Tumgik
#in assenza di memoria
pataguja61 · 9 months
Text
Chiù scuru di mezzannotti nun po’ fari.
Proverbio siciliano
Tumblr media
46 notes · View notes
yourtrashcollector · 2 years
Text
Al tempio c'è una poesia intitolata La Mancanza, incisa nella pietra... Ci sono tre parole, ma il poeta le ha cancellate.
Non si può leggere La Mancanza, soltanto avvertirla
Arthur Golden, Memorie di una geisha
2 notes · View notes
rocknread · 1 year
Text
La Tua Assenza È Tenebra di Jón Kalman Stefánsson - Recensione
La Tua Assenza È Tenebra di Jón Kalman Stefánsson – Recensione
La Tua Assenza È Tenebra, ultimo romanzo di Stefánsson, mi è capitato tra le mani per caso, in un pomeriggio di dicembre piovoso e malinconico, durante una delle mie solite incursioni in libreria. E il caso, benevolo, ha voluto guidarmi verso un libro potente. Potente la scrittura. Potente la terra, l’Islanda, protagonista indiscussa di questa storia. La Tua Assenza È Tenebra racconta l’essere…
Tumblr media
View On WordPress
0 notes
lospalatoredinuvole · 2 years
Text
Stesso posto, stesso orario, stessa foto... ma senza di te.
1 note · View note
sofysta · 3 months
Text
La fuga dal reale, | ancora più lontano la fuga dal fantastico, | più lontano di tutto, la fuga da se stesso, | la fuga dalla fuga, l'esilio | senza acqua e parola, la perdita | volontaria di amore e memoria, | l'eco | che non corrisponde più all'appello, e questo che si fonde, | la mano che diviene enorme e che sparisce | sfigurata, tutti i gesti insomma impossibili, | se non inutili, | l'inutilità del canto, la purezza | del colore, né un braccio che si muova né un'unghia che cresca. | Non la morte tuttavia. | Ma la vita: captata nella sua forma irriducibile, | senza più ornamento o commento melodico, | vita a cui aspiriamo come pace nella stanchezza | (non la morte), | La vita minima, essenziale; un inizio; un sonno; | meno che terra, senza calore; senza scienza né ironia; | quello che si possa desiderare di meno crudele: vita | in cui l'aria, non respirata, mi avvolga; | nessuno spreco di tessuti; loro assenza; | confusione tra mattino e sera, senza più dolore, | perché il tempo non si divide più in sezioni; il tempo | eliminato, domato. | Non ciò che è morto né l'eterno o il divino, | soltanto quello che è vivo, piccolo, silenzioso, indifferente | e solitario, vivo. | Questo io cerco.
Carlos Drummond D.A.
36 notes · View notes
molecoledigiorni · 1 year
Text
- manca -
Manca l'amore alla morte che traccia le linee dell'alba, senza memoria, senza assenza manca l'acqua alla quarta foglia del trifoglio, che nel vuoto respira gocce di nebbia. Manca l'amore alla morte che arriva a piedi scalzi una mattina di venerdì, che ci scambiamo il sudore, la voglia e la pelle quando finalmente per un motivo o per sbaglio, - sei felice.
©bruna.b.s
83 notes · View notes
arreton · 11 months
Text
[...]L’aggressività, lo stalking, il mobbing, il bullismo, la spettacolarizzazione della violenza sono forme del vivere quotidiano e l’avvento di internet ha permesso contatti sempre più vicini e frequenti creando, contemporaneamente, la possibilità di provocare «dolori» sempre più intensi e permanenti. Nell’era di internet i rapporti tra gli «umani» sono frequentemente caratterizzati dalla rabbia verso l’altro, comunicata tramite i social, e moltiplicata all’infinito. Più che parlare di «rapporto» via internet è corretto perciò parlare di sharing, condivisione globale. La condivisione globale è una forma di comunicazione, ma non è detto che sia anche una forma di relazione. Seguire un blogger, una webstar, un digital leader, e condividerne i diversi momenti della vita, seguire le storie su Instagram, i profili Facebook sono attività che si basano sulla condivisione delle informazioni da parte di chi le posta, di chi le legge e di chi le commenta, ma tutto questo è molto lontano dal rappresentare una relazione di amicizia tra le persone. È probabile che uno dei motivi per cui la rabbia, l’aggressività via internet, vada oltre ogni misura sia l’assenza di relazione e la mancanza dell’equilibrio che nasce dallo scambio emotivo-affettivo interpersonale.
Torna in mente, in modo quasi paradossale, l’apologo di Schopenhauer: «Una compagnia di porcospini, in una fredda giornata d’inverno, si strinsero vicini per proteggersi, col calore reciproco, dal rimanere assiderati. Ben presto, però, sentirono le spine reciproche; il dolore li costrinse ad allontanarsi di nuovo l’uno dall’altro». In tutto il resto del racconto se avevano freddo si avvicinavano e si pungevano, se si allontanavano sentivano nuovamente freddo. Il filosofo dirà che è necessario trovare una giusta distanza, una misura che consenta di stare in relazione, senza farsi del male. La società di oggi ha perso la misura.
Forse potremmo dire che ne conosce solo una, rispondere reattivamente in maniera violenta e scomposta all’azione che pensiamo ci abbia provocato un danno, che ci si trovi nel traffico, al lavoro, a scuola, in famiglia. Lo psichiatra Eugenio Borgna, in una sua opera del 2013, afferma che alla base dell’«ordinaria violenza alla dignità dell’uomo» che si perpetra nella società moderna, ci siano la mancanza di lavoro, le difficoltà della famiglia e le incomprensioni a scuola. A queste considerazioni possiamo ricollegare la quasi totale assenza, nella nostra società, di un altro sentimento reattivo, la riconoscenza. Nonostante sia stretta parente della rabbia, la riconoscenza sembra non solo una figlia minore, ma proprio in via di estinzione. La riconoscenza cerca il bene, la rabbia il male. La rabbia è proiettata verso il passato, la riconoscenza verso il futuro. La rabbia ha una memoria indelebile, la riconoscenza soffre di amnesia. Si parla anche di «rancore del beneficato» a sottolineare come chi, ottenuto un bene dall’altro, si arrabbi invidiosamente, in quanto sapere e sentire di essere in debito richiede una notevole maturità personale.
La nostra è una società rabbiosa, diseguale, fragile, in grado solo di assicurare un futuro precario ai giovani, poco propensa ad accogliere chi è diverso. Una società in cui prevale una «povertà vitale». Con povertà vitale s’intende non la privazione materiale, bensì una restrizione della capacità relazionale, affettiva, valoriale, morale, religiosa. La povertà vitale, sebbene teoricamente condizionata dalla povertà economica, è un concetto più ampio, che fa riferimento a un impoverimento delle qualità e delle risorse umane generali dell’individuo, a un’involuzione sociale che preclude una prospettiva a lungo respiro. Questa condizione è caratterizzata da un sentimento di vuoto interiore, da un’angosciante mancanza di significato della propria vita.
— A. Siracusano
23 notes · View notes
mucillo · 5 months
Text
"Non ti perderò per sempre”
Tumblr media
Non ti perderò per sempre,
avrò per te, lo sai, un dolore calmo,
un abbraccio inconsueto, un sogno
mai concluso.
Non ti cercherò tra le ombre,
mi stupirò, semmai, del tuo
silenzio, quando un’eco smarrita
di memoria riporterà quel tuo
gioco di labbra.
Io resto. Sulle colline il grano già
matura, ruba luce al tramonto,
chino il capo, alle mie spalle gocciola
un respiro.
Mi volto, quasi a cercare la tua assenza,
vedo quel vento smuovere le spighe,
spingo avanti il mio passo e dentro il petto
tintinna il suono
della tua cavigliera.
Umberto Crocetti (da Il Canto delle Bambole,)
9 notes · View notes
therefore-farewell · 4 months
Text
Perché non eri qui con me in quei momenti dove solo tu dovevi esserci,
perché anche io c’ero di meno quando la tua assenza mi premeva dentro,
e non ho memoria di grandi gesti ma di quei piccoli frammenti a cui mi aggrappo,
e quante volte ho chiesto al cielo di regalarmi un segno oppure un sogno,
chissà se mi sentivi gridare senza voce
e quanti sbagli avrei evitato se avessi avuto i tuoi consigli,
chissà se stringevi i denti da lassù e ti chiedevi quando avrei finito di sbagliare ancora,
e perché sei solo nebbia quando so che sei di più,
sei nei giorni e nei morsi che mi fanno sanguinare e poi sei il disinfettante che cura ogni ferita,
perché se tu ci fossi io sarei diversa forse sarei me stessa e non questo involucro di niente che si nutre di sogni.
11 notes · View notes
k3rn3lpan1c · 7 months
Text
Non ti perderò per sempre,
avrò per te, lo sai, un dolore calmo,
un abbraccio inconsueto, un sogno
mai concluso.
Non ti cercherò tra le ombre,
mi stupirò, semmai, del tuo
silenzio, quando un’eco smarrita
di memoria riporterà quel tuo
gioco di labbra.
Io resto. Sulle colline il grano già
matura, ruba luce al tramonto,
chino il capo, alle mie spalle gocciola
un respiro.
Mi volto, quasi a cercare la tua assenza,
vedo quel vento smuovere le spighe,
spingo avanti il mio passo e dentro il petto
tintinna il suono
della tua cavigliera.
Umberto Crocetti, Il Canto delle Bambole
7 notes · View notes
la-scigghiu · 8 months
Text
Tumblr media
E dó un nome al sole acceso che giunge addosso a illuminarmi Quando guardo i pensieri antichi diventare assenza nutrita a parole di memoria e sospiri In un'armonia rimasta dentro al passato E mi stupisco del gesto diventato segreto da custodire.
.🦋.
🔸Tagota ~ tw
17 notes · View notes
pataguja61 · 10 months
Text
ma che lo incontrai
questo sì, me lo ricordo
ma che lo abbracciai
col cuore impazzito
questo si, me lo ricordo
e le nostre anime si riconobbero
per un breve tratto
questo sì, io lo ricordo
Tumblr media
L' abbraccio
Italo Salemme
46 notes · View notes
danzandonellabisso · 9 days
Text
Nonostante la tua assenza
Mi rotolo in tutte le ceneri cercando di trovare l’unico fuoco Mi siedo a conversare con l’ombra che un giorno d’estate dimenticasti sul divano. Sono il sogno delle orme di alcuni passi che una notte persero la memoria. Nessuno mai è passato di qui. S’affitta la camera vuota di una casa che ormai più non esiste.
ALEJANDRO JODOROWSKY
2 notes · View notes
schizografia · 3 months
Text
[…] Sì, come un’intuizione, come una capacità divenuta folle di intuizione del fuori, ma che passa comunque attraverso l’intasamento dell’ombra interna, che annega, che muore di fronte alla memoria luminosa e che poi, un giorno, sorge davanti a noi quasi irriconoscibile e riempie le pagine bianche. Un giorno vediamo un fiore – una rosa – la dimentichiamo, passa attraverso la morte e la rivediamo dopo, la riconosciamo, si chiama Anne–Marie Stretter: il percorso della rosa, dalla sua scoperta fino a quel nome, è il dolore, è la scrittura. Ciò che è doloroso, il dolore – il pericolo – è la creazione dell’opera, la messa sulla pagina di quel dolore, è uccidere quell’ombra nera perché si espanda sul bianco della pagina, perché porti fuori ciò che è natura interiore. I folli, l’ho già detto, scrivono in modo totale, la loro memoria è il fuori: le favolose passeggiate attraverso i venti e le maree, le fortezze, gli oceani di vita e poi la fine della pagina. È forse un’assenza, un’assenza da sé, l’assenza da un dolore elementare con cui si ha confidenza, di questo sono convinta. Noi scrittori abbiamo una vita personale molto povera, parlo ovviamente di chi scrive veramente. Questa dilapidazione di sé è totale. Gli scrittori vivono in un’assenza totale di vita personale, non conosco nessun altro che abbia una vita personale minore della mia. Mi viene detto: ma tu fai tante cose, fai dei film, fai questo, quello. Ma questo non rimpiazza mai la vita personale. Eppure questa assenza, o piuttosto questo relegare la vita personale è a sua volta una passione. Anche quando ero imbarcata nelle storie precedenti, per violente che fossero, raramente hanno rimpiazzato questa passione di non essere altro che una sorta di messa a disposizione totale verso il fuori. È difficile a volte. Ciò che meglio rimpiazza la scrittura è l’occupazione materiale. Quando non scrivo mi precipito nella mia casa di campagna, a Neauphle, e lavoro come una schiava (ride).
Marguerite Duras
4 notes · View notes
iocaotic · 4 months
Text
Tumblr media
"Sono gocce di memoria
Queste lacrime nuove
Siamo anime in una storia
Incancellabile
Le infinite volte che
Mi verrai a cercare
Nelle mie stanze vuote
Inestimabile
È inafferrabile
La tua assenza che mi appartiene (che mi appartiene)
Siamo indivisibili
Siamo uguali e fragili
E siamo già così lontani (lontani)
Con il gelo nella mente
Sto correndo verso te
Siamo nella stessa sorte
Che tagliente ci cambierà
Aspettiamo solo un segno
Un destino, un'eternità
E dimmi come posso fare
Per raggiungerti adesso
Per raggiungerti adesso
Per raggiungere te
Siamo gocce di un passato
Che non può più tornare
Questo tempo ci ha tradito
È inafferrabile
Racconterò di te
Inventerò per te
Quello che non abbiamo
Le promesse sono infrante
Come pioggia su di noi
Le parole sono stanche
So che tu mi ascolterai
Aspettiamo un altro viaggio
Un destino, una verità
E dimmi come posso fare
Per raggiungerti adesso
Per raggiungerti adesso
Per raggiungere te..."
Giorgia.
Gocce di memoria...
#Caotic.
3 notes · View notes
poesiablog60 · 2 years
Text
Non pensare che questo silenzio
sia semplice assenza di voci,
c’è lo stupore del fiore che sboccia
abisso del passero notturno
che gratta furtivo lo specchio della memoria.
(Il silenzio è il seme di qualcosa di più antico.)
Nel silenzio l’esistenza attenua
una realtà di frutto.
Non pensare che questo silenzio
sia semplice assenza di voci.
José Eduardo Degrazia
Tumblr media
20 notes · View notes