Intervista di Raffaele Lazzaroni ad Alberto Girotto e Francesca Bellini: vi presentiamo il film Purché sia fuori dal mondo
Intervista di Raffaele Lazzaroni ad Alberto Girotto e Francesca Bellini: vi presentiamo il film Purché sia fuori dal mondo
Qualche settimana avanti la première di “Purché sia fuori dal mondo” alla quarta edizione di Edera Film Festival, tenutasi a Treviso la sera del 4 agosto 2022, ho avuto il piacere di conversare con il regista Alberto Girotto e l’attrice Francesca Bellini nella loro dimora, durante una cena alla quale ero stato gentilmente invitato.
Purché sia fuori dal mondo diretto da Alberto Girotto
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Ernesto Ragazzoni
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O Signore, io ti ringrazio
d’aver dato al Mondo il vizio,
l’alto e solo benefizio
che quaggiù non soffre strazio…,
che accomuna in un sol dazio
ogni Caio ed ogni Tizio.
Che quaggiù ci sia sol spazio
per un cazzo e un orifizio,
ognun gridi mai non sazio
fino al giorno del giudizio:
O Signore, io ti ringrazio
d’aver dato al Mondo il vizio.
Ernesto Ragazzoni
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Dal parco mi sento
venire a folate
un balsamo lento
di rose sfogliate,
un balsamo lento
perché già l’estate
declina, ed il vento
le rose ha sfogliate.
Ed ecco, a sembianza
d’un fiato di rose
sfogliate in distanza
mi giunge da ascose
memorie, fragranza
d’assai vecchie cose
siccome di rose
sfogliate in distanza.
Ernesto Ragazzoni, Rose sfogliate, da Poesie, Chiantore, 1927
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- Ernesto Ragazzoni, Il verme solitario - legge Vittorio Gassmann
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Io sono un’ombra,
un morbido fiocco di bruma e d’aria,
un’ala, una fantasima che ad ogni soffio varia;
libera e viva, l’alito che più mi piace inseguo,
corro pianure e vertici, mi ascondo e mi dileguo,
e se talor nell’anfora del mare scendo a ber,
tremano i flutti: oceano t’umilia al mio poter.
Ernesto Ragazzoni
"La nuvola"☁️
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Ph mia
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otto gennaio
Gianni Dova, Torso e nudo, (1960)
Ieri sera, uscendo per una passeggiata, ho visto nella crepa di un muro una lucciola. Non ne vedevo, in questa campagna, da almeno quarant’anni: e perciò credetti dapprima si trattasse di uno schisto del gesso con cui erano state murate le pietre o di una scaglia di specchio; e che la luce della luna, ricamandosi tra le fronde, ne traesse quei riflessi…
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Schena, "Canzoni ad uso interno": la recensione
Schena, “Canzoni ad uso interno”: la recensione
Irma Records ha pubblicato Canzoni ad uso interno, primo disco da solista (ma non esordio) per Schena, cantautore e compositore bolognese. L’idea dell’album è nata dalla scoperta del quasi dimenticato giornalista e poeta italiano di inizio novecento Ernesto Ragazzoni. Così presentato dal comunicato stampa: “Gran sostenitore, per pigrizia, indolenza o estrema intelligenza del fare “buchi nella…
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O Signore, io ti ringrazio
d’aver dato al Mondo il vizio,
l’alto e solo benefizio
che quaggiù non soffre strazio…,
che accomuna in un sol dazio
ogni Caio ed ogni Tizio.
Che quaggiù ci sia sol spazio
per un cazzo e un orifizio,
ognun gridi mai non sazio
fino al giorno del giudizio:
O Signore, io ti ringrazio
d’aver dato al Mondo il vizio.
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Queste che, come gigli — sull’acqua la brezza trascina,
laggiù, di china in china, — quasi a remoti esigli
nubi, non forse un poco — son terra dell’anima tua,
che il sole colla sua — rapì, malìa di fuoco?
Diffusa Ella per mille — torrenti nei gorghi del mare,
dentro le conche chiare — dei laghi, e nelle stille
delle rugiade, o arcana — sopita negli antri, languìa
Ella di nostalgia — come un’anima umana.
Per i profondi cieli, — gli ignoti orizzonti, gli elisi —
tutto quanto ha sorrisi — e tutto quanto ha veli...
E si lasciò rapire — da un raggio, s’appese ad un lembo
di brezza errante, e in grembo — le si disciolse in spire.
Ernesto Ragazzoni, Nuvole
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[...]
Infine sempre mi si tolga al sole
in una cripta, a un labirinto in fondo;
e tutti quanti i fior che sono al mondo,
tralci di rose, cespi di vïole,
effondano la loro primavera
fin giù nel buio delle mie caverne.
Ma siccome son io ch’ho da goderne,
i miei fiori piantateli in maniera
che le radici siano volte in alto
e le corolle sboccino sotterra.
- Ernesto Ragazzoni, citato in Fiori a rovescio
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Per funghi, “Buchi nella sabbia e pagine invisibili, Ernesto Ragazzoni #ernestoragazzoni
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Ernesto Ragazzoni's "The Ballad Of The Ugly Gourd" (1890s)
Ernesto Ragazzoni was an Italian poet, born in Orta Novarese (near Novara, Italy) in 1870. After collaborating with an Italian gazette, he publishes his first poem collection in 1891. Titled "Ombra" ("Shadow"), it also comprised translations of works by Goethe, Edgar Allan Poe and Victor Hugo. After quitting his job at the bank, he pursues the literary career by publishing a novel titled "L'ultima dea" ("The Last Goddess") for a local newspaper, though it will then be continued by other authors. He then finds a job in the railway business, but continues to write and in 1901 he's in charge of the "Gazzetta di Novara" as editor. After being fired for verbally attacking the upper class people, he will be employed as foreign correspondent for the newspaper "La Stampa" in Turin. Most of his works will be published posthumously after the 1970s: "Poesie e prose" (Poems And Prose; 1978), "Le mie invisibilissime pagine" (My Super invisible Pages"; 1993), "I bevitori di stelle e altre poesie" ("The Star Drinkers And Other Poems"; 1997) and "Buchi nella sabbia e pagine invisibili - Poesie e prose" ("Holes In The Sand And Other Invisible Pages - Poems And Prose"; 2000).
The Ballad Of The Ugly Gourd
You called me «ugly gourd».
And that’s fine! But my fault
was really that dry
o Chérie, for such wig as this?
Are you sick or over sick
of me, maybe? Ernest’s right?
You called me «ugly gourd»
Isn't it much, for my fault?
The remorse is pecking me
as a tooth does to a steak!
I will go as far as Mecca
among Mameluke people.
You called me: «ugly gourd»!!
La ballata della brutta zucca
Mi hai chiamato: «brutta zucca».
E sta ben! Ma la mia pecca
fu davvero tanto secca
o Chérie, per tal parrucca?
Sei tu stucca od arcistucca
di me, forse? Ernesto azzecca?
Mi hai chiamato: «brutta zucca».
Non è assai, per la mia pècca?
Il rimorso mi pilucca
come un dente una bistecca!
Me ne andrò fino alla Mecca
tra la gente Mammalucca.
Mi hai chiamato: «brutta zucca»!!
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Ma la cosa che c’è in Affrica
e più merita attenzione
è il terribile leone,
ruggibondo e divorier.
Ernesto Ragazzoni, "De Africa"
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La vita è una prigione
in che l’anima hai chiusa,
uomo, ed invano brancoli
cercando alle pareti.
Ernesto Ragazzoni, Poesie
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