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#maurizio de angelis
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techaddictsuk · 2 years
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Alien 2: On Earth (1980)
The naming of Alien 2: On Earth (or Sulla Terra in Italian) is obvious from a marketing point of view. A brazen attempt to pull in viewers to see this excessively cheap, subterranean rubbish. #alien #movies #filmtwitter #alien2
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quietparanoiac · 1 year
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— She used to work for me. I assume that you work for her killer. — No. Jacopo Barberis is innocent. — Your clients always are. Isn't that so?
La legge di Lidia Poët (2023–), 1x06
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[17/52] 2024 Reading Challenge | B👑Q: With a place in the title.
Angeli per i Bastardi di Pizzofalcone - Maurizio de Giovanni
Pazzia, amore e interesse. Troppa roba, per trovare il motivo di una cosa così.
★★★★✩
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movienized-com · 2 months
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Citadel: Diana
Citadel: Diana (Serie 2024) #MatildaDeAngelis #LorenzoCervasio #MaurizioLombardi #TheklaReuten #GiordanaFaggiano #DanielePaoloni Mehr auf:
Serie Jahr: 2024- Genre: Action / Drama / SciFi Hauptrollen: Matilda De Angelis, Lorenzo Cervasio, Maurizio Lombardi, Thekla Reuten, Giordana Faggiano, Daniele Paoloni, Julia Piaton, Filippo Nigro, Marouane Zotti, Maxim Mehmet, Bernhard Schütz, Maxence Dinant … Serienbeschreibung: Das italienische Kapitel des Universums “Citadela”, einer revolutionären Serie globaler Ereignisse von Prime Video…
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songsfordustmites · 2 years
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garadinervi · 1 year
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Vitalità del negativo nell'arte italiana 1960/70, Texts by Achille Bonito Oliva, Giulio Carlo Argan, Alberto Boatto, Maurizio Calvesi, Gillo Dorfles, Filiberto Menna, and Cesare Vivaldi, Centro Di Edizioni, Firenze, 1970 [Exhibition: Palazzo delle Esposizioni, Roma, November, 1970 – January, 1971] [L'Arengario Studio Bibliografico, Gussago (BS)]. Feat. Vincenzo Agnetti, Carlo Alfano, Getulio Alviani, Franco Angeli, Giovanni Anselmo, Alberto Biasi, Alighiero Boetti, Agostino Bonalumi, Davide Boriani, Enrico Castellani, Mario Ceroli, Gianni Colombo, Gabriele De Vecchi, Luciano Fabro, Tano Festa, Giosetta Fioroni, Jannis Kounellis, Francesco Lo Savio, Renato Mambor, Piero Manzoni, Gino Marotta, Manfredo Massironi, Eliseo Mattiacci, Fabio Mauri, Mario Merz, Maurizio Mochetti, Giulio Paolini, Pino Pascali, Vettor Pisani, Michelangelo Pistoletto, Domenico Rotella, Paolo Scheggi, Mario Schifano, Cesare Tacchi, Giuseppe Uncini, Gilberto Zorio
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notizieoggi2023 · 3 months
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https://notizieoggi2023.blogspot.com/2024/02/la-poesia-deve-alzare-le-proprie.html La poesia deve alzare le proprie barricate contro l'invasione dell'antiumanesimo Soltanto chi come me, o come qualcuno dei miei lettori, ama davvero la letteratura si rende conto, senza ipocrisia, che nella società odierna e per le attuali classi dirigenti la letteratura è diventata un impiccio, un residuato, qualcosa da portare in cantina a riempirsi di polvere. Oggi è, o sembra, tutto finito. Inutile ricordare agli uomini della politica e dell'economia, qualunque sia il loro colore politico, che se l'Italia non è rimasta una espressione geografica, ed è nata in quanto entità storica e statuale è stato soprattutto perché l'hanno sognata, preconizzata, amata i poeti, da Dante a Petrarca, da Foscolo a Manzoni al giovane Leopardi, da Carducci a D'Annunzio, da Ungaretti a Pasolini. Inutile ricordare che l'Italia è prima di tutto la sua lingua meravigliosa e dorata, è il suo patrimonio inesauribile d'anima, d'arte, di poesia, di musica. Sembra che sia chiaro soltanto tra i pochissimi grandi uomini rimasti in Italia, penso a Riccardo Muti. Sono venuti in odio i modelli eccellenti, erosi da un falso egualitarismo straccione, e dal dominio dei social, dove «uno vale uno» e il primo pirla può impunemente apostrofare un premio Nobel: fenomeno che condannò anche Umberto Eco, non sospettabile certo di simpatie per gli «apocalittici» nemici della modernità. La scuola, disastrata in maniera equanime da governi di sinistra e di destra sino all'abominio grillino dei banchi a rotelle, ha ridotto lo studio della letteratura a pochi autori, spesso soltanto del Novecento, ignorando i classici e il loro splendore e, di fronte ad ancora tanti bravissimi insegnanti, c'è sempre qualcuno (a volte ministri come il non rimpianto Franceschini) che preme per dare più spazio a fumettisti, saltimbanchi, cuochi, comici, rapper, trapper, cantautori, dj, influencer: seguendo pedissequamente ogni moda. Si è inventato il binomio scuola lavoro, come se l'insegnamento invece di formare prima di tutto esseri umani nella loro interezza dovesse formare pizzaioli, con tutto il rispetto per la categoria. Il lavoro della scuola era far crescere il sapere e l'anima del ragazzo, la sua comprensione di se stesso, della società, della storia, del mondo. E niente poteva farlo meglio di quell'antico ma sempre nuovo sistema di conoscenza che è la Letteratura. Niente formava di più e più in profondità che leggere poesie e romanzi, grandi strumenti di educazione al destino. Niente formava di più che il pensiero dei grandi, da Machiavelli a Galileo, da Vico a De Sanctis. Intendiamoci, non è che oggi non ci siano più quelli che scrivono poesie e romanzi. Ormai il 90 per cento degli italiani ha pubblicato un romanzo, i social diffondono a piene mani poesia, e chiamano poesia anche ogni incolpevole vagito e belato sentimentale. Ci sono in giro migliaia di sedicenti autori che scrivono tutti allo stesso modo, carino e insignificante, quasi sempre lontani da ogni scossa metafisica, da ogni senso del mistero, da ogni empito fantastico, e riducono il romanzo a qualche bella frase, a qualche trovata, o a tanto lacrimoso patetismo autobiografico. Eppure in questo mare magnum, dove nessuno distingue più niente da niente, ci sono ancora libri appassionanti e autori veri. Fiorisce la letteratura di genere, dove almeno persistono i temi eterni del male, della giustizia, della verità, e che il mercato premia (cosa che è vano vituperare): io leggo con piacere per esempio Donato Carrisi, e quando mi è capitato di conversare con Maurizio De Giovanni ho toccato con lui temi a me cari come il mito con più vivacità che con autori snobbetti e un po' premiati, magari usciti dalla celebratissima scuola Holden. Poeti veri e grandi, penso ad esempio a Milo De Angelis, esistono ancora. E ogni giorno ricevo testi di giovani che credono nella poesia e scrivono in cerca di nuove forme del vivere e di assoluto. Scrittori di alta qualità ci sono, Sandro Veronesi, Antonio Scurati, Eraldo Affinati, per esempio. E ci sono i critici, penso a Giorgio Ficara, a Alfonso Berardinelli, a Massimo Onofri, a Silvio Perrella, per altro saggisti e scrittori in proprio: ma esiste sempre di meno lo spazio editoriale e istituzionale per esercitare l'importantissimo compito della critica, vagliare la produzione letteraria, individuare i valori più forti, non transeunti, seguire gli autori, sostenere una tendenza. Oggi tutto è effimero, volatile, virtuale. Leggero: ma non si dica con criminale menzogna che è la leggerezza di Italo Calvino: tutt'al più è quella di Luciana Littizzetto. A cui preferisco le giovani tiktoker, che quando cinguettano innamorate di un titolo possono anche riservare sorprese, magari stanno rileggendo e rinverdendo un classico... Il vuoto è prima di tutto un vuoto sociale, culturale, spirituale. Ed è da connettersi al crollo dell'umanesimo, che dalla Firenze del Rinascimento sino all'esistenzialismo di Sartre e di Camus aveva innervato la cultura europea. Per molti esponenti del mondo intellettuale l'essere umano non è più al centro della società, l'essere umano intero, in carne ed ossa, con i suoi bisogni, i suoi desideri, le sue debolezze, la sua follia, la sua capacità di ribellione, di autodeterminazione del proprio futuro. Ed è caduto a picco il senso della Tradizione, che è da modaioli imbecilli vedere come passato e polvere, mentre è conoscenza attiva e critica delle radici e insieme forza propulsiva per proseguire nella costruzione di una civiltà. La letteratura è stata a lungo il midollo spinale (l'espressione è di Jacques Attali) di una Nazione. E certamente di quella Europa che per primo Victor Hugo sognò come «Stati Uniti d'Europa». Senza letteratura, senza poesia, senza il primato dello spirito si configura una società non liquida, come vuole una celebre definizione sociologica, ma smidollata, un'Europa vaso di coccio tra le Potenze del nuovo ordine mondiale, prona di fronte alle insidiose idiozie nichiliste della cosiddetta cancel culture che ha soffiato dall'America in questi anni e alla fine si è rivelata una cultura della cancellazione, o del tentativo di cancellazione, guarda caso, proprio della parte gloriosa della cultura europea, oggi indifesa, incapace di reagire, di ritrovare l'orgoglio e l'amore di se stessa. Per la prima volta nella storia dell'umanità al vertice dei valori, come potere assoluto e incontestabile, è rimasta l'economia, declinata come finanza e profitto. E per la prima volta nella storia dell'umanità tutto il resto viene considerato un ingombro, qualcosa di attardato e inutile: il sacro, l'ideale, la gratuità, il valore, l'onore, la bellezza spirituale, la ribellione: il tesoro millenario della letteratura, da Omero a Borges. Il primato totalitario del profitto non ha niente a che fare col liberalismo che conosco io, quello di Benedetto Croce, Panfilo Gentile, Salvador De Madariaga. È in realtà un feticcio, un idolo, un Vitello d'Oro senza nessun Mosè in vista pronto ad abbatterlo: una irresistibile forza disumanizzante. Il pericolo, senza un nuovo umanesimo per il XXI secolo, è che si corra verso un'era di uomini-macchina, in balia di piccoli desideri indotti dalla pubblicità (e non so ancora per quanto dai miserabili imbonitori elettronici detti influencer), un'era di esseri privi di carne, di anima, di sesso, di radici, di sogni, vacui consumatori di tempo libero, prodotti deperibili e altrettanto deperibili ideologie. Uno strumento di opposizione, di resistenza e forse di contrattacco rispetto alle forze dell'antiumanesimo è la voce legislatrice (anche se mai riconosciuta come tale) della poesia, quell'antico e attualissimo sistema di conoscenza dell'anima e dell'universo che chiamiamo letteratura. Per questo nel disegno dei dominatori tecnologici ed economici del mondo poesia e letteratura non devono valere più niente, non devono avere spazio né ascolto. O, come ho appreso interrogando Chat GPT, opere poetiche e narrative potranno essere prodotte, pulite e anestetizzate, dalla IA, «assolutamente sì». Non so se un disegno così riuscirà. Dico soltanto che se riuscirà, quando saranno abbattute le statue di Virgilio, Dante, Shakespeare, Michelangelo, Goethe, Beethoven, Voltaire, Tolstoj la civiltà europea sarà finita. A me questo disegno non piace, e sono disposto, cari lettori, ad avversarlo sino all'ultimo sangue. All'ultima pagina.
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Movie Review | The Big Racket (Castellari, 1976)
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I’m no expert on poliziotteschi, but from the handful I’ve seen, it strikes me that they have no shortage of queasy morality and gleeful cruelty. My favourites would be The Italian Connection, in which a sleazy, two-bit pimp played by Mario Adorf (doing his own stunts and looking like he might die of a heart attack in the process) ends up being our hero, and The Tough Ones AKA Rome, Armed to the Teeth, which plays as an almost free-associative series of cop vs crook violence, Maurizio Merli and Tomas Milian trying to outdo each other in sadism as the movie escalates. This one, the second in the genre directed by Enzo G. Castellari that I’ve seen (after The Heroin Busters, with which this shares some terrific action direction), has its share of cruelty as well, largely meted out by a group of truly loathsome villains. We first meet them during the opening sequence, where they’re geared up in fearsome helmets as they mete out some pretty excessive property damage. The aesthetic choices here, between their wardrobe, the eerie red and yellow lighting, the slow motion and the blaring prog rock freakout on the soundtrack courtesy of Guido and Maurizio De Angelis (whose work here sometimes resembles a wilder and woollier version of “In-A-Gadda-Da-Vida”), suggest that this a newer, more vicious breed of criminal, totally beyond the pale of ordinary criminality.
And certainly, they make good on that promise, graduating pretty quickly from property damage to actual violence, sexual assault, murder and the works. A lot of this is relished by Castellari, starting with a great shot where the hero is trapped in a car that’s rolled over by the villains, the camera’s view spinning along with the body of the car as the hero gets roughed up inside. One scene of sexual violence is particularly ugly, but another earlier in the movie is handled with a bit of tact, conveyed with a somewhat touching and elegant shot of the camera refocusing to suggest the span from the victim’s rape to the discovery of her corpse by her father.
Now, with criminals this vicious, you’re gonna need a hero willing to go the limit, and we get that with Fabio Testi, towering over many of the other cast members as if his height correlates to his moral certitude. You’re not gonna get a nuanced view of police accountability in this genre, but to the movie’s credit, Testi is shown to be compassionate towards the victims and even tries to work with a relatively harmless criminal played by Vincent Gardenia to bust the criminals through less forceful means. At one point the villains disguise themselves as Marxists to stir up trouble, which probably betrays the movie’s politics, but it does try to mitigate this, with Testi insisting that these criminals have nothing to do with real leftist politics. And another scene where they incite mob violence against Gardenia’s son arguably positions their criminality as a social problem. So I didn’t find this as noxious as it could have been.
But ultimately, Testi has to go beyond the law and recruit a team, most of whom have been impacted by the villains personally, to take them out once and for all. And the gunplay here, both in a vicious train station shootout and the shooting gallery warehouse climax, is thunderous in its impact. The echoing of the rifle shots, the sometimes bruising editing, the sheer loudness of the gunfire (the violence feels as much sonic as physical), the liberal use of squibs combine to give every shot fired an entire movie’s worth of rage.
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gebo4482 · 11 months
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Citadel: Diana | Post Credits Teaser | The Next Series in The Citadel Spyverse
Star: Matilda De Angelis / Lorenzo Cervasio / Maurizio Lombardi
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This one is actually from Guido & Maurizio De Angelis who compsed a lot of film themes, like - Piedone Lo Sbirro (and it's sequels) or even the theme of Sandokan & animational series Marco Polo... They are also known as Oliver Onions... 😉
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ahogy · 11 months
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Zenéjét szerezte Guido és Maurizio de Angelis
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Nel lontano 1988 uscivano il vinile, la cassetta e il CD in ristampa di CLAUDIO BAGLIONI, il primo disco di Baglioni eliminato dal commercio nel 1970.
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CLAUDIO BAGLIONI
Interprete: Claudio Baglioni
Etichetta: RCA Italiana
Catalogo: PSL 10465
Data di pubblicazione: Settembre 1970
Matrici: ZKAY 25370/ZKAY 25371
Supporto: vinile 33 giri
Tipo audio: Stereo
Dimensioni: 30 cm.
Facciate: 2
Note: Fotografie di Romolo Forlai / Registrato da Giulio Spelta negli Studi RCA di Roma / Distribuito da RCA Italiana - Roma.
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Lato A
NOTTE DI NATALE
Autori: Claudio Baglioni Musicisti: I Cantori Moderni di Alessandroni (cori)
QUANDO TU MI BACI
Autori: Claudio Baglioni
LACRIME DI MARZO
Autori: Claudio Baglioni, Antonio Coggio Musicisti: I Cantori Moderni di Alessandroni (cori)
ISOLINA
Autori: Claudio Baglioni, Antonio Coggio Musicisti: Tino Fornai (violino solista)
UNA FAVOLA BLU
Autori: Giulio D'Ercole, Pietro Melfa, Alberto Morina Orchestra: Maurizio De Angelis Edizioni: AdD
IL SOLE E LA LUNA
Autori: Claudio Baglioni
Lato B
I SILENZI DEL TUO AMORE
Autori: Claudio Baglioni, Antonio Coggio Musicisti: Edda Dell'Orso (voce solista)
MIA CARA ESMERALDA
Autori: Claudio Baglioni
INTERLUDIO
Autori: Claudio Baglioni Musicisti: I Cantori Moderni di Alessandroni (cori)
L'AFRICA TI CHIAMA
Autori: Claudio Baglioni, Antonio Coggio
'IZIA
Autori: Claudio Baglioni, Antonio Coggio
SIGNORA LIA
Autori: Claudio Baglioni
PRODUTTORE
Antonio Coggio
ORCHESTRA
Ruggero Cini
EDIZIONI MUSICALI
RCA Amici del Disco
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aphextwinpeaks · 1 year
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1234567ttttttttttt · 11 days
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Guido & Maurizio De Angelis - Flying Through The Air
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Grande successo della performance di Guido De Angelis al Teatro Comunale di Nardò con la direzione artistica di Marco Eugenio Di Giandomenico
Sabato, 16 marzo 2024, presso il Teatro Comunale di Nardò (LE) si è svolto con grande successo l'evento dal titolo "UN VIAGGIO NELLA BELLEZZA LUNGO UNA VITA. L’arte di Guido De Angelis tra musica, cinema, scrittura e tanto altro", organizzato da Ethicando Association di Milano in collaborazione con il Comune di Nardò (LE), con la curatela artistica e scientifica di Marco Eugenio Di Giandomenico.
E’ stato presentato il libro di Guido De Angelis dal titolo "IL SOGNATORE. Io, gli Oliver Onions e tutta una vita", edito da Mondadori Editore (2023).
L'iniziativa ha costituito un tribute all'artista Guido De Angelis, che negli anni settanta fonda insieme al fratello Maurizio il duo musicale Oliver Onions, noto al grande pubblico per la creazione di colonne sonore di successo, oltre a produrre molteplici pellicole cinematografiche e sceneggiati televisivi di rilevante riscontro mediatico.
La carriera di Maurizio e Guido De Angelis inizia nel 1970 con l’arrangiamento del pezzo “Tanto pè cantà” composto nel 1932 da Ettore Petrolini (musica) e Alberto Simeoni (testo). L’anno successivo compongono la colonna sonora del film “Per grazia ricevuta”, scritto, diretto e interpretato da Nino Manfredi, presentato in concorso al 24º Festival di Cannes, dove vince il premio per la miglior opera prima.
Nel 1972 firmano le musiche del film “... Più forte ragazzi!”, per la regia di Giuseppe Colizzi, con la coppia Bud Spencer e Terence Hill, vincendo l’anno successivo (1973) il Nastro d'argento per la migliore colonna sonora.
Per più di un ventennio compongono le colonne sonore di vari film di successo in Italia e all’estero e collaborano con i più famosi musicisti dell’epoca (Lucio Dalla, Claudio Baglioni, etc.).
Alla fine degli anni novanta inizia la loro carriera di produttori cinematografici e televisivi con “Incantesimo”, la soap opera italiana trasmessa in prima visione tra il 1998 e il 2008 su Rai Due e su Rai Uno.
Seguono “Sotto il cielo dell’Africa” (1999), diretto da Ruggero Deodato, con Carol Alt e Tomas Arana, “Diamond Hunters” (The Diamond Hunters), la miniserie televisiva del 2001 diretta da Dennis Berry e interpretata da Alyssa Milano, Sean Patrick Flanery e Roy Scheider, “Giulio Cesare”, miniserie televisiva drammatica statunitense del 2002, diretta dal regista tedesco Uli Edel (premio oscar per i Ragazzi dello Zoo di Berlino).
Producono “Elisa di Rivombrosa”, la serie televisiva italiana, trasmessa dal 17 dicembre 2003 al 1º dicembre 2005 in prima serata su Canale 5. La fiction, partita con il 24% di share e un seguito in valori assoluti di oltre 5 milioni di telespettatori, arriva a toccare il 41% con oltre 12 milioni di telespettatori, rappresentando uno dei più grandi successi televisivi degli anni 2000.
Seguono altre fiction e film TV tutti di successo.
«Nel libro "IL SOGNATORE. Io, gli Oliver Onions e tutta una vita" - commenta il critico d’arte Marco Eugenio Di Giandomenico - Guido De Angelis epiloga il percorso artistico e umano con sguardo disincantato e al contempo di meraviglia, ricostruendo, senza eccessiva dovizia di particolari, una miriade di aneddoti personali legati al suo universo affettivo (famiglia, amici) e alle situazioni artistiche vissute in quasi sessant’anni di instancabile attività. E’ un libro che si legge tutto di un fiato, dove il testo dialoga con le bellissime immagini senza tempo».
All'evento sono intervenute varie personalità del mondo delle istituzioni, della cultura e dell'arte, tra cui: Sen. Roberto Marti (Presidente della 7ª Commissione permanente - Cultura e patrimonio culturale, istruzione pubblica), Giuseppe Mellone (Sindaco del Comune di Nardò), Antonio Matarrelli (Presidente della Provincia di Brindisi e Sindaco del Comune di Mesagne-BR), Luigi De Luca (Coordinatore Poli Biblio-Museali Brindisi-Lecce-Foggia), Valentino Nicolì (Presidente Confindustria Lecce), Ernesto Toma (Sindaco del Comune di Maglie-LE), Fabio Vergine (Sindaco del Comune di Galatina-LE), Giuseppe Tanisi (Sindaco del Comune di Taviano-LE), Giorgio Salvatore Toma (Sindaco del Comune di Matino-LE), Giovanni Mauro (Sindaco del Comune di Aradeo-LE), Silvia Tarantino (Sindaco del Comune di Porto Cesareo-LE), Graziano Scorrano (Sindaco del Comune di Sannicola-LE), Flavio Filoni (Sindaco del Comune di Galatone-LE), Andrea Vito Barone (Sindaco del Comune di Alezio-LE), Antonella Miccoli (Assessore Lavori Pubblici e Ambiente Comune di Torchiarolo-BR), Giulia Puglia (Assessore alla Cultura del Comune di Nardò-LE), Roberta Iasella Vilei (Assessore Cultura, Turismo e Istruzione del Comune di Maglie-LE), Georgia Tramacere (Vice Sindaco del Comune Aradeo-LE), Barbara Paladini (Assessore al Turismo e alla Cultura del Comune di Porto Cesareo-LE), Davide Miceli (Consigliere del Comune di Galatina con delega alla Cultura), Saulle Cavalera (Presidente del Rotary Club di Nardò - Distretto 2120), Elisabetta Branco (Operatrice culturale).
Hanno dialogato con l'artista e il curatore anche due esponenti del mondo imprenditoriale salentino, quali Fernando Nazaro (Imprenditore turistico) e Luciano Barbetta (imprenditore).
L'evento è stato patrocinato da: Provincia di Lecce, Provincia di Brindisi, Polo Biblio-Museale di Lecce, Museo Sigismondo Castromediano di Lecce, Confindustria Lecce, Comune di Gallipoli (LE), Comune di Galatina (LE), Comune di Maglie (LE), Comune di Galatone (LE), Comune di Taviano (LE), Comune di Matino (LE), Comune di Aradeo (LE), Comune di Porto Cesareo (LE), Comune di Sannicola (LE), Comune di Alezio (LE), Comune di Mesagne (BR), Comune di Torchiarolo (BR), Rotary Club di Nardò (LE), Associazione Caffè Letterario Neritonensis di Nardò (LE).
L'iniziativa è supportata mediaticamente dalla piattaforrma di comunicazione internazionale Betting On Italy (BOI) e da Estro Digitale di Milano.
Antonella Stifani ha curato le relazioni pubbliche dell'evento.
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