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#venere degli stracci
zegalba · 1 year
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Michelangelo Pistoletto: Venus of the Rags (1967)
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pataguja61 · 1 year
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Michelangelo Pistoletto, Venere degli stracci, 1967, cemento e abiti usati. Biella, Fondazione Pistoletto
( ph scattata al Chiostro del Bramante Roma, mostra Infinity marzo 2023)
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aitan · 10 months
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La versione XXL della "Venere degli Stracci" di Michelangelo Pistoletto esposta a Napoli in pieno centro era diventata la "Venere dei Selfie".
Da stamattina sarà ricordata come la "Venere delle Ceneri".
Spero che qualcuno abbia fatto una adeguata documentazione del rogo (che, peraltro, ricorda tante feste popolari, soprattutto quaresimali, in cui si bruciano cianfrusaglie e vecchie cose come in una sorta di rito di passaggio e di purificazione).
Magari, col senno di poi, sarà letta come una performance di arte effimera e si scopriranno altri sensi e motivazioni andati in fumo in pochi (simbolici) minuti.
((( parola di aitan )))
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chez-mimich · 10 months
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I PARADOSSI DI VENERE
Un paio di giorni fa, a Napoli, qualcuno ha dato fuoco ad una delle opere d’arte contemporanea più celebri al mondo, la “Venere degli stracci” di Michelangelo Pistoletto. Il primo paradosso, il più evidente, è che per molti, soprattutto per molti di quelli che si indignano, la Venere ha cominciato ad esistere nel momento della sua fine. Non la conoscevano, ma appena si è sparsa la notizia della sua distruzione è cominciata l’indignazione. Il secondo paradosso è che la maggior parte di quelli che si indignano, darebbe fuoco a tutta l’arte contemporanea (e forse anche agli artisti). Poi c’è un terzo paradosso: la Venere è stata bruciata a Napoli, che come diceva Benedetto Croce è un paradiso abitato da demoni, città paradossale per eccellenza, che vorrebbe diventare una capitale dell’arte contempera e per molti versi lo è, ma dove qualcuno distrugge una delle opere più rappresentative. “La Venere degli stracci” è bruciata per mano di qualche balordo, ma, ultimo paradosso, è proprio un gesto così che la pone sul piano di tanti altri capolavori dell’arte che nei secoli sono stati deturpati da pazzi o balordi, come László Tóth, il geologo ungherese che nel 1972 deturpò la Pietà michelangiolesca di San Pietro o come il David colpito da Pietro Cannata nel 1991. Qualche volta furono gli artisti stessi ad infierire sulle opere, per restare a Michelangelo, fu lui stesso a dare la famosa martellata sul ginocchio del Mosé ora in San Pietro in Vincoli a Roma. Addirittura Filippo Tommaso Marinetti nel suo “Manifesto del Futurismo” affermava di voler dar fuoco ai musei. Quindi, per ora, accontentiamoci di aver visto andare a fuoco la “Venere degli stracci” di Pistoletto. Venere, dea della bellezza, e gli stracci della nostra contemporaneità, erano un magnifico connubio poetico, ma il piromane, chiunque esso sia, consegna direttamente l’opera all’eternità.
(Sotto la “Venere degli stracci” al Louvre in una mia fotografia del 2013)
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radiosciampli-blog · 10 months
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cannedcat · 10 months
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Suicidio di massa
. In una piazza di Napoli, hanno esposto quest’opera di Michelangelo Pistoletto: la Venere degli Stracci. Un opera il cui simbolismo è così chiaro che può essere negato solo da chi ha il “mariuolo in corpo”, cioè sa di essere colpevole del suicidio di massa cui ci sta conducendo per eccesso di consumismo. Al posto delle “pezze”, cioè vestiti di plastica e simil cotone che affollano armadi e…
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proyectoartistico · 1 year
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neapolis-neapolis · 10 months
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Michelangelo Pistoletto, Venere degli stracci (2023), Piazza Municipio, Napoli.
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oblaz · 10 months
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La Venere degli stracci e uno straccio di Venere
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eucanthos · 7 months
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Michelangelo Pistoletto (IT, 1933)
Venere degli stracci (Venus of the Rags) 1967, 1974. Marble and textiles Dimensions: 212 × 340 × 110 cm Collection Tate
https://www.tate.org.uk/art/artworks/pistoletto-venus-of-the-rags-t12200
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playlovethink · 10 months
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I 90 anni di Michelangelo Pistoletto
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(Image: Michelangelo Pistoletto, Venere degli stracci, 1967. Photo courtesy Galleria Continua, San Gimignano)
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sculpturegallery · 1 year
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Venere degli Stracci - MICHELANGELO PISTOLETTO
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chez-mimich · 4 months
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INSEGUIRE OPERE
La Triennale di Milano e la Fondation Cartier pour l’Art Contemporaine di Parigi hanno stretto una intensa collaborazione e allestiscono mostre di grande interesse. È il caso per esempio di quella di uno dei più grandi scultori contemporanei, Ron Mueck. La scorsa estate ho avuto modo di visitare la sua mostra alla Fondation del Boulevard Raspail e sabato scorso ho visitato la stessa mostra (con qualche variazione) alla Triennale. È sempre molto stimolante per me vedere una installazione d’arte allestita in due contesti diversi, poiché l’opera assume, inevitabilmente, sfumature diverse se non, addirittura, significazioni diverse. Mi era capitato di notarlo la prima volta con “La Venere degli stracci” vista al Castello di Rivoli e rivista al Louvre, così come con la celebre mappa del mondo (“Map”) di Mona Hatoum fatta di carbone arso vista al Beaubourg e rivista alla Fondazione Prada. E ancora con opere di Louise Bourgeois viste alla Tate Modern di Londra e riviste a Parigi. Questa volta è capitato con “Mass” il gigantesco cumulo di teschi umani che Ron Mueck ha posizionato nella Hall principale della fondazione parigina e ha riallestito al primo piano del Palazzo della Triennale. Nell’esposizione parigina i teschi (che sono enormemente più grandi di un teschio originale), complice la bella stagione, ma soprattutto l’architettura “trasparente” di Jean Nouvel, mi davano l’impressione di un gigantesco “divertissement”, scanzonato, dissacrante. La possibilità di vedere anche dall’alto l’installazione, i riflessi del sole e l’ombreggiatura del lussureggiante giardino della Fondation, facevano di “Mass” un gioco più che un “memento mori”. Non così a Milano dove, una cupa giornata d’inverno e la razionale,ma gelida architettura di Giovanni Muzio (1933), nonché l’occhieggiamento inquieto della Torre Branca dalla finestra, mi hanno fatto apparire l’opera come un cupo monito alla nostra vita terrena. È davvero incredibile come un “contesto” possa contribuire a determinare il senso di un’opera. Certo questo vale anche per il “Tondo Doni” regalo di nozze di Agnolo Doni a Maddalena Strozzi che probabilmente doveva stare a capo del letto e non su una parete degli Uffizi, ma a maggior ragione vale per le opere d’arte contemporanea. Come suggeritomi da un’amica (e dallo storico dell’arte Philippe Daverio), è meglio cimentarsi in esercizi come questo anziché infilarsi in un museo per vedere (molto superficialmente) migliaia di quadri che sono stati dipinti da migliaia di artisti in centinaia di anni a cui noi poi possiamo concedere solo uno sguardo distratto. Provate anche voi a inseguire un’opera d’arte (non importa quale e non importa dove) e l’arte vi apparirà per quello che veramente è, uno specchio profondo dove ritrovare o perdere noi stessi.
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arthist0rian · 2 years
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Venere degli Stracci Michelangelo Pistoletto, 1967 1ver
Today  some contemporary art.
Michelangelo Pistoletto is an italian artist exponent of pop art and arte povera he experimented with numerous materials, techniques with the aim of actively involving the viewer within his works.
After having experience in the field of restoration and advertisement in his early career, in the 60s he stated working new objectivity art. using unconventional material and concept such as life-size photograph of people or object on mirrors or plexiglas in stack of disks. The ambiguity of the relationship between reality and image finds in this technique a particularly provocative expressive code given by the apparent objectivity of the proposed universe, where the reproduced image is inserted in a trompe-l'oeil of the surrounding environment. In the constant interrelation of reality and appearance, engaging environment and spectator a series of installation and works that used heterogeneous material from rags to paper to electrical wires sculpture in polyurethane, plaster, cement, marble.
Venere degli Stracci
A classical Venus statue is facing a pile of clothes all different and colorful, the viewer cannot see the front of the statue.
Venus was the Greek and roman deity of love. Symbol of beauty and fertility. Pistoletto used the figure of Venus to recall the classica tradition of Italian art.  The juxtaposition with the used clothes represents an ironic representation of the iconic classical beauty. The artist confronted the classical and neat of beauty with the pile formless of dismissed clothes.  His intention was to interpret opposing concepts through combinations of objects now in disuse. So that at the beginning even the statue was a concrete statue with no value.
The statue is based of off the original Bertel Thorvaldsen "Venus with apple", now at the louvre.
We could say this work is a ready-made. In this artwork Pistoletto wanted to have a confront between opposite concept like hard/soft, shape/shapeless, monochromatic/multicolor, historic/contemporary, unic/common, cultural/pop cultural.
I love this artwork because you can see the difference between the material, the bright and shiny surface of the statue with the opache and multicolored wall of clothes that the statue is facing.
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Rogo Venere degli Stracci, appello mons. Battaglia al giudice
“La prego di non considerare questa mia lettera come un’intromissione indebita volta a influenzare il suo giudizio poiché il mio scopo, come cittadino e vescovo, è unicamente quello di sottolineare come il giovane in questione sia anzitutto una persona in difficoltà, fortemente fragile, vissuto per diverso tempo in condizioni di marginalità sociale”.     Prima delle festività pasquali…
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lamilanomagazine · 2 months
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La Venere degli stracci risorge in Piazza Municipio a Napoli
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La Venere degli stracci risorge in Piazza Municipio a Napoli. Un simbolo di resistenza, di speranza e di rinascita. È questo il potente messaggio di cui si fa portatrice la nuova Venere degli stracci, la celebre opera di Michelangelo Pistoletto, reinstallata e inaugurata in piazza Municipio a Napoli. Dopo l'incendio che aveva colpito la prima installazione, l'artista ha manifestato la volontà di ricostruire l'opera e il sindaco di sostenerne la reinstallazione. La volontà di donare l'opera da parte di Michelangelo Pistoletto - per acquisirla al patrimonio dell'ente sono in corso le attività amministrative - conferma il profondo legame con la città e ribadisce la volontà dell'artista di promuovere l'arte come strumento educativo, forza propulsiva di trasformazione sociale, soprattutto nei contesti fragili. Alla cerimonia di inaugurazione hanno preso parte il sindaco del Comune di Napoli, Gaetano Manfredi, l'artista Michelangelo Pistoletto, il consigliere del Sindaco e curatore di Napoli Contemporanea, Vincenzo Trione e il vicepresidente di Altra Napoli EF, Antonio Roberto Lucidi. A conferma del legame tra l'opera e la comunità, dopo l'incendio, l'Altra Napoli aveva lanciato una campagna di crowdfunding - Ricostruiamola! - che il Comune ha accolto con favore e che ha ricevuto il sostegno da parte di tanti cittadini. Tuttavia, dopo la decisione dell'artista, i fondi ricavati dalla campagna di crowdfunding, sono stati destinati a due associazioni con finalità sociali presenti sul territorio: l'associazione "La Scintilla", che opera per la tutela, l'accompagnamento, la socializzazione e la serena autonomia delle persone affette da disabilità intellettiva e la Cooperativa Sociale "Lazzarelle", impegnata nel recupero, attraverso il reinserimento in qualificati progetti di lavoro, delle donne afflitte dal regime di detenzione che vogliono essere protagoniste attive del loro cambiamento. La città di Napoli ha dimostrato di essere capace di risollevarsi e guardare avanti. La nuova Venere rafforza la vocazione al contemporaneo di Napoli e si pone all'interno di un programma più ampio che vuole essere un esempio di come l'arte contemporanea sia determinante nelle città, trovando forme originali di rigenerazione urbana capaci di coinvolgere l'intera comunità. L'opera sarà esposta in Piazza Municipio per tre mesi, al termine dei quali troverà la sua definitiva collocazione. Al momento sono in corso le verifiche tecniche nella Chiesa di S. Pietro ad Aram, luogo di grande valore storico alle porte di Napoli che potrebbe trovare ulteriore valorizzazione attraverso quest'apertura al contemporaneo. Il sindaco Gaetano Manfredi: Abbiamo fortemente voluto ricollocare la Venere degli stracci in piazza Municipio per ribadire il fondamentale principio dell'arte pubblica e gratuita come strumento di bellezza ed inclusione. L'opera aveva attivato un dibattito nella pubblica opinione soprattutto tra le giovani generazioni sensibili alla protezione dell'ambiente ed era giusto riprendere quel percorso. Ringrazio il maestro Pistoletto per la nobile scelta di donare la Venere alla città, l'Altra Napoli per la raccolta fondi destinata al sostegno concreto alle persone più fragili, nonché l'Arcivescovo Battaglia per la disponibilità ad ospitare in maniera definitiva l'opera al termine della collocazione in piazza. Tutte componenti essenziali per una Napoli che si apre all'esterno coniugando la forza dell'arte con il dovere dell'inclusione sociale. Il consigliere Vincenzo Trione: La Venere degli stracci risorge. All'apparenza, identica: nell'immagine, nelle misure, nel peso, nella composizione, nei materiali utilizzati. La nuova Venere, tuttavia, è sorretta dal relitto sopravvissuto all'incendio del 12 luglio, che è stato sottoposto ad attenti interventi di ripristino e di restauro. Come un'Araba fenice risorta dalle proprie ceneri. Non è più "solo" un'opera d'arte, la Venere installata a Piazza Municipio. È un simbolo. Di resistenza. Di rinascita. Di ostinata speranza. L'artista Michelangelo Pistoletto: Sono felice che la ricostruzione della Venere degli stracci in Piazza Municipio porti cura, beneficio e salvezza a tante persone che ne hanno bisogno. Che gli stracci della Venere si trasformino nel denaro necessario a realizzare le iniziative di recupero, rigenerazione e reinserimento intraprese. Il vicepresidente di Altra Napoli EF, Antonio Roberto Lucidi: La Venere degli stracci torna a Napoli. Per rilanciare un messaggio artistico che è anche di rinascita sociale. Il Maestro Pistoletto, che ha generosamente e disinteressatamente donato la sua opera alla città, ha chiesto che la raccolta fondi promossa dall'Altra Napoli fosse devoluta a progetti di interesse sociale.  Sono stati così scelti due enti, fra i tanti possibili e meritevoli, ovvero la Cooperativa "Le Lazzarelle" e l'Associazione "La Scintilla", a cui devolvere per intero quanto è stato raccolto. Sono progetti che mettono al centro della loro azione il sostegno alla disabilità e all'inclusione. Inoltre, per loro, d'intesa con il Maestro Pistoletto, si è intrapreso un percorso per il quale, ad una grande Fondazione filantropica, si è chiesto un significativo intervento finanziario a sostegno delle loro iniziative, ed attualmente, l'istruttoria è a buon punto e si è confidenti nel suo esito.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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