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titosfriends4life · 3 months
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OLTRE LA PAURA: COMPRENDERE E SUPERARE LA TALASSOFOBIA
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Cos'è la Talassofobia❓
La Talassofobia è una paura specifica dell’acqua, in particolare dell’oceano e soprattutto dei fondali marini. Non si tratta di avere paura dell’acqua in ogni sua forma, ma piuttosto di avere paura di specchi d’acqua profondi come il mare, i laghi o anche le piscine.
Questa paura può manifestarsi a diversi livelli di gravità e in modi differenti. Le persone affette da talassofobia possono essere assalite da sensazioni di panico, ansia, paura e, nei casi estremi, anche attacchi di panico quando si trovano nei pressi di specchi d’acqua o quando sanno di trovarsi in contesti in cui potrebbero venire a contatto con l’acqua.
Ciò che più terrorizza i talassofobici è l’ignoto e il timore di non poter tenere la situazione sotto controllo. Ad esempio, la paura può derivare dal non sapere con certezza cosa c’è nella profondità del mare.
È importante notare che la talassofobia non è un semplice capriccio. Se una persona ha paura del mare, è un problema che potrebbe avere radici profonde e va affrontato con tatto e possibilmente con l’aiuto di un professionista.
Cause e Origini della Talassofobia
Le origini della Talassofobia possono essere diverse e variano da individuo a individuo. Alcune persone possono sviluppare questa fobia senza una causa apparente, mentre altre possono svilupparla a seguito di un evento traumatico.
Esperienze Traumatiche
Un’esperienza traumatica legata all’acqua, come un quasi annegamento o un incidente in mare, può scatenare la talassofobia. Questo tipo di esperienza può lasciare un’impronta duratura, portando l’individuo a evitare l’acqua per paura di rivivere l’evento traumatico.
Predisposizione Genetica
La predisposizione genetica può anche giocare un ruolo nella talassofobia. Alcuni individui possono essere geneticamente predisposti a sviluppare fobie specifiche, tra cui la talassofobia.
Condizionamento Sociale
Il condizionamento sociale è un altro fattore che può contribuire alla talassofobia. Ad esempio, se un individuo cresce in un ambiente in cui l’acqua è vista come pericolosa o temibile, può sviluppare una paura dell’acqua.
In conclusione, le cause della talassofobia possono essere molteplici e complesse. È importante ricordare che ogni individuo è unico e che le cause della talassofobia possono variare notevolmente da persona a persona.
Manifestazioni della Talassofobia
La Talassofobia si manifesta attraverso una serie di sintomi sia fisici che emotivi.
Sintomi Fisici
I sintomi fisici della talassofobia possono includere:
Aumento della sudorazione
Tremori
Difficoltà a respirare a causa dell’ansia
Aumento dei battiti cardiaci
Mal di stomaco
Senso di nausea
Vertigini e capogiri
Sensazione di svenire
Sintomi Emotivi
I sintomi emotivi della talassofobia possono includere:
Ansia
Disagio
Paura
Terrore
Attacchi di panico
Questi sintomi possono manifestarsi - tutti o solo alcuni - sia in presenza del mare o dell’acqua, così come anche al solo immaginare quel contesto.
In particolare, le persone affette da talassofobia vengono assalite da sensazioni di panico, ansia, paura e, nei casi estremi, anche attacchi di panico, quando sono nei pressi di specchi d’acqua oppure quando sanno di trovarsi in contesti in cui potrebbero venire a contatto con l’acqua.
Come Superare la Talassofobia
Superare la Talassofobia, come tutte le fobie, è un processo che richiede tempo, pazienza e il supporto di un professionista della salute mentale.
Terapia
La terapia è spesso il primo passo per superare la talassofobia1. La terapia cognitivo-comportamentale (CBT) è una forma di terapia che può essere particolarmente efficace nel trattamento delle fobie. Questa terapia aiuta a cambiare i pensieri negativi e le reazioni di paura associati all’acqua.
Esposizione Graduale
L’esposizione graduale è un’altra strategia comune utilizzata nel trattamento della talassofobia. Questo metodo implica l’esposizione graduale all’acqua, iniziando da situazioni meno temibili e progredendo verso situazioni più temibili.
Tecniche di Rilassamento
Le tecniche di rilassamento, come la respirazione diaframmatica, possono anche essere utili nel gestire l’ansia associata alla talassofobia. Queste tecniche possono aiutare a ridurre i sintomi fisici dell’ansia, come l’aumento della frequenza cardiaca e la sudorazione.
Supporto Professionale
È importante ricordare che non c’è nulla di sbagliato nel cercare aiuto professionale se si lotta con la talassofobia. Un professionista della salute mentale può fornire il supporto e le strategie necessarie per superare questa fobia.
La Talassofobia, come tutte le fobie, può sembrare un ostacolo insormontabile. Tuttavia, è importante ricordare che non sei solo in questa lotta. Con il tempo, la pazienza e il supporto di un professionista della salute mentale, è possibile superare questa paura. Ogni piccolo passo che fai verso la tua guarigione è un grande successo. Non lasciare che la paura dell’ignoto ti impedisca di vivere la tua vita al massimo. Ricorda, il mare può sembrare spaventoso, ma è anche pieno di meraviglie e bellezze inesplorate. Non permettere alla tua paura di privarti delle meraviglie che il mondo ha da offrire. Hai la forza di affrontare e superare la tua talassofobia. Non perdere mai la speranza, continua a lottare e vedrai che la paura dell’acqua diventerà solo un lontano ricordo.
"Non lasciare che la Talassofobia limiti la tua vita. Contatta oggi stesso un professionista e inizia il tuo viaggio verso la libertà dall’acqua. Il mare ti aspetta❗️"
Tito Bisson
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titosfriends4life · 6 months
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CHIUSURA SESSUALE: RIFLESSIONI PSICOLOGICHE SULLA PERDITÀ DELL'INTIMITÀ
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Affrontiamo il delicato tema della chiusura sessuale, un fenomeno che spesso emerge nei pazienti in seguito a una relazione conclusa o in corso. Molte persone si presentano con l'affermazione: "Mi sono chiuso/a a livello intimo, non avevo più il desiderio di condividere l'intimità con il mio/la mia partner." Questo sentimento, talvolta, genera un senso di colpa, soprattutto durante la fase di attribuzione delle colpe nella divisione della coppia.
Invece di concentrarci sul senso di colpa, dovremmo esplorare due domande cruciali. Prima di tutto, se non desideravi l'intimità, quali erano le difficoltà relazionali che ti portavano a chiuderti❓La chiusura sessuale, a meno che non sia di natura organica, è spesso legata a problemi relazionali.
L'intimità è il momento di connessione e condivisione nella coppia. Se hai raggiunto il punto di non desiderarla, potresti chiederti se, in quel momento, la coppia era davvero un "noi". Essere un "noi" è fondamentale per una relazione sana. Se questa condizione mancava, perché dovresti sentirti in colpa per non voler condividere l'intimità❓
La seconda riflessione riguarda l'esperienza dell'altro in quel momento. Molte persone attribuiscono un'eccessiva importanza al giudizio dell'altro, sia esso reale o percepito. Questo può portare a una consapevolezza costante del proprio corpo, a sentirsi giudicati anche quando l'altro non sta effettivamente giudicando.
In queste situazioni, il corpo diventa il centro dell'attenzione, non quello dell'altro. Questo sposta il focus dal piacere condiviso al timore del giudizio. Prendere coscienza di questi meccanismi consente di liberarsi dal senso di colpa, di riflettere sul vero motivo del rimpianto e di comprendere l'importanza del giudizio dell'altro nella nostra vita emotiva.
In conclusione, è cruciale evitare di rimuginare sul passato, eliminare il senso di colpa non meritato e cercare la consapevolezza nei nostri atteggiamenti. Capire cosa stiamo veramente rimpiangendo e comprendere il ruolo del giudizio dell'altro ci consente di costruire relazioni più sane e perseguire la felicità. Se desideri approfondire queste riflessioni e ottenere supporto personalizzato, contattaci oggi stesso.
"Libera la tua mente e scopri una nuova prospettiva sulla tua vita emotiva. Affrontiamo insieme i nodi psicologici che stanno limitando il tuo benessere. Contattaci ora per iniziare il tuo viaggio di crescita personale e relazionale. Non permettere al passato di condizionare il tuo presente. Clicca qui per il cambiamento."
Tito Bisson
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titosfriends4life · 6 months
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LE CAUSE DELLA MANCANZA DI FIDUCIA NELLE RELAZIONI: SCOPRI LE RADICI DELLA DIFFIDENZA
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Le sfide della diffidenza nelle relazioni umane: un'indagine psicologica.
Nella complessità delle relazioni umane, la diffidenza può aleggiare come un'ombra oscura. Che si tratti di amicizie, legami familiari o il rapporto con il partner, la diffidenza può gettare un'ombra lunga, portando a sospetti, dubbi e incertezze. Ma cosa significa esattamente diffidare❓
Iniziamo dalla base: la diffidenza è un sentimento radicato in sospetti, perplessità e paure verso una persona o una situazione. In una certa misura, la diffidenza è adattativa poiché ci tiene vigili e ci protegge dal metterci in pericolo. Tuttavia, quando questa diffidenza diventa costante e generalizzata, può diventare un ostacolo alle relazioni sane.
Per comprendere appieno la diffidenza, dobbiamo esaminare le sue radici. Spesso, la fiducia inizia a svilupparsi fin dall'infanzia, con la famiglia come contesto d'apprendimento primario. I genitori modellano le nostre convinzioni, i nostri sentimenti e la nostra fiducia. Non sorprende, quindi, che le persone diffidenti possano provenire da famiglie altrettanto diffidenti.
Mentre cresciamo, iniziamo a sperimentare il mondo al di fuori della famiglia, con le sue situazioni e le sue persone. L'abuso, il maltrattamento e la mancanza d'amore possono generare diffidenza. Ad esempio, un bambino maltrattato o uno che non ha ricevuto amore materno potrebbero avere difficoltà a fidarsi degli altri.
Ma come possiamo superare la diffidenza e riportare la fiducia nelle relazioni❓
Approfondisci le tue relazioni: cerca di avvicinarti agli altri. Non limitarti a concedere spazio ai tuoi pensieri negativi senza conoscere appieno una situazione o una persona. Ogni individuo e ogni storia sono unici. Evita di generalizzare, poiché questo non fa bene a te stesso né al tuo benessere emotivo.
Focalizzati sul positivo: se hai difficoltà a fidarti di qualcuno, cerca di elencare le azioni positive compiute da quella persona. Questi pensieri ti aiuteranno a sfatare dubbi e paure basati su esperienze passate.
Interroga te stesso: metti in discussione i tuoi pensieri e cerca di comprendere meglio il meccanismo alla base della diffidenza. Chiediti cosa ti preoccupa di più e se i tuoi timori si basano su fatti concreti o solo su percezioni distorte.
Evita l'isolamento: la diffidenza può rinforzarsi quando ti isoli. Esci, divertiti e concediti momenti di leggerezza. Talvolta, una prospettiva più positiva può allontanare i pensieri negativi.
La diffidenza può essere una sfida, ma con consapevolezza, sforzo e supporto, è possibile riportare la fiducia nelle relazioni umane.
Pronto per riaccendere la fiducia nelle tue relazioni❓Inizia oggi a superare la diffidenza e a creare legami più sani. Scopri come migliorare le tue relazioni❗️
Tito Bisson
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titosfriends4life · 7 months
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COME AFFRONTARE E SUPERARE UN TRADIMENTO NELLA RELAZIONE DI COPPIA
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Affrontare un Tradimento: Come Superarlo e Ricostruire la Fiducia nella Relazione
L'argomento che affronteremo oggi è di sicuro interesse per molti: il tradimento nelle relazioni. Chi non ha mai sperimentato la devastante emozione del tradimento da un amico, un parente o un partner❓È una situazione difficile da affrontare, ma è possibile perdonare e superare un tradimento❓
Il tradimento è un evento traumatico che può ferire profondamente, minando la fiducia e l'autostima. Il termine stesso, "tradimento," deriva dal latino "trado," che significa "consegnare." Quando una promessa di fedeltà viene infranta, si crea dolore e sofferenza.
La definizione di tradimento può variare da persona a persona. Alcuni pensano che mentire costituisca tradimento, mentre altri ritengono che sia necessario un coinvolgimento fisico con un'altra persona per considerarlo tale. Non importa la definizione precisa; ciò che conta è la perdita della fiducia reciproca.
Le ragioni alla base di un tradimento possono essere molteplici. Alcune persone tradiscono per sfuggire ai problemi di coppia, altre per noia o per cercare nuove emozioni. Scoprire un tradimento è come scoprire di aver creduto in qualcosa che esisteva solo nella nostra mente, specialmente se si è stati accanto a una persona che sembrava solida e onesta.
La scoperta di un tradimento può scatenare emozioni intense, come rabbia e odio verso chi pensavamo ci amasse e rispettasse. In questo momento, il nostro mondo emotivo crolla, e ci assale un senso di colpa che non ci appartiene.
Spesso ci interrogammo su cosa avremmo potuto fare per evitare il tradimento, ma le risposte sono sfuggenti, poiché la dinamica delle relazioni è complessa.
La domanda cruciale è: è possibile perdonare e superare un tradimento❓La risposta dipende da molteplici fattori. Alcuni credono che chi tradisce una volta lo farà sempre e quindi non possono perdonare. Altri, invece, ritengono che sia umano sbagliare e che il perdono sia possibile.
La decisione finale spetta a chi è stato tradito. Per superare un tradimento, è essenziale ascoltare il proprio cuore e la propria mente, soprattutto se la relazione coinvolge un matrimonio o un progetto di vita condiviso.
Perdonare significa cercare di riscoprire insieme cosa non ha funzionato e lasciare il passato alle spalle. La strada del perdono non è facile e richiede tempo e coraggio, ma è possibile, specialmente se entrambe le parti sono disposte a impegnarsi.
Ricorda, la decisione di continuare la relazione o chiudere dipende da te. Se scegli di provarci nuovamente, tieni a mente questi consigli: comunicate apertamente, imparate dagli errori passati, concedetevi il tempo necessario e evitate di rivangare il passato.
Chi ha tradito deve dimostrare sinceramente il proprio pentimento e impegno, mentre chi è stato tradito non deve riversare tutte le frustrazioni sulla persona amata. Se decidi di dare una seconda possibilità alla tua relazione, fallo con buone intenzioni, evitando di rinfacciare il passato. Solo così potrai andare avanti insieme verso un futuro migliore.
Scopri ora i segreti per affrontare e superare un tradimento nella tua relazione di coppia. Prendi il controllo della tua felicità e riconstruisci un amore più forte. Contattami per iniziare il tuo percorso verso il recupero e il successo nella tua relazione.
Tito Bisson
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titosfriends4life · 7 months
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LA GELOSIA E I COMPORTAMENTI PASSIVO-AGGRESSIVI: UN'ANALISI APPROFONDITA
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Hai mai sperimentato relazioni tumultuose❓Quelle situazioni in cui la gelosia e l'aggressività sembrano prevalere❓È comune provare gelosia quando temiamo di perdere qualcuno che amiamo o quando non ci fidiamo di noi stessi.
In queste situazioni, a volte emergono comportamenti passivo-aggressivi. Vogliamo esaminare più approfonditamente la gelosia e l'aggressività passiva per aiutarti a riconoscere le persone con questi tratti.
Cominciamo con la gelosia, un'emozione che spesso nasce dalla paura di perdere qualcuno che amiamo, magari a causa di un rivale. Tuttavia, in alcuni casi, la gelosia può diventare patologica, senza una ragione apparente.
Le persone gelose possono scegliere di esprimere questa emozione o manifestarla in modo passivo-aggressivo attraverso rimproveri o minacce indirette. Ad esempio, potrebbero rifiutare un invito senza spiegazioni, influenzate dai loro sentimenti di gelosia.
Ma perché alcune persone privilegiano comportamenti aggressivi-passivi❓Spesso, questo è dovuto a una mancanza di abilità nell'affrontare la gelosia e la rabbia in modo assertivo, che richiede la capacità di gestire le emozioni.
Come puoi riconoscere i comportamenti aggressivi-passivi❓Le persone con questi tratti possono sembrare gentili in apparenza, ma nascondono la gelosia e la rabbia. Possono essere critiche e mancare di rispetto verso gli altri, poiché non riescono a comprendere i sentimenti altrui.
Questi individui spesso nascondono una profonda insicurezza dietro la gelosia e cercano di colpevolizzare gli altri. Alcuni preferiscono il silenzio, utilizzando l'indifferenza per controllare emotivamente gli altri.
Per gestire le persone con comportamenti aggressivi-passivi, è essenziale instaurare una comunicazione aperta e cercare aiuto da uno psicologo se la situazione non si risolve. Se tu stesso mostri questi comportamenti, cerca supporto psicologico per affrontare la gelosia e comprendere meglio te stesso.
Affronta le dinamiche della tua relazione in modo positivo e costruttivo. Parla con uno psicologo esperto per ottenere supporto e consigli su come affrontare questa situazione in modo efficace. Non esitare a contattarmi ora per iniziare il tuo percorso di crescita personale e migliorare la tua relazione.
Se ti trovi in una relazione con comportamenti gelosi o passivo-aggressivi, è importante affrontare la situazione in modo costruttivo. Scopri come gestire la gelosia e i comportamenti aggressivi-passivi per costruire una relazione più sana e felice. Parla con uno professionista esperto per ottenere supporto e consigli su come affrontare questa situazione in modo efficace. Contattami ora per iniziare il tuo percorso di cambiamento e crescita personale.
Tito Bisson
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titosfriends4life · 7 months
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IL SIGNIFICATO E LA PSICOLOGIA DELLE LACRIME: PERCHÈ PIANGIAMO E COSA RIVELANO
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Le lacrime sono un linguaggio dell'anima, un modo per esprimere gioia, sollievo o dolore. In passato, il pianto poteva essere visto come un segno di debolezza, ma oggi sappiamo che piangere liberamente non è sinonimo di fragilità o vergogna. Piuttosto, può fornire preziose informazioni su noi stessi.
La psicologia del pianto è un campo affascinante che merita attenzione, e vediamo qui alcune delle principali teorie psicologiche che lo riguardano.
Perché Piangiamo❓
Da un punto di vista fisiologico, il pianto è una complessa risposta secreto-motoria che coinvolge il versamento di lacrime senza irritazione oculare. Il pianto è accompagnato da espressioni facciali, vocalizzazioni e talvolta singhiozzi. Questo è un modo universale e tipicamente umano per esprimere emozioni ed è presente in molte fasi della vita. Eventi importanti, positivi o negativi, spesso sono accompagnati dal pianto.
Il pianto inizia come una modalità comunicativa essenziale per i neonati, garantendo loro attenzione, cure e affetto. Nel corso della vita, il pianto acquisisce funzioni diverse e significative.
Le Conseguenze del Pianto
La ricerca scientifica ha suggerito due principali funzioni del pianto nell'età adulta:
Catarsi e Recupero Emotivo: Questa funzione riguarda il miglioramento dell'umore dopo il pianto, spesso grazie all'aiuto degli altri. La sensazione di sollievo può derivare dalla scelta di un approccio più passivo al problema.
Richiesta di Soccorso: Piangere può attirare l'attenzione altrui, portando a risposte di supporto. Questo aspetto ha una funzione interpersonale, favorendo reazioni pro-sociali.
Un modello suggerisce che ogni espressione emotiva può inizialmente avere una funzione intrapersonale, evolvendo poi in una funzione interpersonale.
È importante notare che la risposta al pianto può variare in base a fattori come la situazione, le differenze individuali e le reazioni degli osservatori. La reazione delle persone al pianto può influenzare notevolmente l'effetto che ha sul chi piange.
Il Valore del Pianto
Le lacrime hanno un chiaro valore sociale. Le persone che piangono sono percepite come empatiche e affidabili, suscitando empatia negli altri. Questo promuove comportamenti di aiuto, sottolineando l'importanza dell'adattamento evolutivo del pianto come facilitatore del comportamento di aiuto.
Tuttavia, la percezione delle lacrime può variare. Gli osservatori possono considerare chi piange come emotivamente instabile, ma allo stesso tempo più sincero e meno aggressivo. La risposta dipende dalle circostanze e dalla reazione degli osservatori.
In conclusione, le lacrime rappresentano un linguaggio universale delle emozioni umane. Esse possono offrire un senso di catarsi e richiamare il supporto altrui. Non è necessario che ci sia un motivo specifico per piangere; a volte, il pianto è una risposta naturale al peso delle emozioni quotidiane. Chiedere aiuto non è segno di debolezza ma un modo per esprimere emozioni e connettersi con gli altri in un mondo spesso complicato.
Scopri il potere delle tue lacrime e la loro importanza nella tua vita emotiva. Condividi le tue esperienze o scopri come gestirle meglio insieme a noi❗️
Tito Bisson
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titosfriends4life · 7 months
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QUANDO LA TERAPIA DI COPPIA È LA SOLUZIONE: 5 SEGNALI DA NON SOTTOVALUTARE
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Psicoterapia di Coppia: Scopri Quando È Necessaria
Nel corso di una relazione di coppia, è comune sperimentare periodi di difficoltà. Le sfide fanno parte della naturale evoluzione di un rapporto di coppia. Tuttavia, ci sono momenti in cui le difficoltà possono diventare così insormontabili che richiedono un intervento terapeutico. Come possiamo capire quando è il momento giusto per intraprendere una psicoterapia di coppia❓
Sintomi di una Relazione in Crisi
Ci sono segnali che indicano che una coppia potrebbe non funzionare come dovrebbe, e questi segnali possono preludere a una rottura se non affrontati tempestivamente. Alcuni di questi sintomi includono:
Critiche Costanti: Quando i partner iniziano a criticarsi a vicenda più spesso che a complimentarsi, è un campanello d'allarme. Le critiche possono riguardare gusti e preferenze personali, ma è essenziale accettare e valorizzare le differenze nelle coppie sane.
Disprezzo: Un comportamento sprezzante verso il partner, manifestato attraverso attacchi verbali o non verbali, è un altro segnale allarmante. Il disprezzo può derivare da emozioni negative non affrontate e può erodere la relazione.
Essere Sulla Difensiva: In una coppia che critica e disprezza, è comune che entrambi i partner si mettano sulla difensiva. Questo comporta un isolamento emotivo, con entrambi i partner concentrati solo sulle proprie prospettive e incapaci di comunicare efficacemente.
Ostruzionismo: Quando uno dei partner ignora completamente l'altro durante le discussioni, si instaura un ulteriore segnale negativo. Questo avviene dopo che le critiche e il disprezzo hanno eroso la comunicazione, portando a un blocco emotivo.
Declino nell'Attività Sessuale: I problemi di comunicazione e relazionali possono influire sulla vita sessuale della coppia, portando a un calo dell'intimità.
Quando una coppia presenta questi sintomi in modo frequente, è importante intervenire prima che la relazione si sgretoli completamente. La frequenza di tali comportamenti deve essere valutata, ma riconoscere il problema è il primo passo per risolverlo.
Benefici della Terapia di Coppia
La terapia di coppia, sia online che in persona, offre un ambiente protetto in cui i partner possono esplorare le loro emozioni più profonde. In questo contesto, possono riconoscere i bisogni insoddisfatti che potrebbero essere alla radice dei loro problemi. La terapia aiuta anche a sviluppare nuove modalità di comunicazione e cura reciproca.
Le relazioni sono dinamiche e naturalmente cambiano nel tempo. Quando i cambiamenti causano squilibri significativi, è il momento di considerare la terapia di coppia. La terapia può aiutare le coppie a superare le sfide e a rafforzare la loro connessione invece di arrendersi alla rottura.
Tito Bisson
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titosfriends4life · 8 months
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TRAUMA: LE CONSEGUENZE PSICOLOGICHE E FISICHE
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Comprendere il Trauma: Effetti e Come Superarlo
La parola "trauma" ha origine dal greco antico τραῦμα, che significa "ferita". Gli eventi traumatici ci colpiscono all'improvviso, dividendo la nostra vita in un "prima" e un "dopo". Ciò che contraddistingue un evento traumatico non è tanto l'evento stesso quanto la sofferenza che esso provoca. Non tutti gli eventi possono essere considerati traumatici.
Il trauma è legato al dolore di sentirsi improvvisamente impotenti e senza controllo, con la sensazione che la ferita non possa mai guarire. Gli eventi traumatici possono sconvolgere i nostri normali meccanismi di adattamento, rendendo la vita quotidiana più difficile e complicata.
Quando siamo vittime di un trauma, il nostro corpo e la nostra mente reagiscono attivando il sistema nervoso simpatico, causando una scarica di adrenalina e uno stato di allerta. Questa risposta fisiologica è progettata per farci concentrare sulle azioni immediate, come "Cosa faccio❓".
Le conseguenze di un evento traumatico possono essere sia fisiche che psicologiche. L'evento può alterare la nostra percezione, causando problemi di alimentazione, disturbi del sonno e difficoltà di concentrazione. Il trauma può continuare a influenzare la nostra vita a livello psicologico, anche dopo che l'evento è finito.
Il trauma può scatenare reazioni fisiologiche, tra cui un aumento dell'adrenalina e uno stato di allerta. Questo stato può portare a cambiamenti nella percezione, inclusi problemi di alimentazione, disturbi del sonno e difficoltà di concentrazione. Questi sintomi possono essere segnali che l'evento traumatico non è stato elaborato correttamente.
Alcune reazioni comuni includono l'evitamento, l'angoscia, la rabbia e la paura del cambiamento. L'evitamento è un meccanismo di difesa che permette di isolare le emozioni legate all'evento traumatico per ridurre la sofferenza. Tuttavia, questo può portare a una maggiore paura e sfiducia nel lungo periodo. L'angoscia può essere causata da uno stimolo esterno, come durante l'emergenza COVID-19. La rabbia può emergere quando si riconosce che l'evento ha cambiato la vita in modo significativo. La paura del cambiamento riguarda la sensazione di non essere in grado di affrontare un futuro diverso da quello precedente.
Superare il trauma richiede tempo e cure simili a una ferita che deve rimarginarsi. Il primo passo è riconoscere il dolore e non negarlo. La resilienza è la capacità di affrontare eventi dannosi senza esserne sopraffatti. Attraverso il supporto sociale di amici e familiari, possiamo condividere le nostre esperienze emotive e trovare un significato nel nostro percorso di guarigione. La ferita emotiva causata dal trauma può trasformarsi in una cicatrice, diventando parte della nostra storia e permettendoci di andare avanti.
Tito Bisson
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titosfriends4life · 8 months
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DISTURBI DEL COMPORTAMENTO ALIMENTARE: PERCHÈ UN'APPROCCIO INTEGRATO È LA CHIAVE PER LA GUARIGIONE❓
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I Disturbi del Comportamento Alimentare: Una Prospettiva di Cura Globale
I Disturbi del Comportamento Alimentare (DCA) stanno diventando sempre più diffusi e la loro diagnosi è oggi più frequente rispetto al passato. Tuttavia, in un'epoca in cui la televisione è ricca di programmi culinari, l'obiettivo di gran parte di questi spettacoli non è promuovere una sana alimentazione, ma spesso trasforma il cibo in un nuovo oggetto del desiderio, da inseguire o evitare.
La vergogna che alcuni pazienti provavano vent'anni fa nel parlare delle loro difficoltà sessuali non può essere neppure paragonata a quella che sperimentano le persone affette da DCA. Queste persone nascondono le abbuffate e/o sono ossessionate dal conteggio delle calorie. Il loro rapporto con il cibo è caratterizzato da sentimenti di amore e odio allo stesso tempo, utilizzandolo e cercando allo stesso tempo di resistere.
Molti di loro vorrebbero liberarsi completamente da queste pulsioni.
I DCA: L'ossessione radicata nella ferita interiore
I pazienti che vedo hanno spesso fatto numerosi tentativi di cura con vari medici, psicoterapeuti e hanno anche sperimentato cure fai-da-te. Sognano l'ipnosi o maghi con bacchette magiche che li possano liberare dall'ossessione principale: il cibo. La maggior parte di loro vorrebbe riuscire a fare a meno del cibo o a trovare un equilibrio nella loro alimentazione, anche se c'è una minoranza che desidererebbe semplicemente mangiare in modo sano.
Il trattamento dei DCA richiede un approccio olistico, coinvolgendo professionisti come il nutrizionista, lo psichiatra, il medico internista e lo psicoterapeuta. Queste figure sono essenziali e devono essere scelte con attenzione. Ma, soprattutto, la fame o la mancanza di fame rappresentano spesso una fame di amore.
La Ferita dell'Anima e la Guarigione
Per curare i DCA, è necessario riparare la ferita dell'anima. Il sintomo deve essere inserito nella storia di vita di ciascun individuo attraverso una relazione con il terapeuta che restituisca il valore e la fiducia che le figure di riferimento non sono state in grado di fornire, a causa di negligenza o incapacità.
Una proposta di Trattamento Integrato
La relazione terapeutica non può essere priva di umanità, poiché è il fattore fondamentale per favorire il cambiamento. Il mio approccio si basa su una partecipazione empatica profonda e su una relazione di cura autentica.
Porto con me la mia storia personale, le esperienze vissute, il rapporto con i miei genitori e l'amore per i miei figli, insieme alle gioie e ai dolori della vita. La nutrizione rappresenta la prima forma di cura e amore, e solo attraverso una relazione terapeutica adeguata è possibile guarire quella ferita profonda che impedisce di dare al cibo la giusta dimensione.
Tito Bisson
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titosfriends4life · 8 months
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COME SUPERARE IL SENSO DI COLPA DOPO UNA ROTTURA: CONSIGLI PER CHI LASCIA E PER CHI VIENE LASCIATO
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Il Senso di Colpa dopo la Fine di una Relazione: Come Affrontarlo
Quando una relazione giunge al termine, emergono spesso due ruoli distinti: la persona che è stata lasciata e chi ha preso la decisione di porre fine alla relazione. Indipendentemente da quale posizione si occupi in questa dinamica, entrambe le parti spesso condividono un sentimento comune: il senso di colpa.
Il senso di colpa può avere sfumature diverse a seconda del ruolo che si ricopre, ma il risultato finale è spesso lo stesso: dolore, stagnazione e una sensazione di essere bloccati, incapaci di proiettarsi verso il futuro e nuovi progetti.
I Sensi di Colpa di Chi Viene Lasciato
Per chi è stato lasciato, il senso di colpa assume una dimensione esistenziale profonda, legata alla propria esistenza stessa. Si tratta di un senso di colpa rivolto principalmente verso se stessi. La persona si sente responsabile di aver perso la fonte della felicità e delle prospettive future, avendo la sensazione di aver contribuito attivamente a questo risultato.
Chi viene lasciato può provare un senso di colpa nei confronti del proprio diritto alla felicità e verso la vita, che percepisce come compromessa.
I Sensi di Colpa di Chi Lascia
Per chi ha preso la decisione di porre fine alla relazione, il senso di colpa ha due sfaccettature. Da un lato, c'è il senso di colpa più evidente, legato al fatto di aver causato sofferenza all'altro. Ma a un livello più profondo, il senso di colpa assume un significato esistenziale. Si tratta di riconoscere la sofferenza che la rottura ha provocato nella vita dell'altro e nella propria esistenza, poiché anche chi ha preso la decisione si trova di fronte a un futuro incerto, pieno di progetti mancati.
La Soluzione: La Responsabilizzazione
La soluzione per entrambe le parti coinvolte è la responsabilizzazione.
Se hai messo fine alla relazione, è importante non fuggire dalla paura di un futuro che sembra spaventoso. Restare in una relazione spenta, che non offre prospettive di futuro felice, non è la soluzione. Al contrario, è necessario accettare la responsabilità di fare scelte e affrontare il processo di separazione con il coraggio di affrontare nuove opportunità.
Se sei stato lasciato, non è costruttivo tormentarsi con il senso di colpa, rimuginando su ciò che potresti aver fatto di male o sugli errori commessi. Ricorda che una relazione è un'opera di due persone, e non ci sono colpe univoche. Se la relazione è giunta al termine, significa che il "noi" è diventato un "io" e un "te". Concentrarsi sul senso di colpa non aiuta a riprendere in mano la propria vita.
In entrambi i casi, è essenziale smettere di rimuginare sul passato. La vita si costruisce nel futuro, e ognuno ha una sola vita a disposizione. La responsabilità di viverla al meglio è tua.
Tito Bisson
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titosfriends4life · 8 months
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SESSO CON UN ALTRO: IL CUCKHOLD E LE SUE DINAMICHE
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Cuckhold e condivisione del partner
Con il termine inglese cuckold, indichiamo quell’uomo che, in modo volontario, induce la propria partner a sperimentare esperienze sessuali con altri uomini: una pratica un po’ singolare, starete pensando.
Perché un uomo dovrebbe arrivare a fare questo❓
Cos’è il cuckoldismo: etimologia e significato
Con tale termine cuckold ci riferiamo alla tendenza di far praticare al proprio partner, chiamato sweetie, un “tradimento” con un altro uomo, chiamato bull: un tradimento concordato in precedenza.
L’uomo in questione può arrivare inoltre ad eccitarsi anche solo immaginando la propria compagna, mentre lo tradisce: secondo il dottor David Dey, psicologo e autore di Insatiable Wives, il 20% degli uomini negli Stati Uniti fantastica sulle proprie mogli mentre li tradiscono.
Ma partiamo dalle basi: da un punto di vista etimologico, cosa sappiamo di questo termine❓
Il termine cuckold può essere traducibile dall’inglese con il nome “cornuto” anche se, a tal proposito, non sembrano esserci conferme: più probabile il collegamento di tale termine con quello di “cuculo”, un uccello che fa sì che i suoi simili prestino il proprio nido ai propri piccoli.
Ma andiamo al sodo: perché viene attuata una pratica di questo tipo❓
Semplicemente perché provoca eccitazione: l’uomo che immagina, o guarda, la propria partner fare sesso con un altro, si eccita: potrebbe sembrarvi quasi “innaturale”, ma questa è un’esperienza molto diffusa, proprio perché sembra scatenare fantasie e aumentare il desiderio nella coppia.
Quanto è diffuso il cuckhold❓
Partendo da questi presupposti, non dobbiamo stupirci se sui siti porno troviamo sempre più filmati di questo tipo: la maggior parte di tali fantasie sembra essere diffusa nella popolazione maschile e, più raramente, nelle donne.
C’è da dire che, mentre prima questo fenomeno era piuttosto nascosto, oggi è aumentato con l’avvento della tecnologia: molte ricerche posizionano questa pratica come la “tematica” più ricercata nei siti pornografici.
I neuroscienziati Ogi Ogas e Sai Gaddam, nel loro libro A Billion Wicked Thoughts, affermano come il cuckold sia il secondo argomento più cercato dagli uomini etero sui motori di ricerca; tramite internet si ha la possibilità di avere contatti con chi è appassionato di queste pratiche, che sono caratteristiche del BSDM: con questo termine ci riferiamo a quella vasta gamma di pratiche erotiche che consentono, appunto, di condividere fantasie.
Pratiche queste che si basano su un disequilibrio di potere e/o sull’umiliazione tra due o più partner adulti e consenzienti.
BDSM sta infatti per:
Bondage & Disciplina (B&D)
Dominazione & Sottomissione (D/s o Ds)
Sadismo & Masochismo (S&M o SM)
Ma cosa c’è dietro queste fantasie, da un punto di vista psicologico❓
Chi le sperimenta spesso, pur eccitandosi, non ne capisce la motivazione, ne soffre e arriva a mettere in dubbio l’amore per la propria partner: per questo è importante cercare di capire cosa si può nascondere dietro questa specifica pratica.
Del fenomeno in questione sembrano esistere diverse chiavi di lettura:
secondo alcuni, siamo in presenza di una forma di masochismo psichico, poiché il partner sembra trarre piacere dall’umiliazione psicologica,
secondo altri, invece, siamo di fronte ad una forma di  appagamento: il partner si sente appagato grazie alla consapevolezza di avere una compagna desiderata da altri.
Un’altra ipotesi❓Per alcuni uomini, fare sesso con una compagna, che a sua volta fa sesso con altri, significa avere maggiori spinte pelviche durante l’amplesso, aumentando così la possibilità di provare piacere.
Attori coinvolti nel cuckhold
Nel cuckolding come accennato, possiamo distinguere tre diversi attori:
il cuckold: l’uomo “spettatore”, la parte “umiliata”, dal momento che osserva la propria compagna impegnata in un atto sessuale con un altro uomo,
la sweet: la partner impegnata nell’atto, che si ritrova ad esserne gratificata, poiché riceve le attenzioni di due uomini,
il bull: l’altro uomo che fa sesso con lei.
Il cuckold, come si può immaginare, è il soggetto che veste i panni del “soggetto passivo”, poiché subisce una forma di umiliazione, tipica delle relazioni caratterizzate da dominazione/sottomissione, a loro volta tipiche del BDSM.
C’è da dire, però, che è questo soggetto a decidere i limiti e le modalità della pratica: ecco perché siamo in presenza di un accordo condiviso che, spesso, riesce a ripristinare un desiderio perso all’interno della coppia.
Chiedere aiuto in caso di cuckhold
Inizialmente, il cuckholdismo può dare una svolta alla propria vita sessuale ma, a lungo andare, può diventare deleterio quando questa pratica diventa l’unico modo per raggiungere l’orgasmo e il piacere, quando non si riesce più ad avere una vita sessuale contraddistinta dal piacere, se non attraverso queste pratiche.
Come ritrovare la sintonia perduta❓
In questi casi, sarebbe consigliabile rivolgersi ad uno psicologo professionista o ad un sessuologo, al fine di intraprendere un rapporto terapeutico che riesca a ripristinare il desiderio, la sintonia e il piacere andati persi, lavorando su vari fronti: relazionali, sessuali. 
Tito Bisson
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titosfriends4life · 8 months
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LE 4 PARAFILIE PIÙ DIFFUSE: CAUSE SINTOMI E TRATTAMENTI
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Oggi esploreremo le parafilie, che sono disturbi sessuali veri e propri ma con criteri specifici per la loro diagnosi. Questi disturbi sono descritti nel DSM-5, il Manuale Statistico Diagnostico dei Disordini Mentali, come intensi e persistenti interessi sessuali diversi dalla stimolazione genitale o dai preliminari sessuali con partner umani fenotipicamente normali, fisicamente maturi e consenzienti.
Al centro di questi disturbi si trovano fantasie e desideri ricorrenti, diversi da quelli presenti nelle situazioni normali, rivolti a persone non consenzienti, ovvero persone che non acconsentono. La particolarità di queste fantasie risiede nell'oggetto coinvolto.
Ma chi è più suscettibile di essere colpito da queste parafilie❓ Apparentemente, interessano principalmente individui di sesso maschile, con l'eccezione del masochismo, che sembra essere più comune nelle donne che negli uomini.
Tra le parafilie più comuni ci sono il feticismo, l'esibizionismo, il sadismo e il frotteurismo.
IL FETICISMO
Il feticismo, coniato alla fine del 1800, induce un individuo a sperimentare piacere sessuale attraverso oggetti o situazioni non convenzionali, come fantasie, desideri o comportamenti legati all'uso di oggetti inanimati o a parti del corpo non genitali. Al centro del feticismo c'è il "feticcio", un oggetto o una parte specifica del corpo che provoca eccitazione.
I feticci comuni includono camici, scarpe, oggetti in pelle o lattice, calze in nylon, biancheria intima femminile e piedi. Se l'eccitazione sessuale si verifica indossando abbigliamento del sesso opposto, si tratta di travestitismo, un'altra forma di parafilia.
L'ESIBIZIONISMO
L'esibizionismo comporta l'esibizione dei genitali o degli organi sessuali a persone non consenzienti in situazioni inappropriatamente pubbliche, con l'unico scopo di eccitazione sessuale. Gli esibizionisti di solito non cercano alcun contatto fisico o sessuale con la vittima, ma oggettivizzano la vittima, che può percepire tali comportamenti come violenti.
IL SADISMO
Il sadismo coinvolge l'inflizione di sofferenze psicofisiche agli altri per provare piacere ed eccitazione. Le fantasie sadiche possono includere imprigionamento, bendaggio, fustigazione, percosse o torture, indipendentemente dal consenso della vittima.
IL FROTTEURISMO
La quarta parafilia più comune è il frotteurismo, che comporta il desiderio di toccare e sfregare contro persone non consenzienti per raggiungere l'eccitazione, spesso in situazioni affollate come file o concerti, dove è più facile nascondere tali comportamenti sotto la scusa della confusione.
Nonostante le differenze tra queste parafilie, i sintomi manifestati dai soggetti affetti sono simili, con pulsioni e fantasie erotiche persistenti che causano disagio significativo in diverse aree della loro vita. Per una diagnosi di parafilia, queste fantasie devono durare almeno 6 mesi e compromettere il funzionamento sociale e lavorativo del soggetto. Inoltre, spesso i soggetti affetti provano sentimenti di colpa e vergogna a causa della natura proibita delle loro fantasie.
Le cause di queste parafilie sono spesso legate all'infanzia o all'adolescenza, con fattori di rischio che includono conflitti genitoriali, deprivazioni affettive e traumi infantili.
Per gestire queste parafilie, è consigliabile cercare l'aiuto di uno psicologo o psicoterapeuta, specialmente se le fantasie sono persistenti e causano notevoli disagi. La psicoterapia breve è uno dei trattamenti più appropriati, poiché può aiutare a identificare e modificare le credenze e i pensieri del paziente.
Tito Bisson
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titosfriends4life · 8 months
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RIDUCI LO STRESS CON QUESTO ESERCIZIO DI RILASSAMENTO
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Rilassamento contro lo Stress: Tecniche Efficaci da Provare
Il rilassamento è una condizione di calma e tranquillità sia mentale che fisica. Al contrario, lo stress scatena una serie di reazioni fisiologiche di difesa nel nostro corpo, preparandoci all'azione in situazioni di potenziale pericolo. Questa risposta fisiologica porta a un aumento della tensione, spesso manifestata attraverso sintomi come tensione muscolare, mal di testa, sensazione di nodo alla gola, sudorazione e irrequietezza.
Le tecniche di rilassamento sono strumenti preziosi per contrastare la risposta di stress. Ridurre questa tensione è fondamentale per prevenire problemi fisici e psicologici causati dallo stress cronico.
Ma è possibile imparare il rilassamento❓Assolutamente sì. La ricerca scientifica ha dimostrato che con la pratica diligente, le persone possono imparare a rilassarsi efficacemente. Esistono diverse tecniche di rilassamento, tra cui il training autogeno, il rilassamento muscolare progressivo e la mindfulness.
Personalmente, utilizzo spesso nella mia pratica il rilassamento muscolare progressivo (RMP). Questa tecnica si è dimostrata utile nella gestione dello stress e nella riduzione di disturbi legati alla tensione cronica.
L'RMP consiste in un allenamento per percepire la tensione nei vari gruppi muscolari e rilasciarla successivamente. Attraverso la pratica regolare, la risposta di rilassamento diventa una reazione abituale alle situazioni stressanti quotidiane.
Questa tecnica può essere efficace nel trattamento di sintomi psicosomatici, ansia, fobie, disturbi dell'umore, gestione dello stress e insonnia.
Un Esercizio di Rilassamento: La Respirazione Diaframmatica
Ora possiamo fare insieme un esercizio di rilassamento: la respirazione diaframmatica. Una corretta respirazione è fondamentale per il rilassamento.
Ecco come farla:
Trova una posizione comoda, sdraiata o semi-sdraiata.
Assicurati di essere in un ambiente tranquillo e silenzioso, al buio se possibile.
Metti una mano sul petto e l'altra sullo stomaco, quindi chiudi gli occhi.
Dedica alcuni secondi ad osservare passivamente il tuo respiro.
Inspirando lentamente, cerca di "gonfiare" la pancia, facendo muovere solo la mano posata sullo stomaco. La mano sul petto dovrebbe rimanere quasi immobile.
Trattieni l'aria per circa due secondi.
Espira lentamente con la bocca, facendo fuoriuscire tutta l'aria e lasciando "sgonfiare" gradualmente la pancia.
Ripeti questo esercizio per alcuni minuti, concentrandoti sulle sensazioni del tuo corpo.
Alla fine dell'esercizio, alzati lentamente e fai qualche movimento leggero per risvegliarti dolcemente.
Buon relax!
Tito Bisson
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titosfriends4life · 8 months
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LIBERATI DALLE TUE FOBIE: LE TECNICHE PIÙ EFFICACI
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Come Superare le Fobie: Tecniche Efficaci per Ritrovare la Serenità
Hai mai pensato a cosa ti spaventa veramente❓Se rifletti per un momento, potresti scoprire che le tue paure variano, da timori a fobie vere e proprie. Alcuni possono preoccuparsi di non piacere agli altri, mentre altri affrontano paure come l'angoscia dell'altitudine, il terrore di rimanere intrappolati in una stanza o la paura dei ragni. Alcuni possono persino temere eventi reali, come un incendio o un'aggressione in situazioni buie.
Le fobie sono spesso confuse con la paura, ma c'è una differenza significativa tra le due. La paura è una risposta emotiva primaria che ci aiuta a riconoscere il pericolo reale o la minaccia, ed è adattiva poiché ci consente di affrontare o evitare la situazione per migliorare le nostre possibilità di sopravvivenza. La fobia, d'altra parte, è una reazione ansiosa generata da una situazione specifica e comporta una paura irrazionale di un pericolo ipotetico. Oltre alla paura, comporta un significativo disagio ansioso che si manifesta in situazioni specifiche o lontane dalla situazione temuta.
Ecco alcune delle principali fobie:
Agorafobia: La paura degli spazi aperti, in cui la persona ha timore di trovarsi in luoghi da cui è difficile fuggire o ricevere soccorso, come le code in un supermercato o essere in mezzo a una folla.
Aracnofobia: La paura dei ragni, che può causare attacchi di panico quando si incontrano questi insetti.
Claustrofobia: La paura degli spazi chiusi, con la sensazione di soffocamento quando si è in luoghi ristretti come ascensori o aerei.
Coulrofobia: La paura dei pagliacci, dovuta al loro aspetto mascherato e caricaturale, spesso associata alla paura delle bambole e delle marionette.
Emofobia: La paura del sangue, che può causare repulsione alla vista del sangue proprio o altrui, così come a siringhe ed ospedali.
Come affrontare le fobie❓L'insorgenza delle fobie può variare da lieve a grave e può influire sul funzionamento personale, sociale e lavorativo. Indipendentemente dalla gravità, le tecniche cognitivo-comportamentali, come la desensibilizzazione sistematica, possono aiutare a gestire le fobie.
La desensibilizzazione sistematica coinvolge la graduale esposizione al soggetto fobico per abituarsi e ridurre l'ansia associata. Questo è particolarmente utile nei casi gravi o in presenza di tratti psicologici complicati.
Per casi meno gravi, puoi seguire queste linee guida:
Identifica il tuo stimolo fobico e comprendi cosa scatena la tua ansia.
Esamina le emozioni e le reazioni associate all'oggetto temuto, sia in presenza che in pensiero.
Acquisisci consapevolezza delle tue fobie, scoprendo cosa specificamente temi.
Consultare un esperto è sempre un'opzione consigliata per affrontare le fobie in modo efficace. Un professionista sarà in grado di guidarti attraverso il processo di gestione delle tue paure e fobie, aiutandoti a recuperare la tua serenità.
Tito Bisson
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titosfriends4life · 8 months
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RELAZIONI SIMBIOTICHE: COME SI MANIFESTANO
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Relazioni simbiotiche e funzionamento
Ti è mai capitato di guardarti intorno e avere l’impressione che alcune relazioni fossero troppo perfette per essere reali❓O in altri casi, ti è capitato di osservare una relazione e avere l’impressione che fosse malsana❓
Quello che alcune relazioni trasmettono è proprio questo: una vera e propria simbiosi; per alcuni è il sogno di una vita, per altri il loro peggior incubo.
Tutti noi abbiamo un prototipo di relazione: chi se lo immagina come nei film e chi, invece, ha una visione più realistica del tutto. Le  relazioni simbiotiche, in un modo o nell’altro, fanno parte del nostro immaginario comune: utilizziamo questo concetto quando vogliamo indicare un tipo di relazione ben precisa.
Relazione simbiotica: a cosa facciamo riferimento❓
Partiamo dal presupposto che il termine simbiosi fa riferimento ad una forma precisa di pensiero che determina un tipo di comportamento di stretta dipendenza all’altro: infatti, nella relazione simbiotica, il vero e proprio punto centrale è la dipendenza affettiva ed il mancato confine tra i due partner.
Per via di questa dipendenza, i due soggetti si fondono senza possibilità di individualità; questa dipendenza diventa ancor più evidente nel timore della separazione: i partner temono che ciò possa avvenire e vivono continuamente con questa paura.
Sembra un po’ quello che avviene nel rapporto tra bambino-genitore, non è vero❓
In effetti, la relazione simbiotica è una tappa fondamentale nello sviluppo del soggetto ed infatti, quando avviene nelle prime fasi del rapporto genitoriale, è praticamente normale: il bambino, almeno nei primi anni di vita, è dipendente dal proprio genitore, poiché da lui dipende il suo nutrimento e la sua possibilità di vivere.
Questa dipendenza diventa meno presente quando il bambino cresce: col tempo, impara a “vivere” anche a distanza dai propri genitori, anche se ciò può creare non pochi problemi. Il vero e proprio momento in cui avviene la rottura di questo rapporto di vera e propria dipendenza simbolica è quello dell’adolescenza: in questa fase, il soggetto ricerca il suo vero essere e la sua autonomia.
Perché si cercano relazioni simbiotiche❓
Se nell’infanzia il rapporto simbiotico è “normale”, sicuramente non lo è quando ciò avviene nella vita adulta. Si dovrebbe essere in grado di capire che un rapporto sano è dettato da individualità e da unione: la combinazione di questi due fattori è necessaria.
Spesso, però, il soggetto può ritrovarsi a cercare e creare nuovamente relazioni simbiotiche anche da adulto a causa del rapporto che il soggetto ha avuto con i propri genitori: la maggior parte di noi, cerca ciò di cui ha già fatto esperienza e che, in un certo senso, lo ha fatto stare bene. Inoltre, avendo fatto esperienza di quel tipo di relazione, nella sua mente è visto come l’unica possibile.
Per questo, un soggetto che ha vissuto con i propri genitori un  rapporto simbiotico, tenderà a cercarlo anche in seguito: ciò avviene, nella maggior parte dei casi, in modo automatico e inconsapevole. Questo avviene, ad esempio, quando il rapporto con il genitore è dettato da iperprotettività: in questo caso, il genitore cercando di  proteggere il proprio figlio dalle difficoltà, non fa altro che aumentare la sua insicurezza.
La protezione diventa, agli occhi del bambino, un messaggio ben preciso: “non posso farcela senza mia madre/mio padre”, quindi il figlio si sentirà sempre dipendente dal proprio genitore.
Un altro tipo di rapporto simbiotico è quello in cui il genitore è dominante rispetto al figlio: quello in cui sopprime la sua individualità. Questo è molto pericoloso perché il bambino si sente  dipendente dal genitore che non dovrà mai deludere.
Come si manifesta la relazione simbiotica❓
Ciò che ci permette di capire se siamo di fronte ad una relazione simbiotica è sicuramente l’intensa interdipendenza dei partner: la coppia appare come perfetta e i partner sono complici in tutto: stessi hobby, stessi progetti, scambio continuo di effusioni.
Insomma, i due partner sembrano incastrarsi magicamente uno all’altro. Nessun litigio, nonostante la vita di uno sembri essere quella dell’altro: tutto è vissuto insieme in una completa fusione, tipo quello che avviene nelle coppie dei film.
In realtà, ciò che si nasconde dietro questa coppia è ben altro: la fusione c’è ed è reale, ma è davvero malsana e non esistono confini o individualità dei soggetti.
Un rapporto malsano, in cui l’Io scompare, per lasciar il posto al “Noi”, che finisce per diventare più importante di tutto il resto.
Cosa succede, però, se uno dei partner sente il bisogno di autonomia e indipendenza❓Capita, spesso, che uno dei partner colpevolizzi l’altro facendolo sentire in colpa per la bizzarra idea di voler avere spazio e autonomia.
Consigli per chi vive relazioni simbiotiche
Come più volte ribadito, questo tipo di rapporto è disfunzionale perché non c’è una vera e propria maturazione del rapporto che quindi non ha modo di evolvere e di cambiare, col passare del tempo.
Consapevolezza
Prima cosa da fare è assumere consapevolezza rispetto alle proprie  fragilità e quelle del proprio rapporto.
Questo può emergere quando, appunto, il proprio partner chiede  autonomia e indipendenzao quando manifesta il bisogno dei propri spazi, oppure quando siamo noi a desiderare di voler avere più tempo e spazio per le nostre cose.
In questo momento è cruciale capire il rapporto che stiamo vivendo: cosa ci sta dando❓Ma soprattutto, cosa ci sta togliendo❓
Queste sono domande a cui, anche se con sofferenza, dobbiamo dare risposta, perché solo così possiamo capire ciò che davvero sta succedendo nel nostro rapporto: solo così possiamo parlarne con il nostro partner e, quindi, collaborare per una “soluzione”.
“Quando in una coppia, i due partner sono sempre d’accordo su tutto, uno dei due sta pensando per entrambi.” (Freud)
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titosfriends4life · 8 months
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COMUNICAZIONE DI COPPIA: STRUMENTI PER MIGLIORARE IL BENESSERE RELAZIONALE
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Comunicazione di coppia e crisi
Nella società odierna, le relazioni, se da una parte sono caratterizzate dal bisogno e dal sostegno dell’altro, è anche vero che si caratterizzano per una sempre più grande paura, fobia del mostrarsi, di perdere libertà e indipendenza. Questo, a sua volta, rende difficile l’instaurarsi di rapporti di coppia stabili e continui nel tempo.
In questo panorama, la “crisi” della coppia non viene più vista come una occasione di crescita e cambiamento, ma come motivo di rottura: c’è, quindi, bisogno di dare un nuovo significato a tale concetto e farlo rientrare in un meccanismo sano e fisiologico che, se accettato, porta ad un rafforzamento della coppia e alla sua rinascita.
In questo passaggio dalla crisi alla costituzione della nuova coppia, giocano un ruolo fondamentale nella rottura o meno della relazione, le aspettative, ossia quei pensieri rigidi secondo cui nella coppia non vi saranno mai momenti di crisi e che tutto andrà sempre bene: questo comporterà un senso di colpa e frustrazione in uno dei due partner, per non essere riuscito a salvare la storia d’amore.
L’importanza della comunicazione di coppia per il benessere del rapporto
Una volta che la relazione ha preso corpo, la sua qualità e continuità nel tempo, dipenderà dal tipo di comunicazione di coppia che verrà utilizzato.
Ognuno di noi ha un proprio stile comunicativo che è stato interiorizzato a partire dalle prime interazioni con le figure di riferimento, quelle genitoriali, per tutto il periodo dello sviluppo.
In una relazione, è necessario considerare alcuni aspetti della comunicazione che vanno ad influenzare la qualità della relazione stessa.
Comunicazione non verbale: è la più sviluppata perché più arcaica ed è quella che arriva immediatamente all’interlocutore. Il tono di voce, la mimica facciale, la postura etc., sono tutti elementi che contribuiscono a definire il tipo di messaggio che arriva all’interlocutore e anche la sua reazione. Ad esempio, se in una conversazione o in un litigio, il mittente incrocia le braccia, le gambe e assume una mimica del viso rigida, è possibile che all’interlocutore arrivi un messaggio “di chiusura” (“non mi interessa cosa stai dicendo, mi sto annoiando, sono irritato”)
Comunicazione rappresentativa (o messaggio IO): il mittente esprime in prima persona il proprio vissuto, le proprie emozioni senza emettere alcun giudizio nei confronti dell’altro. Questo tipo di messaggio si differenza dal messaggio TU, che, esprimendo un giudizio sull’altro, ha come risultato quello di bloccare la comunicazione in quanto viene percepito come un attacco e quindi ci si mette in posizione difensiva. Ad esempio, poniamo una situazione in cui uno dei due partner, durante gli eventi in pubblico, tende a considerare poco l’altro partner il quale si sente trascurato. In questo caso, questo ultimo, potrebbe dire:
“mi sento trascurata quando fai così” (messaggio io)
“tu mi trascuri” (messaggio tu)
In questo senso, è importante introdurre il concetto di indice referenziale che permette di delineare “quando” io mi sento in un determinato modo: serve, cioè, a contestualizzare il mio stato d’animo, a facilitare la comprensione del messaggio affinché non si inneschi il conflitto all’interno della coppia. Criticare, valutare, ridicolizzare, accusare, generalizzare, cambiare argomento, minimizzare, sdrammatizzare, dare consigli, discutere, analizzare etc. son tutti errori comunicativi che vanno a bloccare o attaccare il vissuto dell’altro.
     3. Ascolto attivo: è un concetto molto importante per una comunicazione di coppia efficace e può essere attuato attraverso due strumenti senza i quali vengono messi in atto comportamenti che bloccano la comunicazione:
a) Riformulazione: ha lo scopo di comprendere se il messaggio dell’altro è stato ricevuto correttamente (“se non sbaglio”, “mi pare di capire”). Esistono diversi modi per riformulare un messaggio:
Parafrasi: l’interlocutore dice, in altro modo, ciò che ha appena ascoltato. Lo scopo è quello di spingere l’altro ad approfondire il discorso
Riepilogo: viene fatto un riassunto di un messaggio che è stato prolisso. Anche in questo caso lo scopo è quello di permettere all’altro di continuare il suo discorso
Correttiva: aiuta l’interlocutore attraverso l’espressione di stati emotivi e ha lo scopo di completare la comunicazione
Critica: serve a far emergere un aspetto latente del messaggio o poco accennato (“da quanto hai detto si deduce che”)
Delucidazione: viene utilizzata quando la comunicazione è confusa e ha lo scopo di riordinarla per favorire la consapevolezza dell’emittente che sarà in grado di continuare il suo discorso
Figura sfondo: mette in luce un aspetto o degli aspetti della comunicazione che sono stati posti come secondari ed ha lo scopo di ribaltare la percezione dell’emittente
Sottolineatura: vengono enfatizzati alcune parole o concetti importanti e quindi viene introdotto, all’interno della comunicazione, l’aspetto emotivo
b) Verbalizzazioni degli stati emotivi: all’interno della comunicazione di coppia, hanno lo scopo di mettere in luce l’aspetto emotivo del discorso dell’altro, facilitando la sua espressione e favorendo quindi la continuazione della comunicazione (“dalle parole che hai detto ho sentito tanta paura”). In questo modo, il mittente tenderà a concentrarsi sulla sua paura e si sentirà accolto e capito rispetto a ciò che ha detto.
Come si può osservare, una buona comunicazione si basa su strategie che possono essere apprese e che devono considerarsi  ottime alternative a tutte quelle strategie disfunzionali che vanno a mirare la qualità e la continuità della relazione.
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