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#spazio ufficio
ilove-heichou · 10 months
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Craft Room in Milan Example of a mid-sized trendy freestanding desk medium tone wood floor and beige floor craft room design with white walls
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luluemarlene · 2 months
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C'è una persona, dove lavoro io, di una decina d'anni meno di me, con la quale sono entrata in confidenza
Scoperto di essere molto simili in tema di fantasie sessuali , abbiamo iniziato a raccontarci un po' di esperienze. Quello che lo distingue totalmente da me è che lui, le sue avventure, le vive con la bella e giovane moglie o comunque sempre con il suo consenso.
Sono naturisti, scambisti, e mi ha raccontato di giochetti che, devo ammettere mi hanno eccitato sempre molto
Una volta mi disse che avevano partecipato ad un festino dove la bella S. era stata messa in una gogna ed era rimasta a disposizione di uomini e donne per ore. Insomma hanno trovato il modo di dare spazio alle loro perversioni all'interno della coppia, ed io non posso far altro che invidiarli, ovviamente.
Lui aveva 23 anni quando mi confessò che gli facevo molto sangue e da allora non ha mai smesso di scoparmi con gli occhi. Era già fidanzato, ma dopo il matrimonio ha iniziato a provare a tirarmi dentro ai loro giochi con la complicità della neo mogliettina , ma nn mi sono mai sentita di mischiare il lavoro con il piacere, nonostante abbia sempre trovato piuttosto eccitante il suo sorriso con le fossette ai lati.
Insomma, per farla breve (sono quasi le due di notte e io crepo dal sonno) , ieri gli parlo delle fotografie viste su un social a contenuti espliciti che frequento, di gabbiette in plastica lucida o in freddo metallo e dei cazzi rinchiusi e frustrati su cui erano montate.
Conosce il mio passato, sa che ne possedevo una e sa che sto aspettando la consegna della prossima , così ho trovato piuttosto naturale raccontargli di quanto il mio cervello si senta "rapito" da quel tipo di strumento, gli ribadisco la sensazione di onnipotenza, di possesso ma anche di protezione . La verità è che al pensiero mi schizza l'ormone dritto in fica, dopo avermi masturbato il cervello.
Lo stesso effetto che mi fa pensare alla cintura di castità, quando mi impedisce di scopare, ma non di gocciolare come una stalagtite di ghiaccio al sole o... una lurida troia .
So che ha uno strumento simile alla gabbietta che si è autocostruito, con tutta una serie di punte che, ogni volta che sta per diventargli duro, si conficcano nella cappella.
Una gabbietta di metallo alquanto singolare.
Mi racconta che spera sempre che sua moglie lo obblighi a venirci a lavorare con quel coso. Lei, però, è sí una gran porca, ma nn ha smanie di controllo, e poi è nuovamente incinta e ha momentaneamente perso interesse per questi giochi.
Naturalmente non posso esimermi dal fare la stronza e gli dico cosa gli farei fare io con lo strumento costrittivo.
Credo che iniziata la descrizione della mia lingua tra una fessura e l'altra gli fosse già diventato duro, così passo a descrivere bene quanto il succhiare la punta sbavando saliva dentro e fuori lo strumento potesse essere davvero eccitante per entrambi... Ecco che mi manda affanculo e esce dall'ufficio ridendo.
Tutto normale insomma.
Questa mattina, però, entra in ufficio e mi mette sulla scrivania un paio di chiavi.
Il mio sguardo interrogativo dura davvero pochissimo e in un nano secondo so già a cosa servono
"L'hai indossata? "
Dice di no ma mi spiega che ne ha portate 3:
la prima, quella con le punte, già la conosco, la seconda è una vera e propria gabbia di metallo con chiusura personalizzata da lui, la terza è un cazzo di strumento ad impulsi elettrici, quella per i cani, che ha modificato e applicato ad una gabbietta per poterla indossare
Tralasciamo il fatto che avessi già le mutandine zuppe, ma quando mi ha chiesto di scegliere quale dovesse mettere, ho davvero pensato di correre nel cesso a masturbarmi
(in realtà l'ho fatto ma non gliel'ho detto)
Mi ha detto che l'altro mazzo di chiavi ce l'ha sua moglie e che per lei andava bene ne tenessi uno io.
Ho scelto quella con le punte, perché volevo soffrisse un po'
e perché mi ha confessato di non sentirsi sicuro a darmi in mano il telecomando di quello che procura scosse elettriche. Dice che sono PERICOLOSA e che sul lavoro sarebbe difficile nascondere la situazione
Quanta saggezza!
Io lo vedevo già in ginocchio a contorcersi in mezzo al piazzale dell'azienda.
Gli ho promesso che, se si comporterà bene, lo porterò a pranzo fuori e quando "ballerrà" sulla sedia col cazzo torturato a dovere, diremo che soffre di
epilessia 😁
Ovviamente ho cercato, con le giuste parole, di farglielo venire duro ogni volta che potevo e le sue smorfie di dolore mi dicevano quando ci riuscivo. Poi gli ho detto che, tutto divertente, tutto figo, ma comunque, non avremmo scopato .
Mi ha guardato con quel sorriso che da sempre mi spiazza e uscendo ha detto
"Inizia a giocare, poi vediamo"
Durante il pomeriggio sono salita in magazzino per controllare del vestiario e non riuscivo a smettere di pensare a quella gabbietta
I pensieri si accavallavano ai ricordi di quello che era stato , e potevo sentire l'odore del cazzo recluso, sentivo il gusto della plastica mischiata all'urina
Ho pensato che dovevo masturbarmi e voltamdomi per andare via me lo sono trovato di fronte
-"Vuoi vederlo" ?
Si cazzo, volevo!
Volevo vederlo, toccarlo assaporarlo
Vedevo la sua smorfia si dolore mentre aspettavo si slacciasse i pantaloni, guardavo le sue mani tremare ed ero compiaciuta.
Poi eccolo lì, nella gabbia lucente, chiuso da un lucchetto appeso al suo piercing
Ops!! avevo dimenticato di dirvi che ha una cannula che gli entra nell'uretra fermato da un piercing ? Cristo. Avrei potuto sborrare immediatamente .
Lo guardavo come guardo la cioccolata dopo un mese di dieta e credo di aver sentito un rivolo di saliva colarmi dal mento
"Vuoi toccarlo"?
Lo stronzo aveva pieno potere: era lui quello ingabbiato, ma ero io quella sopraffatta, soggiogata
Appena l'ho toccato ho sentito il mio clitoride allungarsi verso quell'oggetto diabolico
La capella era gonfia e bollente, usciva dal cilindro e nascondeva le punte del metallo conficcato alla base di essa
Un cazzo moscio che stava per esplodere!!!
"Vuoi leccarlo"?
L'ha detto tra i denti, mentre cercava di non abbandonarsi al dolore, consapevole fosse proprio quello ad eccitarlo tanto da farlo grugnire come un maiale
L'ho leccato. Ho preso prima in bocca l'anello e poi sono scesa lunga la cannula, fino ad incontrare la carne
Respirava sempre più forte e guardandolo mi sembrava che ormai non fosse più lì. Ero sola con le mie voglie, le mie fantasie, le mie pulsioni.
Ho sentito le chiavi nella tasca, ma questa volta non avrei ceduto all'impulso di liberazione così ho iniziato a succhiare cazzo e metallo, sentendo gusto di ferro, di sale, di sesso
Ho infilato tutto in bocca, ho sentito il piercing conficcarsi nel retro della gola
Lui aveva la testa rovesciata all'indietro e vacillava sulle gambe. Lì ho iniziato a pisciare, a colarmi addosso urina senza nemmeno accorgermene.
Ho battezzato il momento col liquido paglierino e masturbandomi ho fregato il mio sesso tanto forte da rischiare di incendiarlo.
Mi ha distratto il gusto del sangue, il suo.
Da sotto la capella le punte erano così penetrate e la cappella così gonfia che da alcuni punti uscivano minuscole goccioline rosse
Credo sia stato quello a farmi venire, insieme all'idea che avrei confessato tutto all'uomo che stavo aspettando e che poi mi avrebbe punita.
Gli ho lavato le scarpe e ho goduto come una cagna, leccandomi le dita, e leccando lui.
Si è appoggiato ad una stagiera per non cadere e ammetto, per un momento, di essermi maledetta per non avergli permesso di sborrarmi giù per la gola.
Mi ha guardato con gli occhi fuori dalle orbite e ha detto :
"Ringrazio il cielo di non averti dato in mano quello ad impulsi elettrici... rischiavo la vita, cazzo"
Buonanotte.
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unfilodaria · 1 month
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Non amo il mio posto di lavoro. Non credo di averlo mai amato. Eppure ci sono indissolubilmente legato. Ho 58 anni quasi 59, e frequento il mio ufficio da quanto ne avevo 3 di anni. Mio padre lavorava lì ed è morto lì. E per un macabro scherzo del destino vi ci sono stato catapultato dentro all’età di 19 anni, perché una legge regionale consentiva ad un figlio di subentrare al proprio genitore, dipendente morto sul luogo di lavoro. Ci lavoro ormai da 38 anni e a volte mi domando perché. Odio il luogo di lavoro, odio a volte anche le persone che ci lavorano. Rubano ed occupano le mie giornate, la mia vita. Eppure, da folle, gli dedico tutto il mio tempo nel nome del “senso del dovere”, un’altra macabra eredità da parte di mio padre, oltre al lavoro. Nessuno può capire quello che provo, a volte neanche io lo capisco. É come il senso di attaccamento alla maglia. Quelle quattro mura le sento mie più di qualunque altro. Ed odio chi ha reso quel luogo di lavoro, uno spazio chiuso e claustrofobico, peggio di un acquario. Odio e amo, ma più odio. Eppure difficilmente tradisco. E più passano gli anni e più l’attaccamento alla maglia ed il senso del dovere, mi attanagliano, mi soffocano. Odio e amo. E non vedo più speranza di salvarmi. Odio e amo.
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ross-nekochan · 21 days
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Il mio leader: Rossella-san venerdì puoi venire in ufficio per favore? (Doveva essere il mio venerdì in smart)
Io dentro di me: (spazio bianco libero alla vostra immaginazione)
Io nella realtà: okok nessun problema (😭😭😭) 👍👍👍
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diceriadelluntore · 2 months
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Un bicchiere di vino con un panino....
In una mia riposta ad un post molto bello di @cinismoerancore avevo scritto che se mi fosse piaciuto il finale del libro che stavo leggendo ne avrei scritto, perché si legava ad un tema che il post tendeva a sottolineare (anche @biggestluca mi ha chiesto che libro fosse).
Voglio subito dire due cose: Felicità© di Will Ferguson, scritto per la prima volta nel 2001, uscito per Feltrinelli qualche anno dopo e riproposto, con nuova traduzione di Andrea Bezzi, che curò anche la prima stampa, da Accento, è un libro da leggere. Per due terzi meraviglioso, sul finale si poteva fare di più. Vi dico subito l'altra cosa che non mi è piaciuta, la copertina:
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Quella di Accento non ha nessun riferimento al libro, mentre invece la prima di Feltrinelli si
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(per chi è curioso lo spiego in privato).
Restano da dirvi due cose: il libro è la storia di Edwin De Valu, junior editor alla Panderic Inc., casa editrice di New York il cui più grande successo sono i Manuali di Mr Etica, bizzarro personaggio che voleva insegnare fondamenti filosofici per vivere meglio, ma va in carcere per aver ucciso e sotterrato in giardino gli ispettori del Fisco che erano andati a fargli visita. Edwin è specializzato in manuali di autoaiuto, alla Panderic quando arrivano manoscritti del genere vengono messi ad attendere in uno spazio, la montagna di fuffa, sopra la quale campeggia la lavagna con la collezione delle più improbabili espressioni trovate alla prima, unica e superficiale lettura. I libri si accumulano, ma un giorno arriva a Edwin un manoscritto di oltre mille pagine, con appunti a penna e stantii adesivi di margherite. Ha un titolo, Quello che ho imparato sulla montagna, e un autore, Tupak Soiree, che ad Edwin puzzano di broglio da chilometri. Il libro fa la fine di tutti gli altri. Solo che stavolta il suo capo, il Signor Mead, nell'attesa di pubblicare il manuale definitivo sul perdere peso mangiando porco fritto, vuole un titolo che rimpiazzi quelli di Mr Etica. Edwin spavaldamente dice di averne uno straordinario, solo che ritornando nel suo cubicolo ufficio non trova più il libro con le margheritine. Inizia qui il primo viaggio: alla ricerca fisica del manoscritto. Che nel modo più assurdo possibile verrà pubblicato. E nel modo più assurdo funzionerà, regalando ai suoi milioni di lettori la felicità. Ma qui viene il bello (che ovviamente non vi svelo): che conseguenze ha sul mondo il fatto che la gente, di punto in bianco, si senta felice?
In uno stile ironico, lineare e a certi tratti sottilmente drammatico (poichè dietro certi passaggi da ridere ci sono riflessioni profondissime), Ferguson lega il mondo della comunicazione con quello della costruzione sociale di ciò che siamo: lo scrisse nel 2000, quindi lontano da quello che siamo adesso dove l'aspetto è totalmente più pervasivo, ma ci sono già dei pilastri del sistema ben chiari. Non è solo ironia sul ruolo dell'autoaiuto, che oggi si è spostato dai manuali al webinar o alle pagine dei social network, non è solo la capacità di dare l'impressione che siamo in grado di prevedere gli eventi (frase cult: "il marketing? come capacità predittive delle tendenze siamo una tacca sotto al controllo delle viscere degli animali), ma anche l'accento, tra il serio e il faceto, su tutte le attività che sappiamo chiaramente distruttive (spesso per noi, spesso anche per gli altri) ma che sono fondamentali per la vita economica, sociale e persino culturale del mondo, tanto che il povero Edwin si troverà a fronteggiare una parte di questa porzione di mondo rimasta tagliata fuori dall'esplosione della felicità, venendo a mancare questo assunto:"tutta la nostra esistenza si fonda sul dubbio e l'insoddisfazione. Pensa che cosa succederebbe se tutti fossero veramente, autenticamente, felici" (pag. 230).
Si può fare critica sociale ridendoci su? La domanda sembra quasi inopportuna: però ci sono state delle pagine, quando all'inizio il cambiamento si diffonde come un virus alternativo, che mi hanno fatto pensare davvero tanto. Perchè è lampante come certi meccanismi ormai non siano nemmeno più sottotraccia, tipo passare dall'idolatria al dileggio in pochi giorni o scoprire alla prova dei fatti che le ricchezze basate sul nulla producono soldi veri per pochissimi e fregature per tantissimi, oppure indirizzare l'attenzione a specifiche categorie sociali, incapaci o a cui non è più permesso un coinvolgimento intellettuale a ciò che sta intorno loro, e che sia evidente che questi meccanismi siano ormai irrefrenabili, se non cambiando radicalmente il sistema, tanto che segnalarne le storture è presa come una questione di invidia.
Edwin De Valu , lo dice in un passo delizioso quando il Signor Mead gli chiede di lavorare su &lt;<un manuale di autoaiuto per donne sovrappeso che spieghi come fare a mangiare maiale e perdere peso. sarà una nuova teoria. Possiamo chiamarla "il paradosso del porco">> (pag. 150), si è laureato in letteratura comparata con tesi su Proust, da una prospettiva postmoderna. Lui è l'autore di una delle più grandi immagini della felicità, che come rassicurazione suppongo sia ancora presente nell'animo di molti di noi:
Mi portai alle labbra un cucchiaino del tè nel quale avevo lasciato che s’ammorbidisse un pezzetto di madeleine. Ma nello stesso istante in cui il liquido al quale erano mischiate le briciole del dolce raggiunse il mio palato, io trasalii, attratto da qualcosa di straordinario che accadeva dentro di me. Una deliziosa voluttà mi aveva invaso, isolata, staccata da qualsiasi nozione della sua casa. Di colpo mi aveva reso indifferenti le vicissitudini della vita, inoffensivi i suoi disastri, illusoria la sua brevità, agendo nello stesso modo dell’amore, colmandomi di un’essenza preziosa: o meglio, quell’essenza non era dentro di me, io ero quell’essenza. Avevo smesso di sentirmi mediocre, contingente mortale. Da dove era potuta giungermi una gioia così potente? Sentivo che era legata al sapore del tè e del dolce, ma lo superava infinitamente, non doveva condividerne la natura. Da dove veniva? Cosa significava? Dove afferrarla? Bevo una seconda sorsata nella quale non trovo di più che nella prima, una terza che mi dà un po’ meno della seconda.
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3nding · 6 months
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OK GOOGLE
Per me la mattinata e la giornata potrebbero pure finire qui: sveglia presto con rapido salto in ufficio, torno a casa lentamente si svegliano tutti, colazione bel tempo freddo e biscottini svedesi allo zenzero. Tutto ok. A un certo punto cerco il tablet con cui di solito perdo i sensi mentre cerco di guardare qualcosa alla sera, ma non si trova. Dove sarà? La moglie non lo sa, l'erede nemmeno. Il mistero si infittisce e lo stress sale rapidamente. Inizio a rivoltare divani, letti, cassetti, pupazzi. Niente. La ricerca assume toni da perquisa a metà strada tra Digos e KGB. Faccio scrivere alla suocera che magari gli è finito nella valigia quando se ne è andata ieri. Ancora nulla. Disegni criminali si addensano nella mia mente: saranno stati gli spazzacamino? A un certo punto l'intuizione: Google! Essendo il tablet registrato e loggato con un mio account, la grande G saprà dirmi dove e quando è stato usato l'ultima volta! Mi fiondo al PC e controllo la cronologia dei device. HA! ECCO LA PROVA DEL MISFATTO! ULTIMA VOLTA ONLINE DUE ORE FA. Ma da dove? In questo Google è laconico: Italia. E grazie al cazzo. Provo a connettermi al dispositivo: impossibile. Lo avranno spento? Disattivato il WiFi? Si sarà scaricato? Prima di andare dalle guardie a fare denuncia querela faccio partire la funzione SUONA DA REMOTO. Silenzio in casa. Il nervosismo è ormai palpabile avendolo io passato a tutti. Mi infilo la tuta pronto per andare in caserma, apro la macchina e sento qualcosa suonare.
Era infilato nello spazio infame e angusto tra sedile passeggero e linea di confine col sedile guidatore.
Chi l'ha messo lì? Nessuno. (cit. Ulisse)
Un paio di considerazioni finali:
Sto invecchiando male? Certo.
Il dispositivo era connesso al WiFi di casa e al 60% di carica e Google non riusciva a collegarsi e a localizzarlo.
OK GOOGLE.
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couragescout · 4 months
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Fare il recap di fine anno è sempre difficile. Tirare fuori quello che è successo, guardarsi indietro e cercare di trarne insegnamento.
Questo 2023 era iniziato male con il mio telefono che si distruggeva sulle scale della asl ed una settimana di panico in cui comunicare è stato difficile quindi diciamo che non mi aspettavo grandi cose. Durante questo anno sono accadute varie cose ma alla fine ho seguito più o meno una linea retta.
A livello lavorativo è stato il caos e ho raggiunto livelli di stress che non pensavo di poter raggiungere, il mio stato fisico ne ha più volte risentito ma nonostante questo giorno dopo giorno ho continuato ad alzarmi dal letto e ad andare in ufficio. Ho scoperto molte persone e di questo ne sono felice.
A livello scoutistico è stato un anno difficile, pieno di lacrime, di rabbia, di difficoltà ad esprimermi ma anche pieno di volti nuovi, di esperienze che mi hanno lasciato tanto, di gioia pura e di consapevolezza.
A livello di Nadia è stato tosto. Ho imparato a trovare il mio spazio, ho avuto nuove relazioni che mi hanno reso davvero felice e mi hanno dato modo di lavorare su di me, ho scoperto il mio amore per i parrucchieri, ho dedicato più tempo a me stessa nonostante io abbia continuato ad essere una trottola per tutto l’anno, ho fatto tanto shopping terapeutico e ho anche imparato a combattere con la burocrazia. Ho fatto cazzate di cui non mi pento, ho fatto scelte alle quali magari avrei dovuto prestare più tempo e più riflessione, ho imparato a lasciarmi scivolare addosso tanta cattiveria senza portare rancore, ho imparato a cavarmela da sola e sono cresciuta. Ho imparato a non mettermi in secondo piano, ho dedicato il tempo alle persone giuste, ho scoperto nuovi hobby (tipo la palestra!! Non ci credeva nessuno ma ci sono andata!), ho continuato a mettermi alla prova e ho continuato ed esserci per chi davvero lo merita e sono felice e grata per tutte le persone che hanno riempito questo anno.
Il 2023 è stato una linea più o meno retta e sono felice di averlo vissuto con un pizzico di leggerezza e tanti gin tonic.
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lunamagicablu · 9 months
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10 consigli da mettere in pratica ogni giorno per seminare dentro di noi una serenità costante, consapevole e vera.
1- Stai fermo e in silenzio per almeno dieci minuti al giorno assaporando lentamente ciò che accade attorno a te e nella tua interiorità. La pausa è rigenerante e permette di elaborare pensieri, di far nascere idee e intuizioni, di far spazio al nuovo.
2- Trattieniti dal voler partecipare a pettegolezzi, giudizi e pensieri non utili alla tua crescita come individuo.
3- Respira profondamente ad ogni inizio d’ora. Il respiro è vita e tu hai bisogno di tuffarti nelle sue profondità per percepire ogni tua cellula vibrare a ritmo dell’Universo.
4- Prova ad uscire da te stesso ogni tanto e diventa spettatore della tua vita: che film vedi? A che opera teatrale stai assistendo?
5- Prenditi del tempo per osservare la natura. Abbiamo davanti ai nostri occhi la maestra di vita più importante di sempre ma non ce ne rendiamo conto. Il semplice volo di una farfalla bianca o l’albero davanti alla finestra del nostro ufficio ci possono rivelare verità incredibili, se abbiamo il cuore aperto per ricevere questi insegnamenti.
6- Ogni giorno trova il tempo per muovere le tue gambe camminando, possibilmente nella natura: il tuo corpo si nutre del movimento e solo muovendosi può mettersi a servizio della tua anima!
7- Non piegarti mai: tieni ben dritte le tue spalle, spalanca il tuo petto, innalza la tua schiena. La tua postura parla del tuo modo di affrontare la vita: sii il comandante del tuo corpo, è la nave che ti porta nel mondo!
8- Quando senti che durante la giornata qualcosa ti innervosisce fermati a dialogare con questa tua sensazione: pensa che un messaggero divino è giunto a te per portarti un messaggio.
9- Dialoga con gli altri con la consapevolezza che nel vostro incontro di anime è nascosto un tesoro da trovare: sii profondamente presente, capace di ascoltare, osservatore attendo della tua interiorità. In questo modo il dialogo sarà terreno fertile per far sbocciare intuizioni utili alla tua crescita come individuo.
10- Dentro di te c’è la sorgente della serenità: per scorrere ha bisogno di presenza, di forza vitale e di apertura. Fai fiorire nelle tue giornate queste tre gemme di vita!
Elena Bernabè ************************* 10 tips to put into practice every day to sow constant, aware and true serenity within us.
1- Stay still and silent for at least ten minutes a day, slowly savoring what is happening around you and in your interiority. The break is regenerating and allows you to elaborate thoughts, to give birth to ideas and intuitions, to make room for the new.
2- Refrain from wanting to participate in gossip, judgments and thoughts not useful for your growth as an individual.
3- Breathe deeply at the beginning of each hour. Breath is life and you need to dive into its depths to perceive every cell of yours vibrating to the rhythm of the Universe.
4- Try to get out of yourself from time to time and become a spectator of your life: what movie do you see? What theater are you watching?
5- Take time to observe nature. We have before our eyes the most important life teacher ever but we don't realize it. The simple flight of a white butterfly or the tree in front of our office window can reveal incredible truths to us, if we have an open heart to receive these teachings.
6- Find time every day to move your legs by walking, possibly in nature: your body feeds on movement and only by moving can it serve your soul!
7- Never bend over: keep your shoulders straight, open your chest, raise your back. Your posture speaks of your way of approaching life: be the commander of your body, it's the ship that takes you into the world!
8- When you feel that during the day something makes you nervous, stop and talk to this feeling of yours: think that a divine messenger has come to you to bring you a message.
9- Dialogue with others with the awareness that in your meeting of souls there is a hidden treasure to be found: be profoundly present, able to listen, an attentive observer of your interiority. In this way the dialogue will be fertile ground for intuitions to blossom that are useful for your growth as an individual.
10- Inside you is the source of serenity: to flow it needs presence, life force and openness. Make these three gems of life flourish in your days!
Elena Bernabè 
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littlepaperengineer · 1 month
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A proposito di cose belle... Pensavo a quanto sia bello avere la tranquillità a lavoro, vero che poi di troppa tranquillità si muore però vale la pena esserne grati, godersi quei momenti anche in solitaria di silenzio, anche in ufficio... La possibilità di occuparsi di altro quando possibile, di poter lavorare da casa oltre che dall'ufficio, poter anche uscire qualche momento se serve, poter continuare in orario extra senza problemi.
Pensavo a quanto sia bello stare in un ambiente non tossico, poter parlare alla macchinetta senza maledire chi sta parlando, senza parlare per forza di lavoro perché tutti hanno anche altro a cui pensare.
Pensavo alla possibilità di fare l'Erasmus di 10 giorni in Croazia. Al fatto che sto andando avanti nonostante tutto, lavorando da 6 anni.
Sono contento di avere la fotografia e la pittura, grazie alle quali posso fare una mostra, presentarmi in uno spazio culturale, collaborare con le persone ma senza impegno, fare l'Erasmus.
Anche per l'amore dovrei provare a vedere ciò che ho... Una famiglia che mi vuole bene e sta bene, degli amici che mi cercano, persone con le quali uscire...
Non ho obiettivi, in che senso bisogna averli? Nessuna scadenza, nessuna persona con la quale vivere o voler vivere...
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ilpianistasultetto · 2 years
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Quando le incontri nel quartiere sembrano tutte persone "a modo". Eleganti, ben curate, scarpe e vestiti di qualita', mai un capello fuori posto, smalti e rossetti, gemelli e cravatte, tacchi a spillo e borsette di grandi marchi. Quelle persone che viste cosi, tanti invidiano pure pensando sia gente con "zero problemi". Sotto le finestre del mio ufficio nel cuore cittadino c'e' un incrocio tra due vie centralissime. Sara' la posizione, sara' il marciapiede largo, sara' che l'angolo sembra un po' fuori dal grande viavai di gente, da sempre e' uno spazio per quelli che io chiamo " i telefonatori", quasi sempre persone che prima ho definito "a modo" . Apparecchio ben piantato sull'orecchio e qualche chilometro macinato nello stenuante "avanti e indietro" dentro quel raggio di pochi metri, roba da consumare le suole delle scarpe ad ogni telefonata. La parola piu' carina che mi arriva dalla finestra e' "brutta troia" o "brutto stonzo", secondo se parla un uomo o una donna. All'ingrosso, direi un vocabolario da scaricatore di porto. Temi prevalentemente due: "soldi e tradimenti". Minuti su minuti dove la rabbia evapora da quei corpi come l'acqua che evapora da una pentola in ebollizione e invade il mio ufficio. A volte la tentazione di tirare un secchio d'acqua su quelle teste calde e' forte, poi penso a quelle mise tanto eleganti con dentro tutta quella rabbia ridondante, mi dico che l'abito non fa il monaco e torno al mio lavoro.
@ilpianistasultetto
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fashionbooksmilano · 2 years
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Aino e Alvar Aalto
Tutto il design
Luciano Rubino
Edizioni Kappa, Roma 1980, Collana Il Bovindo, 191 pagine, 24 x 22 cm.,
euro 22,00
email if you want to buy [email protected]
Il libro è una monografia dei due architetti Aino Aalto e Alvar Aalto e consiste nell’analisi delle opere dei due artisti. Alvar Aalto è un architetto finlandese (Kuortane 1898 - Helsinki 1976), uno dei più importanti dell'Europa moderna: tra le realizzazioni più riuscite il riassetto urbanistico di Rovaniemi (1945-48) e la chiesa di Riola a Bologna (1966-76). Notevole è stato anche il suo contributo nell'ambito del design di arredamento. Aino Maria Aalto è stata un architetto e designer finlandese. Nata ad Helsinki, completò la sua istruzione nel 1913 presso la Helsingin Suomalainen Tyttökoulu (scuola per ragazze finlandesi di Helsinki). Iniziò a studiare architettura lo stesso anno presso la Helsinki University of Technology e si laureò nel 1920. Quello stesso anno andò a lavorare per l'architetto Oiva Kallio di Helsinki. Nel 1923 si spostò nella città di Jyväskylä per lavorare nello studio dell'architetto Gunnar A. Wahlroos, ma l'anno seguente cambiò e iniziò a lavorare con Alvar Aalto che era da poco diventato suo marito. I coniugi Aalto trascorsero la loro luna di miele nel nord Italia. Era piuttosto comune all'epoca per i giovani architetti scandinavi andare in Italia a studiare l'architettura vernacolare e questo ebbe una profonda influenza sull'architettura scandinava durante gli anni venti, inclusi quindi i coniugi Aalto, sviluppando lo stile definito come classicismo nordico. Gli Aalto spostarono il loro ufficio a Turku nel 1927 e cominciarono a collaborare con l'architetto Erik Bryggman. Nel 1933 traslocarono ancora, questa volta per tornare a Helsinki. Gli Aalto progettarono e costruirono una casa-ufficio (1935-36) per loro stessi a Munkkiniemi, un suburbio di Helsinki, ma dopo la sua morte, soprattutto per motivi di spazio, Alvar Aalto progettò un ufficio distaccato dall'abitazione, costruito nei dintorni (1954-55). Il ruolo di Aino Aalto nella progettazione delle opere architettoniche attribuite ad Alvar Aalto non è mai stato completamente chiarito. I loro primi lavori furono piccoli edifici, come le ville estive in stile nordico classico. Tra queste spicca la villa estiva che gli Aalto progettarono per se stessi, Villa Flora, sita in Alajärvi e costruita a partire dal 1926 (poi ampliata nel 1938). Si sa che nella fase di progettazione Aino si concentrasse soprattutto nel design degli interni (come per la famosa Villa Mairea a Noormarkku del 1937-39), ma anche dell'arredamento (come per il Paimio Sanatorium del 1927-29). Nel 1935 gli Aalto, insieme a Maire Gullichsen (loro cliente per Villa Mairea) e Nils-Gustav Hahlin, fondarono la Artek, una società che vendeva impianti di illuminazione e arredamento disegnati dagli Aalto. A metà degli anni Venti gli Aalto furono i primi architetti in Finlandia ad adottare uno stile razionalista, proveniente dall'Europa Centrale. Nel lavoro di Aino Aalto questo coincise con il suo ingresso nel padiglione finlandese della Esposizione universale di New York del 1939, il cui primo premio, tuttavia, venne vinto da Alvar Aalto. Aino Aalto inoltre disegnò molti oggetti in vetro per l'azienda finlandese Iittala. Il suo più famoso bicchiere è tuttora in vendita e alcune varianti più grossolane sono state create da altre aziende (come ad esempio IKEA). Ha anche collaborato col marito nella creazione del celebre Savoy Vase nel 1936.
19/05/22
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littlevioletmoon · 2 years
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Lo tengo nel cassetto in ufficio, sepolto sotto quelle cose che guardo poco, dove metto le mani raramente… forse una o due volte all’anno.
Tengo quel regalo mai consegnato qui per ricordarmi che nulla è come vorremmo che fosse, eppure esiste comunque e dentro ognuno trova il suo spazio.
Lo tengo qui senza pretesa alcuna, ma credendo sempre in ciò che avrebbe potuto rappresentare.
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co-arch · 1 year
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C.SPACE
Mai come oggi lo spazio degli uffici è in una fase di profonda trasformazione, la fase post pandemica ha ridiscusso moltissimi dei dogmi che si davano per assodati. Non è più possibile immaginare lo spazio uffici senza le dotazioni impiantistiche che lo rendano connesso e collegato. C.space è uno spazio sperimentale ideato insieme a Designtech e progettato nei minimi dettagli. Si trova nel nascente Certosa District area in via di sviluppo a nord ovest di Milano, all’interno del Campus per uffici della Forgiatura. La richiesta iniziale era di pensare a uno spazio di coworking e di appoggio, ma in corso di progettazione ragionando sia col cliente che col futuro gestore Designtech si è deciso di farne un hub innovativo anche in termini di offerta. Nasce con il presupposto di essere una finestra phygital, uno spazio ibrido fisico e digitale, che si apre sul quartiere e su Milano, ponendosi come primo esempio di nuova realtà replicabile anche in altre città. La dimensione particolarmente piccola, rispetto al campus, ha permesso di farne un’oasi quasi domestica, recuperandone il carattere. All’interno ci sono tre spazi principali: • una sala eventi per 30 persone circa molto flessibile adatta a riunioni informali, piccoli eventi ma anche corsi o attività sportive o ricreative, già attrezzata per eventuali streaming e video, • su questa si affaccia l’area della cucina, perfettamente attrezzata, sarebbe lei stessa concepita come uno spazio ibrido per piccole sessioni di design thinking, funziona in maniera complementare alla sala principale. • La terza è la sala podcast, una meeting room evoluta e cablata con tutte le dotazioni per lo streaming 4k con lo sfondo della città da una parte e dall’altra una parete vegetale versa in cui si innestano i dispositivi per lo streaming video. Questi spazi sono pensati con la massima flessibilità possibile per renderli adatti all’affitto temporaneo mediante meccanismi di corporate partnership. Oltre all’uso innovativo è innovativo anche il concetto di design thinking lounge. L’idea del live showroom ha fornito lo spunto per comporre un interno che desse la possibilità di esperire i prodotti ei materiali ma anche di applicare le tecnologie più innovative senza soluzione di continuità. Per noi disegnare un interno significa anche fare un racconto dando il tempo e il modo a chi fruisce dei servizi di ambientarsi e di apprezzare un luogo. Questo ci ha permesso visto lo standing e l’interesse del progetto di coinvolgere partner importanti come Ernesto Meda, Ceramica Vogue, Tarkett, Arpa e Fenix, Quadrifoglio ma anche Kreon per l’illuminazione e Schneider Electric per tutta la domotica presente all’interno dello spazio, Hwstyle per il verde, tutti presenti sinergicamente nello spazio. Press https://www.elledecor.com/it/viaggi/a42281538/apre-a-milano-una-nuova-design-thinking-lounge-super-tecnologica/ https://www.ambientecucinaweb.it/ernestomeda-partner-di-designtech-per-c-space/ https://www.officelayout.soiel.it/la-voce-tecnologica-per-il-co-design-e-il-real-estate/ https://homeadore.com/2023/01/20/c-space-by-co-arch/ https://www.quadrifoglio.com/en/projects/c-space/ https://www.dndhandles.it/projects/c-space-office-a-milano/ https://www.matrix4design.com/it/architettura/c-space-il-nuovo-spazio-sperimentale-di-milano/ https://www.theplan.it/whats_on/un-nuovo-concetto-di-ufficio-versatile-e-multitasking https://www.fenixforinteriors.com/en/news/two-different-uses-fenix-matched-x-kin/
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piusolbiate · 1 year
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CONTINUA L' IMPEGNO NEL SOCIALE
Solbiate Olona: Continua l'impegno dell' Amministrazione Comunale nel Sociale
DETERMINE UFFICIO SERVIZI SOCIALI GENNAIO 2023
- INSERIMENTO DI MINORE IN CARICO AL SERVIZIO SOCIALE PRESSO CENTRO DIURNO - IMPEGNO DI SPESA AD INTEGRAZIONE DELLA RETTA DI RICOVERO DI PAZIENTE ANZIANO IN R.S.A.
- IMPEGNO DI SPESA PER FREQUENZA PRESSO IL CENTRO DIURNO INTEGRATO "P. ALBÈ" DI GORLA MAGGIORE DI  N. 2 PAZIENTI.
- IMPEGNO DI SPESA CON "L'ARCA- COOPERATIVA SOCIALE A.R.L. ONLUS- DI TRADATE PER INSERIMENTO DI MINORE IN STRUTTURA RESIDENZIALE PROTETTA
- FREQUENZA STRUTTURE DIURNE (CDD-SFA-CSE) IMPEGNO DI SPESA ANNO 2023
- IMPEGNO DI SPESA A FAVORE DELLA COOPERATIVA "LA BANDA" PER ATTUAZIONE DEGL INCONTRI PROTETTI IN SPAZIO NEUTRO ALL'INTERNO DELL'IMMOBILE COMUNALE SITO IN VIA MAZZINI,20 PER INTERVENTI IN FAVORE DI MINORI
- IMPEGNO DI SPESA FINALIZZATO AD EROGAZIONE DI CONTRIBUTO STRAORDINARIO A FAVORE DI PERSONA "FRAGILE" CON DISAGIO SOCIALE ED ECONOMICO PER BISOGNI PRIMARI
- RINNOVO DEL PROGETTO SOCIO EDUCATIVO CON MANTENIMENTO IN STRUTTURA PROTETTA PER L'ANNO 2023 IN FAVORE DI DUE MINORI AFFIDATI ALL'ENTE
- IMPEGNO DI SPESA PER SOGGETTI CON DISABILITA' E/O FRAGILI PER PERCORSI DI TIROCINI RISOCIALIZZANTI E/O FORMATIVI  IN CARICO AL NIL "PROGETTO GIASONE"
- APPROVAZIONE GRADUATORIA DEFINITIVA PER L'ASSEGNAZIONE DI ALLOGGI SAP DI PROPRIETA DEL COMUNE DI SOLBIATE OLONA UBICATI NEL PROPRIO TERRITORIO PER ASSEGNAZIONE DELLE UNITA ABITATIVE DESTINATE AI SERVIZI ABITATIVI PUBBLICI
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tma-traduzioni · 2 years
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MAG152 - Caso #8370108 - “L’invidia di uno scava fosse”
[Episodio precedente]
[INT. Istituto Magnus, Archivi, ufficio di Jon]
[CLICK]
ARCHIVISTA
Dichiarazione di Hezekiah Wakely, riguardo alla sua carriera da becchino. Redatta da una serie di lettere a Nathaniel Beale tra il 1837 e il 1839. Registrazione di Jonathan Sims, l’Archivista.
Inizio della dichiarazione.
ARCHIVISTA (Dichiarazione)
Agosto, 1837
Ti ringrazio di nuovo per i tuoi sforzi per me, Nathaniel. Sono certo che potrai sempre contare su di me come un vero amico. Sono qui già da qualche settimana adesso, e mi sto trovando bene - contento, i miei doveri da sagrestano occupano il mio tempo al punto che ho a malapena la possibilità di permettermi questi pensieri che alla tua ultima visita ti preoccupavano così tanto.
È una piccola parrocchia, e il Reverendo è una brava persona, anche se confesserò che trovo che i suoi sermoni tendono verso il lato più monotono della messa domenicale. Non è colpa sua, certo. Il Signore gli ha dato quella voce per un motivo, senza dubbio - ma a volte quel motivo sembra essere darmi qualche minuto di sonno non guadagnato. Comunque, la sua condotta nei miei confronto non è mai stata altro se non pura comprensione. Infatti, mi ha detto ieri, che non ha mai visto la chiesa brillare così da quando ho iniziato a seguirne il mantenimento.
“Brillare?” Dico. “Signore, questo è un complimento raro quando si tratta di pulire arenaria.” E lui ha riso di cuore, anche se la battuta non era particolarmente notevole. Quindi puoi dormire tranquillo sapendo che sono abbastanza felice.
Il mio sonno agitato, d’altro canto, non si è, per ora, calmato in modo neanche lontanamente soddisfacente. Lavoro fino ad essere esausto, pulendo, lucidando e prendendomi cura della chiesa come si deve, e ti dico, quando mi corico posso a malapena alzarmi di nuovo per la debolezza in cui mi ritrovo. Eppure, il sonno continua a eludermi. E quando non lo fa, mi sveglio come se il cuore stesse cercando di scapparmi dal petto, e la mia gola fosse piena di polvere e cenere.
Non devi disperarti, Nathaniel, so che la bottiglia non sarà più di aiuto, e i miei altri impegni impediscono alle notti di infastidirmi come facevano un tempo, ma mi ritrovo a desiderare un sonno vero e proprio.
(Pausa) Mento. Ci sono delle notti in cui mi ritrovo a scivolare facilmente in una tregua priva di sogni, anche se per questo mi riterrai un’anima macabra. Quei giorni li passo a scavare fosse nel cimitero della chiesa - quelle notti dormo, se mi perdoni la battuta, come un morto.
Non ho mai conosciuto un riposo come questo. Forse è l’aspetto più faticoso, più fisico del compito, o forse quel suo ritmo silenzioso. Non c’è eco come c’è in chiesa, solo il suono del piccone e della vanga che colpiscono il suolo. E quando è abbastanza profonda, quando ti ritrovi sul fondo, il rumore del mondo… semplicemente svanisce nel nulla. È il tipo di silenzio che ti fa sentire come se il trambusto e la confusione della vita non erano che un sogno terribile, e nel dormire ti stessi risvegliando nella pace.
(Heh) Riderai, Nathaniel, ma ho quasi scritto che spero avere occasione di scavare più fosse. Che pensiero. No, non è quello che desidero, perché per scavare fosse uno deve avere qualcosa con cui riempirle, e il buon Signore fa tutto con i Suoi tempi. Puoi essere soddisfatto, sono contento della posizione che mi hai trovato, e non lasciar spazio alla preoccupazione per il mio benessere o al ricevimento della tua carità.
Il tuo umile servitore,
Hezekiah Wakely
Febbraio, 1838
Nathaniel, mi è successo qualcosa. E mi è solo sembrato giusto mandarti una lettera e fartelo sapere, visto che la tua ultima lettera esprimeva una gentile curiosità per la mia insonnia, e - quanto ti ho menzionato nelle mie lettere precedenti.
Le mie notti sono state in effetti molto più tranquille ultimamente, cosa che posso in parte attribuire al recente focolaio di febbre nella città - facendomi deicare una maggior quantità del mio tempo al marcato compito di scavare fosse - e il resto al mio graduale adattarmi alla mia posizione di sagrestano.
C’è una tale pace nel cimitero, vedi: camminare sul terreno sapendo, che giù sotto i miei piedi, quelle anime benedette aspettano felici e in silenzio nella terra fredda e umida, contando i giorni fino alla Resurrezione. Mi da un calore tale pensarci che ho iniziato a passare molto del mio tempo libero a vagare tra le tombe, e, quando l’umore mo le permette, dormire lì.
Spero che discorsi simili non ti sconvolgano, e puoi essere assicurato che non sono un suicida. È solo la serenità che invidio ai morti, non la loro mancanza di vita. Non cerco una fuga dalle difficoltà della vita, perché da quando mi hai trovato questa posizione posso definire poco della mia vita una difficoltà, e non sono mai stato così libero da ogni vera sofferenza.
Ma desidero quel respiro. Mi ripeto che ogni giorno mi sveglio rimesso al mondo, ma non sono mai stato davvero soddisfatto come quando sono nel mio sonno, e insensibile al mondo. Forse è quello che speravo di trovare nel alcol, quel gentile oblio, ma sembra essere un mondo fa. Adesso so cosa è davvero, camminare nel cimitero - anche se puoi essere sicuro che attenderò il mio turno come un servitore fedele finché il nostro Signore non riterrà l’ora di chiamarmi.
Trovo, comunque, che quando scavo le mie fosse, vado più a fondo. E a volte mi preoccupo che potrei scavare così tanto da non poter più uscire con la mia misera scaletta. Ora, questi momenti - non devi giudicarmi per questo, Nathaniel, perché non è che una fantasia passeggera - ma spesso mi sdraio su quella soffice terra, e dormo. E ti giuro che quel sonno che trovo lì è più beato di ogni altro che abbia mai trovato.
È stato lì, che nemmeno una settimana fa, è successo. Stavo scavando una fossa per il padre del signorotto - un uomo crudele e venale, che dubito si sia facilmente ritrovato nel Regno dei Cieli, ma non è un’anima pura che ti compra un bel lotto al cimitero, e aveva abbastanza soldi per farlo. Ho visto il suo corpo, sai, mentre veniva preparato, e ti dico sinceramente che per tutto il male che quell’uomo aveva fatto, il suo corpo riposava tranquillo. Anche se non tanto tranquillo, forse, come sarebbe con due metri di terra sopra.
Quindi quello era il mio compito, e poco ma sicuro, lo stavo svolgendo con il mio solito dovere fervente, tale che il lavoro per la giornata era finito per l’ora in cui il sole era al suo apice. Era freddo quel giorno, e con un vento pungente, e spaccare il terreno era stato duro quanto il giaccio. Per lo meno per i primi piedi. Ma alla fine… oh, ti dico c’era calore in quella fossa. Non saprei dire se per il mio corpo o il calore del terreno, ma era gradevole quanto il camino di un’osteria, e il vento non poteva raggiungermi nel buco che avevo scavato.
Quindi, come ultimamente è mia abitudine, mi sono sdraiato. E non appena l’ho fatto un forte sonno mi ha conquistato.
Ho avuto un sogno, poi. Ho sognato che aveva piovuto. Una pioggia terribilmente fredda che mi aveva gelato le ossa e che ha fatto diventare la terra attorno a me scura e bagnata. Le pareti sono diventate umide e scivolose, la loro forma solida è sparita come hanno iniziato a franare e crollare. E allora tutto d’un colpo sono collassate, il terreno si è riversato dentro con un’ondata di fango e terra bagnata. In un solo atroce istante di puro terrore, era sopra e attorno a me, mi copriva la faccia e mi riempiva i polmoni con terribili grumi soffocanti.
E la cosa più strana era che era meraviglioso. Non mi sono mai sentito così al sicuro come sotto il peso schiacciante della terra attorno a me, l’abbraccio pesante del sepolto. In quel istante ho saputo cosa si provasse ad essere morti, e bruciavo di invidia per loro.
Quando mi sono risvegliato, ero di nuovo sopra il terreno, tra le tombe. La pioggia non era stata un sogno, ed ero infreddolito e bagnato fradicio, attraversato da brividi che puoi ben vedere dalla qualità della mia grafia. Era vero, inoltre, che la pioggia aveva fatto collassare la fossa, anche se io dovevo esserne uscito poco prima che succedesse. Non ero in condizione di risolvere il problema, comunque, e infatti il Reverendo ha dovuto chiedere al sagrestano di S. Marco di occuparsene, visto che sono ancora allettato con questa tosse. (Heh) Forse mi unirò al cimitero prima di quanto avessi osato sperare.
Riscrivimi presto, poiché ho molto poco da fare in questo letto da invalido, e il sonno mi è nuovamente lontano.
Il tuo umile servitore,
Hezekiah
Giugno, 1838
Per prima cosa devo ringraziarti per la tua visita, Nathaniel, anche se la mia guarigione si è conclusa, rivedere un vecchio amico è sempre rincuorante. Spero che gli affari che ti hanno condotto via così improvvisamente siano tutti andati a buon termine, e di poter pregustare la tua compagnia di nuovo tra non troppo.
Devo dirti che in queste ultime settimane sono stato un po’ in difficoltà, a causa principalmente della preoccupazione del Reverendo, che, di recente, è sprofondato in una mania molto specifica, anche se comprensibile.
Le circostanze e le cause sono abbastanza facili da spiegare. È stato il funerale della giovane Nellie Cooper a causarla, il quale è stato una storia piuttosto sconcertante. Ammetto di avere una profonda comprensione della sua piaga, in quanto io stesso ho avuto modo di vedere il corpo, e se mi chiedessi se approvassi il verdetto del dottor Grant di una morte da annegamento, mi direi d’accordo senza esitazione. Aveva quell’aria di pace di cui ti avevo già parlato prima, e so quanto debba essere stata felice di essere presto restituita alla terra.
Ma quel giorno, mentre portavano quella bara sottile verso la fossa che avevo scavato, e in cui mi ero recentemente goduto il mio riposo tranquillo, c'è stata della commozione tra i trasportatori. La bara della piccola Nellie ha iniziato a tremare e ad oscillare avanti e indietro, così che non sono riusciti a tenerla bilanciata e l’hanno fatta cadere. Il colpo della bara di legno che colpisce il terreno non è un suono che dimenticherò presto, nemmeno l’urlo venuto dall’interno del legno scheggiato quando si è scoperchiato.
Come potresti aver ben dedotto, Nellie non era, dopo tutto, morta, e aveva ripreso conoscenza pochi minuti prima di essere seppellita sotto terra. È rimasta illesa, almeno fisicamente, anche se posso a malapena immaginare la tensione da far impazzire che deve averle causato vedere la sua stessa lapide  incisa e che aspettava sopra lo scuro silenzio della sua fossa tomba aperta.
Ad essere onesto, sospetto che l’effetto peggiore sia stato sul Reverendo. Avvicinarsi così tanto ad essere responsabile di seppellire una persona viva lo ha scosso profondamente, e ha sospeso tutti i servizi funebri un po’.
Secondo me ci sono destini ben peggiori. Ma ha in mente l’idea di iniziare ad aggiungere alle fosse che scavo queste nuove “campanelle di sicurezza” di cui ha sentito, affinché se qualcuno fosse vivo sotto terra possa chiedere aiuto a noi in superficie.
Temo l’idea. Se fossi stato io in quella bara, destinato alla pace sotto terra, posso pensare a poche cose che odierei più del tintinnio stridente di una campana che mi strappa dal mio riposo.
I miei sogni sono stati strani, ultimamente.
Tuo,
Hezekiah
Dicembre, 1838
Ho riflettuto, Nathaniel, sui funerali e sui corpi. Sulle anime che fuggono lasciando questa argilla comune per divenire tutt’uno con un’argilla ancora più vera. Non siamo stati creati dal fango? E mi sembra più appropriato che si ritorni per sempre a quel fango, non strappati via da questo per mano di un qualche possibile Redentore, o elevati a cantare inni nella sua sacra corte.
Ho lavorato così a lungo, così duramente. Non merito il riposo nel fango da cui sono venuto? Di cedere il mio corpo alla terra e lasciare che vi rimanga. Poiché l’adorazione dell’Altissimo - anche se potesse essere guadagnata, forse, da Colui che ha creato i cieli e la terra - beh, secondo me, tutta quella preghiera assomiglia molto al lavoro.
Sai cosa ha detto il Reverendo nella sua predica, l’altro giorno? Ha detto che nel Regno che verrà non ci sarà bisogno di sonno - che non dovremmo mai perderci un istante di quella beatitudine. Ma dormire nella terra fresca e soffice è tutta la beatitudine che posso desiderare.
Suppongo che il Signore non avrebbe idea di definire cose simili una benedizione. Non è mai stato seppellito, no? Non veramente. Rimanere sdraiato in una grotta per tre giorni, una roccia spinta di fronte all’ingresso prima di essere sollevato fisicamente - no, Lui non è mai stato sepolto.
E Lui ha sempre avuto altro lavoro da fare - straziare l’inferno e redimere i peccati dell’umanità. No, Lui non ha avuto riposo, e non l’ha mai chiesto, tranne che per un momento di dubbio ai Getsemani. Ma Lui è il Figlio di Dio e noi non siamo che i figli della polvere. Non siamo forti quanto Lui, e noi meritiamo di riposare. Meritiamo di dormire.
Ho provato a dormire, ma quella campanella continuava a tintinnare, quella sopra la tomba di Jacob il fornaio. Quell’ultima speranza che il Reverendo ha insistito che venisse messa lì, suonava e suonava, e disturbava il sonno di tutti nel cimitero. Non ho dubbio che abbia disturbato anche il sonno di Jacob, che ha lavorato così duramente per tutta la vita senza lamentarsi di niente.
Meritava di riposare. Quindi ho tagliato il filo. E adesso è silenzioso.
Non riesco ripulire i miei vestiti. E la mia vanga non è mai troppo lontana dalla mia mano.
Tuo,
Hezekiah
Gennaio, 1839
Sono deluso, Nathaniel, non lo negherò. Soprattutto, sono ferito. Le lettere per te sono sempre state una fonte di conforto per la mia anima, un luogo dove potevo mettere a nudo il mio cuore e dire le verità di quello che penso e provo senza temere un giudizio o un rimprovero. Che tu abbia scelto di condividere quanto ti ho scritto l’ultima volta con i magistrati mi ha ferito profondamente.
Sono venuti a farmi le loro domande, come sono sicuro tu sperassi che avrebbero fatto, ma ovviamente non potevano provare niente. Jacob è morto da parecchio, e ho fatto molta attenzione a come ho fermato la campanella.
Ma tali sospetti minano la pace, e prevedibilmente il Reverendo mi ha congedato.
Ho perso il mio cimitero, Nathaniel, e mi chiedo se riuscirò mai a dormire di nuovo.
È stata colpa mia, ovviamente - non avrei mai dovuto dirti quelle cose dando per scontato che avresti capito. Ma come avresti potuto? Tu non hai mai sentito lo stretto abbraccio del terreno pacifico. Tu non hai mai dormito veramente nel ventre della terra. Queste cose non possono essere condivise a parole, ed è stato un mio stupido errore pensare che potessero esserlo.
Ma non temere, Nathaniel. L’affetto che provo per te non mi permetterà di lasciarti nell’ignoranza. Come ho fatto con il Reverendo, verrò e ti mostrerò, una volta per tutte, la vera e gloriosa pace del Sepolto.
Il tuo più umile servitore,
Hezekiah Wakeley
ARCHIVISTA
Fine della dichiarazione.
Nathaniel Beale è sepolto nel cimitero della chiesa di S. Pietro nella sua città natale, Dunstable. E io sono la terza persona in quasi duecento anni a saperlo, dopo Nathaniel Beale stesso, e il signor Wakeley, che lo ha seppellito.
Non posso dire quanto il cambiamento che avviene in qualcuno quando è reclamato da una delle Paure è un prodotto diretto della loro influenza, e quanto dalla loro mente, che si contorce disperatamente per accettare e giustificare le cose tremende che si ritrovano attirati a fare.
Ho letto abbastanza dichiarazioni di coloro che stanno cambiando, che stanno divenendo - qualcos’altro, e alcuni di loro sembrano… completamente razionali. Completamente la persona che erano prima.
Ma come faccio a capirlo, direi. Il mio lavoro è vedere le persone nel loro momento peggiore, negli attimi più terrificanti e imprevedibili. Forse c’è meno cambiamento di quanto non immagini. Di sicuro, io non mi sento diverso. Non desidero filosofeggiare su temi pseudo-religiosi, o godere delle sofferenze di coloro a cui faccio del male.
Ma poi, di nuovo, suppongo di non essere nella miglior posizione per giudicare. Forse per chiunque stia ascoltando queste cassette sembro piuttosto simile a Hezekiah. O a Manuela. O a Jane.
[CLICK]
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[C’è un leggero gocciolare. Una porta si apre, scricchiolando forte, sopra il rumore delle statiche della Distorsione.]
HELEN
Ciao, Jon. È passato un po’ dall’ultima volta che sei stato qua sotto.
ARCHIVISTA
(Suono spazientito) Non sono venuto qui per vedere te.
HELEN
Oh, andiamo! Sono sicura di essere una presenza più interessante della defunta Jane Prentiss.
ARCHIVISTA
È tutto ciò che adesso rimane di lei - a parte un’urna di ceneri nella mia scrivania. Solo un cerchio di pietra marcia su un muro altrimenti insignificante.
HELEN
Retaggio maggiore di quello di alcune persone.
ARCHIVISTA
Ci sarebbe dovuto essere un cancello, credo. Un buco che aveva fatto marcire nella Corruzione stessa. Forse l’inizio di un rituale?
HELEN
Hmm. Non proprio impressionante, no?
ARCHIVISTA
Meno complesso, di sicuro… Ma credo che sia quello il punto di - come l’ha chiamato Elias? - il Sudiciume. Non credo che pianifichi molto. Inizia semplicemente a crescere ovunque riesca a mettere piede, e, se nessuno lo soffoca in tempo… fine dei giochi.
HELEN
Com’è… sgraziato. (heh)
(Con condiscendenza - come un’ospite altezzosa a un funerale che si rende conto che non dovrebbe far beffa della mancanza di gusto del defunto di fronte alla gente in lutto) Tuttavia, suppongo abbia il suo perché.
ARCHIVISTA
Mi stavo chiedendo che cosa stessero facendo qua sotto. I vermi devono essere stati qui per - settimane, forse mesi, a diffondendosi… a crescere. Si sarebbero potuti spingere ovunque in questi tunnel, ma non l’hanno fatto. Non hanno trovato Leitner qua sotto, non hanno trovato il corpo di Gertrude, non hanno trovato… qualsiasi cosa ci sia qui.
HELEN
È un labirinto. Una delle ragioni per cui mi piace.
ARCHIVISTA
Hmm.
Non riesco a Vedere bene le cose qui. Pensavo che fossi solo io, che qualcosa interferisse con la mia connessione con l’Occhio, ma… mi sto chiedendo: forse ha un effetto su tutto il resto? Come se questo posto fosse una sorta di - punto cieco universale.
Tutti si perdono qua sotto.
HELEN
Che idea affascinante.
(Suggerendo con "delicatezza") Anche se - alcuni sono sempre persi, in un certo senso.
ARCHIVISTA
Aspetta, stai dicendo che puoi orientartici?
HELEN
Non esattamente, ma la mia porta è stata parte di questi tunnel per un po’ di tempo ormai.
ARCHIVISTA
Co - (farfuglia frustrato) - cosa sta nascondendo, co-cosa c’è al centro?
HELEN
(Soffocando una risata) Una sorpresa incantevole…!
[Lui sospira. Lei ride, sovrapponendosi a entrambi, apparentemente da diverse gole allo stesso tempo, e con un qualcosa di stanco, sonnolento quando si rende conto che ha riso troppo a lungo, e deve fermarsi per riprendere fiato. La sua risata, in breve, è come quella di Michael. L’Archivista sospira di nuovo, rassegato.]
Ah... Ma non è per quella che sei qui, no?
ARCHIVISTA
Sì.
Ho pensato molto a Jane. È stata la prima, sai. La prima che ho incontrato davvero come… (un piccolo ‘heh’ rassegnato) come noi.
Sembrava così… inumana. Come se tutto quello che era prima fosse stato strappato via.
HELEN
E adesso...?
ARCHIVISTA
Mi chiedo quanto di lei ci fosse ancora là sotto. Quanto ha scelto di diventare quello che era? Ho letto la sua dichiarazione, era… (inspira, espira) era terrorizzata.
Avevo dato per scontato che fosse stata posseduta completamente contro la sua volontà, ma adesso non sono più neanche sicuro che sia possibile.
HELEN
(Andando avanti) È impressionante il genere di cose che sei disposto a scegliere - data un’alternativa abbastanza sgradevole - non è vero?
ARCHIVISTA
Quanto di questa forza di volontà è solo - salvaguardia? “Sicurezza” con un altro nome. L’opzione di scegliere ed essere okay.
HELEN
Affamato, vero?
ARCHIVISTA
(Con rabbia) Non è quello -
- non ho fatto niente -
HELEN
- per ora.
ARCHIVISTA
(Rudemente) Mi sento come se non lo facessi… potrei morire. Svanire nel nulla.
HELEN
Lo... Sai?
ARCHIVISTA
No. Ma io... (rumore frustrato) non posso morire. Loro hanno bisogno di me.
HELEN
Andiamo, Jon, niente scuse.
[Lui sospira mentre lei parla.]
Non hanno bisogno della tua protezione.
ARCHIVISTA
Che, ti prenderai tu cura di loro?
HELEN
E io come farei a farlo?
ARCHIVISTA
Anche tu divori le cose.
HELEN
Devono essere quelle ad aprire la porta, Archivista. Non posso semplicemente spingerle dentro.
ARCHIVISTA
Oh, hai delle mani.
HELEN
Affilate abbastanza da togliere vermi, uccidere qualche vecchio - forse pugnalare un’Archivista troppo impaziente -
[Lui sospira.]
- ma la mia forma fisica è un’illusione tanto quanto il resto di me. Pensa a me come a… una trappola per orsi. Non una spada.
Ma non stiamo parlando di me, vero?
ARCHIVISTA
Quando smettono?
HELEN
(Impaziente) Cosa?
ARCHIVISTA
I sensi di colpa. La tristezza. Tutti gli altri che ho incontrato, erano - freddi, crudeli. Provano gusto in quello che fanno. Quando è che l’Occhio (inspira) mi renderà mostruoso?
[Helen ride una volta, poi una seconda, poi una terza.]
HELEN
Cosa - perché dovrebbe mai farlo?
ARCHIVISTA
Io non...
HELEN
Quando è che la tua colpa, o la tua tristezza, o le tue strette di mano ti hanno mai impedito di fare quello che vuole?
ARCHIVISTA
(Incespicando) I-Io - Non ho strappato dichiarazioni -
HELEN
Hai rinunciato al trauma degli altri per ora -
[Lo possiamo sentire inspirare come se stesse per controbattere per poi fermarsi mentre lei lo deride.]
- perché sei stato beccato. Perché continuare ti avrebbe messo in pericolo. Ma oltre a quello, quando è che il tuo disagio ti ha mai impedito di seguire la strada della Contemplazione?
ARCHIVISTA
Io... Non so...
HELEN
Anche se fosse capace di farlo, quale motivo avrebbe l’Occhio per cambiare come ti senti, quando non fa alcuna differenza nelle tue azioni?
Helen era come te, all’inizio.
[Lo si può sentire inspirare infelicemente in sottofondo.]
Provava una tale colpa nel prendere le persone. Finché un giorno non si è resa conto che non avrebbe smesso di farlo. Quindi ha scelto di smettere di sentirsi in colpa.
ARCHIVISTA
Va bene. Ho capito. Non gli importa niente dei miei sentimenti.
HELEN
Mh, non è necessariamente vero! Hanno un certo sapore, un… condimento.
ARCHIVISTA
(Sospira) (Risata amara) Capisco.
HELEN
(Ridacchiando) Mi sto divertendo con te.
Beh, conosci già il mio consiglio. Cincin, Jon. Goditi il tuo rimuginare.
[Porta che si chiude.]
ARCHIVISTA
(Suono di frustrazione)
[CLICK]
[Traduzione di: Victoria]
[Episodio Successivo]
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toymagazine · 2 days
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Spielwarenmesse2024 - LEGO Mattel Playmobil LEGO, Mattel e Playmobil non pervenute,... #FieradelGiocattolo #FiereedEventi #LEGO #Mattel #PLAYMOBIL #Spielwarenmesse #Spielwarenmesse2024 https://www.toymagazine.it/news/5504/spielwarenmesse2024-lego-mattel-playmobil/?feed_id=231&_unique_id=6638dec4bc670
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