Io non comprendo cosa vogliano le persone da me. E cosa io voglio da loro.

Non voglio una relazione ma la cerco. Odio una persona ma la desidero.

Dovrei lasciarmi andare.

Dovrei: carpe diem, quam minum credula postero.

Ma in realtà: paranoie, film mentali, paure, insicurezze, storie, illusioni. Tante, troppe illusioni.

Quando converrebbe vivere la vita come viene. Senza competizione, senza lotta, senza desiderare niente dal domani.

Puoi sembrare ricco, vestiti alla moda, uscire tutti i sabato sera e avere una buona intelligenza, ma se con le persone non ti senti al tuo agio, non puoi farci niente. Fino a un certo punto puoi affermare che è colpa tua, perché anche quando cerchi di essere disponibile e ascoltare tutti, non hai quel tipo di rapporto che vorresti, capisci che il problema sono loro.

Se sei bello la gente ti invidia, se sei brutto la gente ti scarta e se sei una via di mezzo vieni definito mediocre, perciò tanto vale rimanere se stessi.

in caso avessi bisogno di sentirlo:

🌷 andrà meglio, anche se sembra che ti sentirai così per sempre. 

🌼 ci sono persone che ti trovano bella o raggiante e tu nemmeno lo sai. 

🌻 sei sopravvissuta a tutti i tuoi giorni peggiori.

💛 i giorni brutti sono temporanei.

🌹non sei indietro rispetto nessuno. fidati della tempistica della tua vita.

🌱attraversando tutto questo stai crescendo.

🌻 proprio adesso, sei esattamente dove dovresti essere.

⛅️ ogni giorno è una nuova opportunità di iniziare daccapo. 

🌸 non è mai troppo tardi per cambiare.

🌼 affronta le cose un giorno per volta. ci arriverai. 

sometimes silence is better than any other reaction

Needs:

You

An orgasm

L’amore non basta in una relazione, c’è molta gente che ama, costretta a passare notti a combattere contro la solitudine e l’insoddisfazione.

Charlotte Allen

Tre cose non puoi annullare dall’essere umano:

- DOLORE

- PAURA

- FATICA

Cit. Il mio Psicologo

L'AMORE AI TEMPI DEL DATING ONLINE

Non so se vale la pena scrivere un altro pezzo che racconti come sia l’amore in questa generazione. Ma credo ci sia bisogno affinchè ci possa essere maggior consapevolezza della leggera pesantezza che colpisce i giovani fra i 18 e i 31 anni. Parlo per esperienza naturale, sia chiaro, e tutto ciò che starò per raccontarvi è il frutto delle mie deduzioni sull’argomento, mie considerazioni personali e mie teorie psicologiche.Alzasse la mano chi, al giorno d’oggi, non ha avuto almeno una volta nella vita un approccio con un essere umano tramite il mondo virtuale. Per voi che avete alzato la mano, siete stati fortunati o forse no, ma continuate a leggere, potrebbe essere utile anche a voi. Non si sa mai nella vita. Ciò che potrebbe essere ora non è più fra 10 min.Così iniziò.Non sono una di quelle ragazze con un bel fisico, una bella mente, una perfetta personalità. Sono il caos fatto ossa e carne, più carne però. Ma una bella mattina, dopo che avevo programmato la mia esistenza fino al midollo decisi di cambiare le carte in tavola, iscrivendomi su Tinder. Per chi non conoscesse questo mondo dei balocchi del sesso, è un’app di matching, cioè in maniera molto easy, ti iscrivi, carichi delle foto, le quali devono rappresentare la parte migliore di te, sia fisicamente che caratterialmente e scrivi quattro frasi nella bio, che nessuno leggerà mai.Fino a qui tutto molto easy. Ti compaiono nella pagina iniziale: foto con annessa bio, qualora ci fosse, di uomini o donne, a seconda della preferenza, che potrebbero interessarti. Il logaritmo di scelta non si basa sui tuoi interessi o comportamenti affini, bensì dal range di età e dalla geolocalizzazione che hai impostato nel momento della tua iscrizione. Fai swipe a sinistra se la persona che hai davanti non ti interessa, fai swipe a destra se potrebbe interessarti. Nel momento in cui, quella stessa persona a cui tu hai messo mi piace, metta anche lei mi piace, si apre il match. Bingo!E invece no, secondo alcune legge patriarcali sono ancora gli uomini a scriverti, nel caso in cui stessimo parlando del rapporto uomo-donna. Qui arriva il bello. Il prospetto che ne deriva è quello di un’elenco smisurato di casi umani in cui, in un modo o nell’altro fai anche te parte. Gente che inizia a chiederti come stai senza una reale conoscenza, a cui fotte poco se in quel momento stai passando il tuo periodo depressivo acuto. Persone che ti fanno tremila domande, manco se fossi a un colloquio di lavoro, per comprendere quali sono i tuoi interessi, le tue aspirazioni nella vita e domande esistenziali a cui nemmeno tu sai dare una risposta.Lo step successivo è quello di cambiare format, perchè su tinder si può solo parlare o inviare gif o musica. Si va su telegram, per i più vergognosi, dove le chat spariscono poco dopo manco se quello con cui scrivi fosse una spia del KGB, su instangram, dove spulci nella vita di una persona, vedendo tutto ciò che non ti aveva raccontato, come foto taggate, ancora foto con la ex, o anche foto con l’attuale ragazza. E allora dici ma WTF???Oppure ci sono i temerari che ti lasciano direttamente i numeri di telefono.Statisticamente solo il 43% delle persone ti chiede di uscire, il 22% lo fa davvero, il 5% ha dimenticato il portafoglio a casa e lo 0,1% ti piace realmente, ma indovina, tu sei troppo carina e simpatica, quindi un’amicizia è più che sufficente. Il mio quesito allora è: Perché?La spiegazione semi scientifica che mi sono data a tutto ciò, sia per calmare le mie paranoie, sia perchè da maniaca del controllo, avevo bisogno di risposte, è questa:In quest’epoca, o meglio in questi anni, viviamo in costante fusione con i social media. No, non è l’ennesimo pippone sulla società, ha un fine, promesso.Le persone, compresa la sottoscritta, non vengono più personalmente a invitarti per prendere un caffè, anche se ti vedono per 8h su un treno, ti sorridono, ti ammiccano, non si spostano per parlarti, a meno che lui non abbia 54 anni.All’università il ragazzo/a che ti piace, ti stalkera sui social, ti segue tutt’al più, ma solo dopo aver visto che sei libero/a, hai interessi in comune e non sei un coglione/a. E solo allora forse ti potrà parlare, ma sui social. Nella mia università c’è l’invenzione del secolo: SPOTTED. Tu, persona, incontri una persona nella tua vita, ma non le parli, la vedi, fissi, le presti la penna, ti infatui, non pensi che a lei/lui e scrivi a spotted cercandola fra mille persone e più. La trovi sui social, vedi che è fidanzata e torni a farti le seghe pensando a lei.Abbiamo paura del rifiuto, abbiamo paura del no. Perchè se detto online, non è mai accaduto. Il suono del NO, che rimbomba nelle orecchie è troppo forte da tollerare in questa vita. Se online ti dicono no, ci sono altre pronte a dirti si, ma nella vita reale, lo vedi negli occhi, il disprezzo, la rammaricatezza, lo senti il tuo cuore che si spezza in mille pezzi.La mia conclusione è:Troverò mai l’amore vero? noTroverò l’amore vero come negli anni '30? assolutamente no

Troverò delle storie? certo, quante ne vuoi. Sei carina, simpaticissima, sei brava anche a letto, ma rimarrai sempre una brava amica. Ma questa è un’altra storia.

È così che si vive? O è così che si inizia a vivere?

Me lo domandavo spesso in questi tre giorni, ma la risposta ancora mi mancava.

Credo che sia iniziato tutto dalla fine. Ma questa è un’altra storia. Fatta di cuori spezzati, frasi infrante e brindisi occhi occhi.

Ci trovavamo qui allora. All’alba. Saranno state le 5, ma il sole era alto quasi quanto le 6, quindi diciamo per le 5.30. Nella veranda con il sole che sorge, che aspettiamo di tornare a casa. È una banda che si è disfatta, o sfatta, non ricordo. Ma eravamo tanti, dovete credermi. Non si contava quanta gente c’era. Forse alcuni erano anche frutto dell’immaginazione di alcuni di noi che inventavamo storie per tenerci attivi fra una situazione e l’altra. Storie di gusto tanto che finivi anche di credere che queste erano reali e che le persone in questione forse realmente esistevano. Perchè anche se non le hai mai viste loro fanno cose. Cose che ci facevano ridere e cose che non si dimenticano o rimangono impresse. Come quella dell’uccellino arrostito da dietro una zanzariera. Beh è questo quello che facevamo cose semplici ma che ti faceva sorridere anche quando tornavi a casa sfatto con metà faccia distrutta, con Maro in sottofondo mentre l’aria ti scompigliava i capelli.

“Il dolore può affievolire ma le cicatrici ci ricordano il nostro soffrire e rendono chi le porta sempre più determinato a non farsi mai più ferire”

— Klaus Mikaelson

Hey! Smetti di scorrere la dashboard per un secondo.

Respira. L'hai fatto finora. Hai attraversato così tante cose che pensavi che non avresti superato, e anche questa riuscirai ad ottenerla, qualunque cosa sia.

So che puoi. Io credo in te e sono orgogliosa di te. Lo so che probabilmente sembra impossibile, ma andrà tutto bene. Andrà tutto bene.

Ispira, espira. E continua a respirare.

Ci arriveremo.

Sei stata forte troppo a lungo, concediti di essere fragile e crollare.

Charlotte Allen