflettente di qualunque asteroide o cometa conosciuta, come se la sua superficie fosse una lastra di metallo lucido. Misure e dati non confutabili. Vero, le comete dopo essere passate vicino al Sole accelerano, ma si sa il perché e lo si vede. Quando si avvicinano al Sole la loro superficie si riscalda rilasciando gas, prima congelati, che spingono la cometa come fossero i gas di scarico di un motore a razzo. I gas così eiettati sono visibili sotto forma di coda della cometa. Oumuamua non è una cometa, almeno non di quelle “convenzionali”: la coda non ce l’ha anche se è stata utilizzata tutta la strumentazione disponibile per trovarla. Niente, non si misura nulla: né gas, né polveri di sorta. Certo, esiste la possibilità che sia una cometa di tipo sconosciuto, ma la probabilità di un evento del genere è stata calcolata in una su un quadrilione, una su un miliardo di miliardi. Piccola assai. Forse troppo. Cos’è allora Oumuamua? Per saperlo occorre leggere...Extraterrestrial: The First Sign of Intelligent Life Beyond Earth (Houghton Mifflin Harcourt), autore Abraham “Avi” Loeb, direttore del dipartimento di astronomia dell’università di Harvard. La sua tesi è che si ha a che fare con un oggetto non naturale, un artefatto. Oumuamua è un rottame, un relitto. Un pezzo di vela solare di tecnologia aliena. Quello che da lontano sembra un sigaro è un disco di un materiale altamente riflettente dello spessore inferiore al millimetro. La pressione del vento solare sulla sua superficie spiega l’accelerazione. Spiega la dinamica osservata, non più strana. Sappiamo cosa sono le vele solari, le usiamo anche noi. (...) Loeb è di parere...: Oumuamua è la prima prova provata dell’esistenza di civiltà aliene, tecnologicamente avanzate. Se ha ragione, forse è giunto il tempo di iniziare a ragionare su come redigere possibili trattati spaziali, alle leggi della astro-economia e alle problematiche cosmo-politiche. Se Loeb ha ragione abbiamo stabilito il primo contatto con una civiltà aliena. A dire il vero lo abbiamo stabilito con la sua spazzatura, ma si deve pur cominciare, no? D’altronde, ricorda Loeb, per capire civiltà passate, archeologi e paleo-archeologi frugano nell’antica spazzatura… Di certo, ha scatenato un putiferio.
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gloriabourne · 3 years
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Secondo me una differenza d'età tra 28 e 17 però pesa molto di meno (o non pesa affatto) di una tra 20-25 e 45-50
Non sono del tutto d'accordo.
Premesso che penso sia molto soggettivo sia dare peso all'età (certe persone ci fanno molto caso, per altre l'età è davvero solo un numero), sia come ognuno si rapporta con una determinata fascia di età (ci sono trentenni che vanno più d'accordo con persone più grandi e altri che vanno più d'accordo con persone più piccole ad esempio), ma in linea generale penso che ci sia una differenza enorme a livello di necessità ed esigenze tra alcune fasce di età.
Un diciassettenne pensa a uscire con gli amici, a cosa farà dopo il liceo, magari non ha nemmeno ancora le idee chiare sull'università che vuole fare e se la vuole fare, le sue priorità sono studiare per la verifica del giorno dopo e riuscire a dedicare anche del tempo agli amici e/o attività del tempo libero.
A 28 anni invece ci si preoccupa sicuramente di amici e tempo libero, ma purtroppo le priorità sono altre: il lavoro, l'università se magari si è andati fuori corso, le bollette e l'affitto se si vive da soli, e se invece si vive ancora con i genitori si inizia a sentire l'ansia dei 30 anni che si avvicinano e la sensazione di non aver concluso nulla. E poi se si ha una relazione stabile si inizia a pensare alla convivenza, al matrimonio e ai figli, se invece non ci pensi tu stai pur certo che lo farà qualcuno tra i tuoi amici stretti e l'argomento del giorno non sarà più "domani esco con gli amici" ma piuttosto "domani vado in banca a chiedere il mutuo per la casa".
A 40 anni, generalmente, i problemi a cui si pensa sono legati a lavoro, famiglia e cose simili. A conti fatti la vita di una persona nei mid-twenties (e quindi di un adulto ormai) si avvicina molto di più allo stile di vita di un quarantenne che a quello di un adolescente. A meno che non si stia parlando di un adulto con la sindrome di Peter Pan, allora in quel caso pure un quarantenne potrebbe avere le stesse esigenze di un adolescente.
Poi ovviamente non è sempre così.
Conosco persone che già al liceo, magari per problemi familiari, si sobbarcavano pensieri che non dovrebbero appartenere a quell'età. Così come conosco gente di più di quarant'anni che non pensa all'importanza di un lavoro stabile o di avere una certa indipendenza.
Io, per come sono fatta, mi sono sempre trovata un po' nel mezzo. Riesco a trovarmi bene sia con persone più piccole di me che più grandi, ma riconosco che essendo ormai vicina ai 30 i miei problemi siano sicuramente più simili a quelli dei miei genitori che hanno 50 anni piuttosto che a quelli di alcune mie amiche adolescenti. E non è così solo per me.
Ieri sera ero a cena con alcuni amici, età dei presenti compresa tra i 26 e i 31 anni. Abbiamo ovviamente anche spettegolato un po' come avremmo fatto da adolescenti, ma poi gli argomenti principali sono stati il lavoro, la casa (abbiamo passato letteralmente mezz'ora a parlare di una friggitrice ad aria), una delle mie amiche ha passato metà serata a farci vedere le foto del suo matrimonio che le erano state mandate dal fotografo... Insomma, penso che in discorsi del genere si sarebbe inserito più facilmente un cinquantenne che un diciassettenne.
Poi come ho detto è ovviamente soggettivo, però penso che ci siano fasce di età in cui la differenza si sente molto di più.
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Sono noiosa chiusa e noiosa
Non so quando ho perso tutta la mia vitalità, o forse non lo ho mai avuto ed era solo mascherata da voglia adolescenziale di trasgressione?
Molti si ritrovano giù in giardino a bere sotto il sole. Io rega devo studiare e se non studio mi viene l'ansia per le date che si avvicinano. E poi anche se non avessi niente da fare, vodka a pranzo sotto 25 gradi? Ma io non ho più voglia. Socializzo a tratti, quei tratti lo faccio volentieri, ma mi sento noiosa in confronto a loro. Io non ho voglia di fare casino, di sentirmi confusa, brilla, di urlare
C'è una ragazza davvero carina, e con questo intendo nei modi di fare. Bellissima. E per me dire una cosa del genere di una ragazza è già difficile data la mia naturale antipatia verso il mio stesso genere, anzi verso tutta l'umanità se proprio vogliamo essere precisi. E. si è lasciata col ragazzo qualche giorno fa e, secondo me, massimo una settimana e andrà con M. Vedi quanto semplice è la vita? Fai, finisce, rifai, vai avanti. Perché una cosa del genere a me non succederebbe mai? Perché sono vecchia dentro, seria e vecchia.
Non so neanche cosa sia tutta sta spensieratezza giovanile che li fa bere a mezzogiorno tra tutti i miei continui pensieri, lo studio, l'ansia presente dei soldi, l'ansia della mia famiglia
La cosa più strana è che ho perso la voglia di provarci, di buttarmi, non ho più voglia. 21 anni sono troppo presto per non avere più voglia di far casino?
Se penso che a 14 anni scappavo di casa e passavo le notti fuori senza che i miei se ne accorgessero (fino a quando se ne sono accorti, ossia dopo circa sei mesi) o che facevo di tutto per spaccarmi tanto da mettermi con un cazzo di tossico a 16 anni e così modellare la mia idea di amore perfetto tra fumo coca depressioni famiglie sfracellate soldi inesistenti e crisi perenni
Boh non so cosa ho. Forse è semplicemente la mia personalità che è diventata così
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amicidomenicani · 1 year
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Quesito Vorrei capire quale corpo di Gesù riceviamo con la Comunione: corpo spirituale? Come lo spieghiamo a chi ci pone questa domanda? Grazie Risposta del sacerdote Carissima,  1. riceviamo Gesù risorto, nel suo corpo glorioso. Gesù risorto, che siede alla destra del Padre, durante la Messa si rende presente sull’altare. E nel medesimo modo si rende presente nel nostro cuore al momento della Comunione. 2. Che sia così è indiscutibile. Gesù vive nella gloria del Padre. San Giovanni dice: “Figlioli miei, vi scrivo queste cose perché non pecchiate; ma se qualcuno ha peccato, abbiamo un Paràclito presso il Padre: Gesù Cristo, il giusto.  È lui la vittima di espiazione per i nostri peccati; non soltanto per i nostri, ma anche per quelli di tutto il mondo” (1 Gv 2,1-2). Nella lettera agli Ebrei si legge: “Inoltre, quelli (dell'Antico Testamento) sono diventati sacerdoti in gran numero, perché la morte impediva loro di durare a lungo. Egli invece, poiché resta per sempre, possiede un sacerdozio che non tramonta. Perciò può salvare perfettamente quelli che per mezzo di lui si avvicinano a Dio: egli infatti è sempre vivo per intercedere a loro favore” (Ebr 7,23-25). 3. Di singolare importanza è quanto si legge nell'Apocalisse: “Poi vidi, in mezzo al trono, circondato dai quattro esseri viventi e dagli anziani, un Agnello, in piedi, come immolato; aveva sette corna e sette occhi, i quali sono i sette spiriti di Dio mandati su tutta la terra” (Ap 5,6). Qui San Giovanni contempla Gesù in paradiso sotto forma di agnello, a motivo della sua mansuetudine e del sacrificio che egli ha compiuto. Questo agnello sta in piedi, come il pontefice che offre il sacrificio, ed è come immolato perché nel suo corpo porta i segni delle piaghe che attestano la sua immolazione cruenta sul calvario. Il suo atteggiamento e il suo aspetto indicano pure la sua morte cruenta e la sua gloriosa risurrezione. Le sette corna sono simbolo della sua forza. I sette occhi sono simbolo della sua onniscienza. Gesù Cristo viene presentato come onnipotente e onnisciente” (Marco Sales, nota ad Ap 5,6). 4. È dunque il Cristo risorto che si rende presente durante la Messa nell'atteggiamento supremo della sua vita mortale: quello della sua immolazione a nostro favore. Gesù, con il suo vero corpo ma nello stato di risorto e glorioso, viene a noi per applicarci i benefici della sua morte redentrice. 5. Il corpo di Gesù risorto non è un corpo materiale ma, come direbbe San Paolo, è un corpo spirituale: “Così anche la risurrezione dei morti: è seminato nella corruzione, risorge nell'incorruttibilità; è seminato nella miseria, risorge nella gloria; è seminato nella debolezza, risorge nella potenza; è seminato corpo animale, risorge corpo spirituale” (1 Cor 15,42-44). 6. “Il nostro corpo nella vita presente viene detto animale perché soggetto alle leggi della vita vegetativa e quindi alla generazione, alla nutrizione, alla crescita, ecc..., e perché talvolta è di impedimento alle operazioni intellettuali dell’anima.  Dopo la risurrezione però non sarà più soggetto alla nutrizione, ecc..., e neppure sarà di impedimento all'anima nelle sue più nobili azioni, ma sarà spirituale, ossia interamente soggetto allo spirito vivificato dalla grazia dello Spirito Santo: l'anima glorificata avrà un pieno dominio sul corpo, e il corpo verrà a partecipare delle qualità dello spirito, e non sarà soggetto alle leggi della materia” (Marco Sales, nota a 1 Cor 15,44). Tutto questo perché il nostro corpo risorto sarà somigliante al corpo risorto di nostro Signore. Con l’augurio che anche tu un giorno possa essere rivestito di un corpo glorioso e immortale, ti benedico e ti ricordo nella preghiera, padre Angelo
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noneun · 4 years
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Quanto mi mancano i terrapiattisti!
E soprattuto quanto è vero che il nuovo Coronavirus sta tirando fuori il meglio e il peggio di tutti noi.
Un amico mi ha chiesto di guardare un video intitolato “Virus e elettrificazione della Terra” e di digli cosa ne pensassi. Non mi divertivo così dai tempi in cui seguivo con passione i terrapiattisti. Bei ricordi!
youtube
(2:25) "Le cellule si ritrovano avvelenate e cercano di pulirsi eliminando i detriti, che chiamiamo virus"... ci sarebbero moltissimi modi per confutare questa frase, a me viene in mente ad esempio che i virus mutano e sono soggetti alla selezione naturale: se fossero solo detriti che non causano l'infezione, perché evolvono?
Anche sulle fasce di Van Allen sbaglia: essendo a forma toroide, non è corretto dire che proteggono la Terra, ma convogliano le radiazioni... infatti alcuni satelliti e anche il telescopio Hubble devono rimanere spenti quando attraversano l'anomalia del Sud Atlantico, dove le fasce si avvicinano alla superficie terrestre. E comunque il tipo si contraddice se prima dice che sono "protettrici" e poi che incorporano i raggi cosmici per poi "distribuirli a tutti gli esseri viventi"... proteggono da o distribuiscono?
Poi torna su i virus dicendo che nel 1918 hanno prelevato campioni dal naso di ammalati dell'Influenza Spagnola e l'hanno iniettato in soggetti sani non riuscendo a farli ammalare. Ora io vedo 4 cose problematiche in questa affermazione: all'epoca non esisteva il giuramento di Ippocrate e l'etica? Davvero qualcuno si prestava a farsi iniettare in vena delle caccole? Se il virus prolifera nelle vie aeree magari ha senso che non proliferi allo stesso modo nel sangue? Anche fosse vero che l'influenza spagnola si comportava così, questo perché dovrebbe dimostrare che tutte le influenze sarebbero "anomale"?
La storia dell'elettrificazione della Terra poi sarebbe interessante da capire anche con delle date precise. Ad ogni modo come spiega le pandemie del passato? Leggo da Wikipedia di quella del 165-180 "pare che a Roma in quel periodo morissero 5.000 persone al giorno", quanti cavi elettrici erano stati stesi a quel tempo?
Ci avrei giurato che avrebbe attaccato il 5G, fra le tante cose dice che è un dispositivo che "destruttura l'acqua" il che di per sé non vuol dire niente (distrugge la struttura dell'acqua? Quindi produce ossigeno e idrogeno? Magari!) ma richiama quei complottismi che già da più di un anno parlano di 5G dicendo che sono microonde (alludendo quelle del forno a microonde). Peccato (per motivi molto affascinanti che hanno a che fare cn la meccanica quantistica) l'acqua si scaldi con una specifica frequenza (2,45 GHz e solo quella) perché induce le molecole a ruotare più velocemente su se stesse. Il 5G opera nelle bande 3,6-3,8 GHz e 26,5-27,5 GHz, quindi non può interagire allo stesso modo. Tra l'altro a potenze molto inferiori (anche inferiori al 4G, tra l'altro, per questo sarebbe preferibile).
Sulla prima città 5G che sarebbe Wuhan leggo che ci sono dispute su chi lo abbia adottato per primo fra USA e Corea del Sud. Ma ho trovato un articolo che parla di Shangai come prima città al mondo, articolo di Marzo dell'anno scorso: non ci siamo ne con i tempi (6 mesi) che le distanze (820 km).
(7:49) "Siamo creature elettriche e i prodotti chimici sono soltanto i detriti di questi impulsi elettrici", teoria affascinante se non fosse che se si parla di elettricità di parla di elettroni, e se si parla di chimica si parla ancora di elettroni (i legami chimici sono formati da queste particelle). Parlare di detriti e prodotti chimici come di qualcosa che non ha a che fare con gli elettroni è un po' buttarla in caciara.
Raccontare dell'elettricista è poi la classica fallacia aneddotica: un esempio non fa statistica né scienza.
Spero che il pistolotto sia di vostro gradimento.
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