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#iperinsulinemia
medicomunicare · 1 year
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Il diabete della senilità MODY3: alla ricerca delle anomalie cellulari per salvare le cellule del pancreas
Il diabete della senilità MODY3: alla ricerca delle anomalie cellulari per salvare le cellule del pancreas
Per curare al meglio i pazienti con diabete è necessario comprendere il meccanismo della malattia. Il diabete ad insorgenza della maturità dei giovani (MODY) è una rara forma di diabete monogenetico (causata dall’ereditarietà di una singola mutazione genetica) che rappresenta l’1-2% dei casi di diabete. MODY tipo 3 (MODY3) è una forma ereditaria monogenica di diabete, cioè causata da un difetto…
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PARLIAMO DI CICLO MESTRUALE
Questo post, come alcuni altri che scriverò sono tratti da delle storie instagram che ho fatto sul mio profilo personale (@mrtngsp) a novembre.
In Italia, a differenza di molti paesi europei, vi è una tassazione molto alta sui prodotti igienici femminili, al 22% di IVA (Imposta sul valore aggiunto). Quindi gli assorbenti sono tassati come se fossero beni di lusso. Più volte dei nostri deputati hanno provato a presentare una proposta di legge per l'abbassamento della tassa al 4%, ma ogni volta, nel bilancio sembra non esserci spazio, ma la verità è che a nessuno interessa effettivamente.
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E tutto ciò è frutto di una profonda ignoranza sul tema, ecco qui una carrellata di commenti non richiesti sulle mestruazioni:
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Non è un caso che tutti questi siano commenti di uomini, che sono molto ignoranti su cosa siano le mestruazioni e probabilmente, se non sicuramente, ne ignorano il funzionamento. Inoltre gli uomini pensano ancora di poter ancora dettare legge sul nostro corpo, ci vogliono venire ad insegnare come si deve avere il ciclo mestruale e cosa fare a riguardo o a dirci che oggetto dobbiamo utilizzare per assorbire il nostro flusso mestruale.
E inoltre, proprio per dimostrare che allo Stato non interessa nulla:
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Questa è una grandissima presa in giro da parte di chi ci governa. La tassa al 5% sugli assorbenti biodegradabili, che di norma costano il doppio rispetto ad assorbenti normali, se non il triplo a volte. E quindi sarebbe il questo il favore che farebbero a noi donne? Far costare gli assorbenti biodegradabili come gli assorbenti tradizionali? Quindi, che risparmio c’è per noi donne?
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E vedete? Non è così difficile. La Scozia sarà il primo paese in tutto il mondo a togliere la tassa sugli assorbenti, dove tra le altre cose erano già gratuiti per le studentesse.
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Si possono tassare molte cose che non sono di prima necessità, ma dobbiamo fare un dibattito inutile, tirando fuori commenti non richiesto, stime non richieste sull’utilizzo di un pacchetto di assorbenti da persone che non hanno mai avuto le mestruazioni e mai le avranno. Però dato che una donna ha il ciclo mestruale per una media di circa di 40 anni una volta al mese, effettivamente, quanti assorbenti usiamo? E soprattutto, quando spediamo?
Ecco qui alcuni calcoli approssimativi:
Un pacco di assorbenti costa in media dai 2€ ai 6€, il prezzo dipende da molte cose. Però prediamo una media di 4€ per fare il nostro calcolo e considerando che di norma un pacco di assorbenti contiene dai 10 ai 20 assorbenti, anche qui dipende, spesso una scatola non basta per una sola mestruazione, che dura tra i tre e i dieci giorni. Prendiamo 5 giorni come riferimento e considerando di utilizzare 4 assorbenti al giorno, ci serviranno due pacchi per una mestruazione.
2x4=8€, per un solo mese
8x12=96€, per un anno intero
Ovviamente è un calcolo molto approssimativo, in cui va aggiunto il prezzo di altri prodotti collaterali per le mestruazione, come ad esempio, salvaslip, antidolorifici, integratori e altro. 
E abbiamo già detto che una donna ha le mestruazioni per una media di 40 anni, quindi...
96x40=3840€
Il risultato, si commentano da soli.
Ma vogliamo andare ancora più in fondo? Parliamo anche di contraccettivi femminili.
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Anche la contraccezione, parte fondamentale nella salute umana, ma con una serie di prodotti pensati appositamente per le donne. Anche questi sono prodotti tassati al 22%.
Qui spesso torna anche il dibattito se tutto ciò sia necessario o meno. La risposta è ovviamente SI. Anche i contraccettivi vanno detassati. E questo per più motivi, per rendere la contraccezione a portata di tutti, anche dei più giovani. Ma ricordiamoci che molte donne soffrono di condizioni o patologie per cui necessitano l’utilizzo di contraccettivi, ad esempio:
Amenorrea: mestruazioni scarse o assenti, spesso sintomo di uno squilibrio ormonale
Ipermenorrea:  aumento della quantità e della durata dei flussi, tale da comportare una cospicua perdita di sangue ed una anemia più o meno spiccata.
Disamorrea: mestruazioni dolorose. Compisce tra i 60% e 90% delle donne in età fertile
Ovaio Policistico: la  PCOS, causa importanti effetti sulla salute della donna di tipo estetico, metabolico e riproduttivo. È caratterizzata dall'ingrossamento delle ovaie, dalla presenza di cisti ovariche multiple e da alterazioni endocrinologiche e metaboliche (iperandrogenismo, resistenza all’insulina e conseguente iperinsulinemia).
Endometriosi: L’Endometriosi è una malattia femminile, determinata dall’accumulo anomalo di cellule endometriali fuori dall’utero. Solitamente le cellule endometriali dovrebbero trovarsi all’interno di esso. Questa anomalia determina nel corpo infiammazione cronica dannosa per l’apparato femminile, che si manifesta tramite forti dolori.
E ovviamente, non solo.
Il costo varia a seconda dei diversi dispositivi contraccettivi, che sono diversi:
Anello anticoncezionale, tipo nuvaring costa: 19.45€ al mese
Pillole anticoncezionali, di diverso tipo: dai 15€ e i 25€ al mese
Spugne, cerotti ecc...: dai 7€ ai 15€
Impianto sottocutaneo, spirale: dai 195€ circa da cambiare dai 3 ai 5 anni
Calcolando una media di 20€ al mese, in una anno, una donna spende quindi:
20€x12=240€
Anche qui, i risultati si commentano da soli.
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Sono anni che noi donne lamentiamo quest problemi, ma la maggior parte della classe politica è composta da maschi, spesso adulti molto grandi, a loro non interessa nulla delle donne, dei nostri diritti e bisogni, ma noi abbiamo il diritto di farci ascoltare, e non smetteremo di farci ascoltare per un no da parte delle istituzioni.
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wdonnait · 4 years
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Aumentare la massa muscolare con alimentazione e giusti esercizi
Nuovo post pubblicato su https://www.wdonna.it/aumentare-la-massa-muscolare-con-alimentazione-e-giusti-esercizi/106801?utm_source=TR&utm_medium=Tumblr&utm_campaign=106801
Aumentare la massa muscolare con alimentazione e giusti esercizi
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Per aumentare la massa muscolare è necessario fare attività fisica. Lasciate perdere prodotti che usano i culturisti , perchè solo da un punto di vista naturale (ovvero con lo sforzo) è possibile ottenere risultati duraturi.
I muscoli vanno allenati e vanno alimentati bene .
L’alimentazione non può essere  quindi trascurata: evitate i cibi ricchi di grassi e zuccheri e quelli realizzati con la farina bianca, meglio i cibi integrali che hanno un indice glicemico inferiore.
Se volete che i vostri muscoli crescano, assumete molte proteine: carni magre, uova, legumi, spinaci e altre verdure.
Consigli per aumentare la massa muscolare
Aumentare la massa muscolare non è un processo che può avvenire dall’oggi al domani, ma se si vogliono ottenere risultati soddisfacenti è necessario seguire alcuni accorgimenti. I fattori più importanti sono quattro: allenamento, alimentazione, riposo e recupero. Solo rispettando queste quattro regole sarà possibile vedere i propri muscoli crescere nella maniera corretta, senza incappare in infortuni più o meno gravi.
La velocità di crescita della massa muscolare non è direttamente collegata a estenuanti e infinite sedute di allenamento, oltre alla quantità, infatti, è di fondamentale importanza la qualità, la corretta esecuzione degli esercizi.
Gli allenamenti non dovrebbero mai essere troppo prolungati né ripetuti per tutti i giorni della settimana. Gli esperti consigliano di non andare oltre i 60/70 minuti al giorno e di variare la tipologia di esercizi, destinando agli attrezzi non più di trenta minuti. Dopo ogni allenamento, ci si dovrebbe concedere un giorno di riposo. In questo modo sarà possibile tenere a basa la produzione di cortisolo e i suoi effetti nocivi sull’organismo.
Allenate le braccia (sollevamenti su panca e piegamenti), le gambe (squat con manubri e bilancieri) e tonificate gli addominali (crunches semplici o con i pesi e plank), ricordando di ruotare i gruppi muscolari in modo da distribuire gli allenamenti nella maniera corretta.
Esercizi casalinghi
Se volete avere gambe più toniche vi consigliamo di fare le scale di casa. Non prendete l’ascensore ma cercate sempre di camminare e di fare sforzi. Stessa cosa vale per gli addominali; dedicate ad essi almeno 10 minuti di tempo!
Poggiate un tappetino per terra su cui vi siederete e iniziate a fare almeno 10 addominali al giorno. In questo modo avrete nel giro di pochi mesi un ventre piatto.
Allenamento in palestra: attenzione al cortisolo
Cibo a volontà durante le feste e lunghe sedute di allenamento in palestra dopo il 6 gennaio: è questo l’errore che la maggior parte di noi, sopratutto la componente femminile, è solita commettere.
Quando la bilancia inizia a segnare numeri che non ci piacciono, quando per entrare nei nostri jeans preferiti dobbiamo trasformarci in delle contorsioniste, quando dalle foto ci accorgiamo di avere un pallone da calcio al posto del viso, capiamo che è giunto il momento di correre ai ripari.
Zumba e crosfit
E cosa facciamo? Ci accampiamo in palestra! Attrezzi, aerobica, Zumba, CrossFit. Va bene qualsiasi lezione, anche quelle in cui siamo più negate, perché l’unica cosa che ci interessa è muoverci, nella speranza che i chili di troppo cadano a terra come le monetine quando siamo alla cassa e dietro di noi c’è una fila talmente lunga che sembra di essere in autostrada in una di quelle giornate da bollino nero.
In realtà, passare pomeriggi interi in palestra ad ammazzarsi di fatica serve a ben poco, anzi, il rischio che si corre è quello di ottenere l’effetto contrario: ingrassare. Sì, avete letto bene! Lo so, molte di voi saranno cadute dalla sedia dopo aver letto questa rivelazione, ma non vi sto prendendo in giro. È tutta colpa del cortisolo, noto anche come ormone dello stress, in quando viene prodotto dal corpo in condizioni di stress e affaticamento psicofisico.
L’eccesso di questa sostanza può avere effetti che mal si conciliano col desiderio di mantenersi in forma: riduce le capacità fisiche, favorisce la ritenzione idrica, catabolizza la massa muscolare, favorisce l’accumulo del grasso, porta a stanchezza generalizzata e determina iperinsulinemia. Insomma, non fa assolutamente bene al nostro organismo!
Controllare la produzione di questo ormone è di fondamentale importanza per riuscire a trarre il massimo dei benefici dagli allenamenti in palestra. Quali accorgimenti bisogna seguire?
Un allenamento non deve durare più di 60/70 minuti e deve prevedere sia esercizi aerobici che di tonificazione. Osservare un giorno di riposo dopo un allenamento intenso, in quanto i microtraumi muscolari dovuti all’allenamento attivano una risposta infiammatoria che se eccessiva determina rilascio di cortisolo. Bere acqua durante e dopo un allenamento: si eliminano le tossine e si evitano possibili stati di disidratazione, una condizione molto stressante per l’organismo.
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kon-igi · 7 years
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Grazie Doc! Ho sig.Padre, di anni 71,diabetico insulino dipendente, non si è mai curato in maniera continuativa e ora inizia ad avere problemi neurologici.Solo che i suoi medici dicono sia vecchiaia e non mi calcolano quando dico loro che quest'uomo non si è mai curato il diabete decentemente in 40anni.
Per quanto riguarda l'iperinsulinemia; sto seguendo già una dieta ipoglicemica, ma posso chiederle nella mia ignoranza cosa intende per "glucosio, glucacone e rimozione delle cause?"
Che se lo sia curato o meno decentemente non cambia il tipo di approccio, semmai la prognosi.
Intanto mi sarebbe utile capire se tu per ‘neurologici’ ti riferisci a problemi di neuropatia (la tipica perdita di sensibilità delle estremità, cecità etc) o altri, tipo deterioramento cognitivo, che però non sono strettamente correlati al diabete.
Tecnicamente sì, è vecchiaia, nel senso che col progredire dell’età è sempre più difficile che si ottenga un buon controllo tramite insulinoterapia, soprattutto se per molti anni la glicemia è stata soggetta a scompenso per mancata medicalizzazione.
Per ciò che riguarda la TUA iperinsulinemia (mi sembra di capire) mi riferivo al fatto che anche in questo caso l’approccio deve essere dietetico/multifarmacologico cioè con dieta prescritta da dietologo e farmaci specifici per tenere nei range i livelli di risposta insulinica (a volte alta, a volte bassa) del pancreas... ed escludere che tu non abbia un insulinoma.
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biovegsalus-blog · 7 years
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      Peperoncini piccanti.  Sapevate che un nuovo studio, della University del Vermont, ha scoperto che mangiando peperoncino piccante, nell’arco della propria vita, si ha un rischio di morte, più basso del 13%, rispetto a coloro che non lo consumano?
  PRIMA UN PO’ DI STORIA DEI PEPERONCINI PICCANTI.
  La storia del peperoncino piccante nasce al Centro e Sud America, paesi le cui cucine sono rinomate per i loro sapori caldi e piccanti.
  Sono stati coltivati, in queste regioni, per più di settemila anni.
  I peperoncini piccanti all’inizio, venivano usati più come un elemento decorativo per i loro colori, solo in seguito come alimento e come medicinale.
  Fu Cristoforo Colombo, che lo scoprì nelle sue esplorazioni delle Isole Caraibiche e lo importò in Europa. qui fu utilizzato più come sostituto del pepe nero, allora molto costoso perché importato dall’Asia.
  A Ferdinando Magellano viene riconosciuta l’introduzione dei peperoncini in Africa e Asia, dove li usavano in cucina e nelle farmacopee, ora i peperoncini piccanti sono coltivati in Cina, Turchia, Nigeria, Spagna e Messico.
  Molte culture, sia antiche che moderne, hanno a lungo creduto nel potere delle spezie e delle erbe per mantenere e migliorare la salute umana.
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    COMBATTONO L’INFIAMMAZIONE
  I peperoncini piccanti contengono una sostanza chiamata capsaicina, quella che fornisce il caratteristico piccante, che possiede proprietà antimicrobiche, è un inibitore di un neuropeptide associato a processi infiammatori, più il peperoncino è piccante, più capsaicina contiene.
  CONTRO IL DOLORE.
  La capsaicina dei peperoncini piccanti, è ritenuta un’opzione per il trattamento del dolore che causa l’artrosi, pazienti trattati con creme a base di capsaicina hanno riferito di miglioramenti significativi, l’unico effetto collaterale, riportato, è stata una sensazione di bruciore nelle zone di applicazione.
  BENEFICI CARDIOVASCOLARI.
  I peperoncini piccanti, essendo vasodilatatori e anti colesterolo naturali, possono avere effetti positivi nella prevenzione delle malattie cardiovascolari.
  Riducono i livelli di trigliceridi e l’aggregazione delle piastrine, aumentando la capacità del corpo di sciogliere la fibrina, che è una sostanza fondamentale nella formazione di coaguli nel sangue.
  In quei popoli in cui il peperoncino viene più utilizzato di più, si ha un tasso molto più basso di infarti, ictus ed embolie polmonari.
    ELIMINA LA CONGESTIONE
  Il calore della capsaicina stimola le secrezioni a liberare il naso chiuso o i polmoni congestionati.
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    AUMENTA L’IMMUNITÀ.
  Il colore del peperoncini piccanti, indica il loro alto contenuto di beta-carotene o pro-vitamina A. Con soli due cucchiaini di peperoncino si assume circa il 6% del valore giornaliero di vitamina C, insieme ad oltre il 10% della vitamina A, la quale è essenziale per mantenere le mucose sane, delle vie nasali, dei polmoni, dell’intestino e delle vie urinarie.
  IL PEPERONCINO AIUTA NELLA DIFESA DEL CANCRO ALLA PROSTATA.
  Sempre la capsaicina, ha la facoltà di bloccare la diffusione delle cellule tumorali della prostata, provoca il suicidio delle principali tipi di cellule del cancro alla prostata. Dopo 4 settimane di uso della capsaicina, la crescita del tumore e le sue dimensioni, sono diminuite in modo significativo, in uno studio sugli animali.
  Attenzione, però un uso eccessivo di peperoncini rossi, è stato collegato al cancro allo stomaco.
  IL PEPERONCINO PREVIENE LE ULCERE ALLO STOMACO.
  Se da un lato l’uso eccessivo del peperoncino provoca il cancro allo stomaco, dall’altro il suo uso, non eccessivo mi raccomando, può aiutare a prevenire le ulcere, uccidendo i batteri che possono essere ingeriti, stimolando le cellule, che rivestono lo stomaco, a secernere i succhi che lo proteggono.
    AIUTA A COMBATTERE IL DIABETE DI TIPO 2.
    Riduce il rischio di iperinsulinemia, alti livelli di insulina nel sangue, che è il disturbo associato al diabete di tipo 2. Oltre alla capsaicina il peperoncino contiene antiossidanti, come la vitamina C e carotenoidi, che aiutano a migliorare la regolazione di insulina.
  Un peperoncino verde può avere anche sei volte in più di vitamina C di un’arancia, anche se una buona parte va persa con l’essiccazione o con la cottura.
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    CURIOSITÀ.
  Hanno fama di essere afrodisiaci e, sembra, che le popolazioni che lo usano abitualmente, siano affette in misura minore da calvizie.
    DESCRIZIONE.
  La pianta ha fusto eretto, foglie strette di un bel colore verde, fiori bianchi a forma di stella. Il peperoncino vero e proprio è una bacca, che può essere rossa, verde o gialla, con dimensioni e forme diverse.
  peperoncini piccanti-serrano
peperoncini piccanti-Thai
peperoncini piccanti-Wax
  Tra i peperoncini più piccanti ci sono: l‘habanero proveniente dallo Yucatan e Caraibi;  il jalapeño, Messico e America del Sud;  jamaican hot, come indica il nome viene dalla Giamaica;  il pepe di Cayenna, Messico, Louisiana, Asia, Africa;  il serrano Messico; il thai, Sud Est asiatico e California; il wax, Messico e California;  il peperoncino coltivato nel Mediterraneo.
    jamaican hot
peperoncini piccanti- habanero
jalapeño
  Le cinque specie più comuni di peperoncino:
  Il capsicum annuum, la più coltivata e diffusa: i peperoni dolci, il peperoncino comune in Italia, il peperoncino di Cayenna e il messicano jalapeño;
  il capsicum baccatum, include il cosiddetto “Cappello del vescovo” e gli ajì;
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cappello del vescovo
ajì
    il capsicum chinense, non è cinese come potrebbe far pensare il nome, bensì sudamericano, in particolare è originario dell’Amazzonia. Questa qualità comprende l’habanero, che fino al 2006 era incluso nei Guinness dei primati, come il peperoncino più piccante al mondo;
  il capsicum frutescens, che include tra gli altri il tabasco;
  il capsicum pubescens, include il sudamericano rocoto.
    capsicum chinense
capsicum frutescens
capsicum pubescens
  COME SCEGLIERE E CONSERVARE.
  Se si sceglie il peperoncino fresco, selezionare quello con colori vividi e lucidi, pelle tesa e soda. Gli steli dovrebbero essere resistenti e freschi. Evitare quelli rugosi o che abbiano macchie nere e aree tenere.
  Con quello secco cercare quelli che hanno ancora dei colori vividi, perchè se non hanno più colore, hanno probabilmente perso anche il loro sapore.
  Scegliere possibilmente quelli da agricoltura biologica.
  Conservazione.
  Posizionare quelli freschi, non lavati, in sacchetti di carta e conservarli nel vano verdure del frigorifero, si conserveranno per circa una settimana, non metterli in sacchetti di plastica perché potrebbe accumularsi umidità.
  Possono anche essere appesi alla luce del sole ad asciugare, una volta che sono essiccati si possono ridurre in polvere e conservarli in un barattolo ermeticamente chiuso al riparo del sole.
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    Suggerimento per la cottura.
  Poichè, come detto, vi sono molte varietà piccanti e all’interno della stessa varietà può cambiare il grado di piccantezza, ogni volta che si cucina, prima di aggiungere il peperoncino, conviene assaggiarne un pezzetto per determinare il livello di piccantezza, così facendo sapremo quanto aggiungerne alla ricetta.
  QUALCHE RAPIDA IDEA.
  Quando saltiamo le verdure aggiungiamo un po’ di peperoncino;
Aggiungere il jalapeño all’insalata di tonno.
Frullare peperoncino fresco con olio d’oliva, aglio, coriandolo, menta piperita e cumino. Se si desidera si possono aggiungere le nostre erbe e spezie preferite, questo personalizzerà la nostra Harissa.
Pepe di Cayenna e succo di limone per verdure cotte, come cavolo e cavolo rapa.
      LE PREOCCUPAZIONI INDIVIDUALI.
  La capsaicina può irritare o bruciare occhi e mani. L’olio del peperoncino può irritare la pelle, quindi lavarsi le mani dopo averli toccati, quando si macina il peperoncino fare attenzione a non inalare la polvere, può irritare la gola e proteggere sempre gli occhi, indossando una mascheri anti-polvere e occhiali.
  Se, dopo aver mangiato dei peperoncini piccanti, si sente troppo bruciore, rinfrescarsi con un bicchiere di latte, la caseina aiuta a calmare il fuoco della capsaicina.
  eccovi una veloce ricetta:
  Cioccolata calda al peperoncino
  270 gr di cioccolato fondente
  750 ml di latte
  250 ml di acqua calda
  50 gr di zucchero grezzo
  1 bustina di vanillina
  1/2 peperoncino rosso senza semi
  1 pizzico di sale.
  Tritare il cioccolato con un coltello e, in una ciotola, mescolatelo con 250 ml di acqua calda. Fare bollire il latte con la vanillina e il sale, lasciare riposare qualche minuto. Versare il cioccolato sciolto nel latte sbattendo bene con una frusta, finchè il cioccolato non è tutto disciolto, unire lo zucchero e il peperoncino. Riscaldare ancora per addensare un po’, versare nelle tazze e servire subito. Ottimo nelle serate d’inverno.
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  Se vi piace il peperoncino e volete conoscerlo in tutti i suoi aspetti, vi consiglio di andare su questo sito: http://www.peperoncino.org/  si tratta dell’ ACCADEMIA ITALIANA DEL PEPERONCINO ONLUS, riporto ciò che scritto sul sito: L’accademia si propone di far conoscere agli italiani il peperoncino, la sua storia, la sua cultura. Promuove lo studio e la ricerca sulla sua produzione, sulle sue qualità e la sua utilizzazione nel campo della gastronomia, della cosmesi, della farmacologia e della medicina.
  I peperoncini piccanti sono considerati uno degli alimenti più sani al mondo.
    fonte: whfoods.
bibliografia: La dispensa delle spezie e delle erbe. Cucinare con le spezie e le erbe aromatiche su Amazon.it
      Peperoncini piccanti il segreto per vivere più a lungo Peperoncini piccanti.  Sapevate che un nuovo studio, della University del Vermont, ha scoperto che mangiando peperoncino piccante, nell'arco della propria vita, si ha un rischio di morte, più basso del 13%, rispetto a coloro che non lo consumano?
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medicomunicare · 2 years
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Bevande gassate: quel “dolce pericolo” che fa alzare glicemia ed acido urico
Bevande gassate: quel “dolce pericolo” che fa alzare glicemia ed acido urico
Gli effetti negativi sulla salute dello zucchero sono stati a lungo motivo di grande preoccupazione pubblica e scientifica. Per decenni, si è pensato che un’elevata assunzione di zucchero fosse associata allo sviluppo di obesità, diabete di tipo 2 e malattie cardiovascolari. Dati i destini metabolici distinti che differenziano il fruttosio dal glucosio, l’attenzione dei ricercatori si è…
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medicomunicare · 2 years
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Metformina e statine compagne di cura per l'ovaio policistico: parla l'esperienza clinica
Metformina e statine compagne di cura per l’ovaio policistico: parla l’esperienza clinica
La sindrome dell’ovaio policistico (PCOS) è la malattia endocrina più comune nelle donne fertili. È caratterizzata da disfunzione cronica dell’ovulazione e alti livelli di androgeni nel sangue, che colpisce fino al 10% delle donne in età fertile nel mondo. La PCOS è spesso accompagnata da obesità addominale, insulino-resistenza, disturbi metabolici e malattie cardiovascolari. La metformina è…
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medicomunicare · 3 years
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Iperinsulinismo congenito
Concetti generali Il glucosio è uno dei principali substrati energetici, fornendo la metà del fabbisogno energetico totale del corpo. Una concentrazione anormalmente ridotta di glucosio nel sangue è indicata come ipoglicemia. È un’emergenza medica e può portare a sintomi dovuti alla glicopenia nel sistema nervoso. Negli individui sani, il mantenimento di una normale concentrazione plasmatica di…
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medicomunicare · 3 years
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Diabete come causa di tumori: le analisi di legame degli esperti a livello internazionale
Diabete come causa di tumori: le analisi di legame degli esperti a livello internazionale
4 Febbraio 2021: Giornata Mondiale dei Tumori. Quasi 500 milioni di persone in tutto il mondo hanno il diabete, l’85-95% dei quali ha una forma di tipo 2. Dall’altra parte, il cancro è la seconda causa di morte nei paesi economicamente sviluppati e la terza causa di morte nei paesi in via di sviluppo. La possibile associazione tra il diabete e il rischio di cancro è stata a lungo ipotizzata, ma i…
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wdonnait · 6 years
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Dieta per il crossfit: ecco l'alimentazione giusta
Nuovo post pubblicato su http://www.wdonna.it/dieta-crossfit/90441?utm_source=TR&utm_medium=Tumblr&utm_campaign=90441
Dieta per il crossfit: ecco l'alimentazione giusta
Crossfit e alimentazione
Il crosfit è uno sport davvero molto praticato negli ultimi anni, ed è straordinariamente efficace per tonificare e dimagrire. Ma quale dieta occorre seguire in abbinamento a questo sport? 
Noi vi proponiamo un piano giornaliero e la giusta alimentazione per gli sportivi che praticano il crossfit. Come per tutti gli allenamenti intensi, anche in questo caso è fondamentale seguire un regime alimentare sano e soprattutto equilibrato per il benessere dell’organismo.
Basta la giusta combinazione di ingredienti per dimagrire in modo corretto, o mantenere una buona della forma fisica. Ecco allora tutti i consigli per la dieta ideale per chi pratica questo sport.
una corretta alimentazione 
L’alimentazione è un fattore fondamentale quando si pratica qualunque sport. Ma qual’è la dieta più consigliata a chi pratica questa attività in particolare? 
Per il crossfit, è necessario un vero e proprio piano alimentare, più che una vera e propria dieta. Infatti, bisogna permettere all’organismo di di bilanciare energie immagazzinate con quelle bruciate. Vediamo quindi di darvi qualche consiglio per un giusto piano alimentare.
Le proteine devono essere magre e varie e costituire circa il 30% dell’apporto calorico totale
I carboidrati devono essere principalmente a basso indice glicemico e costituire circa il 40% dell’apporto calorico totale
I grassi devono essere principalmente monoinsaturi e costituire circa il 30% dell’apporto calorico totale
Le calorie devono essere stabilite tra 1,4 e 2,0 grammi di proteine per chilo di massa magra corporea in base al proprio livello di attività fisica. La cifra 1,4 è valida per allenamenti quotidiani moderati e la cifra 2,0 vale per allenamenti pesanti.
Il menù ideale per chi pratica crossfit
Prima di iniziare un allenamento, vi consigliamo di mangiare cibi per lo più ricchi di carboidrati a basso indice glicemico. Dopo l’allenamento, invece, cibi ad alto contenuto di carboidrati favorevoli e a basso indice glicemico con proteine magre.
Vediamo nel dettaglio un esempio di menù giornaliero per i crosfitters.
Colazione: latte e cereali integrali oppure caffè, uova sode con pane tostato e succo di fragola con kiwi.
Spuntini (metà mattina e metà pomeriggio): gallette di riso e fesa di tacchino oppure una banana o una pera con un paio di noci o mandorle
Pranzo: riso integrale con tonno al naturale e verdura a piacere oppure filetto di tacchino alla griglia con riso integrale e insalata di lattuga, cavolo viola e pomodoro.
Cena: petto di pollo o tacchino e verdura oppure pesce al forno (come orata o merluzzo) con patate e verdura.
La colazione è il pasto più importante
La colazione, è importante per tutti, specialmente per i corosfitters e gli sportivi in generale. Essi hanno bisogno di ancora più energia per aumentare la massa muscolare e per mantenersi performanti durante l’allenamento.
Oltre a consumare sempre una tazza di caffè, possibilmente non zuccherato, o una tazza di tè, potreste concedervi anche uno smoothie energizzante a base di frutta e verdura oppure una spremuta d’arancia a cui andrete ad aggiungere i veri ingredienti della colazione.
Per una colazione salata e più proteica, ideale per chi è molto allenato, è formata da due uova strapazzate con verdura alla griglia, oppure un toast con pane integrale, una fetta di avocado e un velo di formaggio magro spalmabile oppure dei fiocchi di latte.
Se amate invece svegliarvi con un pasto più tradizionale, ecco una colazione dolce ideale per la dieta di crossfit: yogurt magro o di soia con frutta fresca e qualche noce o mandorla.
I cibi da evitare
Vanno assolutamente evitati i carboidrati ad alto indice glicemico, poiché sono la causa principale dei problemi di salute causati dall’alimentazione. 
Essi, infatti, provocano un innalzamento troppo rapido degli zuccheri nel sangue.  Fanno parte di questa categoria riso, il pane, le caramelle, le patate, i dolci, le bevande gasate e la maggior parte dei carboidrati lavorati.
Il problema con i carboidrati ad alto indice glicemico è che stimolano una risposta smodata di insulina.
L’insulina è un ormone essenziale, tuttavia l’innalzamento cronico e acuto del livello di insulina porta all’iperinsulinemia, che è stata collegata all’obesità, ai livelli elevati di colesterolo, alla pressione sanguigna, ai cambiamenti di umore e a tutta una serie di malattie e problemi di salute.
La giusta dieta, è quindi quella a basso indice glicemico che di conseguenza,abbassa notevolmente la risposta dell’ insulina.
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wdonnait · 7 years
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Cellulite : combattere, curare e prevenire l'inestetismo
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Cellulite : combattere, curare e prevenire l'inestetismo
La cellulite cos’è e come intervenire 
La cellulite, il cui suffisso fa pensare ad un’infiammazione, può essere definita anche panniculopatia edemato-fibrosclerotica; si tratta di un inestetismo cutaneo che accomuna molte donne, caratterizzato dall’ispessimento del tessuto adiposo e da ritenzione di liquidi e di Sali minerali nel tessuto connettivo fibroso.
Questo fenomeno riguarda maggiormente le donne che, rispetto agli uomini, hanno circa il 5% in più di adipe, inoltre, inizia con la pubertà, quindi con l’incremento degli estrogeni ed è causata da diversi fattori. Un tessuto colpito da cellulite si presente con avvallamenti o rilievi, la tipica pelle “a buccia d’arancia”, perde la sua elasticità e si formano dei noduli avvertibili al tatto.
Cellulite cause
La cellulite è un fenomeno che può manifestarsi in seguito a diverse situazioni, quali:
•Un aumento del tessuto adiposo sottocutaneo che provoca variazioni ormonali tali da innescare il processo della cellulite e aumento d’acqua libera (Lipoedema);
•Un aumento del tessuto adiposo sottocutaneo e della quantità di liquido linfatico (Linfoedema); la linfa è formata dall’acqua che viene liberata nella matrice interstiziale e raccoglie le grosse molecole e le sostanze tossiche che devono essere eliminate;
•Fibrosclerosi delle fibre connettivali (Cellulite fibrosa);
•Alterazione interstiziale e distrofia del tessuto adiposo (Lipodistrofia);
•Aumento del tessuto adiposo localizzato (Adiposità localizzata) e alterazione della struttura connettivale.
Cellulite stadi : ematoso , gelatinoso, fibroso, sclerotico
Inoltre, essa nasce come un inestetismo, ma può diventare una vera e propria patologia, infatti, si possono verificare 4 stadi: 1° stadio EDEMATOSO. La permeabilità capillare aumenta provocando un’infiltrazione del plasma nel tessuto adiposo dell’ipoderma, le tossine ristagnano ed innescano un processo infiammatorio; aumenta la sintesi di trigliceridi da parte degli adipociti che aumentano di volume e si aggregano tra di loro; infine, si ha la liberazione di prostaglandine che concorrono alla formazione dell’infiammazione aumentando maggiormente la permeabilità capillare aggravando il ristagno idrico e provocando ostruzione linfatica.
2°stadio GELATINOSO. Si manifesta un’alterazione delle fibre di collagene che circondano i vasi sanguigni e gli adipociti, instaurando un processo definito fibrosclerosi.
3°stadio FIBROSO. Si manifesta un assottigliamento del derma dovuto a metabolismo ipoattivo.
4° stadio SCLEROTICO. È lo stadio patologico, in cui si formano i macronoduli duri che possono entrare in contatto con i nervi e determinare la comparsa di dolore.
A seconda del tipo di persona e di tessuto che colpisce, si possono presentare diversi tipi di cellulite:
•Cellulite dura, che si trova nei soggetti giovani con tessuti tonici, si tratta della tipica “buccia d’arancia”;
•Cellulite molle, tipica nei soggetti sedentari o in coloro con precedenti sportivi;
•Cellulite edematosa, si trova soprattutto in pazienti giovani che prendono gli estroprogestinici. È la cellulite della gioventù, di tipo endocrino-metabolica;
•Cellulite mista, costituita da caratteristiche differenti;
•Falsa cellulite, rappresentata da irregolarità della pelle con cedimento dei tessuti in soggetti con ipotrofia del muscolo.
Quali sono i fattori che predispongono alla cellulite?
•La razza (la bianca nettamente più predisposta);
•I fattori genetici (familiarità);
•Gli squilibri ormonali (dovuti ad alterazioni funzionali ormonali, assunzione pillola estroprogestinica, alimenti contenenti ormoni, iperestrogenismo, ipercortisolismo, iperinsulinemia, iperprolattinemia);
•I disordini alimentari (in particolare caratterizzati da eccesso di zucchero);
•Le alterazioni digestive, soprattutto se associate ad alterazioni funzionali intestinali dette disbiosi;
•Alterazioni della circolazione sanguigna;
•Le alterazioni posturali (camminare, stare in piedi);
•Le alterazioni psicosomatiche (apatici, ansiosi);
•Il fumo, che provoca vasocostrizione, rallentamento del microcircolo, ipossia, a loro volta causa di fibrosclerosi.
La disbiosi intestinale è un’alterazione della flora batterica intestinale, che causa un deficit del sistema immunolinfatico intestinale che provoca, quindi, accumulo di tossine nel tessuto interstiziale ed aumento di radicali liberi.
Anche alcune cattive abitudini causano a lungo termine lo sviluppo di cellulite, come il tenere le gambe vicino a fonti di calore o flesse per diverse ore, l’indossare calzature e collant per diverse ore, fare bagni in vasca con acqua a temperatura maggiore di 30°C, esporsi al sole a gambe scoperte.
Stare troppo tempo in piedi immobili causa una cattiva circolazione sanguigna, perché il sangue fa fatica a risalire dagli arti inferiori, con conseguente stasi circolatoria; inoltre, le scarpe troppo strette o con tacco troppo alto, ostacolano il ritorno venoso e linfatico e impediscono il corretto funzionamento dell’importantissima “pompa venosa”.
La terapia anti-cellulite fitofarmacologica dipende dal tipo di sintomo che si vuole risolvere:
•Se ci sono varici o problemi di insufficienza venosa si possono usare antiossidanti e integratori a base di vitamina C, mirtillo e Rutina, che diminuisce l’uptake di glucosio;
•In caso di disbiosi intestinale, invece, si fa una terapia di fermenti lattici vivi per ripristinare la flora batterica;
•In caso di cellulite edematosa si scelgono fitoterapici con Bioflavonoidi, Rutina, Meliloto, Vitis Vinifera, antiossidanti o depurativi della matrice interstiziale;
•In caso di cellulite con prevalente componente adiposa si somministrano fitoterapici con componenti principali del Fucus, Rusco e Vitis vinifera;
•In caso di cellulite con componente distrofica tessutale si usa Gynkgo Biloba, Centella Asiatica, Meliloto e antiossidanti, con azione inibitrice la lipogenesi ed effetto sulla circolazione venosa.
L’alimentazione è uno dei fattori da non trascurare, perché sono proprio le cattivi abitudini alimentari ed il sovrappeso a causare la cellulite. Quali sono i rimedi alimentari da adottare?
Bisognerebbe scegliere cibi leggeri, per promuovere la rimozione di scorie nei tessuti, come pesce, carne bianca, cereali integrali, ortaggi e legumi, ridurre il sale, che trattiene i liquidi ostacolando la circolazione, ed i cibi molto salati come quelli conservati e stagionati; mangiare frutta e verdura in quantità, ricchi di fibre, acqua e Sali minerali e che stimolano la diuresi svolgendo anche una funzione antiossidante; fornire una buona idratazione all’organismo, bevendo almeno 2 litri al giorno di acqua oligominerale.
Quali sono i cibi dalle proprietà anti-cellulite?
•Fragole, lamponi, mirtilli, ribes: i frutti di bosco sono ricchi di bioflavonoidi, acido salicilico e vitamina C, sostanze che aiutano a mantenere forti le pareti dei capillari, impedendo la fuoriuscita di liquidi. Svolgono un’azione diuretica.
•an e papaia: contengono speciali enzimi capaci di contrastare efficacemente la ritenzione idrica anche nei casi più ostinati.
Lo svantaggio è che queste sostanze sono concentrate soprattutto nelle parti meno commestibili, vale a dire, nel gambo dell’ananas e nelle foglie della papaia. In erboristeria è possibile farsi preparare un mix di queste erbe essiccate, ideali per tisane diuretiche.
•Agrumi: arance, limoni e pompelmo sono ricchi di vitamina C, che protegge i capillari. Il limone in particolare è ricco anche di citrati, sostanze che aiutano il sangue a mantenersi fluido e ad eliminare le tossine.
•Ciliegie: la parte più utile contro la cellulite è costituita dai gambi, che permettono di preparare un ottimo decotto diuretico e disintossicante. Il frutto è utile per combattere la stitichezza (altro fattore che favorisce la cellulite) e per mineralizzare l’organismo.
•Kiwi: si tratta di uno dei frutti più ricchi di vitamina C, che rafforza i capillari. Consumato ben maturo, a digiuno, è un alleato sicuro contro la stitichezza.
•Banana: soprattutto se ben matura, è ricca di potassio, un sale che aiuta a contrastare efficacemente la ritenzione idrica causata dal sodio.
•Patate: il tubero per eccellenza è ricco di potassio e vitamina C che aiutano contro la ritenzione idrica.
•Asparagi: queste verdure sono molto diuretiche perché contengono sostanze, dette saponine, che hanno un’efficace e rapida azione diuretica.
•Pomodori: sono ricchi di vitamina C e di potassio, sostanze molto diuretiche. Contengono inoltre gli antociani, elementi che rendono i tessuti che costituiscono i capillari particolarmente sani e compatti.
•Peperoncino: contiene molti bioflavonoidi, che agiscono sulla salute dei capillari e dei vasi sanguigni, inoltre favoriscono il buon funzionamento dell’intestino.
•Cicoria: il suo gusto leggermente amaro indica che è ricca di sostanze (come la vitamina C e la clorofilla) molto efficaci per combattere la ritenzione idrica.
•Radicchio: contiene molta vitamina C e sali minerali (come il potassio) che stimolano la diuresi; svolge, inoltre, un’azione leggermente lassativa, fondamentale per liberarsi dalle tossine.
•Pesce: il migliore è quello di mare, ricco di proteine (mantiene forti i muscoli, la massa magra) e di grassi omega 3, che favoriscono la buona circolazione sanguigna e linfatica.
•Carni bianche: sono più povere di tossine, contengono una buona quantità di ferro e sono ricche di acidi monoinsaturi, che favoriscono la buona circolazione del sangue
•Cetrioli: Verdura ideale nella dieta anticellulite per il loro alto contenuto d’acqua (96.5%).
Rimedi cellulite 
La cellulite, incubo di tutte le donne, è un accumulo di grasso localizzato (in genere sulle cosce) associato quasi sempre a ritenzione idrica, che può colpire anche un soggetto magro.
Combatterla, comunque, si può.
A causare l’infiammazione, responsabile a sua volta della ritenzione idrica, possono essere, ad esempio, alimenti tipicamente infiammatori, ripetuti costantemente nell’alimentazione.
La varietà a tavola e la rotazione dei cibi è quindi importante per diminuire un eventuale effetto infiammatorio dei cibi.
Da evitare, e ridurre drasticamente, è poi il sale, sia come condimento che come ingrediente all’interno di prodotti che ne sono eccessivamente ricchi quali formaggi, salumi, snack, prodotti da forno.
La sana alimentazione è dunque fondamentale, e nello specifico è importante una buona rappresentanza di proteine a livello giornaliero per mantenere una buona massa magra, stimolare il dimagrimento e ridurre l’infiammazione, una corretta idratazione (bere almeno 2 litri di acqua al giorno) e un buon apporto di fibra e minerali, contenuti principalmente in frutta e verdura fresche, oltre che nei legumi e nei cerali integrali.
Alla ricetta anti-cellulite manca poi una buona dose di attività fisica sia aerobica che anaerobica… e voilà il sano dimagrimento con la riduzione di cellulite è assicurato.
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