Tumgik
#meravigliosa italia
dedoholistic · 2 months
Text
Meravigliosa Italia:
Soncino tra Medioevo e bellezze turistiche con Marcella Nardi
Intervista di Maria Teresa De Donato
3 notes · View notes
agathaandrea · 20 days
Text
Meravigliosa Italia: Gustando Rovigo e la sua cucina con Maria Cristina Buoso (Ottava Parte) di Maria Teresa De Donato - La Chiesa di Santa Giustina
(Rovigo)  Meravigliosa Italia: Gustando Rovigo e la sua cucina con Maria Cristina Buoso (Ottava Parte)  di Maria Teresa De Donato  (La Chiesa di Santa Giustina) (Pierre Mortier; antica mappa di Rovigo: dettaglio, la demolita Chiesa di santa Giustina, nell’odierna piazza Giuseppe Garibaldi) (Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International) Amici carissimi, la cara amica e collega…
Tumblr media
View On WordPress
0 notes
aigle-suisse · 3 months
Video
A spasso per la Valle d'Aosta par Pierpaolo.
0 notes
vintagebiker43 · 5 days
Text
Tumblr media
Questa mattina è accaduta una cosa meravigliosa, una delle più belle in assoluto da quando esiste il nostro blog: vi chiediamo di leggere questo post, anche per capire lo straordinario significato di questa foto.
Ousmane Diop è un giocatore della Dinamo Sassari, un ragazzo di 23 anni con una storia complicata alle spalle. Ha lasciato la famiglia in Senegal a 13 anni facendo una promessa a mamma e papà: "Tornerò quando diventerò un giocatore di basket e avrò i soldi per comprarvi una vera casa".
A 13 anni, in Italia, ha dormito per la prima volta in un letto da solo: prima lo condivideva con due fratelli.
Tra Udine, Torino e Sassari, è esploso il suo talento che gli ha permesso di diventare un grande giocatore di Serie A.
L'anno scorso, dopo non aver visto la sua famiglia dai 13 ai 22 anni, è tornato in Senegal e ad accoglierlo c'erano i genitori in lacrime davanti alla porta di quella nuova casa comprata dal loro bambino, nel frattempo diventato uomo.
Questa mattina, all'Istituto Comprensivo San Donato, la scuola e il rione più multietnico e problematico di Sassari, le maestre hanno proiettato in classe il video che abbiamo realizzato due mesi fa nel quale Ousmane racconta la sua storia: il video è questo https://youtu.be/TWrFqCzKsUM
Nella saletta-cinema della scuola c'erano un centinaio di bambini dai 6 ai 13 anni.
L'obiettivo era quello di dare un messaggio di speranza a dei bambini che vivono in condizioni non facili.
Alla fine della proiezione alcuni di loro si sono commossi, altri erano impazziti per la presenza di Ousmane "il gigante".
Il bambino al centro della foto è un bambino di 6 anni di origini nigeriane, che è rimasto particolarmente colpito dalla storia di Ousmane.
Ousmane, vedendolo piangere, è corso ad abbracciarlo.
Anche lui, alla fine, si è commosso.
L'abbraccio che vedete in questa foto testimonia la straordinaria grandezza dello sport.
Lo sport abbatte confini, è inclusivo, facilita i legami, è amicizia, è speranza, permette ad adulti e bambini di parlare la stessa lingua, di capirsi, di abbracciarsi, di condividere gioie ed ostacoli.
Ringraziamo LBA che ci ha dato la possibilità di realizzare questo video che ha colpito molte persone. Ringraziamo la Dinamo che ha dato una grande mano affinché si realizzasse questo incontro, e la Biblioteca Popolare dello Sport - Sassari che per prima ha avuto l'idea di portare il nostro video in una scuola.
Se qualcuno ci ponesse oggi la domanda "Ma perchè 12 anni fa avete creato un blog di basket?", risponderemmo mostrando questa foto.
@la giornata tipo su FB
30 notes · View notes
apropositodime · 9 months
Text
PATRICK ZAKI LIBERO ❤️
Che notizia straordinaria!
Patrick Zaki ha ricevuto la grazia dal Presidente egiziano Al Sisi.
È finito un incubo.
Una notizia meravigliosa che restituisce a questo ragazzo 14 mesi della sua vita, dopo i 22 che gli sono stati tolti senza aver fatto nulla, ma che non cancella le responsabilità, i silenzi pavidi, gli interessi biechi, la vergogna di due Paesi che per interessi economici e politici hanno costretto un innocente a vivere un incubo.
Ci sarà tempo per i processi e le riflessioni.
Ora c’è solo la gioia perché Patrick Zaki è finalmente LIBERO. Chi l’avrebbe detto così presto, dopo la doccia gelata di ieri.
Ti aspettiamo in Italia Patrick. La tua Italia. La tua Bologna.
#lorenzotosa
Le notizie quelle belle.
30 notes · View notes
libriaco · 7 months
Text
Sì, viaggiare (28 settembre 1786)
Tumblr media
Sul libro del destino era dunque scritto alla mia pagina che il 28 settembre 1786, alle cinque di sera secondo la nostra ora, entrando dal Brenta nella laguna, avrei visto per la prima volta Venezia, e subito dopo avrei toccato e visitato questa meravigliosa città insulare, questa repubblica di castori. Così, a Dio piacendo, Venezia non mi è più una mera parola, il nome vuoto che per me, nemico giurato delle vacue sonorità, fu tante volte motivo d'angoscia. Quando la prima gondola si accostò alla nave (lo fanno per trasportare più presto a Venezia i passeggeri che hanno fretta) mi ricordai d'un giocattolo della mia infanzia al quale non avevo più pensato da almeno vent'anni. Mio padre aveva portato con sé dall'Italia una bella gondola in miniatura, che teneva molto cara, ed era per me un gran privilegio quando mi si permetteva di baloccarmi con essa. Tutto, dai primi rostri di lamiera lucida ai felze neri, mi salutava come una vecchia conoscenza, mi dava una piacevole sensazione di gioventù non più provata da lungo tempo.
J. W. von Goethe, [Italienische Reise, 1816-17], Viaggio in Italia, Milano, Mondadori, 1985 [Trad. E. Castellani]
Goethe aveva compiuto 37 anni esattamente un mese prima.
Immagine: da ebay.
14 notes · View notes
sambigliong · 8 months
Text
L'INFAME DEI DUE MONDI
Questa è la "lettera scritta" da Giuseppe Garibaldi, o per meglio dire Joseph Marie Garibaldì, che 2 giorni prima di morire inviò al professor Carlo Lorenzini, meglio conosciuto come Carlo Collodi. E' tratta dal romanzo "Le confessioni di Joseph Marie Garibaldì", di Francesco Luca Borghesi.
«Illustrissimo professore Carlo Lorenzini,
Scrivo con rispetto e gratitudine a Voi che decideste di farmi cosa grata riportando le mie memorie al popolo di una penisola che mai amai come avrei potuto, che mai difesi come avrebbe meritato.
Una penisola che non fu mai e mai sarà la mia patria.
Una penisola meravigliosa che io non solo non unificai, se non unicamente al nome, ma che addirittura divisi, e, per mia colpa, divisa sarà per sempre.
[...] codesto giorno, trentuno maggio ottantadue del secolo milleottocento, sono a ricordare la mia vita trascorsa, in attesa che venga definitivamente compiuto il mio destino [...] forse non temo neppure: diciamo che attendo che presto sia fatta giustizia e chi mai può sapere se dopo la morte vi sarà giustizia?!
Voi infatti penserete che io sia felicemente italiano: se così fosse le sorprese non vi mancheranno.
Se vi aspettavate un patriota, troverete un avventuriero.
Se vi aspettavate un probo, troverete un dissoluto.
La spedizione dei mille fu realmente la più vile porcata che il suolo della penisola possa aver mai vissuto e, a questo punto, spero che mai sia costretta a rivedere.
La mia vita era rivolta alla ricerca di fama e ricchezza: mi venne in mente di unificare l'Italia in quanto sarei potuto diventare potente e ricco.
Cercai appoggi, soldi e falsi ideali su cui far leva e trovai qualcuno che, dopo avermi usato, mi mise da parte.
Diciamo subito e senza giri di parole: il patriottismo in Italia non è mai esistito.
Mi ricordano tutti come il patriota Giuseppe Garibaldi, ma queste sono voci, magari leggende, ma certamente menzogne.
Mi chiamo Joseph Marie Garibaldi e, contrariamente, a quanto pensano molti, sono e mi sento francese".
* VA PRONUNCIATO COSI: Joseph Marie Garibaldì (accento sulla i finale)
Tumblr media
15 notes · View notes
mchiti · 2 months
Note
Ama io non ti seguo perchè non mi interessa niente di calcio, ma tutte le cose che hai scritto sull'essere una giovane donna magrebina in questa Italia, qui e ora... Ti vorrei abbracciare e ringraziare. I miei ragazzi a scuola, qui al centro-nord sono quasi tutti figli di gente immigrata, dal Meridione o letteralmente da tutto il mondo. Io sono nata e cresciuta in una piccola città toscana, la stessa dei miei genitori, con modestissimi flussi migratori. A volte mi sento inadeguata a comprendere il loro mondo. A voi ragazzi di seconda generazione, alle vostre voci, devo moltissimo nel processo del diventare un'insegnante più capace di accogliere tutti loro.
Grazie ancora.
scusami per la risposta che arriva un po' in ritardo (ultima sessione d'esami della mia vita) però volevo prendermi il tempo per ringraziarti tantissimo per queste parole. Ma proprio tanto. Lo so che forse sto per dire cose scontatissime, però io davvero ho avuto a che fare con qualche insegnante che ha fatto tutto il contrario di quello che fai e pensi tu. I miei genitori hanno fatto pochissimi anni di scuola in Marocco. La mia mamma, pace alla sua anima, non ha mai imparato bene l'italiano qui. Quando era in terza media ed è arrivato il momento di scegliere la scuola superiore la mia insegnante di italiano ha convocato i miei genitori con me presente, per dire loro che sì, io avrei potuto fare il classico perché ero brava nelle materie letterarie, però il supporto della famiglia era "necessario" anche perché sarei stata "la prima della famiglia ad andare al classico" e "la prima del palazzo" , immagino la prima del mio palazzo popolare di marocchini e tunisini...che boh, belle cose da dire.
La differenza tra i figli di stranieri e i loro genitori è che i genitori purtroppo - vuoi la barriera linguistica, sociale, culturale - abbassano la testa di fronte a certe discriminazioni, a certi pregiudizi. Non è che non li vedono, ma fanno finta di niente. Noi non facciamo finta di niente, com'è giusto che sia, e certe volte ripenso a quelle parole e mi viene una rabbia. Io mi sono salvata perché mi piaceva studiare, ma quanti ne ho visti di amici, conoscenti, di persone come me (spesso soprattutto i ragazzini maschi, su cui cade maggiormente lo stigma) presi per scemi dagli insegnanti, sbattuti fuori dalle classi, i nomi costantemente storpiati, battute sulla cultura e sulla religione. Trattati come se la scuola non fosse un diritto ma un privilegio di classe e un privilegio culturale.
Non è facile, ma penso che già porti queste riflessioni sia tantissimo e sono sicura che tu sia una meravigliosa insegnante. Scusami per la risposta lunga ma ecco, mi rimette in pace con il mondo leggere queste cose. Grazie a te! 💗
4 notes · View notes
chouncazzodicasino · 8 months
Note
Ciao! X caso conosci siti o negozi magici di tende x doccia che non facciano cagare con distribuzione in italia? Grazyyy
Tumblr media
Sai che non ne ho idea? So che tra le tante cose che offre Society6 ci sono anche le tende da doccia ma non ho mai comprato su quel sito nonostante lo adori.
Tumblr media
https://society6.com/product/cheese-dreams1852912_shower-curtain?sku=s6-10459753p34a35v287
O Etsy?
Tumblr media
4 notes · View notes
dedoholistic · 3 months
Text
Meravigliosa Italia: Gustando Rovigo e la sua cucina con Maria Cristina Buoso (Nona Parte)  di Maria Teresa De Donato 
Tumblr media
2 notes · View notes
agathaandrea · 1 month
Text
Meravigliosa Italia: Gustando Rovigo e la sua cucina con Maria Cristina Buoso (Sesta Parte)
Meravigliosa Italia: Gustando Rovigo e la sua cucina con  Maria Cristina Buoso  (Sesta Parte) – di Maria Teresa De Donato Amici carissimi, un nuovo anno è iniziato e l’amica e collega autrice e blogger Maria Cristina Buoso   è venuta di nuovo a trovarci con altre informazioni interessanti sulla sua Rovigo. Godiamoci, dunque, anche se solo virtualmente, la sua città e qualche…
Tumblr media
View On WordPress
0 notes
unafarfallablu · 6 months
Text
Sono stata ad un colloquio,
E una volta seduti la prima cosa che hanno voluto sapere, è perché avessi preferenze a lavorare di mattina piuttosto che di sera,
Accertandosi che io non avessi figli o un “marito geloso”
Deplorevole.
Italia mia, sei meravigliosa, ma la gente che ti abita no.
4 notes · View notes
IL film di Natale
Tumblr media
Quello del film di Natale è diventato oggi un genere a sé che prescinde dal calendario, ma ha raggiunto una sua legittimità in tutti i mesi dell’anno: ci sono addirittura canali dedicati che trasmettono ininterrottamente film natalizi per un pubblico di irriducibili affezionati. Ma quali sono le caratteristiche di questo cinema di pura evasione? La prevedibilità, l’atmosfera di affetti familiari e buoni sentimenti, il freddo nevoso esterno neutralizzato da accoglienti caminetti in dimore debitamente addobbate, un finale scontato e sempre invariabilmente positivo e confortante. Niente di male. Ma, per riferirci a un tempo passato in cui i film di Natale erano pochi e firmati da grandi registi, qual è il vostro film preferito, quello che dovete rivedere ogni anno altrimenti non è davvero Natale?
Tumblr media
Ognuno ha il suo beniamino: uno dei più classici è sicuramente La vita è meravigliosa di Frank Capra (1946) con un James Stewart strepitoso (trovate in questo link un interessante articolo su questa pellicola), un capolavoro che ha conquistato molti record: considerato, giustamente, uno dei film che migliorano con il passare del tempo, ha ricevuto un budget colossale, effetti speciali d’avanguardia per l’epoca, montagne di neve chimica (fu girato in primavera-estate). Ma il segreto di tanta popolarità resta imprescrutabile: non bastano un cast eccezionale, una trama avvincente, un regista geniale per spiegare un successo planetario che dura da quasi ottant’anni. In fondo si tratta di una favola semi-realistica con un angelo che non ha nemmeno le ali. Ci sono alchimie inesplicabili e questo è uno di quei casi, ma la preghiera di James Stewart sull’orlo del fallimento e della galera mette i brividi ogni volta che la si guarda.
Tumblr media
Altro film di successo (ma ormai siamo nell’era del colore) è Harry ti presento Sally di Rob Reiner: la coppia scoppia proprio nel periodo natalizio e la splendida Meg Ryan è costretta a trascinare da sola il grande abete fino al suo appartamento di New York. Sarà la festa di Capodanno a rimettere le cose a posto. Originali e commoventi gli inserti delle coppie che in pochi cenni raccontano le loro romantiche storie. Battute degne di Woody Allen, dialoghi e recitazione ad altissimo livello: insomma, un vero cult.
Tumblr media
È ormai un classico a tutti gli effetti, anche se del 2009, A Christmas Carol di Robert Zemeckis con Jim Carrey. Tratto da Dickens, questa geniale versione cinematografica (se ne contano a bizzeffe, compresa quella, assai commovente, della Disney con protagonista Topolino) è stata realizzata con la tecnica della motion capture, che registra il movimento di persone o oggetti con un sistema di telecamere e marcatori posizionati su tute indossate dagli attori: il risultato è una magica fusione tra cinema e cartone animato che consente strabilianti effetti speciali altrimenti impensabili.
Tumblr media
Citiamo solo il titolo di altri film di Natale, come Mamma ho perso l’aereo e relativi sequel, Il Grinch, Miracolo nella 34a strada, Elf, Nightmare before Christmas, Polar Express, Willy Wonka e la fabbrica di cioccolato, Una strega in paradiso, per soffermarci invece su Una poltona per due di John Landis, con Dan Aykroyd, Eddie Murphy, Jamie Lee Curtis e un piccolo cameo di James Belushi. Alcune curiosità su questo cult, trasmesso in Italia la vigilia di Natale ininterrottamente dal 2012, anche se la prima visione televisiva risale al 1986 (la pellicola è del 1983):
Tumblr media
per la coppia black & white (questo avrebbe dovuto essere il titolo originale, poi trasformato in Trading Places) all’inizio si era pensato al collaudato duo Richard Pryor-Gene Wilder
dopo questo film in America fu promulgata una legge chiamata Eddie Murphy Rule che per la prima volta regolamenta gli scambi finanziari dell’insider trading
i due miliardari che si giocano la vita dei due protagonisti per una misera scommessa (ben 1 dollaro) si rivedono in Il principe cerca moglie, sempre interpretato da Eddie Murphy, nel ruolo, che si meritano, di poveri clochard
in Italia esiste un gruppo di fedelissimi che dal 2017 si incontrano su un famoso social e ogni giorno inseriscono commenti e fanno il conteggio di Quanti giorni mancano a "Una poltrona per due".
Tumblr media
Ma quale può essere il segreto di un consenso così generalizzato che annovera sempre nuovi estimatori? In fondo il Natale è una tradizione che si rinnova ogni anno, con riti ormai codificati: l’albero, il presepe, il panettone-pandoro, il cotechino con le lenticchie, il vischio, i regali, i dodici chicchi d’uva che portano fortuna e ricchezza... Così è entrata nella tradizione anche questa favola rassicurante, un film perfetto, che non manca una scena, una battuta, una nota. Il miracolo di un’ingiustizia sanata, di un sopruso che si ritorce contro i suoi autori, di poveri emarginati della società che si arricchiscono, di uno yuppie senza cuore che diventa umano: dove possiamo vederlo se non in un film? E in particolare in questo film divertente, magistralmente diretto e magnificamente interpretato.
Tumblr media
Come diceva Frank Capra a proposito di It’s a wonderful life, un film è, in un certo senso, come un figlio che, quando cresce, diventa indipendente e sfugge alla tutela del genitore. Così anche Una poltrona per due ha superato ogni più rosea previsione dei suoi autori e riscuote, ogni anno, un immancabile successo. Ma è anche, se vogliamo, una favola moderna, vagamente trasgressiva, dove si parla di droga, di razzismo, la bella protagonista è una prostituta, Babbo Natale si ubriaca e tenta il suicidio, e dove non nevica ma piove: tutto questo, e molto altro, per un piccolo gioello da ri-vedere in famiglia per sorridere un po’ in questi tempi burrascosi.
Tumblr media
15 notes · View notes
ilblogdellestorie · 1 year
Text
Tumblr media
The Quiet Girl, la bambina che finalmente fu amata
Come è una persona quieta? Calma, che sembra non preoccuparsi, esente da turbamenti. O forse è solo introversa.
E così appare Cáit, una bambina di nove anni così silenziosa da sembrare invisibile, così taciturna e presa da un mondo alternativo da essere chiamata 'la vagabonda' dal padre o 'quella' dalle sorelle più grandi, così 'a parte' da avere a malapena un nome. E' lei la protagonista di THE QUIET GIRL di Colm Bairéad, film candidato all'Oscar il 12 marzo come miglior film internazionale (è in dialetto irlandese e forse è l'outsider del gruppo), dopo essere stato consacrato in Gran Bretagna come il film indipendente di maggior successo della stagione, aver ottenuto numerosi riconoscimenti tra cui il Miglior Film nella sezione Generazione Kplus a Berlino 2022 e Miglior film dell'anno da Rottentomatoes.com. In Italia arriva dal 16 febbraio con Officine UBU. Ad interpretare Cait c'è una esordiente e meravigliosa Catherine Clinch di Dublino. E' un ambiente inospitale quello di Cait che vive con la famiglia in mezzo al nulla della campagna irlandese degli anni '80 con una madre, unica a trattarla minimamente, in procinto di far nascere il quarto figlio, le due sorelle adolescenti e il padre la cui unica occupazione sembra essere giocare anzi perdere ai cavalli. Una famiglia impoverita e non solo economicamente. Lei ha sviluppato una sorta di autodifesa in lotta a tutto questo, imparando a nascondersi a tutti, a casa come a scuola. Ma quando Cait d'estate viene mandata lontano dalla cugina della madre e il padre la molla sulla porta della fattoria con i soli abiti che indossa senza neppure un saluto, la ragazzina ancora non sa che le si sta aprendo il mondo davanti. Comincia a vivere con la coppia di zii l'affettuosa Eibhlín (Carrie Crowley) e il ruvido Seán (Andrew Bennett) nella loro fattoria dove allevano mucche e viene accudita, nutrita, considerata, vestita anche letteralmente, pur se in uno stile 'asciutto' (c'è un segreto in famiglia) la giovane rinasce conoscendo che c'è un altro modo di stare al mondo, un altro modo di essere figlia. Adattamento cinematografico di Foster, la storia breve scritta da Claire Keegan, The Quiet Girl rientra in quel genere di film cosiddetti Coming of Age che nel raccontare la formazione di una adolescente aprono il cuore dello spettatore e indicano emotivamente una strada: i 'veri' genitori sono quelli che ti crescono e ti danno amore. La regia quasi accarezza Cait, è una cinepresa compassionevole quella di Colm Bairéad che da' alla ragazzina quell'attenzione che i giovani solitari, introversi, sofferenti nel profondo raramente ricevono. E il finale arriva straordinariamente commovente.
10 notes · View notes
sofysta · 1 year
Text
Stasera c'è una luna che è a dir poco meravigliosa. Peccato che l'eclissi lunare di domani non sarà visibile in Italia, pagherei per vederla.
11 notes · View notes
arcobalengo · 1 year
Text
La democrazia. Parola meravigliosa. Un concetto che si basa su alcuni pilastri, senza i quali (o anche senza uno solo di essi) non esisterebbe. Come un tavolino. Se manca anche una sola gamba, quel che c’è sopra crolla. E i pilastri sono quelli definiti dalla Dichiarazione universale dei diritti umani. Dopo l’11 settembre non è più stato così. La Casa Bianca (allora era Presidente George Bush) decise che da quel momento in poi il governo degli Stati Uniti d’America aveva diritto di rapire, torturare, financo uccidere qualsiasi cittadino di qualsiasi nazione del pianeta, senza dover rendere conto a nessuno, senza dover subire nessuna implicazione penale per i crimini commessi, senza dover sottostare ad alcuna implicazione morale. La guerra senza fine al terrorismo era stata lanciata. La Bosnia aveva fatto il suo dovere. L’Italia aveva fatto il suo dovere. La mafia aveva fatto il suo dovere. La destra eversiva aveva fatto il suo dovere. Washington raccoglieva i frutti del successo del suo piano pensato oltre due decenni addietro. Giuliano Tavaroli era un ex brigadiere in servizio presso la sezione Anticrimine dei Carabinieri di Milano, poi passato alla sicurezza di Pirelli e, successivamente, del Gruppo Telecom Italia. Tavaroli (il cui nome di battaglia era “Tavola”) era un mago delle intercettazioni. Negli anni Ottanta aveva lavorato per il reparto antiterrorismo del generale Carlo Alberto dalla Chiesa, ricevendo un gran numero di encomi. Passato al settore privato, aveva mantenuto rapporti con agenti dell’Intelligence, come il numero due del Sismi Marco Mancini, l’ex 007 del Sisde Marco Bernardini e perfino con un agente di collegamento della Cia. Tavaroli si appoggiava anche a un investigatore privato (Emanuele Cipriani), i cui uffici erano in un appartamento della nuora del gran maestro della P2 Licio Gelli. Questi aveva costruito un proprio archivio («l’archivio Z»). Un sistema di archiviazione elettronico che si basava su tre hard disk esterni, che per precauzione venivano custoditi nella sala consolare della Guinea e richiusi in cassaforte ogni fine settimana. Eh sì, perché Cipriani era anche console onorario della Guinea. Soprattutto, il “Tavola” aveva creato il “Tiger Team”, il gruppo di hacker che aveva il compito di spiare. Chi? Cittadini incensurati, associazioni private, aziende e, se la Cia lo chiedeva, anche presunti terroristi. O quanto meno persone definite «terroriste » dalla Central Intelligence Agency. Un gruppo totalmente illegale, che agiva in maniera illegale grazie alla copertura dei servizi italiani e di quelli statunitensi. Tavaroli e Mancini si erano conosciuti nella sezione speciale anticrimine fondata dal generale dalla Chiesa. Da allora erano sempre rimasti in contatto. Fu per questo che, quando il capo del controspionaggio del Sismi (Mancini) ebbe bisogno di favorire una delicatissima operazione richiesta dal capo stazione della Cia a Milano Robert Seldon Lady e dal responsabile dell’Agenzia in Italia Jeff Castelli, pensò subito al “Tavola”. «C’era un problema. L’imam di viale Jenner era sul punto di cedere e di raccontare tutto ai magistrati milanesi. L’intera operazione progettata per oltre due decenni e attuata sul campo da undici anni stava per saltare. Inoltre, cosa ben più grave, Abu Omar avrebbe rivelato al mondo il coinvolgimento degli Stati Uniti nel terrorismo internazionale, il coinvolgimento dell’Italia nel terrorismo internazionale, l’importanza della Bosnia per il terrorismo internazionale, la natura stessa del terrorismo internazionale. Abu Omar doveva sparire e andava fatto ragionare», ha spiegato l’ex funzionario della Nsa, Wayne Madsen.
Franco Fracassi - The Italy Project
9 notes · View notes