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#Ragazzo con la Freccia
thequietabsolute · 6 months
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Giorgione // Ragazzo con la Freccia
c1500, high renaissance art detail
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seoul-italybts · 10 years
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[✎ TESTO ♫ ITA] Skool Luv Affair - BTS⠸ ❛ Where You From ❜⠸ 12.02.14
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[✎ TESTO ♫ ITA] BTS
❛ Where You From ❜
어디에서 왔는지
🏫💕 Da dove sei spuntata? 🔔📚
__💿Skool Luv Affair , 12. 02. 2014
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Prodotta da: Layback Sound Scritta da: CREAM, Hangyeol, RM, j-hope, SUGA
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Ragazza, da dove spunti fuori?
Sei bella, davvero chic, ora dove vai?
Quanti anni hai, sei una nuna¹?
Ah, no? Allora sono un tuo oppa²
(sei fantastica) il tuo viso è piccolo e carino
Sei una boccata d'aria, fresca come un'insalata, davvero aggraziata
Hai già mangiato? Non è che ci sto provando
Ti va di andare a berci un caffè? Ti piace il caffè?
Occhi carini, naso carino, ah, sei così bella
Già solo guardarti mi rende felice
Ah, ma da dove arrivi? Con quel bel visino,
Mi hai colpito il cuore con la tua freccia di Cupido
Ah, comunque, sei proprio bella
Qualunque ragazzo non potrebbe che esclamare, dopo averti vista
Prima che qualcun altro ti porti via, dovrei farmi avanti e conquistarti
Mi conviene farti mia³ prima di tutti gli altri
Da dove sei spuntata? Non vuoi dirmi il tuo nome? Sono davvero curioso Muoio dalla voglia di saperlo Da dove sei spuntata? Non vuoi dirmi il tuo nome? Oh, sono così curioso Muoio dalla voglia di saperlo
Anche se io sono di Busan e tu vieni da Gwangju
Non c'è molta differenza tra noi
Da Seoul all'isola di Jeju
Tutti amano, sai
Smettila di fare la preziosa se non vuoi essere sgridata⁴
Non farmi arrabbiare o cambierò idea
Quel tizio è così infantile, ti comporti così per colpa sua?
Se dici che lo preferisci a me, come faccio a non prendermela?
Ragazza, starai scherzando? Ma non vedi?
Il mondo è pieno di ragazzi come Hoseok, così comune
Hey, sul serio, quel tizio è così pieno di sé
Il mio cuore è tuo, vedo solo te
Oh cavolo, ma guardate cosa mi fa questa ragazza
Proprio non scherza, miseria!
Se continui così, mi manderai su di giri, il cuore fremente
Le mani tremanti, mi toglierai il respiro
Aspetta, ora ti piaccio? Anche tu lo senti senti, eh?
Ora anche il tuo cuore è pieno di Hoseokie Hoseokie
Ah, dopotutto, sei attratta dai ragazzi della Jeolla-do
Aspetta, di dove che sei, hai detto?
Da dove sei spuntata? Non vuoi dirmi il tuo nome? Sono davvero curioso Muoio dalla voglia di saperlo Da dove sei spuntata? Non vuoi dirmi il tuo nome? Oh, sono così curioso Muoio dalla voglia di saperlo
Anche mi dicessi che vieni dalla luna o una stella,
Non importa
Noi due siamo uguali
Sei una tipa a posto
Anche io sono un ragazzo parecchio tosto
Non possiamo che amare
Sì, io mi sto già innamorando
Da dove sei spuntata? Non vuoi dirmi il tuo nome? Sono davvero curioso Muoio dalla voglia di saperlo Da dove sei spuntata? Non vuoi dirmi il tuo nome? Oh, sono così curioso Muoio dalla voglia di saperlo
Anche se io sono di Busan e tu vieni da Gwangju
Non c'è molta differenza tra noi
Da Seoul all'isola di Jeju
Tutti amano, sai
Note:
¹ 누나 (nuna) è un appellativo/onorifico coreano che viene usato da ragazzi nei confronti di donne più grandi. Può indicare una sorella maggiore ma anche una donna con cui si è in rapporti stretti di amicizia, affetto o amore,
² 오빠 (Oppa): versione maschile di 누나 (nuna). Similmente, viene usato da ragazze con uomini più grandi, che possono essere fratelli maggiori o anche uomini con cui si hanno rapporti stretti d'amicizia, affetto o amore,
³ In originale, viene usato 깨물다 (mordere). È comunemente inteso in modo affettuoso per enfatizzare quanto si trovi tenero qualcuno o qualcosa, specialmente in relazione a bimbi o persone più giovani e pacioccose. Ad es: “아기가 너무 귀여워서 볼을 깨물어버리고 싶어” / “È una bimba talmente carina che le morderei le guanciotte”,
⁴ In originale, "궁디를 주차뿌기 전에 / Prima che ti tiri un calcio nel sedere": Si tratta di una battuta in dialetto (satoori) resa popolare da un comico in uno show del 2012 (궁디를 주 차삐까? / Vuoi che ti tiri un calcio nel sedere?). Nonostante suoni un po' violenta come espressione, in realtà il senso è fondamentalmente buffo e più generale, del tipo "vuoi una bella sgridata?", n.d.t.
⠸ ita : © Seoul_ItalyBTS | eng:  © doolsetbangtan © BTS_Trans⠸
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acciaiochirurgico · 4 months
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Treni
(non esiste amore a Napoli)
quando ero ragazzina ogni volta che mi trovavo in stazione ero pervasa dalla sensazione di libertà mista a quella della malinconia. guardavo i treni e pensavo che non fosse giusto che non potessi prenderne uno da sola, che non potessi andare dove volevo e mi sentivo ancorata. ogni treno aveva il nome del mio morosino del tempo, e fino qualche anno fa era ancora così. ogni treno mi dava quella bella sensazione a livello di stomaco come di brividini e budella attorcigliate che mi faceva fremere sul sedile. prativo ansiosa, e arrivavo a Napoli avvolta nel sole e più leggera perché finalmente ero dove volevo essere, chi volevo essere. pensavo mi piacesse viaggiare, invece volevo solo sentirmi di nuovo bene, viva. volevo solo sentire l'unica scossa che davvero mi faceva sentire qualcosa, giusto o sbagliato che fosse. adesso ho ventiquattro anni, ho preso un sacco di treni da sola e fatto da pendolare per anni. quel ragazzo ormai è solo un ricordo e nessun treno mi da più quella scossa che il mio cervello non ricerca ne richiedere più ma non ha dimenticato. sono su un treno anche in questo momento e mi sento.. stanca. mi sento senza forze, quasi annoiata. non guardo più fuori dal finestrino ascoltando canzoni dolci, forti, energiche. è diventata una cosa come un'altra, una di quelle ennesime cose che hanno perso la loro magia. questa è una cosa che mi spaventa da sempre: dimenticare i sentimenti, smettere di percepirli e per assurdo è la cosa che più di frequente mi capita, specialmente negli ultimi anni. io credevo che i progressi fatti fino ad ora fossero il mio treno per Napoli. che andare a vivere da sola, trovare una lavoro a tempo indeterminato, un ragazzo mi facessero sentire come a sedicianni mentre mi struggevo sui sedili di un freccia rossa troppo lussuosi per i miei calzoncini troppo corti e le mie calze strappate. e invece no. e invece no, credevo che vivere "bene" fosse la chiave per provare qualcosa, sentire qualcosa e invece io, quella sensazione di ignoto, di nuovo, di paura bella, non la sento più dall'ultima volta che sono tornata in lacrime in un minuscolo bagno traballante. io non sono mai contenta, felice. io non sono mai niente. quando rido mi sento così distante da quella reazione spontanea. mi esce una risata rumorosa, forte ma così lontana dalla mia pancia. mi sento sempre come in attesa di quel treno. "Arriverà" "arriverà" e poi anche quando arriva non risolve davvero nulla. credevo che fare le scelte giuste fosse la strada corretta per stare bene, ora invece mi sembra tutto così normale e spento, piatto. non credo dipenda dall'esterno, è qualcosa al mio interno. io vado a lavoro, torno a casa, sto col mio ragazzo -che per inciso è la persona più bella e gentile che abbia mai conosciuto- e poi tutto ricomincia il giorno dopo. sono infastidita dalla dolcezza, dal dire qualcosa di troppo dolce, da quando mi fa notare che sono stata più affettuosa del solito e penso "non può semplicemente apprezzare e stare zitto?" mi da fastidio tutto ciò che mi riconduce e cuce addosso delle sensazioni e delle visioni che non sono quelle che sento. perché io non sento e non mi sento. e mi ripeto in continuazione "passerà", "passerà", ma non passa mai. non voglio nemmeno più scappare, almeno la me sedicenne aveva il coraggio di prendere le sue scarpe più belle e andare via, lasciare tutto e non avere rimorsi ma io, io mi adatto, mi addomestico, mi arrendo ad una quotidianità che non sento mia perché "è giusto così". e quindi vai a lavorare, torna a casa ed esci con tuo moroso, non volevi questo? non volevi essere adulta? in regola? non volevi che tutti ti considerassero matura? non più una sprovveduta? non volevi questo?
e allora perché adesso non sei felice?
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sfiorisce · 11 months
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Giugno
Un anno e sette mesi fa era previsto che mi arrivasse un pugno in faccia.
Io mi sono detta, sai che c'è? Non mi importa. Gli ho voltato le spalle e sono andata per la mia strada.
Quel pugno per un po' ha provato ad inseguirmi poi ad un certo punto si è fermato e ha cominciato ad arretrare. Mi era sembrato strano, però ho pensato fosse meglio così.
Effettivamente non stava arretrando per allontanarsi da me, si stava caricando.
Un po' come quando, dopo aver incoccato la freccia, si tende l'arco.
Cosicché quando un anno e 7 mesi dopo sono stata costretta a girarmi, è arrivato.
Un pugno nello stomaco che portava con sé 1 anno e 10 mesi di relazione assieme a questo altro anno e 7 mesi in cui stava aspettando, tutto in una volta.
Ma poi si può sanguinare per una botta di così tanto tempo fa?
I miei occhi si sono annebbiati perché non ho più capito quale sia il senso di tutto quello che io abbia fatto in questo anno e 7 mesi, in quell'anno e 10 mesi e non ho capito niente di tutto quello che era successo subito prima. Mi sembra tutto un vortice violentissimo che da qualsiasi punto in cui io mi possa trovare mi prende e mi trascina sul fondo, al centro, dove in un aula studio del dipartimento di Matematica di Bologna, nel dicembre del 2019, un ragazzo con gli occhiali e un tatuaggio dei pink floyd mi dice "piacere, Bryan".
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paginedisperanza · 1 year
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Cose che ho imparato nel 2022 fino ad ora
Sei ricco solo quando hai una colonna romana in casa
Non c'è nulla di male nel mettere sè stessi al primo posto ogni tanto
I francesi ti parlarenno in francese, non importa in che lingua li approcci
Spesso la mia prima impressione delle persone è sbagliata
Avere due occhi aiuta a guidare dritti
Se non "metti la freccia" mentre vai in bici in Olanda, ti ricoprono di insulti
Mangiare all'aperto migliora un sacco l'umore
Ai manager piace il colore ciano
C'è gente che si piscia addosso ai rave
Esiste un linguaggio di programmazione che si chiama Julia
Le tasse sono davvero altissime
Arriva un momento dell'andare in palestra in cui fare upper body diventa più bello di fare lower
Dolce in siciliano si dice duci
I ventilatori sono un monopolio
Negli stadi i cellulari non prendono perché ce ne sono troppi
Forse la law of attraction non è una cazzata
La definizione formale di keyboard è "Principal method of data entry for text and numerical data"
Per certe persone 92 appuntamenti non sono abbastanza per capire se c'è interesse o meno
Le pagine di login dei siti di merda non mi lasciano mettere l'apostrofo nel cognome per evitare injections
Devo mangiare tante proteine
Le donne si cagano addosso quando partoriscono
Secondo gli ungheresi Napoli e Milano sono vicine
Le persone deludono sempre, perché d'altronde sono umane
Nei bar delle discoteche di Budapest vendono pizza al trancio
Ci si può bruciare sulla marmitta
Chi cambia davvero non ha bisogno di venire a dirtelo
Laurearsi costa soldi in più rispetto alla retta
I fondatori di startup fanno paura
I desideri espressi alla fontana di Trevi si realizzano sempre
Un problema è qualcosa di potenzialmente bloccante che va indirizzata ASAP (mai utilizzare questa parola)
Due ragazze che lo fanno con lo stesso ragazzo sono denominate sausage sisters
Laurearsi è bello
Dare le dimissioni è difficilissimo
Lo SPID serve per fare tutto, anche per fare lo SPID
Vicino al poli gli spritz hanno prezzi decenti
La Svizzera non mi piace
Ci si dimentica sempre quanto è brutto avere la febbre
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inconsueta · 1 year
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il mio ex fidanzato disse ad un amico che un giorno avrebbe voluto vedermi con qualunque altro ragazzo accanto tranne uno in particolare
mi fece male
malissimo
per più giorni consecutivi
ha distrutto quel poco che era rimasto in me
così mi vide con lui dopo un mese di sole sofferenze fatte e tirate con l’arco, con la freccia più affilata che potesse possedere
e per la prima volta ho letto sul suo viso di avergli fatto male
un male che ho ricevuto io sotto ogni veste differente
sotto ogni modo esistente
eppure per l’ennesima volta sono stata male io
al pensiero di avergli fatto male
non pensare mai di poterti vendicare in qualche modo
se l’anima buona sei tu
l’anima cattiva non si farà mai male abbastanza
possa tu riuscire ad eliminarla da ogni cosa esistente
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ludotecadispersa · 2 months
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FRAB. scrive a MARG. 8/02/24
IL VIAGGIO. IN VIAGGIO
verso, con, per.
verso?
con?
per?
Viaggiare, interminabile dilemma e contraddizione.
Lo ammiro ma non lo riesco ad incarnarla. Il ruolo della viaggiatrice. L'Essere libero per eccellenza. L'emblema di colei/colui che sa accogliere ciò che arriva, abbracciare l'imprevisto, farne esperienza, incontrare davvero ciò che è altro da sé. Non avere tempi, ritmi, programmi, ambizioni; doveri. 
O forse essere pieni di ritmi, programmi, ambizioni ma senza esserne vittima, senza che si trasformino mai in doveri ma solo in possibilità.
Ma se ti prendi una vacanza da ciò che è la vita quotidiana, 
da ciò in cui sei abituata a riconoscerti 
(un luogo, delle relazioni, dei lavori, delle abitudini, degli impegni) 
cosa accade? 
Ti puoi trasformare improvvisamente in viaggiatrice? 
O forse sei semplicemente in vacanza?
Un vacanziera.
ODIO LA VACANZA 
Non contemplo il concetto di ferie perché non ho un impegno dal quale dovermi prendere una vacanza. 
Provo una sensazione di incongruità: non è giusto quello che sto facendo. Il privilegio della vacanza. 
Ad ogni viaggio - o vacanza che sia - arriva il momento del rubinetto che non riesco a tener chiuso. Piango, come una bambina che non sa bene perché lo sta facendo. 
Forse sono capricci, proprio come quelli di bambina. 
Eppure è così vero. È il pianto che proviene da una fitta interna. Forse da quella che è la mia ferita. Piango ancor di più perché non vorrei piangere. 
Lo sento, il capriccio. Eppure è così vero.
Tu soffri mai la possibilità di essere in viaggio (o vacanza che sia)? 
La mia vita è fatta di privilegi, di continue scelte e possibilità che mi permetto di seguire senza sofferenza. 
Questa condizione invece – il viaggio - mi apre un varco interno che non riesco a nascondere. 
In vacanza non posso nascondermi dentro il fare quotidiano. 
Tutto ciò che tengo nei mie abissi riemerge come acqua bollente, sporca e schiumosa.
SONO IN CONTINUA CONTRADDIZIONE
La mia vita è il mio viaggio. Una quotidianità costantemente in preda all'incertezza, al dubbio, alla scelta, alla fatica. 
La quotidianità: zona di confort. Il mio confort non è mai confortevole però. 
E però, nell'inconfortabilità della mia quotidianità mi riconosco. 
Pensiero contorto: trovo sicurezza nell'inconfortabilità della mia vita quotidiana.
SICUREZZA
Da cosa devi sentirti sicura?
Quale paura nascondi?
Sicurezza. Un concetto da brividi. Mi fa pensare al controllo, all'immobilità.
Radicalmente mi posiziono contro qualsiasi modalità/sistema/politica basata sulla sicurezza. Idealmente. 
Eppure..... 
Ho un corpo dove il sangue scorre lento, è freddo, spesso quasi immobile. I miei muscoli rifiutano qualsiasi movimento rischioso. Sono figlia di un educazione a rischio zero, sicuramente.
Ah di nuovo contraddizione.
Quanto vorrei correre in una discesa di sassi rotolanti senza paura di scivolare, immergere la faccia tra la schiuma delle onde del mare senza paura di annegare, camminare sulla cresta di un monte senza paura di cadere. 
Devo correggermi, il punto non è quanto vorrei farlo, perchè obiettivamente IO LO POSSO FARE.
E spesso mi trovo e ritrovo a farlo. ma....quanto vorrei goderne. Ecco si, quanto vorrei goderne!
Sono figlia di un educazione a rischio zero, sicuramente. 
Non riesco a scrollarmela dalle pareti del mio cervello, dalle membrane del mio cuore.
Sono in viaggio, o vacanza che sia, sono libera di essere tutto. 
Soffro - immobile - mi sento un nulla incapace di essere qualcosa, incapace di accogliere le occasioni di gioia.
Non gioisco di nulla, rifiuto tutto, spero non accada niente, che nessuno pretendi da me uno sforzo in più.
L'unico sforzo che metto in campo è quello di non cadere nel baratro dei miei pensieri; dell'autoflagellazione.
Ma sono triste.
Me lo chiede anche un ragazzo marocchino al largo di una grande spiaggia, mentre cammino nella speranza che il vento spazzi via questa nube tossica che mi annebbia. E' una freccia infuocata di verità sentire che uno sconosciuto guardandoti velocemente in viso ti chiede perché non sei felice.
Tu sai riconoscere la tua felicità? 
Sai godere?
GODERE
Di cosa godi? 
Io godo di solitari autocompiacimenti. Godo dei miei lavori stakanovisti. Godo di essere circondata, instaurare relazioni - o possibili relazioni - con diverse persone che ammiro.           Ammiro la libertà, ammiro la radicalità, ammiro la bontà, la generosità, ammiro il saper fare autonomo, ammiro il saper pensare autonomo. 
A te t'ammiro.
Tu cosa ammiri?
Ti ammiri?
Vedo gli altri più veri, autentici, felici - perchè sanno cosa sono e non pretendono di essere altro.
Vedo le persone fiorire in volto quando è così.
E' così facile spegnere la luce dal viso?
Pensavo che l'annientamento stava nell'alcool, nella droga, nella violenza. Invece..
La vera tossicità è il volere sempre altro da sé.
CONTRADDIZIONE
La mia felicità sta in una vita low profile senza ambizioni? Un Perfect Days di Wim Wender. Probabilmente è la mia risposta. Annientare il pensiero ma godere di serenità.
Ma per fortuna o purtroppo credo nella bellezza dell'utopia, di immaginare possibilità altre per un mondo troppo malato.
Di nuovo CONTRADDIZIONE: 
può essere davvero una cura quella di non ambire, non immaginare, non fantasticare?
Per non soffrire
Ho scoperto l'esistenza di una pratica palestinese del girovagare. SARHA “girovagare liberamente, a piacimento, senza limiti di tempo e spazio, senza meta.  Lasciarsi andare; uno sballo senza droghe” (R.Shehadeh, Il pallido dio delle colline) CONTRADDIZIONE delle CONTRADDIZIONI. Pratica del popolo ad oggi più controllato, oppresso e violentato che ci sia. Io nella mia vita ho il privilegio di farlo, l' ho incorporata come pratica identitaria. Ma ne so ascoltarne il piacere? Non so come fare a godere.
SOGNARE
Come si fa?
Noi crediamo nella forza dell'immaginazione e del suo potenziale rivoluzionario. No? Ah quanto ne parliamo! Ci credo davvero a questa affermazione. Vorrei praticarla. Ma è faticoso. Penso che è faticoso perchè è un fare collettivo.
Non è il semplice fantasticare. Perchè penso di essere molto brava in quello. Perdermi nei segreti dei mie pensieri e rigirarli come una frittata che sembra non cuocersi mai e, alcune volte, bruciarsi subito.
Rêverie il mio passatempo per eccellenza!
Ma nell'impegno collettivo non so. La generosità di darsi per davvero!
Penso che una delle più belle frasi del mondo sia: VIETATO CALPESTARE I SOGNI!
Frasi di bambine che mi fanno sperare che ancora qualcuna lotterà per un mondo migliore.
Tu cosa sogni?
Io sogno solo di notte. Lì ancora tutto si muove indisciplinatamente.
Ultimamente sogno solo di aver paura. Di dover scappare da qualcosa o qualcuno che mi giudicherà e mi punirà.
Ieri ho pensato che vorrei mollare tutto e andarmene in qualche zona di confine a collaborare con chi cerca di aiutare le persone che attraversano il Mediterraneo.
Perché mi fa schifo pensare a quanta energia utilizzo per riflettere sulle mie cazzate quando il Mondo brucia di dolore.
Pensa un po', un altro pensiero di malato tentativo di cura per la mia serenità d'animo, per il mio appagamento.
Arrivare fino a ciò. Ancora egoismo e auto centratura?
Di nuovo; Nell'impegno collettivo non so.La generosità di darsi per davvero!
Ho paura di essere svelata, di rimanere a nudo, di non avere più niente.
E così mi rannicchio sempre più dentro me stessa. Passo il tempo da sola. Racconto la verità solo a me stessa. E mi fa male come un punteruolo che preme sulla carne viva.
Sognare collettivamente
è
sprerimentare la materializzazione di possibilità
è
praticare davvero l'altruismo.
proviamo a farlo per davvero?
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lamilanomagazine · 10 months
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Incidente di Casal Palocco, la Lamborghini degli youtuber a 124 km orari prima dell'impatto con la Smart
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Incidente di Casal Palocco, la Lamborghini degli youtuber a 124 km orari prima dell'impatto con la Smart. È l’ordinanza con cui il gip di Roma ha disposto i domiciliari per Matteo Di Pietro a far emergere nuovi dettagli sull'incidente di Casal Palocco (Roma). Prima dello schianto, costato la vita al piccolo Manuel Proietti, la Lamborghini con a bordo gli youtuber viaggiava ad oltre 124 km orari. Il suv, dunque, immediatamente prima dell’impatto, era lanciato ad una velocità folle. Secondo i dati del gps, citati nel provvedimento di indagine di Carabinieri e Polizia locale, “il Suv al momento di imboccare Via di Macchia Saponara alle ore 15:38 si fermava”. Poi, dopo aver imboccato la via, “riprendeva corsa raggiungendo in soli 14 secondi la velocità di 124 km/h immediatamente prima dell’impatto”. L'assenza di tracce di frenata - precisa il giudice - “dimostra verosimilmente che la decelerazione improvvisa e rapidissima è stata conseguenza dell'avvistamento dell'auto in prossimità del punto in cui si è verificato l’incidente”. L’indagato, dunque, “per colpa consistita in negligenza, imprudenza, imperizia e inosservanza delle norme sulla circolazione stradale ha tenuto una velocità eccessiva”. Questa la causa per cui “non riusciva ad arrestare tempestivamente il veicolo e andava a collidere, travolgendola, contro la parte laterale destra dell'autovettura Smart che proveniva dal senso opposto di marcia e aveva intrapreso una svolta a sinistra”. Per il gip, inoltre, la madre del piccolo aveva “inserito la freccia prima di svoltare”, così come riferisce l'autista di un bus Atac. “La manovra effettuata dalla Smart - per la svolta in via Archelao di Mileto - era stata molto rapida, senza esitazione, cosa che induce a ritenere che la conducente non avesse visto o non si fosse accorta dell'arrivo della Lamborghini, che a sua volta non aveva tentato di frenare”. Ma c’è di più. Tra le tante testimonianze riportate, oltre a quelle utili insieme alle perizie per ricostruire l'impatto, anche alcune che hanno dato conto degli istanti dopo l'incidente. “C'è un uomo che dice di avere sentito un ragazzo dell'età di circa 20/25 anni (...) che, avvicinatosi, dice: ‘Non ti preoccupare pagheremo e sistemeremo tutto’”. Parole pronunciate, secondo il teste, sulla scena dello schianto, quando il piccolo Manuel era già gravissimo. Sarebbe morto poco dopo.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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basidellislam · 1 year
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ISLAM 101: Il Tuo Cibo e Le Tue Bevande: Parte 3
La caccia in base alle norme islamiche
La caccia è consentita per gli animali le cui carni sono lecite e che non è possibile altrimenti catturare e macellare islamicamente, come gli uccelli (non carnivori) che vivono liberi, cervi, lepri, ecc.
Vi sono tuttavia alcune regole da rispettare:
- Il cacciatore deve essere un Musulmano o appartenente alla Gente del Libro, dotato di discernimento e avente l’intenzione di cacciare nel rispetto delle regole islamiche. Non è lecita (halal) la cacciagione procurata da un idolatra o uno squilibrato.
- L’animale cacciato deve appartenere alla categoria di animali selvatici che fuggono l’uomo e non possono quindi essere macellati normalmente; non è quindi lecita la caccia di animali come la gallina, la pecora, la mucca.
- Lo strumento di caccia deve essere adeguato (la freccia appuntita o i colpi dell’arma, ecc.), ma l’animale ucciso con un oggetto pesante (ad esempio una roccia) non è lecito a meno che la persona riesca a macellare l’animale prima che questo muoia per il colpo ricevuto.
- Deve essere menzionato sull’animale il nome di Allah, dicendo Bismillah (nel Nome di Allah) prima di sparare o lanciare la freccia o simili.
- Se l’animale colpito resta in vita, si deve procedere con la macellazione.
- La caccia è permessa nell’Islam solo per necessità di cibo. Uccidere un animale per divertimento, senza la finalità di mangiarlo, è illecita.
Buone maniere nel consumo del cibo e delle bevande
Allah, gloria a Lui, ha prescritto alcune norme di buon comportamento nel consumo di cibo e bevande. Tali norme emanano la saggezza divina e servono all’uomo per ricordare la beneficenza del suo Signore, per proteggersi dalle malattie, per evitare sprechi ed eccessi.
Alcune di queste norme:
- Non è consentito il consumo di cibi o bevande in recipienti d’oro o d’argento o rivestiti d’oro o d’argento, perché questa è una forma di eccesso e spreco e rappresenta un’offesa per i poveri. Ha detto il Messaggero di Allah (pace e benedizioni di Allah su di lui): “Non bevete da una coppa d’oro o d’argento e non mangiate in piatti di questo tipo: essi sono per i miscredenti in questo mondo e per noi nella vita futura” (Bukhari 5110, Muslim 2067).
- Lavarsi le mani prima e dopo il pasto, particolarmente se sporche e se tracce di cibo restano sulle mani alla fine del pasto.
- Pronunciare il Nome di Allah (dicendo Bismillah) prima di cominciare a mangiare o bere. Ciò col significato di chiedere la benedizione e l’aiuto divino. Se ci si dimentica di fare ciò e ci si ricorda dopo aver già cominciato a bere o mangiare si dovrà dire: Bismillahi awwalihi wa akhirih (nel Nome di Allah all’inizio ed alla fine). Una volta il Profeta (pace e benedizioni di Allah su di lui) vide un ragazzino che mangiava senza rispettare le buone norme, quindi gli insegnò: “O ragazzo, pronuncia il Nome di Allah, mangia con la mano destra e mangia quel che è dinanzi a te” (Bukhari 5061, Muslim 2022).
- Mangiare e bere con la mano destra. Ha detto il Profeta (pace e benedizioni di Allah su di lui): “Non mangiate con la sinistra perché Satana mangia con la sinistra” (Muslim 2019).
- È raccomandato non mangiare o bere stando in piedi.
- Si deve mangiare il cibo che è vicino a noi, non quello che sta di fronte ad altre persone, perché questo sarebbe un atto di maleducazione; perciò il Profeta (pace e benedizioni di Allah su di lui) disse: “… e mangia quel che è dinanzi a te”.
- Se qualcosa del cibo cade a terra, è bene raccoglierlo, pulirlo e quindi mangiarlo; ciò per rispetto della beneficenza di Allah e per il cibo in particolare.
- Non si deve criticare o disprezzare alcuna forma di cibo. Lo si mangi e apprezzi oppure lo si lasci senza dire nulla. Il Profeta (pace e benedizioni di Allah su di lui) non criticava mai il cibo: se gli piaceva lo mangiava, altrimenti lo lasciava (Bukhari 5093, Muslim 2064).
- Si devono evitare eccessi nel cibo, in quanto ciò provoca malattie e pigrizia. La moderazione è sempre l’atteggiamento migliore, come ha detto il Profeta (pace e benedizioni di Allah su di lui): “L’uomo non riempie un recipiente peggiore che il suo stomaco: pochi bocconi sarebbero sufficienti, ma se proprio vuole mangiare di più, allora deve riempire il suo stomaco con un terzo di cibo, un terzo di bevanda, e lasciare un terzo per respirare agevolmente” (Tirmidhi 2380, Ibn Majah 3349).
- Al termine del pasto si deve dire: Al hamdu lillah (Lode ad Allah), per lodare e ringraziare Allah della beneficenza ricevuta e di cui molte persone sono prive. Si può anche dire in modo più completo: Al hamdu lillahi-l-ladhi at’amana hadha wa razaqanihi min ghayri hawlim-minni wa la quwwah (Lode ad Allah che mi ha nutrito con questo cibo e me ne ha provvisto senza forza né capacità da parte mia).
Il Profeta (pace e benedizioni di Allah su di lui) disse “Allah è compiaciuto di uno tra i Suoi servi che mangia qualcosa e Lo loda per ciò che ha mangiato e beve qualcosa e Lo loda per ciò che ha bevuto.” (Sahih Muslim 2734)
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dilebe06 · 3 years
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Mr Queen: il viaggio è stato meraviglioso anche se la destinazione era pessima.
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Non posso negare di aver dato il mio cuore a questo drama. Lontano dai soliti drama storici - che mi sembrano sempre tutti uguali - Mr Queen mostra una trama con un perfetto mix tra commedia e dramma. 
La trama è avvincente, il cast è bravissimo, i due lead hanno una chimica spaventosa con questa tensione sessuale che porta inevitabilmente a shipparli in modo ossessivo e spudorato. Anche le OST, i personaggi secondari, la fotografia e ambientazione sono risultate perfette. 
Ed infatti ero pronta a dare 10 a questa serie.
Poi è arrivato l’episodio finale e tutto è crollato come un castello di carte. 
Mr Queen vince a mani basse, il Premio come Peggior Finale. E non per una questione di gusti, ma proprio come è stato gestito il tutto: confusionario, illogico e molto paraculo. Ed è questo quello che mi fa più male. Vedere una serie che fino al 19° episodio merita l’Olimpo.... sfracellarsi al suolo peggio della fetta biscottata caduta sul lato sbagliato. 
Ed è proprio del finale problematico che voglio parlare:
La Regina Originaria si ammazza all’inizio della serie. Dopo aver capito che il mondo non è una favola e che il Re la odia, anzichè fare qualcosa per cambiare le cose, molla tutto e si suicida. Volta quindi le spalle al Re, alla sua famiglia, alle sua cameriere, al suo status. Teoricamente quindi, quello che accade nella storyline di Joseon non è più di suo interesse poichè lei volontariamente, ci ha rinunciato. 
Il suo corpo viene quindi posseduto dallo Chef, che presenta caratteristiche completamente diverse dalla Regina Originale. E questo lo possiamo ben capire in due momenti: 
quando la Regina scaglia la freccia sul Cugino dichiarando che la Regina Originale non avrebbe mai fatto tale cosa e brontolando il ragazzo per non esserti accorto che la Regina che lui amava tanto, era cambiata. 
quando il Re - nel finale - prende in mano il Dizionario della Regina, domandandosi “se si era perso qualcosa”, riferendosi chiaramente al cambio di carattere della Regina.
La Regina Originale però non è morta. La sua anima è ancora nel suo corpo...solo che ciccia fuori unicamente quando c’è da ingropparsi il Re. Probabilmente la suddetta va in calore come le gatte. Altrimenti non capisco perché non venire fuori quando c’era da controbattere ai ministri, alla second lead o alla Regina Vedova Jo. Oppure quando c’era da risolvere il banchetto andato a puttane del Re. 
Per dirla in modo breve, la Regina Originale rimane silente e nascosta per l’intera seria, diventando una spettatrice come noi e osservando come lo Chef rimette a posto tutta la sua vita.
Nell’episodio finale poi, l’anima dello Chef torna al suo posto e finalmente la ragazza riprende il possesso del suo corpo, trovandosi la strada praticamente spianata. Mentre lei era in fuga - d’altronde ricordo per i meno attenti che questa serie ha come sottotitolo “ lo scandalo dell’anima in fuga della Regina” - lo Chef gli ha magicamente risolto tutti i problemi: il Re la ama, la second lead ha mollato il Re, i ministri non sono un problema, suo marito ha preso il potere e le due Regine sono mandate in isolamento. La favola che si avvera praticamente. 
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Sapete cosa mi sembra? Mi sembra come quando devi dare un esame e ti iscrivi a tuo nome...ma la prova la fa tuo cugino al tuo posto, che è più bravo di te. 
Quello che ne esce fuori è una Regina Originale che diviene la protagonista della storia negli ultimi minuti della serie. Da personaggio secondario a lead. E la serie vorrebbe che io fossi felice dell’happy ending che mi si sbatte davanti alla faccia. 
Io non sono felice. Proprio per niente. Se volevano che io sentissi qualcosa per la Regina Originaria e che facessi il tifo per lei, avrebbero dovuto:
mostrarla di più
farmi vedere il suo percorso di crescita
Perchè è facile - come ho letto in giro - dire che “ lo Chef ha aiutato la Regina Originaria a tirar fuori la fiducia in se stessa “ quando questo percorso non viene mostrato. Se lo Chef avesse mollato il corpo della Regina Originaria prima, tipo quando si viene a sapere che il Re è morto, e avessero costretto la Regina Originaria ormai senza Chef, a mettere in pratica quello che lo Chef gli ha insegnato, avrei capito. Ma come si può dire che la Regina Originaria ha affrontato un percorso di crescita e che quindi merita di stare affianco al Re, quando non ha mai effettivamente combattuto per ottenere quel posto? Si è ammazzata. Ha volontariamente detto di no.
Questa storia della Regina Originaria mi puzza tantissimo di happy ending forzato. Ma sopratutto di paraculaggine, quando le fanno dire che “ lo Chef l’ha aiutata a mostrare la sua vera natura”, che a quanto pare dovrebbe essere quella di una donna arrogante, presuntuosa, maleducata, sboccata, incoerente e focosa. rido per non piangere Cosa che chi ha visto la serie, sa che la Regina Originaria NON è. 
Potrei quasi ammirare il tentativo maldestro degli sceneggiatori di giustificare l’happy ending finale tra il Re e la Regina Originaria, traslando il carattere - dire parolacce -  dello Chef sulla ragazza e trovando mille scuse. 
L’altra grande problematica è la storia d’amore. ‘Mo:
Il Re era innamorato dello Chef e queste sono parole sue. Quando si dichiara dice espressamente che ama le caratteristiche che corrispondono alla sua anima: l’essere maleducato, arrogante ecc ecc... questo è lo Chef, non la Regina Originaria. 
Ovviamente il Re non è uno scemo e se il Cugino della Regina Originaria ha capito che sua cugina era diversa, anche il Re - come si vede infatti - capisce che la donna che gli si para davanti non è più la donna a cui si è dichiarato. 
[prima dicono che la Regina Originaria ha la natura simile allo Chef...e poi mostrano il Re che trova sua moglie cambiata. Per dire come l’hanno gestita bene.]
Per 19 episodi tu vedi come lo Chef piano piano, si innamora del Re, aiutato anche dalla Regina Originale da sempre fan di Sua Maestà. Per lui, combatte la sua sessualità fino a che decide di non combattere più e lasciarsi andare a questa storia d’amore. 
Ma sul finale la storia d’amore finisce - o almeno questo è quello che succede per me - perché lo Chef torna nella sua epoca ed il Re si ritrova con una moglie che ha caratteristiche diverse rispetto a prima. 
La serie poi si conclude con questo happy ending d’amore tra la Regina Originale ed il Re, ma tu spettatore sai che l’anima che il Re ama è quella dello Chef, solo che la serie vuole darti per forza ‘sto happy ending romantico tra le due Maestà. 
Ed è questo quello che non ho sopportato. Avrei preferito un finale drammatico dove crepano tutti, piuttosto che sentirmi imboccata da questo falso happy ending dove pare che tutto vada liscio ma in realtà è andato tutto a puttane. 
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Dove dovrei sentirmi empatica e contenta per la Regina Originaria che ottiene tutto quello che ha sempre voluto, senza aver combattuto per prenderselo. Dove il Re che ama la Regina che lo tratta male e che gli dice parole a lui sconosciute, sente che quella donna non è più lei ma pare che la sceneggiatura gli dica di essere felice. Dove lo Chef torna alla sua epoca vedendo la storia del Re non come un grande amore, ma come se fossero stati semplicemente amici. 
Delusione. Delusione totale.
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Da Starbucks con JK
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Sei nella stessa posizione da ore: gli occhi bruciano ogni volta che passi al rigo successivo, senti che il tuo collo potrebbe spezzarsi in due e cadere sul libro da un momento all’altro e le dita, seppur macchiate di ogni genere di inchiostro possibile, palesano un doloroso rossore. Non sai bene da quanto tempo te la stia prendendo con l’elastico per capelli, come se questo fosse la diretta causa del tuo stress, ma era l’unica opzione che non desse troppo fastidio al tuo compagno di studio o a chiunque altro non fosse in quella caffetteria con voi. E poi non ci tieni proprio a ricevere un’altra occhiataccia dal tipo di mezz’età tutto incravattato per bene; hai letto nel suo sguardo la voglia di infilarti la penna a scatto nella gola abbastanza chiaramente da non voler constatare se sia davvero in grado di mettere tale desiderio in atto.
Sei concentrata e nulla potrebbe distrarti dal tema che stai preparando per la classe di domani: né lo sguardo truce di un impiegato, né la porta cigolante del bagno che si apre e nè tantomeno la mosca che trova nel tuo braccio un ottimo appoggio dove riposare e riprendersi dalla giornata afosa che impazza al di fuori dello Starbucks e dalla sua benedetta aria condizionata. Ma qualcuno ci riesce. Lo stesso ‘qualcuno’ che si è alzato dal suo posto un paio di minuti fa e del quale non ti sei minimamente accorta di aver perso le tracce. Cominci a guardarti attorno e la piccola compagna alata vola via, indicandoti la via da percorrere con gli occhi per ritrovare quel idol che tanto ama andarsene in giro come se non fosse per niente conosciuto a livello mondiale. Gli avrai pur detto che il Sud Africa non è certo la Corea o l’Europa ma lui resta comunque una diamante tra un mucchio di zirconi. Perché paragonarlo ad un elefante non ti salterebbe in mente nemmeno per dar vita ad una metafora.
Ma Jungkook non riuscirebbe a passare inosservato nemmeno se lo volesse e molte volte, purtroppo, è proprio quello che succede. La sua aura sprigiona un’energia troppo forte per essere ignorata. Come ora, ad esempio. Si dirige verso il vostro tavolo reggendo entrambe le bevande con una mano ed un piattino con sfiziosi donuts iper-zuccherati con l’altra, eppure -nella banalità di quel gesto- noti il cassiere non staccargli gli occhi di dosso.
Le cannucce che regge nella bocca gli danno l’aria di un tricheco dai lunghi baffi ed è così che spieghi la curiosità dello staff ed allo stesso tempo la scomparsa delle rughe da tensione che ti si formano sulla fronte quando studi troppo.
“Si dice ‘baie dankie’, giusto?” E lo senti, il cuore, morire per due semplici paroline nella tua lingua madre che mai avresti pensato potessero farti questo effetto. Lo avrai detto trilioni di volte e sentito dire altrettante nella tua breve vita ma c’è qualcosa nel modo in cui lo pronuncia lui che lo rende speciale e gli dà un nuovo, dolce, adorabile significato. Pensare che fosse preoccupato per il modo in cui aveva risposto al dipendente dietro la cassa non rende il lavoro più facile per il tuo miocardio che con tenacia tenta di non ridursi totalmente in poltiglia.
“Baie dankie” ripeti non avvicinandoti neanche lontanamente alla sua tenerezza nel dirlo.
“Oh, l’ho detto male?”
“No, no, no! Intendevo sul serio dire ‘grazie’. A te. Per aver preso tutto questo.” Riposizioni gli occhiali da lettura sul naso, presa da un improvviso colpo di timidezza. “La tua pronuncia era impeccabile.” Come ogni qualsivoglia volta provi a fare qualcosa, da bravo Golden Maknae quale è.
“Merito della mia insegnante” replica orgoglioso spingendoti in giù gli occhiali in un gesto giocoso e che vuole andare ben oltre all’apparire un ragazzino combinaguai. “Basta studiare, su!” Traduce poi in parole concrete il messaggio subliminale. “Hai bisogno di una pausa. Mangia qualcosa.”
“Finisco soltanto questo paragra-” ma prima che tu possa continuare a sottolineare i punti salienti, ti ha già sfilato da sotto il naso l’evidenziatore per bilanciarlo sopra il suo orecchio adornato da cerchi argentati, provocatore come solo il peggior studente sarebbe. Hai smesso di minacciarlo con lo sguardo ormai da tempo; è ormai un paio di mesi che sembra esserne immune. In tutta risposta arriccia il naso per disarmarti completamente e mettere a tacere una volta per tutte ogni insorgente ribellione da parte tua. Ma, ora che ci pensi bene, hai ancora una freccia al tuo arco da scagliargli contro: carichi l’elastico tra il medio e l’indice e lo rilasci come con una fionda. La molla gli arriva sul petto e lo fa sobbalzare sulla sedia attirando come una calamita un’altra occhiataccia dell’uomo alle sue spalle che a malapena riesci a vedere per via delle spalle larghe di Jungkook.
Si strofina la maglietta nera nel punto in cui è stato colpito, massaggiandosi il pettorale come se gli avessi effettivamente fatto qualcosa. Non ci credi nemmeno per un secondo. E quella faccia sconvolta non dura più di un battito di ciglia che si trasforma ben presto in una smorfia vendicativa e diabolica. Fa eco dei tuoi gesti e carica lo stesso elastico tra le dita, puntando platealmente alla tua fronte. Non capisce quanto possa essere pericoloso: maneggiato da lui potrebbe perfino diventare pericoloso-da-pronto-soccorso. Fai perciò delle tue braccia una roccaforte e ti servi del tavolo per avere maggiore copertura, aspettando che il colpo arrivi. Perché sai quanto lui sia capace di farlo e di come non si faccia scrupoli.
Uno.
Due.
Tre.
Niente.
Arrivi fino a dieci prima di prendere coraggio per dare una sbirciatina fuori dalla barriera di muscoli che hai tirato su. Dalla breccia scorgi gli enormi occhi da cucciolo del tuo ragazzo a due centimetri dai tuoi, brillanti come una galassia di stelle calde ed eterne. Un paio di ciuffi scuri gli adornano la fronte ed il naso tocca quasi il tuo avambraccio e sebbene non riesci a vederlo, sai che si sia sporto sul tavolo per raggiungerti. Beh, che dire: sei grata che dietro di lui, a godere della vista, ci sia quel musone pinguino rompiscatole e non qualcun altro che avrebbe decisamente voluto apprezzarne meglio le rotondità.
“Non potrei mai fare del male alla mia insegnante” dice ruffiano inclinando il capo. “E poi la tua pelle è così delicata che ti resterebbe il segno fino a Natale.”
“Natale è tra due settimane” precisi con un sorrisetto che gli fai ben vedere ampliando di proposito il varco. Lo conosci abbastanza da sapere che intendesse alludere ad un periodo ben più lungo di quattordici miseri giorni per un tuo livido ben assestato.
“Aish, dimentico sempre che qui l’inverno è caldo ed il freddo arriva con l’estate!” Ruota gli occhi facendoti ridere del clima del tuo stesso Paese. “Sai cosa? Dovremmo approfittarne per fare un giro in spiaggia. É una bellissima giornata di dicembre e dovremmo passarla a bruciarci i piedi sulla sabbia e vivere nell’ansia di non scottarci sotto il sole cocente. E parlo specialmente di te.”
Ti convinci che la guerra sia finita ed esci dal tuo guscio, prendendo seriamente in considerazione quella proposta. Perfino la parte in cui torni a casa con lo stesso colore di un gambero arrostito.
“Se vai in spiaggia con quella maglia, attirerai tutta la luce del cosmo e ti verrà un’insolazione da paura.” Constati indicando il nero indumento del ragazzo, drammatizzando un tantino il tutto.
Sei genuinamente preoccupata per lui: devi riconsegnarlo alla HYBE sano e salvo. Non vuoi che ti vietino di averlo tutto per te, lì, in futuro. Non ci tieni proprio. Per questo sei sempre così severa con le lezioni d’inglese e super paranoica anche quando lui sembra non crearsi minimamente di questi tossici pensieri. Questo è un test da parte della compagnia per valutare se sia saggio fidarsi di voi e dell'anonimato che il suo nome pare ancora avere nel tuo Paese e nulla avrebbe mandato a monte i tuoi sforzi.
“Vorrà dire che me la toglierò, allora” rimbecca facendo spallucce, annientando la malizia con una falsa aria innocente. E tu in tutta risposta ti senti avvampare ma non è una battaglia che puoi lasciargli vincere.
Raccatti le tue cose dal tavolo e ficchi tutto dentro lo zaino che ti accingi a chiudere.
“Non ti stai dimenticando qualcosa?” E come se fosse anche diventato un mago professionista da tre secondi a quella parte, estrae l’evidenziatore giallo dal tuo orecchio. Non sai come abbia fatto a teletrasportarlo dal suo fino al tuo ma molti dei suoi gesti e comportamenti restano per te un mistero. E va benissimo così; alimentano l’ammirazione ed l’attrazione che provi nei suoi confronti.
Lo fa cadere all’interno e ti lascia serrare la zip, impegnandosi al meglio per ripulire anche la sua area e lasciare la superficie del tavolo pulita ed ordinata. Caricate così entrambi gli zaini sulle spalle, recuperate il cibo e le bevande con le mani libere e vi avviate verso l’esterno, lasciandovi dietro l’atipica struttura in legno chiaro che lo Starbucks di Camps Bay vi offre.
Attraversate con attenzione (tu per lo più) la strada e giungete ben presto sotto l’ombra delle palme di Camps Bay Beach, prendendo con piacere un grande respiro di aria calda e salata dopo aver nauseato il vostro olfatto con aroma di caffè e panna montata per tutta la mattina.
Passeggiate per non più di una decina di metri quando lui esordisce con un ‘Non mi piace così’ seguito da un broncio capriccioso.
Non capisci a cosa si riferisca ma ti fermi per dargli un’occhiata: magari ha davvero troppo caldo e, carico di libri sulle spalle com’è, non pensa sia la condizione l’ideale per una passeggiata di piacere. E concorderesti con lui se non fossi a conoscenza dei suoi disumani allenamenti tra prove e notti in palestra. Perciò dev’essere qualcos’altro.
Aspetti seguendo i suoi gesti con curiosità ed anche una punta di sospetto: non si può mai stare sicuri con con il signorino Jeon. L’improvvisato ingegnere approfitta della breve sosta per posare il donut sulla copertura bombata del suo americano in ghiaccio ed assicurandolo attorno alla cannuccia verde. Ti invita a fare lo stesso con lo sguardo, aiutandoti come può a sorreggere il tutto, dopodiché ti afferra la mano, un sorriso sornione stampato in faccia.
“Molto meglio” gongola compiaciuto del suo colpo di genio stringendola ancora di più e riprendendo a camminare. Quando tira su un sorso dalla cannuccia gli si appiattiscono le guance, risaltando le labbra, ed a questo punto non sei più sicura se sia più adorabile o solo sexy.
“Come dovrei fare adesso a mangiarlo, scusa?” Domandi scettica studiando la struttura zuccherina che ha ideato per voi.
“Mordi tutto intorno senza toccare il centro. Lasci quel pezzo per ultimo ed il gioco è fatto” dice da stratega. “Guarda, così!” Ti fa vedere addentando il donut e lasciando intatto il buco nel mezzo, proprio come aveva indicato qualche secondo prima. La punta del naso si ricopre della lucida patina di glassa ma non sembra curarsene e continua a masticare vistosamente, enfatizzandone la bontà. Se il suo scopo è quello di farti venire l’acquolina in bocca, bravo, ci sta riuscendo a perfezione.
Muovi la mano intrecciata alla sua per liberargli la faccia dall’appiccicume dello zucchero ma lui non ha alcuna intenzione di mollare la presa: resta aggrappato al tuo palmo aperto con le dita, permettendoti comunque, benomale, di rimediare almeno un pochino al dolce disastro che ha sul viso.
“Non te ne frega proprio niente di essere in pubblico, non è così?” Incalzi sforzandoti di non ridere e perdere credibilità. Ami il fatto che lì si senta al sicuro e così a suo agio da non preoccuparsi di probabili occhi indiscreti attorno a lui ma il tuo lato protettivo ti frena dal condividere apertamente questa sensazione.
“Non quando sono con te.”
“Non quando non siamo in Corea” lo correggi con una punta di amarezza che legge tra le tue parole come un libro aperto. “O in qualsiasi altro luogo in cui non vieni assalito ancor prima di mettere il tuo appiccicaticcio naso da donut fuori dalla porta di casa.”
“Saam met jou is my gunsteling plek om te wees” ti ammutolisce con l’esecuzione perfetta di una frase di senso compiuto nella tua lingua madre la quale, da quanto ne sai, non ha nemmeno cominciato a studiare. Ma, da straordinario studente quale è, non si ferma certo lì. “Ek is baie meer myself wanneer ek by jou is” prosegue quindi, barcollando tra le ultime parole, affidandosi alla sua memoria che di fatto non lo tradisce.
Tutto in te si ferma: dal respiro alla mano al lato del suo viso, dal processare quanto tu stia ascoltando all'assorbire il pieno significato di quanto ti stia confessando. 
Sbatti le palpebre e speri che questa sia una reazione sufficiente a fargli capire che sei viva a malapena. E vorresti con tutto il cuore che fosse sufficiente a fermarlo ma non lo è perché ciò che arriva dopo è ancora peggio e ti colpisce in pieno come un treno. E tu, povera illusa, che credevi che darti del suo posto preferito fosse il massimo che la cima del monte e che più in su non si potesse giungere.
“As ek weet wat liefde is, is dit as gevolg van jou.”
Se so cosa sia l’amore, è grazie a te.
E non appena coglie lo scintillio nei tuoi occhi, ti avvolge tempestivo tra le braccia, conoscendo la tua sensibilità come le sue tasche. Pensa tu sia così tenera quando ti emozioni che considera proteggere quella sensibilità con la propria pelle come un suo dovere e privilegio. La sicurezza che ti dà ha il sapore di labbra al kimchi, suona come dei ritornelli canticchiati al buio, ha il tepore dei biscotti al cioccolato di mezzanotte e l’odore di ammorbidente Downy.  E non riesci ad immaginarti una vita diversa da quella che hai da quando sei con lui. Il che non fa altro che farti piangere più forte.
“Scusami, credevo che l’effetto sorpresa ti avrebbe aiutata a non piangere!” Si giustifica isolando la sensazione di congelamento che avverte all’altezza dello stomaco causata dal frappuccino che gli stai involontariamente premendo addosso. Ti accarezza la testa con l’unica mano libera che ha a disposizione e ciò ti aiuta a riprendere fiato tra un singhiozzo e l’altro. Non sai cosa ti sia scattato dentro ma non sei riuscita ad evitarlo… nè tantomeno a rispondergli. Ma come si risponde ad una dichiarazione d’amore del genere? Cosa potresti mai dirgli che possa esprimere al meglio ciò che pensi?
“Avrei preparato un’altra frase ma a questo punto credo sia meglio conservarla per un’altra occasione” ironizza quel cretino del tuo ragazzo lanciandoti una fune per soccorrerti dalle sabbie mobili del pianto nelle quali sei affondata a piedi uniti. Ed aiuta. Ringrazi mentalmente la sua maglietta nera -che tanto hai criticato prima- per essersi resa utile ed aver asciugato un minimo le guance prima di tornare a volto scoperto.
“Mi hai fatto sporcare tutti gli occhiali” piagnucoli raggiungendo gli occhi al di sotto delle lenti per strofinarli. Qualsiasi cosa tu dica risulterà stupida: tanto vale giocarsi la carta dal vittimismo.
“Non volevo?” Si scusa ancora, ridendo della tua faccia rossa che, purtroppo per te, ha visto molte volte da quando state insieme. Privilegi da fidanzato.
“Oh, ma sei- sei in guai molto più grossi di- questi” dici a riprese gettando uno sguardo ai vostri bicchieri di plastica che a questo punto non racchiudono più un singolo cubetto di ghiaccio.
“Non pensavo che provare ad essere romantico mi portasse ad aver bisogno di un avvocato” scherza prima di fare un altro sorso all’americano non più ghiacciato.
“Avere una relazione amorosa con la tua insegnante potrebbe” rimbecchi.
“Non stavamo solo flirtando innocentemente?”
“Mi hai appena detto che mi ami e che ti senti più te stesso quando sei con me. Credo che questo vada un tantino oltre il semplice corteggiarmi.”
Jungkook resta ora in silenzio e storce le labbra in un’espressione pensierosa, cercando una risposta tagliente nell’aria attorno a lui.
“Se provi ad uscirtene di nuovo con qualcosa in afrikaans, giuro che ti lascio qui e torno a casa.” Piangendo. Ma questo era meglio non aggiungerlo.
“Non che io creda tu sia davvero capace di piantarmi in asso qui da solo ma… perché invece non mi dici tu qualcosa in afrikaans, mh?”
“Io?”
“Sì. È la tua lingua madre, ricordi?” E stavolta un’occhiata truce non gliela toglie nessuno.
Vorresti pensarci bene, dire qualcosa che non sia troppo scontato ma che rifletta bene cosa vorresti sapesse, una verità che magari hai fatto fatica a comunicargli apertamente fino ad ora ma che per te è sempre stata come una certezza alla base del vostro rapporto.
Passano un paio di secondi prima che tu prenda una decisione. I suoi occhi sono ancora incollati sulle tue labbra e ti piace leggerci dell’impazienza.
Dilati l’attesa prendendo il tuo (primo? Sul serio??) sorso di frappuccino e gustandoti ogni singolo granello di zucchero al suo interno prima di aprire bocca.
“As ek my lewe weer kan lewe, wil ek jou gouer vind.”
“E cosa vuol dire?”
“È la materia principale del tuo prossimo esame, faresti meglio a studiare” lo provochi prima di alzarti sulle punte per lasciargli un bacio sulle sottili e fresche labbra. E la fatica che fai per potertici allontanare è immane. Ma ci riesci, aiutata forse dal tuo senso di dignità appena rientrato da una vacanza oltreoceano.
“E tu a scappare” avverte Jungkook prima di scattare e costringerti ad affidarti allo spirito di sopravvivenza e cominciare a correre come una forsennata sulla spiaggia.
Lo zaino ti rimbalza da pazzi dietro la schiena e senti le scarpe affondare nella sabbia ad ogni passo. Proteggi il bottino di zucchero tra entrambe le mani ma questo non basta a prevenire che qualche goccia fuoriesca dal piccolo foro in alto. Ma non ti importa, continui a correre ed a ridere, cullata dalla certezza che Jungkook continuerà a guardarti le spalle e ad impegnarsi al massimo per raggiungerti come se stare con te fosse il più importante dei suoi traguardi.
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corallorosso · 4 years
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LA NOTTE DELLE MATITE SPEZZATE Crebbe il tuo amore, fece schiantare da dentro i lucchetti dell'orrore. Riconoscemmo il tuo sguardo nello sguardo di chi vide nei tuoi occhi il palpito di un cuore. Claudia, lo sai... non sei sola, non è stato in vano, il tuo silenzio non è tale, dalla mano del tuo ragazzo ci è giunta la tua sete d'amore e l'allegro ordine di brindare. Oggi come ieri, con l'ultimo sospiro di un altro anno che muore, ogni lacrima impotente la bagneremo nello spumante e alzando il calice grideremo: DOVE SONO? Da allora tiro tutto fuori dalla memoria con le matite colorate ti disegno una canzone che è un cuore con la freccia, Claudia e Pablo, su ogni lato, per sempre lo stesso amore. Claudia, lo sai... da allora San Silvestro è il patrono del ricordo e ogni Notte delle Matite scrive una volta di più sulla coda di una cometa: DOVE SONO? Da allora tiro tutto fuori dalla memoria con le matite colorate disegno la tua canzone che è un cuore con la freccia, Claudia e Pablo, su ogni lato, per sempre lo stesso amore. 16 SETTEMBRE 1976 Rogelio Botanz (Manuela Dejoannon)
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mistjck · 3 years
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Hey, lo so che la probabilità che tu legga questo post sia una su mille, ma sai cosa ti dico...
Stamattina i sono svegliata e ho letto l'oroscopo: "𝐶𝑎𝑛𝑐𝑟𝑜, 𝟻 𝑠𝑡𝑒𝑙𝑙𝑒 𝑖𝑛 𝑎𝑚𝑜𝑟𝑒". Ho prosperato una bellissima giornata! Sono andata a fare compere ed ho incontrato una persona, la stessa persona di cui eri geloso, con cui siamo rimasti 5 minuti a parlare. Poi sono andata a casa e ti ho pensato, pranzato e ti ho pensato, dormito e ti ho pensato... poi sono scoppiata in un mare di lacrime, eh si non era per quel ragazzo che avevo incontrato la mattina, ma era per la persona che amavo, te...
E sai a volte la vita è una bastarda, una costante freccia dentro al petto che mi distrugge, ma ho capito che non posso vivere senza di te, o almeno, posso vivere senza di te, ma no senza quella costante...
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lalis-fandom-stuff · 3 years
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Opinioni e commenti sul quinto libro di TOA, "La Torre di Nerone" (spoiler, ovviamente)
Rip serpente a due teste, sarai sempre nei nostri cuori 😔👊🏻
Ho avuto Luguselwa solo per due capitoli ma se le succedesse qualcosa ucciderei tutti in questa stanza e poi me stessa.
Percy si è diplomato e Grover esiste ancora 😢
Paul che si preoccupa dell'educazione di Percy. Sally che ha un marito amorevole e fa la scrittice. Estelle che esiste. La famiglia Jackson-Stockfis è la mia unica ragione di vita e ogni volta che uno di loro fa qualcosa piango insieme ad Apollo.
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Dovevo farlo-
Beh di fatto è successo qualcosa a Luguselwa, però-
APOLLO HA INVENTATO IL MEME "HONEY HE GAY" E GANIMEDE È LETTERALMENTE IL DIO DEGLI OMOSESSUALI IO STO CREPANDO
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Il fatto che Dioniso si ricorda solo i nomi di Nico e Will>>
Nico:*parla in italiano* Me: ☺ Will:Nico parla italiano solo quando è turbato Me:🙃
Allora. Io mi aspettavo che Nico avesse percepito la morte di Jason, e che fosse distrutto, e che non stesse molto bene in generale. Ma Nico chE TORNA NEL TARTARO A CERCARE JASON NON ME LO ASPETTAVO. Inoltre è stato confermato che soffre di disturbo post traumatico da stress e io non sto bene (però è bello che Rick ne abbia parlato direttatamente)
Ripetete con me: "Will Solace è un angelo e si merita tutto il bene del mondo" (e ha anche un tatuaggio a 15 anni)
La Solangelo in questo libro è 😚👌🏻 ("se proprio dovrà andare ci andremo insieme" 😢)
Apollo che riassume tutte le imprese di Nico? Perfetto.
Ok ma??? Chirone che incontra Bast e Mimir??? Libro crossover???
Rachel è la vicina di Carter e Sadie.
Comunque Will è fan di Star Wars-
Se odiate Rachel Elisabeth Dare per favore tenetelo per voi che è imbarazzante 😔
"Mi baciò sulla guancia come una sorella, anche se la mia vera sorella non lo avrebbe mai fatto" 😢
Will lampadina 💜✨
Non riesco a trovarlo ma Apollo ha fatto un discorso stupendo su cosa significa essere umani e porca troia
ORA È SUCCESSO DAVVERO QUALCOSA A LUGUSELWA E IO NON MI RIPRENDERÒ PER ALTRI TRE GIORNI WTF RICK
Per me Nerone si é guadagnato i posto tra i cattivi più terrificanti dello Riordanverse. È quello che mi ha colpita e disgustata di più perché è quello più manipolativo e brutale.
Stan Luguselwa. All my homies stan Luguselwa.
Il soGNO CON JASON
Nico ha letteralmente fatto appassire un tizio-
"Nessuno colpisce il mio ragazzo e uccide mio padre" yess king 👏🏻
LA SPAZZOLA BLU!
Mood: pensando al ragazzo del campo con la sedia a rotelle armata
La freccia di Dodona 😢
La parte in cui Apolli trascina Pitone nel Tartaro è bellissima ed epica e tutto ma mi dà anche molto fastidio perchè mi ricorda la scena senza senso di Harry Potter e i doni della morte pt 2 in cui Harry si butta nel vuoto con Voldemort a casissimo.
Mi piace molto il dialogo tra Apollo e Stige.
Vedere Apollo come dio è così... strano.
Non ci avevo mai fatto molto caso, ma il rapporto tra Artemide e Apollo è stupendo. E apprezzo anche la sua amicizia con Dioniso alla fine.
Rick ha proprio detto "Zeus merda" e ha fatto benissimo. Inoltre apprezzo come abbia dato un po' di umanità a Era.
Amo come Rick ha parlato di abuso psicologico in questo libro. Penso che abbia davvero mostrato il modo in cui influisce su una persona, anche dopo essersi separati dal proprio abusatore (anche se si è un effettivo dio immortale). Ho adorato i parallelismi tra le esperienze di Meg e Apollo, e come Rick ha mostrato la loro difficoltà nel riconoscere il loro problema. Ma la cosa più bella è che viene mostrato che, anche se forse non scomparirà mai, il trauma può essere superato. Che si può rompere il circolo vizioso e rendere il mondo migliore. Meg avrebbe potuto odiare i suoi fratelli, invece ha deciso di riconoscerli come vittime e aiutarli, e penso che sia importante.
In breve: Z*us e N*rone non hanno diritti e sono fiera dei miei bambini 😊
Visto che siamo in tema di discorsi profondi, mi pare il momento giusto per parlare di Apollo e dulla sua crescita. Lo sviluppo del suo personaggio era stupendo. È stato graduale, sofferto, realistico, soddisfacente. Dopo cinque libri a seguirlo da vicino, non posso che essere fiera del modo in cui è maturato ed è diventato compassionevole, saggio e soprattutto umano.
Piper è bi Piper è bi Piper è bi- Ok, capisco perché la gente pensa che abbia superato Jason troppo velocemente, ma sono contenta che sia felice.
Leo ha perso sua madre e quindi ne ha guadagnate due, come è giusto che sia. Inoltre è amico di Reyna e aiuta i ragazzini senzatetto. Sì💜
MI STAI DICENDO AVREMMO UN LIBRO DOVE WILL E NICO CHE VANNO NEL TARTARO?!?! MAGARI A TROVARE BOB?!?!?!
*piangendo* Apollo... e Meg... si vogliono tanto bene...
Tutti che parlano del "Sempre" di P*ton quando il "Sempre. Il sole torna sempre." di Apollo è PROPRIO LÌ.
Io? Piangere per il saluto finale? Assolutamente.
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mascheradaguerra · 4 years
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domenica 27 settembre 2020 - Viaggio a Napoli
Settimana scorsa sono stata a Napoli con lui, è stato tutto meraviglioso tranne il finale che vabbè, non deve per forza essere tutto perfetto. Napoli è piena di gente, di odori, di suoni, di sorrisi di chiacchiere di vicoli. Il profumo di bucato per le strade era inebriante per me, come i dolci buonissimi che abbiamo mangiato, delusa però dalla pizza, probabilmente personalmente la preferisco fine e croccante. Mi sono agitata molto nell attraversare la strada,diciamo che ero sempre in panico per i clacson in sottofondo che mi facevano fretta seppure il semaforo dei pedoni era verde, mi sono disgustata vedendo un viscido che occupava lo spazio vitale di due donne facendole scappare, i mendicanti che ti incasinano con le loro chiacchiere e il loro vittimismo per farsi comprare calzini o peperoncini o accandini o braccialetti, i poverini che erano per strada a cui davamo da mangiare ci sorridevano e mostravano uno sguardo di serenità perchè avrebbero potuto sopravvivere un altro giorno. Però Napoli mi ha anche dato fastidio quando si saliva sulle corriere era come un vaso che si rompeva ad ogni metro che andava avanti. Mi son persa a Pompei, avrei voluto vedere le statue ancora intatte e immobili ma ne ho trovate poche, mi sono innamorata di opere d’arte al museo. Ho capito che il mio ragazzo è geloso nel momento stesso che mi dice che tutti mi guardano, anche donne e lui ricambia lo sguardo guardandoli male. Non abbiamo mai fatto l’amore, avevo il ciclo ed eravamo sempre stanchi ,avremo fatto 25mila passi al giorni,appena toccavamo il letto collassavamo ed è giusto così. Gli ultimi due giorni lui si aspettava di vedere il mare, purtroppo arrivati in spiaggia e cambiati in spogliatoio è iniziata la tempesta, col sottofondo delle sue bestemmie che non poco mi irritavano ma comprendevo la sua delusione, ma infondo gli ho detto bisogna trovare il lato positivo, sorridi per me per favore, ha fatto un sorriso, e subito dopo è uscito il sole e due arcobaleni. Per questo credo molto al pensiero positivo, per questo ci credo che la vita è bella anche se l ultimo giorno ci siamo svegliati alle 6, e dimenticando di fare il check in online abbiamo perso il treno, abbiamo preso due taxi, abbiamo perso un freccia argento, e siamo tornati con una freccia bianca, è stato un ritorno molto faticoso ma mi rimarrà nel cuore questo viaggio perchè è bello girare per le città, è bello vivere una quotidianità diversa, staccarmi dai problemi e pensare a tutt’altro, vorrei poter vivere ogni giorno così a 160 gradi dalla mattina alla sera a scoprire e incantarmi ma la mia città mi fa quasi nausea per quante volte ho girato, per quanto volte ho visto i soliti posti, le solite persone. Non so ancora quale sia il mio posto e non so neanche se il mio futuro un giorno si deciderà a darmi delle risposte concrete sul da farsi della mia vita ma spero sempre di poter crescere, imparare, apprezzare ed essere grata di tutto ciò, sempre e comunque. 
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dreamerwriter18mha · 4 years
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CRONACHE DI YUUEI - GROUND ZERO Capitolo 9 - Incubi
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PAIRING: KIRISHIMA X BAKUGO    RATING: +18    GENERE: Fantasy AU
NDA: occhio gente che qui le cose si fanno scottanti (In realtà faccio finta di avvertirvi, lo so che stavate tutti aspettando questo momento). Scusate se ci ho messo tanto, ma quando scrivo smut c'è sempre quella sottile linea tra sexy e volgare che non voglio mai, mai, superare, quindi ci metto sempre un po' di più.
I due ragazzi consumarono la loro cena seduti sul letto di Bakugo e Kirishima lo adorò. C'era qualcosa di così familiare e confortevole nell'abbandonare le formalità e starsene lì, da soli, seduti uno di fronte all'altro a ridere, scherzare e raccontarsi storie.
Quando si fece troppo tardi, Katsuki lo cacciò a letto con un ultimo bacio e, per quanto la giornata fosse stata stancante, Eiji non riuscì minimamente a prendere sonno. Ripensando agli eventi della giornata il suo cuore batteva all'impazzata. Fino a qualche ora prima era certo che sarebbe stato buttato fuori e non solo Bakugo non l'aveva fatto, ma l'aveva perfino baciato. Kirishima non era certo di come si sentisse in merito. Nel tempo aveva imparato a temere i contatti anche solo lontanamente sessuali, ma baciare Bakugo era tutta un altra cosa.
Continuò a rigirarsi nel letto per una buona mezz'ora, finché finalmente non scivolò nel sonno.
Lentamente i suoi occhi si aprirono. La prima cosa che percepì fu il buio nella stanza, poi il freddo, poi la debolezza. Aveva fame, come se non mangiasse da giorni, e sete. I suoi polsi facevano male. Sotto la schiena sentiva il freddo del pavimento. Che strano...eppure ricordava di essersi addormentato in una stanza calda, avvolto in morbide pellicce, su un soffice letto...ma questo non sembrava il castello, sembrava la sua gabbia...Bakugo...dov'era Bakugo? Il suo respiro accelerò nel panico. Non poteva essere...non era possibile...non poteva aver sognato...
Improvvisamente una luce illuminò le fredde sbarre della gabbia attorno a lui. Un uomo con la faccia che somigliava tantissimo ad una lucertola, con una fascia legata attorno agli occhi...una ragazza con i capelli biondi e un sorriso spaventoso...Shuichi...Toga...i suoi carcerieri.
"Buongiorno Eijiruccio...ben svegliato..." esclamò la ragazza con una risata da pazza, agitando nell'aria due enormi coltelli.
"In piedi verme, il capo non è contento del tuo comportamento di ieri...è ora della tua punizione" spiegò Shuichi aprendo la porta della cella.
Solo allora vide la frusta appesa alla sua cintura.
"No...no no...Bakugo...Bakugo..." singhiozzò, indietreggiando fino a toccare le sbarre, con il corpo che tremava.
"Oh Eijiruccio...chi è Bakugo? Il tuo nuovo amico immaginario?" lo prese in giro Toga.
"Nessuno verrà a salvarti merdina, tu non vali niente, ricordatelo. E adesso, in ginocchio" ordinò Shuichi, facendo schioccare la frusta accanto a lui.
Possibile...possibile che l'avesse sognato...? Bakugo...il suo bellissimo Bakugo...non esisteva? Uraraka...Amane...tutto un sogno della sua mente delirante...?
I singhiozzi esplosero dal suo petto prima che potesse fermarli...Toga scosse la testa contrariata...odiavano quando piangeva...era così debole...
Shuichi si avvicinò con rabbia per afferrarlo, gli strattonò la spalla per sbilanciarlo e lo gettò a terra...Kirishima si preparò a colpire il terreno...
Kirishima spalancò gli occhi con un sussulto. Il suo cervello ronzava per il colpo di frusta dell'improvviso risveglio.
Sentiva l'umidità delle lacrime sul viso.
Scattò a sedere allarmato, cercando Shuichi e Toga nella stanza, ma non c'era traccia dei due bastardi. Non c'era traccia nemmeno delle sbarre, se per quello.
Con un colpo secco la porta si spalancò.
"Eiji?" esclamò un ragazzo dai capelli biondi, facendo irruzione nella stanza con sguardo preoccupato.
Kirishima impiegò qualche secondo a inquadrare il nuovo arrivato, ma appena lo fece singhiozzò ancora più forte.
Istintivamente sollevò entrambe le braccia verso il nuovo arrivato, piagnucolando debolmente "Bakugo" tra un singhiozzo e l'altro.
Il biondo attraversò la stanza come una freccia, si sedette sul letto e in un istante le sue braccia furono attorno a Eijiro, sollevandolo dal materasso per sistemarselo in grembo.
"Shhh, tranquillo piccolo, va tutto bene, sono qui...sono qui..." mormorò, cullandolo dolcemente contro il suo petto.
"Bakugo...Bakugo...Bakugo..." continuò a ripetere Kirishima tra i singhiozzi.
Katsuki esaminò per un secondo il letto sotto di lui.
"Fanculo" brontolò, prima di sistemare meglio le braccia attorno all'altro e alzarsi in pedi.
Kirishima squittì debolmente al movimento.
"Bakugo...? Dove andiamo?" mormorò con voce rotta.
"Questo letto è troppo piccolo. Andiamo di là" rispose, attraversando la porta ancora aperta e puntando verso il suo letto.
Quando fu a portata, appoggiò Kirishima sul soffice materasso, ancora caldo dove Katsuki aveva dormito. Effettivamente quel letto era un po' più grande.
Appena la sua faccia affondò nel cuscino, Eijiro si morse il labbro per trattenere un gemito. L'odore di Bakugo era così forte nel suo letto che dovette sforzarsi di pensare ad altro per evitare spiacevoli conseguenze, anche se con il terrore del sogno ancora ben in mente non fu particolarmente difficile.
Una volta che il drago fu comodo, il Re si stese accanto a lui e sistemò le pellicce in modo che li coprissero bene entrambi. A quel punto si allungò verso l'altro e lo avvolse tra le sue braccia.
Kirishima si lasciò trascinare senza opporre resistenza, avido di qualsiasi contatto che Bakugo volesse concedergli.
Lentamente la tensione nelle sue spalle iniziò a sciogliersi. Bakugo era lì, con lui. Era stato solo un brutto sogno.
"Vuoi parlarne?" chiese il Re a bassa voce.
"No...non voglio pensarci più" rispose Eiji, spingendo la testa nel collo di Bakugo.
Era la prima volta che un brutto incubo si trasformava in un sogno meraviglioso. La sua pelle nuda formicolava dove era in contatto con quella di Bakugo. Kirishima non fu mai così contento di dormire solo con le mutande.
Quando poi la mano del Re si spostò sulla sua schiena, trascinando pigramente le dita su e giù per la sua spina dorsale, una morbida fusa vibrante si trascinò fuori dalle sue labbra e tutto il suo corpo si inarcò.
"Kat..." ansimò debolmente, strofinandosi come un gatto contro di lui.
Bakugo sembrò voler dire qualcosa, ma la sua bocca si aprì e chiuse senza emettere suono. Il suo viso era di un rosso intenso e stava fissando il muro dietro Eijiro con ampi occhi sbarrati.
"Kat...?" chiese Kiri preoccupato "mi dispiace...non avrei dovuto..." mormorò deluso, iniziando ad allontanarsi.
"No! Aspetta..." esclamò Katsuki riscuotendosi di colpo e trattenendolo "non intendevo...non volevo...cazzo...dammi un secondo..."
"Tranquillo piccolo, non hai fatto nulla di sbagliato" sussurrò il Re, accarezzandogli il viso "tutto questo è così...travolgente. Non sono abituato..." brontolò imbarazzato.
"Non dirlo a me...non ho mai avuto niente di...simile a questo, nella mia intera vita. Ma non riesco a trattenermi...quando mi tocchi è così...giusto" spiegò Kiri, balbettando un po'.
"E allora continuerò a farlo" rispose Bakugo con un sorriso pericoloso, ruotando Eijiro tra le sue braccia, in modo che la sua schiena premesse contro il suo petto.
"Katsuki...cosa fai?" chiese l'altro titubante.
"Rilassati e fidati di me...voglio solo farti sentire bene..." mormorò il Re, posando le labbra sul suo collo.
Lentamente, per dare il tempo a Eiji di abituarsi, distribuì baci bagnati e delicati morsetti lungo entrambi i lati del suo collo candido, mentre entrambe le mani scivolavano sul torace dell'altro, scorrendo lievemente sull'accenno di addominali che iniziavano a intravedersi sotto la pelle ambrata e poi su fino ai piccoli capezzoli rosati.
Kirishima sussultò al primo tocco, per poi ansimare pesantemente quando le delicate dita di Bakugo presero a sfiorarli in lievi carezze circolari, tutt'attorno alle punte sensibili. Fino a quel momento non aveva idea che il suo petto potesse dargli delle sensazioni così deliziose...
Katsuki continuò quella dolce tortura per un bel po', tentando diversi approcci con le piccole protuberanze rosa per vedere quale avrebbe strappato all'altro i più dolci lamenti. Scoprì che non amava particolarmente che fossero tirati, per quanto delicatamente, ma impazziva se li grattava lievemente con le unghie, e se li massaggiava con le dita bagnate di saliva andava completamente fuori di testa.
Si fermò solo quando Eiji strinse insieme le cosce con espressione addolorata. Quello fu il suo segnale che era il momento di passare oltre.
Con un sorriso soddisfatto afferrò l'orlo delle mutande di Kiri, ma prima gli accarezzò dolcemente la guancia.
"Ti fidi di me?" chiese.
"Sì" rispose il rosso senza fiato.
"Sta calmo e ricorda che non ti farei mai del male" mormorò, voltandogli la testa per baciarlo.
Il cervello di Eiji aveva chiuso i battenti parecchi minuti prima e perso com'era nel bacio non si accorse nemmeno della sua biancheria intima che scivolava giù.
Appena la mano calda e leggermente ruvida si avvolse attorno al suo membro, Kiri emise un respiro tremante e Bakugo dietro di lui sussultò così forte che il drago girò la testa preoccupato, per controllarlo. Qualunque cosa avesse sorpreso il Re così tanto, l'aveva lasciato con la bocca spalancata e le iridi rosse completamente inghiottite dal nero.
"Porca puttana..." esclamò senza fiato "questa cosa è enorme" piagnucolò, spingendo i fianchi contro il morbido culo di Eiji.
La sensazione della durezza che scivolava contro di lui fece quasi irrigidire il drago, ma si sforzò di ricordare le parole di prima. Non ti farei mai del male. Bakugo non era come Toga e Shuichi, non l'avrebbe forzato a fare qualcosa che non voleva e che gli avrebbe fatto molto male.
"Ed è un male?" chiese debolmente, per costringere il suo cervello lontano dalla pericolosa linea di pensieri.
"Scherzi vero?" sbottò Katsuki, iniziando a spostare lentamente la mano su e giù "voglio così tanto questa cosa meravigliosa dentro di me" ammise imbarazzato.
Un'indescrivibile scossa di piacere attraversò tutto il corpo di Eiji. La combinazione della mano sul suo cazzo e delle parole di Bakugo lo lasciarono senza fiato.
Quando improvvisamente la mano si allontanò, Kirishima quasi pianse, ma il Re la riportò subito al suo compito, dopo averci fatto cadere un po' di saliva.
L'aggiunta di lubrificante rese il movimento molto più scorrevole e il drago lasciò cadere la testa sulla spalla di Bakugo, con un espressione di pura estasi che quasi fece venire il Re nelle sue mutande. C'era qualcosa di assolutamente osceno nel modo in cui suoi occhi cremisi erano annebbiati e i denti affilati premevano nel labbro inferiore, nel vano tentativo di non essere troppo rumoroso.
"Ti piace, Eiji?" chiese.
"Oh sì...non smettere ti prego...è così bello..." gemette "c'è questa sensazione...nella mia pancia...è strana...ma mi piace..." cercò di spiegare.
Appena comprese il significato delle sue parole, Bakugo dovette trattenere il gemito osceno che gli salì alle labbra. Stava per dare a questo dolce, tenero, angelo il primo orgasmo della sua vita e la cosa lo eccitava molto più di quanto avrebbe dovuto.
"Vedrai...tra poco ti piacerà ancora di più...fidati di me..." ribatté il Re, spostando la mano per dedicare un po' di attenzione alla punta arrossata, già coperta di piccole gocce perlate.
Ne prese una con il dito e la distribuì con un lento movimento circolare.
"Oooh siiii...continua Kat..."
"Ti piace questo?"
"Sì mi piace da morire..."
Bakugo accarezzò per un secondo l'idea di continuare con quel ritmo...tenerlo sul bordo finché non l'avesse implorato, finché non avesse supplicato di lasciarlo venire. Fargli assaporare il dolce rilascio e poi negarglielo, ancora e ancora...ma questa era un idea per un altro momento, quando il dolce drago fosse stato un po' più a suo agio con il contatto fisico.
Per oggi decise che era abbastanza.
Riportò la sua mano alla posizione originale e riprese a pomparlo con colpi lenti e decisi, aumentando il ritmo quando Kiri inziò a gemere più forte, indicandogli che ormai era vicino.
"Kat...Kat cos'è questa...sensazione...nella pancia..." chiese ad un certo punto, interrotto dai forti gemiti che continuavano a sfuggirgli dalle labbra arrossate.
"Tranquillo tesoro...va tutto bene...rilassati, lascialo andare...sarà bello, te lo giuro..." rispose Katsuki con il respiro accelerato, sentendo il suo membro che iniziava a pulsare come quello dell'altro nella sua mano.
Anche lui stava per venire e non si era nemmeno toccato...possibile che questo piccolo drago avesse un tale potere su di lui?
"Kat...Kat..." piagnucolò Eiji inarcandosi contro di lui.
"Sì piccolo bravo...proprio così...vieni piccolo..." grugnì, accelerando la mano sempre di più.
Dopo un altro paio di pompe Kiri spinse forte i fianchi contro la sua mano e rilasciò il lamento più dolce e osceno che Bakugo avesse mai sentito, mentre spessi getti bianchi si riversavano sulla sua mano e sulla pelle ambrata. Anche il Re si lasciò sfuggire un debole lamento, mentre una chiazza scura si allargava sulla sua biancheria.
Mentre Eiji giaceva sul letto, senza nemmeno la forza di muovere un muscolo, Katsuki bagnò una sua vecchia camicia stracciata con un po' d'acqua e la usò per rimuovere ogni traccia di liquido biancastro dalla pelle del suo drago e poi da se stesso, sempre con questo sorriso divertito, ma al contempo affettuoso. Poi gettò il tessuto fuori dalla porta insieme alle sue mutande, ci avrebbe pensato una cameriera a portare tutto in lavanderia.
Una volta che ebbe indossato biancheria pulita tornò sotto le coperte e questa volta fu Eiji a prendere l'iniziativa e a stringerlo contro di se, con una fusa contenta che gli vibrava nel petto.
"Dormi piccolo, veglierò io sui tuoi sogni" sussurrò Bakugo, premendo un ultimo bacio sulle labbra di Eiji, che già iniziava a scivolare di nuovo tra le braccia di Morfeo.
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