... e per le lacrime che avrai negli occhi chiusi, guardami: ti lascio un fiore d'immaginari sorrisi...

Vecchioni, Il cielo capovolto

Mi fermai, battei le palpebre: non capivo niente. Niente, niente del tutto: non capivo le ragioni delle cose, degli uomini, era tutto senza senso, assurdo. E mi misi a ridere.

Italo Calvino (via anormalguywithabnormalmind)

"Il Moige contro Omero: tolga dall'Iliade la storia gay tra Achille e Patroclo"

http://www.lercio.it/il-moige-contro-omero-tolga-dalliliade-la-storia-gay-tra-achille-e-patroclo/

Più de veci no se vegne. Più di vecchi non si diventa.

Mio nonno Bruno

Vivere per amare. Amare quasi da morire. Morire dalla voglia di vivere.

Il Gobbo di Notre-dame

Το έργον των θεών διακόπτομεν εμείς, τα βιαστικά κι άπειρα όντα της στιγμής. L'opera degli dèi l'interrompiamo noi, creature dell'attimo smaniose e ignare, noi.

Καβάφης

Kavafis

Solone, uscendo dalla città, disse: «O uomini ateniesi, promettete di non cambiare mai le mie leggi prima del mio ritorno». Dopo che essi lo ebbero giurato, si incamminò lontano da Atene e non vi tornò mai più.

Solone

Non ti fidar di me, se il cuor ti manca.

Asso di Spade

404 a. C.: caduta di Atene.

Mi dite una data che ha segnato un momento importante nella vostra vita, e se volete me lo raccontate?

Dai, raccontatemi un po’ qualcosina..

Il primo giustiziere di noi stessi è la nostra interiorità.

Chiara Castagna

Cara Lesbia, Dopo aver parlato invano con la cenere muta di mio fratello strappatomi indegnamente, mi sono reso conto del fatto che i giorni possono tramontare e ritornare: noi, invece, quando si spegne la breve luce, dobbiamo dormire una sola ed eterna notte. Perciò, vita mia, affinché sia lecito per noi far durare per tutta la vita questo eterno patto di sacra amicizia, dammi mille baci, poi cento, poi altri mille, e ancora cento e senza interruzione altri mille, poi cento. Poiché nessuna donna può dire a buon diritto di essere stata amata tanto quanto tu sei stata amata da me. Il tuo Catullo. Caro Catullo, Smettila di impazzire, e considera perso ciò che vedi essere perduto. So che mi odi e mi ami, poiché una tale offesa costringe l’amante ad amare di più, ma a voler meno bene. Anche tu, benché impotente, non volermi, resisti con mente ostinata, sta’ saldo. Mi darai della disgraziata, dirai che è opportuno scrivere le mie parole nel vento e sull’acqua che scorre. Ma dimmi, povero Catullo: dopo essere stato trasportato per molte genti e molti mari, quale vita ti resta? Chi verrà ora da te? A chi sembrerai bello? Chi amerai? Di chi si dirà che tu sei? Chi bacerai? A chi morderai le labbra? Un tempo brillarono splendidi giorni per te… La tua Lesbia.

Dedicato a Catullo

La morte si sconta vivendo.

Giuseppe Ungaretti (Sono Una Creatura)

Giacché Don Rodrigo si risvegliò Don Rodrigo, noi in vece, alla vista d’un galantuomo, ci chiederemo: “Carneade, chi era costui?”. “Verrà un giorno…” ci sarà risposto, alché affermeremo che uno, il coraggio, non se lo può dare. Facendo del bene a quanti più possiamo affinché ci segua tanto più spesso d’incontrar dei visi che ci mettano allegria, nel tentativo di raddrizzar le gambe ai cani, nel covile della fiera troveremo l’abbominevole Griso, sicché nel nostro covo di spini le coperte ci parranno montagne. Tra palazzotti, castellacci e osterie odremo il latinorum delle gride, e colmi di reticenza daremo ascolto ai pareri di Perpetua. Percorrendo il flebile confine tra apparenza e realtà e stando discosti dal padre guardiano alcuni passi, poiché Dio c’è anche per i tribolati capiremo che Dio perdona tante cose per un’opera di misericordia!

Dedicato a Manzoni

Io non so né perché venni al mondo; né come; né cosa sia il mondo; né cosa io stesso mi sia. E s’io corro ad investigarlo, mi ritorno confuso d’una ignoranza sempre più spaventosa. Non so cosa sia il mio corpo, i miei sensi, l’anima mia; e questa stessa parte di me che pensa ciò ch’io scrivo, e che medita sopra di tutto e sopra se stessa, non può conoscersi mai. Invano io tento di misurare con la mente questi immensi spazj dell’universo che mi circondano. Mi trovo come attaccato a un piccolo angolo di uno spazio incomprensibile, senza sapere perché sono collocato piuttosto qui che altrove; o perché questo breve tempo della mia esistenza sia assegnato piuttosto a questo momento dell’eternità che a tutti quelli che precedevano, e che seguiranno. Io non vedo da tutte le parti altro che infinità le quali mi assorbono come un atomo

-Dalle ultime lettere di Jacopo Hortis di Ugo Foscolo (via ilmesserecri)

Possiamo perdonare un bambino che ha paura del buio. La vera tragedia della vita è quando gli uomini hanno paura della luce.

Platone

Come potete venerare un dio che è stato la causa del vostro dolore? Non è stato forse Zeus a separarvi alla nascita dalla vostra anima gemella? Eppure, però, continuate a pregarlo... La vostra vita si è ridotta a un misero paradosso.

Secondo la mitologia greca, gli umani originariamente furono creati con quattro braccia, quattro gambe e una testa con due facce. Temendo il loro potere, Zeus li divise in due parti separate, condannandoli a trascorrere le loro vite a cercare l’altra metà.

Platone, muropulitopopolomuto. (via 26gennaio1942)

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(via alicenelpaesedegliorrori) zeusviosserva sempre colpa tua.. (via suninthedark22)