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#La rivincita del maschio
queerographies · 2 years
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[La rivincita del maschio][Amalia Guglielminetti]
Scandalosamente provocatorio, La rivincita del maschio, apparso inizialmente a puntate sulla rivista "Il Secolo Illustrato" e poi pubblicato, riveduto e ampliato, da Lattes nel 1923 è costato ad Amalia Guglielminetti un'accusa per oltraggio al pubblico pu
“Ero un sentimentale idiota che soffriva d’un sogghignetto sprezzante di bella donna come d’una staffilata, e mi sono abituato a considerare le più affascinanti creature dell’altro sesso come semplici arredi nella camera da letto d’un uomo, più o meno piacevoli e decorativi a seconda delle loro qualità estetiche e sensoriali. È la mia rivincita, o se vuoi, la rivincita del maschio.” Liguria,…
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ladyswartzrot · 4 months
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Lei desiderava un bel maschio; sarebbe stato grande, grosso e bruno, lo avrebbe chiamato Georges, e in quest'idea di avere un figlio, non una figlia, vagheggiava la rivincita su tutte le sconfitte del passato. Un uomo, almeno, è libero; può passare attraverso le passioni e i paesi, superare gli ostacoli, gustare le più remote felicità. Ma una donna è continuamente frustrata. Inerte e flessibile insieme, ha contro di sè le debolezze della carne come le schiavitù del codice. La sua volontà, come il velo del suo cappello trattenuto da un cordoncino, palpita a ogni vento; c'è sempre qualche desiderio che la trascina, c'è sempre qualche convenienza che la trattiene.
Madame Bovary - Gustave Flaubert
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dpcmproject · 4 years
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“𝐂𝐢𝐚𝐨, 𝐀𝐦𝐨𝐫𝐞 𝐦𝐢𝐨. 𝐌𝐚𝐦𝐦𝐚 𝐯𝐚 𝐚 𝐟𝐚𝐫𝐞 𝐬𝐩𝐞𝐬𝐚, 𝐜𝐢 𝐯𝐞𝐝𝐢𝐚𝐦𝐨 𝐝𝐨𝐩𝐨”.
Non ho memoria di cosa fosse il lockdown prima dell’arrivo di Río, il mio coinquilino. Forse un susseguirsi di momenti vuoti o forse no.Ricordo solo videochiamate, sigarette, qualche bicchiere di vino a pranzo e a cena. Disordine. Ricordo un’irrefrenabile voglia di contatto, di accudimento, di presa a carico. Non parlo di un partner, per l’amor di dio. Ho iniziato la mia esperienza di donna trentenne, single, libera professionista in partita iva, spostandomi di qualche chilometro (e di un Comune limitrofo) dalla casa dei miei genitori, che –periodo universitario a parte- mi ha cullata amorevolmente fino a gennaio 2020.Ho deciso di non aspettare tempi migliori, ma di devolvere tutti i miei risparmi nella buona causa della mia indipendenza, “Tanto il lavoro procede”, pensavo, “Si tratta di qualche sacrificio iniziale”. Avevo finalmente realizzato, dopo mesi, che il bisogno di andare a vivere da sola non era solo la ripicca verso l’ultimo stronzo che alla richiesta di venire a vivere con me mi rispose “Mh, non so” sparendo improvvisamente dai radar che neanche i servizi segreti sovietici. Stava ancora con la sua ex, forse lui non se lo ricordava, ma lei sì. Beh dunque, era assolutamente altro rispetto alla rivincita personale di questo fattaccio da “tutto mondo è paese”. Era il mio modo per dire a me stessa che il mio lavoro h24 avrebbe acquistato dignità e valore. Mi sarei stancata sì, ma la sera mi sarei sdraiata sul divano, guardando i documentari che mi piacciono e facendomi una doccia alle undici di sera. In casa dei miei genitori la doccia alle undici di sera era qualcosa di fortemente non condiviso. Un taboo. No alla doccia dopo cena e neanche alle banane e alle arance che si mangiano solo la mattina perché sono frutti “pesanti” e non ti fanno dormire bene. Bah. Dunque il 7 gennaio 2020 festeggio il mio meraviglioso compleanno da trentenne circondata da amici, affetto, gioia e musica, nella mia prima piccola casetta in affitto.Esattamente due mesi dopo mi ci ritrovo dentro, barricata e sola. Che poi sola è il termine sbagliato perché a me la solitudine, quella che somiglia più all’autonomia che alla tristezza, piace molto. Ricordo vagamente che mi trovavo ancora sdraiata sul divano ad alternare didattica online, lezioni di zumba ballata con i calzini antiscivolo –che ovviamente seguivo da discepola- e pasta fatta in casa. Avevo così tanta voglia di vedere il Porto Antico, Boccadasse e Via San Lorenzo che imparai a fare le trofie a mano. Senza stecchino. Tié. Fare le trofie a mano è un’esperienza che si misura tra il pigiare troppo forte e il pigiare troppo piano il tocchetto di pasta che si deve far scivolare sotto le mani. Solo alla pressione perfetta la trofia si arriccia e non si disfa più. Rimane soda e attorcigliata. Proprio quando finii di allenare il tatto e mi vennero quelle diecibarraventi trofie quasi perfette, mi resi conto di aver finito la pasta. “Scegliessi io, vorrei un gatto rosso e maschio”. Mi disse una voce che non pronuncia la “c” prima di una o fra due vocali e che dice “codesto” per dire “questo”, “tocco” per dire “l’una”, “costì” per dire “lì”.E che combina anche le stesse parole in frasi incomprensibili.“Ciao Ilenia. Abbiamo questo gattino in cerca di casa. La proprietaria abita nel tuo stesso Comune. Facci sapere se sei interessata”. Premetto che io non avessi gusti particolari in merito al gatto che avrei voluto accarezzare. Mi sarebbe andato bene in qualsiasi modo, di qualunque colore, razza e genere. Purché fosse gratis. Gli animali non si pagano e non si vendono. Scusate.Il mio futuro gatto, però, sarebbe stato maschio e rosso. La sera stessa avrebbe dormito con me. Era il 26 marzo e il gatto era nato il 2 febbraio mentre io mi trovavo a vedere i fenicotteri nella laguna Wwf di Orbetello con “codesto costì”. Una giornata già incredibile di per sé, ma che la diventò ancora di più quando, un mese e mezzo dopo scoprii della nascita di Río, il mio coinquilino. Nel 2011 l'alluvione mi portò Kengah, il mio primo grande amore, quello che così è e che per sempre sarà, quello che non si dimentica né si sostituisce (che tra l'altro fa sempre la bambina viziata a casa dei miei genitori, con mia sorella, baracche e burattini). Il 2020 mi ha portato Río (modalità consegna a domicilio express) in un periodo triste e complesso, facendomi una solenne promessa di salvezza emotiva e psicologica. Río è un fiume in piena (di quelli che non fanno male a nessuno) ed è grazie alla fertilità di pensiero che ha portato tra queste mura che oggi ho memoria di alcune riflessioni che mi hanno accompagnata in queste lunghe settimane di isolamento e che elenco, di seguito, senza la pretesa di essere capita. Ma chi l’ha detto che il senso di appartenenza è qualcosa di positivo? Io credo che il senso di appartenenza sia come la monogamia, realmente, non esiste e se esiste è crudele.Mi hanno detto che gli affetti veri non sono esclusivi. C’hanno ragione.Ho sofferto molto quando il 25 aprile mi sono svegliata e ho cantato “Bella ciao” senza le mura di Fosdinovo, l’odore di birra e i bambini che ballano le canzoni della Resistenza. Mio figlio andrà alla festa della Resistenza a Fosdinovo e ascolterà i musicisti comunisti. Sarà sporco di polvere da pavimento primaverile. Crescerà nella fascia intorno alla mamma, senza culla e avrà i piedi scalzi tutto l’anno. Sarà un donatore di abbracci, verso tutti, senza paura. Userà giochi di seconda mano, oppure nuovi, ma di legno. Sarà accarezzato da una zampa di pelo e avrà un nome semplice e pulito e limpido. A basso impatto anagrafico e ambientale. Avrà un orticello e una passione folle per i nonni. Ascolterà De André e percussioni africane da dentro la pancia della mamma ancora prima di assaggiare i ghiaccioli di frutta fresca che gli verranno offerti come merenda in estate.Non sopporto le etichette di carta adesiva appiccicate sopra qualsiasi oggetto dal quale non si staccheranno mai senza lasciare la colla, o peggio, pezzi di carta irregolare e colla.Esiste l’ora più bella, ne parlano tutti, è solo estiva e varia dalle 19 alle 20, vicino al mare.Bibi dice che dovremmo andare in una malga, pare che sia una specie di casa in montagna dove si vive di ciò che si produce. Senza sprechi. Vorrei dire a Bibi che ci sono delle malghe che fanno girare i miliardi e che sembrano resorts di Tenerife.Mi piacerebbe vedere, così solo per un saluto, il mio fidanzato storico che in bicicletta viene a salutare me e i miei genitori a casa nostra. Una domenica mattina. Peccato che io abbia cambiato casa. La natura è bella quando offre sentieri pari e all’ombra.Il sole è caldo, ma l’aria è fredda.Lo sapete che togliere il mare ai liguri vuol dire offenderli, violentarli, privarli della loro linfa vitale più nutriente di sempre? Che si fa senza orizzonte? Senza salmastro, senza la sabbia sotto i piedi. Non me lo dite “ma se vuoi ci puoi andare lo stesso, solo che..” perché con il mare questa storia non vale. Basta. Ci siamo stufati. Chi sceglie di chiudere il libero accesso al mare decide per la malattia fisica e psichica dei suoi concittadini. Peggio del Covid-19 e senza sintomi evidenti.Un nuovo vicino che arriva inaspettatamente e dopo averti salutata per la prima volta, ti chiede di condividere il wifi e la bolletta, va bene sì, ma anche meno.Ogni volta che compro il cibo per il mio coinquilino scelgo quello che piacerebbe a me: tonnetto e mango, pollo e papaya, orata e ananas, pesce azzurro con aloe, manzo e zucca, tacchino con verdure al vapore. Non mi pare che fino ad ora gli abbia fatto schifo.Vi prego, operatori Acam acque, ma se vi dico che la matricola del contatore non si legge più non mi rispondete “provi a pulire con un panno umido”.Meet, classroom, zoom, gmail nel 2030 saranno parole semiobsolete come “cellulare”, “playstation”, “posta elettronica” oggi. E nel frattempo io non voglio più sentirle uscire dalle vostre bocche.La didattica a distanza boh, ma è quasi finita la scuola.La maturità mah, ma tanto vanno all’università.I problemi famigliari boh, ma tanto mio marito riprende a lavorare full-time. La sanità, i ponti che crollano, mah, non sono stato io. Le aziende che falliscono, le commesse senza mascherina, la debolezza emotiva, le famiglie separate, i congiunti.Non sapete l’invasione di campo che ho provato quando ci hanno detto che “i congiunti” avrebbero potuto fare x cose. Mai nella mia vita ho etichettato le mie relazioni, di qualsiasi natura. Adesso una forza maggiore insinua che dovrei chiedermi se e con chi io sia congiunta. Río non sa rispondermi e “codesto costì” dice che queste domande fanno male. Fa male al cuore chiedersi chi sono i congiunti. Avanti, siamo nel 2020.Se voglio che vieni a trovarmi, te lo chiedo io.Ho concesso le chiavi di casa, ma mi sono state restituite.Se è domenica mattina, dormo.Siamo tutti innamorati di qualcuno, se non vi sentite appagati è perché siete un piano b.Ma noi, nella vita, abbiamo più bisogno di un partner o di veri momenti d’amore anche discontinui? Perché se la risposta giusta fosse la prima forse saremmo nati piccioni.Chi mi vuole bene senza seguire regole di buona condotta di solito mi piace di più.I giovani non hanno colpe, voi avete smesso di ascoltarli molto tempo fa.Ieri alla Coop misuravano a tutti la febbre, all’ingresso, con una specie di pistola giocattolo che ti mettevano proprio al centro della fronte. Ti ci abitui, ma la prima volta sembra un’esercitazione alla fucilazione di massa. Che schifo.Sto bene a casa mia. Da sola. Col gatto.“Quando hai tempo per me?” “Mai. Sennò te l’avrei già detto”.Vorrei anche un cane. Ma devo aspettare.Odio fare la spesa. Ma è l’unica cosa ci hanno lasciato fare. Sono carica anche oggi di borse, di consumismo e ho dimenticato di comprare le risposte.“Ciao Amore mio. Mi sei mancato tanto! Tutto bene a casa da solo?”. E Río aspetta i miei baci a pancia in su.
Grazie Ilenia !
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aboutamoonlight · 7 years
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Napoli è bella come una donna stanca. E il suo uomo la guarda fisso e le accarezza piano piano tutti i suoi difetti. Ha un po' gli occhi sporchi, e sono tanto lucidi, che quando guardi il mare a Napoli lo cercherai per sempre, perfino in altri posti. Perché il mare a Napoli non sarà mai più bello di quello di Bora Bora ed è lo stesso in tutte le coste chiare, ma è diverso, questo sì. Perché il mare a Napoli non si ferma mai, così come i suoi passanti che di mattina cercano tutti una metro libera e quella,ribelle, sembra non arrivare mai, pare darti l'occasione di scontrare mille occhi e perderti in cento storie. È un equivoco grandissimo, cercare un posto vuoto in un luogo dove lo stanno cercando pure altri mille e sperare di essere tra i pochi a conquistarlo. Perché Napoli è anche questo: speranza, rivincita. Napoli aspetta la sua rivincita da quando non l'ha mai vinta, da quando si sveglia all'alba e ci sono dubbi sul fatto che vada mai effettivamente a dormire. Un caffè e ci si ricorda di quand'eravamo i re del mondo. Perché Napoli è malinconica, è nostalgica: c'è Mertens e pensa a quando c'era Maradona, c'è l'euro però la lira... c'è il Maschio Angioino ma ti ricordi quando c'era il conte? Come se qualcuno potesse effettivamente ricordarselo; ma c'è la risata e quella non manca neanche ora. Allora va bene, insieme al caffè mettici un po' d'ironia e ci si organizza la vita. Napoli è tante domande, tanti se: guardi l'acqua dove non è cristallina e ti chiedi se non restasse lì sprecata, come sarebbe. Come sarebbe Napoli senza tutta quella fretta, quella voglia di rifarsi? Senza tutta questa rabbia, la solitudine, l'indifferenza...Dicono che a Napoli ti accolgono tutti a braccia aperte, Napoli stessa, forse perché lei lo sa quanto fa male essere giudicati senza che ti abbiano vissuta per davvero. Napoli è bella di notte, coi suoi piccoli istanti di silenzio e qualche grido d'avventura. Napoli è bella perché non è perfetta, e lei non si nasconde, te lo rivela: lo sa che le rughe non fanno un viso meno mozzafiato.
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     𝗔𝗡𝗗𝗥𝗢𝗡𝗜𝗞𝗢𝗦 𝗞𝗢𝗨𝗥𝗗𝗜𝗦          ‣ jeremy irvine              📌 𝖽𝖺𝗍𝖾 𝗈𝖿 𝖻𝗂𝗋𝗍𝗁 ‣ 29 \ 05 \ 1997      📌 𝖺𝗀𝖾 ‣ 21      📌 𝗇𝖺𝗍𝗂𝗈𝗇𝖺𝗅𝗂𝗍𝗒 ‣ greek 🇬🇷      📌 𝗈𝖼𝖼𝗎𝗉𝖺𝗍𝗂𝗈𝗇 ‣ working for the Hotel Bella Donna      📌 𝗁𝗈𝖻𝖻𝗒 ‣ reading, sailing.                      “  𝗡𝗜𝗞𝗢𝗦              📚🌊⛵        👪 ‣ #relationships                         ‣ athena kourdis ( sister )            ‣ demetra kourdis ( sister )            ‣ aphrodite kourdis ( sister )                           📱 ‣ #wheretofindme             Instagram:        @𝗜𝗖𝗔𝗥𝗨𝗦𝗙𝗔𝗟𝗟𝗦                     🏵 ‣ #lifebites                    ‟ Because I have loved life, I shall have no sorrow to die „                        ‣ (   first  )             ‟ Vittoria di un uomo. Uomo valoroso, attivo, conquistatore. ” Cosa è un nome? Esso è davvero in grado di riflettere la personalità della persona che lo porta o è solo un frammento inutile e del tutto irrilevante del suo essere? Andronikos, che da tutta la vita lotta per distaccarsi dal modello di uomo che suo padre sembra avergli maldestramente cucito addosso, non ha mai permesso che nessuno lo chiamasse con il suo nome per intero. Uno sfregio, un insulto alla decisione di suo padre, quando per la prima volta il biondo s'è azzardato a dire a tavola che "Nikos" sarebbe stato il nome con cui voleva farsi chiamare. Non Andronikos, ma Nikos. Un diminutivo. Una strada più facile, un sentiero lontano dall'essere definito un valoroso conquistatore. Una rivincita, se così possiamo definirla, verso l'uomo che non ha mai apprezzato le mille qualità del figlio. Ma il ragazzo affondò ancor di più il coltello nella carne del padre quando proseguì dicendo che se proprio volevano, potevano chiamarlo Icarus. Icaro. Come l'Icaro che cade per aver sognato troppo, per aver oltrepassato i confini della realtà. Che cade. Non è il suo secondo nome, perché Nikos non ha un secondo nome, ma è il nome che s'è dato, il nome che ha scelto per se stesso. Ancora oggi il padre si ostina a chiamarlo Andronikos, così come perpetua le continue violenze psichiche sul figlio, costringendolo a percorrere un cammino ch'egli detesta.                ‣ (   second  )           Ciò che non tutti sanno di Nikos, è che il ragazzo passa la maggior parte del suo tempo in sottocoperta, sulla barca che il padre ha ereditato da suo padre prima di lui. Dai racconti di sua madre Penelope, Nikos ha imparato che il nonno paterno era un avventuriero, proprio come lui. La barca, che porta il nome di ‟ Amphirite ”, — moglie di Poseidone e ninfa del mare — è il suo rifugio, il posto sicuro che tiene per sé nei momenti in cui la pressione sulle sue spalle è troppa ed è necessario distanziarsi dal resto del mondo per poter riflettere in santa pace o leggere uno dei suoi libri preferiti. Soltanto Athena, Demetra ed Aphrodite sanno dove poter trovare il fratello quando hanno bisogno di lui.                              ‣ (   third   )           Nikos non è proprio in grado di relazionarsi all'amore. Il giovane, che conta più delusioni di qualunque altro ragazzo sull'isola, ha chiuso le porte a questo sentimento e ha sparato ( metaforicamente ) un dardo nero al cuore di Eros, impedendo al dio di giocare nuovamente con i propri sentimenti. Nikos è timido, spesso insicuro sul perché una ragazza debba decidere di stare con lui, un giovane difficile da comprendere, ma che è e sarebbe capace di donare interamente il proprio cuore alla fanciulla giusta per lui. Ma è stato anche grazie alle delusioni che ha ricevuto, se adesso Nikos è capace di esprimere anche questo lato sentimentale della propria persona.                                           📌 𝘾ullato dal sole e dalla brezza primaverile di fine maggio, Andronikos Kourdis viene al mondo nella propria casa, mentre la madre Penelope viene assistita dalla doula, una donna che aveva visto nascere anche lei, e che aveva visto nascere metà dei bambini di Kalokairi, così come le sorelle Athena e Demetra prima del piccolo Nikos. Non è mai stato semplice portare sulle spalle il peso di essere l'unico maschio tra i figli di Aegeus Kourdis, un uomo decisamente troppo legato alle tradizioni e all'idea di un uomo greco sempre forte e valoroso. Non sapeva, né poteva immaginare, che suo figlio non sarebbe mai stato il prototipo di ragazzo che lui aveva immaginato.             Sin dall'infanzia, Andronikos mostra d'avere una sensibilità diversa rispetto al resto dei suoi amici. Si emoziona quando la madre gli racconta una storia, s'appassiona ai miti greci, ai racconti che parlano di viaggi, scoperte di nuovi mondi, la creazione del cosmo. Divora libri, modi di pensare, filosofie d'un tempo e ne ingloba i costumi dentro il proprio essere. Sono propri i libri che legge così tanto spesso a renderlo un ragazzo curioso, sempre con la testa tra le nuvole, un sognatore proprio come Ulisse. Se pensa alla propria isola pensa alla propria casa, alle gare con le proprie sorelle, alle corse giù dalle colline, le ginocchia sbucciate e le risate fragorose. Pensa alle tradizioni, alla Moussaka di sua madre ed il caloroso abbraccio dei suoi amici. Ma quando pensa al resto del mondo non può fare a meno di prendere un respiro profondo ed allargare le braccia. Il cuore gli batte forte nel petto, quasi non sente nient'altro se non il suo incessante ritmo. Vuole scoprire nuovi posti, vuole sognare nuovi amori, nuove avventure e trovare nuovi amici. Un giorno spera di poter abbandonare, seppur temporaneamente, la sua bella Isola per scoprire le mille meraviglie che il mondo ha da offrire ad un giovane curioso, sensibile e straordinariamente intelligente come lui.
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glinformati-blog · 5 years
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Take Me Out, su Real Time Katia Follesa guida "La rivincita del maschio": anticipazioni e diretta prima puntata - GLI INFORMATI
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pangeanews · 6 years
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“Céline ha avuto la stessa sorte della verità. L’élite non ha voluto guardare in faccia l’uno più che l’altra; ha chiuso gli occhi”: Drieu La Rochelle esalta il dottor Destouches
L’eroe da romanzo: da Goya e Barrès ad Aragon e Céline è una piccola selezione di testi di Pierre Drieu La Rochelle che ho curato per la collezione “A lume spento” diretta da Luca Gallesi per le edizioni Mimesis.
Si tratta di una serie di scritti raccolti, in lingua originale, nel volume Sur les écrivains curato da Fréderic Grover per la collezione “Blanche” di Gallimard, edito nel 1964, cui ho aggiunto una recensione dello scrittore a una mostra del pittore Francisco Goya, testo che nel 2016 Alessandro Gnocchi mi chiese di tradurre per il Giornale in occasione della più recente edizione di Gilles.
Quello che segue è uno stralcio del profilo di Louis-Ferdinand Céline firmato da Drieu e che venne pubblicato sulla Nouvelle Revue Française nel maggio 1941, durante l’occupazione di Parigi da parte dei tedeschi.
Dunque non uno ma due collabò, il che m’induce a proporre un frammento tratto della voce “Collaboration” del “dizionario biografico” di Julien Hervier, Drieu La Rochelle: Une histoire de désamours, uscito per la collezione “Blanche” Gallimard, fondamentale per la comprensione di quello che fu il ruolo di Drieu in quegli anni, nel quadro del milieu letterario francese.
La questione non è il revisionismo, bensì il dato di fatto per cui l’immagine che la storia ci consegna non è mai in bianco e nero, come vuole la vulgata, ma è fatta d’infinite sfumature di grigio che restituiscono il reale:
“Gaston Gallimard, che teme un’interdizione della rivista e ancor più una chiusura della sua casa editrice da parte dei tedeschi, conta sulla buona immagine di Drieu presso di loro affinché gli assicuri una sorta di cauzione morale collaborazionista. Paulhan – grande resistente che Drieu salverà più tardi da un arresto da parte della Gestapo – non accetta, malgrado la sua proposta, di diventare codirettore della rivista assieme a lui, ma si mostra del tutto disposto a spalleggiarlo assumendo ufficiosamente la responsabilità dei compiti rispetto ai quali Drieu si sente poco qualificato.
Permettendo il rilancio della N.R.F., Drieu è cosciente del grande favore che fa a Gaston Gallimard e alla sua casa editrice per la sopravvivenza di un’attività letteraria non clandestina nella Francia invasa, ma una nota del suo diario, datata 21 giugno 1940, ci rivela anche dei sentimenti molto meno nobili: esulta e cede a una specie d’euforia di rivincita all’idea di tornare da padrone in un’istituzione in cui Gaston gli sembrava l’unico a provare una qualche simpatia per lui. […] La sua violenza contro il milieu letterario non gli impedirà d’intervenire in soccorso di alcuni di loro”. (Marco Settimini)
*
Da alcuni Céline è stato detestato, disprezzato, negato sin dal primo giorno. Quando apparve bruscamente sulla scena letteraria, ci fu immediatamente, tanto nelle cappelle quanto nei diversi strati del pubblico, un moto di paura. Ai tempi non era una questione politica.
Céline ha avuto la stessa sorte della verità. L’élite non ha voluto guardare in faccia l’uno più che l’altra; ha chiuso gli occhi sulla forza di Céline come sulla forza degli eventi. E indubbiamente continua a farlo. Può continuare a farlo.
Si può sempre negare un qualcosa di vivo, basta attendere alcuni secoli per aver ragione. Gli ebrei che hanno scritto le Apocalissi avevano, se vogliamo, ragione: l’Impero romano ha finito col venir meno. Non ci ha messo che cinque secoli in Occidente e altri cinque secoli a Bisanzio. Quando si nega la vita, basta attendere: la morte sopraggiunge sempre.
Non importa che quei successi di alcuni secoli i quali fanno sorridere i sardonici dei muri del pianto siano i più grandi successi umani e che condizionino tutti gli altri. Non si concepiscono i venti secoli di cattolicità cristiana senza il lavoro preparatorio dell’Impero romano.
Non importa che Céline abbia proferito il suo grido. E che a dispetto dei mezzi silenzi o degli sdegni della critica sarà stato letto in abbondanza e assaporato almeno quanto Maurois.
Sarà stato negato e letto, come altri buoni scrittori. […]
C’è del religioso in Céline. È un uomo che sente le cose seriamente ed essendone attanagliato è costretto a gridare sui tetti e a urlare agli angoli delle strade il grande orrore di queste cose. Nel Medioevo sarebbe stato un domenicano, cane di Dio; nel XVI secolo, monaco antiprotestante. C’è del religioso in Céline nel senso ampio della parola: è legato alla totalità della cosa umana, sebbene non la veda che nell’immediatezza del secolo. E, in senso più stretto, c’è forse del cristiano in lui? Quell’orrore della carne… Ma tutto sommato no. Quell’orrore non è che per la carne avariata. Al di là Céline vede una carne lavata, lustrata, salvata, spumeggiante di gaiezza, sfolgorante di gioia. Cosa che esplode, tra le altre, nelle ultime pagine del suo libro, La bella rogna.
Non vede la carne definitivamente condannata come Bernanos, del quale del resto tutta la robustezza protesta contro l’anatema che da essa fuoriesce. È più vicino a Giono.
Chi scriverà il libro di generosa critica di cui abbiamo bisogno, l’elogio approfondito dei grandi scrittori di temperamento, dei grandi stilisti che rendono onore alla nostra generazione: Bernanos, Giono, Céline, Montherlant? Questi quattro, nonostante le loro parziali manchevolezze, la fretta o la precarietà di alcune delle loro opere e le vena- ture di corruzione che ricevono dall’epoca, rappresentano l’elemento maschio nella nostra anima. […]
I buoni scrittori attraversano così, insoliti e sconvenienti, il vivo della mischia; è attraverso quest’effimero che raggiungono l’eterno, come per ventura.
Céline non è soltanto un autore di pamphlet. Ha scritto un grande romanzo: Viaggio al termine della notte. E un altro, disgraziatamente mutilo: Morte a credito. E un altro, disgraziatamente inedito: Casse-pipe. Anche in quei casi si colloca in una tradizione molto chiara, quella del realismo francese che, lungo la strada, a furia di allentarsi le briglie, si supera e si soprassa e diventa una sorta di surrealismo, ma un surrealismo che rimane solidamente ancorato all’umano. È la linea di Charles Sorel, di cui non si legge mai nella sua versione integrale La vera storia comica di Francion, di Marivaux, il quale non ha fatto soltanto delle commedie da salotto, tra l’altro molto acute, ma anche Il villan rifatto e La vita di Marianna, e di Restif de La Bretonne. È anche la vena dei romanzi di Hugo.
Lo stile stesso di Céline si giustifica con la necessità. Come mostrare la verità del nostro tempo in tutta la sua deboscia democratica e primitiva, nel suo immoralismo a breve termine, nel suo epicureismo da sobborgo, nella sua oscena incultura da salotto, nella sua disperazione che finge d’essere impudente, se non rompendo con ogni accademismo, se non riconoscendo mediante un processo patente della sintassi il disastro dell’essere logoro e ritorto?
Céline maneggia il linguaggio popolare con scienza consumata e astuzia superiore. Céline si serve del célinismo come gli ultimi pittori si sono serviti del fauvismo o del cubismo. In tempo di decadenza, coloro i quali la accettano francamente, e la dichiarano, sono gli unici che possono ancora esprimersi.
Céline non è indietreggiato di fronte agli strumenti decisivi per mostrarci a noi stessi tali e quali siamo, francesi dello sfacelo. Savonarola innalzava i suoi roghi, sui quali consumava una delle arti più raffinate del mondo, pochi anni prima della presa di Firenze.
Ma al di là della sua psicologia implacabilmente esatta di francese e di uomo moderno, al di là di quest’altissimo surrealismo che esplode in certi episodi del Viaggio al termine della notte, Céline vede la vita risplendere di nuovo. Sta a noi vederla a nostra volta, e dargli l’occasione di cantarla.
Pierre Drieu La Rochelle
Nouvelle Revue Française, maggio 1941
L'articolo “Céline ha avuto la stessa sorte della verità. L’élite non ha voluto guardare in faccia l’uno più che l’altra; ha chiuso gli occhi”: Drieu La Rochelle esalta il dottor Destouches proviene da Pangea.
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lets-stella-blog · 7 years
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Tanto per far passare la noia 1.Che hai fatto oggi? Studiato per l'esame 2.Come ti immagini da grande? Felice 3.Come ti chiami? Nie 4.Dove abiti? Torino 5.Quanti anni hai? 21 6.Cosa ti piace di te stesso/o? Le mie labbra 7.Cos’è l’ultima cosa che hai guardato su youtube? Il porno di harry styles mentre canta kiwi. Vi consiglio di guardarlo 8.Vai spesso su siti porno? Tesoro io sono il porno 9.Che scuola o lavoro fai? Vado all'università 10.Cosa deve fare un/a ragazzo/a per conquistarti? Essere se stesso sempre 11.Hai una data che significa o ti fa ricordare qualcosa di importante? 4 ottobre, questa data mi ha cambiato la vita 12.Che posti ti piacerebbero visitare? Finlandia 13.Cosa rappresenta per te il/la tuo/a migliore amico/a? Una sorta di diario segreto 14.Ti confidi mai con qualcuno? Alcune volte si 15.Cos’è la prima cosa che noti in una persona del sesso opposto sia di fisico che di carattere? Le spalle e se non abbassa mai gli occhi allora quello è il ragazzo che fa per me 16.Fai qualche sport? Sesso per te è uno sport? Perche faccio tanto sesso 17.Sei vergine? Solo di segno zodiacale 18.Quanto sei alto/a? 1,65 19.Ti piace leggere? Anche troppo 20.Segui qualche serie tv?nah 21.Ti senti spesso solo/a? Solo quando lo voglio 22.Hai mai detto “Ti amo” a qualcuno/a? Si 23.Ti piace qualcuno/a? La mia ragazza e il mio ragazzo, certo c'è anche il fidanzato di mia cugina che è un gran figo, ma devo fare la brava e tenere le mani a posto 24.Scrivi il nome di qualcuno importante per te. Harry 25.Come immaginavi la tua adolescenza da piccolo/a? Sinceramente, non la immaginavo 26.Che genere di musica ti piace? Rock 27.La tua canzone preferita al momento? Kiwi, penso di essere venuta un bel po si volte con questa canzone 28.Credi negli alieni? Beh non mi sento di dire che siamo gli unici in tutto l'universo 29.Credi in Dio? No 30.Credi nell’essere umano? Beh lo vedo , ci parlo e ci scopo il minimo che posso fare è crederci 31.Qual è il tuo colore preferito? Bianco 32.Qual è il tuo cibo preferito? La pizza 33.Hai mai avuto un/a ragazzo/a? Ho una ragazza e un ragazzo 34.Sessualità? Bisessuale 35.Come si chiama il/la tuo/a migliore amico/a? Alessandro ed è gay, e te lo dico perche sono cosi fiera di lui...ciao amorito mio ti amo 36.Che ascolti adesso? From the daining table 37.Che tipo di persona sei? Spontanea (forse anche troppo) 38.Riesci a parlare di te? Beh se ti sto rispondendo si 39.Secondo te, cosa ti manca per essere felice? Non lo so, penso che se fossi in uno stato dove nessuno mi conosce mi darei al porno e ne sarei felice 40.Fai uso di droghe? No, sono merdate e muori. Non le usate...potete sballarvi con altro 41.Fumi? Purtroppo si 42.Bevi? Nei fine settimana 43.Ti sei mai ubriacato/a? Si 44.Racconta un fatto divertente. È abbastanza divertente il fatto di aver incontrato la compagna di mio padre in un sexy shop a oxford street? Perche per me lo è stato, siamo amiche e le ho consigliato che vibratore comprare 45.Sei triste? Non ho tempo per esserlo, la vita è breve per le cazzate che voglio fare 46.Sei felice? Si tantissimo 47.Sei innamorato/a? Della vita 48.A quanti anni hai dato il primo bacio? Forse otto anni, ho limonato con mio cugino, lo giuro a mia discolpa posso dire che è adottato e quindi non è poi così incestuoso 49.Ti piacciono le giornate con il sole o con la pioggia? Pioggia every single day anche se poi per la vitamina D mi attacco al cazzo...ma hei io amo il cazzo 😏 50.Preferisci l’estate o l’inverno. Inverno 51.Secondo te l’inferno esiste? Nah 52.Secondo te il paradiso esiste?nah 53.Hai un autore preferito? Si, è una ragazza Romana che scrive una fanfiction sui larry...si chiama Ross e adoro come scrive. 54.Che genere di libri ti piace leggere? Basta che sono libri leggo di tutto 55.Dai una tua definizione alla parola “demone”. Secondo me demone è sinonimo di passione sfrenata, paura di non potersi più controllare 56.Hai veri amici? Si, pochi 57.Credi nelle relazioni a distanza? Se si ama si, ma la distanza distrugge sempre qualcosa perche siamo deboli alla carne e cediamo alle tentazioni 58.Sei fedele? Si 59.Ti piacciono le piante? Hai una preferita? Il girasole 60.Riusciresti a vivere 3 giorni senza usare il telefono? Si 61.Secondo te sei dipendente dall’internet? Un tantino 62.Cosa farai per natale? Viaggiare, lo faccio ogni anno 63.Cosa farai per l’anno nuovo? Probabilmente starò a letto con il mio ragazzo e la mia ragazza 64.Quando compi gli anni? Settembre 65.Sei figlio/a unico/a? Nope 66.Cosa indossi adesso? Perizoma e basta , sono a casa e dovrei studiare 67.Dormi nudo/a? Si 68.Ti piacciono i piercings? Ne hai qualcuno? Tre, clitoral smile e tongue 69.Ti piacciono i tatuaggi? Ne hai qualcuno? Ne ho due 70.Ti piacciono i dilatatori? Quelli anali sicuramente 😏😏😂😂, gli altri su di me no, ma davide ne ha uno e mi fa impazzire 71.Hai pianto oggi? No 72.Ti arrabbi spesso? Nasco arrabbiata 73.Quanto tempo passi su tumblr? Tanto 74.Chi ti piacerebbe vedere adesso? Harry 75.Ti manca qualcuno? Harry 76.Ricordi della tua prima cotta? No hahaha 77.Due fatti sulla tua personalità. Troppo spontanea, troppo rumorosa 78.Cosa ti piace di più e di meno di te stesso/a? Di piu le mie labbra di meno i miei occhi 79.Vacanza dei sogni? Miami 80.Torneresti indietro nel tempo per cambiare qualcosa? Si, eviterei di fare amicizia con quella testa di cazzo della mia ex migliore amica 81.Sei contento/a di com’è la tua vita adesso? Tantissimo 82.Cosa pensi dell’adolescenza? Che è difficile ragazzi, ma è il momento piu bello 83.A quale domanda odi rispondere? Quante materie ti mancano alla laurea 84.Di cosa parli più volentieri? Di sogni 85.Credi nell’amore? Ho solo 21 anni, mi godo la vita 86.Perdoni facilmente? Dipende 87.Cosa non sopporti? La tavoloccia del cesso alzata 88.Cosa ti fa arrabbiare? La tavoloccia del cesso alzata 89.Riesci a fidarti facilmente di qualcuno? No assolutamente 90.Odi qualcuno? No, l'odio è per i deboli 91.Cosa ti fa eccitare? Un porno gay, ragazzi ve lo dico seriamente... è eccitante, ho etto ff sui larry che ho desiderato essere maschio ed eseere gay 92.Preferisci i/le ragazzi/e più grandi, quelli/e più piccoli/e o quelli/e con la tua stessa età? Il mio ragazzo ha 25 anni e la mia ragazza 19...adattatevi 93.Cosa cambieresti nella tua vita?(non puoi dire tutto, scegli un’altra risposta) il fatto di aver incontrato certe persone piuttosto che averle evitate 94.Descrivi la tua vita in 8 parole. Avventura,sogni,sorriso,coraggio,passione, libri, concerti e studio, ragazzi bisogna studiare per essere liberi...l'ignoranza vi imprigiona 95.Sei mai stato/a scoperto/a mentre facevi qualcosa che non avresti dovuto? Se sì, cosa? Mia madre mi ha scoperto a letto con il mio ragazzo, forse non avrei dovuto scopare...ma chi è che non scopa? 96.Saresti timido/a nel chiedere a qualcuno di uscire? Non saprei, non ho mai chiesto a qualcuno di uscire. 97.Sei mai stato/a rifiutato/a da chi ti piaceva? Si, in primo superiore...un ragazzo che mi piaceva aveva capito che avevo questa debolezza per lui ma ha limonato davanti ai miei occhi con una ragazza del secondo, sapete cosa? Al ballo di fine anno ho messo il vestitino piu bello che avessi e mi sono fatta accompagnare dal mio migliore amico...abbiamo limonato di brutto tutta la serata e il giorno dopo mi ha mandato un messaggio su facebook e mi sono presa la rivincita perché una cosa la dovete imparare, una donna non deve MAI sentirsi inferiore, prendetevi le vostre vendette quando siete sicure di voi stesse ma non lasciate mai che qualcuno possa farvi stare male. 98.Hai mai praticato sesso orale? Ogni volta, non fatevi raccontare cazzate quando vi dicono che fa schifo...sono tutte cazzate. È divino, hai il ragazzo ai tuoi piedi..sei tu che comandi 99.Suoni qualche strumento? Se sì, quale? Un tantino la chirarra 100.Hai mai comprato dei preservativi? Si, i preservativi sono di tutti, non è assolutamente vero che li devono comprare gli uomini, l'abbiamo voluta l'emancipazione? Bene allora è compito nostro comportarci da tali. 101.C’è qualcuno di cui ti fidi, anche se non dovresti? Non penso 102.Ti è mai piaciuto qualcuno del tuo stesso sesso? La mia ragazza 103.Ti piacciono i baci sul collo? Baci? Io amo i baci i succhiotti e i morsi...sanno di possesso, è amo quando si possa vedere che li ci sono stata io e che è mio 104.Cosa non perdoneresti mai? Un'amica che tradisce la fiducia raccontanto cose intime della mia vita 105.Ti consideri una persona strana? Perché? Strana? Per me non esiste lo strano 106.Hai qualche fobia? Quale? Le rane 107.Scrivi come ti senti adesso. Rilassata 108.Stai sprecando la tua vita? Assolutamente no, sono dove voglio essere e faccio quello che voglio fare. 109.Hai qualche vizio? Leggere troppo 110.Cosa aspetti per cambiare la tua vita? Nessuno, se sono quella che sono lo devo a tutte le cose e le persone che mi hanno portato ad essere qui dove sono e come sono
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