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LOOK AT THE GREMLIN. I DREW MY FAV GREMLIN FROM MAHOYOME AAAAAAA 

Fabio and Sigrid doodle by Yamazaki.

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Hello there Fabio Zaccheroni fans.

Alright Ancient Magus Bride Tumblr who plays Fabio Zaccheroni in the dub

30 APR 2019 08:47

"RINGHIO" DI NOSTALGIA – GATTUSO RIMPIANGE MALDINI E…PUPO: “IL MILAN RITROVI I VECCHI VALORI. MI FECI LA BARBA, LASCIAI DUE PELI NEL LAVANDINO E PRESI UNA SBERLA DA COSTACURTA. MALDINI ERA IL PIÙ FORTE PERCHÉ INGOIAVA DUE AULIN PUR DI NON SALTARE UN ALLENAMENTO. I TEMPI SONO CAMBIATI, MA…” - "NOI ASCOLTAVAMO MUSICA ITALIANA, SE LA METTO ORA SCOPPIANO A RIDERE. MA È MEGLIO PUPO DELLE LORO SCHIFEZZE” - PER L’ANNO PROSSIMO SALE DI FRANCESCO, IN CORSA ANCHE SARRI E GASPERINI

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Da gazzetta.it

Sono giorni caldissimi per il futuro del Milan. La sconfitta di Torino ha allontanato il Diavolo dall’obiettivo Champions League e aperto i discorsi per la successione di Rino Gattuso sulla panchina del Milan, che pare ormai inevitabile in estate. Carlo Laudisa e Marco Pasotto, nell’articolo sulla Gazzetta dello Sport in edicola oggi, fanno il punto sulla lista dei nomi favoriti per la panchina rossonera.

DI FRANCESCO E GLI ALTRI — L’ennesimo tragico day after rossonero è iniziato con un grande punto interrogativo relativo alla panchina: dalla notte torinese infatti non era filtrato alcun indizio in merito al faccia a faccia in spogliatoio fra Gattuso e la dirigenza rossonera. Ieri, dopo il secondo round in sede, è emersa la linea rossonera: si prosegue con Rino sino a fine campionato. Quattro partite per provare a riacciuffare il quarto posto. Poi le strade si separeranno, cosa che appare ormai inevitabile. E quindi è già scattato il toto-allenatore.

La pista più calda al momento porta a Di Francesco, apprezzato dalla dirigenza rossonera per il gioco, lo stile e il lavoro coi giovani. Sarri da Londra ha fatto sapere di non volersene andare ma intanto occhio a Gasperini, artefice dell’Atalanta dei miracoli e anche lui molto abile nella gestione dei giovani, cosa che Elliott ritiene prioritaria. Gli altri nomi portano a Jardim (Monaco) e Giampaolo (Samp). Il casting è appena all’inizio.

RINO E I PATRIARCHI «RECUPERIAMO I NOSTRI VALORI»

Luigi Garlando per "Gazzetta dello sport"

Come ripartirà Gattuso? Si chiedevano tutti. Dalla presentazione di un libro in piazza Duomo.

Già esserci, ieri, è stato un segnale. Da uomo. Bastava una scusa per evitare l' esposizione pubblica, invece ha mantenuto la parola data.

Dignità, cuore vivo. E poi conta il come. Rino, seduto al centro della sala, è la punta di un albero di Natale rovesciato: 1-2-3. Nella fila davanti Carlo Ancelotti e Alberto Zaccheroni; più avanti ancora Fabio Capello, Adriano Galliani e Fedele Confalonieri. Un glorioso muro di vecchio Milan a proteggerlo. Sono tutti ospiti di Alberto Costa, storica firma del Corriere della Sera che presenta il suo libro ("Da Calciopoli ai Pink Floyd", Absolutely Free Libri), ma è come se il senato rossonero si fosse stretto attorno al mister in crisi.

luce e dio «Lo vedo troppo giù», confida Zac che lo prende in disparte, lo carica.

Nel '99 Zac vinse lo scudetto con uno dei Milan meno forti della storia. Racconta: «A 7 giornate dal termine, dissi a Galliani: 'Non so cosa farà la Lazio, ma noi le vinciamo tutte'. Vedevo negli occhi dei miei una luce speciale». E' quella luce che deve riaccendere Gattuso nelle ultime 4. Zac precisa: «Il mio Milan non era così scarso. Era solo in anticipo sui tempi». Altra lezione per Rino: amare comunque un piccolo Diavolo. Capello, traghettatore nell' 87, evoca la ghigliottina scampata da Gattuso: «Subentrai a Liedholm nelle ultime 5 e centrai l' Europa». Vale come augurio. Poi un consiglio: «Gli uomini contano più degli schemi.

Il Milan cominciò a vincere quando alle idee di Liedholm si aggiunsero i campioni.

Van Basten il più grande». Beh, qualche merito a Sacchi diamoglielo... «Negli ultimi 20-25 metri, Cassano era più forte di Totti. Poteva diventare il migliore con Messi e Ronaldo». Altra lezione per Rino: far capire che volontà e sacrificio fanno la differenza. Al suo ex guerriero, Galliani augura i favori «dello stesso dio che portò la nebbia a Belgrado e smorzò i fari di Marsiglia». Ancelotti offre solidarietà da vero amico.

Parla dei problemi con Insigne e con i giornalisti, come a dire: «Guarda, Rino, che non capita solo a te. I tempi sono cambiati.

E' più difficile allenare». Gattuso gli dà ragione: «Oggi capita che un giocatore veda una partita di Liga prima della nostra e, se suggerisci concentrazione, la prende male. O restano isolati nelle loro cuffie. Noi ascoltavamo musica italiana, se la metto ora scoppiano a ridere. Ma è meglio Pupo delle loro schifezze... Nella pausa invernale del 2007 le cose andavano male e ci portarono a Malta. Si gelava eravamo incazzati, ma è lì che vincemmo la Champions, facendo notte con Ancelotti a cantare e giocare.

Nacque il gruppo. Lo facessi oggi, mi cacciano...

Oggi, finito di pranzare, si alzano subito da tavola. Galliani interveniva poco, eravamo noi che gli chiedevamo di farlo. Ci tenevamo ai nostri valori. Mi feci la barba, lasciai due peli nel lavandino e presi una sberla da Costacurta. Maldini era il più forte perché ingoiava due Aulin pur di non saltare un allenamento. I tempi sono cambiati, ma dobbiamo ritrovare quei valori. Si diventa campioni con regole e coerenza».

Cena Ancelotti ha portato a cena Gattuso che oggi riprende gli allenamenti. Come fosse a Malta. Con lo spirito dei Padri.

Calcio, recupero di campionato: la Lazio pareggia col Verona e fallisce il grande salto

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Calcio, recupero di campionato: la Lazio pareggia col Verona e fallisce il grande salto

Calcio, recupero di campionato: la Lazio pareggia col Verona e fallisce il grande salto

Il recupero della 17° giornata di campionato non sorride alla Lazio: i biancocelesti sbattono contro i pali e un bel Verona. Ergo, per la squadra di Simone Inzaghi niente sorpasso all’Inter, niente secondo posto e niente -2 dalla vetta. All’Olimpico finisce 0-0 e l’Aquila resta terza a -4 dalla Juventus e a -1 dai nerazzurri di Conte sempre secondi. Dopo tanta fortuna, la Lazio si ferma al palo: Luis Alberto colpisce due legni. Ma va detto che l’ottima Hellas di Juric non demerita e va più volte vicina al colpo grosso. Un pareggio a reti bianche intenso e combattuto fino all’ultimo. Applausi al Verona che coglie il settimo risultato utile di fila. I padroni di casa si consolano con il 17 ° risultato positivo consecutivo, eguagliando la serie della stagione 1998-99. Quella volta la Lazio arrivò seconda alle spalle del Milan di Zaccheroni. Il Verona invece con questo punto supera il Napoli e si avvicina alla zona Europa League.

Il match. “Inzaghino fortunello” inserisce Patric sulla destra della difesa e conferma Caicedo in avanti al posto dell’infortunato Correa. Juric invece arretra Pessina a centrocampo al posto dello squalificato Amrabat anche a causa dello stop di Badu. In avanti per gli scaligeri, spazio all’ex milanista Borini. Durante la sfida brillano i due portieri: Strakosha da una parte, Silvestri dall’altra. Nella ripresa, i veneti si allungano in proiezione offensiva, mentre i biancocelesti allargano la manovra, puntando molto sul gioco di sponda in attacco. E’ un confronto parecchio intenso pure in chiave tattica. Al termine, i 40 mila presenti sugli spalti applaudono. Davanti a telecamere e taccuini le dichiarazioni dei due allenatori. Il tecnico del Verona Juric: “Una partita che mi riempie di orgoglio. Anche col falso nove creiamo tanto, sono davvero soddisfatto”. Simone Inzaghi: “Meritavamo la vittoria, è mancato l’episodio giusto. Abbiamo preso due pali e fatto 27 tiri”. Caro “Inzaghino fortunello”, non è sempre festa: la ruota gira. E dopo tanta fortuna è sanguinoso lamentarsi.

Il recupero della 17° giornata di campionato non sorride alla Lazio: i biancocelesti sbattono contro i pali e un bel Verona. Ergo, per la squadra di Simone Inzaghi niente sorpasso all’Inter, niente secondo posto e niente -2 dalla vetta. All’Olimpico finisce 0-0 e l’Aquila resta ter…

Fabio Camillacci

Top Highest Paid Coaches Fifa World Cup 2018 Salaries (Revealed)

FIFA World Cup 2018 (Russia) is approaching and fans are eagerly waiting for the universe’ mega sports event in which the international teams would take part. Before entering the event straight, just get the actual figures of persons behind the international teams. How much the coaches of international teams would be paid who are 32 in numbers total. The details of “FIFA World Cup 2018” coaches salaries are mentioned and briefly discussed below.

Fifa World Cup is just around the corner and most of the qualified teams already have their first team coaching setups well and truly in place. Today we take a look at all 32 national teams coaches and how much salaries they will be getting going into the big event. In previous world cup (Fabio Capello) becomes the best paid manager in world cup with annual salary of ($11.23 million). England team manager Roy Hodgson listed on 2nd place in the list. This year German team manager (Joachim Löw) with annual salary of €3.85 million become highest paid coach at world cup 2018 in Russia.

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Joachim Löw is manager of German football national side since 2006, Under his management Germany finished at 3rd place in world cup 2010 in South Africa. In 2014, Germany dominated the world cup 2014 after winning final from Argentina. Joachim Löw currently highest paid manager in the upcoming Fifa World Cup 2018. Tite the 56 year old replace Dung the head coach of Brazil team after world cup 2014. He is hopeful take best squad of 23 players to Russia in June to win the world cup. Before becoming the coach of Brazil, he managed team like (Corinthians, Internacional, and Palmeiras). The annual salary of (€3.5 million) made him the 2nd highest paid manager in World Cup 2018.

For that less intense job, the 32 national coaches fighting to win the World Cup in Brazil receive an average of $2 million per year though that impressive salary often comes at the expense of little job security. Only 5 coaches had the same job during the last World Cup, four years ago in South Africa. From the 32 teams, 15 are coached by foreigners and only a few will remain at their jobs during the next World Cup in Russia in 2018. Nonetheless, coaches in soccer clubs make considerably more than their counterparts in national teams. In fact, only Capello would be placed among the ten highest-paid soccer club coaches, which make an average of $11.3 million per year.

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Fabio Capello’s salary is so high that he makes more in a week than Miguel Herrera, Mexico’s coach, makes in an entire year. Mourinho, the second best paid soccer coach, makes $17 million per year, over 150% of what Capello, the best paid national coach, makes. Maybe that is another reason, more tangible than boredom, that explains why the Portuguese has publicly declared he will coach soccer clubs for at least 15 more years before becoming the boss of a national team. Forbes has revealed soccer’s highest–paid coaches, and now Forbes reveals the salary of every coach at the World Cup, according to data collected by Sporting Intelligence. If you think that these salaries are too high, remember it does not even include team bonuses.1. Fabio Capello, Russia — $11,235,2102. Roy Hodgson, England — $5,874,5703. Cesare Prandelli, Italy — $4,322,0104. Luiz Felipe Scolari, Brazil — $3,973,7305. Ottmar Hitzfeld, Switzerland — $3,745,1306. Joachim Löw, Germany — $3,602,4607. Vicente del Bosque, Spain — $3,386,2708. Louis van Gaal, Netherlands — $2,738,0609. Alberto Zaccheroni, Japan — $2,727,48010. Jurgen Klinsmann, United States — $2,621,74011. Didier Deschamps, France — $2,161,00012. Paulo Bento, Portugal — $2,160,17013. Carlos Queiroz, Iran — $2,098,06014. Jorge Sampaoli, Chile — $1,774,96015. Jose Pekerman, Colombia — $1,678,45016. Ange Postecoglou, Australia — $1,395,30017. Óscar Tabárez, Uruguay — $1,258,84018. Sabri Lamouchi, Ivory Coast — $1,037,45019. Vahid Halilhodžić, Algeria — $1,007,07020. Marc Wilmots, Belgium — $864,40021. Fernando Santos, Greece — $864,40022. Alejandro Sabella, Argentina — $818,24023. Hong Myung-bo, South Korea — $795,25024. Luis Fernando Suárez, Honduras — $629,42025. Reinaldo Rueda, Ecuador — $566,48026. Jorge Luis Pinto, Costa Rica — $440,59027. Volke Finke, Cameroon — $394,44028. Stephen Keshi, Nigeria — $392,42029. Safet Susic, Bosnia and Herzegovina — $352,47030. Niko Kovac, Croatia — $271,74031. James Kwesi Appiah, Ghana — $251,77032. Miguel Herrera, Mexico — $209,810Source:

https://www.forbes.com/sites/ricardogeromel/2014/06/13/the-highest-paid-coaches-at-the-the-world-cup/

Juventus & kỷ nguyên mới

Leonardo Bonucci đã không còn chơi bóng cho Juve, nhưng Buffon, Chiellini hay Barzagli vẫn đóng vai trò quan trọng trong đội hình nhà vô địch Serie A. Trong hai chiến thắng trước Cagliari và Genoa, ông Allegri vẫn sử dụng bộ ba này. Chỉ Barzagli là phải vào sân từ ghế dự bị khi Juve từ giã sơ đồ phòng ngự 3 hậu vệ. Vì thế quyết định để tất cả ở bên ngoài sân trước Chievo rạng sáng qua của HLV Max Allegri thực tế chỉ là hành động bất đắc dĩ của nhà cầm quân này. Chiellini vẫn đang trong quá trình hồi phục chấn thương. Buffon và Barzagli thì vừa thi đấu trong màu áo ĐT Italia cách đây vài ngày và chưa đủ thể lực để ngay lập tức ra sân.

Trong cuộc họp báo sau trận, HLV Allegri nói rằng hàng phòng ngự Juve vẫn cần phải tiến bộ. “Chúng tôi đã để Chievo sút quá nhiều, đó là điều cần phải cải thiện. Nhưng điều tốt là chúng tôi vẫn giữ sạch lưới”, có thể tin đó chỉ là một phát biểu cầu toàn thường thấy của nhà cầm quân này. Sự thực là hàng phòng ngự lạ lẫm của Juve vào đêm thứ Bảy đã chơi khá ổn trước đội khách Chievo. Thủ thành người Ba Lan, Wojciech Szczesny trong ngày bắt thay Buffon đã chỉ huy hàng phòng ngự tốt, bản thân anh cũng đẩy được cú đá phạt rất hiểm của Ivan Radovanovic. Cặp trung vệ bị nghi ngờ nhiều hơn hy vọng Benatia - Rugani cũng không mắc phải sai lầm đáng kể nào.

VIDEO: Juventus 3-0 Chievo

Sự chắc chắn của hàng phòng ngự là điểm tựa để hàng công Juve hoạt động thoải mái. Gonzalo Higuain tiếp tục “nổ súng” sau đường kiến tạo gọn gàng của Miralem Pjanic, Paulo Dybala nâng số bàn thắng của mình ở Serie A mùa này lên con số 5 sau cú solo trong vòng cấm Chievo. Thắng nhẹ Chievo 3-0, Juve xây chắc ngôi đầu bất chấp kết quả của cuộc đấu Inter - SPAL.

7 năm trước, trong ngày Alex Manninger bắt thay Buffon, Nicola Legrottaglie chơi thay Chiellini bên cạnh Fabio Cannavaro, Juve đã thua Udinese của Samir Handanovic, Antonio Di Natale, Alexis Sanchez tới 0-3. Bonucci ngày ấy vẫn chỉ là cầu thủ trẻ ở Bari, Barzagli thì đang chơi tại Wolfsburg, HLV ngày đó của Juve, Alberto Zaccheroni vốn là một… Interisti xịn, đã bị sa thải ngay vào cuối mùa giải sau khi chỉ đưa Bà đầm già cán đích ở vị trí thứ 7.

Những ngày tháng đen tối ấy đã qua khi Barzagli, Bonucci tới. Juventus với nòng cốt phòng ngự là những người Italia cùng một Juventino xịn trên ghế huấn luyện là Antonio Conte đã trở lại ngai vàng của bóng đá Italia, và đứng vững cho đến thời điểm hiện tại. Allegri không phải mẫu người ăn mày dĩ vãng, đặt niềm tin vào những công thần già cỗi để rồi vỡ mộng. Ông sẽ thay đổi để giúp Juve vững vàng trên đỉnh cao muôn trượng này. Quyết định sử dụng Szczesny, Rugani, Benatia ngày hôm nay có thể chỉ là tạm thời để Buffon, Chiellini, Barzagli nghỉ ngơi, nhưng điều đó vẫn sẽ mở ra một kỷ nguyên mới tại sân Juventus Stadium, một kỷ nguyên không có những tượng đài ở hàng phòng ngự.

Cứ thắng 3 trận đầu mùa là vô địch

Ba lần gần nhất Juve thắng cả ba trận đầu mùa “Bà đầm già” đều giành Scudetto ngay sau đó. Đó là ba mùa 2012/13, 2014/15 và 2016/17. Lần cuối cùng mùa giải của Juve kết thúc theo kiểu “đầu voi đuôi chuột” chính là mùa giải 2009/10, thời điểm diễn ra trận thua 0-3 trước Udinese.

10 - Sau chiến thắng 3-0 trước Chievo, Juve đã có 10 bàn sau 3 vòng đấu đầu tiên. Lần cuối cùng Bianconeri có được thành tích này là mùa giải 1981/82. Cuối mùa ấy, Juve giành Scudetto.

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Xem nguyên bài viết tại : Juventus & kỷ nguyên mới

Great Calcio Sides: Udinese 1995-98

When Giampaolo Pozzo, a man born into a family wealthy from producing power tools in north-eastern Italy, bought local football team Udinese in 1986 it was a time of despair as the fallout from the second Totonero betting scandal restricted the team to Serie B.

Over the next 10 years the work would be put in place to create, and prolong, one of calcio’s cult teams.

Pozzo knew that the quaint Stadio Friuli would only generate so much revenue, as would the limited sponsorship opportunities for a team well outside the seven sisters of Serie A, all of which was emphasised further by being relatively geographically isolated.

Thus, a clear vision had to be set out through networking and scouting to maximise potential and soon the buy-low, sell-high mantra began, Alessandro Orlando being the first fruits of this labour in the early 1990s.

Results on the pitch, nevertheless, are what counts and promotion from the second-tier in the 1994/5 season was the stepping stone to Serie A; establishment was almost instantaneous. Coach Alberto Zaccheroni built a side that hit the ground running and would lose just four times at the Friuli in the 1995/96 campaign, remaining unbeaten at home until late December.

In amongst this was a 1-0 home win over Juventus in November in front of 34,000 fans that massively boosted the confidence of a generally inexperienced team, a further victory over Fiorentina and a battling draw with Roma proved that Bianconeri could hold it against the big boys in Udine.

However, the reverse fixtures against these three opponents told the story of why 11th was meant to be the glass ceiling for a side like Udinese. The Giallorossi and Viola calmly dispatched the Zebrette, while the Old Lady were made to work but ultimately conquered their Bianconeri rivals by two goals to one, despite being a goal and man down.

While the second half of the season flustered Zaccheroni’s men there was the foundation to build and the Italian tactician’s methods were unquestioned heading into the following season. The 3-4-3 system was built around high tempo wing play that would deliver timely crosses to either of the three strikers.

As tripartite attacks go, Udinese’s in the mid-90s went a long way to creating their classic status; Paolo Poggi was a Venetian favourite who had fired the Zebrette out of Serie B, but his reputation would remain local and pale in comparison to his illustrious strike partners. Indeed, messrs Oliver Bierhoff and Marcio Amoroso were the headline grabbers during this period but the construction of a solid spine in his regular XI was an undervalued Zaccheroni achievement.

Centre-back Alessando Calori would go on to make over Udinese 250 appearances as a tough, commanding defender in a three-man formation that has gotten the better of even the wisest defensive marshals. Rafaelle Sergio would join Calori in defence during the 1996/97 season while the front-three remained in full force to collectively grab 70% of Bianconeri goals that campaign; Fabio Rossitto and Dane Thomas Helveg provided further stability.

The 96/97 campaign would differ greatly from its predecessor; Juve and Sampdoria claimed crushing victories at the Friuli, a feat repeated by the Blucerchiati back at the Marassi with Roberto Mancini and Vincenzo Montella ripping apart Udinese’s defensive openness. With the fairy tale games perhaps toned down it was a more professional season, lesser opponents were dealt with both home and away as a fifth placed finish secured European qualification. This would be delivered to Friuli-Venezia Giulia for 11 of the following 19 seasons.

One game sticks out of the record books, Bierhoff and Amoroso combined for a 3-0 reverse at the Stadio delle Alpi to condemn eventual champions Juventus to one of three defeats for that season. Christian Vieri and Zinedine Zidane missed penalties; nothing would deny the Zebrette that win as they continued to be a bogey-team for the Old Lady.

When German target man Bierhoff joined from minnows Ascoli, little figured he would go onto secure the Capocannoniere with Udinese, the winning brace for Germany in the Euro 96 final, and later the Scudetto with AC Milan. Renowned for his aerial ability and knack of arriving at the right time, Bierhoff was the unfashionable choice in amongst Serie A’s most glamorous period. Indeed, that summed Udinese up, as they remained unfashionable and unfancied despite an upward trajectory.

As the 1997/98 season drew to a close this was defined by Karlsruhe-born attacker Bierhoff, who had scored a last day brace against Vicenza to net the league’s top scorer award, altogether the less exotic option when considering the names he left trailing in his wake. Inter’s Ronaldo, Roberto Baggio, Gabriel Batistuta, Alessandro Del Piero, Vincenzo Montella, and Filippo Inzaghi is quite the illustrious set of strikers and in the end of season scoring charts they followed Bierhoff in exactly that order.

That 27 goal haul was just the sub-plot for Udinese’s rise to third place in 1997/98, Zaccheroni reaching his pinnacle at the Friuli. The signing of young and promising players continued with Martin Jorgensen and Stephen Appiah adding a more international touch to the squad, which now competed on three fronts.

The Zebrette were more expressive and ruthless this time round, knocking off Brescia 0-4 and Lecce 6-0 alongside a vengeful 3-0 trouncing away to Sampdoria. UEFA Cup qualification was to be assured again but key moments stuck out that limited, if it were fair to put it that way, Udinese to third place and outside of Champions League qualification.

The top two of Juventus and Inter conceded a significantly lower amount than the north-easterners and heavy defeats to Parma (4-0) and the Old Lady (4-1) were demoralising punctures in their ascent to Europe’s biggest competition.

Their final showdowns with the top two put the nail in the coffin and restricted the Bianconeri to a still-magnificent third. In March Juve’s Del Piero scored an 89th minute leveller at the Friuli in what was a massive moment for both teams, while the clash at the Giuseppe Meazza against Inter all but confirmed Champions League football for the Nerazzurri.

Late goals from Youri Djorkaeff and Ronaldo came after Bierhoff had a goal disallowed and a free header rebound off the upright, the home team’s celebrations at the final whistle summing up what it meant to beat this Udinese team.

The European expeditions of the Bianconeri were as limited as the numbers that tend to follow the perennial overachievers. With considerable depths of European know-how, these opponents did not fear the trek to Udine. The difference in experience was probably to blame as Ajax stole an away goals victory with ten minutes to go in 1998/99, while Bayer Leverkusen took out the Zebrette at the first round the following year.

In reality, the clash with the Germans came too soon as the 1998/99 season was truly the end of one era and the start of another. Bierhoff and the ever-improving Helveg left to AC Milan along with coach Zaccheroni, Scudetto success awaited the trio, but Udinese were left in the lurch. Arguably the biggest hole to fill was Bierhoff’s, but fortunately it was simply a matter of paving the way for Brazilian forward Amoroso.

At his first European club, Amoroso fitted the Udinese psyche perfectly and claimed his own 22-goal Cappacannoniere in 1999, ahead of his former teammate. Like others in this Bianconeri team, Amoroso established himself at international level and after a spell with Parma he became the most expensive player in German history when moving to Borussia Dortmund for €25 million.

The first taste of Francesco Guidolin began in earnest, claiming sixth in the league after a successful transition, eventually the club would qualify for Champions League football under Luciano Spalletti in 2004/05.

The impact of the 1995-8 side was that Pozzo’s foundations had finally been laid; players trusted coming to Udine to enhance their career and the likes of Alexis Sanchez, Medhi Benatia and Juan Cuadrado would follow in decades to come. Udinese have since stayed true to form, maintaining a consistent overachieving atmosphere to bring a quality of football well above the remit of a small town club in the north east of the Italian peninsula.

Forza Italian Football

Great Calcio Sides: Udinese 1995-98 was originally published on 365 Football

#Repost @we_love_internazionale ・・・ L’Inter usa il pugno di ferro con i giocatori e, attraverso un duro comunicato, annuncia il maxi-ritiro per sei giorni e cinque notti. Avvisati ieri dal team manager Fabio Pinna, Icardi & co. varcheranno i cancelli della Pinetina all’ora di pranzo per restarci sino a domenica pomeriggio. Una decisione che ha pochi precedenti in casa Inter. Al di là del giorno in più ad Appiano prima del derby di Pasqua, l’ultimo vero ritiro anticipato, nel febbraio 2016, con Mancini, arrivò sempre dopo un k.o. a Firenze e produsse un 3-1 sulla Sampdoria. Se no bisogna risalire al marzo 2004, con Zaccheroni in panchina e il presidente Facchetti a prendere la scomoda decisione dopo le sconfitte con Udinese, Milan e Brescia. Il Napoli dirà se c’è ancora qualcosa da salvare. Di sicuro i giocatori non hanno più alibi. La decisione del ritiro è stata presa dalla dirigenza e da Steven Zhang. Vidimata poi dal boss Jindong e da Erick Thohir, che dovrebbero arrivare a Milano a giorni, anche per strigliare la squadra di persona. Mr. Suning ha appena provveduto con quelli dello Jiangsu, ultimi in Cina… #amala #inter #fcinter #fcim #mi9 #fcinternazionale #nike #icardi #bomber #forzainter #solanonlalasciomai #solointer #cuorenerosangueblu #nerazzurri #neroblu #sansiro #curvanordmilano #boysan #love #loveinter #serieatim #seriea #calcio #football #meazza #fcinter1908 http://ift.tt/2p0vIkh

Mahoutsukai no Yome SEASON 2 EPISODE 11 - Illustration by Saki Nishihara (animation director)

OF FUCKING COURSE Alejandro Saab IS PLAYING FUCKING FABIO ZACCHERONI

Mahoyome 2020's Newsletter 🥰

Photo(s) from Ebay. The illustration hasn't been oficially released. But thanks to that I discovered that the cover has a beautiful printing technique (Can't remember its name tho 🥲)

Some things that have already announced, like merchandise, the game colaboration, etc.

Cute sketches; Sigrid and Fabio's colors!

Interview.

Kore's Yuru Manga.

And mini comic with Silky and the Barklem siblings (Which reminds me, apparently there is a little surprise in Vol. 17 afterword...)

Source: x

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