Tumgik
#011122
sixllage · 1 year
Text
Tumblr media
2K notes · View notes
gradienty · 7 months
Photo
Tumblr media
Blue Charcoal Caribbean Green (#011122 to #00d173)
24 notes · View notes
hlupdate · 1 year
Video
PrimeVideo: Every time Harry and David made eye contact with me tonight. 😏 #MyPoliceman
70 notes · View notes
bitimsiz · 1 year
Text
Ben de kapı dışarı ettim kalbimden,
Bazı hisler diz çöktü mü kalkmak bilmiyor.
37 notes · View notes
melisatutuncu · 1 year
Text
Tumblr media
3 notes · View notes
seoul-italybts · 1 year
Text
[✎ ITA] Musicians on Musicians RM (BTS) x Pharrell Williams __ BRIAN HIATT , Rolling Stone ⠸ ita : © Seoul_ItalyBTS⠸ 01.11.22
Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media
‘E Se Non Mi Piacesse Più la Musica?’
Una Conversazione Estremamente Onesta tra RM dei BTS e Pharrell Williams
È in arrivo una collaborazione segreta tra i BTS e Pharrell — e questa non è che una delle rivelazioni estrapolate da questo incontro tra superstar
Arrivati a questo livello nel loro regno come band più grande al mondo, i membri dei BTS saranno più che abituati ad essere idolatrati come eroi e alle reazioni emozionate dei fan. Ma quando, ad inizio settembre, il leader dei BTS, RM, si è seduto di fronte a Pharrell Williams in un auditorium vuoto presso il Museo di Arte Contemporanea di Los Angeles, prenotato appositamente per l'occasione, era visibilmente agitato trovandosi dall'altro lato dell'equazione. È un po' “imbarazzante”, confessa RM sorridendo, parlare del suo percorso artistico di fronte al “mio idolo”.
Williams, giovanile e pelle eternamente liscia e perfetta (non c'è neppure bisogno di dirlo), è rilassato e non fa che parlare del più e del meno, nel suo completo giacca, pantaloncini e scarponcini di pelle ed una schiera quasi accecante di gioielleria assortita ad un polso. RM, che veste un completo marrone a doppio petto firmato Bottega Veneta, sta più sulle sue, apparentemente impegnato a ripassare mentalmente le varie domande che si è preparato per l'occasione.
Riguardo cosa abbiano in comune questi due uomini: la loro crescita e maturazione artistica dista migliaia di chilometri ed un paio di decenni l'uno dall'altro.
Nei lontani anni '80, dalla sua Virginia Beach, il giovane Williams ha potuto seguire la crescita dell'hip-hop fin quasi dalla sua gestazione, prima di diventare una delle forze principali del genere – e di molti altri - come parte del duo di produttori Neptunes e per proprio conto. Quando, invece, RM era un ragazzino e stava ancora crescendo in una cittadina fuori Seoul, il rap era già diventato un genere famoso a livello globale, tanto che artisti come Nas, Eminem ed il gruppo coreano degli Epik High hanno facilmente sedotto questo diligente studente sud-coreano, convincendolo a dedicare tutta la sua vita alla musica — e, dopo diversi visti ed imprevisti, ad entrare nei BTS invece che perseguire la carriera da artista hip-hop di nicchia, come si era sempre immaginato sarebbe diventato.
Ora, entrambi gli artisti si destreggiano tra esibizioni e lavori in background. A parte comporre e produrre per i BTS, RM ha lavorato anche per diversi altri artisti sud-coreani; Williams, dal canto suo, si mantiene in perfetto equilibrio tra le due cose, fin dall'amministrazione Clinton — solo quest'anno, ha già prodotto tracce per Kendrick Lamar, Pusha T e Rosalía, oltre ad aver ingaggiato 21 Savage e Tyler, the Creator per la stesura del suo singolo “Cash In Cash Out”.
Ma Williams e RM avevano già unito le proprie forze, prima di questa conversazione. Come ci ha svelato lo stesso Williams, recentemente ha registrato una canzone con i BTS, lavorando da remoto, in previsione del suo nuovo album. Lo stesso RM ha in programma il rilascio di un album solista e, a questo proposito, durante la loro conversazione, Williams gli ha fatto una proposta davvero allettante.
Qualche settimana dopo questo incontro, l'agenzia dei BTS, la HYBE, ha annunciato che i ragazzi andranno a fare il servizio militare obbligatorio e che, per ora, si concentreranno su vari progetti solisti, prima della loro reunion di gruppo nel 2025. Oggi, RM è piuttosto schietto nel dire che sia lui che i BTS si trovano ad un crocevia nelle loro vite e carriere e non ha paura nel chiedere consiglio in pieno stile Yoda da colui le cui doti e carriera camaleontiche hanno garantito un successo pluri-decennale senza pari.
RM: Ci tengo a menzionare [la tua traccia solista del 2006] “Take It Off (Dim the Lights)” perché era parte integrante della mia playlist. L'avevo pure tradotta in coreano e poi registrata, quando ero ancora un novellino.
Williams: Wow! Pazzesco.
RM: Oggigiorno il genere non conta più molto, ma allora credo ci fossero diversi rapper che criticavano gli altri artisti per l'uso dell'auto-tune. Tu canti, rappi e ci sono anche occasioni in cui esegui semplicemente il ritornello. Solitamente, come ti approcci e poni rispetto ad una canzone cui partecipi in qualità di featuring?
Williams: Wow. Innanzi tutto, che tu ci creda o no, nessuno mi aveva mai chiesto una cosa simile. Decido seguendo l'istinto, niente convenzioni o regole prestabilite.
RM: [Tipo] “Devo rappare”, “Devo cantare”
Williams: Già... No. Faccio semplicemente ciò che penso sia necessario. E cerco, ovviamente, di fare del mio meglio per interiorizzare quella parte, ma di fatto penso il tutto come se fosse per qualcun altro, qualcuno migliore di me. È già capitato che artisti con cui ho lavorato mi dicessero, “Nah, vorremmo facessi tu quella parte” e la mia risposta è stata, “No, l'ho scritta per quest'altra persona”. Quindi, sì, cerco di colmare ciò che manca nel brano, ma poi dimentico che, di fatto, sarò io a doverlo eseguire. Se mi concentrassi su quell'aspetto, non sarei altrettanto sicuro e non credo il risultato sarebbe altrettanto buono. Ad esempio, molto tempo fa ho lavorato ad una traccia con Mystikal—
RM: Wow!
Williams: Già. “Shake Ya Ass”. Hai presente? L'abbiamo prodotta insieme io e Chad [Hugo], ma mentre ne scrivevo il ritornello, pensavo che se l'avesse eseguito Eddie Kendricks dei Temptations, sarebbe stato perfetto. Ricordo ancora che dicevo agli altri “Oh, sul serio, potremmo farla fare a quel tipo dei Temptations”. E la loro risposta era tipo: “Nah, no. L'etichetta vuole che sia tu ad eseguirla.”
È allora che ho iniziato a realizzare quale fosse il mio punto debole, vale a dire quando cerco di
infondere l'energia e lo spirito di altri artisti, lasciandomi guidare totalmente dalla musica e da cosa necessita il brano, senza che il mio ego o la mia sensibilità (artistica e personale) abbiano voce in capitolo.
RM: Il nostro gruppo ha parlato alle Nazioni Unite ed abbiamo anche incontrato il presidente Biden. Non ci saremmo mai immaginati cose simili [fossero possibili], ma a quanto pare, ormai siamo diventati uno tra i tanti altri portavoce della comunità asiatica. Tra me e me non faccio che chiedermi “Sono davvero tutto 'sto granché? Mi merito davvero tutta questa fiducia e responsabilità?” e ho molti dubbi. So che anche tu fai molto per la società e la tua comunità d'origine. Sarei curioso di sapere come fai a reggere il peso di tutte queste responsabilità e a coltivare un'immagine positiva e moralmente rispettabile.
Williams: Beh, c'è sempre una ragione dietro ciò che faccio [per beneficenza]. Può essere, ad esempio, per qualche idiozia detta di cui, poi, mi pento o magari perché in qualche mia traccia potrei aver offeso una certa porzione di pubblico o sfera culturale/sociale. Queste cose mi fanno riflettere e mi aprono gli occhi. Istituisco quindi organizzazioni [non profit] per cercare di combattere quell'ignoranza di cui io stesso mi sono reso colpevole. Cerco di imparare (dai miei sbagli), di approfondire e fare ricerche. Altre volte, invece, magari lo faccio per ciò che hai appena detto tu. Quando, ad esempio, mi chiedo: “Cavolo, sto facendo abbastanza?” o anche “Mi merito davvero tutto questo?”. Credo questo genere di iniziative sia ciò che mi permette di vivere un po' più serenamente e di dormire la notte. Mi aiuta anche a trovare risposta a quei dubbi. Diciamo che è qualcosa che va fatto ogni qual volta sorgono dubbi e non ci si sente più tanto sicuri di meritarsi tutto questo e l'ammirazione dei fan; laddove c'è un deficit o una mia mancanza, vado a colmarlo con questo tipo di iniziative benefiche.
RM: Spero veramente tutte queste mie stupide ansie e preoccupazioni mi aiuteranno, quanto meno, a diventare una persona migliore, a diventare un adulto migliore, per i fan.
Williams: Ciò che la gente non può capire è che quando si hanno milioni e milioni di fan, e te li ritrovi di fronte centinai di migliaia alla volta...
RM: Non puoi fisicamente distinguere un volto piuttosto che un altro nella folla. È tutto solo una massa enorme di persone.
Williams: Tutti insieme ti infondono quest'energia enorme e poi, per esempio, dici “Saltate!”
RM: E loro saltano.
Williams: E loro saltano. Tu canti, e loro ti seguono cantando ogni singola parola. E dalle loro voci, riesci a percepire chiaramente l'impatto concreto che hai sulle loro vite. Non so come facciate voi. Ma io ho scritto un paio di canzoni di quel genere e quando salivo sul palco e le cantavo, mi veniva letteralmente da piangere perché era una responsabilità troppo grande. Sul serio, ogni volta che mi accorgo di tale impatto, faccio un passo indietro.
RM: Perché? È una responsabilità troppo grande?
Williams: Davvero troppo grande, amico. È un peso insostenibile. Ecco perché rispetto davvero un sacco gente come te, il tuo gruppo e altri artisti quali Bey e Jay e anche Kanye — Cioè, sul serio, (riesco appena ad immaginare) le cose che affrontate ogni sera salendo su quel palco? È davvero troppo e ti fa riflettere. In certi casi, devi davvero essere nato con i nervi saldi (per affrontare responsabilità simili). Vorrei chiederti questa cosa: come fai, una volta sceso dal palco? Tutta quell'emozione e carica ogni sera, come fai a rilassarti?
RM: La mia prima esibizione è stata in un qualche club sconosciuto, di fronte a qualcosa tipo 10 persone, quando avevo circa 15 anni. Mi sono dimenticato buona parte del testo ed è in quell'occasione che ho realizzato, “Oh, non potrei proprio diventare una star. Non sono come tutti questi frontmen che sanno gestire e godersi la ribalta come, diciamo, Kurt Cobain o Mick Jagger”. Io sono semplicemente un essere umano cui piace scrivere musica. Ad esempio, lo scorso aprile abbiamo fatto dei concerti negli stadi a Las Vegas. 4 date e ogni serata è stata una nuova sfida. Dopo, tipo, le prime tre canzoni, quando ci togliamo gli auricolari e gridiamo “Cazzo, siamo tornati!” — da quel momento in poi, per le successive 2 ore e mezza, a prendere il controllo è un'altra persona, un altro me stesso. Ma prima di arrivare a quel momento, durante le prove e ancor prima, sull'aereo, sono davvero, davvero agitato e sento tutto il peso della responsabilità al pensiero di tutti questi fan che hanno comprato i biglietti e vengono a vederci dal Brasile, dal Giappone, dalla Corea e da tutto il mondo. Vengono fin lì proprio per noi ed il nostro spettacolo. Quel pensiero mi manda in fibrillazione, cioè, devo assolutamente essere all'altezza e sdebitarmi con loro. Sento di dover loro la migliore serata della loro vita. È davvero.. un casino, l'energia è troppa. Non sono che un essere umano, mi prende l'ansia, a volte mi deprimo pure e mi lascio sovrastare da tutta quest'energia. Ma cerco di superare la cosa perché amo veramente la musica. Amo davvero tutto il loro amore. Sono convinto l'amore sia davvero amore solo quando siamo noi a darne, più che limitarci a riceverne. Voglio semplicemente sdebitarmi con loro. Sono loro che, da una piccola città coreana, ci hanno condotti fino al cuore dell'industria musicale: Las Vegas, L.A., New York. Se ora ho l'opportunità di fare quest'intervista con Pharrell, è solo merito dei fan di tutto il mondo. Sono e sarò loro sempre profondamente grato e, semplicemente, non voglio deluderli.
Attualmente, i BTS sono in quella che il tuo collega, SUGA, ha definito come una “pausa” — che però è stata tradotta erroneamente come “hiatus, rottura” — e, al momento, vi state concentrando principalmente sui vostri progetti solisti. RM, hai precedentemente dichiarato di aver, in un certo senso, perso un po' la direzione da seguire con il gruppo.
Williams: Ho avuto decisamente anche io i miei bei momenti di smarrimento
RM: Quando?
Williams: Proprio intorno [al 2006] a quando ho rilasciato In My Mind. Subito dopo aver visto che non ha suscitato le reazioni in cui speravo — Cioè, sicuramente ha avuto un certo impatto a livello culturale, ma, a costo di suonare egocentrico, non era il risultato in cui speravo. In quel periodo ero abituato ad altri risultati e la cosa mi è davvero rimasta lì. Quindi tutto questo mi ha fatto riflettere, sullo scopo di ciò che stavo facendo, sull'autenticità delle cose e non solo l'apparenza, no, volevo qualcosa che avesse un significato concreto e potesse arrivare davvero alle persone ma che, al contempo, potesse comunque essere divertente. E visto che sono sempre stato innamorato delle
donne, ovviamente non potevo non parlarne [ride].
Quindi capisco cosa intendi. So cosa significa arrivare a quel tipo di impasse nella tua carriera, qualunque ne sia il motivo — e so che è tutto a posto, nel vostro gruppo, ma da ciò che ho sentito e credo di aver capito, immagino siate arrivati a quel punto nelle vostre carriere in cui.. “Cosa stiamo facendo? Chi siamo? Siamo davvero quelli che eravamo e volevamo essere, alle origini?”, tutte queste cose non sono più così chiare.
RM: Esatto.
Williams: E credo riflettere su chi siete, su cosa volete trasmettere e su quali sono i vostri obiettivi sia molto importante per modellare il tipo di persone ed artisti che desiderate essere. Cioè, come ci si sente? A che punto del processo ti trovi, ora? Perché so che stai lavorando ad un album solista, vero?
RM: Sì. Ho già fatto quasi il 90% del lavoro. Avevo già rilasciato un paio di mixtape, ma sempre come membro del gruppo ed erano solo degli esperimenti. Credo questa volta si tratti ufficialmente del mio primo album solista. Sono passati 10 anni dal nostro debutto. Il K-pop pone molta importanza sul gruppo, sulla squadra e, come ho menzionato prima, io ho iniziato la mia carriera come rapper e scribacchino (di testi), quindi non è stato facile, per me. Anzi! Tanto più che il K-pop è un po' un mix di musica pop americana, altre influenze estetiche, cultura coreana, social media ecc. È tutto molto intenso e frenetico. Quindi, sì, ci sono dei pro e dei contro. Dopo questi 10 anni insieme, anche se non era nostra intenzione, siamo diventati personalità pubbliche di rilievo, tipo, ed abbiamo accettato la cosa. Un gruppo K-pop che fa un discorso alle Nazioni Unite o che incontra il presidente (americano)? Ero molto confuso a riguardo e mi chiedevo, “Cosa sono, quindi? Un qualche tipo di diplomatico, o cosa?”
Williams: Mh, sì.
RM: All'inizio, non ero che un rapper semi-sconosciuto che scriveva testi. Quindi, quelli che sono venuti dopo, sono stati 10 anni di gruppo davvero intensi. Di fatto, io ho sempre dovuto gestire quasi tutte le interviste nonché rappresentare la squadra. Diciamo che quello è diventato il mio ruolo. Credo fossi arrivato al punto che... Non saprei, ho solo più pensato: “Yo, forse è il caso di fare una pausa. Devo smetterla, prendere un po' le distanze e capire a che punto mi trovo e cosa sta succedendo”, cercare un po' di serenità mentale, insomma. Così facendo, ho potuto concentrarmi di più sul mio album solista. In questi ultimi giorni stavo giusto pensando alla prima volta che ho ascoltato la tua musica, ciò che ho provato di primo acchito e l'atmosfera. Ho ripensato al motivo per cui ho iniziato a fare musica, perché l'ho scelta come vocazione per il resto della mia vita, diciamo.
Quando ho iniziato a lavorare alle mie tracce, avevo 14 anni, ora ne ho 28. Quindi, sì, è questo ciò che mi sta passando per la mente. È difficile, sono piuttosto confuso e non so cosa succederà in futuro. Quindi, (ti sarei grato) se tu potessi darmi qualche consiglio.. Sicuramente è diverso rispetto al K-pop, ma so che hai lavorato a tanti progetti, tipo i N.E.R.D, i Neptunes e, ovviamente, anche ai tuoi progetti solisti. Quindi, cosa ne pensi...?
Williams: Lavorare con i Neptunes, lavorare con i N.E.R.D e tutti i miei progetti solisti sicuramente mi sono stati d'aiuto, perché almeno lavori ad una cosa e poi fai una pausa. Lavori a qualcos'altro e poi, di nuovo, un'altra pausa. Tutto ciò mi ha permesso di indossare cappelli e maschere diverse [*provare cose diverse]. Capisco cosa intendi e so che prendere le distanze per un po' sarà un'esperienza davvero positiva per te. Credo sia davvero la cosa migliore, perché così, quando tornerai a lavorare con il gruppo—
RM: Con la squadra
Williams: Già, credo proprio ti sembrerà tutto super nuovo. Con che produttori stai lavorando al tuo album solista?
RM: A volte lavoriamo per conto nostro e la nostra etichetta ha una sua squadra di produttori che ci dà sempre una mano. Altre volte riceviamo anche tracce da terze parti. Dipende volta per volta. Immagino tu produca con Chad o anche per conto tuo, giusto? Non hai/avete un sacco di lavoro, così?
Williams: Nel mio caso, faccio come Michelangelo con le sue sculture. Lui semplicemente... e forse ora dirò cavolate, ma tutto ciò che faceva era disfarsi delle pietre e parti che erano d'impiccio per la sua scultura, o qualcosa del genere. Per me è lo stesso. Mi limito a scavare, scolpire e ad aggiungere strati finché non ne sono soddisfatto. E quando sento di aver bisogno di aiuto, mi rivolgo ad altri. Quando ero più giovane, ero fin troppo egocentrico, ma ora pongo la mia lealtà altrove.
RM: Dove?
Williams: Sono leale alla canzone. Come possiamo ottenere il meglio possibile da questo brano? Questa è la mia mentalità, ora. E non voglio limitarmi al semplice “Oh, figo, così può andare”. No, quel "può andare" non mi basta, voglio abbattere muri, voglio incendiare tutto il quartiere (con la mia musica). Non voglio limitarmi ad una sola stanzetta, dev'essere tutta la casa. Non solo una casa, voglio incendiare l'intero quartiere. Voglio sia qualcosa di cui si parli persino nei notiziari della sera. Ascolta: “Block on fire / Quartiere/ Isolato in Fiamme”
RM: Block on fire. B.O.F., quartiere in fiamme. Che nome figo per un brand. Ad un certo punto del mio processo di crescita — e, come ho detto prima, ora sono a metà strada tra il capitolo uno ed il due, la carriera di gruppo e quella solista; ad un certo punto mi sono trovato tra la musica e, forse, l'arte figurativa, lì in mezzo. Quindi a volte ho davvero paura e mi chiedo, tipo: “E se non mi piacesse più la musica?” Io adoro l'arte, ma è diverso, in un certo senso.
Williams: Vero.
RM: Sì, sul serio. Cioè, la musica.. è ovunque. E mi spiace, ma poi qualsiasi cosa me la ricorda. A volte mi prende davvero molta paura — penso, tipo, che la musica potrebbe non essere più la mia prima passione, diciamo così.
Williams: Penso sia una cosa passeggera.
RM: Oh, sul serio? Che sollievo, allora.
Williams: Già. Poi ad un certo punto ti ritroverai di nuovo a pensare, “Woah. Voglio concentrarmi solo sulla musica”, vedrai che sarà così.
RM: Tu trai qualcosa - e se sì, cosa - dalle arti figurative e dalle belle arti?
Williams: Credo valga lo stesso per ogni modalità, per ogni senso e sotto-categoria.. Intendo ciò che va ad interessare la vista, l'olfatto, il gusto, la cinestesia, l'udito, vale lo stesso per tutte queste cose. Ad esempio, se parliamo di cibo, una cosa può essere dolce o amara. Ogni cosa può avere un aroma dolce o pungente. Dal punto di vista figurativo, ci saranno cose che ai nostri occhi appaiono dolci e altre sgradevoli. Con il nostro udito possiamo sentire suoni che sembrano dolcissimi e piacevoli e altri che invece, oooh, sono decisamente più aspri, no? Quindi, sì, mi piace molto lavorare con artisti che operano in discipline e campi diversi dalla musica per trovare le congruenze ed i punti di incontro. Tipo, determinare: “Oh, wow, quello è ciò che tu (nella tua disciplina) consideri dolce. Oh, quello è ciò che è aspro, per te”, qualcosa del genere, capisci?
RM: La cosa assurda del mio rapporto con le belle arti è che, quando ascolto della musica fantastica, sì, ne rimango davvero colpito ma, talvolta, ne sono anche geloso. E la cosa fa male, molto male. Ironico, vero? Ma con le arti figurative è diverso perché non ho intenzione di provare a disegnare neppure una singola linea, perché voglio rimanere uno spettatore. Però ne sono appassionato. Sono un fan. Vado matto per l'arte. Quindi quando guardo un dipinto o una scultura, mi sento sollevato e sereno perché posso apprezzarli in tutta libertà e a mio totale piacimento.
Williams: Fantastico.
RM: Hai qualche nuovo progetto in preparazione?
Williams: Beh, questo mio nuovo progetto si chiama... è un progetto a mio nome ed il titolo dell'album è Phriends. È solo il primo volume. Ovviamente, voi [BTS] ne siete parte. E, a dire il vero, ne sto già parlando più di quanto dovrei, ma c'è questa canzone, nell'album, cantata dai BTS ed è incredibile, vi sono estremamente grato.
RM: Adoro quella canzone
Williams: Piace moltissimo anche a me.
RM: E andiamo, cazzo!
Williams: Tutti quelli che l'hanno ascoltata poi erano tipo: “Whoa.”
RM: Sì, cazzo, l'adoro!
Williams: La adoro, adoro, adoro davvero. E ora, la butto lì... Hai detto che il tuo album solista è pronto al 90%. Se per il restante 10% dovesse servirti — cioè, sicuramente non avrai bisogno di me, ma . . . 
RM: Ho sempre avuto bisogno di te, sono 15 anni che ho bisogno di te
Williams: Ok, beh, se vuoi che proviamo a lavorare insieme a qualcosa, si può fare.
RM: Per favore, sì.
Williams: Ok, se mi dici che cosa vuoi, tipo qualcosa di up-tempo? Possiamo scrivere qualcosa di up-tempo.
RM: Sono profondamente onorato e grato.
Pharrell, hai qualche ultimo consiglio per RM?
Williams: Sai cosa? L'unica cosa che mi sento di dirti è continua così. Continua a coltivare la tua curiosità e non sentirti troppo sotto pressione in ciò che fai, con pensieri tipo... Cioè, non pensare mai per assoluti, tipo: “Oh, non farò mai più musica” o “Mai e poi mai . . . ” ecc. Ecco, quello lo escluderei. Semplicemente—
RM: Mai dire mai.
Williams: Mai dire mai. Continua godendoti il percorso. Continua così.
RM: Seguendo la corrente a ritmo di crociera.
Williams: Esatto. E vedi dove ti porta. Perché quella è la parte più interessante.
🎦 Estratti video
youtube
RM: Non so se te ne ricordi, ma ci siamo già incontrati nel 2018 ai Billboard Music Awards
Williams: Certo, si certo che mi ricordo. Sì, abbiamo anche fatto una foto insieme
Williams: Io avrei già voluto lavorare con voi BTS allora, ma non volevo essere troppo.. troppo diretto o invasivo...
RM: No, sei stato gentilissimo
Williams: Mi sembra la foto l'avessimo scattata...
RM: Nel tuo camerino
Williams: Sì, e io, in quel periodo, lavoravo in uno studio poco distante da lì e avrei veramente voluto dirvi tipo "Fanc**o tutto questo"... Anzi, lasciami riformulare perché non vorrei la vostra fanbase si arrabbiasse con me, per questo mio linguaggio
RM: Nah, capiranno...
Williams: No, avrei veramente voluto andarmene via con voi in quel momento preciso e dire tipo "Andiamo a scrivere della musica pazzesca!" Perché mi piaceva tutto ciò che stavate facendo. Adoro la vostra energia e apprezzo tutto ciò che rappresentate e, cioè, i nostri fratelli e sorelle - e coloro che si identificano come non-binary -, la comunità asiatica ne ha passate davvero tante
RM: Sì, sempre di più, sempre peggio
Williams: E, sai, la comunità asiatica mi ha sempre dato molto. Mi piace davvero molto l'energia dei BTS e siete la dimostrazione vivente che un artista non deve necessariamente limitarsi ad un solo genere. E credo voi stiate davvero dimostrando che - pur essendo artisti e superstar - si può essere umili. Avete davvero una bella energia e siete pieni di umiltà...
Williams: Credo ci siano tanti benefici nello scrivere e produrre per altri artisti: mi permette di provare cose che altrimenti non proverei. E per quanto io lavori attivamente alla mia musica, sia come artista solista che come artista partecipante (in brani altrui) - penso sia noto ma credo molti non lo sappiano ancora, ma la maggior parte dei miei lavori solisti sono tracce che inizialmente ho scritto o prodotto per altri. Ovviamente scrivo e produco anche canzoni per me, ma quelle, il più delle volte sono troppo complesse, ci sono poche vere gemme rispetto a quando le scrivo per altri artisti. Non so come sia per te...
RM: Nel 2005 non ero che uno studente delle elementari e già volevo fare il rapper. Una volta capito che cosa fosse effettivamente il rap - ritmo e poesia, praticamente - ho sentito davvero una forte attrazione per questo genere, per il modo in cui, tramite esso, è possibile mandare un messaggio al mondo.
A dire il vero, è piuttosto imbarazzante rispondere a queste domande di fronte al... al mio idolo. Però, solitamente, mi trovo più a mio agio a scrivere testi o melodie per altri artisti. Perché mi dà l'opportunità di mostrare altri aspetti di me. Quando lavoro alla mia musica, è tutto più complesso. Non è qualcosa di semplice, c'è sempre un po' di sofferenza perché è come se mi svelassi e confessassi. Ciononostante, resta comunque la parte più importante del mio lavoro.
Williams: Ti capisco. Credo che, nel mio caso, quella sofferenza sia la parte più divertente perché quelli sono i colori più vividi che un artista, come noi, abbia a disposizione. Per colmare la nostra musica finché non è c'è abbastanza dolore o non è sufficientemente bella. Quindi ti capisco quando dici che infondi tutta la tua sofferenza nei tuoi versi per renderli ancor più potenti. Sono d'accordo.
RM: Sarei curioso di sapere qual è il tuo processo creativo. Quali sono i tuoi processi mentali e che cosa cambia a seconda se si tratta di una canzone per te o per qualcun altro? Che cosa cambia dalla bozza alla versione definitiva?
Williams: Beh, quando un artista viene da me, arriva già sapendo cosa vuole. Ad esempio, “Vorrei qualcosa di potente, qualcosa di più cupo o magari qualcosa da discoteca”. Quindi, sì, tengo a mente ciò che vogliono, ma prendo anche in considerazione le varie sfumature della loro voce, gli stili e le melodie cui lavorano di solito, penso anche a come poter produrre loro qualcosa di totalmente inedito rispetto a ciò che hanno già fatto. Una volta mixate tutte queste cose insieme, spesso capita che l'artista in questione mi dica “Cavolo, non è esattamente nel mio stile”. Al che io vendo la traccia a qualcun altro e poi, magari, la stessa persona torna da me e mi dice “Hey, perché non mi hai fatto ascoltare quella versione?”. Ma il fatto è che loro hanno ascoltato quella stessa versione, ma la percepivano in modo diverso.
RM: Ah ah ah, wow, quella è la parte divertente
Williams: Sì, fa sorridere. Poi, però, ci sono anche persone che decidono di buttarsi e provare.. Cioè, è ciò che dico sempre: almeno provaci, non devi necessariamente pubblicarla. Il problema è che anche chi è bravo in ciò che fa, spesso ha paura di esplorare, di provare nuove sfumature della propria voce, della propria personalità o della propria carriera. Quindi, sai, sono un po' titubanti, ma una volta provato, almeno avranno sperimentato qualcosa di nuovo; e se, in fin dei conti, vediamo che non va bene per loro, non va bene, fine. Ma prima di poter decidere, devi almeno provare.
RM: È come una sfida con se stessi
Williams: Esatto.
RM: Come ti descriveresti? In che cosa ti riconosci di più? Cioè, sei un produttore, un cantante, un rapper, sei un imprenditore, sei un padre, un marito...
Williams: Sì, sì... esatto
RM: Cioè, ovviamente il nome Pharrell non avrebbe neppure bisogno di ulteriori definizioni, ma, al di là della tua persona pubblica, come ti descriveresti, personalmente?
Williams: Non saprei... Ehm, innanzi tutto sono un funzionario pubblico.
RM: Un funzionario pubblico? Mi piace!
Williams: E, sai, quando sei al servizio del pubblico, del prossimo, stai facendo qualcosa di buono, ciò che vorrebbe il Signore. Sono credente. Io credo nell'Universo. Per me Dio è l'Universo e noi viviamo in questo Universo e siamo parte del creato. Essere al servizio del prossimo è ciò che significa anche essere un padre, un marito... E poi la musica è tutto per me. La musica, per me, è come la chiave madre che può aprire qualsiasi porta.
RM: Ancor'oggi
Williams: Certo! Perché se non fosse per la musica non sarei quello che sono ora, non avrei potuto fare nulla di ciò che ho fatto finora.
🎧 Estratti Podcast
Williams: La gente pensa che voi siate sempre stati così, non capisce le vostre origini di gruppo e non concepisce che vi prepariate e studiate (per arrivare a questi livelli). Cioè, qui in America non è necessariamente così. Sì, a volte i gruppi vengono formati a tavolino anche qui, tipo, sai... Gli Nsync, i Backstreet Boys..
RM: I One Direction
Williams: Ce ne sono tanti...
RM: Sì, ovviamente
Williams: Ma qui, quel genere di gruppi spesso viene ridicolizzato, del tipo: "Oh, sono solo una boyband!". Ma sai cosa? Di fatto, quei gruppi hanno risultati molto simili a quelli degli altri artisti mainstream, e intendo in termini di qualità musicale, qualità artistica e nel modo in cui capiscono appieno il loro pubblico. Hanno una conoscenza approfondita del loro genere di appartenenza e hanno le potenzialità per durare a lungo perché sanno ciò che stanno facendo.
RM: Wow... Cioè, sul serio.. Innanzi tutto, grazie per il tuo parere così rispettoso. Ovviamente non posso parlare per tutta l'industria dato che ne rappresento solo una minima parte. Ed è forse persino un po' rischioso parlare dei pro e contro del sistema, delle sue luci e delle sue ombre.. Come sai, per una cosa buona ce ne saranno anche sempre di negative.
Williams: Sì, certo.
RM: Ho iniziato la mia carriera come rapper e poi, forse per caso o forse per destino, mi sono ritrovato nel cuore dell'industria K-Pop e ho visto e vissuto molte cose che accadono in questo sistema. Nel mio caso, la nostra etichetta ed il signor Bang, il nostro presidente, sono diversi. Credo il signor Bang sia diverso perché lui è anche un produttore, capisce veramente la musica e, soprattutto, ha sempre molto rispetto per i suoi colleghi, gli altri produttori, i vari tecnici e le idee dei suoi artisti. Come hai detto anche tu, noi BTS cerchiamo sempre di sfruttare al meglio ciò che di buono c'è in questo sistema; però, al contempo, non rinunciamo a mescolare il K-pop con l'arte. Noi cerchiamo sempre di ribadire ed enfatizzare che siamo esseri umani. Lo sei tu e lo sono io. Siamo semplicemente persone che fanno musica e che si esibiscono di fronte ad altre persone. Altre persone con altrettanti lavori, sebbene diversi dal nostro, che vengono a vedere i nostri concerti. Ci tengo a ripeterlo perché è anche ciò che mi permette e ricorda sempre di restare con i piedi per terra. Ciò che vorrei dire ai trainee di questa industria K-pop è, vi prego, ricordate che siete esseri umani, persone che lavorano in questo settore, ma sempre esseri umani. Siate voi stessi. Ciò che conta di più, per me, è che ciò che facciamo ha un certo impatto sulla vita altrui. Grazie alla nostra musica, possiamo scambiare energia positiva con i fan e donare e ricevere amore. Questa è e sarà sempre la cosa più importante, per me.
Williams: Sì, mi piace molto ciò che voi BTS rappresentate, è bello vedere e seguire tutto ciò che state facendo. E poi credo voi siate la dimostrazione vivente che si può essere umili. Avete davvero una bella energia, carica di umiltà, che è ciò di cui ogni artista avrebbe più bisogno, in questa comunità ed industria.
[*Farrell Williams parla di com'era fare musica quando lui aveva 28 anni, l'età di Joon adesso. Di com'era la scena hip-hop quando Internet stava appena iniziando a prendere piede (1993) e di come sia cambiato tutto, rispetto ad allora]
RM: Per gli artisti coreani, specialmente per i rapper, l'America è una sorta di “terra madre”. In coreano la chiamiamo “bon-to (본토). Tra rapper si dice tipo “Ah, queste sono le robe nuove che vanno forte nella 'terra madre'”, “Oh, questo è come il sound della 'terra madre'”
Williams: Oh wow!
RM: Sì, e oggigiorno, forse, non è più così, i rapporti tra le nostre industrie musicali vanno e vengono, ma quando io ho iniziato a fare musica, c'era molta attenzione ed interesse per tutto ciò che richiamava la musica ed il sound della “terra madre”, l'America. Cioè, io credo la cultura sia in continua evoluzione, non è immutabile e scolpita nella pietra, no. Va e viene costantemente.
Williams: Sì, sempre.
RM: C'è una continua influenza tra culture. E, in passato, alcuni dei nostri artisti hanno davvero raggiunto dei risultati notevoli (per gli standard della cultura coreana del tempo). Devi sapere che allora eravamo una nazione povera, non avevamo niente. Internet è arrivato anche da noi, ovviamente, ma...eravamo comunque una nazione minore. A volte sento davvero la mancanza di quel periodo, quando non c'erano gli i-phone, ad esempio, o Whatsapp.
Williams: Sì, era un periodo pazzesco
RM: Davvero
Williams: Ma anche adesso sono tempi micidiali!
ita : © Seoul_ItalyBTS | Twitter
4 notes · View notes
sedthegogh · 1 year
Text
Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media
2 notes · View notes
sugaschair · 1 year
Text
side note: marianna’s back.
1 note · View note
keijmog · 1 year
Text
1-11-2022
2:00 PM
Thinking about therapy. I think that objectively I should go but also I feel like I wouldn't be able to be fully open and honest with what I experience. I want diagnosis for certain things so I can have validation for what I experience but also I absolutely do not want that shit on my medical record. I would feel like I'm purposefully leaving out important parts of myself. I'm also terrified of rejection. In general i am so scareds
0 notes
sixllage · 1 year
Text
Tumblr media
89 notes · View notes
Text
into the monster mouth
I wish I could tell you
that your words hurt just as much as you want them to,
that they stick around in the back of my throat, longer than you remember them for,
that I know the difference between your frustrations and my wrongdoings.
you say you're self-aware, but how can that be if you don't see the affect you have on others?
I feel it in the way the car jerks along with your aggressiveness,
barely concealed behind hisses
your words create a war zone,
but instead of running I freeze
and I'm swallowed into the monster mouth.
every time I try to speak to my defense,
to show you the parts of me you've hurt,
every time I try to heal,
you throw it back in my face
you call me ungrateful, spoiled, overdramatic,
"I-love-you-but-I-don't-really-like-you."
unable to see your own problems past what you're okay with admitting,
you pretend the reason you're alone is because of your strength.
I'm strong too, and look at me,
surrounded by people I love and who love me.
I feel sorry, that you'll never be able to understand that feeling.
the feeling of being completely in synch with others
who stay because they want to,
not because they're compelled to.
I'm still here for you, though,
forever editing my words.
forever correcting my sentences.
trying to fit into the mold you wish I would conform to.
- L
1 note · View note
gradienty · 8 months
Photo
Tumblr media
Blue Charcoal Fuvahmulah (#011122 to #31fbcc)
23 notes · View notes
hlupdate · 1 year
Photo
Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media
Harry at the LA premiere of My Policeman (x) - 01/11/22
65 notes · View notes
cartasavincent · 1 year
Text
é incrível como uma palavrinha tão pequena pode ser tão destrutiva. amor. eu te amo tanto. só peço que quando fores não machuque. e que em troca  possa ir em paz, sem dor. o teu amor continua comigo enquanto respiro. obrigada por tudo. amor.
– 011122
0 notes
sedthegogh · 1 year
Text
Tumblr media
0 notes