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#lo snodo
assowebtv · 1 month
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ERBA: IL PROGETTO "ASCOLTIAMOCI DELL'ASSOCIAZIONE LO SNODO PROSEGUE GRAZIE A NUOVI FONDI
Ottime notizie per il benessere psicologico dei ragazzi del territorio grazie all’impegno dell’associazione giovanile Lo Snodo di Erba. Sono in arrivo, infatti, altri 7.000€ per “Ascoltiamoci”, il progetto che prevede lo psicologo gratis per i giovani dai 14 ai 29 anni. L’iniziativa, già attiva in stazione ad Erba e nei comuni di Magreglio e Longone al Segrino sta infatti riscontrando un ottimo…
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unapinetaamare718 · 11 months
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Siamo nati a Genova, e quando abbiamo visto la luce era quella della Lanterna.
La vita di noi Genovesi è scandita da certezze minime, ma in compenso indiscutibili.
A Genova la gente si lamenta sempre.
A Genova la gente non è cordiale con il turista.
A Genova non ci sappiamo fare con l’ospitalità.
A Genova siamo musoni, schivi, diffidenti, intolleranti, non sorridiamo mai e bla bla bla.
Le altre città sono larghe.
Genova è lunga.
A Genova siamo incastrati gli uni sugli altri.
A Genova non abbiamo spazio.
A Genova siamo schiacciati tra le colline e il mare.
Sì. Perché a noi Genovesi piace vivere così. Tutti vicini. Tutti abbracciati.
Genova ha una sola linea metropolitana, che chiude alle nove di sera.
A Genova i mezzi pubblici sono sempre in ritardo e sono sempre strapieni.
A Genova le strade sono strette, ci sono salite e discese, curve e gallerie, e noi siamo sempre in troppi a guidare e ci innervosiamo facilmente.
A Genova quando devi imprecare preferisci farlo in dialetto, perché rende meglio l’idea.
A Genova se hai la fortuna di essere sulla Sopraelevata durante l’ora del tramonto puoi vedere il cielo rosa e il mare viola.
A Genova abbiamo le tegole fatte di ardesia nera.
Così quando piove i tetti diventano lucidi, riflettono il cielo e le case sembrano fatte di specchi.
A Genova il Centro Storico è un labirinto di botteghe e carruggi, se non la conosci ti perdi.
Questo serviva nell’antichità a difenderci dai predoni che approdavano dal mare e dai briganti che irrompevano dalle colline.
Genova è stata una Repubblica Marinara.
Genova è stata uno snodo fondamentale per il commercio, per via della sua posizione strategica, tra la terra e il mare.
Genova è patria di esploratori, inventori, inquisitori, ladri, tagliagole, pirati, nobildonne, streghe, sante e prostitute.
Genova ha i gatti sui tetti e i topi per le strade del porto.
Genova è la focaccia, il pesto, i pansoti al sugo di noci e la torta Pasqualina.
Genova sono gli ulivi sulla riviera.
Genova sono i Parchi di Nervi e i suoi scoiattoli.
Genova è la pizza d’asporto mangiata sugli scogli di Boccadasse.
Genova è il gelato in Corso Italia con gli amici il sabato sera.
Genova è l’aperitivo in Piazza delle Erbe.
Genova è lo shopping con gli amici in via Venti Settembre.
Genova sono i bonghi in Piazza De Ferrari.
Genova è le sue scritte anarchiche sui portoni, i palazzi e le saracinesche dei vicoli.
Genova è le sue biblioteche e i suoi musei.
A Genova, quando siamo innamorate, la sera andiamo sulle alture di Righi, in macchine scomode dai vetri appannati.
Genova è la grigliata sui prati in Primavera.
Genova è la festa in spiaggia nelle serate d’Estate.
Genova sono le piogge e i fiumi esondati ogni anno in Autunno.
Genova è la città che si ferma incapace di gestire la neve d’Inverno.
Genova è le sue alluvioni e i suoi morti ogni anno.
A Genova non si trova lavoro. Per questo prima o poi di qua ce ne dobbiamo andare.
A Genova quando ci vivi non la sopporti e te ne lamenti.
Quando però vai a vivere in un'altra città ti manca e parli a tutti di Lei.
Perché Genova ha mille disagi e difetti, e io sono pronto a riconoscerli tutti.
Ma è la mia città, Casa mia, e l’avrò dentro per sempre.
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gaysessuale · 1 year
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Classifica personale (top 10) degli episodi di Tintoria, ciclo di Snodo (22-23)
Ceccherini
Valerio Lundini
The Pills
Piero Pelù
Andrea Delogu
Nuzzo e Di Biase
Aurora Leone
Fulminacci
Lo Stato Sociale
Pietro Sermonti
Questo è il post del giorno
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stillucestore · 1 year
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Triedro di Joe Colombo per Stilnovo rievoca le lampade di scena dei set fotografici.‎ Il paralume, contiene una lampadina LED a cupola argentata, è in metallo sagomato e piegato in tre parti, così da riflettere la luce senza abbagliare.‎ Un’ampia flessibilità di movimento è garantita dal doppio snodo portante, che permette la rotazione e l’inclinazione della sorgente luminosa in qualsiasi posizione.‎ Nella versione a morsetto si fissa facilmente, per ogni tua esigenza.‎ Tutti i dettagli li trovi con un bel "Tap" sulle immagini e non dimenticare che sono iniziati i #SaldiStilluce ☃️ Il tuo sconto lo decidi tu! La Casa comincia dalla Luce. #StilluceStore #Stilnovo #JoeColombo (presso Stilluce Store) https://www.instagram.com/p/CnWtVUSopu9/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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fashionbooksmilano · 1 year
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Rodrigo Pais   Sguardi sulla Moda
Fotografie dagli anni Cinquanta
A cura di Guido Gambetta e Simona Segre Reinach
Drago, Roma 2022, 172 pagine,  21 × 26 × 2 cm,  ISBN: 9788898565672
euro 40,00
email if you want to buy :[email protected]
Rodrigo Pais – Sguardi sulla Moda presenta la prospettiva del fotografo Rodrigo Pais sulla moda italiana tra gli anni Cinquanta e Sessanta Tutte le immagini pubblicate nel volume sono tratte dall’archivio Rodrigo Pais conservato presso la Biblioteca Universitaria di Bologna. A cura di Guido Gambetta e Simona Segre Reinach, e attraverso i saggi di Glenda Furini, Vittoria Caterina Caratozzolo, Chiara Pompa e Bianca Cappello, il catalogo mostra il lavoro di Pais attraverso la lente della moda e offre una lettura ancora poco esplorata della sua opera. Rodrigo Pais – Sguardi sulla Moda conferma il valore sociale, culturale, rappresentativo e politico della moda italiana. Con Pais – fotoreporter di Vie Nuove e poi dell’Unità – la moda si conferma quale snodo rilevante entro un racconto visivo e antropologico del nostro Paese. Abiti, gioielli, sfilate, ritratti di sarti e maison popolano il volume attraverso uno sguardo originale ed efficace nel cogliere la rilevanza di una moda italiana nei suoi intrecci con il cinema e con la politica del secondo dopoguerra. Il mondo di Pais era quello della politica, dello sport, del cinema, della letteratura e del jet set ma anche quello della gente comune, per le strade del centro e delle borgate di una Roma allora in rapida espansione edilizia. Rodrigo Pais – Sguardi sulla Moda sottolinea la straordinaria abilità del fotografo nel cogliere, proprio attraverso la moda, quelle stratificazioni culturali e sociali che tanto lo interessavano sotto ogni aspetto.
24/12/22
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jazzluca · 15 days
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CHEETOR ( Core ) Generations LEGACY UNITED *Beast Machines*
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Nella trilogia Legacy hanno riproposto la qualsiasi a livello di personaggi di linee di Transformers spalmate nei 40 anni dell'esistenza del marchio, ma solo ora, solo con questo CHEETOR finalmente viene omaggiata anche Beast Machines… peccato che il nostro felino sia però un semplice classe Core! ^^'
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Perlomeno così, però, è l'unico Beast tizio ad essere in scala con i vari bot G1, praticamente, ed anzi, sta cosa di fare i Core Class dei BW proprio per raggiungere questo obiettivo mi aspettavo che la facessero prima!
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Per quanto piccino l'aspetto del ROBOT è fedele e ben riproposto, con le caratteristiche lunghe gambe da satiro ed in generale l'aspetto atipico ma intrigante che aveva il Maximal tecnorganico, con tanto di dettagli dipinti arancio e verdi ma sopratutto le macchie violacee da leopardo. Solo gli occhi fanno un po' impressione, per via delle pupille dipinte risultando spalancati ed inespressivi. ^^' Infine, il giallo della plastica l'avrei preferito meno accesso e un po' più scuro, ma tant'è.
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Buone anche le articolazioni, con balljoint su spalle, gomiti ed anche, testa e cosce che ruotano e doppio snodo sulle gambe; peccato sia assente la possibilità di ruotare il bacino, per via della trasformazione, ma almeno si ritrova le sue due classiche scimitarre, fedeli pure loro con le punte arancione e con la possibilità di unirsi per le else divenendo un boomergang come visto nel cartone.
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Come per il Night Slash del 2001, le spade trovano posto sulle spalle, sistemazione utile anche per la modalità bestiale, con una TRASFORMAZIONE ovviamente semplice che già lo era nelle versione originali Deluxe e Voyager, con le gambe che accorciano ripiegandosi un po' divenendo le zampe anteriori, mentre per quelle anteriori si ribaltano gli artigli dagli avambraccia coprire i pugni. Il bacino si dispiega un attimo, con la coda che si ribalta dalla schiena, così come la testa felina che va a coprire quella robotica ruotata precedentemente di 180°.
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Non si può pretendere troppo da questo piccolo LEOPARDO TECNORGANICO, se già le versioni più grandi faticavano ad assomigliare alla controparte televisiva, quindi apprezziamo i dettagli delle macchie ( anche se giocavano moooooooolto facile sempre per via del solo giallo principale per tutto il modellino ) e le articolazioni delle zampe, anche se tecnicamente spalle ed anche si dovrebbero bloccare attancandosi al corpo tramite appositi perni, ma ciò limita appunto la posabilità, e non è necessario per magari non far collassare a terra la bestia vista la sua piccola statura e quindi leggerezza.
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Peccato per la punta della nuca del robot che spunta da sotto il gargarozzo del felino, o la coda piccina, ma, ripeto, il leopardo biomeccanico è quantomeno decente vista la sua classe, quindi nel complesso è un relativo must per i fan del personaggio; più che altro come BM estemporaneo lascerebbe il tempo che trova, non fosse per il discorso della scala coi Tf G1neschi, e quindi sarebbe il caso di allargare il campo dei BW Core class, o comunque ripescare i vari Maximal e Vehicon della serie del 2000 e proporli adeguatamente fra Deluxe e Voyager, sopratutto per via delle disuguaglianze fra giocattoli e personaggi in CGI che ai tempi minò la bistratta Beast Machine. Incrociamo le dita per il futuro, quindi e intanto godiamoci come possiamo questo antipasto! ^^'
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lamilanomagazine · 26 days
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Bolzano: violenze sessuali, riti magici e lesioni. Ammonimento ed espulsione per il marito e la suocera della 24enne
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Bolzano: violenze sessuali, riti magici e lesioni. Ammonimento ed espulsione per il marito e la suocera della 24enne.  Nella mattinata di lunedì, gli investigatori della Squadra Mobile della Polizia di Stato hanno eseguito, nei confronti di un cittadino italiano di 30 anni di origini marocchine, e di sua madre, una cittadina marocchina di 64 anni (entrambi con precedenti specifici per maltrattamenti simili nei confronti della precedente compagna dell’uomo), la Misura Cautelare del Divieto di Avvicinamento emessa dal GIP del Tribunale di Bolzano per i reati di maltrattamenti in famiglia e violenza sessuale aggravata commessi ai danni di una giovane 24enne, anch’essa cittadina marocchina, rispettivamente moglie e nuora degli indagati, da poche settimane giunta in Italia con il miraggio di intraprendere una nuova vita felice accanto al marito. L’indagine condotta dalla Squadra Mobile ha avuto inizio un paio di settimane orsono a seguito della denuncia sporta dalla vittima, ed ha consentito di trovare riscontro a quanto da essa riferito nel corso di una straziante testimonianza raccolta dagli investigatori grazie all’aiuto di una interprete. La giovane sposa ha riferito di come le fosse impedito di uscire di casa autonomamente e, in quelle rare occasioni in cui usciva accompagnata dal marito o dalla suocera, era costretta ad indossare il velo. La situazione si è improvvisamente aggravata lo scorso 6 aprile, allorquando il marito le ha provocato varie lesioni: la ragazza, approfittando di un momento di distrazione dei due, è fuggita di casa ed ha raggiunto la Questura, indicatale da alcuni passanti. Qui ha raccontato ai Poliziotti di come il marito e la suocera abbiano reiteratamente posto in essere nei suoi confronti comportamenti gravemente maltrattanti sia da un punto di vista fisico che psicologico, addirittura compiendo atti di vera e propria violenza sessuale aggravata, per poi essere costretta ad avere rapporti sessuali con l’uomo in quanto ritenuti necessari per liberarlo da un maleficio, il tutto alla presenza della suocera intenta a compiere riti magici per propiziare la guarigione del figlio da una disfunzione. La ragazza, al termine della sua terribile testimonianza, è stata collocata dalla Polizia in una struttura protetta, ove le viene prestata assistenza continua e qualificata. Alla luce di quanto emerso da questa terribile vicenda, il Questore della Provincia di Bolzano Paolo Sartori ha disposto nei confronti dei due indagati – madre e figlio – la Misura di Prevenzione Personale dell’Ammonimento, nonché avviato la procedura per la Revoca del Permesso di Soggiorno nei confronti della prima. “La violenza di genere, oltre a rappresentare una forma di reato particolarmente odiosa in quanto commessa a danno di vittime spesso non in grado di potersi difendere, rappresenta un grave problema culturale – ha evidenziato il Questore Sartori –. In questo caso, peraltro, le violenze fisiche e psicologiche sono state aggravate dal compimento di riti magici, dall’obbligare la vittima ad indossare il velo e dall’impedirle di uscire di casa. La Polizia di Stato rappresenta uno snodo fondamentale di una rete composta da Istituzioni, Enti locali, Centri antiviolenza ed Associazioni di volontariato, ed è da sempre in prima linea, anche con Progetti specifici, nell’incoraggiare una cultura della parità di genere, dell’uguaglianza e del rispetto delle libertà, con lo scopo di eliminare retaggi culturali e discriminazioni, nonché con l’obiettivo di aiutare le donne a difendersi, a chiedere aiuto ed a denunciare le violenze subite”.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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pollicinor · 1 month
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Per avere un’idea di come sia “labirintico” il gruppo Ion basta vedere come Pignataro realizza l’operazione Prelios: utilizza il veicolo italiano X3G Mergeco che è controllato dalla X3G Bidco (tutte irlandesi da qui) che è controllata da X3G Finance che è controllata da X3G Investment che è controllata da Fermion Investment che è controllata da Fermion Finance che è controllata da Ion Capital Partners che è controllata da Ion Investment Corporation (siamo in Lussemburgo) che fa capo a Itt sarl che fa capo a Bessel Capital che finalmente è controllata da Andrea Pignataro. Lo snodo dove si incrociano gli investimenti italiani, banche comprese, è l’irlandese Fermion.
Dall'articolo "Pignataro, i miliardi e i misteri del bolognese «cassiere» di Amazon, Microsoft e 50 banche centrali" di Mario Gerevini
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giancarlonicoli · 1 month
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2 apr 2024 09:30
I SERVIZI SEGRETI AMERICANI? SONO UN PARTITO, DIVISO IN CORRENTI - LO SPIEGA CLAUDIO SIGNORILE, EX VICESEGRETARIO DEL PSI, CHE SI ATTIVO’ PER LIBERARE GLI OSTAGGI AMERICANI NELL’AMBASCIATA USA DI TEHERAN NEL 1980: “ERA UN MOMENTO DIFFICILE PER JIMMY CARTER. A NOVEMBRE GLI STATI UNITI SAREBBERO ANDATI AL VOTO E LUI RISCHIAVA DI NON ESSERE RIELETTO. NOI CI ATTIVAMMO MA UNA PARTE DELLA CIA AVEVA COME FINALITÀ LA SCONFITTA ELETTORALE DI CARTER: SE L’OPERAZIONE FOSSE PROSEGUITA SAREBBE STATA DIVULGATA LA NOTIZIA CHE IL PRESIDENTE STAVA TRATTANDO CON I TERRORISTI. MI CONVINSI CHE QUALCOSA DOVESSE ESSERE ACCADUTO NELL’AMBASCIATA A ROMA. CHE QUALCUNO AVESSE PARLATO…”. E INFATTI GLI OSTAGGI VENNERO LIBERATI SOLO DOPO L’ELEZIONE DI REAGAN… -
Estratto dell’articolo di Francesco Verderami per www.corriere.it
Quindi lei il 12 maggio del 1980 volò a Beirut per salvare il presidente americano?
«Era un momento difficile per Jimmy Carter. A novembre gli Stati Uniti sarebbero andati al voto e lui rischiava di non essere rieletto. Il suo punto debole era la vicenda dei 52 cittadini statunitensi, da sei mesi ostaggi dell’ayatollah Khomeini in Iran».
Sembra un film, invece è una storia mai raccontata da Claudio Signorile, che allora era vicesegretario del Partito socialista italiano e che quel giorno aveva il compito di «avviare una trattativa per la liberazione dei prigionieri americani». Una missione impossibile di cui «la Casa Bianca era a conoscenza e che di fatto aveva autorizzato».
La vicenda degli ostaggi teneva il mondo con il fiato sospeso, perché dopo l’avvento del regime islamico a Teheran gli «studenti della rivoluzione» avevano invaso l’ambasciata statunitense, sequestrando i funzionari. Per ottenerne il rilascio «Carter aveva bisogno di un successo negoziale». […] Il tentativo militare […] era fallito due settimane prima […]
[…] «Noi del Psi, che avevamo un solido legame con Yasser Arafat e sapevamo che il leader dell’Olp, l’Organizzazione per la liberazione della Palestina, aveva un rapporto molto forte con Khomeini. […] Perciò chiamai un omino negli Stati Uniti».
E chi era questo «omino»: una spia?
«Il nome ovviamente non lo rivelo. Posso dire che era un mio amico professore, con cui avevo avuto rapporti accademici e che era diventato membro del National security council americano. E si sa che l’Nsc è il punto di snodo tra il presidente e la “parte ufficiale” della Cia».
Perché «ufficiale»?
«Perché c’è anche l’altra parte della Cia».
Sempre a che fare con le spie, lei...
«Allora facevo le cose che Bettino Craxi non poteva fare. Ero andato negli Stati Uniti nell’autunno del 1977, un anno dopo l’elezione di Carter. Il mio amico mi portò anche al Pentagono, e al termine della visita il direttore disse sorridendo: “Ora dovremo disinfestare gli uffici perché lei è il primo socialista che mette piede qui”».
A quanto pare ci mise piede stabilmente.
(Pausa) «Il problema era aiutare Carter senza coinvolgerlo, perché gli Stati Uniti non potevano avere alcun rapporto con l’Olp […] incontrai il portavoce dell’Olp in Italia Nemer Hammad e gli spiegai che, mentre l’Europa lavorava a una soluzione del problema palestinese, si poteva affrontare la questione degli ostaggi a Teheran».
Offrì uno scambio politico, quindi: e quale era?
«Dissi ad Hammad: “Khomeini potrebbe affidare anche solo una parte degli ostaggi ad Arafat, poi lui li consegnerebbe all’Italia e noi li daremmo agli Stati Uniti. Ritieni che Yasser possa farsi mediatore? Se così fosse, andrei a Beirut a parlargliene”. Giorni dopo ebbi una risposta positiva e il 12 maggio partii».
Senza avvertire nessuno?
«Ovviamente lo comunicai a Craxi, al presidente del Consiglio Francesco Cossiga e al ministro degli Esteri Giulio Andreotti. Poi informai l’Nsc e per ultimo l’ambasciatore americano in Italia Richard Gardner. Dovetti farlo anche per avere una riserva di ufficialità».
Ma in Libano non andò in visita ufficiale...
«Non ci fu traccia nemmeno del mio arrivo. Una volta atterrato a Beirut, non passai dal controllo passaporti ma da un gate gestito dai palestinesi. […] di Yasser avevo fiducia, ma un’altra parte dell’Olp diffidava dell’Occidente. Mi venne a prendere il capo dei servizi di sicurezza di Arafat, mi trasferì in un hotel e mi avvisò: “Non diamo mai orari per gli appuntamenti. Verremo a prenderla”».
E quando accadde?
«Alle quattro di notte sentii bussare alla porta della camera. Cinque uomini armati mi chiesero di seguirli. Ci muovemmo a piedi, imboccammo un vicolo, entrammo in un edificio e ci indirizzammo verso un sottoscala dal quale si accedeva a una cantina. Iniziammo un percorso da cantina a cantina, collegate tra loro da tunnel. Capii che stavamo attraversando sotterraneamente la città, con un dedalo di incroci. Voleva dire che c’erano percorsi diversi».
[…] Quanto durò il percorso?
«Mezz’ora, forse più. Finché arrivammo in quello che immagino fosse il luogo transitorio di lavoro di Arafat, che mi accolse con affetto. La stanza era priva di finestre e senza aria condizionata. Alle pareti erano appesi dei tappeti. Per sedie i loro sofà».
Un bunker.
«Ma il mondo nel quale si viveva allora era questo. E il loro era un mondo di rivoluzionari: temevano di venire centrati dai missili israeliani. […] dovevo far capire che il progetto era serio perché il governo italiano era impegnato e gli Stati Uniti erano solo informati. Glielo ripetei: “Informati, Yasser. Non coinvolti”. Era quello che lui voleva sentire. Fu attento a ogni parola, d’altronde si era esposto in prima persona. […]».
Sì, ma gli ostaggi li teneva Khomeini.
«Quando Arafat iniziò a parlare dell’ayatollah, lo fece come se si trattasse di un suo interlocutore costante. […] mi disse: “Proviamoci”. Si alzò e si appartò al telefono. A quel punto Hammad, che mi aveva accompagnato da Roma a Beirut, mi sussurrò all’orecchio: “Sta parlando con Khomeini”».
E lei?
«[…] Quando tornò, Arafat si limitò ad accomiatarmi con un sorriso. Ore dopo, ripartendo per l’Italia, Hammad mi informò che il contatto era stato “avviato”. Appena a Roma, avvisai i miei interlocutori. C’era un clima di fiducia. Ma due giorni dopo ricevetti una strana telefonata da Washington».
Era l’«omino»?
«Sì. Mi spiegò che nell’establishment era scoppiato il putiferio. […] una parte della Cia aveva come finalità la sconfitta elettorale di Carter».
Un pezzo della Cia giocava contro il presidente degli Stati Uniti?
«Non so se è chiaro: si stava giocando la sfida su chi avrebbe governato il mondo. Il mio amico mi disse testualmente: “Rallenta perché ci sono forti reazioni”. […] se l’operazione fosse proseguita sarebbe stata divulgata la notizia che Carter stava trattando con i terroristi. Mi salì l’angoscia. Avevo toccato con mano un atteggiamento disponibile da parte araba e il problema nasceva nel mondo americano. L’operazione quindi si fermò. […] mi convinsi che qualcosa dovesse essere accaduto nell’ambasciata a Roma. Che qualcuno avesse parlato…».
Gli ostaggi vennero liberati solo il 20 gennaio del 1981, esattamente alla fine del discorso di insediamento pronunciato dal nuovo presidente americano: Ronald Reagan.
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notiziariofinanziario · 2 months
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Nel nuovo quartiere di Milano ci saranno nuove case, un parco e una Esselunga
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L'architetto Mario Cucinella trasformerà a suon di palazzi il quartiere di Santa Giulia, l’area alle porte di Rogoredo dove si sta realizzando l’arena per le Olimpiadi invernali del 2026. Il progetto che verrà trasformato in realtà da Lendlease - l’operatore australiano che sta sviluppando Mind - è stato presentato nella mattinata di giovedì 4 aprile. Si tratta di un quartiere autonomo, una sorta di cittaà nella città. Al centro c’è un nuovo parco urbano con attrezzature per lo sport e il tempo libero. Tutt’attorno verrano costruiti edifici ad uso pubblico come l’arena che verrà gestita da Eventim (in grado di ospitare 16mila persone), oltre al campus e alla nuova sede del conservatorio Giuseppe Verdi (ospiterà 1.500 studenti e potrà garantire loro 200 posti letto). Secondo alcuni calcoli spannometrici, quando l’intervento sarà terminato l’area riuscirà a catalizzare attorno a sé circa 28mila persone al giorno tra residenti, studenti, spettatori, sportivi e lavoratori. In breve, è come se venisse realizzato un nuovo comune di medie dimensioni dentro i confini comunali di Milano. Una città “compatta”, costituita da viali alberati, strade residenziali, percorsi pedonali, ciclabili, piazze, giardini. In particolare il masterplan prevede due macro aree: un business District e un’area con appartamenti. La prima è già parzialmente costruita ed è composta dal quartier generale di Sky, l’edificio adibito a uso uffici e retail Spark Three, due nuovi edifici Spark One e Spark Two che ospitano la nuova sede di Saipem e quelle di Sma e Geodis e, con un’ampia presenza di attività commerciali, lo Spark Food District.  Spark Living, invece, sarà il primo lotto residenziale a essere realizzato e sorgerà nei pressi dello Spark Business District, della stazione MM e FS di Rogoredo e del futuro Bosco della Musica. Si tratta di un complesso di due edifici a corte in linea con i più innovativi standard energetici. Case, ma anche servizi per la comunità e spazi collettivi. A Nord del parco, inoltre, verranno costruite altre due macro aree: una più commerciale costituta da due piani interrati e uno fuori terra (chiamata Soul) e un’altra prettamente residenziale. Quest’ultima (chiamata Linfa) sarà caratterizzata da abitazioni che si affacciano su una promenade che corre a fianco di uno specchio d’acqua per quasi 400 metri. Questi edifici daranno vita a una sequenza di corti interne private, attraversate da viali secondari e vie minori. Proprio accanto a Soul verrà costruita la nuova Esselunga, un Superstore. I cantieri partiranno nei prossimi mesi. L’approvazione dei piani di coordinamento è avvenuta a dicembre 2023, proprio dopo questo passo è scattata la progettazione definitiva propedeutica alla richiesta dei permessi di costruire. Il primo lotto che verrà costruito sarà quello dello Spark Living (i cui lavori dovrebbero iniziare entro la fine del 2024); successivamente verranno eretti gli edifici dell’area retail vicino all’Arena, Soul e, infine l’area residenziale Linfa. “L’obiettivo è quello di realizzare le opere nel corso dei prossimi otto anni con un target di massima di fine lavori intorno al 2032”, puntualizzano da Lendlease. "Il masterplan di Santa Giulia che LendLease e lo studio dell'architetto Mario Cucinella presentano oggi rappresenta un momento importante, di snodo, per la rigenerazione urbana di quest'area di Milano, un intervento che riconnetterà il quartiere alla città in maniera sostenibile e offrirà nuove occasioni di crescita e sviluppo al nostro territorio e ai cittadini che vi abitano – ha commentato il Sindaco di Milano Giuseppe Sala -. Sono certo che nei prossimi anni Santa Giulia riuscirà a trasformarsi in un’area molto attrattiva e parte del merito sarà da ascrivere a questo progetto e ad alcuni elementi che lo caratterizzano nel profondo: dall'esteso parco urbano al campus e alla nuova sede del Conservatorio Verdi, dalle opportunità abitative accessibili e attente all'impatto ambientale che saranno proposte all'Arena che nel 2026 ospiterà le gare olimpiche di hockey maschile e successivamente accoglierà eventi sportivi, concerti e altre manifestazioni internazionali".  Read the full article
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I “cannocchiali” imbrattati: «Servono telecamere contro i vandali»
Orinatoi a cielo aperto, continui atti di vandalismo sulla passerella ricoperte di graffiti con scritte di cattivo gusto e traffico di stupefacenti sono all’ordine del giorno nel quartiere Spina 3. Tutta l’area ospita numerosi palazzi con intere famiglie e la zona è collegata con corso Principe Oddone, snodo vitale per lo smercio di droga. Per questi motivi il consigliere della Lega della 4 Carlo…
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assowebtv · 4 months
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ERBA: IL SERVIZIO CIVILE CON 50 RAGAZZI IMPEGNATI PROSSIMO APPUNTAMENTO A FEBBRAIO
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archivio-disattivato · 5 months
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La newsletter sull’Africa a cura di Francesca Sibani
I congolesi si preparano a un voto incerto
Sulle elezioni presidenziali, legislative e amministrative previste il 20 dicembre nella Repubblica Democratica del Congo regna ancora l’incertezza. Secondo Colette Braeckman, reporter di lunga data del quotidiano belga Le Soir, i problemi logistici, politici e militari si moltiplicano, e la corte costituzionale si deve pronunciare il 15 dicembre su un eventuale rinvio. Ma Denis Kadima, il presidente della commissione elettorale indipendente, non ha ancora gettato la spugna, scrive Braeckman, nonostante le difficoltà nel consegnare il materiale elettorale in alcune regioni rese inaccessibili dalle forti piogge di questa stagione.
Inoltre le continue violenze nell’est del paese – dove sono attivi più di 120 gruppi armati – rendono impossibile il corretto svolgimento del voto. In due territori della provincia del Nord Kivu, quelli di Rutshuru e di Masisi, gli elettori che si sono registrati per votare sono pochissimi, e addirittura nel primo non ci sono candidati. In tutto il paese sono attesi alle urne 44 milioni di votanti, mentre i candidati ai vari incarichi, nazionali e locali, sono più di centomila.
Nonostante i rischi, la campagna elettorale ha visto i principali candidati visitare le città dell’est del paese, tra cui Goma, dove il presidente in carica Félix Tshisekedi ha lanciato un duro attacco al presidente ruandese Paul Kagame, chiamandolo l’“Hitler africano” per rimproverargli il sostegno fornito alla milizia ribelle M23, una delle più attive e pericolose. Questi attacchi verbali del presidente sono forse legati al rapido deterioramento della situazione militare nel Nord Kivu, commenta Braeckman: i ribelli dell’M23 hanno preso il controllo di Mushaki, a pochi chilometri da Goma, e si stanno avvicinando alla miniera di Rubaya. Le forze armate congolesi non riescono a fermarli, e nel frattempo alcuni dei contingenti internazionali presenti in questo territorio hanno cominciato a rientrare nei loro paesi.
Sostenitori del candidato alle presidenziali Denis Mukwege, Bukavu, Repubblica Democratica del Congo, 25 novembre 2023. (Alexis Huguet, Afp) Ma chi sono i favoriti alla presidenza? Molti osservatori sono convinti che Tshisekedi, nonostante il bilancio non proprio entusiasmante del suo primo mandato, potrebbe facilmente assicurarsene un secondo. Per vincere gli basta il 40 per cento dei voti, può contare su molti alleati nella commissione elettorale e l’opposizione non è riuscita a presentare un candidato unitario. Contro di lui, si sono schierati Martin Fayulu – l’imprenditore che, secondo i suoi sostenitori, ha vinto le contestate elezioni del 2018 –; Moise Katumbi, ricco uomo d’affari ed ex governatore della regione mineraria del Katanga, che può contare su importanti mezzi economici e su un’ampia base elettorale, ma è al centro di una campagna diffamatoria che mette in dubbio la sua nazionalità congolese; e Denis Mukwege, noto medico e attivista per i diritti delle donne, premio Nobel per la pace nel 2018, molto stimato all’estero ma senza un reale sostegno in patria.
C’è chi fa notare che Tshisekedi ha comunque superato le aspettative. Dopo la sua elezione controversa nel 2018, molti lo consideravano una figura debole, la cui unica forza era l’eredità politica lasciatagli dal padre Étienne, storico oppositore congolese. Sembrava destinato a diventare il burattino del suo predecessore, Joseph Kabila, ma in realtà è riuscito a eliminare i suoi avversari politici, anche molto più esperti di lui. Allo stesso tempo, fa notare Phillip van Niekerk sul Daily Maverick, Tshisekedi è riuscito a tenere testa anche alla Cina, mettendo in discussione un importante accordo per la fornitura di minerali in cambio di infrastrutture che aveva stipulato Kabila quindici anni prima. Intanto l’Rdc è diventata uno snodo centrale del più importante progetto infrastrutturale degli Stati Uniti in Africa, il corridoio di Lobito, una linea ferroviaria che dovrebbe servire a trasportare minerali preziosi dalla Rdc allo Zambia, poi in Angola e da lì nel resto del mondo.
Proprio questi minerali, scrive Simon Allison su The Continent, sono uno degli elementi che rendono la Rdc un paese chiave per la lotta contro la crisi climatica. Nel sottosuolo del paese si trovano i più importanti giacimenti al mondo di cobalto, un minerale cruciale per la transizione alle energie verdi. L’Rdc ha anche la seconda foresta fluviale più grande del pianeta, e riuscire a preservarla sarebbe un grande aiuto per la nostra atmosfera. Il resto del mondo dovrebbe quindi augurarsi che il 20 dicembre i congolesi eleggano un leader capace di affrontare delle sfide che determineranno non solo il futuro del paese, ma quello dell’intero pianeta.
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enkeynetwork · 5 months
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italiavivadelchierese · 7 months
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Progetto di Mega-Porcilaia a Poirino -Appello alla Sindaca Mollo e ai Consiglieri Comunali di Poirino per convocare un Consiglio Comunale Aperto -
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Poirino di fronte alla sfida della sostenibilità: una partita da giocare, non subire. Alle porte una possibile maxi-porcilaia con 9000 maiali che potrebbe fare da apripista per altre. Tocca alla politica informare del presente e scrivere il futuro.
LETTERA APERTA AL SINDACO MOLLO E AI CONSIGLIERI COMUNALI DI POIRINO
Pare sempre più concreto il possibile insediamento di un allevamento intensivo di 9000 maiali ai margini del comune di Poirino, verso il confine con Pralormo, Ceresole d’Alba e Carmagnola. Non si tratta di una questiona marginale, ma di uno snodo cruciale per il futuro del nostro territorio.
Il progetto risale all’inizio del 2023, poi ritirato per evitarne la bocciatura e riproposto in altra area non distante.
Residenti, comitato di zona, associazioni, sindaci e amministratori di diversi comuni hanno sollevato molti dubbi sulla sostenibilità ambientale dell’iniziativa.
Nel giugno scorso, durante l’incontro pubblico che abbiamo organizzato a Chieri alla presenza dell’ex ministro dell’agricoltura Teresa Bellanova, abbiamo chiesto ai 26 comuni che hanno dato vita al Distretto del Cibo del Chierese-Carmagnolese di definire insieme una sorta di Piano Regolatore di Distretto, definendo regole condivise per “selezionare” gli investimenti sostenibili nel territorio. Noi di Italia Viva riteniamo che allevamenti intensivi così grandi, confliggano con lo spirito del distretto del cibo e con le azioni intraprese da tempo in Europa per incentivare pratiche più sostenibili in tutti i settori dell’agire umano.
Registriamo con rammarico che il comune di Poirino abbia tenuto un basso profilo sulla vicenda derubricandola come mera “questione tecnica”. Tocca alla Politica e non ai tecnici invece definire le linee di sviluppo del territorio, adottando norme precise.
Noi di Italia Viva riteniamo che iniziative così impattanti per il territorio necessitino di una decisione condivisa con i cittadini e con il territorio, sulla scorta delle necessarie informazioni e, possibilmente, attraverso un dibattito pubblico. È un dovere civico per gli amministratori locali informare adeguatamente i cittadini su rischi e vantaggi del nuovo insediamento.
Noi di Italia Viva rivolgiamo un appello alla Sindaca Mollo e a tutti i Consiglieri Comunali di Poirino affinché si attivino per convocare al più presto un Consiglio Comunale Aperto, per informare i cittadini di Poirino e di tutta la zona omogenea, per approfondire l’impatto sul territorio del nuovo insediamento produttivo intensivo, per conoscere le osservazioni presentate dal Comitato Pro Ternavasso in Città Metropolitana e conoscere la posizione di ciascun consigliere sull’iniziativa e, più in generale, su quale sviluppo immaginano per il nostro territorio.
Poirino 30 ottobre 2023
Pier Antonio Pasquero
Coordinatore Italia Viva del Chierese-Carmagnolese
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dominousworld · 8 months
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COLUI CHE IL MONDO ALLUMA
COLUI CHE IL MONDO ALLUMA
di Rita Remagnino Caro lettore, scrive Dante, alza idealmente gli occhi al cielo e osserva insieme a me l’opera ineffabile del sommo Artefice. Fissa lo sguardo sul punto in cui l’Equatore celeste e l’eclittica si intersecano, da questo snodo “si dirama / l’oblico cerchio [lo zodiaco] che i pianeti porta, / per sodisfare al mondo che li chiama” (Pd X 13-15). Qualora la divergenza tra le due linee…
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