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#non fugge
kakekimurder · 1 month
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Posto le fotto zozze 100 likes, posto cose belle non se le caga nessuno
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phjlavtia · 8 months
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my brain's drawing connections i myself am not even able to catch up with
#its just.#il parallelismo padre-figlio/catone-roma/libertà/roma come repubblica#e il padre-figlio/patria-pompeo#catone che si immagina quasi come un pater patriae che stringe tra le braccia il cadavere di roma senza ancora sapere di essere destinato a#suicidarsi ad utica lontano dal cadavere della res publica (non ci sono più forze repubblicane cesare ha vinto ha rimandato il funerale#fin troppo e ora si rifiuta di vederne bruciare il cadavere?)#e pompeo che fugge dalla res publica e forse e perfettamente cosciente che sarà lontano dalla propria patria dove troverà la sua fine#nessuno dei due alla fine vedrà le fiamme che avviluppano le carni della res publica#e poi foscolo e la madre/patria#almen le ossa rendete allora al petto della madre mesta#foscolo in esilio cosciente che troverà la sua fine lontano dalla patria/madre e implora che almeno i suoi resti possano tornare tra le sue#braccia e la condizione di esilio eterno il crescere passivamente nella propria patria e sciegliersela poi attivamente difendendola e#combattendo per essa e la realizzazione del dover morire senza lo sguardo della propria madre/patria e senza il suo abbraccio#una pietà di michelangelo senza maria#una pietà di michelangelo senza cristo e maria che rivolge lo sguardo oltre l'osservatore verso il vuoto#raga non lo so im just talking at this point#i was probably mildly reaching the entire time idk. my brain just started screaming this at me#e poi.#il padre che innalza la pira e tiene le tetre torce fra le mani/catone disposto a tenere dietro al vacuo fantasma della res publica#la patria che viene risparmiata dall'essere macchiata dal sangue del suo figlio pompeo/l'implorazione di foscolo che almeno le sue ossa#possano essere sepolte nella terra della patria che è stata risparmiata (privata indebitamente?) del suo sangue#idk. a lot of reaching im aware#reference tag#hania collects
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parolerandagie · 1 year
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star nelle cose,
privilegio di pochi,
dei coraggiosi
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omarfor-orchestra · 1 year
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Cristo la smettete
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fiorenellanotte · 8 days
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Certo, chi combatte può morire… chi fugge resta vivo, almeno per un po'… Agonizzanti in un letto, fra molti anni da adesso… siete sicuri che non sognerete di barattare tutti i giorni che avrete vissuto a partire da oggi per avere l'occasione, solo un'altra occasione, di tornare qui sul campo, ad urlare ai nostri nemici che possono toglierci la vita ma non ci toglieranno mai la libertà!
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libero-de-mente · 1 month
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Ore 7:00, la vibrazione del telefonino mi distoglie da quel torpore del sabato mattina. Quando ti concedi qualche minuto in più. La testa piena di pensieri, oggi ci sarà un evento particolare e importante per uno dei miei figli.
Un obiettivo per il suo futuro.
Ma il telefonino vibra, guardo chi è... mia madre.
Mi si forma sempre un nodo alla gola, paura che le sia successo qualcosa.
- Pronto - rispondo con un filo di voce
- Ciao Rino, ti ho preso un regalo e non te l'ho dato ieri.
- Un regalo? Perché mamma?
- Perché oggi è il tuo compleanno, Rino hai sempre la testa fra le nuvole.
Si mette a piangere preoccupata della mia memoria evanescente - Sei sempre stato così - mi dice.
- Così come mamma?
- A modo tuo.
"A modo mio". Ancora si fa fatica a comprendere che sarebbe più giusto dire "in un mondo mio". Dove tutto sarebbe più giusto, senza le terribili notizie di cronaca internazionale di queste ore.
- Si mamma, "a modo mio"... comunque grazie del regalo.
- Poi passi da me che ti abbraccio?
- Si mamma, dopo passo.
Chiudo la telefonata, ho addosso un'angoscia e tanta paura. La vita è strana, fugge ma si lascia prendere, spesso ti illude e non riesci ad afferrarla.
Mi lacrimano gli occhi, oggi mia madre mi ha fatto gli auguri di buon compleanno. Compirò gli anni tra un mese. La sto lentamente perdendo.
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carmen35 · 10 days
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Felicità raggiunta, si cammina
per te sul fil di lama.
Agli occhi sei barlume che vacilla,
al piede, teso ghiaccio che s'incrina;
e dunque non ti tocchi chi più t'ama.
Se giungi sulle anime invase
di tristezza e le schiari, il tuo mattino
è dolce e turbatore. come i nidi delle cimase.
Ma nulla paga il pianto del bambino
a cui fugge il pallone tra le case.
Eugenio Montale
Felicità raggiunta da Ossi di seppia
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altri-menti · 3 months
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Ogni tic-tac è un secondo della vita che passa, fugge e non si ripete. E in essa c'è tanta intensità e interesse che il problema è solo saperla vivere.
(Frida Kahlo)
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l-incantatrice · 2 months
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“La vita fugge, non cercare dunque più di quanto ti offre la gioia del momento e affrettati a goderla..."
-Stendhal-
BUONGIORNO ♣️
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papesatan · 8 months
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briciole
Tornando a casa, ho scorto da lontano l’esile figura di zio Matteo, un uomo ultraottantenne roso dal cancro e dalla solitudine. Raggiunto in pochi passi, gli ho messo un braccio sulle spalle e lui mi ha detto a fil di voce: “Vado dalla compagna, shh”, un soffio trepidante, lo sguardo circospetto ad evitar la limosa invadenza delle comari di paese. L’ho guardato tenero in volto, ormai un fantasma, l’ombra distante di chi era, ancora innamorato. Dopo la morte della moglie, avvenuta ormai oltre dieci anni fa, mio zio non ha mai rinunciato alla felicità d’un nuovo amore, una gioia ritrovata pochi anni dopo grazie ad un circolo per anziani (mio zio a 80 anni più capace di me a 35 ma vabbè). I figli non gli hanno mai perdonato la voglia di continuare a vivere e amare, così quando s’è ammalato hanno sbattuto fuori la compagna e le hanno intimato di non farsi più vedere (questioni d’eredità, immagino). Lui perciò ogni giorno fugge a passettini dal suo letto per andare a trovare la donna che ama. L’ho scortato per un pezzo, affinché nessuno lo fermasse. Meritiamo tutti l’amore, l’arcana malia d’amare ed essere amati - niente di più raro - e mentre lo guardo allontanarsi all’orizzonte, a passi lenti e ostinati, mi chiedo infinitamente stanco se in fondo in fondo lo merito anch’io o se sarò sempre destinato a vivere di briciole e scarti, ringraziando del disturbo.  
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solosepensi · 3 months
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Chi viaggia molto,
fugge da ciascun luogo che lascia
e non cerca ciascun luogo a cui giunge.
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chouncazzodicasino · 4 months
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Ieri pomeriggio è venuto papà in negozio, a sorpresa. Così. Non che ci sia nulla di strano, ma un po' mi fa sorridere questa cosa. Io e mio padre non abitiamo vicinissimi, lui abita in centro a Roma, io fuori in un paese. È venuto e abbiamo passato il pomeriggio insieme a chiacchierare mentre lavoravo. L'altro ieri mi ha chiamata per chiedermi un consiglio su alcune delicate dinamiche familiari, questa estate siamo stati molto l'uno di supporto all'altro per queste dinamiche micidiali (non si capisce per quale motivo si dice parenti serpenti e non parenti pezzi di merda). Insomma, nell'ultimo periodo sento che i miei consigli sono per lui importanti e di supporto, sento che ha bisogno di sentire la mia campana e questa cosa mi stupisce piacevolmente ancora un po'.
Negli ultimi anni papà si è smussato. Non voglio dire cambiato perché non sarebbe il vocabolo giusto. Si è calmato? Forse. Si è rasserenato? Eh, dai, forse sì. Sì è rassegnato? In alcuni casi sì. Ma sono tutte accezione positive del termine e io sono una vera sega a parlare quindi meglio di così non riesco a spiegarlo. Penso spesso a quando è cominciata questa sua variazione da "orso" a "orsetto" e non so bene a cosa attribuirla. Un misto di pensione/nonnitudine/vecchiaia e di certo la malattia di nonna. Veder passare una donna da totalmente indipendente, dinamica, con una vita così piena e attiva che se solo ci penso io oggi mi viene il fiatone, ad una nonnina con la testa che fugge e si stacca, che ha bisogno di un aiuto pratico per quasi tutto, nel giro di pochi mesi, è stato devastante. Lacerante. Sono convinta che questo lo abbia molto scosso. Come scuote e percuote me, anche solo a scriverlo, con le lacrime agli occhi. Perché mia nonna è il mastodontico perno di questa grande famiglia chiassosa, stronza e dispersa nel mondo, che nonostante tutto amo. Comunque...
Io e mio padre siamo sempre stati connessi. Culo e Camicia. Quando ci chiamavano così io immaginavo un culetto pallido con dei bottoncini attaccati alla pelle (che ero io) e una camicia azzurro chiara che si abbottonava perfettamente su quei bottoncini (che era papà). Eravamo uguali. Fumantini. Forti. Spigolosi. Tuonavamo. Ma anche molto divertenti e buffi. Poi lui se n'è andato di casa e mi ha lacerato il cuore. "La persona che odio e amo di più al mondo", solo così riuscivo a pensare a lui nella mia mente in quel periodo, in quei merdosissimi anni che la mia mente vuole ricordare solo a sprazzi. In quel periodo ho eruttato come un vulcano violento, contro il mondo, ma soprattutto contro di lui. Poi col tempo, ci siamo ritrovati, ritrovati veramente, dentro, perché fuori non ci siamo mai persi. So che il mio giudizio su di lui in quel periodo ha pesato come un macigno, ma è giusto che sia così. Oggi siamo sempre molto simili, ma siamo entrambi cambiati. Io, come lui, mi sono smussata.
Mi piace questa nuova fase della nostra vita dove oltre a figlia che può essere portata in braccio fuori dai rovi come un cerbiatto delicato, sono anche la figlia che hai bisogno di sentire per un parere, quella che parlando, in un continuo brainstorming incasinato e mal parlato, ti fa riflettere e ti apre finestrelle nella mente che tenevi chiuse senza volerlo.
Se penso a questa nuova nostra fase la prima immagine che mi viene in mente è il giorno di ferragosto di quest'anno. Dopo il classico pranzo sotto le montagne, con le tante famiglie della nostra gigante famiglia, tante risate e tanto buon cibo abbiamo portato nonna a riposare e io ho cominciato a pensare ai miei zii, a cosa si stanno perdendo vedendola poco o niente, a come sono lontani, come cerchiamo di includerli e ci scanzano, la scanzano. Ho raggiunto papà, su una panca vista ghiacciaio, e ho cominciato a parlarne con lui, piangendo. Non per me, sticazzi di me, ma per nonna. Ho rotto i miei argini. Ho pianto per tanto tempo, vomitando bile su questa situazione che ci fa stare una merda, urlando e singhiozzando, quando senti la pelle bollente dalla rabbia e gli occhi rossi, con mio padre che mi ascoltava, mi parlava, mi consolava, mi stringeva la mano, guardava le montagne e piangeva. Un triste e rassegnato consolarsi a vicenda.
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ross-nekochan · 7 months
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Ho finito L'Amica Geniale.
Mi ha dato tanto e mi ha fatto soffrire altrettanto.
Mi sono messa a cercare qui sopra citazioni che potessero rendere giustizia a quello che mi ha fatto provare ma non ne ho trovate.
Elena Ferrante ha il "genio" di scrivere cose in maniera molto banale ma diretta, tagliente, ti incolla al testo come se fosse una serie tv ed è questo che sicuramente le ha regalato il successo meritato. Non a caso, sono proprio di questo tipo le citazioni che si trovano facilmente qui su Tumblr.
Ma per chi è campano o del sud, è diverso.
Di nuovo, il successo internazionale non ha reso giustizia alla crudezza dei fatti raccontati. Così come con Gomorra, quasi sicuramente agli occhi degli anglofoni la verità delle parole si mescola con la fantasia e non hanno percezione di quanto la crudezza raccontata sia vera, palpabile, reale, quotidiana nel perimetro in cui i fatti sono raccontati.
Mi ricordai di Antonio, di Pasquale, di Enzo, arrangiamento quattro soldi fin da ragazzini per sopravvivere. Gli ingegnieri, gli architetti, gli avvocati, le banche erano altra cosa, ma i loro soldi venivano, pur tra mille filtri, dallo stesso malaffare, dallo stesso scempio, qualche briciola s'era mutata persino in mancia per mio padre e aveva contribuito a farmi studiare. Qual era dunque la soglia oltre la quale i soldi cattivi diventano buoni e viceversa? [Storia di chi fugge e di chi resta - cap. 106]
Tra i milioni di lettori, chi si è mai soffermato su questa frase? Quanta consistenza perde una frase del genere agli occhi non ha idea di cosa accade nella terra dove il malaffare è routine? A parte la potenza dell'ultima, tutto il resto scivola nella narrazione eppure racconta di come, in quella terra, siamo tutti indissolubilmente in mezzo allo stesso malaffare pur non avendo mai avuto problemi con la giustizia e pur conducendo una vita normale. Letteralmente. Così come è scritto.
Come una volta disse saggiamente Maura Gancitano dei Tlon, il malaffare è insito persino nel settore dei supermercati, "e allora che fai non vai a fare la spesa?", aveva giustamente aggiunto.
Lo so che è l'intero mondo a girare così. Ma il trauma di essere nata in un luogo del genere è di credere che esistamo posti con una netta separazione tra i soldi puliti e quelli sporchi e allontanarti dalla tua zona ti fa sentire più tranquilla.
L'eco di questi romanzi ha risuonato in me forte e chiaro in moltissimi punti; quelli del periodo rosso vissuto in Italia, pur raccontando di una verità storica, non mi ha risuonato allo stesso modo. Per cui non riesco ad immaginare quanto possano risuonare quegli stessi punti in un napoletano, né posso immaginare quanto si siano persi milioni di lettori esteri che non hanno lo stesso vissuto alle spalle.
È stato un trauma. Ma è un trauma che va vissuto.
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Non mi sono mai piaciute le strategie. Non mi è mai piaciuta la gente che "dosa" la propria presenza perché è portata a pensare che nei sentimenti "vinca chi fugge". Per me vince chi c'è, chi ti resta accanto, chi ti parla, ti ascolta e non si tira indietro.
Carla Compierchio
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