Tumgik
#ho anche il sospetto che siano quelli
unwinthehart · 4 months
Text
ultimi 6 episodi con la speranza di riuscire a finirli domani, amen
2 notes · View notes
erosioni · 4 months
Text
Per digerire vige l'Oroscòpo, parola con l'accento spostato all'uopo
Il 31 ci si sbronza di alcoli e trigliceridi per non tirare le somme sul passato che come le tasse di merda non quadrano mai. Il primo gennaio, invece, davanti alla pagina intonsa dell’illusione del cazzo di un futuro possibile, scevro da missilate putiniane o al netto di catastrofi psicocosmiche indotte dal ribollire del climate change, è possibile anche abbandonarsi agli oroscopi e alle oroscopate.
Nobody: con chi ho oroscopato meglio in vita mia?
Giaccio oziosamente sul divano cercando di smaltire in merda tutte le schifezze che ho mangiato e bevuto illecitamente e senza controllo medico da Natale, posizione naturale per le reminiscenze più zozze.
Mi appunto, senza nessun motivo, i segni che mi ricordo o quelli che ho fatto in tempo a chiedere nelle circostanze soggettive in cui ho avuto il tempo o la curiosità.
Ariete, Leone e Sagittario. Sarà che sono un segno di fuoco anche io, ma le scopate migliori della mia vita, le più passionali, più disordinate, più impulsive, più a rischio di morte, di follia, di dannazione, di vaffanculo reciproco coi vasi in testa. Vale soprattutto per le donne ma anche qualche uomo, per quanto i leoni maschi siano di un vanesio inconcepibile dando le piste a tutto il genere femminile dell’orbe terracqueo.
Segni di terra: Toro, Vergine e Capricorno. Il Toro pensa solo a magnare e scopare, è verità di fede, ma di te se ne fotte. Va bene solo il Toro maschio se bottom, altrimenti è la festa dell’insoddisfazione e della bulimia, comunque generalmente i segni di terra odiano l’anal (smentitemi se potete). Vergine ha allignato spesso nel mio letto, in versione cerebrale e intorcinata. Ossessioni, ossessioni sporche. ossessioni e discorso infinito sulle ossessioni e sul sesso fatto e da farsi. Filosofia del sesso insomma che non si capisce come non rimangano vergini davvero. Diocristo, dopo l’orgasmo la noia peggio della puzza di sigarette nelle lenzuola, ma a voi cosa frega, mocciosetti, manco fumate più. Capricorno ovvero capricazzo: il gelo della morte dell’anima. Una sola partner nel body count e il cadavere potevo essere io. Mai più. Forse. Mai più, ok, giurin giurella.
Segni d’acqua. Non crederei nell’astrologia se non fosse che metà dei miei partner sono stati del Cancro. Vabbè forse metà è un’esagerazione, diciamo due terzi. Incluse le fidanzate storiche e quello che mi ha sverginato. Che dire? Si sanno i difetti del segno, chiagni e fotti, ma il fotti arriva al sublime. I pregi degli acquatici sono infiniti, specialmente la perversione estrema che a volte sorpassa persino la mia. Belle cose, bei tempi. Vale anche per Pesci e per Scorpioni, specie scorpioni maschi che a letto sono veramente capaci di tutto, a parte che di avere un buon carattere poco vendicativo e nascondere la stronzagginità spumeggiante.
Segni d’aria. Gemelli, pazzi fottuti ma soprattutto fottenti. E specie i maschietti che tendono a infilarsi e a infilare ovunque. Razza di squilibrati mentali pericolosi e oltretutto poliamorosi, per non dire che non ce la fanno a stare in una sola relazione per volta (ammesso che ormai me ne fotta qualcosa delle relazioni fisse). Bilancia e Acquario. Pochissime occasioni e quasi tutte con esiti pessimi e mosci. Io con l’aria proprio non vado d’accordo. Sospetto che siano i Gemelli del cazzo ad andare a letto con qualunque segno, persino il mio.
E il futuro? Come lo vedo il futuro quest’anno mocciosetti? Il futuro è sempre l’avvenire del cazzo, e lo chiamano così perché bisogna farlo succedere. Da solo mica viene. Al contrario di tutti noi.
3 notes · View notes
giancarlonicoli · 8 months
Text
11 set 2023 17:05
IL BARONE RAMPANTE! - FRANCO CAUSIO, L'EX CALCIATORE DELLA JUVENTUS SOPRANNOMINATO "IL BARONE" SUL CALCIO DI OGGI: "CI SONO GIOCATORI CHE NON SO NEANCHE DA DOVE ARRIVINO. NON C’È PIÙ LA SENSIBILITÀ DEL PIEDE E SI È PERSO IL GUSTO DI DRIBBLARE" - "OGGI ESISTONO SOLO LE SCUOLE CALCIO A PAGAMENTO, CHI NON SE LE PUÒ PERMETTERE NON VA. INFATTI, A CALCIO SI GIOCA MOLTO MENO" - IL CAMPIONATO ARABO, L'ADDIO ALLA JUVE, LO SCOPONE SCIENTIFICO CON PERTINI DOPO LA VITTORIA DEL MONDIALE DELL'82 E L'ORIGINE DEL SOPRANNOME… -
Estratto dell'articolo Maurizio Crosetti per “La Repubblica”
La maglia numero sette, un paio di memorabili baffi, una divisa quasi sempre bianconera, le finte, il dribbling micidiale, i cross perfetti. Questo era Franco Causio detto “Brazil” ma anche “il Barone”, per l’eleganza del gesto oltre che per gli estri sudamericani. Campione del mondo a 32 anni con l’Italia di Bearzot, nel 1982 […]
Causio, le piace il calcio di oggi?
"Mi addormento. Ci sono giocatori che non so neanche da dove arrivino: ma l’ultimo mercato dove sono andati a farlo? Chiedo a mio figlio come si pronunciano quei nomi, e a volte nemmeno lui lo sa”.
Poi, però vanno in campo. Con quali risultati?
"Spesso, approssimativi. Non c’è più la sensibilità del piede, abbiamo perso un organo vitale. Io ho indossato le prime scarpette da calciatore a 15 anni[…] Erano nere, con i tacchetti. […]”.
Eleganti le scarpette nere, non trova?
"Uniche, irripetibili. Oggi i calciatori portano ai piedi pennarelli fosforescenti. Ma io dico: si può giocare al football con scarpe rosa o azzurre? Al limite, se c’è la nebbia…”
Quando si è accorto di essere Causio?
"Ero piccolo, e mi facevano fare due partite a settimana contro i più grandi. Lì ho avuto il sospetto che qualcosa di particolare la possedevo”.
Cosa?
"La fantasia che ti insegna la strada. Oggi, se dei bambini si mettono a prendere a calci una palla all’aperto, le automobili li investono dopo due minuti. Esistono solo le scuole calcio a pagamento, chi non se le può permettere non va. Infatti, a calcio si gioca molto meno. […]”.
Questi ragazzoni grandi e grossi, però, sono uno spettacolo.
"Hanno muscoli ma scarso talento, partono da un metro e 90 in su. Il risultato è uno sport ipertrofico, tutto fisico, non soltanto il calcio. Prendiamo il tennis: che noia queste partite con servizi a 200 all’ora e nessuno che si sposti dal fondo del campo. Io mi esaltavo guardando Panatta, Connors, Vilas”.
Forse lei non sta parlando solo di sport.
"Tutta la nostra vita è diventata una faccenda muscolare, se non sei potente e veloce non rendi, non ti considerano. Non c’è posto per la lentezza bella, quella della riflessione e della calma. Così viviamo peggio”.
[…]
È una deriva inarrestabile?
"A volte mi chiedo se il calcio non sia impazzito, se non si stia buttando via”.
Si riferisce ai soldi degli arabi?
"Beh, se queste offerte le avessero fatte a me a fine carriera, mi sa che sarei andato a Riad invece che a Trieste. Ma finché mi sono divertito e basta, ai soldi non ho pensato. […]”.
Magari, quelli nella lista del Pallone d’oro.
"L’ho letta. E penso che tra i primi venti di quell’elenco, ben pochi potrebbero competere con noi, faticherebbero a esserci. […]”
Causio, ma se adesso le diciamo Juve?
"Mi dite tutto. La mia vita meravigliosa. Arrivai a Villar Perosa che ero un bambino e mi misero in camera con Castano e Leoncini, il capitano e il vice: me la facevo sotto, però quei giganti mi hanno aiutato in tutto[…] Il mio maestro è stato Helmut Haller, uno dei campioni più formidabili che siano mai venuti in Italia. Crossava da fondo campo di collo pieno, destro o sinistro senza differenze. Alla fine degli allenamenti, lo prendevo da parte e gli dicevo: “Tedescaccio, vieni qui e fammi vedere come fai”. Nessuno degli stranieri del nostro campionato, oggi, può essere paragonato ad Haller”.
[…] E come finì, invece?
"Trapattoni non mi voleva più, preferiva Fanna e Marocchino. Così andai via e fu la mia fortuna. A Udine sono rinato perché non ero mai morto, nonostante le critiche di certa stampa. Oggi giocano fino a quarant’anni e io ero vecchio a trenta? Ma per favore… A Torino mi dissero arrivederci e grazie, loro fanno così da sempre e con tutti e hanno ragione, perché le persone passano mentre la Juve resta. Però, quando seppero che da Udine sarei andato all’Inter, mi telefonò Boniperti per chiedermi di tornare. Gli dissi “presidente, mi spiace, ma chi non mi vuole è ancora lì da voi”. Nove anni ho giocato, dopo avere lasciato Torino da dove non sarei andato via per niente al mondo”.
Come giocatore dell’Udinese, lei vinse la Coppa al Bernabeu. La gioia più grande?
"Senza dubbio. Quando andai a Udine, la prima telefonata me la fece il vecio Bearzot. Mi disse: “Mona, sei nella mia terra e fai vedere a quelli di Torino cosa sai ancora fare. E poi io ti porto in Spagna, anche se il titolare sarà Bruno Conti”. Andò proprio così. Gli risposi che insieme a lui sarei arrivato in capo al mondo. E poi quella partita a scopone in aereo con Pertini, e la Coppa del mondo sul tavolino come una bottiglia di acqua minerale. Il presidente, ma vi rendete conto? Gli incontri che ho fatto io, neanche in dieci vite una in fila all’altra. Forse è proprio questa la ricchezza più grande”.
[…]
Quanto conta la felicità, in campo?
"In campo e fuori, è tutto. Come ha detto mister Claudio Ranieri, resto finché mi diverto. E io mi sono divertito proprio tanto”.
[…]
0 notes
3nding · 3 years
Text
Ipotesi.
Questa è la prima vacanza che facciamo nel ponente ligure quindi non so quanto siano diffusi gli atteggiamenti e i comportamenti che ho visto nelle ultime 24 ore, però mi viene il sospetto che la rinomata accoglienza ligure possa essere una reazione a tutto questo. In ordine sparso:
I due piemontesi coi suv che bloccano l'Aurelia a una rotonda per litigare sulle precedenze.
La signora milanese che inizia a tirar moccoli contro la farmacista, la cittadinanza e i liguri perché la farmacia sta aprendo con 15 minuti di ritardo aggiungendo un "noi a Milano siamo precisi".
Quelli che in 5 rinunciano a pagare un parcheggio giornaliero di 9 euro a pochi metri dagli stabilimenti balneari dicendo "è troppo!". TUTTI A BORDO DI UN SUV BMW
La turista che chiede alla commessa al banco di aprire un altro prosciutto da affettare, quella le risponde "signora, mi spiace non posso averne più di quattro aperti contemporaneamente" questa si incazza e va a parlare col direttore.
Il fruttivendolo mi ha detto "Ad Agosto è peggio. Arriva proprio il peggio possibile: mi trovo ogni mattina davanti la saracinesca piscio, merda, vomito, bottiglie e a volte anche danni alla vetrina o al mezzo."
Citando la Mara nazionale:
Tumblr media
33 notes · View notes
ma-pi-ma · 3 years
Text
Tumblr media
HEATHER PARISI:
Parlare a vanvera è quando si parla senza conoscere l'argomento, un po' come quando lei spiega quanto succede a Hong Kong senza nemmeno viverci.
Ma io a HK ci vivo da più di 10 anni e posso parlarne con cognizione di causa e senza timore di essere smentita. È curioso, e anche un po’ sospetto, che molti accettino che giornali e media mainstream parlino di quello che accade nel mondo, ma non lo accettino quando a parlarne è chi ci vive. Paura di uscire dalla propria comfort zone? Timore di veder vacillare le proprie convinzioni? Intolleranza per le idee altrui? O paura del confronto?
Ho un sacro rispetto dei morti, ma per me, ogni morte ha la stessa dignità. Per questa ragione sarebbe opportuno evitare di fare spicciola morale. Non ci si può accorgere che la gente muore solo ora e solo quando la causa può in “qualsiasi modo” essere attribuita al #Covid19
Non ho mai sentito, negli anni passati, la stessa enfasi e la stessa attenzione per le morti per fame (nessuno che ne parli!) o per quelle causate da altri virus o per quelli che sono deceduti in questo ultimo anno abbandonati senza cure perché la priorità è il Covid19.
In ogni caso, il rispetto per chi è morto non consiste nel mettere la testa sotto la sabbia come gli struzzi e zittire il mondo attorno, ma nel cercare di capire perché sia accaduto, quali e di chi siano le responsabilità e confrontarsi con chi, agendo diversamente, ha ottenuto risultati.
Infine, mi si spieghi una volta per tutte perché la responsabilità del personaggio pubblico esiste solo quando le sue idee non sono “totalmente allineate” con quelle ufficiali. E perché non esiste la responsabilità dei “cosiddetti esperti” che in tutti questi mesi si sono smentiti a vicenda e sono stati smentiti dai fatti?
O perché non esiste la responsabilità dei mezzi di informazione che hanno fatto dell’allarmismo e del terrore, il loro mantra quotidiano?
Non è con la censura (sempre più diffusa anche su YouTube, Twitter, FB) che si persegue la verità, ma con il confronto e la trasparenza.
Ciascuno sia libero di spegnere il proprio cervello, se lo desidera, ma non mi si chieda di fare altrettanto.
22 notes · View notes
bee-ingquinn · 3 years
Text
Comunque dicevano che la prima regola era non parlare del club (09/04)
Tumblr media
Mani appoggiate sul bordo del banco, e testina alta con un bel ghignetto stampato in volto. « Non tutti sanno il motivo di questa convocazione » e ora gli occhietti guizzano in particolare su CECI, EMILE e NICO « Ho avuto un’idea » oh no « e lo sto proponendo solo a voi perché mi fido » e quindi non potete deluderla (!), e qui lo sguardo cade inevitabilmente sulla BFF, per ovvie ragioni. « Non voglio girarci troppo intorno » e quindi niente chiacchiere inutili sulle caramelle oggi « Ma dovete giurarmi che non direte niente a nessuno, e dimostrarmi quindi che ho fatto bene a scegliere solo voi » e qui ora lo sguardo cade su TUTTI quanti. Manco stesse mettendo su l’Esercito di Silente sotto la Umbridge (…). Però è davvero seria, e gli occhietti passano su TUTTI, nessuno escluso, con un sopracciglio un po’ alzato in attesa del loro giuramento solenne.
Emile: Non dice nulla, ma annuisce. E poi, visto il tono con cui MAEGAN ha parlato della cosa, diciamocelo, bara anche un poco. O ci PROVA. Magari sfrutta anche il silenzio, o il fatto che benché siano in tanti, sono sicuro meno che a lezione. Ma cerca con gli occhi la figura della CORVONERO mentre, invece, a livello empatico, sembra PROVARE a sondare le emozioni altrui. E` inpratico, ancora, e ignorante su quello che sa fare, soprattutto. Ma lo ha fatto, oramai, abbastanza volte da capire come concentrarsi. CERCA di abbassare quello sputo di barriera empatica che giusto i mesi ad Hogwarts gli hanno concesso, in favore della singola emozione maggiore che MAEGAN prova. Perché se sotto quel tono serio c`è da preoccuparsi, almeno si preoccupa subito, oh. Che stia pensando di andare in guerra praticamente lo si evince da due cose: la rigidità muscolare, e il fatto che miracolosamente se ne sia pure stato zitto.
Nico: Lui è uno di quelli che non sa il motivo, sì… infatti all’ “ho avuto un’idea” va subito a muovere la mano destra col palmo in alto in direzione della CORVONERO, come a dirle di proseguire e pure spedita che mica abbiamo tutto il giorno. « Ma se ti fidi » e qui la situazione cambia. « non devo dimostrare proprio niente. » Poi dai Meg… lui, con i segreti… ha l’accesso vip. Per stavolta si abbasserà a queste quisquilie. « Ti giuro che sarò una tomba. » Magari non letteralmente, ecco. « Poi appunto tu devi fidarti della mia parola. » Quindi siamo da capo a dodici, cara MEG. « Spara. Chi dobbiamo seppellire? »
B: Quando arriva la richiesta di un giuramento solenne (?) non perde tempo, staccandosi dal banco e facendo un paio di passetti avanti mentre la mano destra va a posarsi contro il petto – lì dove sotto la pelle c’è il cuoricino giallonero. « Giuro solennemente » di non avere buone intenzioni « Di non rivelare o parlare con nessuno a parte i presenti di quello che faremo » gli angoli delle labbra vanno a piegarsi spontaneamente verso l’alto, quasi non resistesse alla tentazione di ghignarsela « O vedremo. Va abbastanza bene o vuoi che mi inchino anche? Sai, per effetto » apposto « Comunque sai che non dico niente a nessuno. » lo sai, vero? Se l’è fatto il Silencio, pure se metaforico.
Bly: « Non così tanto formali, su » guardando l`altra BLYTHE « Nessuno di noi vuole essere beccato, è già un buon motivo per tenere il becco chiuso.» si stringe nelle spalle alzando le sopracciglia, una certa ovvietà nel tono di voce « Però potremmo comunque decidere cosa succede alle spie, così, per precauzione » un sorrisetto malizioso le incurva le labbra, mentre squadra i compagni uno a uno. Che kattivah.
Yara:  Fa eco a NICO nella sua risposta quando MEG finisce di parlare aggiungendo a voce alta « Puoi fidarti » mentre fa cenno affermativo con la testa come per dare forza alle sue parole « Non siamo mica JONAS o BRAN che andiamo a raccontare tutto ai professori » e no, la frecciatina ai due infami non poteva mancare.
Ceci: « Giuro di stare zitta molto zitta. » … « Solennemente. » la parola le piaceva, la sta rubando all’altra TASSA. Con una manina che si porta al petto, per dimostrare estrema sincerità, proprio. Però è vero, è sincera. « E’ morto qualcuno? » prioritario. Perché ha sentito NICO parlare di sepolture. Un’occhiata più lunga a EMILE, dato che lo vede zitto – e una alla WARTON, visto che parla di spie. Curiosità, eh, che vuole sapere anche lei cosa succede. Continua a starsene molto accigliata e addocchiare MAEGAN, manco avesse paura di perdersi la spiegazione principale.
Liù: Il suo giuramento si limita ad un cenno del mento, anche se è la punizione per le spie proposta dalla WHARTON che le fa offrire a quest’ultima un lieve incurvamento di un angolo delle labbra, fino a che la testa ruota verso YARA quando apre bocca e quel mezzo sorriso si spegne « Tu piuttosto. Sei una cornacchia con il becco largo. » sbuffa pure, gentilissima proprio eh.
Quello sguardo serio, infatti, cade al primo giuramento solenne che arriva proprio da CANARINO, per lasciare spazio al solito ghigno malandrino. Di quelli che non promette niente di buono, ma tant’è. « Se vuoi » fare l’inchino, è ben accetto, e un guizzo di sopracciglia testimonia il suo divertimento alla cosa. « Ma vi ho detto che mi fido » e questo è per rispondere a NICO chiaramente, « voglio che siate convinti e che non vi tiriate indietro – o se lo fate » e fa anche una piccola pausa ad effetto « che rispettiate il segreto » questo è il succo, anche se qui non facciamo nessuna fatica a contare ciecamente su TUTTI i presenti in stanza. Un sorriso a chi ha promesso cieca fiducia, e anche a LIU’ nonostante il solo cenno di testa. « Sapete che c’è il club di duello per i grandi, no? » e fa anche una pausa in attesa di cenni e assensi vari « Ecco, io non penso sia giusto che noi veniamo esclusi » e lo pensa solo lei sulla base del niente, ma okay.  (...)  « Non voglio litigi » categorica, un’altra volta « Se avete qualcosa contro l’altro avrete modo di sfidarvi come dei veri maghi e streghe » e quindi senza insulti « usando la vostra bacchetta e un po’ di fantasia ». (...)  « Appuntiamoci tutte le idee » quindi sia i nomi, sia i loghi sia tutte le cose bellissime che vengono proposte e che aumentano l’entusiasmo della piccoletti. « SIII, il nome in codice! » necessario diremmo qui, e ora lo sguardo divertito cade su YARA (sempre che l’incanto abbia fatto effetto) e « potremmo chiamarci Languelingua » lo dice divertita, ma insomma lei la proposta la fa. Anche se la regia dice che sono accette idee migliori. « Per il simbolo mi fido ciecamente di voi » e guarda chiaramente CECI e LIU’ « fatene uno grinzafichissimo!!!! » perché loro devono essere i più bellissimi. L’attenzione viene spostata su CANARINO e « Non ammetterei » al torneo « tutti coloro che pensano che un Impulsus sia magia nera » e fuori quindi i moralisti vari « e coloro che potrebbero fare da spioni » ciao team serpeverde.
Nico: E anche sul nome ha da ridire, sbuffando nel sentire il “Languelingua”. « O Mangialumache magari. » È ironico ovviamente, è per far capire quanto non apprezzi l’altro nome (?) « L’idea dei colori delle 4 case è bella. I nastrini non so… forse è eccessivo » o da femmine.
B: « Piace anche a me l’idea dei quattro colori. Però i nastrini » occhiata verso NICO « Sono un tocco di classe, mica possiamo tenerci uno stemma noioso con scie colorate e basta » insomma go big or go home. La proposta di MEG le fa scappare una mezza risata, portandola a spostare lo sguardo su di lei « Non male come nome. Però non pensate sarebbe un po’ sospetto? Immaginate dire tipo davanti ad un professore, “ehi, più tardi ci troviamo per il Languelìngua?” » poi sguardo veloce verso il GRIFONDORO « O Mangialumache » annuisce nel dargli ragione, per bocciare il nome – senza cattiveria MEG, ti amiamo sempre – ovviamente. « Però ammetto di non avere idee migliori quindi… possiamo pensarci su, senza fretta » prova a proporre con un sorriso di default.
Bly: « Non possiamo lanciarci incantesimi senza senso, un duello ha un certo... Ordine, di solito » contesta con l`aria offesa, ma non va oltre. È d`accordo sul nome, annuisce distrattamente « Per me va bene tutto » scrolla le spalle « Anche il simbolo sì, fate come volete. » e liquida la questione con un gesto della mano, lei vuole solo punire i traditori.
Ceci: Lo sguardo è verso LIU’ « Siii » approva, l’enfasi sulle i aggiuntive segnala l’entusiasmo annesso. « Potremmo tenere le scie – e magari i nastri fanno tipo – non so. Stendardi? Cioè, non proprio nastrini, più nastri grossi. Da stendardo. » ah, chiarissimo. « E secondo me le scie dovrebbero essere con i glitter, ma perché brillano e perché sono carini, capito. » no. Però è per il go big or go home, anche se sta cercando di mediare tra le idee che ha sentito. Cosa medi, non si sa. « Però basterebbe dire che vogliamo incontrarci per esercitare il – Mangialumache, e sarebbe meno sospetto? Se dovessero sentirci. Anche se non dovrebbero sentirci. » come risolvere il problema alla base, perché non sembra avere problemi.
« Va bene ci penseremo! » ecco, tutti quanti! « Se a qualcuno viene in mente lo dice » ma a chi? E dove? e quando? Panico. (...)  « Dobbiamo decidere un giorno preciso » sì, ecco. Necessario « E magari possiamo fare dei gruppi ? » proposta avanzata proprio a caso eh, date tutte quelle antipatie scomode nel gruppo.  « Sto ancora calcolando tutto. » stratega proprio « Dobbiamo trovare anche un modo per comunicare in fretta fra di noi » e ora guarda NICO affinchè lo segni. Galeoni magici? Ah no. « E poooi, sì, qualcuno si deve occupare di capire quando incastrare gli incontri » e guarda EMILE, che aveva avanzato al proposta e magari vuole farlo lui (!).
Nico: « Gli stendardi sono meglio dei nastri » ammette, molto tranquillamente proprio. « È meglio così secondo me » risponde a LIU stavolta. « Devono essere persone di cui possiamo fidarci! Dovremo anche esporre gli altri studenti per questa cosa, e se finissero per fare la spia e mettere nei guai non solo noi, ma pure i più grandi? » Potrebbe essere un problema, quindi meglio mantenere il cerchio ristretto, che è anche più facile per gli incontri. 
B: Uno scrollare di spalle segue invece la risposta di CECI su cui sposta sugli occhi, arricciando il naso « Oppure possiamo seguire il consiglio di quel vecchio film babbano su un… club segreto di botte? Comunque dicevano che la prima regola era non parlare del club » un bacio a chi la capisce, con tutto il cuore.
Bly: « Perfetto allora, quando sarai certa aggiornarci » con un piccolo cenno del capo, che qua se ci muoviamo troppo esplodiamo. Stringe le labbra « Per gli incastri potrei pensarci anche io, se non lo vuole fare EMILE » propone così, almeno fa qualcosa, lancia uno sguardo al tassorosso « O potremmo farlo insieme, comunque un modo si trova. » annuisce convinta.
Tumblr media
12 notes · View notes
corallorosso · 3 years
Text
Le fake news, funzionano così:
L’80% degli elettori repubblicani, negli USA, è convinto che le elezioni siano state truccate e che, in realtà, avrebbe vinto Trump. Questo nonostante siano state avviate decine di procedimenti legali che non hanno portato a nulla, nonostante si siano svolti dei riconteggi che, al massimo, hanno ottenuto l’effetto di assegnare più voti a Biden, nonostante ogni organo giudiziario del paese e dei singoli stati (dalle varie corti federali fino ad arrivare alla Corte Costituzionale a maggioranza repubblicana) abbia certificato che non esiste neanche uno straccio di prova di brogli. E nonostante il fatto che Trump avesse iniziato a parlare di “elezioni truccate” da prima che si votasse, perché sapeva che avrebbe perso. Ma se parlate con un qualsiasi sostenitore di Trump, quello vi risponderà che, in alcuni posti, “hanno votato anche i morti”, che sono state trovate casse di voti per Trump nascoste, che Obama ha telefonato a Renzi che ha parlato con Conte (visto che sono grandi amici) che ha fatto non so cosa per hackerare il sistema di voto USA. Giuseppe Conte come Anonymous, in pratica. Tutta roba completamente inventata, frutto di bufale apparse sul web, non esiste una sola delle affermazioni di sopra che abbia una corrispondenza nella realtà. Tanto è vero che nessun tribunale ha rilevato una sola irregolarità reale nelle votazioni. Ma, come dicevo, l’80% degli elettori repubblicani, resta convinto che le elezioni siano state truccate. Perché l’ha detto Trump. Vi faccio un altro esempio: avete presente il coglione vestito da bisonte che l’altroieri è entrato nel Campidoglio di Washington? È un noto attivista dell’estrema destra USA, tale Jake Angeli, un complottista con diversi problemi mentali noto come “lo sciamano di QAnon”. Uno che ha un blog su YouTube e compare a ogni manifestazione pro Trump da sempre. La donna uccisa, invece, si chiamava Ashli Babbitt, anche lei era una fan di Trump, anche lei adepta di QAnon, la setta che crede che il mondo sia dominato da democratici pedofili cannibali che bevono il sangue dei bambini. Bene, secondo quello che sta girando oggi su internet, la rivolta di due giorni fa sarebbe una messinscena degli “antifa”, che si sono finti repubblicani. E non conta il fatto che sul web, ad esempio, ci siano centinaia di video in cui Jake Angeli vaneggia di QAnon e supporta il suo idolo Trump, per la maggior parte di queste persone, resta comunque una messinscena. Questo perché, una volta che la bufala è partita, non c’è modo di recuperare. Ogni smentita non riuscirà mai ad arrivare alle stesse persone che, in prima battuta, hanno creduto a quello che avevano letto, e pure se riuscisse ad arrivarci non otterrebbe alcun effetto. Il debunking, di solito, serve a chi già non crederebbe alle idiozie che girano per scoprire cosa è successo davvero, ma non convince nessuno tra quelli che avevano creduto alla bufala originale. Attualmente, esistono milioni di persone convinte del fatto che Trump, ovvero uno psicopatico narcisista e bugiardo patologico, sia stato un eroe che ha lottato contro il Deep State, e non un pericoloso pagliaccio fascistoide. E non c’è debunking che possa fargli cambiare idea. Semplicemente, non è possibile farlo. Un po’ come da noi, dove milioni di persone si sono convinte che un tizio che fino a qualche anno fa considerava i meridionali la feccia della società, di colpo sia diventato il più convinto nazionalista e il più grande fan delle bellezze del sud Italia. Ieri Mark Zuckerberg ha annunciato che gli account di Trump su Facebook e Instagram saranno sospesi almeno fino all’insediamento di Biden. “Adesso è troppo pericoloso”, dice Zuckerberg. O forse, semplicemente, adesso Trump ha altre cose a cui pensare e non farebbe in tempo a reagire contro di lui prima della scadenza del mandato, a dirla tutta. La verità è che le democrazie moderne, se non vogliono scomparire nei prossimi anni, devono capire come affrontare il problema delle fake news e della propaganda di odio della alt right, la destra populista moderna. Altrimenti quello che ci aspetta è, nella migliore delle ipotesi, un futuro di “democrazie illiberali” come l’Ungheria, la Polonia, la Turchia, la Russia. La democrazia è una cosa molto fragile e preziosa. A Weimar se ne sono accorti troppo tardi. E ho il sospetto che anche noi stiamo dando per scontate troppe cose. Ma la verità è che, la prossima volta che qualcuno chiederà “i pieni poteri”, potremmo anche decidere di darglieli. Emiliano Rubbi
14 notes · View notes
falcemartello · 4 years
Text
...
Mando quello che ha scritto il chirurgo Daniele Macchini che lavora in Humanitas Gavazzeni a Bergamo e descrive benissimo la situazione.
In una delle costanti mail che ricevo dalla mia direzione sanitaria a cadenza più che quotidiana ormai in questi giorni, c’era anche un paragrafo intitolato “fare social responsabilmente”, con alcune raccomandazioni che possono solo essere sostenute.
Dopo aver pensato a lungo se e cosa scrivere di ciò che ci sta accadendo, ho ritenuto che il silenzio non fosse affatto da responsabili. Cercherò quindi di trasmettere alle persone “non addette ai lavori” e più lontane alla nostra realtà, cosa stiamo vivendo a Bergamo in questi giorni di pandemia da Covid-19.
Capisco la necessità di non creare panico, ma quando il messaggio della pericolosità di ciò che sta accadendo non arriva alle persone e sento ancora chi se ne frega delle raccomandazioni e gente che si raggruppa lamentandosi di non poter andare in palestra o poter fare tornei di calcetto rabbrividisco.
Capisco anche il danno economico e sono anch’io preoccupato di quello. Dopo l’epidemia il dramma sarà ripartire. Però, a parte il fatto che stiamo letteralmente devastando anche dal punto di vista economico il nostro SSN, mi permetto di mettere più in alto l’importanza del danno sanitario che si rischia in tutto il paese e trovo a dir poco “agghiacciante” ad esempio che non si sia ancora istituita una zona rossa già richiesta dalla regione, per i comuni di Alzano Lombardo e Nembro (tengo a precisare che trattasi di pura opinione personale).
Io stesso guardavo con un po’ di stupore le riorganizzazioni dell’intero ospedale nella settimana precedente, quando il nostro nemico attuale era ancora nell’ombra: i reparti piano piano letteralmente “svuotati”, le attività elettive interrotte, le terapie intensive liberate per creare quanti più posti letto possibili. I container in arrivo davanti al pronto soccorso per creare percorsi diversificati ed evitare eventuali contagi. Tutta questa rapida trasformazione portava nei corridoi dell’ospedale un’atmosfera di silenzio e vuoto surreale che ancora non comprendevamo, in attesa di una guerra che doveva ancora iniziare e che molti (tra cui me) non erano così certi sarebbe mai arrivata con tale ferocia.
(apro una parentesi: tutto ciò in silenzio e senza pubblicizzazioni, mentre diverse testate giornalistiche avevano il coraggio di dire che la sanità privata non stava facendo niente).
Ricordo ancora la mia guardia di notte di una settimana fa passata inutilmente senza chiudere occhio, in attesa di una chiamata dalla microbiologia del Sacco. Aspettavo l’esito di un tampone sul primo paziente sospetto del nostro ospedale, pensando a quali conseguenze ci sarebbero state per noi e per la clinica. Se ci ripenso mi sembra quasi ridicola e ingiustificata la mia agitazione per un solo possibile caso, ora che ho visto quello che sta accadendo.
Bene, la situazione ora è a dir poco drammatica. Non mi vengono altre parole in mente.
La guerra è letteralmente esplosa e le battaglie sono ininterrotte giorno e notte.
Uno dopo l’altro i poveri malcapitati si presentano in pronto soccorso. Hanno tutt’altro che le complicazioni di un’influenza. Piantiamola di dire che è una brutta influenza. In questi 2 anni ho imparato che i bergamaschi non vengono in pronto soccorso per niente. Si sono comportati bene anche stavolta. Hanno seguito tutte le indicazioni date: una settimana o dieci giorni a casa con la febbre senza uscire e rischiare di contagiare, ma ora non ce la fanno più. Non respirano abbastanza, hanno bisogno di ossigeno.
Le terapie farmacologiche per questo virus sono poche. Il decorso dipende prevalentemente dal nostro organismo. Noi possiamo solo supportarlo quando non ce la fa più. Si spera prevalentemente che il nostro organismo debelli il virus da solo, diciamola tutta. Le terapie antivirali sono sperimentali su questo virus e impariamo giorno dopo giorno il suo comportamento. Stare al domicilio sino a che peggiorano i sintomi non cambia la prognosi della malattia.
Ora però è arrivato quel bisogno di posti letto in tutta la sua drammaticità. Uno dopo l’altro i reparti che erano stati svuotati, si riempiono a un ritmo impressionante. I tabelloni con i nomi dei malati, di colori diversi a seconda dell’unità operativa di appartenenza, ora sono tutti rossi e al posto dell’intervento chirurgico c’è la diagnosi, che è sempre la stessa maledetta: polmonite interstiziale bilaterale.
Ora, spiegatemi quale virus influenzale causa un dramma così rapido. Perché quella è la differenza (ora scendo un po’ nel tecnico): nell’influenza classica, a parte contagiare molta meno popolazione nell’arco di più mesi, i casi si possono complicare meno frequentemente, solo quando il VIRUS distruggendo le barriere protettive delle nostre vie respiratorie permette ai BATTERI normalmente residenti nelle alte vie di invadere bronchi e polmoni provocando casi più gravi. Il Covid 19 causa una banale influenza in molte persone giovani, ma in tanti anziani (e non solo) una vera e propria SARS perché arriva direttamente negli alveoli dei polmoni e li infetta rendendoli incapaci di svolgere la loro funzione. L’insufficienza respiratoria che ne deriva è spesso grave e dopo pochi giorni di ricovero il semplice ossigeno che si può somministrare in un reparto può non bastare.
Scusate, ma a me come medico non tranquillizza affatto che i più gravi siano prevalentemente anziani con altre patologie. La popolazione anziana è la più rappresentata nel nostro paese e si fa fatica a trovare qualcuno che, sopra i 65 anni, non prenda almeno la pastiglia per la pressione o per il diabete. Vi assicuro poi che quando vedete gente giovane che finisce in terapia intensiva intubata, pronata o peggio in ECMO (una macchina per i casi peggiori, che estrae il sangue, lo ri-ossigena e lo restituisce al corpo, in attesa che l’organismo, si spera, guarisca i propri polmoni), tutta questa tranquillità per la vostra giovane età vi passa.
E mentre ci sono sui social ancora persone che si vantano di non aver paura ignorando le indicazioni, protestando perché le loro normali abitudini di vita sono messe “temporaneamente” in crisi, il disastro epidemiologico si va compiendo.
E non esistono più chirurghi, urologi, ortopedici, siamo unicamente medici che diventano improvvisamente parte di un unico team per fronteggiare questo tsunami che ci ha travolto. I casi si moltiplicano, arriviamo a ritmi di 15-20 ricoveri al giorno tutti per lo stesso motivo. I risultati dei tamponi ora arrivano uno dopo l’altro: positivo, positivo, positivo. Improvvisamente il pronto soccorso è al collasso. Le disposizioni di emergenza vengono emanate: serve aiuto in pronto soccorso. Una rapida riunione per imparare come funziona il software di gestione del pronto soccorso e pochi minuti dopo sono già di sotto, accanto ai guerrieri che stanno al fronte della guerra. La schermata del pc con i motivi degli accessi è sempre la stessa: febbre e difficoltà respiratoria, febbre e tosse, insufficienza respiratoria ecc… Gli esami, la radiologia sempre con la stessa sentenza: polmonite interstiziale bilaterale, polmonite interstiziale bilaterale, polmonite interstiziale bilaterale. Tutti da ricoverare. Qualcuno già da intubare e va in terapia intensiva. Per altri invece è tardi...
La terapia intensiva diventa satura, e dove finisce la terapia intensiva se ne creano altre. Ogni ventilatore diventa come oro: quelli delle sale operatorie che hanno ormai sospeso la loro attività non urgente diventano posti da terapia intensiva che prima non esistevano.
Ho trovato incredibile, o almeno posso parlare per l’HUMANITAS Gavazzeni (dove lavoro) come si sia riusciti a mettere in atto in così poco tempo un dispiego e una riorganizzazione di risorse così finemente architettata per prepararsi a un disastro di tale entità. E ogni riorganizzazione di letti, reparti, personale, turni di lavoro e mansioni viene costantemente rivista giorno dopo giorno per cercare di dare tutto e anche di più.
Quei reparti che prima sembravano fantasmi ora sono saturi, pronti a cercare di dare il meglio per i malati, ma esausti. Il personale è sfinito. Ho visto la stanchezza su volti che non sapevano cosa fosse nonostante i carichi di lavoro già massacranti che avevano. Ho visto le persone fermarsi ancora oltre gli orari a cui erano soliti fermarsi già, per straordinari che erano ormai abituali. Ho visto una solidarietà di tutti noi, che non abbiamo mai mancato di andare dai colleghi internisti per chiedere “cosa posso fare adesso per te?” oppure “lascia stare quel ricovero che ci penso io”. Medici che spostano letti e trasferiscono pazienti, che somministrano terapie al posto degli infermieri. Infermieri con le lacrime agli occhi perché non riusciamo a salvare tutti e i parametri vitali di più malati contemporaneamente rilevano un destino già segnato.
Non esistono più turni, orari. La vita sociale per noi è sospesa.
Io sono separato da alcuni mesi, e vi assicuro che ho sempre fatto il possibile per vedere costantemente mio figlio anche nelle giornate di smonto notte, senza dormire e rimandando il sonno a quando sono senza di lui, ma è da quasi 2 settimane che volontariamente non vedo né mio figlio né miei familiari per la paura di contagiarli e di contagiare a sua volta una nonna anziana o parenti con altri problemi di salute. Mi accontento di qualche foto di mio figlio che riguardo tra le lacrime e qualche videochiamata.
Perciò abbiate pazienza anche voi che non potete andare a teatro, nei musei o in palestra. Cercate di aver pietà per quella miriade di persone anziane che potreste sterminare. Non è colpa vostra, lo so, ma di chi vi mette in testa che si sta esagerando e anche questa testimonianza può sembrare proprio un’esagerazione per chi è lontano dall’epidemia, ma per favore, ascoltateci, cercate di uscire di casa solo per le cose indispensabili. Non andate in massa a fare scorte nei supermercati: è la cosa peggiore perché così vi concentrate ed è più alto il rischio di contatti con contagiati che non sanno di esserlo. Ci potete andare come fate di solito. Magari se avete una normale mascherina (anche quelle che si usano per fare certi lavori manuali) mettetevela. Non cercate le ffp2 o le ffp3. Quelle dovrebbero servire a noi e iniziamo a far fatica a reperirle. Ormai abbiamo dovuto ottimizzare il loro utilizzo anche noi solo in certe circostanze, come ha recentemente suggerito l’OMS in considerazione del loro depauperamento pressoché ubiquitario.
Eh sì, grazie allo scarseggiare di certi dispositivi io e tanti altri colleghi siamo sicuramente esposti nonostante tutti i mezzi di protezione che abbiamo. Alcuni di noi si sono già contagiati nonostante i protocolli. Alcuni colleghi contagiati hanno a loro volta familiari contagiati e alcuni dei loro familiari lottano già tra la vita e la morte.
Siamo dove le vostre paure vi potrebbero far stare lontani. Cercate di fare in modo di stare lontani. Dite ai vostri familiari anziani o con altre malattie di stare in casa. Portategliela voi la spesa per favore.
Noi non abbiamo alternativa. E’ il nostro lavoro. Anzi quello che faccio in questi giorni non è proprio il lavoro a cui sono abituato, ma lo faccio lo stesso e mi piacerà ugualmente finché risponderà agli stessi principi: cercare di far stare meglio e guarire alcuni malati, o anche solo alleviare le sofferenze e il dolore a chi non purtroppo non può guarire.
Non spendo invece molte parole riguardo alle persone che ci definiscono eroi in questi giorni e che fino a ieri erano pronti a insultarci e denunciarci. Tanto ritorneranno a insultare e a denunciare appena tutto sarà finito. La gente dimentica tutto in fretta.
E non siamo nemmeno eroi in questi giorni. E’ il nostro mestiere. Rischiavamo già prima tutti i giorni qualcosa di brutto: quando infiliamo le mani in una pancia piena di sangue di qualcuno che nemmeno sappiamo se ha l’HIV o l’epatite C; quando lo facciamo anche se lo sappiamo che ha l’HIV o l’epatite C; quando ci pungiamo con quello con l’HIV e ci prendiamo per un mese i farmaci che ci fanno vomitare dalla mattina alla sera. Quando apriamo con la solita angoscia gli esiti degli esami ai vari controlli dopo una puntura accidentale sperando di non esserci contagiati. Ci guadagniamo semplicemente da vivere con qualcosa che ci regala emozioni. Non importa se belle o brutte, basta portarle a casa.
Alla fine cerchiamo solo di renderci utili per tutti. Ora cercate di farlo anche voi però: noi con le nostre azioni influenziamo la vita e la morte di qualche decina di persone. Voi con le vostre, molte di più.
Per favore condividete e fate condividere il messaggio. Si deve spargere la voce per evitare che in tutta Italia succeda ciò che sta accadendo qua.
Dott. Daniele Macchini, chirurgo Humanitas Gavazzeni, Bergamo
97 notes · View notes
libero-de-mente · 4 years
Text
AGGIORNAMENTO CORONA VaIRUS DEL 26.04.2020
La sera del ventisei aprile duemila venti Giuseppe Conte parlò, spiegò e rispose a delle domande di alcuni giornalisti.
Dal web si è capito che da parte di moltissimi italiani non si è compreso nulla. O quasi.
Ricapitoliamo.
Il quattro maggio quando una moltitudine di italiani pensavano di uscire di corsa come i cavalli del Palio di Siena, quando sono nella zona della mossa alla caduta del canape, si ritroveranno invece che da quel giorno dovranno pazientare e dovranno arrivare al diciotto dello stesso mese per le seguenti modalità:
- CONGIUNTI Si potrà uscire dal proprio comune per visitare i propri congiunti. Con-giun-ti. La domanda che molti si son fatti è: ma i compagni (fidanzati) di vita sono congiunti? Il Governo risponde prima no e poi si, anzi già mi vedo le Forze dell’Ordine fermarvi e chiedervi “Ma quanto gli vuoi bene?”; magari useranno dei quiz creati da Maria De Filippi per capire il livello di affinità di coppia, se supera un certo livello si passa altrimenti “per loro è no!”… incrociando gli avanbracci a forma di X. E chi si è lasciato, magari per un semplice bisticcio, poco prima della quarantena? Che stato sentimentale vale, quello di single o d'impegnato in una relazione complicata? Valgono i parenti che non vedevi dal Natale del 1997? Perché la parola “congiunti” da ore risulta essere al top della classifica delle parole ricercate su Google? Perché per i congiunti faranno un Dpcm mentre ai congiuntivi non ci pensa nessuno? Sembra che dopo l’App Immuni nelle prossime ore uscirà l’App iCongiunti, per trovare il tuo congiunto più vicino e compatibile al tuo profilo. Per i progressisti le coppie saranno formate da congiunto1 e congiunto2? I trombamici? Chi ha una relazione stabile extraconiugale, il coniuge tradito ha delle corna stabili e congiunte? Ultima domanda sui congiunti, promesso, ma per “affetti stabili” valgono anche quelli su Facebook da almeno tre mesi? Chiedo per un amico eh…
- MESSE Rimangono sospese le funzioni religiose. Allora… siamo tutti figli di Dio vero? Quindi fratelli, perché non vale la regola dei congiunti? Chiedo per un mio amico prete… Ma se Parigi valeva bene una messa, perché per il covid-19 non vale una messa? Ma se si trovasse un accordo? Tipo le particole per la comunione d’asporto? Potremmo fare così: Confession Call con il prete, penitenza tramite WhatsApp e poi… consegna a domicilio con il Pony Ostia della particola benedetta. Non è un’idea fantastica? Ok, ok… andiamo oltre.
- FUNERALI Funerali, massimo quindici presenze. Ho letto di molti che chiedono se il morto rientra nei quindici o meno. Chi deciderà per il numero chiuso di quindici persone, le imprese di pompe funebri? Ora, immaginatevi se un defunto in vita stava sulle palle a tutti, magari ci vanno solo due o tre parenti per pietà umana, i posti vacanti possono essere venduti al miglior offerente per poter uscire e fare quattro passi? Bagarinaggio. Gli amanti della persona defunta possono pretendere di rientrare tra i quindici eletti che parteciperanno al funerale? Valgono anche in questo caso le quote rosa nei quindici? Se la maggior parte dei partecipanti si iscrivesse all’ANPI, potrebbero in deroga radunare più gente facendola passare come una festa di liberazione? Metti che il defunto era un despota e tiranno. No?! Altro dubbio, se una persona con la giustificazione dell’essere congiunto ne accoltellasse uno, poi potrebbe andare al funerale?
- RUNNER Questione runner, nella fase due sarà ancora “valido” insultarli dai balconi? Fare loro foto e pubblicarle al pubblico ludibrio sui social? Inseguirli con mazze e bastoni a gruppi di massimo quindici persone e che staranno a regolare distanza fra loro? Chiedo perché sembrava diventato uno sport nazionale. Intendevo quello di dar loro degli untori, non dell’attività podistica.
- PARRUCCHIERI E CENTRI ESTETICI Parrucchieri e centri estetici il 1° giugno, ripeto p-r-i-m-o- g-i-u-g-n-o, si avete letto bene. E come già scritto il 1° giugno è lunedì, il 2 giugno festa della Repubblica quindi un-due-tre stella! Perché mentre il Governo rimanda le loro aperture a giugno i nostri politici sono sempre ben pettinati e con capelli della stessa lunghezza da almeno tre mesi? Lo sanno che tra pochissimi giorni più che il Bel Paese sembreremo sul set del “Pianeta delle Scimmie”? Cugini It, cugini It ovunque.
- MARE, MONTI & C. Chi ha il mare vicino a casa potrà andare al mare, chi la montagna la vede ci potrà andare, chi il lago lo sente potrà raggiungerlo, chi vedrà solo pianura si attacca al tram e ci rotola e per finire Roma ai romani, Anzio agli anziani, Ostia ai preti, Terni al Lotto, Albano a Romina, Brindisi agli alcolisti e Chieti e ti sarà tato. Ok, sono commenti memorabili potete rimuovermi dagli amici. Ah dimenticavo Lodi a te oh Cristo! Amen.
- CALCIO Su questo sorvolo, sono milanista e questo stop mi evita le solite cocenti delusioni che subisco da alcuni anni, anche se essendo di Bergamo l’Atalanta stava facendo cose epiche. Per il resto evito.
Ma ricordiamoci tutti la frase ad effetto di Giuseppe: “ Se ami l’Italia mantieni le distanze”, così io asociale oggi sono il nuovo patriota. Alla fine di tutto ciò ho il vago sospetto che non sia stato Conte a fare un discorso sconclusionato, ma decine di milioni di noi italiani a non aver capito un cazzo. Oggi i miei figli che mi stanno chiedendo cosa si farà nella fase due, ed io su Google a trovare risposte che non arrivano.
Al prossimo discorso di Conte, e mi raccomando arrivate studiati che poi il Prof. Giuseppe ci interroga. Compresi gli universitari, speriamo che ci siano buone notizie per voi alla prossima. Vi voglio bene per le fatiche che state sopportando. Un abbraccio.
(@libero-de-mente)
24 notes · View notes
marikabi · 3 years
Text
Occhi cadenti, ovvero della “prudicizia”
Tumblr media
Per i dettagli dei fatti di cronaca, rimando alle notizie abbastanza note e diffuse, anche perché è argomento succulentemente prudico (mi si conceda questo neologismo, mix di pruderie e pudicizia).
Mi riferisco alle vicende che hanno riguardato (ma non è ancora finita) la protesta delle liceali italiane (in particolare quelle del Socrate di Roma) e le loro colleghe francesi: unite nella battaglia contro chi vuole emendare gli usi ed i costumi sull’abbigliamento. Pare, infatti, che le minigonne e gli shorts favoriscano il proliferare degli sguardi lubrichi dei professori, pertanto va evitato un abbigliamento disvelante, in favore di abiti più contestualizzati.
Tumblr media
“Non è colpa nostra se gli cade l’occhio” si legge sul cartello (virale in web) preparato dalle ragazze.
Giusto. Siamo uomini, non animali, e dobbiamo educarci a non far cadere l’occhio su scosciamenti e scollature. Tuttavia, se pure il Vespa nazionale (celebre l’episodio della ‘caduta dell’occhio’ sulla scollatura della scrittrice Avallone) indulge nella lubrica pratica, vuol dire che l’etologia ha (ancora) la meglio sulla cultura.
Tumblr media
In altre parole, la cultura attuale, anch’essa, ha i suoi cedimenti.
Ma voglio prenderla alla lontana, se avrete la pazienza di seguirmi. Cominciamo scomodando l’etologia.
Gli animali sono esperti in richiami sessuali. Essi consistono in una vastissima gamma di colori, grandezze, movenze, canti, odori che attirano sessualmente gli esemplari all’interno di specie e razze. Ci sono uccelli che mettono in mostra piumaggi spettacolari e innescano danze stupende. Così anche molti insetti e pesci. I mammiferi, oltre alla grandezza fisica che innesca lotte sanguinarie tra pretendenti, puntano sulle secrezioni ormonali: un leone fiuta nell’aria l’estro della leonessa, per esempio. Gli uomini non sarebbero insensibili ai feromoni (che peraltro non hanno odore).
Anche tra i Sapien(te)s (che è la specie nostra, cioè di tutti gli uomini sul pianeta Terra, unica sopravvissuta tra le sette linee originate dall’homo erectus: Neanderthal, Denisova, Soloensis, Rudolfensis, Ergaster, Floresiensis e Sapiens, appunto), è attiva questa primitiva caratteristica relativamente al richiamo e all’attrazione sessuale, solo che noi non abbiamo piume da dispiegare e pochi di noi sanno danzare mirabilmente. La cultura e il raziocinio hanno messo fine alle lotte per la conquista delle femmine, da trascinare per i capelli, come vuole l’iconografia popolare. Ci siamo sviluppati ed evoluti. 
Uhm. È davvero così?
A che cazzo è servita la Civiltà se siamo ancora animali in preda dell’etologia, se continuiamo a dare per scontato che i maschi dei sapien(te)s non resistano ai decimetri di pelle femminile nuda. (E i quadri di nudo? Che turbamenti arrecano? E gli espliciti dipinti di nudo di Guttuso - oltre i quali c’è solo un’ecografia transvaginale, ma in tal caso cambia il contesto e addio scandalo -  provocano?)
Tumblr media
Oggigiorno, i richiami sessuali sono altri, ma tutti passano per l’aspetto esteriore: abbigliamento, acconciature, make up e accessori. Anche la dimostrazione della ricchezza (che sta da sempre per ‘partner più adatto’), prima che dalle auto di grossa cilindrata e/o gli yacht e la servitù e i castelli, passa per l’abbigliamento (accessori compresi), il quale - culturalmente parlando - è un potentissimo messaggio non verbale.
Per sommi capi sapete già cosa aspettarvi da un ipertatuato con sopracciglioni rasati, orecchinato, in sella ad uno scooterone truccato. Sapete già con chi avete a che fare se vi si para davanti un pallido occhialuto un po’ goffo. E cosa ci comunica una minigonna o un paio di shorts? Inoltre, il messaggio cambierà se a mettere una minigonna sarà una donna, una agée o addirittura un uomo.
Insomma, noi comunichiamo attraverso i paramenti: più sono lussuosi/vistosi/osé/stravaganti più destano attenzione e in qualunque caso disvelano di noi. L’abito fa il monaco, dunque.
L’abbigliamento femminile è sempre stato un cruccio umano lungo il percorso della Civiltà. Se appena appena guardiamo all’ieri della Storia, ci dovremmo mettere tutte il burqa. (Ma se lo facessimo - vedi Silvia Romano - le polemiche e le proteste sarebbero parimenti veementi.)
Anche una caviglia diventerebbe innesco di guerre ormonali negli uomini, come durante il vittorianesimo, quando si coprivano le gambe di mobili e tavoli per non istigare parallelismi peccaminosi con le caviglie delle donne. Un po’ tutte le culture e le religioni hanno di queste fisse sugli abiti delle donne. Gli ebrei ultra ortodossi rapano a zero le chiome delle neo-mogli e le costringono a indossare parrucche (vi consiglio, sul tema, la mini serie Unorthodox, su Netflix) oltre a tantissime altre restrizioni. Vogliamo fare la lista delle coercizioni cattoliche?
Il proibizionismo non ha mai risolto niente.
Poiché non è mia intenzione innescare ulteriori polemiche, ho scomodato anche la Sociologia, grazie ad uno dei più innovativi studiosi del comportamento umano, Erving Goffman. In un suo saggio (Il comportamento in pubblico, Einaudi), lo scienziato affermò che non solo non si può non comunicare, ma che si comunica con tutto, non unicamente con le parole: silenzi, pause, gesti, sguardi, fattezze e abiti sono loquaci, spesso più delle stesse parole esplicite.
Prendete una situazione banale (che certamente avrete avuto modo di notare anche nella nostra piccola città) che altrove colpì pure Goffman: chi ritorna dalle vacanze al mare pretende di poter vestire [meteorologia irpina permettendo, NdA] come se fosse sulla rotonda di un lido, con infradito, ciabatte, prendisole, bermuda e canotta. Insomma, si va fuori contesto, il Nostro lo chiama conflitto di definizione della situazione.
Cosa comunica un tizio o una tizia che vestono in cotal guisa mentre attraversa il Corso principale? Nei fatti essi sono alquanto dissonanti e li guardiamo quasi automaticamente con raccapriccio e sospetto, nella misura in cui destabilizzano l’ordinamento comportamentale urbano, il quale richiede - per essere conosciuti, conoscibili, prevedibili e ritenuti inoffensivi - l’adeguamento a canoni di abbigliamento e di gestualità (non invasive) ben precisi, adatti ai luoghi.
Ci sarà un motivo se sugli inviti alle cerimonie inseriscono anche l’obbligo di un abbigliamento particolare. Esistono dress code per gli stadi come per i luoghi di culto, per la Scala e per il Parlamento, per il Quirinale e le sale da ballo, per le palestre e le orchestre. I bohémiens e gli hippies si riconoscevano dall’abbigliamento, i punkabbestia e i paninari pure. Il grunge ha fatto della camicia di flanella a quadri e i pantaloni cargo i suoi vessilli. Sono regole non scritte, ma ben riconosciute e parlano alle comunità.
Non stupitevi, una comunità, sempre secondo Goffman, si regge sulla cosiddetta ‘inattenzione civile’: incrociando gente per strada, le s-guardiamo per qualche secondo e stabiliamo che sono, tutto sommato, occhèi per la nostra sicurezza. È una prassi connaturata con il sapiens, la eseguiamo continuamente. Fateci caso qualche volta, mentre camminate tra la gente. Ma se così è, perché una minigonna farebbe, invece, soffermare lo sguardo? Laddove le minigonne e gli shorts sono oramai l’uniforme delle ragazze.
Sempre Goffman: “Di solito cioè, quando si è in presenza d’altri, c’è l’obbligo di fornire un certo tipo di informazioni e di non produrre impressioni diverse, così come si può prevedere che anche gli altri si presentino in un certo modo. Si tende a trovare un accordo non solo sul significato dei comportamenti visibili, ma anche sui comportamenti che si dovrebbero esibire. L’individuo può dunque smettere di parlare, ma non può smettere di comunicare attraverso l’idioma del corpo; egli deve dire o la cosa giusta o la cosa sbagliata; non può non dire niente. Paradossalmente, il modo in cui può dare il minor numero d’informazioni su si sé - sebbene anche questo indichi qualcosa - è adeguarsi e agire come ci si aspetta debbano agire persone del suo tipo. [...] Uno studente universitario che entra in classe con la barba lunga e in calzoncini corti o una ragazza che entri con i bigodini in testa dimostrano una mancanza di rispetto nei confronti del contesto. [...] Un’improprietà di comportamento nei confronti della situazione può comunicare a quelli che vi assistono, giustificatamente o no, il fatto che colui che agisce è alienato non tanto dal raggruppamento, quanto dalla comunità o dalla istituzione o dagli amici o dalla conversazione. [...] Quando si trova in presenza d’altri, l’individuo è guidato da un sistema particolare di regole definite proprietà situazionali. Queste regole controllano la distribuzione del coinvolgimento dell’individuo nella situazione, espresso mediante un idioma convenzionale di segnali comportamentali.”
In altre parole, le ragazze indosserebbero abiti ‘non convenzionali’ per l’istituzione scolastica poiché terrebbero di più all’appartenenza al gruppo degli adolescenti, parlando - mediante gli abiti - l’idioma situazionale proprio di quel gruppo. Ciò potrebbe significare anche uno scadimento dell’istituzione, che non merita più quel rispetto finora collettivamente dimostrato anche da una certa temperanza dell’abbigliamento (e da un maggiore rispetto della classe docente da parte di genitori, media e politica, diciamocelo).
Ricordiamoci che Aldo Moro manteneva giacca-e-cravatta sulla spiaggia perché il decoro pubblico di un uomo politico era trasversale ai contesti: rispettava la sua missione anche in ambienti in cui ci si poteva rilassare. Esattamente il contrario dello stridore comportamentale di certe panze (e/o chiappe) parlamentari nei vari papeete.
Ora dovremo stabilire se le ragazze che mettono gli shorts e le minigonne abbiano scambiato un luogo per un altro, ovverosia se le ragazze siano in conflitto con la definizione della situazione: a scuola, come ci si dovrebbe vestire per essere ritenuti adeguati, credibili, innocui? Ci si deve normativamente adeguare alla più vasta categoria delle teenagers, cioè, mettendo shorts e toppini striminziti o è preponderante il ruolo di studentesse all’interno di una onorata-quasi-sacra Istituzione, quale è (o era?) la Scuola?
Tempo fa, a scuola ci si metteva il grembiule. Alcuni Istituti (specie all’Estero) impongono tuttora le divise. Non mi piaceva il grembiule nero delle medie, però, col senno di poi, ad essere uguali nell’abbigliamento, ovverosia a quasi parità di comunicazione non verbale, diventava più immediata l’emersione delle personalità brillanti. Poi, al liceo, liberate dal grembiule ci ingarellammo (quasi) tutti a chi vestiva meglio e coi i marchi più quotati, che alla fine la personalità divenne solo una questione di costruzione d’immagine. L’outsider, il maverick - perché c’è sempre e per fortuna un maverick - non aveva fascino. Ora, pretendiamo tutti di essere egregi (fuori dal gregge, cioè) senza essere davvero delle singolarità.
Tumblr media
Dunque? Dopo questo pippone, non ce la dai una risposta, Marika?
Una risposta ce la dà Franco Basaglia. In una post fazione al testo di Goffman citato, il riformatore della psichiatria italiana ebbe a scrivere: “Norme, regole, moduli di comportamento o schemi di condotta, delimitazioni di ciò che è lecito, adatto, adeguato, opportuno, corretto o conforme, scandiscono, definiscono e danno significato alla nostra vita quotidiana. Meglio: determinano e creano il significato della nostra vita quotidiana. Ogni atto nasce sotto il segno del ‘si deve’ o ‘non si deve’, in nome di una realtà sociale che bisogna rispettare. Nel rispetto della libertà altrui, c’è la nostra libertà; nell’accettazione della regola generale il benessere del singolo e della collettività; nell’adattamento alla norma comune la garanzia di una convivenza civile. [... Tuttavia], una regola che non risponde a un bisogno non può agire che come strumento di sopraffazione e, quindi di controllo, sul gruppo di persone cui viene imposta, proponendosi come una categorizzazione astratta che non trova giustificazione se non nell’imposizione e nelle sanzioni implicite per chi non vi si adegua.”
Le regole (in questo caso sul decoro dell’abbigliamento che viene chiesto in alcune scuole) servono alla sopravvivenza dell’istituzione, al mantenimento della sua credibilità e della sua autorità, ma, nel caso di specie, trattandosi di mondo femminile, sono potenziate dalla combinazione con l’incapacità culturale di abbattere le pulsioni etologiche e di cambiare l’anacronistica antropologia imperante. Usi e costumi - e loro significati contestualizzanti - cambiano, ma non certe ‘fisse’.
L’unica discriminante che vorrò sempre precisare si trova tra l’eleganza e lo stile e tutto il resto. Poi, ognuno vesta come vuole.
1 note · View note
merrowloghain · 4 years
Photo
Tumblr media
16.07.76
La nonna invece li invita tutti cordialmente ad accomodarsi in salotto dicendo loro qualcosa su Cadel, che sta bene, ma che impiegherà un po’ a scendere e che non dorme bene. Al nome di Merr si illumina stringendole la mano e ringraziandola più volte per quella penna miracolosa che le permette di leggere così facilmente le lettere del nipote. Le chiede infine se i guanti le siano piaciuti o se avrebbe preferito qualcos’altro prima di salutare anche tutti gli altri uno ad uno. Sorride al fatto che tutti salutino Poldo e rassicura Becks prima di lanciare un urlo dalle scale “CADEEEEEEEL” e come se niente fosse concludere in tono serafico che porterà loro una merenda.
_______________________________
C: Prima una botta, poi un’altra più trascinata; due per ogni gradino. E alla fine sulla soglia del salotto, con aria stupita e incredula vedrebbero Cadel. Le occhiaie sono ai tempi di gloria, i capelli arruffati, ha addosso una maglietta con le sagome di due cavalieri medievali che si stanno fronteggiando e un paio di pantaloncini. La parte più sconvolgente però è sicuramente che, accanto alla gamba sinistra, bianca e striminzita e senza scarpe, c’è la gamba destra stretta nel gesso babbano fin sopra il ginocchio. Le mani ovviamente stringono le stampelle, grigie, che lo aiutano ad avanzare verso il salotto con movimento ondulatorio «Che cosa… ci fate …» gli occhi nocciola finiscono la carrellata dei presenti su Merr «qui?» ciao vvb.
M: Prima di sentire dei tonfi minacciosissimi (?) provenire dalle scale. Resta a fissarle con aspettativa, e finalmente quando sulla soglia compare Wallace con l`aria di morte e quel gesso vistosissimo, la Loghain lancerebbe il regalo sul divano morbido per poi mezzo corricchiare incontro al Grifondoro, nel tentativo di abbrancarlo li dov`è, in un abbraccio fatto di slancio, pepe nero e cannella, ed un sorriso grosso come un Erumpent «Cadel!» esclama lei tutta felice «Siamo venuti a trovarti per il tuo compleanno! Tanti auguri, Wallace! Abbiamo portato degli Gnomi in gabbia da catturare, per l`occasione!» ciancia lei, nella speranza di stringerlo, impattando contro di lui ma sostenendolo se dovesse sbilanciarsi troppo a causa del gesso.
Lo vede bene solo ora con tutto quel trabiccolo tra aste a sostenerlo e quella gamba mummificata dentro un carapace duro «Ma che...schiopodo...» mormora piano, mentre Wallace si muove nel salotto, parlando in maniera così pacata e sicura, tant`è che lei resterebbe perplessa in centro stanza con le braccia lungo i fianchi, la testa inclinata verso sinistra, lo sguardo dubbioso e le labbra increspate in una sorta di smorfietta confusa. Continua a rimirare il Grifondoro, con le sopracciglia che si crucciano «Ma perchè non ti sei fatto aiutare dalla magia?» lei proprio non capisce quella scelta «E si può disegnare su questo "cesso"?» forse voleva dire gesso, ma lei pare avere le stesse difficoltà di Wallace a capire i nomi di cose che non conosce. Uno sguardo dal basso verso l`alto e poi un nocchino su quel bianco candido, in un unico bussare «Ti fa male?» lei e la delicatezza: due rette parallele.
R: «Nessun disturbo, davvero!» rassicura Wallace, prima di concentrarsi su Miss delicatezza 2076. «Merrow, fai piano, potresti fargli male!» dice allarmata all`amica, prima di scuotere la testa sconsolata nel vederla battere sul gesso. Si alza nuovamente dalla sedia, per avvicinarsi a Cadel e porgergli il sacchetto contenente un pacchetto rosso rettangolare, con una grande coccarda dorata. Un biglietto vergato nella grafia elegante e piccola della Corvonero accompagna il regalo. Su di esso c`è scritto: "Merrow mi ha detto che le racconti spesso delle storie. Questo potrà farlo al posto tuo quando non ne avrai voglia. Buon compleanno! Rebecca" «Ti ho portato un pensierino. Spero sia di tuo gusto!» Se il ragazzo prendesse il sacchetto, si fermerebbe lì davanti solo per il tempo di vedere la sua reazione e tornerebbe poi a sedere composta.
L: Porge quindi anche lui il suo regalo con un energico «tanti auguri!». Aprendo il pacchetto potra’ trovare al suo interno una maglietta con dei piccoli gnomi animati che cercando di nascondersi dallo sguardo dei presenti. Qualora non dovessero riuscirvi uno di loro si finge panchina con altri due gnomi seduti sopra, mentre un altro si finge un cartello con mappa con altri due gnomi che puntano il dito sopra come ad indicare un percorso. In tutto questo lancerebbero occhiate nervose verso l’esterno come a voler verificare se il loro travestimento stia reggendo. Se Cadel fosse troppo spaventato/infastidito dagli gnomi tossicchierebbe prendendo la maglietta «ehm l’idea è che cosi’ potresti iniziare a prendere confidenza con loro. Normalmente…» ed eccolo srotolare la maglia verso di lui scatenando il panico tra gli gnomi che corrono nel di dietro, incontrando pero’ Lance che li costringe a fermarsi nella loro posa mimetica «… sono nascosti ma puoi andarli a cercare se ti senti in vena» ed eccolo rigirare la maglia causando nuovo scompiglio con gli gnomi che corrono ora da tutti le parti strattonandosi tra loro nel panico più totale.
C: «Grazie davvero, siete stati troppo gentili» e la felicità si mescola ancora a una sorta di incredulità «Non serviva che veniste fino a qui…» anche se non sa bene di dove siano…. Will di Londra, Merr Irlanda e Rebecca e Lance? In realtà non ricorda nemmeno chiaramente il come di Lance, ma andiamo oltre. Legge il biglietto spostando gli occhi nocciola sulla Terzina, incuriosito, e poi spacchetta anche quella coccarda dorata. Apre per ultimo il regalo di Lance e quando vede la maglietta scoppia a ridere «Ma è bellissima!» e comincerebbe a scuoterla cercando di far scappare gli gnomi o fissandoli all’improvviso per farli fermare in posizione panchina. «Grazie!» e dato che non si può alzare gli porge la mano. Gli gnomi vanno bene solo in rappresentazione grafica animata.
W: Comunque, a proposito di regali di compleanno, dalla busta terribilmente larga emergono quattro pacchetti, ciascuno accuratamente incartato in una carta da regalo rossa con dei piccoli leoni dorati a decorarla. Ed una busta. Il biglietto in essa contenuto recita, nella grafia stretta e maniacalmente ordinata di William "Nella speranza che tu possa passare un bellissimo compleanno, i miei migliori auguri. William" Il contenuto dei quattro pacchi è presto detto: il più largo e sottile è un album da disegno di formato molto grande, dalla carta spessa e pregiata, ideale per i disegni in grande stile, ed in grado di tollerare anche pittura ad olio ed acquerelli. Il secondo, un blocco da disegno più spesso in un più semplice formato A4. Il terzo, è un set da disegno: ci sono due matite da disegno di cinque tipi diversi, dalla B2 alla H2, e quattro sottili pastelli di carboncino. Completa il set una gomma pane. «Merrow mi ha accennato che sei piuttosto bravo nel disegno» la pacata quanto timida spiegazione di William. Quanto all`ultimo pacco, di dimensioni più standard, si tratta di una selezione Deluxe di fuochi forsennati Weasley. «Quelli dovrai aspettare di essere a scuola o in un centro magico per accenderli, ma spero ti piaceranno lo stesso» altra spiegazione disagiata.
M:In realtà gli occhi sono tutti per Cadel, che continua a scrutare dal basso verso l`alto con un crescente sospetto. Non ci pensa nemmeno ad alzarsi quando Cadel le indica il divano, concentrandosi piuttosto a muovere la sinistra in aria come se scacciasse una mosca «Andrà bene per forza, o ti rompo l`altra gamba e così ti portano al San Mungo per forza.» la logica Loghain colpisce ancora. Sta li, accoccolata ai piedi di Wallace con Lance che ispeziona il "cesso", ahem, "gesso" tanto quanto ha fatto lei, che viene distratta dal dire sui pennarelli di Cadel «Uh!» e scappa in uno scatto verso la madia, acchiappando tutta la tazza e riportandola in direzione di Cadel, tornando ad inginocchiarsi li «Fammi spazio» gli intima senza troppa grazia, praticamente infilandosi tra le sue gambe con la schiena che cerca di mettersi a spingere via il polpaccio sinistro, mentre si posiziona a fronteggiare il gesso lateralmente. Acchiappa un pennarello arancione e gli leva il tappo con un piccolo *pop* accompagnato da un mordere di labbro inferiore «Bene.» eppure il tono non lascia presagire niente di buono : "Tanto tempo fa, nella contea di Wallace, viveva un giovane, sempre triste perchè non riusciva a vivere la vita tranquilla che facevano i ragazzi come lui nel villaggio. Gli amici parlavano di grano che matura, del raccolto di mele e della pesca più o meno abbondante, mentre lui sognava solo di poter affrontare anche solo un nemico, per poter dimostrare a loro, ma soprattutto a se stesso, di non esser nato per fare il contadino". Wallace scarta il proprio regalo, con quei boccini che schizzano qui e lì con velocità, fuggendo ai suoi gesti, per rivelare quello che è un grosso libro rilegato a mano in pelle di Drago, marrone, dagli angoli rinforzati da lamelle in ottone, e chiuso con un gancetto in ottone a sua volta. Pergamena con fili dorati, è ciò che compone le pagine, simile alla carta da lettere che solitamene invia lei stessa «Spero ti piaccia...» si ferma a mezz`aria con il pennarello, guardandolo da sotto in su leggermente imbarazzata «E` per scriverci le tue storie, così non le dimentichi e poi magari posso rileggerle anche io. Così non ti scordi del fratello della giornalista morta, quello che faceva il prete.» e se qualcuno, oltre a lei ed a Cadel, fosse riuscito a capirci qualcosa, sarebbe un dannatissimo genio. Chiude il pennarello arancione, afferrandone un blu ed aprendolo, pronta a continuare le sue scritte sul gesso, dopo aver guardato estasiata i regali altrui «Questa maglietta è un bombàrda, Lance!» esclamerebbe, sbirciando poi il regalo di Rebecca e quello di William. Il fatto che siano tutti così azzeccati, non hanno assolutamente niente a che vedere con lei. Nonnò.
C: Non si è accorto della Divina Commedia che sta prendendo forma sul suo gesso «Ehi ma…» si piega, ma vede solo lettere quindi si raddrizza sperando non siano oscenità. In ogni caso è troppo tardi. Scarta anche il regalo di Merrow e questa volta lo apre con ancora più attenzione sfogliando le pagine bianche prima di farsi sfuggire un «E’ troppo bello per le mie storie…» che lo fa tornare il ragazzino insicuro di sempre. Poi torna la nonna e offre la merenda a tutti e i ragazzi potranno rimanere a loro piacimento quanto desiderano prima che Cadel li saluti dalla porta su una zampa come le gru e Poldo si compiaccia di come finalmente non ci sia più odore di gatto in giro.
Tumblr media
3 notes · View notes
berna282 · 4 years
Video
youtube
Anthem (Vangelis)
 LA VIA DELL’ AMORE NON VIENE MAI MENO
‘’CONTINUATE A CERCARE ZELANTEMENTE I DONI MAGGIORI.EPPURE VI MOSTRO UNA VIA CHE SORPASSA TUTTE LE ALTRE’’ . (1CORINTI 12:31)
E DIO CREO’ L’UOMO A SUA IMMAGINE,LO CREO’ A IMMAGINE DI DIO; CREO’ IL MASCHIO E LA FEMINA. ( GENESI 1:27) 
CHI NON AMA NON HA CONOSCIUTO DIO, PERCHE’ DIO E’ AMORE. (1GIOVANNI 4:8)
MA SAPPI QUESTO: NEGLI ULTIMI GIORNI CI SARANNO TEMPI DIFFICILI. INFATTI GLI UOMINI SARANNO EGOISTI, ATTACCATI AL DENARO, GRADASSI, SUPERBI,BESTEMMIATORI, DISUBBIDIENTI AI GENITORI ,INGRATI, SLEALI, SNATURATI, NON DISPOSTI A NESSUN ACCORDO,CALUNNIATORI, SENZA AUTOCONTROLLO,SPIETATI ,SENZA AMORE PER LA BONTA’, TRADITORI,    TESTARDI,PIENI D’ ORGOGLIO,AMANTI DEI PIACERI PIUTTOSTO CHE DI DIO, PERSONE CON UNA PARVENZA DI RELIGIOSITÀ’, DELLA QUALE PERO’ RINNEGANO IL POTERE;  DA LORO ALLONTANATI. (2TIMOTEO 3:1-5)
NON ESCA DALLA VOSTRA BOCCA NESSUNA  PAROLA CORROTTA,MA SOLO PAROLE BUONE CHE EDIFICHINO SECONDO LA NECESSITA’ E FACCIANO BENE A CHI LE ASCOLTA. E NON RATTRISTARTI LO SPIRITO  SANTO DI DIO CHE AVETE RICEVUTO COME UN SIGILLO PER IL  GIORNO DELLA LIBERAZIONE MEDIANTE RISCATTO. ABBANDONATE OGNI AMARO RANCORE,COLLERA E IRA, LE URLA E IL LINGUAGGIO OFFENSIVO,COSI’ COME OGNI CATTIVERIA. ( EFESINI 4:29-31)
PADRI, NON IRRITATE I VOSTRI FIGLI, MA CONTINUATE A  CRESCERLI  NELA DISCIPLINA E NEL’ ISTRUZIONE DI GEOVA. ( EFESINI 6:4) 
L’ AMORE E’ PAZIENTE E PREMUROSO .L’ AMORE NON E’ GELOSO ,NON SI VANTA,NON SI GONFIA D’ ORGOGLIO , NON SI COMPORTA IN MODO INDECENTE, NON CERCA IL PROPRIO INTERESSE, NON CEDE ALL’IRA, NON TIENE CONTO DEL MALE. NON SI RALLEGRA DELL’ INGIUSTIZIA,MA SI RALLEGRA DELLA VERITA’. COPRE OGNI COSA, CREDE OGNI COSA, SPERA OGNI COSA , SOPPORTA OGNI COSA. L’ AMORE NON VIENE MAI MENO. MA QUANDO AL DONO DELLA PROFEZIA, SARA’ ELIMINATO; QUANTO AL DONO DELLE LINGUE ,CESSERA’; QUANTO AL DONO DELLA CONOSCENZA, SARA’ ELIMINATO. ( 1CORINTI 13:4-8) 
L’ AMORE  AIUTA A VINCERE L’ORGOGLIO 
L’AMORE E’ PAZIENTE  E PREMUROSO. L’ AMORE NON E’ GELOSO,NON SI VANTA,NON SI GONFIA D’ORGOGLIO, (1CORINTI 13:4) 
IL CUORE CALMO  E’ VITA PER IL CORPO, MA LA GELOSIA E’MARCIUME  PER LE OSSA. ( PROVERBI 14:30) 
COMPORTIAMOCI CON DECORO, COME IN PIENO GIORNO,SENZA FESTE SFRENATE NE’ UBRIACHEZZA, SENZA RAPPORTI SESSUALI IMMORALI NE’ COMPORTAMENTI SFRONTATI,SENZA LITI NE’ GELOSIE. ( ROMANI 13:13) 
MA SE AVETE NEL VOSTRO CUORE AMARA  GELOSIA E UNO SPIRITO LITIGIOSO, NON VANTATEVI E NON MENTITE  CONTRO LA VERITA’.  QUESTA NON E’ LA SAPIENZA CHE SCENDE DALL’ ALTO; PIUTTOSTO E’ TERRENA, ANIMALE ,DEMONIACA. PERCHE’ DOVE CI SONO GELOSIA E SPIRITO LITIGIOSO,CI SONO ANCHE DISORDINE E OGNI COSA IGNOBILE. (GIACOMO 3:14-16) 
O FORSE PENSATE  SIA SENZA MOTIVO CHE LA SCRITTURA DICE:’’LO SPIRITO CHE SI E’ STABILITO IN NOI CONTINUATE A BRAMARE CON INVIDIA’’? ( GIACOMO 4:5) 
ESULTANTI ,LE DONNE CANTAVANO :’’SAUL HA UCCISO LE SUE MIGLIAIA, E DAVIDE LE SUE DECINE DI  MIGLIAIA!’’ SENTENDO QUESTO CANTO,SAUL NE FU IRRITATO E SI ARRABBIO’ MOLTISSIMO. ‘’A DAVIDE HANNO ATTRIBUITO DECINE DI MIGLIAIA, MENTRE A ME HANNO ATTRIBUITO MIGLIAIA ‘’ ,DISSE. ‘’RESTA SOLO DA DARGLI IL REGNO!’’ E DA QUEL GIORNO SAUL GUARDO’ DAVIDE CON SOSPETTO. ( 1SAMUELE 18:7-9) 
L’ AMORE E’ PAZIENTE E PREMUROSO. L’ AMORE NON E’ GELOSO, NON SI VANTA,NON SI GONFIA D’ORGOGLIO, ( 1CORINTI 13:4) 
PERCHE’ SIETE ANCORA CARNALI.IL FATTO CHE FRA VOI CI SIANO GELOSIE E LITI NON DIMOS TRA FORSE CHE SIETE CARNALI E CHE VI COMPORTATE COME TUTTI GLI ALTRI? QUANDO UNO DICE: ‘’IO APOLLO’’, NON SIETE COME TUTTI GLI ALTRI? ( 1CORINTI 3:3,4)
TEMO INFATTI CHE IN QUALCHE MODO, QUANDO ARRIVERÒ’, NON VI  TROVERÒ’  COME VORRESTE; HO PAURA ,ANZI,CHE POSSANO ESERCI LITI, GELOSIE, SCOPPI’ D’IRA,  RIVALITÀ’, MALDICENZA, PETTEGOLEZZI, ORGOGLIO E DISORDINI. ( 2CORINTI 12:20)
IO RITENGO DI NON ESSERE STATO IN NULLA INFERIORE AI VOSTRI APOSTOLI SOPRAFFINI. ( 2CORINTI 11:5)
D’ ALTRONDE VOI CHE SIETE COSI’ ASSENNATI SOPPORTATEVI VOLENTIERI I FOLLI. INFATTI SOPPORTATE  CHI VI TRATTA COME SCHIAVI,CHI DIVORA I VOSTRI BENI,CHI SI IMPADRONISCE DI CIO’ CHE AVETE,CHI SI INNALZA SU DI VOI E CHI VI COLPISCE IN FACCIA. ( 2 CORINTI 11:19,20) 
CHI SI ESALTA SARA’ UMILIATO,E CHI SI IMILIA SARA’ ESALTATO. ( MATTEO 23:12) 
UMILIATEVI, PERCIO’,SOTTO LA POTENTE MANO DI DIO,  AFFINCHÉ’ EGLI VI ESALTI A TEMPO DEBITO, ( 1PIETRO 5:6) 
SE TUTTE LE MEMBRA FOSSERO LO STESSO MEMBRO, DOVE SAREBBE IL CORPO? MA ORA LE MEMBRA SONO MOLTE ,MENTRE IL CORPO E’ UNO SOLO. L’OCCHIO NON PUO’ DIRE ALLA MANO: ‘’NON HO BISOGNO DI TE’’; NE LA TESTA PUO’DIRE AI PIEDI:’’NON HO BISOGNO DI VOI’’. ANZI’,PROPRIO LE MEMBRA DEL CORPO CHE SEMBRANO PIU’ DEBOLI SONO NECESSARIE, E LE PARTI DEL CORPO CHE RITENIAMO MENO ONOREVOLI LE CIRCONDIAMO DI MAGGIOR ONORE;E COSI’ LE NOSTRE PARTI INDECOROSE SONO TRATTATE  CON MAGGIOR DECORO, MENTRE LE NOSTRE PARTI DECOROSE NON HANNO BISOGNO DI NIENTE. TUTTAVIA DIO HA COMPOSTO IL CORPO DANDO MAGGIOR ONORE ALLA PARTE A CUI NE MANCAVA, AFFINCHE’ NEL CORPO NON CI SIANO DIVISIONI ,MA LE SUE MEMBRA SI PRENDANO CURA LE UNE DELLE ALTRE. SE UN MEMBRO SOFFRE,TUTTE LE ALTRE MEMBRA SOFFRONO CON ESSO; E SE UN MEMBRO E’ ONORATO,TUTTE LE ALTRE MEMBRA SI RALLEGRANO CON ESSO. ( 1CORINTI 12:19-26)
E’ MEGLIO ESSERE UMILI TRA I MANSUETI CHE DIVIDERE IL BOTTINO CON I SUPERBI. ( PROVERBI 16:19) 
E’ MEGLIO ESSERE IMILI TRA I MANSUETI CHE DIVIDERE IL BOTTINO CON I SUPERBI. ( PROVERBI 16:19) 
COSI’ ANCHE VOI, VISTO CHE DESIDERATE  ARDENTEMENTE I DONI DELLO SPIRITO, CERCATE DI AVERE IN ABBONDANZA QUELLI CHE EDIFICANO LA CONGREGAZIONE. ( 1CORINTI 14:12)
PASCETE IL GREGGE DI DIO AFFIDATO ALLE VOSTRE CURE, PRESTANDO SERVIZIO COME SORVEGLIANTI,NON PER FORZA,MA VOLENTIERI DAVANTI A DIO, NE’ PER AMORE DI GUADAGNI DISONESTI,MA CON ENTUSIASMO  ,NE’ SPADRONEGGIANDO SU QUELLI CHE SONO L’EREDITA’ DIDIO,MA DIVENTANDO ESEMPI PER IL GREGGE. ( 1PIETRO 5:2,3) 
NON SI COMPORTA IN MODO INDECENTE,NON CERCA IL PROPRIO INTERESSE, NON CEDE ALL’ IRA, NON TIENE CONTO DEL MALE. ( 1CORINTI 13:5)
GIORNO DOPO GIORNO CONTINUO’ A TORMENTARLO E A INSISTERE ,TANTO CHE LUI SI STANCO’ A MORTE. ( GIUDICI 16:16) 
IN REALTA’ NON C’E’ MAI STATO NESSUNO COSI’ DECISO A FARE CIO’ CHE E’ MALE AGLI OCCHI DI GEOVA COME ACAB, ISTIGATO DA SUA MOGLIE IZEBEL. ( 1RE 21:25)
QUANDO VIDE CHE SUO FIGLIO ERA  MORTO, ATALIA, MADRE DI ACAZIA,SI MOSSE PER DISTRUGGERE L’INTERA DISCENDENZA REALE DELLA CASA DI GIUDA. COMUNQUE IEOSABEA’T , FIGLIA DEL RE, PRESO IO’AS,FIGLIO DI ACAZIA, DAI FIGLI DEL RE CHE DOVEVANO ESSERE MESSI A MORTE E LO PORTO’ VIA FURTIVAMENTE; MISE LUI E LA SUA NUTRICE IN UNA CAMERA DA LETTO INTERNA. IEOSABEA’T (FIGLIA DEL RE IEORA’M ,MOGLIE DEL SACERDOTE IEO’IADA E SORELLA DI ACAZI’A) RIUSCI A TENERLO NASCOSTO AD ATALIA,  CHE  COSI’ NON LO MISE  A MORTE. IO’AS RESTO’ CON LORO PER SEI ANNI, NASCOSTO NELLA CASA DEL VERO DIO, MENTRE ATALI’A REGNAVA SUL PAESE. (2CRONACHE 22:10-12)
LA MATTINA SI ALZAVA PRESTO E SI METTEVA DA UN LATO DELLA STRADA CHE CONDUCEVA ALLA PORTA DELLA CITTA’. COSI’, QUANDO PASSAVA DI LA’ QUALCUNO CHE AVEVA UNA CAUSA DA SOTTOPORRE AL GIUDIZIO DEL RE, A’BSALOM LO CHIAMAVA E GLI CHIEDEVA:: ‘’DI QUALE CITTA’ SEI?’’ QUELLO RISPONDEVA:’’IL TUO SERVITORE E’ DI UNA DELLE TRIBU’ D’ISRAELE’’. A’BSALOM GLI DICEVA :’’VEDI,LE TUE RICHIESTE SONO LEGITTIME  ,MA A CORTE NON TROVERAI NESSUNO CHE TI DIA RETTA’’. E AGGIUNGEVA: ‘’SE FOSSI’ NOMINATO IO GIUDICE DEL PAESE! ALLORA CHIUNQUE AVESSE UNA CAUSA O UNA CONTROVERSIA  VERREBBE DA ME,E IO GLI RENDERAI GIUSTIZIA’’. ( 2SAMUELE 15:2-4) 
RENDETE COMPLETA LA MIA GOIOA AVENDO  LO STESSO MODO DI PENSARE E LO STESSO AMORE, ESSENDO PERFETTAMENTE UNITI E DELLO STESSO PENSIERO. NON FATE NULLA PER RIVALITÀ’, CONSIDERATE GLI ALTRI SUPERIORI A VOI; NON CERCATE SOLAMENTE IL VOSTRO INTERESSE ,MA ANCHE QUELLO DEGLI ALTRI. ( FILIPPESI 2:2-4) 
L’ORGOGLIO VIENE PRIMA DEL CROLLO, E LO SPIRITO SUPERBO PRIMA DELLA CADUTA. ( PROVERBI 16:18) 
L’ AMORE FAVORISCE I RAPPORTI PACIFICI 
L’ AMORE E’ PAZIENTE E PREMUROSO. L’ AMORE NON E’ GELOSO,NON SI VANTA ,NON SI GONFIA D’ORGOGLIO, NON SI COMPORTA IN MODO INDECENTE, NON CERCA IL PROPRIO INTERESSE,NON CEDE ALL’ ITRA, NON TIENE COINTO DEL MALE. ( 1CORINTI 13:4,5) 
PERCIO’  SE IL CIBO DIVENTA UN OSTACOLO PER MIO FRATELLO,NON MANGERÒ’ MAI PIU’ CARNE,COSI’ DA  NON PORRE UN OSTACOLO DAVANTI A MIO FRATELLO. ( 1CORINTI 8:13) 
NON SI RALLEGRA DELL’ INGIUSTIZIA, MA SI RALLEGRA DELLA VERITA’. (1CORINTI 13:6)
QUANTO AMO LA TUA LEGGE! SU DI ESSA RIFLETTO TUTTO IL GIORNO. (SALMO 119:97) 
CIASCUNO DI NOI CERCHI DI FAR PIACERE AL PROSSIMO PER IL BENE, PER EDIFICARLO. ( ROMANI 15:2)
TUTTO E’ LECITO, MA NON TUTTO E’ VANTAGGIOSO. TUTTO E’ LECITO ,MA NON TUTTO EDIFICA. NESSUNO CERCHI IL PROPRIO INTERESSE ,MA QUELLO DEGLI ALTRI. ( 1CORINTI 10:23,24) 
CHE FARE ALLORA ,FRATELLI?  QUANDO VI RIUNITE,UNO HA UN SALMO,UN ALTRO HA UN INSEGNAMENTO,UN ALTRO HA UNA RIVELAZIONE,UN ALTRO HA IL DONO DELLE LINGUE, UN ALTRO QUELLO DI INTERPRETARLE  .TUTTO ABIA LUOGO PER L’EDIFICAZIONE. ( 1CORINTI 14:26) 
Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media
1 note · View note
ideeperscrittori · 5 years
Text
NOTRE-DAME E L'AMAZZONIA L'Amazzonia brucia. É una notizia terribile per l'ambiente, per il genere umano, per il Pianeta Terra. Durante l'era di Bolsonaro gli incendi si sono moltiplicati. Il leader brasiliano nega l'evidenza. Parla di bufale. Ma ci sono satelliti della Nasa che documentano la spaventosa escalation degli incendi. La notizia ha scatenato indignazione a livello mondiale. A prima vista sembra una cosa positiva. Vuoi vedere che dopo il diluvio di critiche contro Greta Thunberg, colpevole di essere in ansia per le emissioni di anidride carbonica, l'umanità sta migliorando? Vuoi vedere che un'invasione aliena non è più necessaria? Nemmeno per sogno. Anzi, ne approfitto per rivolgere un accorato appello agli alieni. Fate presto. Colonizzateci subito. Se avete ancora qualche dubbio, seguite su Twitter uno degli hashtag dedicati agli incendi in Amazzonia. Migliaia di persone stanno scrivendo la stessa cosa: "Per Notre-Dame si mobilitano i miliardari. Dell'Amazzonia che brucia non parla nessuno". Si tratta di tweet tutti uguali, cari alieni. In realtà dell'Amazzonia qualcuno parla, e non solo su Twitter. Ne parlano giornaloni e professoroni. Ne parlano gli odiati radical chic. Ne parla addirittura un nutrito gruppo di star hollywoodiane, a cominciare da Leonardo DiCaprio. Ne parla il Papa. Ne parlano tutti i media mainstream. E naturalmente ne parlano quelli che dicono: "Non ne parla nessuno perché a tutti interessa solo Notre-Dame". Ne parlano i sovranisti, che poi magari dicono: "Bolsonaro è un eroe che si batte contro i poteri forti e difende la famiglia tradizionale". Per quanto riguarda l'indignazione per i soldi che piovono su Notre-Dame e non sull'Amazzonia, basta leggere qualche articolo di giornale per comprendere che la faccenda è intricata. Perché è difficile seguire i percorsi del denaro, soprattutto quando un paese è gestito da un sovranista megalomane che disprezza la cooperazione internazionale. Bolsonaro è uno che dice: "L'Amazzonia è nostra, non del mondo". La verità è che l'attuale leader del Brasile non offre garanzie politiche di tutela ambientale. Cosa consigliereste a un'ipotetica organizzazione filantropica? Nell'eventualità di una cospicua donazione, c'è un modo per esser certi che quei soldi siano usati in modo corretto? Sembra di no. Esiste un Fondo Amazzonia che ottiene finanziamenti a livello mondiale, ma come vengono investiti quei soldi? Avete la risposta in tasca? Io so solo che la questione è più complicata di come la immagina chi dice: "Miliardi per Notre-Dame e niente per l'Amazzonia". Ci sono interessi economici in gioco, ma vi risparmio il solito bla bla. So che Bolsonaro è un essere spregevole. So che divampano incendi. So che nel luglio scorso la deforestazione è cresciuta del 278 per cento rispetto al luglio del 2018. Non ho facili risposte in tasca. Mi limito a mettere in guardia gli alieni che corrono il rischio di sopravvalutarci. Cari alieni, interrogatevi sugli inquietanti risvolti sociologici di tutti quei tweet scritti da gente indignata perché siamo troppo affezionati alle cattedrali francesi. Quale visione del mondo c'è dietro il grottesco riferimento polemico a Notre-Dame? Perché una moltitudine internautica contrappone in modo aberrante l'ambiente alla cultura? Qualcuno ha tentato di far ragionare gli indignati con argomenti razionali, come il fatto che ci si possa preoccupare per diverse cose contemporaneamente. Nessuna legge per ora lo vieta. Per quanto possa sembrare strano a tante persone, ci si può preoccupare per l'Amazzonia, per le emissioni di anidride carbonica e per Notre-Dame. Ci si può preoccupare persino per la qualità del doppiaggio di un film di animazione senza togliere nulla all'Amazzonia. Niente da fare, non ce la fanno. Non credono all'esistenza di questa incredibile capacità del cervello umano. Forse perché il loro cervello non la possiede. Portando i loro presunti ragionamenti alle estreme conseguenze, chi si preoccupa della cultura e dell'arte toglie sempre qualcosa alla soluzione di altri problemi. Siamo di fronte a una versione particolarmente feroce del benaltrismo da bar. Il pensiero corre a Di Battista, che a suo tempo non perse la ghiotta occasione della tragedia parigina per scrivere: "Tanti soldi a Notre-Dame. Nessuno per la Libia". Anche lui sentiva il bisogno di contrapporre qualcosa alla cultura e scelse la Libia. Tra l'altro si sbagliava. Sulla Libia sono piovuti soldi. Ma purtroppo sono finiti nelle mani sbagliate. Tanto per dirne una, il governo sostenuto dal M5S ha aumentato i finanziamenti alla guardia costiera libica che deporta profughi in centri di detenzione. E questi centri, a ben guardare, sono veri e propri lager. Sorge il sospetto che a questa gente dell'Amazzonia, della Libia e di tante altre questioni non freghi un emerito cazzo. Perché la loro vera preoccupazione è combattere certe cose che considerano di scarso valore (o addirittura pericolose), come arte e cultura. Alieni, mi raccomando, fate presto.
FINE
— L’Ideota
41 notes · View notes
dreamers-queen · 4 years
Text
Vabbé, lo dico? Lo dico - pt.2
Che il fandom di Ermal su Twitter fosse di una tossicità sconvolgente lo sapevo già prima di iscrivermici - e l’ho fatto comunque, ho pure conosciuto e/o rirovato gente simpatica, cambiato idea su gente che qui descrivevano come il male del mondo e invece boh, sono persone normalissime, simpatiche, che non mi hanno mai detto una parola storta...ci si sta bene, dai, dei drama da telenovela sudamericana si può pure ridere, e infatti della storia del video gombloddisda ieri ho riso, anche parecchio. Che io però legga gli stessi insulti, le stesse accuse, le stesse “minacce” a vuoto di non seguirlo più (LOL, gli avatar però non cambiateli, mi raccomando, fanno tanto aesthetic ♥) perché vi ha “deluse”, “tradite” e minchiate assortite ANCHE qui su Tumblr, per giunta dopo una notte di scarso riposo, mi fa entrare un giramento di palle che paiono venti, come disse un sommo poeta, credo Boccaccio o forse Dante. Sono una romantica, malgrado l’evidenza continuo a credere che Tumblr sia un pochino meglio. Non ho le fette di prosciutto sugli occhi, ho proprio i San Daniele interi da 15kg. Povera me. On a side note, mi è venuta fame. Mmmhh, prosciutto ♥
Ma vi ha deluse e tradite DI CHE? DI COSA? 
Perché ha mostrato su Instagram una foto della sua...posso dire quella parola? Non è che poi si sentono i tuoni in lontananza come quando Fantozzi chiese al Megadirettore se per caso fosse comunista? Voglio dire, vivono insieme (ne avevo il sospetto dal photoshoot del montaggio di quel mobile che non ho capito se fosse uno scaffale, una libreria o una scarpiera, e mi dicono dalla regia che ci sono pure arrivata tardi e lo sapevano già tutti, ma io per principio non credo a quelli che dicono di sapere le cose e non esibiscono uno straccio di prova, if you know what I mean), non credo lo facciano per smezzare le spese dell’affitto e delle utenze...vabbé, io ci provo: la sua compagna (*tuoni in lontananza, ululati, rocce che franano, urla femminili*)? Cioè, davvero? E li taggate pure, i vostri temper tantrum da bimbe a cui è cascato il gelato per terra? 
Tumblr media
Avrei ancora capito se, in questo periodaccio, a farvi saltare i nervi fosse stata la storia del video (certo anche no, se io dovessi fare ‘sta manfrina ogni volta che vedo uno di quei video/audio/post gombloddisda sui profili di una persona che seguo, sarebbe un impiego a tempo pieno e dovrebbero pagarmi quanto il CEO di una multinazionale del petrolio, la corretta informazione è vitale ma non è il caso di scannarsi per queste puttanate), i battibecchini con quelle solite tipe che non si capisce se siano fan o hater e secondo me non lo sanno neanche loro, seguono l’ispirazione del momento, oggi ti odio e domani ti amo, al limite anche quella caption, “la mia quarantena” che, insomma, non è proprio una scelta felice di parole e infatti già fioccano i memini (quello con Conte mi ha stesa), ma NO: ovviamente l’imperdonabile crimine è l’apparizione della ragazza. Cazzo, CHE COSA ORRIBILE. Lmao. Non è colpa sua, sapete? 
Tumblr media
Mi dispiace un sacco per voi. Ma sono felice per Ermal, davvero. 
P.S. Chiara, però levaglielo ‘sto smartphone. 
3 notes · View notes
cutulisci · 4 years
Link
Il Covid19 sta sterminando chi ha dai settant’anni in su, la mia generazione e quelle più vicine. Generazioni nate a cavallo della seconda guerra mondiale, che ne hanno incontrato le sofferenze, le distruzioni, i morti, le lotte o direttamente, o subito dopo nei ricordi dei genitori che ogni tanto si lasciavamo scappare qualche frase, magari mentre si parlava d’altro. Io, che sono nato nel dopoguerra, ho conosciuto questa parola per un gioco stupido che avevo imparato in strada, allora i bambini ci vivevano, da miei compagni più grandi. Facevano con la bocca il rumore sempre più forte degli aerei che si avvicinavano: uuuuuuuuu. Mi era sembrato divertente e poi ero bravo a riprodurre quel suono ed una sera lo provai a tavola. Un urlo disperato di mia madre – smettila! – mi ammutolì. Seppi poi che ad altri bambini non era andata così bene, il loro rievocare il rumore dei bombardieri in arrivo era stato interrotto da solenni scapaccioni. La mia generazione ha visto il mondo cambiare forse come poche altre. Quando ero piccolo il solo mezzo di comunicazione della famiglia con il mondo, oltre ai giornali, era la radio. Telefoni e televisione erano un lusso che sarebbe arrivato dopo, già con l’adolescenza. La mia generazione non è stata determinante per la ricostruzione del paese, realizzata da quelle precedenti. Però la mia generazione è stata decisiva, questo sì, per la costruzione sociale civile e culturale. Quando ero adolescente la moralità dominante era ancora quella medioevale. La donna era sottoposta all’uomo, vigeva persino il diritto di ucciderla se traditrice dei doveri di matrimonio. E divorzio, aborto, omosessualità, erano proibiti persino come parole, la maledizione ed il sospetto incombevano su chi osasse parlarne senza usare termini spregiativi. La scuola era un privilegio da cui erano esclusi i figli degli operai e dei contadini. Il primo esame era in seconda elementare e si poteva essere bocciati, ricordo miei compagni di classe che lo furono. Poi dopo l’esame di quinta elementare c’era la vera spartizione sociale. Per entrare nella scuola media - dove si studiava il latino e solo attraverso la quale si poteva accedere al liceo ed all’università - si doveva superare un difficile esame di ammissione, pubblico però senza alcuna preparazione pubblica. Così le famiglie dovevano pagare un’insegnante privata e quelle che non potevano permetterselo mandavano i figli alla scuola di avviamento, che dopo tre anni spediva direttamente al lavoro. La maggioranza della mia classe seguì quella via e a tredici o quattordici anni molti di quei ragazzi erano già apprendisti operai, o semplicemente garzoni, così si chiamavano, in qualsiasi altro posto di lavoro. Nei luoghi di lavoro vigeva un autoritarismo padronale che si sommava a quello che si era riaffermato in tutta la società, dopo il breve dilagare di libertà seguito al 25 aprile del 45. Giuseppe Di Vittorio lo definì il ritorno del fascismo nelle fabbriche. E anche se il paese cresceva e diventava diverso, lo sfruttamento era gigantesco, come la miseria che spingeva milioni di persone dal Mezzogiorno verso il Nord, ove si accelerava lo sviluppo industriale. Il mondo cambiava e la politica, la grande politica entrava nelle vite della mia generazione da tanti lati. Dal conflitto delle sinistre, comunisti e socialisti, con la democrazia cristiana, che attraversava tutto il paese e che prima o poi ti coinvolgeva Dallo sconvolgimento del mondo dove crollavano gli imperi coloniali e avanzava il socialismo, dalle lotte di liberazione, Cuba, l’Algeria, il Vietnam che ti chiedevano di prendere posizione. Dal cambiamento dei costumi che avanzava e minava l’Italia bigotta, familista e autoritaria che ancora dominava. Magari si cominciava con la musica, il rock contro il melodico, e poi si finiva in piazza. Quelli più grandi di noi lo fecero già nel 1960 scendendo in strada con le loro magliette a righe contro il governo filofascista di Tambroni e furono uccisi a Reggio Emilia, in Sicilia. Poi ci furono il 68 ed il 69, le grandi lotte degli settanta, che davvero trasformarono il paese, spazzarono via tutto l’autoritarismo che ancora lo permeava e provarono a costruire una società giusta. Negli anni 80 cominciò il riflusso, il giro di boa della storia, e in diversi decenni di restaurazione molte conquiste sociali e democratiche furono cancellate. Nel nome del mercato e dell’impresa, che si presentavano come moderni, rivoluzionari persino. Una parte della mia generazione fu catturata da questi tempi nuovi e se ne fece complice e artefice. In molti però resistemmo, per fermare ciò che vedevamo come il ritorno al passato, mentre si presentava come il futuro. Così da rivoluzionari in fondo diventammo conservatori, e così fummo definiti e dileggiati. Lottammo tanto, ma perdemmo, il mondo diventò ciò che non avremmo mai voluto che fosse, dominato dalla ricchezza e dal denaro. Prima di restare chiuso in casa, girando per Brescia mi capitava spesso di incontrare operai con cui avevo lottato negli settanta e ottanta e tutti mi facevano lo stesso discorso: quanti scioperi quante lotte e ora si è perso tutto, i giovani non hanno più nulla di ciò che avevamo conquistato noi. Già i giovani, ai quali la mia generazione era additata come causa dei loro guai, da chi ci aveva sconfitto. Noi eravamo considerati dei privilegiati, perché avevamo conquistato un lavoro più sicuro, perché avevamo una pensione, bassa ma dignitosa. Noi avevamo lottato contro la distruzione dei diritti sociali e del lavoro, contro la precarizzazione dei lavori e delle vite, ma paradossalmente, proprio coloro che avevano cancellato le nostre conquiste, ora ci accusavano di essere la causa del fatto che nessuna di esse fosse arrivata ai giovani. Eravamo i baby boomers, la generazione nata col boom delle nascite del dopoguerra, che viveva alle spalle di tutte le altre. Ok boomers era il termine che si stava diffondendo e che serviva a zittire con disprezzo uno della mia generazione, se provava a dire che il mondo attuale non gli piaceva affatto. Vai all’inferno vecchietto, accontentati dei tuoi privilegi e della tua vita fortunata. Poi è arrivato il morbo che ha aggredito in particolare gli anziani e ucciso tante e tanti di essi. Come per una tremenda legge del contrappasso, noi che abbiamo lottato per la sanità pubblica e contro i tagli e le privatizzazioni, ora siamo vittime della nostra sconfitta e del successo di chi ci ha battuto. Ora di fronte allo sterminio delle generazioni anziane l’opinione verso di noi sta mutando, e una società che ha colpito i diritti e il futuro dei giovani dandone la colpa a noi, ora riscopre le parole e le idee della nostra gioventù. Il conflitto generazionale quasi scompare e tornano le differenze di classe, le ingiustizie sociali, la divisione tra ricchi e poveri, anche quelle tra stati nel mondo. E la solidarietà e l’eguaglianza riconquistano improvvisamente la ribalta, i politici che le hanno sempre ignorate e dileggiate ora si nascondono ipocritamente dietro di esse. La mia generazione e quelle più vicine pagano con migliaia di morti il ritorno di ciò per cui si sono battute fin dalla gioventù e per cui bisognerà riprendere a lottare. Coloro che ce l’avranno fatta in fondo torneranno giovani e ci auguriamo che essi siano il più possibile.
1 note · View note
liviaserpieri · 4 years
Text
L'amour n'est pas le bonheur
“A che servono i romanzi? A che cosa servono, uomini ipocriti e perversi?(Giacché voi soli fate questa ridicola domanda.) Servono a dipingervi quali voi siete, orgogliosi individui che volete sottrarvi al ritratto perché ne temete l'effetto.”
“La mano della sventura, esaltando il carattere di colui che ne è stato schiacciato, lo mette alla giusta distanza nella quale è necessario porsi per studiare gli uomini; di lì egli li vede come il passeggero vede i flutti in burrasca rompersi contro lo scoglio sul quale la tempesta l'ha gettato; ma in qualsiasi situazione lo abbia messo la natura o la sorte, se vuole conoscere gli uomini parli poco quando è fra loro; non si impara niente quando si parla, ci si istruisce unicamente ascoltando. Ed ecco perché i chiacchieroni non sono generalmente che degli sciocchi. Tu che vuoi percorrere questa spinosa carriera, tieni presente che il romanziere è figlio della natura, da lei creato affinché la ritragga; se non diventa l'amante di sua madre dal primo momento che ella l'ha messo al mondo,non scriva mai, noi non lo leggeremo; ma se prova quella smania di conoscere tutto, se dischiude fremente il seno della natura per cercarvi la sua arte e per attingervi i suoi modelli, se arde di talento e fiammeggia di entusiasmo, ch'egli segua la mano che lo conduce: ha scoperto l'uomo e lo dipingerà. Governato dalla sua immaginazione ceda alla natura, abbellendo tutto ciò che vi scorge. Lo sciocco coglie una rosa e la sfoglia, l'uomo di genio la odora e la dipinge. Questi è colui che leggeremo. Ma se ti consiglio di abbellire, ti proibisco anche di allontanarti dalla verosimiglianza: il lettore ha diritto di adontarsi se si accorge che si esige troppo da lui; egli comprende che si cerca di menano per il naso; il suo amor proprio ne soffre, il sospetto d'essere ingannato farà si ch'egli non creda più a niente. Del resto, non essendo tu costretto da alcun divieto, fa' uso a tuo piacere del diritto di attingere a tutte le vicende della vita, sempre che la rottura dei ritegni diventi necessaria per i piaceri che ci prepari. Ancora una volta non ti si chiede affatto di essere vero, ma solo di essere verosimile; esigere troppo da te sarebbe nuocere ai piaceri che ci aspettiamo. Non sostituire tuttavia il vero con l'impossibile, ciò che tu inventi sia raccontato bene.
(...)
Le mie pennellate,dissero, sono troppo forti, io do al vizio tratti troppo odiosi. Volete saperne la ragione? Non voglio suscitare amore per il vizio; non ho, come Crébillon e come Dorat, il dannoso proposito di far amare alle donne i personaggi che le ingannano; voglio, al contrario, che esse li detestino; è il solo mezzo che possa impedir loro di essere ingannate; e per riuscirvi ho reso quelli fra i miei eroi che seguono la strada del vizio talmente terrificanti, che sicuramente non ispireranno né pietà né amore. In questo, oso dirlo, sono più morale di coloro che si credono liberi di ingentilire il vizio. Le perniciose opere di cotesti autori somigliano a quei frutti dell'America che, sotto il più brillante colore, celano la morte. Questo tradimento della natura, di cui non tocca a noi scoprire il motivo, non è fatto per l'uomo; sicché io mai, lo ripeto, descriverò il delitto sotto agli aspetti che non siano quelli dell'inferno. Voglio che lo si veda a nudo, che lo si tema, lo si detesti; e non conosco altro modo per arrivarci se non quello di mostrarlo in tutto l'orrore che lo caratterizza. Guai a coloro che lo circondano di rose. Le loro mire sono tutt'altro che pure e io non li imiterò mai.”
Considerazione sui romanzi (De Sade)
“Ambedue [Sade e Lautréamont]  hanno lottato accanitamente contro gli artifici, grossolani o sottili, contro i tranelli che ci vengono tesi dalla falsa realtà indigente che abbassa l'uomo. Alla formula: «Siete quel che siete», essi hanno aggiunto: «Potete essere altro».”
“Chi potrà mai capire perché mai due amanti che il giorno prima si idolatravano, per una parola male interpretata si separano, uno verso oriente, l’altro verso occidente, spinti dall’odio, dalla vendetta, dall’amore e dal rimorso, per non vedersi più, ognuno ammantato nella sua fierezza solitaria? “
Tumblr media
2 notes · View notes