Tumgik
#L’ultima Meta
grindhousecellar · 1 year
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therefore-farewell · 7 months
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L’importante è mettersi in cammino. Altrimenti non arriverai da nessuna parte. E passerai il resto della tua vita a disprezzarti per ciò che avresti potuto essere e non sei stato. La meta iniziale del viaggio rappresenta solo lo stimolo per partire.
— Massimo Gramellini; L’ultima riga delle favole
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“L'amore è una meta che si raggiunge in due, a condizione di aver trovato la strada da soli.”
— Massimo Gramellini, “L’ultima riga delle favole”.
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scorcidipoesia · 11 months
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Ovunque si legge di narcisismo ma molti credono che si tratti solo di persone che si piacciono e collezionano partner ma non è così.
La storia col narcisista arriva come la salvezza : corteggiamento fantastico con ascolto, piccoli pensieri, presenza continua. Roselline raccolte dal giardino messe in tavola la mattina. Cucina con cuori di cioccolata o torta, luoghi sempre diversi in cui ti porta, non è mai stanco e non dorme mai. In auto e fuori è attento, ti aiuta molto in casa, ti cucina, sistema le cose aggiustandole, pianta con te i fiori, mette in ordine. Una mania ossessiva dell’ordine, noto che imbusta tutto. Le sue valigie sono perfette, magliette perfettamente piegate anche da sporche, a volte i primi tempi sistema anche la tua. Lentamente la curiosità viene meno, inizia a cercare gli ex della tua vita, entra nella tua posta, commenta ogni cosa che scrivi in modo pubblicamente sarcastico per sminuirti, critica il tuo lavoro, lo sminuisce, ti chiede di vestirti in maniera femminile e di indossare le lenti a contatto anche nel fine settimana, cerca nella tua vita un uomo che non c’è. Inizia a manipolare e gestire la tua vita : si va li, si deve camminare e vedere ogni luogo e le ferie diventano un lavoro, si annoia presto e cerca un’altra meta anche durante la vacanza in corso. Tutte le spese vengono rigorosamente divise a metà e se all’inizio tiene molto allo scambio regali , verso la fine li ritiene inutili. Se all’inizio ti tiene la mano e continua a farti foto facendoti sentire una principessa, alla fine ti lascia sola camminandoti avanti con le mani in tasca. Se all’inizio il cellulare è acceso e visibile, alla fine è spento e ti viene data la colpa di essere spesso online quando non sai dei suoi innumerevoli profili falsi in cui contatta donne tutte molto simili : more, occhi chiari, le sceglie in base ai loro gusti se sono simili ai suoi. È come se raccattasse oggetti che possono essergli utili.
Instancabile amante, colleziona donne e le gestisce contemporaneamente.
Non si arrabbia mai, si chiude in un silenzio che ti porta alla follia, non chiarisce . Sancisce di aver ragione, si ritiene intelligente ,è razzista e odia paesi o persone di luoghi poveri. Non ti dice più parole d’amore appena capisce di non dover più conquistare.
Ti lascerà e cercherà più volte ma non per amore. Qualcosa in lui gli fa sentire curiosità e vuoto, tiene molto a se stesso e si allena, ritiene il riposo inutile e non gli importa se sei stanca. Le persone che ti circondano sono tutte idiote, critica anche i medici cui ti rivolgi e racconta alle altre tutte le vostre intimità usando con loro gli stessi oggetti, anche quelli che usava con te.
Del tuo amore non se ne fa nulla, non può provare nulla perché il narcisismo è una patologia in cui il malato non si ritiene tale. In lui vi è una continua ricerca del proprio appagamento e tu sei solo una parte valorizzata finché lo incuriosisci.
È così bravo ad entrare nella tua vita ed abitudini che dopo di lui sentirai un vuoto e stenterai a riconoscerti perché il tempo passato con lui è stato un continuo sfidare te stessa e le tue abitudini per stargli dietro. Lo rendi partecipe di ogni tuo momento ma non serve, lui non ha mai nostalgia o bisogno di nessuno. Nel momento in cui ti distrai anche per motivi gravi, lui è già altrove.
Liberarsi di quella vita è difficilissimo, ci vogliono forse anni. In gioco ci sono illusioni disattese e uno scarto che viene attuato nel momento in cui non sei la giovane donna piena di risorse ma una donna matura che sta sfiorendo. Lui si è bevuto l’ultima goccia del tuo nettare ignaro di ogni sacrificio e speranza riposti in lui. Non serve parlargli : è un disco rotto di auto celebrazione.
Non ti darà mai ragione.
Non serve accusarlo o cercare di capire : sarebbe come spiegare a un astemio il sapore di un vino che non berrà mai o descrivere a un cieco i contorni del cielo.
Occorre tanta forza ed essere pronte a ricadute , momenti di tristezza in cui ricorderai un NOI mai esistito, una coppia in cui eri sola.
Solo il tempo ,solo il tempo lo farà scivolare via come un incubo sfiorato.
Riassumendo, il mio ritratto sul narcisista è questo :
Uomo intelligente, gli piace studiare e si informa su tutto, legge e conosce la musica. Solo la sua musica è bella, quella che piace a te fa schifo.
Ama i dolci o il cibo dei luoghi che lo affascinano.
Si vuole bene, per se’ pochi oggetti ma di qualità, ha cura a tavola
È un eterno ragazzo che sfugge la vecchiaia, si veste con garbo.
Non dorme molto, non ha amici uomini. Preferisce parlare con donne e le incanta.
Sa come trattare le donne. Cosa piace loro, come trattarle.
Parla di progetti importanti che non attuerà mai , farà fatica a staccarsi dalla sua realtà . In lui c’è un mondo di pensieri che non saprai mai e un mare di bugie.
Non prova compassione per niente e nessuno.
Non piange mai, si emoziona per cose tangibili ma per poco, cercherà di darti ogni colpa per azioni commesse da lui.
È complicato andare avanti dopo di lui. Solo chi ha avuto la sciagura di incontrare un uomo simile potrà intuire il disagio in cui vivi dopo, la destabilizzazione.
Non cambierà mai: non sei tu sbagliata o brutta, anzi. Tu sei quella che gli serve per nutrire il suo ego, ma nessuna potrà dire di essere stata amata da lui.
Lui non può amare, quello che lo divora è un cimitero interiore di mancanze che arrivano dal passato e che ignora senza mai fermarsi.
Non forzarti, niente sarà mai come il tuo cuore vorrebbe.
Tatiana Andena
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lunamagicablu · 1 year
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Mi chiamo Anima e vivo con la mia numerosa famiglia in un luogo magico al di là del velo, in una bellissima casa costruita con la sola forza del pensiero. Qui la luce del giorno è diamantina e quella della notte brillante e delicata; ogni essere vive in perfetta simbiosi con ogni parte del creato e regnano pace, gioia e armonia. Siamo in tanti qui e ognuno di noi ha un preciso compito da assolvere, voi lo chiamate ‘lavoro’. Io, ad esempio, sono considerata una sorta di operatrice turistica, poiché aiuto le altre anime a scegliere la meta del loro Viaggio in base alle esperienze che preferiscono affrontare e al livello di evoluzione che desiderano raggiungere.Anche io ho viaggiato nel tempo diverse volte, l’ultima è accaduta qualche decina di anni fa. Dapprima ho scelto le esperienze che desideravo vivere dandomi degli obiettivi ben precisi per raggiungere un ulteriore livello nella mia evoluzione, poi i luoghi da esplorare e i compagni di avventura. Infine, con coraggio e un pizzico di spregiudicatezza ho fatto la valigia, ho salutato la mia famiglia e sono partita per il mio Lungo Viaggio, quello della vita sulla Terra. Un viaggio che dura tutt’ora e di cui faccio tesoro ogni giorno.Sin dai primi tempi ho percepito una piangente malinconia che compariva a tratti, quasi a ricordarmi di essere su questa Terra, ma non di questa Terra. Nei primi anni mi sono sentita un po’ smarrita e ho dovuto compiere tanti sforzi per abituarmi a stare in questo corpo: ho imparato a camminare, a correre, a parlare una lingua strana fatta di regole davvero bizzarre, a stare in equilibrio su uno strano aggeggio a due ruote e poi su un altro a quattro: il primo lo chiamano bicicletta, il secondo pattini. Per uno strano scherzo, non appena imparai a leggere e scrivere correttamente, scoprii che su questa Terra esistevano molte altre lingue, tutte diverse e che ne avrei dovute imparare almeno altre due nel corso del mio Viaggio.Gli anni sono trascorsi veloci e in questo salto nel tempo ho fatto esperienza conoscendo ogni sorta di persone: buone e cattive, oneste e disoneste, false, gelose e invidiose oppure sincere, con sentimenti nobili e con purezza di cuore; mi sono allenata nel riconoscerle e anche ad accettarle per quelle che sono, con rispetto. Ho incrociato anime che già conoscevo, anche loro qui per compiere il proprio Viaggio: con alcune ho percorso un po’ di strada e poi ognuno ha proseguito nel proprio sentiero, con altre invece cammino tutt’ora. Ho conosciuto anime molto antiche e ho imparato a percepire le loro vibrazioni ascoltandone il suono, a volte cupo e triste e altre volte giocoso, armonico e delicato. Ho sentito la carezza di alcune di loro sul mio cuore e la tagliente villaneria di altre imparando a distaccarmene senza giudizio, comprendendo che quello è il loro Viaggio.Ho incontrato anime dormienti imprigionate nelle illusioni della realtà materiale e negli inganni della mente. Molte di loro si identificano con i beni materiali che possiedono e con il lavoro che svolgono, schiavi dell’illusione del tempo e miopi al fluire della vita. In questo momento del mio Viaggio, sto invece camminando lungo un colorato sentiero di consapevolezza e armonia, in compagnia di anime risvegliate, luminose e brillanti; con alcune di loro non vi è nemmeno bisogno di utilizzare la parola, basta il pensiero per comunicare.Per gran parte del tempo non comprendiamo la magia insita nel nostro Viaggio ignorando le nostre potenzialità e molte parti di noi. Così facendo diveniamo vittime delle circostanze, insoddisfatti del nostro vivere e impossibilitati di godere pienamente della nostra interezza. Disattenti e frastornati dall’apparente scorrere frenetico del tempo, ci dimentichiamo di osservare la bellezza che ci circonda e continuiamo a vivere distratti dal nostro reagire continuamente alle preoccupazioni, ai problemi e alle situazioni. Il tempo sembra non bastare mai e il nostro contatto con l’esistenza diventa costantemente filtrato da giudizi e confronti. Così facendo, ci lasciamo imprigionare dagli avvenimenti del passato portandoci dietro fardelli pesanti che non ci permettono di percorrere quelle strade inesplorate e quei magici itinerari che avevamo programmato prima di partire.Se vivessimo il nostro Viaggio nel solo ed eterno momento presente, ci renderemmo conto che in ogni incontro, situazione o esperienza che viviamo è sempre celato un importante insegnamento e una preziosa occasione per compiere un balzo in avanti nella scala dell’evoluzione.  Nel Viaggio di ciascuna Anima tutto è perfetto così com’è e ogni uomo si trova, in ogni istante della sua vita, nel luogo e nella situazione giusta per agire, modificare la sua esistenza e per scegliere di risvegliarsi. Quando il Viaggio giungerà al termine, nulla finirà o si interromperà, al contrario l’anima farà ritorno nella propria casa, con un bagaglio ricco di esperienze vissute e di insegnamenti appresi che saprà trasformare in un prezioso alleato per continuare il proprio processo di evoluzione, in una dimensione senza tempo.    
Sara Costi       
art by PicSoAI                  
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My name is Anima and I live with my large family in a magical place beyond the veil, in a beautiful house built with the power of thought alone. Here the light of the day is diamond-like and that of the night brilliant and delicate; every being lives in perfect symbiosis with every part of creation and peace, joy and harmony reign. There are many of us here and each of us has a specific task to perform, you call it 'work'. For example, I am considered a sort of tour operator, as I help other souls choose the destination of their journey based on the experiences they prefer to face and the level of evolution they wish to achieve.I have also traveled through time several times, the last one was a few decades ago. At first I chose the experiences I wanted to have, giving myself precise objectives to reach a further level in my evolution, then the places to explore and the adventure companions. Finally, with courage and a pinch of ruthlessness, I packed my suitcase, said goodbye to my family and set off on my Long Journey, that of life on Earth. A journey that still lasts and that I treasure every day.From the earliest times I have perceived a weeping melancholy that appeared at times, as if to remind me of being on this Earth, but not of this Earth. In the first years I felt a bit lost and I had to make a lot of efforts to get used to being in this body: I learned to walk, to run, to speak a strange language made up of truly bizarre rules, to balance on a strange contraption with two wheels and then on another with four: the first they call a bicycle, the second skates. For a strange joke, as soon as I learned to read and write correctly, I discovered that there were many other languages on this Earth, all different and that I should have learned at least two more during my Journey.The years have passed quickly and in this leap in time I have gained experience by knowing all sorts of people: good and bad, honest and dishonest, false, jealous and envious or sincere, with noble feelings and purity of heart; I trained myself to recognize them and also to accept them for who they are, with respect. I met souls that I already knew, they too here to complete their journey: with some I traveled a little way and then everyone continued on their own path, with others I still walk. I have known very ancient souls and I have learned to perceive their vibrations by listening to their sound, sometimes dark and sad and other times playful, harmonious and delicate. I have felt the caress of some of them on my heart and the sharp rudeness of others, learning to detach myself without judgement, understanding that this is their journey.I have met sleeping souls caught in the illusions of material reality and the deceptions of the mind. Many of them identify with the material goods they own and with the work they do, slaves to the illusion of time and short-sighted to the flow of life. At this moment of my Journey, I am instead walking along a colorful path of awareness and harmony, in the company of awakened, bright and brilliant souls; with some of them you don't even need to use the word, the thought is enough to communicate.Most of the time we don't understand the magic inherent in our Journey by ignoring our potential and many parts of us. In doing so we become victims of circumstances, dissatisfied with our lives and unable to fully enjoy our wholeness. Inattentive and dazed by the apparent frenetic flow of time, we forget to observe the beauty that surrounds us and continue to live distracted by our continuous reaction to worries, problems and situations. Time never seems to be enough and our contact with existence becomes constantly filtered by judgments and comparisons. In doing so, we allow ourselves to be imprisoned by the events of the past, carrying heavy burdens that do not allow us to travel those unexplored roads and those magical itineraries that we had planned before leaving.If we lived our Journey in the single and eternal present moment, we would realize that in every meeting, situation or experience we live there is always hidden an important teaching and a precious opportunity to take a leap forward in the evolutionary ladder. In the Journey of each Soul everything is perfect as it is and every man finds himself, in every moment of his life, in the right place and situation to act, to change his existence and to choose to wake up. When the Journey comes to an end, nothing will end or be interrupted, on the contrary the soul will return to its home, with a baggage full of lived experiences and lessons learned that it will be able to transform into a precious ally for continue its evolution process, in a timeless dimension.
Sara Costi        
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parolerandagie · 2 years
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Di sport con la palla, del come si giocano e del cosa si prova nel farlo
Il calcio è uno sport fantastico, come testimoniano i milioni di appassionati in giro per il Mondo, ma si gioca con i piedi, ed a me la palla è sempre piaciuta averla fra le mani. Non che non ci giocai, per carità: sono nato e cresciuto in Italia, in un paesino di provincia, nell’ultimo terzo dello scorso millennio, e non ci si poteva sottrarre.
Non ci si poteva sottrarre dalle estati a giocarlo nei cortili, o negli oratori, sempre con attrezzature improvvisate (righe non tracciate, porte segnate da magliette a terra se non addirittura approssimative ed immaginarie nelle dimensioni, palloni rivedibili), raramente in numeri di giocatori consoni (mi ricordo dei due contro due a tutto campo), con percezione temporale molto relativa (tipo ‘’oh, sta facendo buio, chi segna il prossimo è campione dell’universo [*]), e con punteggi surreali (nonno, a casa, a cena: ‘’avete giocato al pallone?’’, io: ‘’sì’’, nonno ‘’e come è andata?’’, io: ‘’bene, abbiamo pareggiato 45 a 45 ed io ho fatto 18 gol’’).
Non ci si poteva sottrarre ed a me piaceva giocare di punta (e piaceva anche agli altri che io lo facessi), però...però non mi piacevano le pause attendiste che il calcio suggeriva (imponeva, forse), per esempio che se facevi la punta allora, quando attaccavano gli altri, tu dovevi farti i cazzi tuoi ed al limite farti trovare pronto per i contropiedi, non mi piaceva che si correva soprattutto senza palla, e non mi piaceva lo sforzo di contenimento dell’istinto che si doveva praticare continuamente per evitare di prendere la palla con le mani, che noi uomini le cose che ci piacciono cerchiamo di prenderle con le mani, mica con i piedi, mica a calci, che siano, quelle cose, dei gattini, o dei sassi lisci, o delle conchiglie, o delle tette, o (appunto) dei palloni.
Il rugby no, mi dissi quando lo scoprii, il rugby ti regala la possibilità di averla sempre fra le mani, la palla, o di cercare di averla quantomeno, e che figata quella sensazione di possesso, di stretta in pugno, che figata quella sensazione di saperci cosa fare: anche il passaggio stesso, se fatto con le mani, è un affidare a qualcun’altro qualcosa di importante, è un ‘’oh, fai attenzione a non farla cadere, mi raccomando’’ è un sottolineare la fiducia che si ha, nel compagno, mentre quello coi piedi sembra più un ‘’toh, pigliala tu, va, che io non so bene che farci’’.
Ed il basket anche. Che anche nel basket la palla ce l’hai in mano e ci si aggiunge che ci devi palleggiare, cioè sbatterla a terra per vedere che torna su, cioè era già divertente così, era già divertente la sensazione di contatto ed abbandono di quella superficie liscia ed elastica, tonda, con il palmo della mano e con i polpastrelli.
Il basket ed il rugby, poi, non concedevano attese, si era sempre nel frullatore, sempre nell’azione.
Nel basket: hai fatto canestro? bravo, ma adesso torna in difesa e vedi di impegnarti ad evitare che lo facciano gli altri...non hai tirato tu? vai a rimbalzo e di corsa, sì, anche se hanno tirato gli altri, e sveglia occhi sulla palla, sul canestro, sugli avversari e sui compagni...hai preso il rimbalzo? tira, corri, passa..lo ha preso un tuo compagno? corri, smarcati, chiedi palla.
Nel rugby: c’hai la palla? che bello, ma adesso corrici, passala, passala e seguila, posala in meta, calciala ma solo se è l’ultima cosa che potresti farci...ce l’hanno gli altri, la palla? ecco, vedi di recuperarla, placca, contesta, impedisci il passaggio, corrici appresso.
Mai un secondo di pausa.
E poi, quando giochi bene, nel rugby e nel basket, la sensazione di farlo è più forte, appunto perché lo stai facendo con le mani, perché lo stai facendo sia in attacco che in difesa, perché (forse soprattutto nel rugby) non c’è proprio un cazzo (ma un cazzo proprio) di gratuito, e si prendono delle gran botte (sì, sì, le si danno pure), perché quello che ti si chiede di fare pare impossibile (il canestro è là, altissimo da terra, ed il campo da rugby è pieno di gente vestita con una maglia diversa dalla tua e con pessime intenzioni) ma poi lo fai.
E se voi vi divertite di più a giocare a calcio, bravi voi, sono tanto contento: io no.
O a pallavolo (che già sto fatto che l’avversario sta di là dalla rete e non lo puoi colpire, mah), o a baseball (che a me sembra uno che tira una palla, uno che cerca di colpirla con un bastone senza riuscirci quasi mai e tutti gli altri a guardare, aspettando che gli cresca l’unghia sull’uccello), o a pallamano o a che cazzo ne so: bravi voi, sono tanto contento: io no.
Se poi invece voi lo sport non lo avete fatto ma lo guardate solo, allora mi spiace: non sapete che meraviglia vi state perdendo.
[*] che poi, io mi sono sempre detto, vabbè, ma se segnano gli altri, siamo vicecampioni dell’universo...cioè mica male comunque, no?
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Sono stata al centro commerciale, c’era tanta confusione e un odore di un profumo strano tra la gente. Era come l’ultima volta, io e te, mano nella mano.. Camminando mi sono tornati in mente quei momenti insieme, i negozi dove siamo stati e il tramonto fuori e malinconica sono uscita per fotografarlo e non so come ma si sentiva il tuo odore come se fosse nell’aria. Dentro era peggio, mi sentivo soffocare, il tuo profumo era ovunque, persino l’odore che emanavi, era così strano sentire tutto ciò senza averti accanto. Tornare lì mi ha ricordato altre cose che avevo rimosso involontariamente. Mi sono sentita vuota, ho girato e girato senza meta, dopo sono uscita ho fatto un respiro profondo, ho preso la mia sigaretta elettronica, ho fatto qualche tiro e sono andata in macchina. Per strada mi sono passate altre cose per la testa, tra una canzone e l’altra, mi chiedevo se la prossima volta mi sentirò come oggi…
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writetodrive · 3 months
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Val di Vara - Passo del Rastrello con la Fiat Panda 4x4
La Fiat Panda 4x4, per gli appassionati e non solo, è e rimane, una autentica icona dell’automobilismo e della produzione italiana che compie 40 anni, sì, uscendo di scena dai listini in punta di ruote, una ragione in più per riscoprire la sua bella storia.
La prima Fiat Panda 4x4 debutta nel giugno del 1983 e concepita come una piccola fuoristrada con irrobustimento del telaio nelle parti più sollecitate, è spinta inizialmente dallo stesso motore a quattro cilindri in linea da 965 cc dell’Autobianchi A112 - è agile e grazie al robusto sistema di trazione integrale inseribile manualmente e prodotto dall’austriaca Steyer-Puch, dotata di una prima marcia corta detta “primino”, si arrampica in ogni dove superando con disinvoltura anche le pendenze più difficili. 
Nel 1991 il primo cambiamento importante, oltre a vari dettagli estetici, per il motore debutta il più leggero, ed efficiente motore FIRE, che prodotto a partire dal 1985, già montato sulla Autobianchi Y10, con una cilindrata di 1108 cc, abbandona l’alimentazione a carburatore in favore di un più moderno impianto di iniezione elettronica, equipaggiato con un sistema di scarico dotato di catalizzatore.
Si dota di allestimenti specifici che si fanno sempre più dedicati e ricercati, con i nomi “Trekking e Country Club”.
Nel 2004, una seconda serie che ripropone il format di piccola fuoristrada della celebre antenata, poggia sempre su un pianale irrobustito e per offrire una maggior motricità sui fondi più difficili si affida in questa prima evoluzione, ad un sistema di trazione integrale di tipo permanente, completamente meccanico e dotato di giunto viscoso sostituto successivamente da una frizione elettroidraulica.
Una soluzione meccanica che permette in condizioni normali di poter procedere con la trazione quasi esclusivamente sulle ruote anteriori, riducendo attriti e consumi, ma che non appena registra tramite appositi sensori la perdita di aderenza, senza la necessità di alcun intervento da parte del conducente, vede la coppia motrice trasferita gradualmente anche all’assale posteriore ripristinando aderenza e trazione sui fondi più difficili e viscidi.
I motori disponibili, due, il: 1.2 a benzina da circa 60 CV e, dalla fine del 2005, il 1.3 Multijet a gasolio da 69 CV.
Dal 2012, l’attuale generazione della Panda 4x4 prosegue la sua terza ed ultima al momento evoluzione.
Più alta da terra, e con ingombri di carrozzeria aumentati per una maggiore abitabilità, beneficia di dotazioni meccaniche e affinamenti del progetto sempre in evoluzione, in grado di esaltarne le doti di grande arrampicatrice e l’agilità in off-road che hanno fatto la fortuna dei precedenti modelli aumentando il comfort di marcia sia nelle brevi che nelle lunghe distanze.
Dimenticavo, ma dove stiamo andando e con quale versione? Proprio lei, l’ultima, la terza appena citata, e motorizzata in questa prova con il motore Multijet 1.3 portato nella sua ultima evoluzione con turbo a geometria variabile a 95 CV.
Per assaporare le doti di questa funambolica e dalle radici storiche utilitaria, decido di unire alla percorrenza autostradale, le strade di campagne e lo sterrato che le circondano, la meta scelta? La Val di Vara.
Imbocco una mattina sul presto, il casello di Genova Nervi, l’autostrada A12 fino all’uscita di Brugnato, da lì, percorrendo la strada SP5, un susseguirsi di Paesini e panorami immersi nel verde, da Rocchetta di Vara a Pieve di Zignago fino al bivio di Foce D’Agneta dove girando a destra per la SP3 un continuo misto di curve e aumento dell’altitudine fino a 1000 mt sul livello di mare, mi fa giungere al Passo del Rastrello assaporando curve e viste a perdere.
La Panda 4x4 mi ha fin da subito ben impressionato, il motore diesel che la equipaggia, parco nei consumi e discretamente insonorizzato, anche se privo della sesta marcia che sulle lunghe percorrenze potrebbe far avvertire la sua mancanza, ti permette di viaggiare ad una velocità autostradale di circa 120 - 130 Km/h indicati, senza alcun segnale di sforzo, che appare invece, se si cerca di oltrepassare la velocità di circa 140 - 150 Km/h.
Gli ammortizzatori, dalla taratura morbida e dalla escursione maggiorata, se su strade perfettamente conservate con curve tortuose, offrono poco sostegno laterale alla dinamica di marcia, risultano invece ben tarate ed efficaci, non solo nel fuoristrada pure impegnativo ma soprattutto nei percorsi stradali con manto dissestato come quello che ci conduce fino al punto prescelto del Paso del Rastrello.
In queste condizioni infatti, il Panda risulta perfettamente stabile e bilanciato, curva dopo curva, assorbendo una dopo l’altra le sconnessioni stradali ma mantenendosi neutra e sempre ben bilanciata, agile nei cambi di direzioni soffrendo solo di un sempre più marcato sottosterzo all’aumentare dell’andatura, innescato da perdita di aderenza e spinta della modalità 4x4.
Arrivati al Passo, lo sguardo verso l’orizzonte, giunge quasi fino al mare, il verde che ti circonda e il profumo dell’aria ti isola temporalmente dal contesto della città, ti senti piccolo, sempre più piccolo immerso nella meraviglia della natura.
Si è fatto sera, il sole sta per calare e ci aspetta più di un’ora di viaggio per il nostro rientro a casa su Genova, rientriamo.
Lungo la strada del ritorno, continuo a pensare e capire sempre più come questo mezzo, la Fiat Panda 4x4 sia da sempre così amata dall’automobilista italiano e non solo. Nel tempo ha saputo evolversi, si è ingentilita, ma grazie al progresso meccanico, elettronico e tecnologico, ha saputo non perdere le sue doti di arrampicatrice, acquisendo invece sempre più, comodità ed efficienza di marcia ma mantenendo dimensioni utili al contesto cittadino e sufficienti per i viaggi fuoriporta, non ultimo un prezzo comunque accessibile.
Brava Panda 4x4 con la tua semplicità e concretezza, anche nelle prove in fuoristrada, hai saputo metterti dietro contendenti agguerrite e molto più blasonate - nonché costose.
Grazie per questi 40 anni di fiducia e speranza che speriamo possano continuare in una nuova e futura versione.
Ciao Panda!
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bfphotostorie · 4 months
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20230707_Venezia_Palazzo_Ducale
www.instagram.com/p/C038J77IJ2d/ 20230707_Venezia_Palazzo_Ducale Ponte dei Sospiri… meta di ogni innamorato ma da tradizione il suo nome parte dai tempi della Serenissima, quando i prigionieri, rinchiusi nelle prigioni sotterranee del Palazzo Ducale, “sospirassero” davanti alla prospettiva di vedere per l’ultima volta il mondo esterno… #benphotostorie #ontheroad #palazzoducale #venezia…
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enkeynetwork · 7 months
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lamilanomagazine · 8 months
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Con "The sound of Modena" si ascoltano anche i sapori
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Con "The sound of Modena" si ascoltano anche i sapori. Anche il cibo ha una sua musica: lo sfrigolio perfetto dell’olio che frigge il gnocco, il “toc” del martelletto che picchietta sulla forma del parmigiano reggiano per saggiarne stagionatura e qualità, la carezza del sale che massaggia il prosciutto, il sussurro dell’aceto balsamico tradizionale che riposa nelle botti, il rullare del mattarello che stende la pasta per i tortellini in brodo della tradizione familiare. È “Il suono del gusto” a dare vita al quarto episodio della serie video “The sound of Modena”, la campagna di promozione turistica che racconta la città e il territorio attraverso immagini e soprattutto suoni. Online sul sito www.visitmodena.it e condivisa nelle pagine facebook e instagram dello stesso portale, la web serie offre allo spettatore la possibilità di prenotare pacchetti di esperienze collegate alle puntate. Dopo gli episodi “Musica pistonica” dedicato ai motori, “Monumenti di suoni” incentrato su arte e architettura e “Il rumore del silenzio” che ha raccolto i suoni della natura dell’Appennino, il quarto video della serie suggerisce una prospettiva originale per vivere le tante esperienze enogastronomiche offerte da Modena. La web serie “The Sound of Modena”, che ha preso il via all’inizio di maggio e proseguirà fino a novembre, è promossa e coordinata dal Comune di Modena, Servizio Promozione della città e turismo, in collaborazione di Modenatur e ideata da Studiowiki. Sette video, della durata di circa tre minuti ciascuno, presentano la vita e le eccellenze del territorio modenese attraverso i suoni, con un tono di voce emozionale, ma allo stesso tempo leggero, fresco, ironico e contemporaneo, anche grazie alla partecipazione straordinaria dei giovani musicisti del conservatorio Vecchi Tonelli di Modena e del conservatorio Paganini di Genova. Sostenuta da investimenti promozionali sulle piattaforme di Google Ads e Meta, la campagna ha raggiunto quasi 18 milioni di impression in cinque mesi e oltre 100mila visualizzazioni della pagina dedicata alla web serie sul portale visitmodena.it. Significativo anche il traffico generato sul sito attraverso canali diretti e organici, che hanno registrato rispettivamente un aumento del 25 e del 21 per cento rispetto allo stesso periodo marzo-agosto del 2022. Durante il 2023 la pagina Facebook di Visit Modena ha acquisito 1.300 nuovi follower e sono oltre 2.000 i nuovi follower su Instagram, ma sono soprattutto le interazioni – reazioni, commenti e condivisioni - a confermare l’interesse riscosso dalla campagna. E, da settembre, Modena si apre anche al mercato tedesco con un investimento mirato su Monaco di Baviera con l’obiettivo di generare traffico su una landing page appositamente realizzata che mette in vetrina i migliori prodotti turistici di Modena. “The sound of Modena” proseguirà con l’episodio dedicato alla musica e al bel canto che uscirà il 12 ottobre, in occasione del compleanno di Luciano Pavarotti. In novembre, l’ultima puntata sarà una rapsodia finale con un concerto dei suoni dell’intera serie.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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howtobeafancylady · 8 months
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 Come Essere una (Vera) Lady – In Viaggio pt. 1
(oppure un Compendio sul Viaggiare Senza Farsi Notare)
‼️Questo blog ha lo scopo di riportare le avventure di unǝ autore profondamente neurodivergente ed introversǝ che ha deciso di usare un masking femminile, in quanto she/them, per sopravvivere alle normali e quotidiane disgrazie della vita ‼️
Premessa: perché Lady e non “Signorina”?
Perché Signorina ha una connotazione intrinseca che include diversi stereotipi di genere: presuppone che la persona sia una ragazza, che sia in età giovanile, che non sia sposata e ha un generale senso paternalistico del termine, dove invece Lady ricopre l’intera età adulta, senza discriminazioni di orientamento di genere (questo blog è gender neutral, nonostante l’autrice abbia deciso di ricoprire un’identità femminile, tutto ciò che viene scritto può essere facilmente intercambiato con altri vestiti/oggetti, poiché non è quello il punto di essere una Lady, un Monsieur  or a Majesty), sessuali, religiosi o culturali.
Ma incominciamo: se vi dovesse capitare la disgrazia di dover fronteggiare la prospettiva di un viaggio e tutto ciò che lo circonda, questo è il post(o) che fa per voi 🌸
Non è infatti cosa desueta o sconosciuta ai più che le affollate metropolitane, autobus, treni, aerei e (il cielo non voglia) barche, mostruosi scempi di arroganza umana (nota: chi scrive, soffre tremendamente il mal di mare), quando già Monsieur Douglas Adams magistralmente appellava che non esiste lingua che contenga al suo interno la frase “bello come un aeroporto”, suscitino una normale fonte di stress.
La gente che poco prima amavate con giovialità ora diviene una folla imperscrutabile che si frappone tra voi e la meta. Solo il tempo e il fato decideranno la vostra sorte. Siete, insomma, in mano ai mezzi pubblici.
Ecco, quindi, una piccola serie di trucchi che lǝ vostrǝ adoratǝ ha trovato utile per fluttuare in questo formicaio di viavai frenetico 💅✨
Intanto, una Lady non si avvicinerebbe mai a nessuna stazione con i mezzi pubblici. Ella discende da un’auto privata (che costa meno del taxi), essendo assolutamente proibitivo attraversare la stazione a piedi, sulla quale è stata di cortese compagnia all’autista, oppure in dignitoso silenzio (se l’ansia è eccessiva) a lavorare sul suo telefono.
Scendendo dalla macchina, sfilerà fuori, in ampio (ma non troppo, una mezz’ora basta e avanza) anticipo, fermandosi un soltanto per concedersi l’ultima sigaretta prima del viaggio (meglio se elettronica e dal profumo forte) come a lanciare un ultimo sguardo da turista a quella che è la sua stessa città.
Una Lady è impassibile davanti al caldo, poiché si è ampiamente bagnata nel profumo poco prima di uscire: il suo vestito scende fino alle gambe (il che risparmia una noiosa depilazione, in caso serva) e concede giusto un paio di scarpe comode, o eleganti, a vostra discrezione. L’autore, inseparabile dalle sue converse nonostante l’età, le metterà ostinatamente sotto qualunque cosa, in quanto nere.
Il vestito è “adeguato”: elegante, certo, che spicchi, senza essere eccessivamente appariscente: un evidente compromesso tra la comodità e le nobili inglesi (ne potete rintracciare uno per 20€ in qualunque bancarella/negozietto).
Una (Vera) Lady si è preparata in anticipo: ha scelto con cura una delle due braccia, solitamente quella con cui scrive, su cui sviluppare una serie di muscoli sconosciuti alla maggior parte della popolazione umana, capaci di una forza straordinaria. Ovviamente, ciò non è deducibile dall’occhio esterno, poiché una Lady sa sempre come ben celare questa sua abilità sovrumana sotto frappe e pieghe del vestito, ma che ha evoluto con uno scopo preciso: mantenere in perfetto equilibrio una borsa petite, di capienza pressoché nulla ma rinforzata in metallo, e la borsa da viaggio, il cui peso e volume sono assolutamente indecifrabili, a parte essere completamente proporzionati alla sua figura.
La borsa non deve mai poggiare sulla spalla, un grossolano errore da principianti, ma delicatamente sostenuta dalla piega del gomito, mentre discende la scala mobile con estrema classe e tuttavia senza mancare di non distogliere mai lo sguardo dal telefono.
Una Lady è sempre impegnata (anche se è scrollare facebook/IG)
Com’è noto, cuffie e zaini, di alcun genere, sono assolutamente vietati: poiché suggeriscono un mondo di cui Lei non fa parte, come una creatura discesa per un mero momento, abbassandosi ad usare i mezzi pubblici come i comuni mortali. Dunque, la (Vera) Lady indossa sempre AirPods, se (Vera) saranno naturalmente Apple.
Altrimenti, inutile fingere: la copia è peggio dell’originale, quindi avrà optato per una marca che, cinguetterà, è parimenti sofisticata (irl, non lo è, ma ha un miglior rapporto qualità/prezzo, ricordiamoci sempre che è una performance).
È chiaro che le sedie situate per i passeggeri siano fuori questione, in quanto simbolo di povertà economica o stanchezza fisica, nessuna delle quali rientra nel Suo panorama (ma assolutamente in quello di chi scrive e che agogna un attimo di riposo).
Dunque, una Lady sbufferà indignata, diverse volte, roteando visibilmente gli occhi al cielo mentre rimane composta in fila alla cassa del bar in prenderà un caffè, (rigorosamente) dell’insalata di frutta e una bottiglietta d’acqua: il tutto, ovviamente, rincarato, ma a Lei non importa (lǝ vostrǝ scrittorǝ invece ha sentito il cuore sprofondare alla vista dello scontrino e per un secondo ha tentennato in questa avventura). E invece.
La fauna di una Stazione ad Alta Velocità non differisce in alcun modo, anche se potrebbe suggerire diversamente, dal resto di una normale stazione, ad eccezzione d'un'abbondanza di Ragazzi Europei o US in Viaggio Per l’Europa e Coppie Sopra i 40.
Per i primi, la presenza della Lady creerà una certa confusione: nel momento in cui gli chiederà in prestito una sedia parlando inglese, dopo aver trovato uno squallido tavolino, ma il più pulito della sua fila (a questo punto, perché non fingersi turista fino in fondo?).
La seconda categoria è più ostica da aggirare, in quanto la figura della Giovane Donna sembra essere per loro un fastidioso pensiero intrusivo, il ricordo di quello che avrebbe potuto essere e il sogno di una ragazza che, nel suo sbocciare, sembra essere così arrivata. Già arrivata.
Poco sanno di chi vi sta scrivendo e dunque non può che sfuggire un sorriso ironico, che li infastidirà ulteriormente.
Una (Vera) Lady, sempre nella sua avventura di poter bere il suo caffè, è sempre accorta che nulla dei suoi possessi tocchi nulla, ma se proprio deve scegliere, il pavimento è il più grande nemico. Sarà quindi sempre puntualmente attenta che il vestito, seppur lungo, non sfiori mai il suolo, dando l’impressione che una volta giunta a destinazione, brucerà quelle scarpe immonde.
[fine parte 1]
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Combattimento epico Musk-Zucherberg, Bari Sardo si candida
Protrebbe saltare, ma se dovesse essere confermato arriva dalla Sardegna l’ultima candidatura per ospitare il combattimento epico di arti marziali miste in gabbia (Mma) tra Elon Musk, patron di Twitter, diventato ora X, e Tesla, e Mark Zuckerberg, fondatore di Meta, impresa statunitense che controlla i servizi di rete sociale Facebook e Instagram, i servizi di messaggistica istantanea WhatsApp…
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personal-reporter · 9 months
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Giffoni Film Festival 2023
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Dal 20 al 29 luglio ben  6.500 ragazzi saranno i protagonisti del 53esimo Giffoni Film Festival, con 150 opere in concorso da 35 nazioni, compresa l’Italia, e 50 quelle fuori concorso. Tra i film italiani più attesi c’è Il più bel secolo della mia vita di Alessandro Bardani, con Sergio Castellitto, Valerio Lundini, Carla Signoris e la canzone originale di Brunori Sas e sono quattro le anteprime di questa edizione, l’esordio alla regia di Claudio Bisio con L’ultima volta che siamo stati bambini. Noi anni luce. Le stelle di Dora – Le sfide del Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa e la nuova avventura Disney, La Casa dei Fantasmi. Saranno 20 gli eventi speciali di quest’anno con la seconda stagione di DI4RI con Netflix. l’attesissimo Barbie di Greta Gerwig. Blanca – Seconda Stagione con Maria Chiara Giannetta, Stranizza D’Amuri con Giuseppe Fiorello e Fantastici 5 con Raoul Bova. A Giffoni non mancano mai attori, registi e beniamini dei più piccoli, con Carlo Verdone, Mario Martone, Antonio Albanesw, Massimiliano Gallo, Sydney Sibilia, Simona Tabasco, Caterina Guzzanti, Matteo Paolillo e Giacomo Giorgio. Inoltre, 250 giovani under 30 incontreranno uomini e donne di scienza, spettacolo, istituzioni, cultura e sport come Erri De Luca, Joe Bastianich, Massimo Bisotti, Costantino Della Gherardesca, Guido Maria Brera. Saranno 22 gli artisti musicali che interverranno e 10 gli showcase live con talenti e Rosa Chemical, Junior Cally, Ermal Meta, The Kolors, Angelina Mango, Alfa, Federica Carta, Luigi Strangis, Gianmaria, Follya, Diss Gacha, Maninni, Emanuele Aloia, Merk & Kremont. A inaugurare il 20 luglio ci sarà il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, che incontrerà i griffone, oltre a un videomessaggio della presidente del Parlamento Europeo Roberta Metsola; a seguire ci saranno Anna Maria Bernini, ministra dell’Università e della Ricerca; Matteo Piantedosi, ministro dell’Interno; Giancarlo Giorgetti ministro dell’Economia e Finanza; Andrea Abodi, ministro per lo Sport e i Giovani; Giuseppe Valditara, ministro dell’Istruzione e del Merito; Edmondo Cirielli, viceministro Affari Esteri e Cooperazione Internazionale; Lucia Borgonzoni, sottosegretaria Ministero della Cultura; Maurizio De Lucia, procuratore capo della Repubblica di Palermo; Barbara Floridia, presidente della Commissione di Vigilanza Rai; e in collegamento il presidente del Brasile, Lula. Tra le attività dedicate al sociale e al terzo settore, laboratori e attività di animazione per le famiglie ci sarà Giffoni Food Show, dove 30 foodblogger, pasticceri e maestri pizzaioli incontreranno il pubblico per la campagna a favore di una corretta alimentazione, oltre a 20 progetti speciali con enti, associazioni e aziende, come Impatto Giovani con il Dipartimento Politiche Giovanili e Servizio Civile Universale e le attività con il Fondo Asilo, migrazione e integrazione del Ministero dell’Interno. La 53esima edizione ,  il cui tema è indispensabili per la crescita delle comunità e per lo sviluppo dei territori, per innescare il cambiamento, far circolare idee, alimentare emozioni, condividere valori,  ha come partner la Regione Campania, alla quale si aggiunge il sostegno del Ministero della Cultura. Read the full article
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gioacchi · 11 months
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Li definisco così legami slegati quei legami che apparentemente sembrano tali ma sono privi di nodi privi di motivi per essere qualsiasi cosa i legami slegati sono quei nodi che rompono i pettini ti fanno sentire vivo siiii ma non abbastanza sono un universo in cui nuoti senza meta abissi che credi di conoscere come le tue tasche e si rivelano più grandi di quanto credessi la loro dinamica e immensa quanto la loro essenza sono quel qualcosa che è stato e continua ad essere tale ma senza fili e restano sospesi per aria i legami slegati sono ciò che resta di un qualcosa che apparentemente non è mai stato sono le parole che ai il timore di pronunciare che speri non rimangono sulle tue labbra sono mancanze che hai paura di ricordare tutto ciò che devi silenziare ma posticipi ogni volta i legami slegati ti avvolgono e non sanno lasciarti andare e poi finisce che te ne innamori all’ idea che loro possano riprodurre ciò che hai amato una volta i legami slegati sono la paura di dirsi definitivamente mene vado il timore di sussurrare l’ultima parola è il continuo tentativo di dosare ogni gesto fino ad ucciderlo costituiscono dimensioni in cui non puoi esistere troppo puoi solo esserci ma non puoi dimenticare
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felicetommasino · 1 year
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Facebook ed Instagram a pagamento: cosa c'è da sapere
#Facebook ed #Instagram a pagamento. L'ultima novità in casa Meta è questa. Vediamo di capirne di più sull'ultimo annuncio di Mark Zuckerberg.
Facebook ed Instagram a pagamento. L’ultima novità in casa Meta è questa. Vediamo di capirne di più sull’ultimo annuncio di Mark Zuckerberg. Si chiama Meta Verified, l’ultimo servizio di Meta. E promette di dare nuova linfa alla sicurezza e all’autenticità della piattaforma. Quello che possiamo dire, con assoluta certezza, è che si tratta di una vera e propria svolta. Facebook ed Instagram a…
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