Tumgik
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Come si fa a fermare un’auto in corsa prima che si schianti? Come si fa a dire a un cuore di non battere perché presto o tardi andrà in frantumi? Come si fa a rallentare l’agonia?
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⁃ Il dolore è direttamente proporzionale alla sorpresa, non lo sai? ⁃ Cosa intendi? ⁃ Nel ricevere una delusione, maggiore sarà la sorpresa con cui questa arriverà maggiore sarà lo sconforto che proverai. ⁃ Dici? ⁃ Dico. ⁃ Se, invece, sai anticipare la delusione, perlomeno mentalmente, il dolore è minimo, assomiglia a un formicolio momentaneo. ⁃ Ah, e quanto dura? ⁃ Maggiore è il grado di…
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“A Massimo, per i nostri sette anni insieme, per quella parte di te che mi manca e che non potrò mai avere, per tutte le volte che mi hai detto non posso, ma anche per quelle in cui mi hai detto ritornerò. Sempre in attesa… Posso chiamare la mia pazienza “amore”? La tua fata ignorante”
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Giorno n4: posti che vorrei visitare
L’Islanda; la Norvegia; i Paesi Bassi; la Danimarca; la Svezia; New York a Natale; Firenze; Roma; Barcellona; Madrid; Lisbona; Napoli.
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Giorno n3: un ricordo
Ricordo il giorno in cui mio padre ha avuto un infarto ed è stato operato d’urgenza. Ricordo che, in una sala d’attesa senza orologio, mia madre controllava ogni cinque minuti il suo orologio da polso per verificare quanto stesse durando l’intervento. Io, invece, tenevo stretta tra le mani la penna che mio padre tiene sempre nel taschino della giacca e, da brava agnostica, pregavo. Ricordo il…
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Giorno n2: cose che mi rendono felice
– la mia gatta; – coccolare la mia gatta felice quando torno a casa; – le cose rosse; – fumare una sigaretta al chiaro di luna; – fare lunghe passeggiate da sola; – preparare dolci; – visitare città d’arte; – nuotare; – andare alle terme con un’amica; – dipingere; – scrivere; – annusare vecchi libri usati; – andare ai mercatini delle pulci; – la sacher; – farmi una doccia calda a…
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Giorno n1: descrivi la tua personalità
Dicono che io sia bipolare e che non sappia controllare le mie emozioni; dicono che passi dall’alto al basso senza nemmeno accorgermene. Un attimo mi sento Dio è quello dopo un papavero calpestato e lasciato morire. Dicono che io sia una funambola che si diverte a fare i suoi spettacoli senza rete sotto; se lo volessi potrei precipitare rovinosamente da un momento all’altro. Dicono che sono a…
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Alla ne che vorrebbe scappare
“…tu vorresti partire come se andare lontano fosse uguale a morire e non c’è niente di strano ma non posso venire.”
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Vuoto occasionale
Tra la pioggia e la neve consumiamo una passione cocente fine a se stessa: gli occhi che mi guardano presto guarderanno un altro; le labbra che ora non possono fare a meno della mia pelle a breve ne cercheranno altra. Parlano di sesso occasionale. Parlo di vuoto occasionale quando ti vedo rivestirmi per lasciarmi sola con le nostre foto. Sola come ero prima Sola come sarò come…
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Vuoto a rendere
Un vuoto a rendere non reso Un vuoto psichedelico psichiatrico Un vuoto che sa di stomaco pieno trapanato Un vuoto che è una tela nera strappata a coltello. Un vuoto che dicono sia normale, Un vuoto che fa mele. Un vuoto che sa di rabbia e di rancore zuccherato. Un vuoto che sa di gocce di Tavor.
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Passato ed eterno ritorno
Chi vive nel passato non finisce per farsi venire un buco grosso come una casa nello stomaco? Tabucchi scrive che è necessario smettere di frequentare il passato per vivere il futuro e questo è molto bello e molto giusto ma come si fa? Perché io mi sento intrappolata in una gabbia dalla quale sento di non poter uscire?
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Cara Dottoressa S.
Mi insegni a vivere nel presente sono stanca di tutto questo passato. Mi soffoca, mi strangola.
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Cara Dottoressa S.
Sul mio viso può scorgere tutto, pallore, lacrime represse e fragilità chiuse in un cassetto. Le voci nella mia testa mi ridono contro; dicono che sono vigliacca e che non sono amabile. Lei mi definisce pessimista io realista. A ognuno la sua definizione. Cosa scrive su quel quadernino quando le parlo?
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Come stai?
Appesa a un filo. Mi sento come un funambolo con una rete invisibile sotto pronta a prendermi o a lasciarmi cadere nell’oblio. Procedo, un piede dopo l’altro, con le punte che tremano mentre penso alle mie mille contraddizioni e, dentro di me, avverto quella vertigine che altro non è che voglia di cadere.
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