Tumgik
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a story worth telling
I got to a point where I hated my boring everyday life. Months ago, I hated school, I didn’t feel like I had good friends, I felt pressure from everyone in my life and I was feeling sick of everything around me. Back then, I was boring, I didn't have stories to tell and experiences to share. ‘’You’re not entirely screwed until you have a good story to talk about and someone to tell it’’, I've once read in a book, and I realised I was at a dead point as I had neither.
This is why, at the age of seventeen, I decided to get on a plane to go very far away from my hometown for a very long time, because I desperately needed to live something I could remember forever, and I just jumped into it. 
I know I've been brave and I know not everyone my age would have done the same, and I couldn't be more grateful for having this opportunity and for simply taking it, because it’s the best thing that has ever happened to me. I’ve never been this happy for such a long time, I’ve never felt this much at home even being thousands of miles from my city, and my life has changed completely after this. 
I’ve learnt more in a couple of months than in seventeen years and I feel like I am a better person now. I’ve met people, lived adventures, felt things that I’ll remember for my whole life, and I’ll have thousands of story to tell to whoever is waiting for me back home. 
I was born again in this new city, in this country, surrounded by new people who soon became my family, and now I couldn't imagine a life without them. I am genuinely happy and I'm living my life to the fullest, enjoying every single moment, taking every risk and having no regrets. 
Little did I know it would only be a matter of a intercontinental flight to find happiness. 
if you're young, take your risks, embrace your desire to discover the world, to travel, see places, meet people, because this is the right time to do it and to change your life, even if just for a while. It’s a life in a couple of months, it’s not you leaving everything behind you, but the world coming towards you, and it’s something everyone should do for themselves. 
My life has changes, I will never be the same after this and I couldn't be happier: I hated my old-self and I love the person I've become. What I've left is still waiting for me there, but what I’ve found will be with me forever.
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“Being among other people all the time doesn’t mean you’re not lonely. It’s your mind that feels lonely. People talk to you but you don’t really care about what they’re saying, and you end up closing yourself off. You isolate yourself. You might be at a party with 50 people around and you’re standing there feeling lonely. So you panic, and sometimes it feels like you can’t even breathe.”
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Everyone you meet is fighting a battle you know nothing about.
Be kind, always.
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“Look,” he interrupted. “You had a beautiful friendship. Maybe more than a friendship. And I envy you. In my place, most parents would hope the whole thing goes away, or pray that their sons land on their feet soon enough. But I am not such a parent. In your place, if there is pain, nurse it, and if there is a flame, don’t snuff it out, don’t be brutal with it. Withdrawal can be a terrible thing when it keeps us awake at night, and watching others forget us sooner than we’d want to be forgotten is no better. We rip out so much of ourselves to be cured of things faster than we should that we go bankrupt by the age of 30 and have less to offer each time we start with someone new. But to feel nothing so as not to feel anything—what a waste!”
-Call me by your name (Luca Guadagnino, 2017).
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You’re not going to lose me. You’ve given me a taste for life. I wanna be happy. Sleep in a bed, have roots. And you’ll never be alone again, Mathilda. Please, go now, baby, go. Calm down, I’ll meet you at Tony’s in an hour, I love you, now go, go now.
Leon: The Professional (1994)
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L’inizio della partenza
Mi sono resa conto di dover partire nel momento in cui ho iniziato a salutare chi mi sta accanto, le mie prime amiche che non avrei più visto prima del fatidico giorno. Non ci pensavo affatto di dover effettivamente salutare molte persone prima di partire, sarebbe stato solo un abbraccio, un dialogo del tipo ‘’in bocca al lupo! Facciamo videochiamate e sentiamoci mi raccomando’’, una cosa studiata e banale, invece mi si è un po’ spezzato il cuore oggi a pensare di non vedere per mesi una delle mie migliori amiche. 
Adesso sta diventando tutto più reale, il tempo inizia davvero a scorrere e non va a mio favore sotto questo punto di vista, e più i giorni passeranno più saranno le persone a cui dovrò dire addio per un po’. Pensarci fa male, mi fa rendere conto di quanto abbiano per me valore e siano importanti nella mia vita.
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Everyone you meet is fighting a battle you know nothing about.
Be kind, always.
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Non so come sarà, non ho idea di come le cose possano andare, e non ci voglio neanche stare a pensare così tanto prima della partenza. D'altronde neanche riesco a immaginare niente, è ancora così assurdo pensarci, ma è meglio così perché so benissimo quanto faccia male farsi false aspettative e rimanerne delusi. Non importa come sarà, per adesso è importante solo il fatto che stia finalmente per accadere.
Vorrei augurarmi di non avere paura di qualcosa che è così più grande di me, ma di affrontarla con il coraggio e la curiosità che mi hanno sempre spinto oltre i miei limiti. Vorrei non farmi spaventare da una realtà completamente diversa, ma accettarla e adattarla a me. Vorrei osare il più possibile, cogliere tutte le opportunità che mi vengono proposte, parlare con tutte le persone che mi sembrano interessanti, imparare qualcosa di nuovo ogni giorno senza il timore di sbagliare. Vorrei vivere al massimo ogni cosa, ma allo stesso tempo non esagerare né in positivo né in negativo. Vorrei ricordare che nei momenti più tristi, nei momenti di solitudine in cui penserò a tutto quello che ho lasciato, quello che sto vivendo è tutto temporaneo, e che prima o poi passerà e dovrò tornare alla normalità. Vorrei ricordarmi che lascio delle persone che mi vogliono bene, ma che rimangono qua, e che non avrà senso stare sempre in pensiero per loro, perché non faranno lo stesso per me.
Mi auguro di vivere l’esperienza migliore della mia vita, di incontrare persone fantastiche, di vedere luoghi incredibili e di crescere, di diventare una persona migliore.
Buon viaggio a me.
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Oggi sono andata a dire alla mia insegnante con cui ho più materie che l’anno prossimo mancherò per un po’ di tempo perché farò un periodo all’estero, come molti ragazzi sono soliti fare oggi. Ovviamente ho voluto introdurle l’argomento di persona perché pensavo fosse giusto che gliene parlassi io come diretta interessata e perché sinceramente speravo che lei cogliesse nel mio atteggiamento la felicità che da settimane provo al pensiero di partire.
E’ successo tutt’altro, e la mia professoressa mi ha deluso infinitamente come persona. Ha subito reagito molto male come se le stessi parlando di una cosa negativa, e ha subito sottolineato il fatto che dovrò recuperare il programma il prima possibile appena tornata, che è negativo il fatto che perderò giorni di scuola e soprattutto si è preoccupata per le sue materie, che a sua detta dimenticherò totalmente. Non mi ha chiesto niente riguardo a dove andrò, al perché ho scelto di partire, non mi ha neanche augurato buona fortuna, ma ha semplicemente concluso dicendo che non può dirmi niente a riguardo se io ho pensato che questa per me fosse un’esperienza importante da fare. Ci sono rimasta malissimo, continuo a pensare a quanto mi abbia deluso e a quanto addirittura mi venisse da piangere in quel momento, sentendo quelle parole.
Non riesco a capire come lei possa considerare un’esperienza del genere come negativa solo perché mancherò a scuola per un po’ di tempo e perché avrò compiti da recuperare. Come fa a non rendersi conto fare un periodo all’estero abbia solo aspetti positivi? Ti insegna ad essere autonomo, a cavartela da solo, ti permette di conoscere una cultura completamente diversa e ti dà la possibilità di crearti una vita dall’altra parte del mondo. Oltre al fatto che impari a parlare inglese come un madrelingua, ma forse lei non si è accorta che non è più il latino la lingua la lingua più parlata al mondo, perché è troppo chiusa nel suo mondo di versioni, traduzioni, voti e spiegazioni di cose oggettivamente inutili. Lei ha semplicemente pensato da egoista, e non riesco a spiegarmelo. Non ha visto quanto ero felice mentre glielo stavo dicendo? Come fa a non essere contenta per una sua alunna che partirà per fare l’esperienza della sua vita? Questo dialogo mi ha fatto molto riflettere e fatto passare la voglia di condividere questa bella notizia con qualsiasi altro insegnante. Questa, signori miei, è la scuola italiana: gli insegnanti, di una chiusura mentale che fa venire i brividi, pensano solo a loro stessi, alle loro ‘’bellissime’’ materie e darci tutti i voti possibili ed immaginabili. Qualsiasi cosa oltre alla scuola per loro è male, perché ci fa perdere tempo e ci distoglie dall’ovvio unico impegno che un ragazzo di sedici o diciassette anni dovrebbe avere: la scuola. Quella stessa scuola che mi sveglia la notte per l’ansia di essere in ritardo e che non mi fa dormire per la quantità di studio che mi viene richiesto ogni giorno. Ecco perché me ne voglio andare da qua, dal mio maledetto liceo, a malincuore solo per troppo poco tempo. 
Cari professori, continuate a farci studiare solo lingue morte e a farci imparare nozioni che in due giorni dimenticheremo, e continuate a tenerci lontani dal resto del mondo, dall’innovazione e della diversità, perché sicuramente nella vita potremo benissimo cavarcela con quello che ci avete insegnato voi. Mentre negli altri paesi i ragazzi hanno modo di conoscere altre culture, di imparare ad avere un proprio pensiero sugli argomenti e diventano in grado di rivoluzionare il mondo con startapp e sistemi operativi, noi qui continueremo a preoccuparci di scriverci le regole di grammatica nel dizionario il giorno prima della versione. 
Espandete i vostri orizzonti, non fermatevi alla vostra scuola, alla vostra cerchia di amici che incontrate sempre al bar per fare colazione: il mondo è enorme e vale la pena di essere esplorato per renderci conto che forse noi, per come viviamo, non stiamo poi così bene come pensiamo.
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Ore. Centinaia. Migliaia di ore. A non fare niente, a cercare di piacere agli altri, a comprare vestiti che costano meno dello schifo che mangiamo. E soprattutto, ore su ore a studiare cose inutili, cose utili, qual è la differenza? Cose che in ogni caso non ci ricorderemo mai. E così ci ritroveremo tra 10 anni senza saper fare nulla. Perché anziché fare qualcosa e pensare con la nostra testa, abbiamo passato i pomeriggi a bruciarci i peli, a imparare una lingua parlata 3000 anni fa parlata da un’élite di pedofili spazzati via dalla storia. ‘’Greco e latino insegnano a pensare’’, ti dicono. Insegnano così tanto a pensare che nessuno in Italia ha pensato che nei paesi davvero innovativi, il latino e il greco non si studiano. E così mentre il prossimo Zuckerberg cambierà il mondo a 20 anni senza nemmeno aver finito l’università, noi continuiamo a studiare e a spendere i soldi dei nostri genitori, facendo cose senza senso. Cerchiamo di rimanere sempre in giro, ci agitiamo, sudiamo; perché finché ci muoviamo abbiamo l’illusione di non stare fermi. Ma in realtà non stiamo andando avanti, stiamo andando indietro. Siamo convinti di saltare verso il cielo e non ci accorgiamo che in mezzo c’è il soffitto. 
-Skam Italia (Episodio 1).
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