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Un papà ha scritto:”Mia figlia ha avuto il ciclo per la prima volta sull'autobus oggi ed un ragazzo, di un anno più grande di lei, l’ha fermata e le ha sussurrato all’orecchio:”guarda, hai una macchia sui pantaloni. Non preoccuparti. Avvolgi il mio maglione intorno alla vita e vai a casa”. Ecco, io oggi volevo ringraziare la madre di questo ragazzo, per aver cresciuto un figlio così. Lui non le ha fatto un video, non le ha fatto fotografie da diffondere, non si è beffato di lei e non le ha fatto del bullismo, l'ha aiutata…”
Quando un figlio è educato con amore, tenerezza, rispetto, solidarietà, tolleranza e spirito di altruismo, allora, il mondo è più bello. Un applauso a quei genitori che infondono valori morali, spirituali e civici ai propri figli ma un doppio applauso va a quei figli che si sforzano di metterli in pratica.
[trnsl tizianacerra.com]
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Smetti di sfinirti, di impegnarti a dover fare sempre di più e comincia ad impegnarti a fare diversamente e se di solito fai o hai sempre fatto troppo, allora fermati e ozia, perché la soluzione per te, potrebbe anche essere, dover smettere di fare.
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[foto Juan Gomez, unsplash]
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In mezzo a troppi fatti di cronaca, oggi a restituirci il respiro è il sorriso di Mattia. Ha 37 anni Mattia ed oggi in quella via di Torino, non avrebbe dovuto neanche passarci ma suo cugino chiede lui di portargli il pane e Mattia si ritrova in via Nizza, quando da un palazzo di fronte, sente qualcuno urlare. Un ragazzo infatti urla perché ha visto una piccola bimba di tre anni in pericolo sul cornicione, la bimba rischia di cadere. Mattia si precipita senza pensare a null’altro, con lo stesso istinto che forse, oggi, lo ha portato sotto quel cornicione, proprio a quell’ora. La bambina precipita. Mattia la intercetta, poi chiude gli occhi, l’afferra al volo, attutendo l’impatto e salvandola.
Un meraviglioso miracolo oggi ha fermato e illuminato di bene e speranza un’affollata via Nizza, quella di una Torino spesso rimproverata per essere sempre troppo di corsa. Quanti destini oggi si sono incrociati perché tutto questo accadesse.
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Esserci è una parola così abusata. Non basta essere presenti per esserci. Esserci non ha a che fare con la presenza, piuttosto con l’essenza.
Tiziana Cerra
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[foto H.F.E. & Co Studio, Unsplash]
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Non siamo esseri perfetti, nessuno è un essere umano che può ambire alla perfezione e più combattiamo le nostre imperfezioni, più diventiamo infelici. Di fronte a ciò che di te non ti piace, devi imparare a trasformarti in un ottimo ascoltatore, in un paziente osservatore, in un curioso viaggiatore e mai in un giudice.
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(Foto Milada Vigerova, Unsplash)
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È molto più facile cercare consensi che segnare direzioni. È molto più semplice seguire una scia, che rimanere immobili, soli, a coltivare un pensiero diverso. È molto più facile scegliere ciò che è noto, che consentire all’ignoto di portarti qualcosa di nuovo. È molto più semplice emulare qualcuno, che decidere di credere in se stessi. Eppure se vorrai essere felice, dovrai essere in grado di fare l’esatto opposto di ogni cosa. tizianacerra.com
[foto Nataliya Melnychuk, unsplash]
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Non sempre la semplice condivisione aiuta, fa stare meglio, alleggerisce dai momenti difficili, anzi. Spesso l’interlocutore fa la differenza e la nostra anima ci suggerisce quando il silenzio è più importante delle parole. Quando affronti un momento di chiusura e solitudine e qualcuno prova a farti sentire sbagliato, tu credi a te. Ognuno di noi ha caratteristiche e peculiarità. Il tuo mantra deve essere:”Io so quello che faccio” e non perché ti serva saper rispondere agli accusatori ma perché di certo può fare la differenza, mentre apprendi a rafforzarti, nel caso in cui qualcuno provi a farti sentire sbagliato.
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(Foto Jash Chhabria, unsplash)
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Bisogna avere il coraggio di non piacere per trovare il coraggio di ciò che è rivoluzionario, di ciò che ci libera e ci apre al più incredibile dei cambiamenti. Bisogna trovare il coraggio di stare nel conflitto, per dismettere l’unica separazione che ci rende veramente infelici, la separazione da noi stessi.
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[foto Steven Erixon, unsplash]
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Il senso di solitudine è eco dall’eterno tempo che bussa. Non ha a che fare con ciò che hai o con ciò che non hai intorno,con chi hai o non hai accanto.È quel fiato che si accorcia affinché sia cambiare respiro,è quel ponte tra ciò che è e ciò che è stato,che si accorda al tutto,se gli fai strada e gli presti ascolto.Divenire consapevoli aiuta ad abbracciarsi,abbracciarsi aiuta a lenire tutto il dolore, mostrandoti così ciò che di te non conoscevi.Quel vuoto interiore è lì per aiutarti a dare dignità a chi sei stato e conseguentemente a guarire e a liberare,chi puoi invece da oggi,essere.
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[foto Jordan Steranka, Unsplash]
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Si può dire cosa si vuole su Gianluca Grignani eppure ciò che riesce a trasmettere è sempre un dono. Tanta roba. Umile, si scusa, ricomincia a cantare emozionato ed emozionando,non prima di ringraziare i fonici. Torna indietro a prendere i fiori che aveva dimenticato di ritirare una volta uscito, quasi abbia tentato troppo velocemente di lasciare il palco, nel timore di aver portato via forse, troppo tempo, a causa dell’esibizione ripetuta. Come un fulmine vola poi velocemente verso il pubblico e lancia il suo bouquet. Per non parlare del messaggio “no alla guerra” sul retro della giacca bianca. Ti amiamo, grazie per essere semplice come sei, uno di noi. ❤️
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Ci sono eventi e persone da lasciare semplicemente andare, non come dimenticare ma come accettare. Anche quando con l’intensificarsi del dolore sentiamo il bisogno di stringere, di trattenere, nella convinzione che quel dolore abbia così da placarsi. Quel dolore continuerà ad urlare fino a quando non avrai capito, trattenere per te è mettere a tacere quel che ha da dirti, invece che ascoltare quel che ti sussurra e che ti è salvifico, una volta per tutte è fino in fondo.
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[foto Faris Mohammed, unsplash]
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Non è rimuovere o condannare le tue paure ma posare l’armatura. Il viaggio che hai intrapreso si perfeziona ad ogni ostacolo, ad ogni ricaduta. Il tempo che spendi per imparare a non difenderti, è lo spazio che prende forma differentemente e che accorcia la distanza tra te e ciò che da tempo desideri. Riuscire è imparare a non temere se stessi, nè il giudizio altrui, certi che non è preoccuparsi di come possono giudicarci gli altri ma esser disposti a camminare a testa alta, per mano a se stessi, ovunque siamo diretti.
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(Foto Andrew Wagner, Unsplash)
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Ciò che non c’è non è mai mancanza ma è ricerca e non ricerca di ciò che crediamo essere carente ma ricerca interiore. Nulla è mai assente a caso. Non si tratta di comprendere come raggiungere l’isola che non c’è ma come rendere libero il Peter Pan che c’è in noi. Non si tratta di studiare la via per raggiungere Itaka ma di comprendere il perché, e la profondità del viaggio. Quando il viaggio è compreso la meta non si raggiunge, semplicemente accade, semplicemente appare.
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[foto Billy Freeman, Unsplash]
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Non stai amando se è lui il tuo argomento di conversazione di sempre. Lui, la sua eccezionalità, lui e i suoi dolori. Lui e le sue ex, sempre in torto, perché l’unica ad averlo compreso sei tu. Quando riesci costantemente a giustificarlo, quando temi le sue reazioni, quando anticipi cio che gli occorre, quando tremi per il suo dissenso e per non contraddirlo finisci col non ascoltare più te stessa, modificandoti pur di non perderlo. In quel costante piegarti, non ti inchini all’amore ma ti agganci al dipendere. No non sei sbagliata, solo confusa e no, non è sbagliato lui, solo in cammino. Va tutto bene. Ora impara a leggere tutto in modo differente e a fare del tuo stringerlo, occasione per lasciarlo andare e del suo sfuggire, possibilità per il tuo crescere. Animico non è ciò che deve restare, animico è ciò che costringe a evolvere.
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[foto Leio McLaren, Unsplash]
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Siamo spaventati anche solo dallo sperimentarci, dal provare a rimescolare i dadi, dal riconoscere davvero chi siamo, dal vedere emergere da dentro noi la possibilità di essere più risolti e con meno tabù di quanto non crediamo. Siamo spaventati dall’essere ciò che siamo e dal lasciare andare in frantumi, tutto ciò che avevamo costruito, quando ancora credevamo di essere qualcun altro.
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[foto Vishal Banik, unsplash]
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Smetti di fare. Smetti di adoperarti, smetti di aggrapparti, di supplicare, di aspettare, di chiedere e lascia, lascia che semplicemente accada. Non cercare un posto, ma apriti al tuo di posto. Quello che nessuno dovrà concederti, quello che nessuno potrà toglierti perché è tuo da sempre. Libera lo spazio, lascia che tutto scorra che rimanga solo ciò che ti appartiene davvero. Quando lasci andare, quando rinunci a tutto, quando invii amore e smetti di stringere e di controllare, ecco che l’universo arriva a riempire il vuoto che generi, con l’amore e con quel te, che inchinandosi a se stesso saprà fare di ogni porta un portale e di ogni ostacolo un volo d’amore. tizianacerra.com Ph waleed alzahrani, Unsplash
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