Immagini dalla natura di Vittoria Grifoni
Cristina Nuzzi
Fotografie di Liberto Perugi
Tipografia Artistica Fiorentina, Firenze 1991, 85 pagine, 24,5x29cm,
euro 40,00
Immagini dalla natura : composizioni di fiori, frutta, uova, in cestini di paglia, di Vittoria Grifoni fotografate da Liberto Perugi
09/01/24
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imaginea ta mi-a rămas imprimată pe retină
precum o fotografie
ce aș păstra-o-n portofelul meu.
te-am respirat
până sufletul meu mirosea a tine
și ți-am îmblânzit părul înflăcărat
cu mâinile-mi pline de cenușă.
ți-am stârnit fiori pe care nu i-ai trăit
și tu ai pus în mine
emoții și dor,
încât acum
înnebunesc când nu-ți simt sânii
lipiți de pieptul meu.
@arhitectul
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DANIELE
Questa sera Corso Moncalieri è popolato da un centinaio di auto che corrono verso le proprie autorimesse dopo una piacevole giornata soleggiata.
Mi muovo faticosamente in mezzo al traffico, disturbato dall'ennesima occasione persa di arrivare puntuale al luogo dell'appuntamento. Mi accompagna fin dalla partenza una inaspettata erezione.
Non ho mai visto prima
d'ora Marlene, credo che l'erezione arrivi direttamente dal mio inconscio.
Finalmente arrivo nel luogo prestabilito. Sento il mio nome vibrare nell'aria, vedo una donna poco distante.
E' lei, riconosco quella frangetta distinta che avevo già visto nelle sue fotografie. Ci scambiamo i soliti inutili baci di rito. I suoi occhi ed il suo sguardo sono pietrificanti, hanno una profondità difficile da descrivere.
Ci sentivamo da alcune settimane. Marlene non era convinta di volermi incontrare, avevo già tentato di approcciarla mesi addietro, ma non c'era stato verso.
Qualcosa però mi spingeva incessantemente verso di lei, qualcosa di intimo. Questa volta sono riuscito a trovare una piccola breccia fra le maglie della sua armatura.
Seduti ad un tavolino nella terrazza di un bar lasciamo che le nostre menti si intreccino. Sento una piacevole sensazione di accoglienza. Posso lasciar cadere la mia maschera ed abbandonarmi a lei, ai suoi occhi. I nostri visi sono a poca distanza l'uno dall'altro, provo una sensazione di totale abbandono, ha catturato il mio sguardo, non riesco e non voglio uscire da questa bellezza. E' l'infinito.
Marlene si avvicina al mio viso e mi bacia. Ciò che sento in questo momento è simile a quella sensazione che precede un orgasmo.
Ci allontaniamo e in pochi secondi siamo avvinghiati l'un l'altro. - sono senza mutandine.
Non mente. Apriamo la porta posteriore dell'auto, Marlene si stende sul sedile.
Indossa una lunga gonna e stivali di pelle nera. Non riesco a distogliere lo sguardo dai suoi occhi e quasi non mi accorgo che si sta masturbando. Avvicino la lingua alle labbra della sua fica e mi abbandono a lei, ai suoi umori. - voglio succhiarlo.
Slaccia i miei pantaloni e ingloba il mio cazzo fra le sue labbra. Lo succhia con foga, senza risparmiarne un solo
lembo di pelle.
Sono tremendamente eccitato, il mio cazzo era duro ormai da ore.
- mi hai sborrato direttamente in gola! Non riesco a ribattere immediatamente alla sua affermazione, rimango in silenzio per alcuni
secondi.
- scusami, avrei dovuto avvisarti. - non è necessario, avrei solo voluto un pò di sborra sulla mia pelle.
Nel frattempo ha ripreso a masturbarsi. Ho ancora voglia di lei, cerco il suo corpo.
Alzando lo sguardo mi rendo conto di essere nel bel mezzo di un parcheggio di corso Casale, praticamente in centro.
La mia mente era su di una spiaggia deserta.
Decido che è il momento di richiudere la patta dei miei pantaloni. Ci salutiamo dolcemente.
Marlene è un fiore raro.
Uno di quei fiori che non devono essere raccolti, nascosti nei meandri di una foresta umida, che si schiudono quando la mente si abbandona all'irrazionalità e le maschere svaniscono.
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E il tuo sorriso sembrava quasi la felicità, perché io sapevo già che te lo saresti riportato via.
Oggi, ogni volta che mi vieni in mente, sento sempre lo stesso brivido.
Mi assale come fosse un guerriero a turbare
i miei anticorpi, e mi ammalo di te, con la febbre nel pensiero.
Mi commuovo più facilmente se scruto un’emozione in giro per le strade, ti sento
lì con me, te la regalo nel silenzio.
Ti stringo accanto, come fossi piccolissima
e mi stessi nella tasca della giacca vicino al cuore, a stretto contatto con il mio sentire.
E certo che no, non saremmo stati perfetti, anzi, avremmo litigato un casino, forse proprio perché siamo molto simili.
Al mio “grillo parlante”, quando torna
a bussare, non apro quasi mai, ma a volte
mi spiace lasciarlo fuori al freddo, così lo faccio entrare e mentre inizia a obiettare
gli chiedo una tregua, una tregua
fra la mia vita e il mondo, così si arrende
e si addormenta.
Beata incoscienza, dicono dei giovani.
Beata fortuna, dico io, è un’incoscienza preziosa.
Osservo i ragazzi per strada, quando si baciano, quando nei loro occhi c’è l’eternità, quando nei loro occhi c’è l’immortalità degli dei, la luminosità del :” Resto anche domani, ci sarò”, con una convinzione, una sicurezza che a stento ritroverai se non nei folli come me, perché io, alla mia età, la possiedo ancora.
A volte devo distogliere lo sguardo, perché
è troppo forte l’emozione, perché rivedo te, respiro il mare, mi entra nelle narici di prepotenza con un capogiro incontrollabile
e mi fa sentire insieme male e bene non averti mai dimenticata.
Allora quei ragazzi li fotografo di nascosto
e vale per tutte le fotografie che non abbiamo.
Ho dei rapporti meravigliosi con le donne con cui ho avuto una storia.
Ho visto nascere il bimbo della mia prima fidanzata, ho visto il matrimonio della donna che credevo avrei sposato io, molti anni fa.
Con te non ho voluto veder appassire un fiore mai sbocciato.
Non ti avrei mai regalato dei fiori strappati alla tua terra, perché tu meriti la vita.
Eppure, anche se non credo a un’altra vita dopo questa, l’energia di questo sentimento resterà, si mescolerà agli elementi naturali
e continuerà a vivere sì, anche dopo di noi.
Massimo Bisotti
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