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#povera patria
radiosciampli-blog · 2 months
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Non parlo mai politichese qui ma questa me l'hanno servita su un piatto d'argento, oggi per nun sape' ne legge ne scrive so annata in libbbreria a ordina ' tutti i suoi libri che ha scritto e scriverà. Così per CULtura personale.
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pazzoincasamatta · 2 years
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tutti a casa
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klimt7 · 1 month
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Un film d'Evasione
da premio Oscar
ANDIAMO A VEDERE COSA C'È DIETRO :
I "picconatori" dello Stato Italiano siedono tutti quanti sui banchi del Governo, e già edificano il MONDO A ROVESCIO teorizzato dal Generale Vannacci.
Miglior attrice Protagonista:
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Il meraviglioso mondo di Giorgià, degli evasori fiscali e dei loro complici seduti in Parlamento.
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Da ascoltare il Podcast
"Circo Massimo" :
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Chi sta minando il Bilancio del nostro paese pur di favorire le principali categorie di evasori?
Chi ?
Chiedere la Delega Fiscale per partorire una riforma fiscale che aiuta chi, già oggi, non paga le imposte, è un atto terroristico e folle che danneggia le stesse fondamenta della nostra Repubblica e rischia di mandare in pezzi in modo irreparabile la coesione sociale del nostro amato belpaese.
Nella mente della Meloni c'è questa visione folle: lasciare il peso delle imposte sulle spalle di lavoratori dipendenti e pensionati, e per tutte le altre categorie trasformare le IMPOSTE in una scelta facoltativa:
Volete Voi, fare beneficienza a favore delle casse dello Stato?
È vostra la scelta. Vostra la benevolenza.
Siete liberi di versare un piccolo obolo per le finanze italiane, oppure andarvi a spendere quelle somme in supercar Lamborghini, Ferrari, in barche da diporto, o in attici superlusso da intestare a società di comodo da costituirsi appositamente.
Oppure potete devolvere quelle somme a società off-shore basate nei paradisi fiscali quali le isole Cayman!
Contattate al più presto il vostro Commercialista di fiducia per i dettagli e le modalità da seguire per mettere in atto la vostre benemerite volontà.
Per voi, "Facoltà e Volontà", a discrezione
Per i lavoratori dipendenti: OBBLIGHI !!!!
Le gouvernement de Giorgia Meloni fait exploser l'équilibre financier de l'État italien en criant :
" Mesdames et Messieurs, jouez à votre jeu, vive la liberté et le plaisir de s'évader !!! "
Povera patria
( FRANCO BATTIATO )
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Altro che "FRATELLI D'ITALIA" !
In realtà, i veri patrioti siamo noi!
Noi, lavoratori dipendenti che paghiamo fino all'ultimo euro di Imposte e finanziamo tutti i servizi statali ( Scuola, Sanità, Infrastrutture, Forze dell'ordine, Università, Pubblica Amministrazione ed Enti Locali e (In) Giustizia, ), che poi utilizzano tutti quanti, senza averne titolo.
Apriamo gli occhi su quale film sta andando in onda oggi in Italia.
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matto77 · 2 years
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“Povera patria
Schiacciata dagli abusi del potere
Di gente infame, che non sa cos'è il pudore
Si credono potenti e gli va bene quello che fanno
E tutto gli appartiene
Tra i governanti
Quanti perfetti e inutili buffoni…”
Franco Battiato
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schizografia · 1 year
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La guerra in Galizia
Vi erano al centro dell’Europa delle regioni che sono state cancellate dalla carta geografica. Una di queste – non è la sola – è la Galizia, che coincide oggi in buona parte con il territorio in cui da più di un anno si combatte una guerra sciagurata. Fino alla fine della Prima guerra mondiale, la Galizia era la provincia più lontana dell’Impero austro-ungarico, al confine con la Russia. Alla dissoluzione dell’impero asburgico, i vincitori, certo non meno iniqui dei vinti, l’assegnarono alla rinata Polonia, come la Bucovina, che con essa confinava, fu annessa altrettanto capricciosamente alla Romania. I confini, ogni volta ridisegnati con gomma e matita sulle carte geografiche dai potenti, lasciano il tempo che trovano, ma è probabile che la Galizia non riapparirà più sugli inventari della politica europea. Assai più della cartografia c’importa il mondo che in quella regione esisteva – cioè gli uomini che nel Königreich Galizien und Lodomerien (questo era il nome ufficiale della provincia) respiravano, amavano, si guadagnavano da vivere, piangevano, speravano e morivano. Per le strade di Lemberg, Tarnopol, Przemysl, Brody (patria di Joseph Roth), Rzeszow, Kolomea camminava un insieme variegato di ruteni (così allora si chiamavano gli Ucraini), polacchi, ebrei (in alcune città quasi metà della popolazione), rumeni, zingari, huzuli (che fra il 1918 e il 1919 costituirono una repubblica indipendente di breve durata). Ognuna di queste città aveva un nome diverso secondo la lingua degli abitanti che vi convivevano, in ognuna di esse le chiese cattoliche girato l’angolo si trasformavano in sinagoghe e queste in chiese ortodosse e uniate. Non era una regione ricca, anzi i funzionari della Kakania la consideravano la più povera e arretrata dell’impero; era tuttavia, proprio per la pluralità delle sue etnie, culturalmente viva e generosa, con teatri, giornali, scuole e università in più lingue e una fioritura di scrittori e musicisti che dobbiamo ancora imparare a conoscere. È questo mondo che si trovò nel 1919 da un giorno all’altro politicamente e giuridicamente annientato ed è a questa multiforme, intricata realtà che l’occupazione nazista (1941-1944) e poi quella sovietica diedero qualche decennio dopo il colpo di grazia. Ma ancor prima di diventar parte dell’Impero austro-ungarico, la terra che portava il nome di Halyč o Galizia (secondo alcuni di origine celtica, come la Galizia spagnola) e alla fine del medioevo era sotto il dominio ungherese col nome di principato di Galizia e Volinia, era stata contesa di volta in volta fra cosacchi, russi e polacchi, finché la granduchessa Maria Teresa d’Austria profittò della prima spartizione della Polonia nel 1772 per annetterlo al suo impero. Nel 1922 il territorio fu annesso all’Unione Sovietica, col nome di Repubblica socialista sovietica Ucraina, da cui si separò nel 1991 abbreviando il proprio nome in Repubblica Ucraina.
È tempo di cessare di credere ai nomi e ai confini segnati sulla carta e di chiedersi piuttosto che ne è stato, che ne è di quel mondo e di quelle forme di vita che abbiamo appena evocato. Come sopravvivono – se sopravvivono – al di là degli infami registri delle burocrazie statuali? E la guerra ora in corso non è ancora un volta il frutto dell’oblio di quelle forme di vita e l’odiosa, letale conseguenza di quei registri e di quei nomi?
24 aprile 2023
Giorgio Agamben
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musicaintesta · 1 year
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Povera patria
Schiacciata dagli abusi del potere
Di gente infame, che non sa cos'è il pudore
Si credono potenti e gli va bene quello che fanno
E tutto gli appartiene
Tra i governanti
Quanti perfetti e inutili buffoni
Questo paese devastato dal dolore
Ma non vi danno un po' di dispiacere
Quei corpi in terra senza più calore?
Buon compleanno, vate, genio, Maestro ♥️🎶
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valentina-lauricella · 8 months
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Da Inno al Redentore
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Tutto chiaro ti fu sin dall'eterno quel che aveva da soffrire quest'infelice umanità, ma lascia ora ch'io t'abbia per testimone personale dei nostri immensi affanni.
O Uomo-Dio, pietà di questa misera vita che tu provasti.
Le antiche fole finsero che Giove, venendo al mondo, restasse irritatissimo dalle malvagità umane e mandasse il diluvio. Era allora la nostra gente assai meno afflitta, perché non conosceva per intero il proprio dolore e il proprio difficile cammino, e ai poeti parve che la vista del mondo dovesse muovere gli dèi più a ira che a pietà.
Ma noi, poi che fatti così dolenti, pensiamo che la tua visita ti debba aver mosso a compassione. E già fosti veduto piangere sopra Gerusalemme. Era in piedi questa tua patria (giacché tu pure volesti avere una patria sulla Terra) che sarebbe stata distrutta e fatta desolata. Così tutti siamo fatti per renderci infelici e distruggerci reciprocamente, e l'impero romano fu distrutto, e Roma saccheggiata, ed ora anche la nostra misera patria... (vedi Canzone All'Italia)
Tu sapevi già tutto ab eterno, ma permetti all'immaginazione umana che noi ti consideriamo come più intimo testimone delle nostre miserie. Tu hai provato questa vita nostra, tu ne hai assaporato il nulla, tu hai sentito il dolore e l’infelicità del nostro essere.
Pietà di tanti affanni, pietà di questa povera creatura tua, pietà dell'uomo infelicissimo, di quello che hai veduto, pietà del genere tuo, poiché hai voluto avere comune la stirpe con noi, esser uomo anche tu.
Ora vado tutto il giorno errando di speranza in speranza, e mi scordo di te, benché sempre deluso dal bene terreno che mi sfugge o, una volta che l'abbia conseguito con molte fatiche, non mi soddisfa.
Tempo verrà che io, vedendo che non mi resta altra luce di speranza, altro stato a cui ricorrere, porrò tutta la mia speranza nella morte, e allora ricorrerò a te.
Abbi, allora, misericordia.
(Libera rielaborazione da Abbozzo di Inno al Redentore, di G. Leopardi)
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canesenzafissadimora · 8 months
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Povera patria
Schiacciata dagli abusi del potere
Di gente infame, che non sa cos'è il pudore
Si credono potenti e gli va bene quello che fanno…
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F. Battiato
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francesca-fra-70 · 1 year
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E anche oggi leccapiddini che si credono giornalisti.
Povera Patria. 🤦🏻‍♀
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gaysessuale · 1 year
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c'è poesia nel riguardarsi alle cinque e mezza del mattino l'esibizione di Povera Patria (Sanremo 2021, Colapesce e Dimartino) e schiaffeggiarsi a vicenda ad ogni sillaba pronunciata
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bicheco · 11 months
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Povera patria
Il peggior difetto dell'italiano è il servilismo. Non è necessario lottizzare la RAI: lo schiavo riconosce subito l'odore del padrone.
Dopo il servilismo viene l'ipocrisia.
E dopo l'ipocrisia? Forse l'ignoranza.
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a--piedi--nudi · 2 years
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Mentre il mondo fa la guerra e i politici si parlano addosso, mentre il papa nomina beati e la terra trema, si scalda, scalcia, annega; mentre il dolore si accovaccia al gelo e gonfia di fame, mentre ognuno crede di essere migliore, sento cos'è l'odio che rimpicciolisce l'animo umano. Lo sento cucire cicatrici e scuse alla bell'e meglio: crea muri, sventola bandiere, si arroga diritti, non riesce a capire, non perdona, tace nella ripicca, crede di esser forte e cala a picco in una solitudine povera povera, come questa patria, direbbe qualcuno, come me, dico io, a quest'ora della sera mentre tu ami un altro e io giro il dito nella piaga...che se non è a sinistra la croce, stavolta la metto all'entrata con la prima scheda dopo anni e anni, rifiutata.
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lupo64sblog · 1 year
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Grandissimo Battiato che più di 30 anni fa aveva già visto la deriva del nostro paese. Attualissimo anche nei nostri tempi.
Povera Patria è il titolo.
Un brano di denuncia che utilizza anche delle affermazioni forti, come "Schiacciata dagli abusi del potere, di gente infame, che non sa cos'è il pudore" o "Tra i governanti, quanti perfetti e inutili buffoni", segno di una distanza anche tra la politica e le persone che rappresentavano.
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blacklotus-bloog · 2 years
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ALL' ITALIA
O Patria mia, vedo le mura e gli archi
E le colonne e i simulacri e l'erme
Torri degli avi nostri,
Ma la gloria non vedo,
Non vedo il lauro e il ferro ond'eran carchi
I nostri padri antichi. Or fatta inerme,
Nuda la fronte e nudo il petto mostri.
Oimè quante ferite,
Che lividor, che sangue! oh qual ti veggio,
Formosissima donna! Io chiedo al cielo
E al mondo: dite dite;
Chi la ridusse a tale? E questo è peggio,
Che di catene ha carche ambe le braccia;
Sì che sparte le chiome e senza velo
Siede in terra negletta e sconsolata,
Nascondendo la faccia
Tra le ginocchia, e piange.
Piangi, che ben hai donde, Italia mia,
Le genti a vincer nata
E nella fausta sorte e nella ria.
Se fosser gli occhi tuoi due fonti vive,
Mai non potrebbe il pianto
Adeguarsi al tuo danno ed allo scorno;
Che fosti donna, or sei povera ancella.
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GIACOMO LEOPARDI
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superfuji · 2 years
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La vera storia del padre di Hitler
di Mauro Suttora
Il ministro degli esteri Russo, Lavrov, ha detto in una intervista a Rete 4 che "anche Hitler aveva origini ebraiche". Ma sul padre del Führer sono stati scritti interi libri 
Non c'è nulla di nuovo nella sparata di Lavrov ("Anche Hitler, come Zelensky, aveva origini ebraiche"), ma è singolare che il ministro degli Esteri russo si riduca a raccattare speculazioni su siti complottisti e neonazi.
Sono stati scritti infatti interi libri sul padre del Führer, il doganiere Alois Hitler (1837-1903), nato col cognome Schicklgruber nel paesino austriaco di Dollersheim. Cambiò il cognome in Hiedler e poi in Hitler soltanto nel 1877: appena dodici anni prima che nascesse Adolf, frutto del suo terzo matrimonio con l'ex donna di servizio Klara Polzl.
Questa girandola di nomi deriva dal fatto che Alois era figlio di N.N. Sua madre Maria Anna Schicklgruber, povera contadina, iscrisse il padre di Adolf all'anagrafe parrocchiale dandogli il proprio cognome. Lei, ormai quarantenne e nubile, nel 1836 era cuoca presso la ricca famiglia ebrea Frankenberger di Graz. E il rampollo 19enne di Frankenberger potrebbe aver messo incinta la donna. Di sicuro il padre pagò a Maria Anna, tornata al paese natio, un assegno di mantenimento per il piccolo Alois fino al compimento dei 14 anni. Perché? Per tacitare uno scandalo?
La ricostruzione, da prendere con le molle, è opera di Hans Frank, avvocato personale di Hitler, poi ministro della Giustizia del Terzo Reich e infine governatore della Polonia occupata, dove sterminò milioni di ebrei. Per questo Frank fu condannato a morte nel 1946 al processo di Norimberga e giustiziato. Prima di essere impiccato scrisse un memoriale di mille pagine pubblicato nel 1953 e conservato oggi a Gerusalemme, nel museo dell'Olocausto.
Fu lo stesso Hitler nel 1930 a ordinare a Frank di indagare sulle proprie origini, perché era vittima di un ricatto da parte del figlio del proprio fratellastro: questi lo minacciava di rivelare che il suo sangue era per un quarto ebraico. Scandaloso, per il campione dell'antisemitismo.
Quando Frank gli riferì il risultato delle ricerche genealogiche, il dittatore si mise a strepitare: «Non è vero! Mio padre mi rivelò di essere figlio di Georg Hiedler, un mugnaio che mia nonna sposò cinque anni dopo. Sì, lei lavorò dai Frankenberger, ma questi la pagarono soltanto perché la Schicklgruber li ricattò, fingendo che il padre fosse il giovane Frankenberger».
In realtà sono ben tre i nonni possibili di Adolf Hitler: l'ebreo Frankenberger, Hiedler o Johann Huttler, il fratello più agiato di Hiedler che allevò Alois. Non stupisca la differenza di cognome tra i fratelli: le anagrafi di campagna in quell'epoca non erano un modello di precisione. Entrambi i cognomi comunque destavano sospetti in un antisemita perché derivanti, come il più diffuso Hutter, dalla comune radice ebraica "hut", "cappello".
In ogni caso Hitler si vergognava di suo padre, di sua nonna e di Dollersheim. Non voleva che la sua "patria ancestrale" si trasformasse in luogo di pellegrinaggio, ma soprattutto che qualcuno scoprisse la sua imbarazzante genealogia. Per questo nel 1938, subito dopo l'Anschluss dell'Austria, fece evacuare Dollersheim.
La scusa fu che c'era bisogno di un campo d'addestramento. Ma Hitler in realtà voleva distruggere quel paese. Un'enorme area di 24mila ettari venne requisita, settemila contadini furono cacciati. Arrivarono panzer, Ss e bandiere con la svastica. La zona fu trasformata in un immenso poligono di tiro: la più grande area di esercitazioni militari del Terzo Reich. Poi i sovietici occuparono quella parte di Austria 150 km a nordovest di Vienna. Ma anche dopo che se ne andarono nel 1955, e fino a oggi, l'area è rimasta in mano ai militari austriaci per le loro manovre.
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alemicheli76 · 2 months
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"Uomo libero” di Raffaele Gatta Nulla die Edizioni. A cura di Rita Bompadre
“Povera Italia ridotta a colonia, di disoccupazione fabbrica/Crociera turistica condotta da ruffiani/Non più patria di virtù, ma di prostituzione mediatica”. L’esplicita intestazione appartiene all’opera “Uomo libero” di Raffaele Gatta (Nulla die Edizioni, 2023 pp. 86 € 13.00) con la prefazione di Diego Fusaro. Il libro affronta il declino della coscienza e l’inesorabile decadenza della società,…
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