Tumgik
#nati uniti
la-scigghiu · 2 years
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"(...) spingeva la schiena contro il mio petto, e il culo contro il mio addome, e la parte posteriore delle cosce contro la parte anteriore delle mie, la sua nuca di sangue e di fango contro il mio collo e la sua guancia sinistra contro la mia guancia destra, mandibola contro mandibola, e le mie tempie, le sue tempie, le mie povere e le sue povere tempie, le sue braccia contro le mie come se non le bastasse l'abbraccio, e persino le piante dei suoi piedi scalzi contro i miei calzati, premendoli, tutta la sua forza spinta all'indietro e contro di me che mi invadeva, attaccati come se fossimo due siamesi nati uniti lungo i nostri corpi interi per non vederci mai o soltanto con la coda dell'occhio".
.🦋.
Javier Marìas
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matapetre · 11 months
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GLI ANZIANI
"Siamo nati nel 40-50-60".
"Siamo cresciuti negli anni 50-60-70".
"Abbiamo studiato negli anni 60-70-80".
"Ci frequentavamo negli anni 70-80-90."
"Ci siamo sposati e abbiamo scoperto il mondo negli anni 70-80-90".
Ci avventurammo nell'80-90.
Ci stabilizzammo negli anni 2000.
"Siamo diventati più saggi negli anni 2010".
E stiamo andando con decisione verso ill 2030.
"Si scopre che abbiamo vissuto OTTO decadi diverse..."
"DUE secoli diversi..."
DUE millenni diversi...
"Siamo passati dal telefono con operatore per le chiamate interurbane alle videochiamate in qualsiasi parte del mondo, siamo passati dai cinema a YouTube, dai dischi in vinile alla musica online, dalle lettere scritte a mano alle email e WhatsApp".
"Dalle partite in diretta alla radio, alla TV in bianco e nero, e poi alla TV HD".
Siamo andati al Video Club e ora guardiamo Netflix.
"Abbiamo conosciuto i primi computer, schede perforate, dischetti e ora abbiamo gigabyte e megabyte in mano sui nostri telefoni cellulari e IPad".
Indossammo pantaloncini per tutta la nostra infanzia e poi pantaloni lunghi, stringate, bermuda, ecc.
"Abbiamo evitato la paralisi infantile, la meningite, l'influenza H1N1 e ora il COVID-19".
Abbiamo guidato su pattini, tricicli, auto inventate, biciclette, motorini, auto a benzina o diesel e ora guidiamo ibridi o elettrici al 100%.
"Sì, ne abbiamo passate tante ma che bella vita abbiamo avuto!"
Potrebbero classificarci come “essenziali”; persone nate in quel mondo degli anni Cinquanta, che hanno avuto un'infanzia analogica e un'età adulta digitale.
"Siamo una specie di "Yaa seen-it-all - già visto tutto "
La nostra generazione ha letteralmente vissuto e testimoniato più di ogni altra in ogni dimensione della vita.
È la nostra generazione che si è letteralmente adattata al “CAMBIAMENTO”.
Un grande applauso a tutti i membri di una generazione molto speciale, che sarà UNICA".
*🏹🏹*IL TEMPO NON SI FERMA*
"La vita è un compito che ci siamo portati a fare a casa._
Quando guardi... sono già le sei del pomeriggio; quando guardi... è già venerdì; quando si guarda... il mese è finito, quando si guarda... l'anno è finito; quando si guarda... sono passati 50, 60 e 70 anni!
Quando guardi... non sappiamo più dove sono i nostri amici.
Quando guardi... abbiamo perso l'amore della nostra vita e ora è troppo tardi per tornare indietro.
Non smettere di fare qualcosa che ti piace per mancanza di tempo.
Non smettere di avere qualcuno al tuo fianco, perché i tuoi figli presto non saranno tuoi e dovrai fare qualcosa con quel tempo rimanente, dove l'unica cosa che ci mancherà sarà lo spazio che può essere goduto solo con i soliti amici. Quel tempo che, purtroppo, non torna mai..."
È necessario eliminare il "DOPO"...
"DOPO"...
Ti chiamerò.
"DOPO"...
Io faccio.
"DOPO"...
lo dico.
"DOPO"...
Io cambio.
Lasciamo tutto per *Dopo*,
come se il *Dopo*
fosse migliore...
Perché non lo capiamo...
"DOPO"...
il caffè si raffredda
"DOPO"...
la priorità cambia,
"DOPO"...
il fascino è perso
"DOPO"...
presto si trasforma in tardi,
"DOPO"...
la nostalgia passa,
"DOPO"...
le cose cambiano,
"DOPO"...
i bambini crescono
"DOPO"...
la gente invecchia,
"DOPO"...
il giorno è notte,
"DOPO"...
la vita è finita
Non lasciare niente per *Dopo*,
perché in attesa del *Dopo*,
puoi perdere
i migliori momenti,
le migliori esperienze,
i migliori amici,
i più grandi amori.
Ricorda che *Dopo* potrebbe essere tardi.
*Il giorno è oggi!*
*NON SIAMO PIÙ IN UN'ETÀ PER RIMANDARE NULLA.*
Spero che tu abbia tempo per leggere e poi condividere questo messaggio... oppure lascialo per *Dopo* e vedrai che non lo condividerai mai!
Sempre insieme
Sempre uniti
Sempre Fratelli
Sempre amici
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metamatar · 4 months
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[From 15 Dec 2023]
me when im against fascism:
Its predecessor, the party (Jamaat-e-Islami Pakistan), strongly opposed the independence of Bangladesh and break-up of Pakistan. In 1971, paramilitary forces associated with the party collaborated with the Pakistan Army in mass killings of Bangladeshi nationalists and pro-intellectuals.[14][15][16][17][18][19][20]
Upon the independence of Bangladesh in 1971, the new government banned Jamaat-e-Islami from political participation since the government was secular and some of its leaders went into exile in Pakistan. Following the assassination of the first president and the military coup in 1975, the ban on the Jamaat was lifted and the new party Jamaat-e-Islami Bangladesh was formed. Exiled leaders were allowed to return. Abbas Ali Khan was the acting Amir of Jamaat-e-Islami Bangladesh. The Jamaat agenda is the creation of an "Islamic state" with the Sha'ria legal system, and outlawing "un-Islamic" practices and laws. For this reason, it interpretes their central political concept "Iqamat-e-Deen" as establishing Islamic state by possession of state power
Upon the independence of Bangladesh in 1971, the new government banned Jamaat-e-Islami from political participation since the government was secular and some of its leaders went into exile in Pakistan. Following the assassination of the first president and the military coup in 1975, the ban on the Jamaat was lifted and the new party Jamaat-e-Islami Bangladesh was formed.
[...] In 2010 the government, led by the Awami League, began prosecution of war crimes committed during the 1971 war under the International Crimes Tribunal. By 2012, two leaders of the BNP, one leader from Jatiyo Party and eight of Jamaat had been charged with war crimes, and by March 2013, three Jamaat leaders had been convicted of crimes. In response, the Jamaat held major strikes and protests across the country, which led to more than 60 deaths (mostly by security forces.)
The former leader of Jamaat-e-Islami, Bangladesh's largest Islamist party, was sentenced to 90 years in jail for crimes against humanity on 15 July 2013. [...]
In 1973, the government cancelled his citizenship for allegedly co-operating with Pakistani forces during the independence war.
Azam lived as an exile in Pakistan and the UK but returned to Bangladesh in 1978 when the country was led by Gen Ziaur Rahman - the assassinated husband of the country's current opposition leader [of the Bangladesh Nationalist Party] Khaleda Zia.
Minority community leaders, rights activists and liberal personalities have raised concerns over the call by acting chief of Bangladesh Nationalist Party (BNP) Tarique Rahman, who stands convicted in a number of cases, for party men to mobilise on the streets for "regime change" on 28 October [2023].
[...] Rana Dasgupta said, considering the violent attacks orchestrated by BNP in the past, "this latest threat by Tarique is deeply concerning for the minorities in Bangladesh".
"Any political party that complies with the basic tenets of democracy should refrain from issuing such threats publicly," Dasgupta, general secretary of Bangladesh Hindu Buddhist Christian Oikya Parishad, added.
In the run-up to the 2014 national election, violence on the streets coupled with targeted attacks on minorities across the country still traumatise the victims, he observed
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natik-lore · 6 months
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Hiissk: the Pale One, the Final Mother to All, the Ancient Goddess of Death.
She is a diety sacred to the Katnat species, venerated centuries before they adopted the Natietik language. She takes many forms; most commonly She is either depicted as a katnat mati (queen) or a skrakrali, or as a combination of the two, but she is occasionally depicted as other animals as well. Regardless of form, she is always described to have pale, dead eyes, void of light or luster. Her sacred colors are blue and red- the colors of both nati and vertebrate blood- with purple representing unity among lifeforms and essence of spirit. Here she is depicted holding a nati faceplate in one hand and a fetus-like soul in the other.
Happy Halloween, all! 🎃
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windsweptinred · 7 months
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I would like to get to know you better!
Thank you for the tag @marvagon coyly accepts that Desunity kiss 😚💖💖💖
1. 3 ships I really like right now: Just three? 🥺... I'll pull them from Sandman as it's the fandom I'm most active in here on tumblr. If I was pulling from all my fandom pairings I'd be here all day trying to narrow it down. 🙈
Corinthiel (The Corinthian x Daniel) They're my sun, moon and stars, always on my mind. The very peak of mount feralfan. My boys. 🤍💛
Desunity (Desire of the Endless x Unity Kinkaid) My darlings. My beloveds. I fell in love with this ship from the moment I first saw it and have been utterly devoted ever since.
Last ship.... Ooooo so torn. It's going to have to be ConstantDeath by a teeny tiny percentage. Joanne Constantine x Death of the Endless. I loved this ship so damn much when it was first suggested. But then it seemed to dissappear into the mists of time. Femslash weekend has brought it back in abundance though and I am screaming with joy.
Honourable mentions to the tender box of chocolates that is Callienne and Dreamling will always be my first sandman ship. You never forget your first. There's something about RoseGault I find intriguing too. Oh and must never forget Despoe!
2. First ever ship: Daiken/Kensuke.. Daisuke Motomiya and Ken Ichijouji from Digimon season 2. My OG sunbeam and soggy raincloud. I'll still wander back from time to time a read a fanfic or two.
3. Last song: Bushes of Love by Bad Lip Reading.... 'We've all got a chicken, duck, woman thing waiting for us.' Wise words I live by. 😎
4. Last movie: Werewolf by Night. I'll admit I'm suffering immensely from Superhero fatigue. But I adore Marvel's ventures into the supernatural. Werewolf by Night has become a staple halloween film for me. And I have rewatched Moonknight soooooo many times.
5. Currently reading: I think I've done an ask about what book I'm reading fairly recently. So instead, I'm on Adult fanfiction.net...remember that? Revisiting some of my favorite Book Sherlock Holmes x John Watson fanfics that never made the journey across to AO3.
6. Currently watching: The Fall of the House of Usher. It's not October for me without a Mike Flanagan series. And I'm giving True Detective a try. Gritty southern gothic x lovecraftian vibes.. It's perfection!
7. Currently eating: A vanilla custard slice... Tasty, indulgent and infamous for reducing grown ass adults to toddler levels of eating. 😆 It is not possible to consume these things genteelly. All part of their charm.
8. Currently craving: That feel of winter in the night, that slight smell of ice in the air. You know we've offically entered the dark half of the year then. We're truly in Autumn.
Tag nine people: (or so, no pressure!) @bobbole @rriavian @illumi-nati-png @jazzy-a @melrocks21 @bazzybelle @tickldpnk8 @mashumaru and @ibrithir-was-here
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blacklotus-bloog · 6 months
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Eros e Anima sono uniti! Chi li vive in modo separato non è capace di fare l'amore, è un dilettante senza nè arte nè parte, colleziona piaceri a metà, perchè il Piacere presuppone che le due componenti siano strettamente legate tra loro, interconnesse, due componenti come due corpi nati per essere incastro, metafora concreta di fusione.
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LETIZIA CHERUBINO
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Allora Almitra di nuovo parlò e disse: Che cos'è il matrimonio, maestro? E lui rispose dicendo: Voi siete nati insieme e insieme starete per sempre. Sarete insieme quando le bianche ali della morte disperderanno i vostri giorni. E insieme nella silenziosa memoria di Dio. Ma vi sia spazio nella vostra unione. E tra voi danzino i venti dei cieli. Amatevi l'un l'altro, ma non fatene una prigione d'amore: Piuttosto vi sia un moto di mare tra le sponde delle vostre anime. Riempitevi l'un l'altro le coppe, ma non bevete da un'unica coppa. Datevi sostentamento reciproco, ma non mangiate dello stesso pane. Cantate e danzate insieme e state allegri, ma ognuno di voi sia solo, come sole sono le corde del liuto, benché vibrino di musica uguale. Donatevi il cuore, ma l'uno non sia di rifugio all'altro, poiché solo la mano della vita può contenere i vostri cuori. E siate uniti, ma non troppo vicini; Le colonne del tempio si ergono distanti, e la quercia e il cipresso non crescono l'una all'ombra dell'altro.
Kahlil Gibran
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autolesionistra · 1 year
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Cogli occhi spenti, con le guancie cave, Pallidi, in atto addolorato e grave, Sorreggendo le donne affrante e smorte, Ascendono la nave Come s’ascende il palco de la morte.
E ognun sul petto trepido si serra Tutto quel che possiede su la terra, Altri un misero involto, altri un patito Bimbo, che gli s’afferra Al collo, dalle immense acque atterrito.
Salgono in lunga fila, umili e muti, E sopra i volti appar bruni e sparuti Umido ancora il desolato affanno Degli estremi saluti Dati ai monti che più non rivedranno.
Salgono, e ognuno la pupilla mesta Sulla ricca e gentil Genova arresta, Intento in atto di stupor profondo, Come sopra una festa Fisserebbe lo sguardo un moribondo.
Ammonticchiati là come giumenti Sulla gelida prua morsa dai venti, Migrano a terre inospiti e lontane; Laceri e macilenti, Varcano i mari per cercar del pane.
Traditi da un mercante menzognero, Vanno, oggetto di scherno allo straniero, Bestie da soma, dispregiati iloti, Carne da cimitero, Vanno a campar d’angoscia in lidi ignoti.
Vanno, ignari di tutto, ove li porta La fame, in terre ove altra gente è morta; Come il pezzente cieco o vagabondo Erra di porta in porta, Essi così vanno di mondo in mondo.
Vanno coi figli come un gran tesoro Celando in petto una moneta d’oro, Frutto segreto d’infiniti stenti, E le donne con loro, Istupidite martiri piangenti.
Pur nell’angoscia di quell’ultim’ora Il suol che li rifiuta amano ancora; L’amano ancora il maledetto suolo Che i figli suoi divora, Dove sudano mille e campa un solo.
E li han nel core in quei solenni istanti I bei clivi di allegre acque sonanti, E le chiesette candide, e i pacati Laghi cinti di piante, E i villaggi tranquilli ove son nati!
E ognuno forse sprigionando un grido, Se lo potesse, tornerebbe al lido; Tornerebbe a morir sopra i nativi Monti, nel triste nido Dove piangono i suoi vecchi malvivi.
Addio, poveri vecchi! In men d’un anno Rosi dalla miseria e dall’affanno, Forse morrete là senza compianto, E i figli nol sapranno, E andrete ignudi e soli al camposanto.
Poveri vecchi, addio! Forse a quest’ora Dai muti clivi che il tramonto indora La man levate i figli a benedire.... Benediteli ancora: Tutti vanno a soffrir, molti a morire.
Ecco il naviglio maestoso e lento Salpa, Genova gira, alita il vento, Sul vago lido si distende un velo, E il drappello sgomento Solleva un grido desolato al cielo.
Chi al lido che dispar tende le braccia. Chi nell’involto suo china la faccia, Chi versando un’amara onda dagli occhi La sua compagna abbraccia, Chi supplicando Iddio piega i ginocchi.
E il naviglio s’affretta, e il giorno muore, E un suon di pianti e d’urli di dolore Vagamente confuso al suon dell’onda Viene a morir nel core De la folla che guarda da la sponda.
Addio, fratelli! Addio, turba dolente! Vi sia pietoso il cielo e il mar clemente, V’allieti il sole il misero viaggio; Addio, povera gente, Datevi pace e fatevi coraggio.
Stringete il nodo dei fraterni affetti. Riparate dal freddo i fanciulletti, Dividetevi i cenci, i soldi, il pane, Sfidate uniti e stretti L’imperversar de le sciagure umane.
E Iddio vi faccia rivarcar quei mari, E tornare ai villaggi umili e cari, E ritrovare ancor de le deserte Case sui limitari I vostri vecchi con le braccia aperte.
Edmondo De Amicis - “Gli emigranti” dal 1882 con furore
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intotheclash · 1 year
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Puntiamo lo sguardo oltre l’infamia, per indovinare un altro mondo possibile: l’aria sarà pulita da tutto il veleno che non venga dalla paure umane e dalle umane passioni; nelle strade, le automobili saranno schiacciate dai cani; la gente non sarà guidata dalla automobile, non sarà programmata dai calcolatori, né sarà comprata dal supermercato, né osservata dalla televisione; la televisione cesserà d’essere il membro più importante della famiglia e sarà trattato come una lavatrice o un ferro da stiro; la gente lavorerà per vivere, invece di vivere per lavorare; ai codici penali si aggiungerà il delitto di stupidità che commettono coloro che vivono per avere e guadagnare, invece di vivere unicamente per vivere, come il passero che canta senza saper di cantare e come il bimbo che gioca senza saper di giocare; in nessun paese verranno arrestati i ragazzi che rifiutano di compiere il servizio militare; gli economisti non paragoneranno il livello di vita a quello di consumo, né paragoneranno la qualità della vita alla quantità delle cose; i cuochi non crederanno che alle aragoste piaccia essere cucinate vive; gli storici non crederanno che ai paesi piaccia essere invasi; i politici non crederanno che ai poveri piaccia mangiare promesse; la solennità non sarà più una virtu', e nessuno prenderà sul serio chiunque non sia capace di prendersi in giro; la morte e il denaro perderanno i loro magici poteri, e né per fortuna né per sfortuna, la canaglia si trasformerà in virtuoso cavaliere; nessuno sarà considerato eroe o tonto perché fa quel che crede giusto invece di fare ciò che più gli conviene; il mondo non sarà più in guerra contro i poveri, ma contro la povertà, e l’industria militare sarà costretta a dichiararsi in fallimento; il cibo non sarà una mercanzia, né sarà la comunicazione un’affare, perché cibo e comunicazione sono diritti umani; nessuno morirà di fame, perché nessuno morirà d’indigestione; i bambini di strada non saranno trattati come spazzatura, perché non ci saranno bambini di strada; i bambini ricchi non saranno trattati come fossero denaro, perché non ci saranno bambini ricchi; l’educazione non sarà il privilegio di chi può pagarla; la polizia non sarà la maledizione di chi non può comprarla; la giustizia e la libertà, gemelli siamesi condannati alla separazione, torneranno a congiungersi, ben aderenti, schiena contro schiena; una donna nera, sarà presidente del Brasile e un’altra donna nera, sarà presidente degli Stati Uniti d’America; una donna india governerà il Guatemala e un’altra il Perù; in Argentina, le pazze di Plaza de Mayo saranno un esempio di salute mentale, poiché rifiutarono di dimenticare nei tempi dell’amnesia obbligatoria; la Santa Chiesa correggerà gli errori delle tavole di Mosè, e il sesto comandamento ordinerà di festeggiare il corpo; la Chiesa stessa detterà un altro comandamento dimenticato da Dio: “Amerai la natura in ogni sua forma”; saranno riforestati i deserti del mondo e i deserti dell’anima; i disperati diverranno speranzosi e i perduti saranno incontrati, poiché costoro sono quelli che si disperarono per il tanto sperare e si persero per il tanto cercare; saremo compatrioti e contemporanei di tutti coloro che possiedono desiderio di giustizia e desiderio di bellezza, non importa dove siano nati o quando abbiano vissuto, giacche' le frontiere del mondo e del tempo non conteranno più nulla; la perfezione continuerà ad essere il noioso privilegio degli dei; però, in questo mondo semplice e fottuto ogni notte sarà vissuta come se fosse l’ultima e ogni giorno come se fosse il primo.
(Eduardo Galeano)
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mucillo · 1 year
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"Gli Emigranti" Edmondo De Amicis
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Cogli occhi spenti, con le guance cave,
Pallidi, in atto addolorato e grave,
Sorreggendo le donne affrante e smorte,
Ascendono la nave
Come s’ascende il palco de la morte.
E ognun sul petto trepido si serra
Tutto quel che possiede su la terra.
Altri un misero involto, altri un patito
Bimbo, che gli s’afferra
Al collo, dalle immense acque atterrito.
Salgono in lunga fila, umili e muti,
E sopra i volti appar bruni e sparuti
Umido ancora il desolato affanno
Degli estremi saluti
Dati ai monti che più non rivedranno.
Salgono, e ognuno la pupilla mesta
Sulla ricca e gentil Genova arresta,
Intento in atto di stupor profondo,
Come sopra una festa
Fisserebbe lo sguardo un moribondo.
Ammonticchiati là come giumenti
Sulla gelida prua morsa dai venti,
Migrano a terre inospiti e lontane;
Laceri e macilenti,
Varcano i mari per cercar del pane.
Traditi da un mercante menzognero,
Vanno, oggetto di scherno allo straniero,
Bestie da soma, dispregiati iloti,
Carne da cimitero,
Vanno a campar d’angoscia in lidi ignoti.
Vanno, ignari di tutto, ove li porta
La fame, in terre ove altra gente è morta;
Come il pezzente cieco o vagabondo
Erra di porta in porta,
Essi così vanno di mondo in mondo.
Vanno coi figli come un gran tesoro
Celando in petto una moneta d’oro,
Frutto segreto d’infiniti stonti,
E le donne con loro,
Istupidite martiri piangenti.
Pur nell’angoscia di quell’ultim’ora
Il suol che li rifiuta amano ancora;
L’amano ancora il maledetto suolo
Che i figli suoi divora,
Dove sudano mille e campa un solo.
E li han nel core in quei solenni istanti
I bei clivi di allegre acque sonanti,
E le chiesette candide, e i pacati
Laghi cinti di piante,
E i villaggi tranquilli ove son nati!
E ognuno forse sprigionando un grido,
Se lo potesse, tornerebbe al lido;
Tornerebbe a morir sopra i nativi
Monti, nel triste nido
Dove piangono i suoi vecchi malvivi.
Addio, poveri vecchi! In men d’un anno
Rosi dalla miseria e dall’affanno,
Forse morrete là senza compianto,
E i figli nol sapranno,
E andrete ignudi e soli al camposanto.
Poveri vecchi, addio! Forse a quest’ora
Dai muti clivi che il tramonto indora
La man levate i figli a benedire….
Benediteli ancora:
Tutti vanno a soffrir, molti a morire.
Ecco il naviglio maestoso e lento
Salpa, Genova gira, alita il vento.
Sul vago lido si distende un velo,
E il drappello sgomento
Solleva un grido desolato al cielo.
Chi al lido che dispar tende le braccia.
Chi nell’involto suo china la faccia,
Chi versando un’amara onda dagli occhi
La sua compagna abbraccia,
Chi supplicando Iddio piega i ginocchi.
E il naviglio s’affretta, e il giorno muore,
E un suon di pianti e d’urli di dolore
Vagamente confuso al suon dell’onda
Viene a morir nel core
De la folla che guarda da la sponda.
Addio, fratelli! Addio, turba dolente!
Vi sia pietoso il cielo e il mar clemente,
V’allieti il sole il misero viaggio;
Addio, povera gente,
Datevi pace e fatevi coraggio.
Stringete il nodo dei fraterni affetti.
Riparate dal freddo i fanciulletti ,
Dividetevi i cenci, i soldi, il pane,
Sfidate uniti e stretti
L’imperversar de le sciagure umane.
E Iddio vi faccia rivarcar quei mari,
E tornare ai villaggi umili e cari,
E ritrovare ancor de le deserte
Case sui limitari
I vostri vecchi con le braccia aperte.
Scritta nel 1882
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susieporta · 5 months
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𝗥𝗔𝗣𝗣𝗢𝗥𝗧𝗜 𝗦𝗨𝗣𝗘𝗥𝗙𝗜𝗖𝗜𝗔𝗟𝗜 💕
Sono quelli che vivono… in superficie
Quelli che analizzano
Quelli che indossano la maschera, credono alle proprie idee e le credenze, e che vogliono confermare la propria storia
Quelli ancorati al passato
Al controllo
Alla credenza che l’altro debba soddisfare le nostre esigenze ed amare come non siamo stati amati prima
Quelli uniti dalla mente e dai ruoli piuttosto che nell’Anima
Sono quei rapporti che chiedono,
Piuttosto che dare
Quei rapporti nati da una mancanza di amore
Piuttosto che da un Amore onnipresente e che ama ogni cosa
Quelli in cui uno pretende dall’altro
Senza andar a vedere cosa pretende e perché!
Quelli in cui é sempre l’altro ad aver torto
Quando dipende sempre e solo da noi stessi
Quello in cui vince la competizione e non la collaborazione
Sono quelli che non credono ad un amore profondo
Proprio perché sono superficiali!
Sono quelli in cui uno si limita a credere e a difendere le proprie credenze, senza andare a smascherarle, osservarle ed interpellarle iniziando a dubitarne,
Sono i rapporti che si basano sulla persona e personalità che deve avere ragione! difendere le proprie ragioni e convinzioni, per forza! E cosi sarà!
Quelli che al rapporto e all’altro dettano regole per nutrire solo sé stessi
Quelli che troppo facilmente ed ormai quasi di moda, vengono etichettati tossici, non lasciando alcuna via di scampo se non confermare la propria storia e credenza
Non é più tempo di rapporti superficiali,
L’Amore oltre ogni storia e personalità chiama le Anime coraggiose a guardarsi dentro, con onestà e determinazione!
Ogni singolo giorno e talvolta ogni singolo respiro
Perché siamo tutti chiamati ad un Amore profondo
Beate sono le coppie forti abbastanza per sostenersi in questo viaggio coraggioso e per nulla facile
A cavalcare l’onda del conflitto interiore con coraggio e determinazione per poter andare oltre ogni storia, credenza, ferita e paura.
Beate sono le coppie che si tengono per mano e che non vogliono più avere ragione, ma essere libere.
Beate sono le coppie in cerca di connessione! 💞
Le altre si dissolveranno…
Perché forte é la forma pensiero attuale in relazione alle relazioni…
Che vinca l’Amore
Con o senza l’altro
Anche se spesso, ancora, senza l’altro in realtà…
Vince la ferita
A volte la libertà
Ma spesso la ferita
💗
(𝑃𝑖𝑐𝑐𝑜𝑙𝑜 𝑠𝑢𝑔𝑔𝑒𝑟𝑖𝑚𝑒𝑛𝑡𝑜: 𝑛𝑜𝑛 𝑎𝑔𝑔𝑎𝑛𝑐𝑖𝑎𝑡𝑒𝑣𝑖 𝑎𝑙𝑙𝑒 𝑠𝑡𝑜𝑟𝑖𝑒 𝑡𝑟𝑎𝑢𝑚𝑎𝑡𝑖𝑐ℎ𝑒 𝑑𝑒𝑔𝑙𝑖 𝑎𝑙𝑡𝑟𝑖! 𝑂 𝑖𝑛 𝘶𝘯 𝑎𝑡𝑡𝑖𝑚𝑜… 𝑒́ 𝑔𝑢𝑒𝑟𝑟𝑎… 𝑒 𝑠𝑡𝑜𝑟𝑖𝑎)
Claudia Sapienza
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weirdesplinder · 7 months
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La mia top ten dei classici della letteratura americana
Eccoci a un nuovo post della serie dedicata ai Classici della letteratura e oggi tocca ai classici americani che io amo in particolare.
E intendo America come continente, non gli Sati Uniti solamente.
Naturalmente come sempre è una lista super soggettiva, non odiatemi se non nomino grandi della letteratura americana come Hemingway, Kerouac, Melville, Jack London, Francis Scott Fitzgerald, Faulkner o Harper Lee, vanno certamente letti e nominati, ma era una top ten e purtroppo ho dovuto escludere molti e lasciarmi guidare dai libri che io personalmente ho amato leggere.
Non vedo l'ora di scoprire invece i vostri preferiti di questa categoria, mi raccomando segnalatemeli in commento.
La mia top ten:
1. Radici, di Alex Haley
Link: https://amzn.to/45frRl8
Trama: Nella seconda metà del Settecento il giovane Kunta Kinte viene strappato dal suo villaggio africano e portato in America come schiavo. La sua vita cambierà, come quella dei suoi discendenti: Bell, Kizzy, Chicken George e tutti gli altri, fino a giungere ad Alex Haley, l'autore di queste pagine.
2. La valle del'Eden, di John Steinbeck
Link: https://amzn.to/3s922EI
Trama: Nel paese di Nod, a est del giardino dell'Eden, dove la progenie di Caino andò a vivere secondo la leggenda biblica e che nel romanzo di John Steinbeck corrisponde simbolicamente alla valle percorsa dal fiume Salinas nella California settentrionale, si intrecciano le storie di due famiglie, gli Hamilton e i Trask. Protagonisti della saga, che va dalla Guerra civile alla Prima guerra mondiale, da una parte il vecchio Samuel Hamilton, immigrato dall'Irlanda; e, dall'altra, Cyrus Trask insieme ai figli Adam e Charles, e ai nipoti Aron e Caleb, gemelli nati dalla misteriosa Cathy Ames.
3. Piccole donne, di Louisa May Alcott
Link: https://amzn.to/45jdTPh
Trama: Meg, Jo, Beth e Amy, quattro sorelle dal carattere molto diverso, si trovano improvvisamente ad affrontare la guerra: devono cambiare la propria vita per sostenere la mamma, mentre il padre è nell'esercito. Decidono così di fronteggiare le difficoltà con allegria e spirito di iniziativa..
4. Ti ucciderò, di Mickey Spillane
Link: https://amzn.to/3KLclpc
Trama: Quando Jack Williams viene trovato ucciso a colpi d’arma da fuoco, il detective Pat Chambers chiama il suo conoscente e amico più intimo di Jack, l’investigatore privato Mike Hammer. Ai tempi in cui avevano combattuto insieme, Jack era stato colpito da una baionetta giapponese per salvare Hammer, perdendo il braccio. Hammer giura di identificare l’assassino prima della polizia per compiere la sua vendetta personale. Il punto di partenza è l’elenco degli ospiti a una festa a casa di Jack la notte in cui è morto: la fidanzata di Jack, ex tossicodipendente, una bellissima psichiatra, due sorelle gemelle, uno studente universitario e un mafioso. Ma mentre li rintraccia, così fa anche l’assassino, e in poco tempo non sarà solo Jack a essere trovato morto. Ad attenderli, infatti, un’automatica calibro 45 munita di silenziatore. E anche Hammer è saldamente nel suo mirino...
5. Tarzan delle scimmie, di Edgar Rice Burroughs  
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Trama: Nel cuore della giungla più selvaggia il piccolo Lord Greystoke viene sottratto a un destino di morte certa dalla gorilla Kala, che lo adotta e lo alleva teneramente. Ma per quel suo corpo completamente privo di peli, il cucciolo d'uomo è osteggiato dagli altri membri della tribù. Determinato a non diventare cibo per Sabor, la leonessa, o per Sheeta, il leopardo, riesce a sopravvivere grazie alla sua forza fisica e alla sua intelligenza, che gli permettono di affrontare con audacia i pericoli della giungla, guadagnarsi il rispetto dei gorilla e diventare loro re. Da quel momento si farà chiamare Tarzan delle scimmie e il suo urlo selvaggio e terrificante riecheggerà nella foresta. Ma c'è una nuova e insolita sfida che Tarzan, ormai adulto, dovrà affrontare quando nella giungla arriveranno i suoi simili e con loro la bellissima Jane¿
6. La lettera scarlatta, di Nathaniel Hawthorne
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Trama: La giovane Ester Prynne, condannata per adulterio nella puritana Boston, sarà costretta a portare per sempre sul seno una fiammeggiante, scarlatta, lettera "A", da lei stessa ricamata. Ester non ha mai voluto rivelare il nome del suo "complice" che infine lacerato tra ansia di schiettezza e orgoglio, e perseguitato dal marito della giovane - cederà, confessando la sua colpa.
7. Il gabbiano Jonathan Livingstone, di Richard Bach
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Trama: Il gabbiano Jonathan Livingston non è come tutti gli altri. Là dove i suoi simili, schiavi di becco e pancia, si limitano a viaggetti per procurarsi il cibo inseguendo le barche da pesca, lui intuisce nel volo una bellezza e un valore assoluti. Tanto basta per meritargli il marchio dell'infamia e l'allontanamento dallo stormo Buonappetito. Solo, audace, sempre più libero, Jonathan il Reietto scopre l'ebbrezza del volo acrobatico e varca i confini di altri mondi, altre dimensioni abitate da gabbiani solitari simili a lui nella spasmodica fame e sete di perfezione. Ne diventa la guida, il maestro, il capo indiscusso, e tra i compagni incontrerà chi senza saperlo è pronto a raccogliere la sua eredità.
8. La casa degli spiriti, di Isabel allende (Cile)
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Trama: Alle Tre Marie, splendida tenuta di proprietà di Esteban Trueba, si intrecciano le passioni dei diversi protagonisti: Clara, la moglie del proprietario, trascorre un’esistenza avvolta nei ricordi; Férula, sorella di Esteban, dedica la sua vita agli altri; Blanca è innamorata di un servo del padre, Pedro, che avrà parte nella guerriglia della rivoluzione; Alba, la nipote, dovrà invece affrontare la dittatura mentre Esteban scoprirà, proprio a causa dei tragici eventi politici del suo paese, di amare innanzitutto la sua famiglia.
9. Cent'anni di solitudine, di Gabriel García Márquez (Colombia)
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Trama: Grandezza e decadenza della città di Macondo e della famiglia Buendia, in una successione appassionante di avvenimenti favolosi e grotteschi tra cronistoria e leggenda.
10. Anna dai capelli rossi, di Lucy Maud Montgomery (Canada)
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Trama: Matthew e Marilla conducono una vita abitudinaria nel pacifico paesino di Avonlea. Ormai anziani, decidono di adottare un orfano che li aiuti a mandare avanti la fattoria. Ma invece del ragazzo promesso dall’orfanotrofio, a casa Cuthbert arriva Anna, una bambina dotata di una inesauribile immaginazione che finirà per conquistare tutti.
Onorevoli menzioni:
Uno yankee alla corte di re Artù, di Mark Twaine
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Trama: il protagonista, Hank Morgan, lo yankee del Connecticut, un capo officina della fabbrica d'armi Colt di Hartford, a causa di un violento alterco con un operaio a lui sottoposto, riceve in testa un colpo sferrato con una spranga di ferro e quando si risveglia scopre che è finito in Inghilterra, esattamente nel giorno 20 giugno dell'anno 528… Da qui, la sfrenata girandola senza fine di situazioni che ne derivano, alle prese con re Artù, i cavalieri della Tavola Rotonda, Lancillotto, Ginevra, il mago Merlino, la fata Morgana ecc.
. L'ultimo dei Mohicani, di James Fenimore Cooper
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Trama: Ambientato nella colonia di New York durante la guerra franco-indiana, racconta la storia di un cacciatore bianco: Natty Bumpoo, soprannominato “Lungo Fucile” per la sua abilità con quest’arma. Bumpoo ha abbandonato la vita civile per vivere a contatto con la natura e rifugiarsi nella foresta con due suoi compagni, gli ultimi due pellerossa superstiti di una razza tra le più rispettate e antiche: i Mohicani. I tre personaggi si troveranno a dover aiutare le due figlie del generale inglese Munro, rapite dal nemico comune Magua, capo tribù degli Irochesi, alleati dei francesi, nemico giurato sia del generale Munro che di Occhio di Falco e dei suoi due amici: Cinghachgook e suo figlio Uncas. La storia ha come sfondo la guerra con frequenti battaglie tra gli eserciti francesi e inglesi che in guerriglie e scontri tra gli indiani schierati da una parte o dall’altra. La vittoria si deciderà con una tipica battaglia indiana, tra le tribù dei Mohicani e degli Irochesi con la morte del giovane Uncas, appunto l’ultimo dei Mohicani e di una delle figlie di Munro. Il racconto si chiude con il mesto presagio del capo dei Mohicani che sente avvicinarsi la fine del suo popolo.
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filorunsultra · 1 year
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Unrecorded: my first FKT
Foto di Elisa Bessega, l'articolo era stato pubblicato per la prima volta con un titolo diverso in The Pill n. 55.
Il Cammino Rigoni Stern è un sentiero escursionistico che collega l’Accademia Olimpica di Vicenza alla casa natale di Mario Rigoni Stern ad Asiago. Ufficialmente misura 80 chilometri con 1400 metri di dislivello, ed è stato ideato dall’associazione culturale Cammini Veneti per il centenario della nascita dello scrittore. Il CRS deve ancora essere inaugurato, ma sul percorso sono già presenti dei segnavia provvisori sulla base dei quali, il 30 aprile 2022, io e Andrea abbiamo percorso per primi l’intera pista. L'abbiamo percorsa nella direzione Asiago-Vicenza, in una sola tappa, in 7h48' e in modalità supported.
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(Preparativi in Piazza Carli, Asiago)
Per chi non è addentro al gergo della corsa, un FKT è un percorso su cui si registra il tempo più veloce, è un record se volete. Gli FKT sono nati per creare un storico dei tentativi e dei migliori tempi di percorrenza su percorsi su cui non era possibile organizzare una gara per motivi legali. Per sistematizzare la cosa venne aperto un sito web per raccoglierli tutti, e oggi, potenzialmente chiunque può disegnare un percorso, registrare il proprio tempo, e caricarlo sul sito. Questa semplicità unita alla sospensione delle gare durante la pandemia ha portato all'esplosione del fenomeno anche in Europa, facendo progressivamente perdere valore al movimento. Nell’ultima settimana (oggi è il 2 maggio 2022) sul sito fastestknowntime.com sono stati registrati trentadue FKT. Di questi, cinque nel Regno Unito, due in Germania, uno in Italia, e i restanti negli Stati Uniti. Fra questi trentadue convivono pacificamente il recente record di Jeff Browning sul Grand Canyon Crossing, uno dei più importanti percorsi nella storia dell’ultrarunning, e un FKT di 10 chilometri su un percorso arbitrario in un parco pubblico di Mannheim, una cittadina del land del Baden-Württemberg ricordata dai musicologi e da nessun altro per aver dato il nome alla Mannheimer Schule. Il valore di questi due percorsi è molto diverso: il primo è un percorso storico della tradizione dell'ultrarunning, il secondo è un percorso che probabilmente nessuno ripeterà mai. Tradizionalmente il valore di un FKT è dato dalla sua storia, dalla logicità del percorso e dalla semplicità nel ripeterlo con il minor supporto esterno possibile. Inoltre, nascendo come record escursionistici sui grandi cammini, un FKT dovrebbe avere un interesse escursionistico, ancor prima che sportivo. Tutti questi elementi concorrono a rendere un FKT da un lato interessante per chi cerca il record del percorso, dall'altro per chi, pur non avendo le capacità di tentare il record, può tentare il percorso per motivi storici e paesaggistici. Ciononostante, l'80% degli FKT oggi esistenti non ha probabilmente valore per nessun altro al di fuori di chi li ha registrati. Che il sito fastestknowntime.com non abbia un criterio di selezione ha contribuito all’esplosione del fenomeno FKT, ma ne ha anche sminuito il valore. In Italia oggi il sito registra novantotto FKT. Di questi, alcuni sono belli e logici (come Ortogonale 1 e Alta Via del Granito), altri meno. In ogni caso manca la voglia generale di ripeterli, mentre è un po’ troppo presente quella di crearne di nuovi. In questo vedo il principale limite del movimento e del sito fastestknowntime.com.
Registrare il percorso sul sito non mi sembra un valore aggiunto, né un criterio di legittimazione. Per questa ragione abbiamo deciso di non registrare il nostro tentativo su fastestknowntime.com, ma soltanto di informare l’associazione che si occupa del sentiero del nostro tentativo prima e del risultato poi, e di rendere pubblico l'FKT con un articolo ragionato. Limitando l'accesso alle informazioni sul percorso se non attraverso l'articolo e il sito Cammini Veneti, i futuri ripetitori saranno più portati a informarsi sulla sua storia e sulla sua identità, dandogli più valore.
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(Correndo i primi chilometri in compagnia del Geno, sulla Strada del Trenino poco dopo Roana)
In realtà il Cammino Rigoni Stern non è ancora un percorso storico, anzi, deve ancora nascere: l’apertura ufficiale era prevista per il 2021, centenario della nascita di Mario Rigoni Stern, ma per questioni amministrative è slittata più volte. Non esiste una traccia ufficiale e le indicazioni sul percorso sono provvisorie. L’associazione che se ne occupa, Cammini Veneti, è nota soprattutto per il Cammino Fogazzaro Roi, un percorso parallelo al Rigoni Stern, che già da anni porta escursionisti tra pianura e Prealpi vicentine. Noi abbiamo scelto di percorrere il CRS in discesa, da Asiago a Vicenza, sia per motivi logistici che affettivi (rappresentava un ritorno a casa); ma anche per motivi estetici: percorrere un sentiero al 75% in pianura significa entrare in relazione con un territorio poco considerato da chi fa outdoor e soprattutto da chi fa trail running. Abbiamo un’idea di trail talmente legata alla montagna e al dislivello che quasi non ci accorgiamo della potenzialità di questi spazi.
Ho scoperto questo percorso finendoci a correre dentro per caso, mentre cercavo dei sentieri vicino a casa, per evitare l'asfalto. Ho iniziato a studiarlo e a unirne i pezzi, un po’ alla volta, come si fa con una via di arrampicata. Avevo voglia di entrarci, anche emotivamente, con «l’idea che i chilometri che macini con le tue gambe in qualche modo ti appartengano. Li conosci da vicino un metro alla volta, quello che era un numero diventa un paesaggio, ambiente e territorio, senti che ti appartiene nel senso che te ne senti parte», come ha scritto Elisa il giorno dopo il nostro tentativo. Coinvolgere Andrea è stata la chiave per condividere con qualcuno il momento conclusivo di un processo in larga parte solitario. Andrea è rimasto totalmente coinvolto e assorbito dall’idea, dall’ambiente e dalla corsa. Durante le prime ore di corsa, mentre il nostro amico Davide ci accompagnava alle porte dell’Altopiano, abbiamo parlato parecchio tra noi, ma quando io e Andrea siamo rimasti soli, iniziando la discesa verso la Val d'Astico, siamo caduti nel silenzio. Eravamo noi due coi nostri pensieri, a correre uno davanti all’altro tra i boschi umidi che costeggiano il fiume.
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(Un pezzo di sentiero che taglia il Costo Vecchio che dall'Altopiano scende a Cogollo del Cengio)
Da Piazza Carli, deserta, si prende la ciclabile del trenino che porta prima a Canove di Roana e poi a Tresche Conca. La pista attraversa prima i pascoli di Asiago e poi un fitto bosco di pecci. Al limite occidentale dell'Altopiano si percorre il Costo vecchio fino in valle, a Cogollo del Cengio, su una serpentina di tornanti prima sterrati e poi asfaltati. Tra Calvene e Fara si attraversano due piccole valli circondate da colline e ville palladiane: la pianura inizia poco dopo. Al quarantesimo chilometro, a Breganze, si imbocca definitivamente l’argine dell’Astico, che dopo aver cambiato nome in Tesina conduce fino alle porte di Vicenza. Passiamo prima a un paio di chilometri da casa mia, e poi davanti a quella di mia nonna (che, positiva al covid, ci aspettava alla finestra). Via Aldo Moro, viale della Pace, Borgo Berga, e Olimpico, l’unico teatro di Vicenza in cui non ho mai suonato, e in cui ormai non suonerò più. Correre per primi un cammino che attraversa i luoghi in cui sei cresciuto, se accompagnati da una certa predisposizione d’animo, può essere toccante. Il paesaggio, i colori morbidi, il cielo che sembra limpido ma non lo è, perché è sporco di una leggera umidità che solo chi è nato in pianura sa conoscere. Perché la limpidezza che c’è appena dopo un temporale è tutta un’altra cosa.
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(Trying to cool down in Lupia)
L’argine è un cannocchiale sulla pianura che attraversa paesi, campi, periferie e zone industriali senza essere visto, unendosi e dividendosi con altri mille fiumiciattoli, fossi e torrenti, creando un’enorme ragnatela che copre la pianura da Torino a Venezia. È allo stesso tempo un sentiero, un universo biologico a sé stante e il prodotto di politiche di regolazione idrica antichissime; ma è soprattutto un punto di vista rialzato in un paesaggio in cui tutto è orizzontale.
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(Somewhere on the riverbank between Quinto Vicentino & Marola)
Avevamo voglia di fare questa cosa anche per essere liberi di correre con uno stile che ci piac: nudi. I primi cacciatori di FKT – David Horton, Brian Robinson, Ted ‘Cave Dog’ Keizer – nei loro percorsi cercavano la solitudine. Negli anni quello stile si è perso, andando sempre di più verso una modalità di corsa assistita, supported. Leggere questa tendenza solo come una questione di prestazione sarebbe parziale, credo invece che, per gente come noi, avere assistenza sia più che altro un modo per condividere l’esperienza con persone a cui vogliamo bene: fare le cose da soli in fondo non è così interessante, al di là della scarica iniziale di trovarsi da soli di fronte a ottanta, cento o mille chilometri. Non c’è niente da misurare e niente contro cui misurarsi. E se è la solitudine che cerchi, presto o tardi la trovi comunque, pur correndo uno accanto all’altro, con una macchina ogni venti chilometri. Così abbiamo preferito condividere.
Adesso andate su quella pista e tirateci giù il tempo.
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(The coolest finishline banner ever)
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sciatu · 2 years
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Otto templi vi sono in quel di Agrigento, ognuno nell’antichità dedicato ad un dio potente e generoso. Io li visito chiedendo il perché, i segreti e la magia di quanto chiamano amore (da un idea di @aphroditeurania22).
Υπάρχουν οκτώ ναοί στον Ακράγα, ο καθένας στην αρχαιότητα αφιερωμένος σε έναν ισχυρό και γενναιόδωρο θεό. Τους επισκέπτομαι ρωτώντας γιατί, τα μυστικά και τη μαγεία αυτού που λένε αγάπη (από μια ιδέα της @ Aphroditeurania22).
TEMPIO DI CASTORE E POLLUCE O DIOSCURI -  I Dioscuri erano due gemelli figli di Giove che a turno vivevano un giorno nel regno dei vivi e il giorno dopo in quello dei morti. Erano due dei che si integravano e sostenevano l’uno con l’altro. Erano invocati nelle tempeste e nelle battaglie per l’aiuto che e sostegno che davano.
A voi, compagni fidati nella battaglia, aiuto salvifico nelle tempeste, a voi che vivete oggi il luminoso giorno e domani le oscure notti, voi simili nei tratti del corpo e nel sentire del cuore, a voi io vengo a chiedere chi è lei che amo, che riempie i miei giorni e regna nelle mie notti e nel giorno e nelle notti ama in modo così diverso che a volte come voi la penso dal doppio cuore unito nel suo unico corpo? 
Nel giorno lei è la brezza che spinge le vele dei miei desideri, illumina la mia anima come fa il sole su un campo di grano, è l’azzurro inteso del cielo sul mare, il fruscio costante dei boschi, è salda come il monte nel suo pensare, pura come sorgente nel suo dire, rende felice ogni animo e della bellezza è l’unico metro, la sola giusta misura per quanto piace e per quanto è povero di gusto. È lei l’amore sacro, quello che cantano i poeti folli, che le puttane simulano,  che i vecchi rimpiangono e di cui i giovani non parlano per non apparire sciocchi. È quell’amore che mi porta per mano come il vento fa con le nuvole mentre il suo corpo è il sempre, il tutto, perché il fluire del tempo non lo tocca e le ipocrisie, i tradimenti non lo vestono. In lui io scrivo i miei versi carnali e le sue labbra li recitano restituendo alla mia carne il suo senso divino.  
Di notte invece, lei mi chiama alla guerra delle passioni, cerca nell’oscurità dei cieli il piacere sulla mia pelle, come i minatori nel buio della miniera cercano l’oro padrone del mondo e quando quest’oro lei trova, anche se frutto del suo amore e delle sue voglie, me lo dona totalmente, bevendo la mia gioia come la terra riarsa fa con le prime piogge ed è questa mia gioia  più del suo stesso piacere, che nell’oscurità della notte, nel sovrastare del nulla, lei ama, più di se stessa. In questa sua felicità del mio esser felice, c’è tutta l’essenza del suo amare. È questo l’amore profano, carnale e lascivo, dove la passione è il fuoco, ed i nostri corpi insaziabili, la foresta che brucia nella notte senza luce e ragione. 
Come voi lei sa essere la gioia del sole e la passione delle tenebre, la forza durante la guerra, l’aiuto nella bufera, la parola che nel verso scaccia morte e solitudine e dona all’anima le ali per vedere il paradiso Per questo, uniti noi siamo più di quanto lo siete voi nella carne perché nati dalla stessa madre. Uniti siamo da quella intoccabile carne che è l’amore solare e lunare e che ci rende un unico corpo vestito di luce nella caligine del giorno, luminoso di stelle nell’eternità della notte.
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diceriadelluntore · 2 years
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Storia Di Musica #224 - Blur, The Great Escape \ Oasis (What’s The Story) Morning Glory?, 1995
Per la prima storia di musica doppia non potevo che scegliere la rivalità del brit pop. Come quasi sempre accade nelle rivalità musicali, sono costruite ad arte dai mass media, che amano moltissimo contrapporre, nel momento di massimo successo in questo caso, due visioni della musica, dello stile, persino l’aspetto personale dei musicisti. Blur e Oasis sono stati i gruppi più famosi inglesi degli anni ‘90, per vendite, successi, premi, rivalità musicale: su quest’ultima, si sommavano tutti gli ingredienti perfetti, tra distanza geografica, sostanziale uguaglianza di età, stili musicali, personalità. Quelli che iniziano prima sono i Blur: Damon Albarn e Graham Coxon sono amici sin dall’infanzia e vengono entrambi da Colchester, nell’Essex. Hanno venti anni quando innamorati dello ska e del suono di Paul Weller con i Jam, formano i Blur: iniziano con un suono baggy, un mix di indie-dance che in quel periodo portava al successo gli Happy Mondays o gli Stone Roses, uno dei gruppi nume tutelare di tutto il brit pop. She’s So High e soprattutto There’s No Other Way, con il gruppo allargato a  Alex James (basso) e Dave Rowntree (batteria), sono singoli che raggiungono la Top Ten dei singoli, e lanciano il primo disco, Leisure (1991). Nel 1992 pubblicano un singolo, Popscene, che sebbene sia un mezzo fallimento di vendita, viene considerato da molti la nascita del movimento brit pop, con l’intenzione della band di lasciare il baggy e avviare una sorta di revival del suono del mod sound degli anni ‘60, su ritmi punk e melodie che si rifanno a grandi gruppi come i Kinks o addirittura i The Who. Il balzo effettivo avviene prima con Modern Life Is Rubbish (1993) e poi con il successo di Park Life (1994), il loro primo grande disco, un disco che celebra l’inglesità con particolare affetto per quella cockney londinese. Inizia il momento magico, con vendite di milioni di copie e una popolarità in ascesa incredibile. Che era allo stesso livello, nel 1994 per gli Oasis: i fratelli Gallagher sono nati a Burnage, un sobborgo di Manchester,  da una famiglia cattolica irlandese. Noel riceve una chitarra a 11 anni e inizia a strimpellare, si appassiona al punk e a 18 anni lavora con gli Inspiral Carpets come tuttofare. In un concerto a Manchester, porta il fratello Liam a sentire gli Stone Roses (sempre loro), e Liam è come folgorato. La band che prima si chiamava Rain composta dagli amici di infanzia Paul “Bonehead” Arthurs, Tony McCarroll e Paul “Guigs” McGuigan, cambiano nome in Oasis. La loro ascesa è più tumultuosa, costellata da liti tra i fratelli (più volte si presero a maleparole e pugni sul palco), a comportamenti in pieno cliché rockstar (stanze sfasciate, comportamenti sopra le righe) e una musica che nei singoli Supersonic, Shakermaker e Live Forever è più classica e struggente, fino a quando nel 1994 Definitely Maybe, il loro primo album, li impone come quelli che riescono a trovare il compromesso più bello tra le melodie degli anni ‘60 e un fragoroso muro elettrico chitarristico. I fratelli Gallagher non eccellono per simpatia, e sparano dichiarazioni al vetriolo un po’ su chiunque, in una di questa Noel augura a Damon Albarn di prendere una malattia venerea. Fu la scintilla che scatenò la rivalità (mediatica). E il ring migliore fu l’uscita nel 1995 di due dischi, attesissimi: in ordine cronologico a settembre The Great Escape dei Blur e meno di un mese più tardi (What’s The Story) Morning Glory? degli Oasis. Dico subito che sebbene il primo round con i singoli, Country House dei primi vs. Roll With It dei secondi, vide il netto successo del primo, la sfida generale se l’aggiudicano gli Oasis, che con questo album venderanno decine di milioni di copie, anche negli Stati Uniti, dove i Blur non sfonderanno mai, battendo numerosi record. Musicalmente, i due dischi sono diversissimi: molto più classico Morning Glory, più vario e intrigante The Great Escape. Ma quello degli Oasis ha quasi tutte grandi canzoni, da Wonderwall a Cast No Shadow (dedicata ad un altro immenso personaggio di quel periodo, Richard Ashcroft), da Don’t Look Back In Anger a Champagne Supernova, canzoni che ancora oggi hanno un felice e diffuso airplay radiofonico: in loro si sublimano al meglio le influenze del passato (She’s Electric, l’intro di piano di Don’t Look Back In Anger, esempi paradigmatici) ad un linguaggio semplice e diretto, che piacque molto ai discografici, come dimostra una singolare dichiarazione di Alan McGee, il proprietario della Creation, la loro etichetta discografica: ”Non puoi buttare questo album. Parlerà ai giovani della classe operaia in un modo che i Suede o i Radiohead si sognano”. Si impongono lo stile di Noel alla chitarra e persino il modo di cantare di Liam, che non è un cantante così espansivo, ma che segnerà un’epoca. Il disco è un capolavoro di energia e di grandissime canzoni, e lascia all’altro la sperimentazione. The Great Escape è molto diverso: è quasi un concept sui dissidi di un ragazzo di quel periodo, e ci sono indizi qua e là, uno davvero grande nel titolo di una canzone, Dan Abnormal, che sia proprio Albarn in questione (il titolo è un anagramma del suo nome e cognome). Il disco è musicalmente molto più vario, ed è venato di ironia e amaro sarcasmo; anche i Blur sanno scrivere grandi canzoni (The Universal, che ha archi alla Bacharach e il cui videoclip ispirato ad Arancia Meccanica vinse decine di premi nel mondo), Chairmless Man, Entertain Me, Country House sono le punte di un disco che spazia dal punk (Globe Alone), al pop (Stereotypes), all’indie rock (It Could Be You), la canzone crooner (Ernold Same), con Albarn che si dimostra cantante estremamente versatile e Coxon divertente creatore di melodie. In definitiva, anche a distanza di anni, (What’s The Story) Morning Glory (il cui titolo fu scelto da Noel quando la sua amica Melissa Lim gli rispose al telefono con tale frase, che a sua volta proviene dal musical Bye Bye Birdie) è molto più diretto e focalizzato, The Great Escape più sperimentale negli stili, nelle strutture musicali e probabilmente più “sofisticato” nell’ascolto. Curiosamente, due anni dopo, nel 1997, i Blur pubblicano Blur, gli Oasis Be Here Now. Il secondo, attesissimo, vende ancora milioni di copie, ma sebbene bello è una copia del precedente. Albarn e soci invece prendono l’ennesima nuova strada, registrando addirittura a Reykjavík, e basta la potenza di Song 2 per capire che razza di cambiamento è stato: un cambio di rotta che li discosta ormai dal britpop per un percorso sperimentale che Albarn continuerà per decenni fino ai giorni nostri.
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unita2org · 8 days
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PRESENTAZIONE DEL LIBRO DI ODIFREDDI "C'E' DEL MARCIO IN OCCIDENTE"
https://www.youtube.com/watch?v=S6dQvIk_ixw Piergiorgio Odifreddi, come molti italiani nati nel dopoguerra, è cresciuto nel mito degli Stati Uniti e dei soldati americani “liberatori”: sono stati loro, d’altra parte, ad aver salvato suo padre e suo nonno, entrambi deportati dai nazifascisti. Eppure, a partire dalla guerra del Vietnam, il suo rapporto con gli Stati Uniti inizia a cambiare. Ci…
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