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#descrizioni
princessofmistake · 19 days
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Lo studio era pervaso dal ricco profumo delle rose e, quando la brezza estiva frusciava lievemente tra gli alberi del giardino, dalla porta aperta penetrava l’intenso effluvio dei lillà o la fragranza più delicata delle rose canine. Dall’angolo del divano di cuoio orientale sul quale era sdraiato, fumando come suo solito innumerevoli sigarette, Lord Henry Wotton intravedeva lo scintillio dei fiori dei maggiociondoli – del colore e della dolcezza del miele –, i cui tremuli ramoscelli parevano appena in grado di sopportare il fulgore di tanta bellezza. A tratti, fantastiche ombre di uccelli in volo guizzavano sulle lunghe tende di seta tirate davanti all’ampia finestra, e creavano un fuggevole effetto giapponese che gli ricordava quei pittori di Tokyo dal viso di pallida giada che, con i mezzi di un’arte fatalmente statica, tentano di esprimere sulla tela il senso del movimento e della velocità. Il cupo ronzio delle api – che si facevano largo tra i fili d’erba alta non falciata o roteavano con monotona insistenza intorno agli aghi impolverati d’oro dei caprifogli sparsi in terra – rendeva la sensazione d’immobilità ancora più opprimente.
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klimt7 · 2 years
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Sei tutte le domande che ti fai
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kommunic8 · 9 months
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A volte le cose pi`¨semplici sono quelle pi`¨difficili da descsrivere: prendete il buco, provate un po' a descriverlo per ciò che è e non per quello che non è, vi accorgerete di quanto sia difficile descrivere un buco. Ci stanno lavorando in filosofia e in ontologia, in fondo alla pagina vi metto il link ad un interessantissimo articolo che parla proprio di questo, è in in glese ma lo potete facilmente tradurre usando uno dei numerosi traduttori che trovate gratuitamente online. TRASCRIZIONE [ENG translation below] Oggi vi parlo dei buchi. Complice un articolo di filosofia interessantissimo, spassosissimo, che ho letto questa mattina, vi metterò un poi il link nelle note del programma, mi sono ritrovata a pormi una domanda che non mi ero mai posta in vita mia e cioè: che cosa è un buco? Dal punto di vista filosofico, ma anche dal punto di vista della descrizione, se voi doveste descrivere un buco avreste difficoltà a descriverlo, perché i filosofi e gli onltologi ancora non ci sono riusciti, ci stanno lavorando. È però una cosa che tutti riescono a individuare, anche i neonati individuano il buco, così come individuano invece gli oggetti presenti nella vita reale. Allora ci sono diverse scuole di pensiero sulla definizione del buco, alcune dicono: il buco è un'illusione perché non esiste, non è formato da nessun materiale e si può descrivere unicamente descrivendo quello che non è, cioè quello che lo circonda. Anche perché dal punto di vista linguistico si può cambiare la frase "c'è un buco nel foglio" dicendo "il foglio è perforato", quindi si cancella completamente la presenza del buco. Ci sono quindi diverse teorie che cercano di spiegare come si possa definire il buco e io me ne sono lette e sono molto interessanti. Ripeto, non avevo mai riflettuto su una cosa che fa parte della nostra vita, i buchi sono dappertutto, a cominciare dalle asole degli occhielli ai buchi dove infiliamo le prese quando attacchiamo il nostro computer. Quindi, alcuni dicono che i buchi sono delle porzioni descritte, qualificate di spaziotempo, quindi il mondo è pieno, l'Universo è pieno di spaziotempo, solo quando c'è il buco noi stiamo prendendo una sezione di questo spaziotempo e la stiamo definendo. Altre teorie parlano del buco come la materia negativa del materiale che le ospita. Ci sono delle caratteristiche, comunque che accomunano i buchi. Anzitutto i buchi, tenetevi forte, sono sempre parassiti perché non esistono isolati, hanno sempre bisogno di una materia che li ospiti. Poi i buchi sono sempre riempibili e non necessariamente scompaiono, a meno che non si riempiano con lo stesso materiale di cui sono formati, quindi il buco di sabbia se ci metto la sabbia dentro il buco sparisce, ma un buco in un pezzo di legno, se ci metto dentro della carta il buco continua a esistere, e poi il buco coesiste sempre con il materiale che lo forma, infatti non è che se riempio un buco il buco si sposti per lasciare lo spazio al materiale con cui lo sto riempendo, insomma, è un discorso lungo, vi metto il link, leggetelo perché è veramente così affascinante. Viva i buchi! TRANSLATION Today I talk about holes. Thanks to a very interesting, hilarious philosophy article that I read this morning, I will put a later link to it in the program notes, I found myself asking a question that I had never asked myself in my life and that is: what is a hole ? From the philosophical point of view, but also from the point of view of description, if you were to describe a hole you would have a hard time trying, because philosophers and onltologists still haven't succeeded, they are working on it. However, it is something that everyone can detect, even infants detect a hole, just as they detect objects present physically in real life. Then there are different schools of thought on the definition of a hole, some say: a hole is an illusion because it does not exist, it is not formed by any material and can only be described by describing what it is not, that is, what surrounds it. Also because linguistically you can change the phrase "there is a hole in the paper " by saying "the paper is perforated," so you completely erase the presence of the hole. So there are several theories that try to explain how a hole can be defined, and I have read about them and they are very interesting. Again, I had never thought about something that is part of our life, holes are everywhere, starting from the eyelet loops to the holes where we plug in the sockets when we plug in our computer. So, some say that holes are described, qualified portions of spacetime, so the world is full, the Universe is full of spacetime, only when there is the hole we are taking a section of this spacetime and defining it. Other theories speak of a hole as the negative matter of its host material. There are characteristics, however, that holes share. First of all, holes, brace yourself, are always parasites because they do not exist in isolation; they always need a host matter. Then holes are always fillable and they don't necessarily disappear unless you fill them with the same material they are formed of, so a sand hole, if I put sand in it, the hole disappears, but a hole in a piece of wood, if I put paper in it, the hole continues to exist, and then a hole always coexists with the material that forms it, in fact it's not that if I fill a hole, the hole moves to make room for the material I'm filling it with, in short, it's a long talk, I'll put the link, read it because it's really so fascinating. Long live the holes! LINK all'articolo https://plato.stanford.edu/entries/holes/?ref=thebrowser.com
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apettaa · 3 months
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Cielo limpido e il perfetto trono per una fata dei boschi
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newergrowup · 3 months
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l'accozzaglia più sgangherata. mi sento di dire solo questo.
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deathshallbenomore · 1 year
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god grant me the serenity to accept the week that’s about to start, the courage to go through it without experiencing any major trauma, the wisdom to avoid using violence against those colleagues who have been progressively creating a work environment that’s significantly less pleasant than what the guys from the lighthouse (2019) had going on
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janniksnr · 1 year
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<3
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Uno dei gesti scaramantici di Paolo Pulici era: "Oppure quando si tirava su i calzoncini fino a scoprire la natica per dare più slancio alla gamba che stava per tirare una punizione."
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sidmjkgc · 2 years
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Meh, scrivo meglio io.
Testo pagina uno:
All'improvviso una voce che non sentiva più da molti anni esplose con forza nella sua mente, "E' forse questo che hai imparato da me, fratello mio?" disse il Vento con un tono tagliente "non ti dissi che ti avrei insegnato le cose realmente importanti della vita? Finiscila di rinchiuderti nelle tue false convinzioni poiché tu stesso non credi veramente in esse!" Poi con voce più gentile continuò: "Vai da lei, fratello mio; devi sapere che come tu hai accettato Me e nostra sorella Acqua, lei accettò il Fuoco e la Terra, il Fuoco le insegnò la passione e la forza per affrontare le avventure della sua vita, la Terra le insegnò a ripararsi dai nemici e ad amare in un modo che solo la Terra e l'Acqua conoscono. Quando vi unirete voi diverrete uno." Dopo un attimo di silenzio la voce continuò e in un tono orgoglioso e fiero disse: "Bada bene, figlio degli elementi, il Fuoco è pari a me, e come me non potrà mai essere domato; esso nasce libero. E la Terra come l'Acqua, può difendere e colpire molto duramente, dovrai imparare che essa è in tutto e per tutto pari a te, non sminuirla mai, se ti comporterai sinceramente con lei, voi, figli degli elementi, sarete per sempre felici e in grado di affrontare qualsiasi avversità". "Addio amico" dissero i due spiriti all'unisono "rimarremo con te per sempre, ma ora diverremo parte di te in maniera diversa cosicché, quando in un altro mondo e in un altro tempo tu sarai un ragazzo come tanti e ti ricorderai di noi, saprai riconoscere il tuo amore così come è avvenuto oggi in questa notte particolarmente fredda di un inverno piuttosto comune…" [Shalafy / dicembre '97 ]
Testo pagina due:
La torre si ergeva nella spianata come un dito puntato verso il cielo e, cosi' come appariva all'elfa, sembrava il cielo beffeggiare. In quella terra di draghi e fate, di fiori e albe incantate, la torre restava l'unico elemento misterioso. Una roccaforte chiusa agli sguardi di tutti, dei viandanti cosi' come degli dei… L'ultimo baluardo del mistero. E per quella torre l'elfa aveva intrapreso un lungo e periglioso viaggio. Aveva lasciato la sua foresta e la sua casa, i suoi amici e la sua famiglia. Per quella torre, o meglio, per il suo oscuro occupante, l'elfa era li'. Sorrise nell'ultima luce del giorno. E i suoi piccoli denti spuntarono tra le labbra rosate. Come una giovane belva, l'elfa si mosse silenziosa tra la bassa vegetazione della spianata, tra cespugli carichi di frutti in quel tardo inverno che già recava con sé il presagio della primavera. Le narici di Fly-weyr fremettero cogliendo il profumo della resina. Ceppi di abete bruciavano nella torre, e all'elfa basto' chiudere gli occhi per cogliere l'immagine dell'oscuro mago che si scaldava davanti al camino, come un comune mortale. "Ah, mio Shalafy…", mormorò sogghignando… E poi, solo nel silenzio della sua mente, continuò: "Potresti carbonizzare interi eserciti con le tue sfere di fuoco, e te ne stai lì, a tendere le mani verso il fuoco come un contadino dopo una giornata nei campi…". E sorrise a se stessa Fly, sentendo che l'amore di lui lo rendeva umano e trepidante, e tenero, proprio come un uomo… Certo lei, elfa, non avrebbe mai potuto amare un comune mortale, ma le piaceva questo aspetto dell'oscuro mago che lo rendeva vulnerabile alle misteriose forze dell'amore. Ah, sì, non sarebbe stato facile tenerlo legato a sé. Non sarebbe stato facile contrastare le sue terribili collere, i suoi umori mutevoli, e lo sguardo ipnotizzante dei suoi obliqui e dorati occhi da felino… Era arduo il compito che si era scelta. Ma si sentiva pronta, e baldanzosa come una puledra un momento prima della corsa. Sorrise ancora Fly tornando a incamminarsi verso la torre. E nemmeno si meraviglio' quando il pesante portone di pietra si spalancò magicamente davanti a lei. "Shalafy, sono qui…", mormorò. E la risata selvaggia di lui le rimbombò nella mente… [Khy-ri /dicembre '97]
Testo pagina tre:
"A volte penso che se fossi un drago, sarei un vento tempestoso. Sarei un fuoco ardente, la fornace nel centro di un vulcano, il ribollire della lava. Un'onda di tempesta, che nasce alla fine del mondo, laggiù dove la terra è sconfitta dal mare. Sarei la terra che trema e tutto travolge, che inghiotte. Sarei la roccia che scivola, e corre, e rotola giù per l'irto pendio, e canta al cielo col suo clangore. Ma mi accorgo di essere un drago… E so di essere tutto questo. E di più… [Un drago - Giorgia M.]
[Source wayback machine: pagina uno e due -pagina tre]
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historicalbookimages · 2 months
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🦓 Descrizioni degli animali In Venezia: Nella stamperia di Carlo Palese, 1771-1775.
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princessofmistake · 8 days
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Lord Henry uscì in giardino e trovò Dorian Gray che affondava il viso nei grandi grappoli di lillà e ne beveva avidamente il profumo, come fosse vino. Si avvicinò e gli posò la mano sulla spalla. « Fate bene » gli sussurrò. « Curare l’anima con i sensi, curare i sensi con l’anima. » Il ragazzo sobbalzò e si ritrasse. Era a capo scoperto e le foglie gli avevano scompigliato i riccioli ribelli, aggrovigliandone i fili dorati. Aveva un’espressione allarmata, come quando si è svegliati di soprassalto. Le narici finemente cesellate fremettero e un qualche nervo nascosto scosse le labbra rosse, e le lasciò tremanti. « Sì, » continuò Lord Henry « questo è uno dei grandi segreti della vita: curare l’anima con i sensi e i sensi con l’anima. Voi siete una creazione meravigliosa. Sapete più di quanto credete di sapere e meno di quanto vorreste. » Dorian Gray corrugò la fronte e voltò la testa dall’altra parte. Non poteva far niente per sottrarsi al fascino di quel giovane alto e raffinato che gli stava vicino. Lo intrigava quel suo romantico volto dal colorito olivastro e l’espressione esausta. C’era qualcosa di assolutamente irresistibile nella sua languida voce dai toni bassi, e perfino le sue mani fresche e candide come fiori avevano per lui uno strano incanto: mentre parlava, si muovevano nell’aria come musica e sembravano possedere un loro linguaggio. Ma aveva paura di lui, pur vergognandosi di aver paura. Perché era toccato a uno sconosciuto rivelarlo a se stesso?
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falcemartello · 1 month
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della vita politica italiana, con particolare riferimento agli ultimi due inquilini del Quirinale.
Si tratta di parole il cui tenore letterale non è equivocabile, tanto è chiaro.
Parole pesanti come macigni perché Juncker è stato presidente della Commissione dal 2014 al 2019 e presidente dell’Eurogruppo dal 2005 al 2013.
Due crocevia fondamentali per la gestione della crisi finanziaria del 2009 e della crisi del debito del 2011-2012, che hanno messo in serio pericolo la tenuta dell’unione monetaria e della stessa #UE.
Juncker ricorda che “Vi sono personalità italiane che mi hanno profondamente marcato – risponde –.
Prima di tutto, Carlo Azeglio #Ciampi, uomo saggio e ponderato, ma anche Giorgio #Napolitano.
In questi anni di dibattiti feroci, gli italiani hanno dimostrato finezza nello scegliere i loro presidenti che si sono sempre differenziati dalla maggioranza delle personalità politiche italiane per la loro serietà e per la loro capacità a riflettere oltre la loro persona. Non amavano la combinazione, ma l’armonia”. In francese, il termine combinazione si riferisce al bizantinismo della politica italiana, agli accordi sottobanco, all’opportunismo fine a sé stesso.
“Con Giorgio #Napolitano e poi con Sergio #Mattarella, che appartiene alla schiera dei presidenti che ho appena citato, ho spesso negoziato, non dico in segreto ma senza troppa pubblicità, quando avevo dei problemi con i primi ministri italiani.
O meglio, quando i primi ministri italiani avevano dei problemi con il presidente della commissione europea.
Amavo i miei scambi con Giorgio Napolitano. Ascoltando le sue descrizioni della vita dall’interno del governo italiano sono diventato uno specialista di cose che non dovevo sapere…”.
Si tratta di parole pronunciate non da uno di passaggio, ma da chi ha cominciato a frequentare i corridoi e le stanze dei bottoni di #Bruxelles circa 40 anni fa, i cui ricordi potrebbero riempire più di un libro.
Ma sentirsi dire che, quando i primi ministri italiani avevano problemi con la Commissione, lui “negoziava” (in segreto, o meglio, senza troppa pubblicità) con Napolitano e Mattarella è come fare entrare un elefante in una cristalleria.
A quale tipo di problemi si riferisce?
Forse a qualche tentativo di resistenza del governo Berlusconi e del suo ministro Giulio Tremonti, rispetto a soluzioni di politica economica che hanno zavorrato il nostro Paese per 10 anni?
Oppure all’indecente pressione esercitata.
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abatelunare · 4 months
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Descrizioni azzeccate
Per definire lo stato attuale della via in cui abito potrei prendere in prestito le parole d'una canzone di Paolo Conte:
c'è un silenzio che descriverti non saprei
Dimenticavo. La canzone è Bartali.
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sisif-o · 8 months
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dopo un anno di terapia e di fatica sono riuscito a raccimolare le forze per decidermi ad iscrivermi all'università.
ma mi ritrovo a non sapere assolutamente su quale corso od indirizzo puntare; mi sono concentrato talmente tanto sullo scegliere se studiare o no, che ho tralasciato completamente il cosa.
e non poteva essere altrimenti, ho imparato che le scelte devono essere progressive, che sono un percorso, un susseguirsi di scalini.
e son contento, davvero, di aver fissato almeno un punto da seguire, ma ora mi ritrovo stordito e ubriaco di tutte le possibilità che mi si parano davanti.
non so come scegliere il corso: quello più adatto a me? quello che mi ispira? quello che mi fa lavorare?
devo studiare basandomi sul lavoro che vorrei fare? perché io non lo so che lavoro vorrei fare, io proprio non vorrei lavorare
devo studiare ciò che mi piace? leggo i corsi e le descrizioni, almeno virtualmente, mi piacciono tutte, anche e soprattutto perché sono fumose e vaporose, dicono tutto e niente e non si capisce veramente di cosa si tratta; un giorno fantastico sull'idea di studiare storia, il giorno dopo economia, la sera psicologia, il mattino seguente di tornare a lettere.
devo studiare qualcosa di utile? e come faccio a studiare qualcosa se non mi appassiona? se quantomeno non mi interessa?
avessi almeno la risposta ad una di queste tre domande probabilmente avrei già scelto il corso
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lunamagicablu · 7 months
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Il suo piacere nel camminare deriva dall’esercizio quotidiano, dalla vista degli ultimi sorrisi dell’anno sulle fulve foglie e sulle siepi appassite, e dal ripetere a sé stessa alcune delle mille descrizioni poetiche esistenti sull’autunno – quella stagione di peculiaree inesauribile influenza sull’idea di sapore e tenerezza – quella stagione che ha estirpato ad ogni poeta degno di esser letto un qualche tentativo di descrizione o qualche traccia di sentimento. JANE AUSTEN art by_julienlepingouin_ ************************* Her pleasure in walking comes from daily exercise, from seeing the last smiles of the year on the tawny leaves and withered hedges, and from repeating to herself some of the thousand existing poetic descriptions of autumn – that season of peculiar and inexhaustible influence on the the idea of flavor and tenderness – that season which has extirpated from every poet worth reading some attempt at description or some trace of feeling. JANE AUSTEN art by_julienlepingouin_
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angelap3 · 2 months
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Accadde oggi...
"Metti che tu hai lavoro per un operaio, e che per avere quel posto si presenta solo uno. Ti tocca dargli la paga che vuole. Ma metti che si presentano in cento.” Il ragazzo posò la raspa. Il suo sguardo s’indurì e la sua voce s’inasprì. “Metti che quel posto lo vogliono in cento. Metti che quei cento hanno dei bambini, e che quei bambini sono affamati. Metti che dieci centesimi bastano per comprare un po’ di farina di mais a quei bambini. Metti che cinque centesimi bastano per fargli mettere almeno qualcosa sotto i denti. E per quel posto si sono presentati in cento. Tu offrigli cinque centesimi, e vedi se non s’ammazzano tra loro per avere i tuoi cinque" centesimi".
(john Steinbeck, tratto da "Furore", 1939)
"Furore" è un romanzo che ti prende dall'inizio alla fine, facendo scoprire le dolorose vicende di un'America travolta dalla grande depressione e la tragedia dell'emigrazione di migliaia di persone, criticate ed avversate dell'ostilità da parte delle popolazioni dei luoghi attraversati. L'unico rimedio è la coesione della famiglia, al cui centro vi è una splendida donna, catalizzatrice e perno insostituibile. Fanno da sfondo dettagliate descrizioni della natura e, soprattutto, un'attenta analisi del fenomeno delle migrazioni di grandi masse di persone, sempre di stretta attualità, sulle quali l'autore si sofferma con calore e trasporto.
Il finale, quasi imprevisto, colpisce il lettore e dà il senso della concezione della vita di Steinbeck. Questo scrittore andrebbe letto sempre, dai giovani e dai meno giovani. Non soltanto questo libro, tutte le sue opere, sempre attuali e ben scritte. Ricordando oggi Steinbeck, nato il 27 febbraio 1902.
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