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#perle ai porci
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Elio e le Storie Tese che nel jingle della Germania citano Sven Väth e nessuno lì in mezzo che sappia chi sia 🥲
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itsmyecho · 7 months
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Scrivere delle riflessioni, pensieri, ragionamenti su Tumblr equivale e dare le perle ai porci. Ormai anche su Tumblr si guarda solo a culo e tette. È diventato la brutta copia di instagram. Mi manca il Tumblr del 2014
A malincuore ho visto anche io questa trasformazione di tumblr. Ma se anche questo posto si è evoluto così, vuol dire che stiamo andando verso una società dove il corpo viene usato come strumento per fare business e che quindi molti diritti per cui donne e uomini hanno lottato in passato, sono diventati inutili. Noi magari siamo diventati la parte marcia di tumblr, quella attaccata ai ricordi nostalgici che non progredisce nel nuovo sviluppo della società. Però, ricordiamo che questo posto è stato ideato per sentirsi a casa e rifugiarsi qui dal mondo esterno. Quindi magari chi usa il proprio corpo come strumento e chi sfoga i propri ormoni qui dentro, si sente anch'esso a casa e non mi resta che dire buon per loro.
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ars-solitudine · 8 days
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Perle ai porci.
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Scelti per voi
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Fonte: pixabay.com
Una piccola scelta di libri “certificati” dai bibliotecari per distrarvi nel migliore dei modi durante le vacanze. Si tratta di novità, di titoli non recentissimi ma che magari vi sono sfuggiti e meritano attenzione, e di opere da cui sono stati tratti ottimi film.
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Se non l’avete ancora letto vi consigliamo L’animale più pericoloso di Luca D’Andrea, del 2020. Ma qual è l’animale più pericoloso? Se non ci si lascia sviare dall’immagine di copertina, si può intuirlo fin dalle prime righe di questo avvincente giallo che ha come tema (argomento di scottante attualità) la salvaguardia dell’ambiente. A parte l’idea di fondo dell’adolescente rapita che ricorda il pregevole La ragazza nella nebbia di Donato Carrisi, la storia si dipana in maniera diversa, dalla location (le montagne della Val Pusteria), ai moventi dei crimini, allo stile, agile, moderno, mai banale. Anche il finale diverge, ma su questo, naturalmente, non sveliamo nient’altro. Rispettata in pieno l’unica regola cui i gialli dovrebbero essere sottoposti: quella di inchiodare il lettore alle pagine, fino alla conclusione.
Pare che le case di ringhiera della vecchia Milano siano una continua fonte di ispirazione per scrittori e assassini: dopo i gialli di Francesco Recami orientati sulla figura dell’ex tappezziere in pensione Amedeo Consonni, è il vice-commissario Enea Zottìa che deve occuparsi di una serie di crimini in un vecchio stabile malandato nel cuore di Milano nell’ultimo libro di Marco Polillo I delitti di corso Garibaldi. Ma le indagini ci porteranno anche a Viboldone, frazione di San Giuliano Milanese e sede di un’antica Abbazia, e all’isola di San Giulio sul lago d’Orta (ebbene sì, proprio nel luogo in cui C’era due volte il barone Lamberto!), dove le vicende, soprattutto sentimentali, dei protagonisti troveranno il loro più naturale scioglimento.
Ambientato sul lago di Como è I milanesi si innamorano il sabato di Gino Vignali, il cui titolo si ispira al famosissimo I milanesi ammazzano al sabato di Scerbanenco (da cui è stato tratto anche un film per la regia di Duccio Tessari). “Dopo la fortunata tetralogia riminese con protagonista Costanza Confalonieri Bonnet, Gino Vignali cambia atmosfere e personaggi ma mantiene intatti il tono scanzonato e il ritmo incalzante che contraddistinguono i suoi fortunati gialli. Suspense, erotismo, umorismo sono gli ingredienti vincenti di un romanzo che, giocando abilmente con dubbi e ossessioni, incertezze e desideri, incanta il lettore in un riverbero di luci e ombre. Come l’acqua del lago, quando sembra calma ma non lo è”.
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Non intendiamo certo tralasciare l’ultimo Simenon, L’orsacchiotto, anche questa opera di introspezione, di scavo profondo nella psiche umana aperto a più interpretazioni, una delle quali può essere che non è possibile mantenere sempre il controllo su tutto, anche ad altissimi livelli professionali: dopo una intera esistenza trascorsa all’insegna del più assoluto dominio di sé, una sola deroga al perfetto meccanismo esistenziale che il protagonista si è imposto può costare un prezzo inestimabile.
Torna nell’ultimo romanzo di Fabio Stassi, Notturno francese, il simpatico counselor della rigenerazione esistenziale Vince Corso, ma in questo caso, come per Simenon, l’indagine è introspettiva: un viaggio parallelo nei ricordi dell’infanzia e in treno, lungo la Costa Azzurra, terra d’origine del nostro detective-bibliofilo, trapiantato in Via Merulana. Finalmente sarà svelato il mistero del padre mai conosciuto a cui Vince indirizza cartoline nell’unico luogo che di sicuro aveva frequentato, almeno per una memorabile notte, ovvero il mitico Hotel Negresco.
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Folgorante fin dall’incipit, la lettura di Perle ai porci (il titolo originale suona: God Bless You, Mr. Rosewater, or Pearls Before Swine) rende pienamente ragione a Umberto Eco che annoverava Kurt Vonnegut tra i suoi scrittori preferiti:
Uno dei protagonisti di questa storia, storia di uomini e donne, è una grossa somma di denaro, proprio come una grossa quantità di miele potrebbe essere, correttamente, uno dei protagonisti di una storia di api.
Ironico, dissacrante, politicamente scorretto, bizzarro, surreale, a metà strada fra America di Kafka e i racconti di Carver; uno stile veloce, tagliente; un lessico moderno e spiazzante. Se poi vi affezionate a questo autore, allora vi consigliamo Ghiaccio-nove, anche questo composto in una forma originalissima che sconcerta il lettore con la sua imprevedibile fantasia che scardina completamente gli schemi narrativi tradizionali. Strutturato a brevi capitoli sullo stile del Tristram Shandy di Sterne è un libro trasgressivo, esilarante fino al demenziale, davvero “uno dei tre migliori romanzi dell’anno scritto dal più grande scrittore vivente” come lo accolse Graham Greene nel 1963, anno della pubblicazione. Una potente satira della società contemporanea, che punta in particolare alla condanna della guerra, argomento quanto mai tristemente attuale.
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Lo spaccone  di Walter Tevis è un romanzo di formazione in cui il protagonista svolge il suo “apprendistato” (come lo definisce Fabio Stassi nella prefazione all’edizione minimum fax) nelle sale da biliardo dove sbarca il lunario spennando ‘polli’ grazie al suo non comune talento. Ma la conquista della consapevolezza comporta un prezzo molto alto: la coscienza del proprio valore si paga con la perdita della libertà. Un libro con i fiocchi che non poteva non ispirare un capolavoro come il film di Robert Rossen del 1961 con un Paul Newman perfettamente incarnato nella parte di Eddie Felson, The Fast, ‘lo svelto’. A voi il piacere di scoprire le differenze (che ci sono, e anche notevoli) tra il libro e il film. Newman rivestirà lo stesso ruolo nel 1986 come mentore del giovane Tom Cruise in Il colore dei soldi, per la regia di Scorsese, sempre dal sequel di Tevis.
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Da La morte corre sul fiume di Davis Grubb è stato tratto nel 1955 per la regia di Charles Laughton un film talmente bello e originale proprio dal punto di vista tecnico da far rimpiangere che si tratti dell’unico exploit come regista da parte del celeberrimo attore britannico. Tratto da una drammatica storia vera, il romanzo si dispiega su più piani narrativi: il tema fiabesco, reso da Laughton con splendide immagini dello sfondo naturale notturno, il noir e la denuncia del fanatismo religioso. “La storia è qualcosa di più, se possibile, dei fatti che la compongono, è un’omelia nera, una lunga e cupa ballata atroce almeno quanto le filastrocche infantili che di tanto in tanto la interrompono, risuonando nel vuoto”.
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Non è una storia dell’orrore, come il precedente Dracula, che tanta popolarità diede al suo creatore, Bram Stoker: Il gioiello dalle sette stelle è soprattutto un racconto d’avventura, i cui protagonisti, sorta di Indiana Jones tra le mummie, sono morbosamente infatuati dalla passione per la storia egizia. A metà tra il romanzo gotico di stampo ottocentesco e l’egittomania molto diffusa all’epoca, tanto da influenzare anche Conan Doyle e Poe, è un romanzo piacevole e adatto come lettura per le vacanze. Tra culto della reincarnazione, sarcofagi, ricerche archeologiche, luoghi affascinanti come il misterioso Egitto e la nebbiosa Londra, abbiamo anche la possibilità di scegliere tra due finali, perché il pubblico non gradì il primo e costrinse l’autore, pare, a riscriverne uno nuovo nella seconda edizione uscita nel 1912, anno della sua morte. In questa ristampa di ABEditore del 2022 sono presenti entrambe le varianti.
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diceriadelluntore · 1 year
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Storia Di Musica #268 - Pearls Before Swine, The Use Of Ashes, 1970
Dei tre dischi che, finiti per caso uno vicino all’altro sulla mia scrivania mentre spolveravo la mia discoteca, due erano di questa band particolarissima, che delle immagini di opere d’arte rinascimentali ha fatto un suo tratto caratteristico. La band dei Pearl Before Swine si materializza attorno la figura del suo leader fondatore, Tom Rapp: eccentrico, geniale, appassionato, sceglie il nome per la sua band da un passo del Vangelo di Matteo: Non date le cose sante ai cani e non gettate le vostre perle davanti ai porci (pearls before swine ndt), perché non le calpestino con le loro zampe e poi si voltino per sbranarvi. Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questa infatti è la Legge ed i Profeti (Mt 7,6.12-14). Della sua infanzia, c’è un particolare che mi piace sempre ricordare: da un trafiletto del giornale locale conservato dalla madre, in un concorso canoro per bambini di Rochester, Minnesota, Tom Rapp arriva terzo davanti ad un giovane Robert Zimmerman di Duluth, che arriva 5°, il quale con tutta probabilità è il futuro Bob Dylan. Rapp cresce con l’amore per il folk, l’arrangiamento e gli strumenti musicali particolari, e ama cantare nonostante un sigmatismo della pronuncia, che rende la sua voce ancora più simpatica. Va a studiare in Florida, e nel 1965 fonda il gruppo con i suoi amici di college Wayne Harley (chitarre e mandolino), Roger Crissinger (tastiere) e Lane Lederer (basso) e con la convinzione che “se i Fugs pubblicano dischi, possiamo farlo anche noi”, tanto che mandano un demo alla stessa casa discografica dei Fugs, la ESP di New York. Che rimane ammaliata, e ingaggia i nostri per delle registrazioni con Richard Alderson. Il risultato nel 1967 è One Nation Underground: in copertina, un particolare de Il Giardino Delle Delizie di Hyeronimus Bosch, il disco è un folk acido che se parte dai grandi (Guthrie, Dylan, Joan Baez, Leonard Cohen) ne trasforma le atmosfere, per uno dei dischi più originali degli anni ‘60 statunitensi. Vende addirittura 200 mila copie, ma Rapp dirà che non vedrà mai un soldo. Il secondo disco con la ESP è ancora più bello: Balaklava (1968) ha in copertina Il Trionfo Della Morte di Peter Brueghel il Vecchio, sul retro sette disegni di Jean Cocteau e una frase lapidaria del poeta Victor Santayana: Soltanto i morti hanno visto la fine della guerra. Disco meraviglioso, si apre con la registrazione della voce e della tromba di uno dei 600 sopravvissuti tra i cavalieri inglese della battaglia di Balaklava, durante la Guerra di Crimea (1854). Finito il contratto con la ESP, Rapp si sposa con la naturalista olandese Elisabeth Joosten e firma con la Reprise. Scioglie la band, di cui rimane solo il nome, e si circonda di sessionisti di altissimo livello: Grady Tate, un grande della batteria jazz, Richard Greene, geniale violinista e flautista, Jim Fairs e altri, con cui pubblica These Things Too (1969). In copertina, un Cristo di Giovanni Bellini, atmosfere appena più curate, una sentita e bella cover di I Shall Be Released di Bob Dylan. Rapp va in Olanda con la moglie, e inizia lì a scrivere materiale per un nuovo disco: viaggiano sulla tratta inaugurale della nave Queen Elizabeth II, e vivono per mesi a Utrecht. Ritorna a Nashville, con una nuova schiera di musicisti, tra cui David Briggs e Charlie McCoy che fu uno dei più fidati musicisti di Dylan, persino Elizabeth che canta insieme a lui e registra The Use Of Ashes, che esce nel 1970. Il titolo prende spunto da un verso della canzone di apertura, uno delle perle di Rapp: vedendo la moglie pulire delle vecchie monete con della cenere, Rapp immagina The Jeweller che “ha un negozio all’angolo del viale” e con la cenere i gioielli li “rende brillanti\adora Dio con la cenere”. La canzone rappresenta al meglio lo sguardo sull’umanità minima tanto cara a Rapp, e anche al lavoro artigianale delle cose e verrà ripresa anni dopo dal supergruppo This Mortal Coil per una cover gotica ed elegantissima. C’è uno strumentale per un film, From The Movie Of The Same Name, c’è una Rocket Man, scritta il giorno dell’allunaggio di Neil Armstrong dell’Agosto del 1969, ispirata ad un racconto di Ray Bradbury dallo stesso titolo nella raccolta L’Uomo Illustrato (conosciuta in Italia anche come Il Gioco Dei Pianeti); il brano nasconde un’altra curiosità, se è vero che Bernie Taupin, il braccio destro e paroliere di Elton John, dichiarò di essersi ispirato a questo brano, e non a Bowie, per il brano Rocket Man, singolo di successo del 1972 dall’album Honky Château. Song For A Rose è un altro dipinto metafisico, metafora della delicatezza dell’esistenza e delle sue contraddizioni. Riegal è un duetto vocale marito e moglie dall’atmosfera esotica. God Save The Child è la canzone più “pop”, Margery è, nel solco dei grandi folksinger, un ricordo personale legato ad una donna. Rapp non perde l’occasione per dichiarare la sua idea di mondo: in When The War Began riprende i temi di Balakvala e dichiara senza esitazioni l’inutilità della guerra, ma il colpo di classe è in MS Rigel, ispirata alla storia vera della nave norvegese MS Rigel, affondata dagli aerei britannici il 27 Novembre 1944: trasportava prigionieri di guerra tedeschi, e siccome era scortata da due V-Boat, fu scambiata per una nave che trasportava militari. L’attacco inglese ne causò l’affondamento, e la conseguente morte di 2571 persone, tra prigionieri sovietici, polacchi, serbi, disertori tedeschi, norvegesi e militari tedeschi della nave. In copertina, un particolare di un arazzo probabilmente di fattura fiamminga del XV° secolo, che rappresenta La Caccia All’Unicorno, conservato al Metropolitan Museum di New York. Rapp, che rifiuterà di esibirsi a Woodstock proprio mentre registrava questo disco, continuerà per un paio di anni a suonare e comporre, fino al 1973, quando si ritira dalla scena musicale. Si iscrive all’Università, dove prende una laurea in Economia e nel 1984 in Legge, diventando avvocato civilista. Si trasferisce in Florida dove esercita la professione per anni, fino al 1997, quando un gruppo di artisti cultori dei suoi PBS gli dedica un album tributo, For The Dead In Space: Rapp ha come un sussulto, e pubblica dopo 25 anni dal suo ultimo disco (Sunforest del 1973) un ultimo meraviglioso disco, A Journal Of The Plague Year (1998) un ritorno al folk anni ‘60 con la classe e la genialità di un personaggio tanto singolare quanto misconosciuto, e del suo gruppo meraviglioso, meraviglioso anche per la copertine dei dischi.
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a-tarassia · 1 year
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Io però non credo che WImbledon mi abbia cambiato. Anzi, ho la sensazione di essere stato messo a parte di un piccolo, ignobile segreto. Vincere non cambia niente. Adesso che ho vinto uno Slam, so qualcosa che a pochissimi al mondo è concesso sapere. Una vittoria non è piacevole quanto è dolorosa una sconfitta. E ciò che provi dopo aver vinto non dura altrettanto a lungo. Nemmeno lontanamente.
Andre Agassi, Open
Secondo me tutti prima o poi dovrebbero leggere Open di Agassi, lo so perchè me lo sento.
Ho voglia di leggerlo da quando è uscito e avevo sentito una recensione in radio e mi son detta tra me e me, tu questo devi leggerlo, poi è rimasto nella lunga lista di libri che avrei dovuto leggere, ma il suo momento non arrivava mai.
Nell’ultimo Bengala Ray Banhoff ne parla e dice che è un libro che bisogna leggere e tira fuori degli estratti per spiegare perchè, uno degli estratti è l’incipit di questo post. Secondo me è una delle assolute verità di cui bisogna tenere conto come colonna portante di ogni nostra decisione o azione. Un po’ come quando Selena Gomez dice che quando ti senti che non ce la puoi fare devi ricordarti che sei giusta così perchè you’re meant to be here now.
Allora ho scritto a Ray Banhoff più per lamentarmi di una cosa, ma gli ho detto che finalmente ho scaricato Open e che grazie al suo endorsement mi sono convinta ad iniziarlo e lui mi ha risposto letteralmente che non lo ha letto, lo ha solo comprato.
Non so cosa volevo dire con questo post, ma ormai è andato.
La mia megalomania, che non so da dove viene avendo io il sole in settima casa, mi fa pensare che io vi dico e vi dico, ma son perle ai porci.
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crazybutsensible · 8 months
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"Non date perle ai porci"
In fondo cosa significa?
Significa che a ciò che dai importanza, alla fine ti descrive. Per cui fai attenzione di non diventare ciò che gli altri sono!
Quando qualcuno non è degno di risposte... l'arma migliore è il silenzio.
Quando qualcuno non capisce le tue parole, lascia che capisca la tua indifferenza.
Quando qualcuno si crede superiore,
sii superiore; lascialo nella sua convinzione.
Quando qualcuno "prende fischi per fiaschi" qualsiasi tua spiegazione sarebbe inutile.
Quando la volgarità, l'ignoranza, la cattiveria, la maleducazione ... trova confronto... si nutre.
Quando non vuoi essere ciò che non ti piace ...
ricordati:
L'indifferenza disarma.
Chi mantiene il sorriso per la propria strada... vince!
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donnabisestile · 1 year
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I Depeche Mode ospiti durante la finale di Sanremo sono la definizione perfetta del detto perle ai porci.
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betterthinkofme · 2 years
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I'm going back to read comments and reviews from the Tribeca film festival now that I have seen the episode and
Holy shit.
I want what the dude saying that "Kim looked completely betrayed when Jimmy was sending her out" is smoking because you have to be high on crack to see it that way.
Imagine seeing the episode before anyone else just to completely misread the point cristiddio le perle ai porci proprio lmao
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erosioni · 4 months
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Non saremo perdonati
Non saremo perdonati per aver amato invano. Non saremo perdonati per aver amato riamati e neppure per non aver amato affatto. Non saremo perdonati per aver dato le perle ai porci. Non saremo perdonati per aver cresciuto piantine sul davanzale. Non saremo perdonati per le ferite inferte o subite. Non saremo mai perdonati per la paranoia. Non saremo perdonati per l'inazione e per l'omissione. Non saremo perdonati di aver mangiato il cibo a tradimento e di aver riso mentre il debole moriva (peraltro non sarà perdonato neanche il debole). Non saremo perdonati per i desideri impuri e neppure per quelli puri. Non saremo perdonati per le lacrime sincere e per quelle da coccodrillo. Ci incammineremo privi di perdono, per l'incerta pianura, col segno di Caino ben stampato sulla fronte. E non saremo perdonati. Forse, prima di morire, impareremo a perdonarci da soli. E allora sarà fatta la Sua volontà.
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ars-solitudine · 7 months
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Parità tra donne e uomini rispetto a diritti, trattamento, responsabilità, opportunità e risultati economici e sociali, mi impone che le perle siano date non solo ai porci ma anche alle porche.
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comefiorineldeserto · 4 months
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Stai gettando perle ai porci, così.. con nonchalance! Ma le recepisco forte e chiaro..
Non credo di star gettando perle ai porci sinceramente
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micro961 · 5 months
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Leti Dafne - Sono tornata
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L'ultimo singolo dell’artista cremonese che unisce rap e lirica
Rinascita, nuovi inizi dopo la pandemia e tanto altro. “Sono tornata” è il nuovo singolo di Leti Dafne uscito per ED Music Recording, Egiuann in società con Daze, del gruppo Jaywork. Il ritorno musicale dell'artista, dopo il periodo della pandemia, in cui tutto il mondo è rimasto bloccato.
«La sensazione, comune a molte donne sopra i 45, di avere ormai poco da offrire. Questa società spesso passa messaggi come: "l'uomo matura e migliora come il vino, la donna invece è destinata ad invecchiare ed essere poco attraente”». Leti Dafne
 Leti Dafne torna più incattivita che mai, con il suo rap sfacciato e irriverente. Torna con i capelli grigi e dichiara: «Eh già, questa società mi vorrebbe come nonna Papera a sfornare dolci e invece sforno rime cattive però come Maga Magò)». 
La produzione è firmata dallo stesso Egiuann e da Marino Armeno che hanno proiettato le liriche in una fusione di sonorità classiche e hip hop moderne. Viene invitata ad esibirsi come ospite al Premio Tenco nella serata di sabato 21 ottobre in occasione dell’assegnazione delle Targhe Tenco 2023.
Letizia Sperzaga, in arte Leti Dafne, è stata per 20 anni cantante lirica, e ha debuttato in molti ruoli operistici. È anche autrice teatrale, vincitrice di numerosi premi letterari. Dal 2015 scrive canzoni sue. È l’unica musicista al mondo a mischiare due generi molto lontani: il rap e la lirica. Nonostante la formazione classica ha sempre amato il rap fin da ragazzina, ed è convinta che con la buona metrica si possa veicolare qualsiasi tipo di messaggio. Nata a Cremona nel 1974, è diplomata in canto lirico presso il Conservatorio “A. Boito” di Parma, e laureata presso l’Istituto di Alta Formazione Artistica a Parma. Ha frequentato l’Accademia di Arte Scenica per cantanti lirici a Modena. Ha insegnato canto lirico e leggero in numerose scuole e accademie musicali. Pur amando molto l’Opera lirica ha sentito l’esigenza di creare qualcosa di nuovo, di suo, che “svecchiasse” la Lirica pur nel rispetto della tradizione. Nel 2017 esce il primo videoclip esperimento: “RIP Callas”, una canzone ironica sul mondo dell’Opera.
Nel 2018 esce il primo EP “Perle ai porci” (dando vita alla collaborazione con il producer e arrangiatore Egiuann). I suoi videoclip, toccano spesso l’argomento della della Cultura e dell’Arte in Italia. Occupandosi anche di divulgazione, ha creato anche una serie di video chiamata “Opere in 2 minuti” che raccontano in breve la trama delle Opere liriche in forma rap.
Nell’ottobre 2021 esce il nuovo singolo “L’altra metà del cielo”, che racconta con amarezza della disparità di genere nella nostra società. 
Leti Dafne attualmente collabora con le etichette ED Music e Jaywork. Un altro argomento che tratta spesso nei suoi brani è la disparità di genere, certamente con un punto di vista femminile, che nel rap è molto raro. Occupandosi anche di divulgazione, ha creato anche una serie di video chiamata “Opere in 2 minuti” che raccontano in breve la trama delle Opere liriche in forma rap. Il 1° aprile 2020 in piena pandemia, è uscito il suo primo album musicale dal titolo “Molto di più”. Da luglio 2023 collabora con Mattia Mugnai, violinista e amico storico, con cui ha sempre condiviso passioni come filosofia, kabbalah, spiritualità, mentalità finanziaria e molto altro. Una collaborazione che è iniziata per gioco e totalmente in amicizia, ma che si è rivelata invece un perfetto sostegno professionale, soprattutto per le performance dal vivo.
Contatti e social
https://www.youtube.com/channel/UC63sdmnjoAEp_ie4EvqyeEg https://www.instagram.com/letidafne/ bit.ly/letidafne_spoty
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petas1 · 6 months
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‘Perle ai Porci’, Mezzenile - 2021 ©
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bookofsand123 · 7 months
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Expressions françaises
Cette semaine j'ai appris des expressions français et j'ai essayé de les expliquer ou, quand je connaissais une expression similaire je l'ai traduite en italien.
mettre/prendre un râteau: dare/prendere un “palo”, quando un tentativo di seduzione va male, la persona desiderata dà un palo, quella rifiutata lo prende. “râteau”: rastrello.
rouler une pelle: baciare con la lingua. “pelle”: pala
se prendre/mettre un vent: essere ignorati, senza una risposta.
(se) faire la bise: dare un bacio (quelli che si danno per salutare, sulle guance).
poser un lapin: dare buca. “lapin”: buca.
mettre de l’eau dans son vin: invito a calmarsi quando si è nervosi.
avoir les yeux plus gros que le ventre: prendere/ordinare più cibo di quanto se ne possa mangiare.
avoir le coeur à l'ouvrage: lavorare con molta motivazione.
donner sa langue au chat: domandare la soluzione a un indovinello.
être connu comme le loup blanc: essere conosciuto, celebre.
vouloir le beurre et l'argent du beurre: volere tutto senza nessuna contropartita.
donner de la confiture aux cochons: dare le perle ai porci.
un froid de canard: un freddo cane.
botter en touche: evitare una situazione, rimandare.
ne pas casser trois pattes à un canard: essere comune, non avere nulla di straordinario.
tomber dans les pommes: essere stanco morto.
mettre le pieds dans le plat: fare una gaffe.
raconter des salades: dire cavolate.
être copain(s) comme cochon(s): essere amici stretti.
en faire tout un fromage: esagerare l’importanza di una cosa.
se couper les cheveux en quatre: fare un capello in quattro, essere troppo pignoli.
faut pas pousser mémé dans les orties: esagerare. “orite” (F): ortica. “pousser”: spingere. "mémé": nonnina.
monter sur ses grands chevaux: reagire in modo eccessivo.
pisser dans un violon: fare qualcosa di inutile.
jeter le bébé avec l'eau du bain: gettare il bambino con l’acqua sporca.
mentir comme un arracheur de dents: mentire senza alcuno scrupolo. “arracher”: strappare.
faire mouche: raggiungere il proprio obiettivo con precisione.
chier une pendule: innervosirsi per cose di poca importanza. “chier”: cagare.
il n’y a pas de fumée sans feu: ogni evento ha una causa.
mettre la puce à l'oreille: far sospettare qualcosa. 
naître sous la bonne étoile: avere fortuna o successo dalla nascita.
jeter l'argent par les fenêtres: fare cattivo uso dei soldi.
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tarditardi · 7 months
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Leti Dafne sul palco del Premio Tenco con Jaywork Music Group il 21 ottobre 
Il Premio Tenco, senz'altro la più importante manifestazione italiana per quel che riguarda la musica d'autore, torna in scena al Teatro Ariston di Sanremo dal 19 al 21 ottobre. Tra gli artisti sul palco, insieme a star del nostro panorama musicale come Alice, Angelo Branduardi, Carmen Consoli e Vinicio Capossela, c'è anche Letizia Sperzaga, in arte Leti Dafne, che è stata per 20 anni cantante lirica, e che oggi esplora territori musicali molto diversi tra loro. Ad esempio, l'hip hop: con ED Music, una delle label di Jaywork Music Group ha pubblicato "Sono Tornata". Per il gruppo discografico ed editoriale guidato da Luca Peruzzi e Luca Facchini è un risultato importante, che testimonia come Jaywork pubblichi musica di ogni genere, puntando sempre sulla qualità.
In particolare, Leti Dafne si esibisce sabato 21 ottobre, proprio con Vinicio Capossela, Flavio Giurato, Tosca e Tom Tzè. L'artista è stata selezionata grazie a Tenco Ascolta, una serie di live organizzati dal Club Tenco in giro per l'Italia durante i quali vengono selezionati i cantautori ritenuti più interessanti. Nata a Cremona nel 1974, Leti Dafne è diplomata in canto lirico presso il Conservatorio "A. Boito" di Parma, e laureata presso l'Istituto di Alta Formazione Artistica a Parma. Ha frequentato l'Accademia di Arte Scenica per cantanti lirici a Modena. Ha insegnato canto lirico e leggero in numerose scuole e accademie musicali.  È anche autrice teatrale, e ha vinto numerosi premi letterari.  
Nonostante la formazione classica è sempre stata molto aperta alle novità e alla sperimentazione.  Ha sempre amato il rap fin da ragazzina, sentendosi costretta quasi a vergognarsene, perché gli ambienti musicali e culturali che frequentava snobbavano un po' questo genere.  A un certo punto però, pur amando molto l'Opera lirica, ha sentito l'esigenza di creare qualcosa di nuovo, qualcosa di originale, che "svecchiasse" la Lirica pur nel rispetto della tradizione.  Dal 2015 scrive canzoni sue.  Si può dire che sia l'unica musicista al mondo a mischiare due generi molto lontani: il rap e la lirica. È convinta che attraverso il rap e la buona metrica si possa veicolare qualsiasi tipo di messaggio: anche sociale, politico e culturale.
Leti Dafne, attraverso l'irriverenza del rap ma anche con la drammaticità della lirica, tocca i temi più disparati. Dai temi più sociali come l'omofobia e la violenza di genere, a quelli più personali e privati. Di fondo però nei suoi testi viene raccontato spesso l'amore per l'Arte, per la Cultura e per la Musica, perché in una società folle come la nostra, la Bellezza può essere davvero una via di rinascita e conoscenza di sé.  Nel 2017 esce il primo videoclip esperimento: "RIP Callas", una canzone ironica sul mondo dell'Opera. Nel 2018 esce il primo EP "Perle ai porci" (dando vita alla collaborazione con il producer e arrangiatore Egiuann con cui tuttora collabora). Leti Dafne attualmente collabora con le etichette ED Music e Jaywork. Da luglio 2023 collabora con Mattia Mugnai, violinista e amico storico, con cui ha sempre condiviso passioni come filosofia, kabbalah, spiritualità, mentalità finanziaria e molto altro. Una collaborazione che è iniziata per gioco e totalmente in amicizia, ma che si è rivelata invece un perfetto sostegno professionale, soprattutto per le performance dal vivo.
Leti Dafne - Sono Tornata (ED Music / Jaywork Music Group)
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