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#cucina salentina
la-scigghiu · 4 months
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....arte povera! 🦋
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agnesebascia · 2 months
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Cucina salentina
di Lucio Causo Basta recarsi ad un mercato di frutta e verdura per vedere che il menù salentino è quanto mai ricco e vario: banchi colmi di verdure, ortaggi, frutta e tutt’attorno macellerie, salumerie, pizzicagnoli, pescivendoli che decantano ad alta voce la qualità della merce e suggeriscono alle massaie invitanti proposte culinarie. La verdura che altrove è solitamente un contorno, qui da noi…
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personal-reporter · 9 months
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I tesori nascosti del Sud: Itinerari turistici nella Regione Puglia
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La Regione Puglia, situata nel Sud Italia, è conosciuta per le sue bellezze naturali, le spiagge mozzafiato e la sua ricca storia culturale. Tuttavia, ci sono molti tesori nascosti del sud che possono essere scoperti solo attraverso itinerari turistici specifici. In questo articolo, esploreremo alcuni di queste gemme nascoste che la Puglia ha da offrire. Itinerario nella Valle d’Itria La Valle d'Itria è una zona di campagna collinare situata nella provincia di Bari, caratterizzata da una serie di pittoreschi villaggi conosciuti come i trulli, abitazioni coniche in pietra scura dalle tetti a forma di cono che risalgono al XVII secolo. Il modo migliore per esplorare questa regione è in bicicletta, attraversando i sentieri che attraversano queste piccole località. Alcuni dei trulli più famosi nella Valle d'Itria si trovano a Alberobello, Patrimonio dell'umanità dell'UNESCO. Qui, i visitatori possono ammirare i famosi trulli, visitare il Museo del Territorio per scoprire la storia locale e godersi la cucina regionale nei ristoranti tradizionali. Un'altra gemma nascosta nella Valle d'Itria è Locorotondo, una città collinare con un labirinto di strade strette, tutti conosciuti come vicoli. Si può anche visitare la Chiesa di San Giorgio Martire, dove sono presenti affreschi del XVII secolo e la Canonica, una bella casa in pietra con un ampio giardino. Itinerario sotto terra: le Grotte di Castellana Mentre la maggior parte della regione Puglia è composta da terre piatte, ci sono alcune eccezioni. Le Grotte di Castellana si trovano nella città di Castellana Grotte, a circa 40 chilometri a sud di Bari. Le grotte sono state formate da un fiume sotterraneo nel corso di milioni di anni e sono lunghe oltre tre chilometri. Il percorso di visita permette ai turisti di scoprire le diverse formazioni rocciose che si formano nel corso degli anni, così come le diverse camere e grotte del sistema sotterraneo. Ci sono anche percorsi di difficoltà diversa, adatti a tutti i livelli. Itinerario nella città bianca: Ostuni Ostuni, anche conosciuta come la città bianca, è una città collinare situata sulla costa adriatica della Puglia. Il centro storico è caratterizzato da un labirinto di strade e vicoli acciottolati, tutti fiancheggiati da case imbiancate a calce e terrazze con vista sul mare. Ci sono molte attrazioni turistiche, come la Cattedrale del XV secolo, il Museo Civico e la Chiesa di San Francesco di Assisi. La città bianca è anche famosa per la sua cucina regionale, in particolare il cibo di mare fresco, le orecchiette fatte a mano e il cibo da strada pugliese come la rustica, un pasticcino ripieno di mozzarella, pomodoro e olive. Itinerario nella Puglia salentina La Puglia salentina è una regione situata nella parte meridionale della regione Puglia ed è caratterizzata da una serie di siti archeologici, chiese barocche e spiagge spettacolari. Uno dei luoghi più interessanti da visitare in questa zona è la cittadina di Galatina, nota per la Basilica di Santa Caterina d'Alessandria, una chiesa barocca del XVII secolo con un pavimento mozzafiato in ceramica. C'è anche il museo della Basilica, dove è possibile ammirare una serie di opere d'arte sacra. Anche la città di Otranto è un must-see nella regione salentina. Oltre alla spiaggia, la città è famosa per la Cattedrale di Otranto, un edificio risalente all'XI secolo con impressionanti mosaici paleocristiani. Itinerario in barca lungo la costa di Puglia Al di là delle terre asciutte, c'è anche un sacco di bellezze naturali da ammirare sulla costa della Puglia. Il modo migliore per esplorare questa costa è a bordo di una barca. Uno degli itinerari più popolari lungo la costa della Puglia è la Riserva Naturale di Torre Guaceto, un'area protetta nel comune di Brindisi. I visitatori possono ammirare la fauna locale, le spiagge incontaminate e fare snorkeling lungo la barriera corallina. Un'altra opzione è la Baia delle Zagare, una baia pittoresca situata nei pressi di Mattinata, sulla costa del Gargano. Si può noleggiare una barca e navigare lungo la costa, ammirando le pareti rocciose e le grotte marine. In conclusione, la regione Puglia offre una vasta gamma di attrazioni turistiche, ma ci sono anche molti tesori nascosti che possono essere scoperti solo attraverso itinerari specifici. Dalle Grotte di Castellana alle pittoresche cittadine della Valle d'Itria, dalla bellezza naturale delle riserve protette alla bellezza barocca dei centri storici, c'è qualcosa per tutti in questa regione meravigliosa. Fonti: - https://www.italymagazine.com/featured-story/southern-italys-hidden-gems-discover-puglias-unsung-wonders - https://www.nationalgeographic.com/travel/destinations/europe/italy/puglia/sponsored-10-dreamy-hidden-gems-to-discover-in-puglia/ - https://www.discoverpuglia.it/itinerari-turistici-puglia/valle-itria/ - https://www.cistour.it/puglia/castellana-grotte/visita-grotte-di-castellana/ - https://www.italytraveller.com/it/r/puglia/s/ostuni-guide - https://www.lonelyplanet.com/italy/puglia-salento-gargano/galatina/attractions/basilica-di-santa-caterina-di-alessandria/a/poi-sig/1561950/360032 - https://www.italytraveller.com/it/r/puglia/s/otranto-guide - https://www.paradisepuglia.com/itinerario-in-barca-sulla-costa-pugliese/ Fonte immagine: Di Berthold Werner, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=59357768 Read the full article
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cresy · 11 months
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IL PASTICCIOTTO LECCESE
Il Pasticciotto è un dolce delizioso tipico della cucina salentina in Puglia, in particolare Lecce, da cui prende il nome Pasticciotti leccesi; composti da un guscio di pasta frolla ripiena di crema pasticcera! Immaginate scrigni dalla forma ovale, colore dorato e una cupola leggera, friabili all’esterno, delicatamente profumati e dal cuore cremoso! Una vera bontà che nasce verso la fine…
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ginostigliani · 2 years
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Con le Sue mani prepara ancora piatti gustosissimi della grande tradizione contadina salentina. La Sig.ra Marta ogni sera cucina per i suoi clienti speciali max 40 persone. Cari pseudo chef stellati avete ancora tanto da imparare... lunga vita a questa grande donna.....e alla sua splendida famiglia..... (presso Agriturismo da Marta) https://www.instagram.com/p/Chic1pFjGfI/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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Nuovo post su https://is.gd/AoiPL9
Il pasticciotto leccese. Ma quando è stato creato? E da chi?
  IL PASTICCIOTTO LECCESE
Prezioso come un lingotto, sua maestà il Pasticciotto
di Raffaele Marullo*
  Il pasticciotto è il simbolo per eccellenza – e non solo culinario – del territorio leccese. Ma quando è stato creato? E da chi?
La prima ricetta scritta di quello che possiamo definire l’antenato del pasticciotto è da attribuire a Bartolomeo Scappi nella sua Opera. L’arte et prudenza d’un maestro cuoco, testo del 1570. Il cuoco associa la crema, a suo dire di provenienza francese, a un involucro da lui definito «cassetta del pasticcio»: egli riprende questa espressione per suggerire una preparazione (sia dolce sia salata) all’interno di una forma che poteva essere di terracotta o di rame stagnato. Stando a questa attestazione, quindi, un “pasticciotto” non sarebbe altro che un vezzeggiativo della parola “pasticcio”. In ogni caso è da sottolineare che, essendo Scappi conosciuto come il «cuoco secreto di papa Pio V», le sue ricette si sono certamente mosse all’interno di ambienti ecclesiastici.
Da Scappi si arriva direttamente alla citazione più antica e precisa del termine “pasticciotto” che si trova in un inventario redatto alla morte del vescovo di Nardò, il monsignore Orazio Fortunato, nel 1707: qui si menzionano «barchiglie di rame da far pasticciotto numero otto».  Ciò rafforza ulteriormente l’idea che sia il nome di questo prodotto sia la ricetta possano essere maturate in un ambiente ecclesiastico.
Ippolito Cavalcanti, nella sua Cucina teorico-pratica (1837), compilando la ricetta salata «Pasticcetti di pasta frolla», scrive: «[…] Potrai fare li tuoi pastiecetti, o tagliati col taglia pasta, o nelle formette, o nelle varchiglie…». Nello stesso volume, sono presenti anche ricette di dolci e torte farcite con crema pasticcera, che riconducono tutte all’idea del pasticciotto, da lui stesso peraltro menzionato nella «Pizza doce co la pasta nfrolla»: «[…] Co la stessa pasta, e co la stessa mbottunatura può fa pure li pasticciotti».
Tuttavia, consultando queste opere antiche possiamo riscontrare delle differenze rispetto alle ricette attuali soprattutto per quanto riguarda il lessico: molti di quei termini che per noi sono di uso comune in passato erano utilizzati in modo diverso.
Nella ricetta di Scappi, l’unico elemento che manca, per essere del tutto assimilabile a quella del pasticciotto, è la descrizione di un’eventuale copertura della «cassetta del pasticcio», una volta riempito, con l’impasto stesso, come invece farà Ippolito Cavalcanti nella ricetta «Pizza doce co la pasta nfrolla», che lui stesso associa al metodo per fare i pasticciotti, dicendo: «ncoppa nce miette l auta pettola de pasta e la farraje cocere». Per “pettola”, termine usato anche da Scappi, si intendeva una piccola porzione di pasta appiattita, un termine che è finito anch’esso per identificare un’altra ricetta tipica salentina, le pìttule.
Un’altra ipotesi riguardo la nascita di questo prodotto può essere legata alle varchiglie alla cosentina che, nel 1300 a Cosenza, venivano prodotte dalle monache Carmelitane scalze.  Alcuni sostengono che questo nome derivi dallo spagnolo barquilla (“cestino”) o dal volgare varca (“barca”), ma gli Aragonesi, in realtà, arrivarono nella regione oltre un secolo più tardi. Le varchiglie erano composte da un involucro esterno costituito da una specie di pasta frolla e ripieno di pasta di mandorla cui si dava la forma di una barchetta; nel complesso sono considerate le antenate dei bocconotti meridionali e anche del nostro fruttone salentino. Il nome, la preparazione e la forma non possono che ricondurre al pasticciotto e proprio il termine “bocconotto” in dialetto salentino viene ancora inteso come variante del pasticciotto.
Oltre che con il generico bocconotto dell’Italia meridionale, il pasticciotto salentino, sia per il nome sia per la ricetta, ha un nesso con quello campano che oltre alla crema pasticcera prevede l’impiego dell’amarena come descritto nella ricetta delle «Bucchinotte d’amarene» di Cavalcanti. Non sappiamo se questo prodotto preesistesse rispetto a quello leccese o se, viceversa, sia stato importato dal Salento, come non sappiamo se il fruttone leccese, che abbiamo ipotizzato derivare dalla varchiglia calabrese, possa derivare anche dalle bucchinotte d’amarene napoletane, di cui esiste una variante più simile ad esso nella penisola sorrentina nella quale viene aggiunta nel ripieno anche la pasta di mandorla.
Quel che è certo è che in passato la consumazione di questi prodotti era limitata alle classi agiate come specifica Pellegrino Artusi nella sua opera La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene (1891-1910). Tenendo conto degli influssi napoletani nella società leccese del tempo, i pasticciotti menzionati nell’inventario di Nardò forse potevano già contenere l’amarena.
Rispondere esaurientemente alle domande iniziali non è quindi possibile e tutto sommato non è neppure auspicabile perché, come spesso accade, è la trasmissione dei saperi, la registrazione, gli intrecci e le contaminazioni che hanno dato vita a quelle tradizioni poi considerate “locali”, a volte anche in maniera campanilistica, e che invece sono già figlie di tanti luoghi e tante storie.
  Raffaele Marullo, di Nardò, è diplomato presso la Scuola Internazionale di Cucina Italiana, Corso Superiore di Pasticceria, di Colorno (Parma), fondata da Gualtiero Marchesi
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foxpapa · 5 years
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Nel Salento la cena sembra una favola
Un viaggio nel tempo all'interno di un borgo nella Grecìa Salentina
Per l'evento "A cena con la duchessa" il 7 e 8 giugno il castello de Gualtieris a Castrignano de' Greci si risveglia come nelle favole: è questo il tema della rievocazione storica e ricostruzione gastronomica, ideata e messa in scena da Sara Latagliata, chef manager di Nobili Pasticci. Grandi e piccini si ritrovano catapultati nelle magiche atmosfere del Rinascimento e per una notte diventano nobili salentini del '500. Si cena gourmet con piatti d'ispirazione rinascimentale e la storia del castello è raccontata dagli attori di Improvvisart. Per esprimere la dimensione fiabesca e raccontare i momenti salienti della serata i fotografi Sergio de Riccardis e Pablo Peron hanno immortalato i partner della serata, trasformati per l'occasione in personaggi delle favole nel giardino botanico La Cutura: Biancaneve (Barbara Politi) addormentata e circondata dai prodotti di eccellenza della gastronomia pugliese; il bianconiglio con l'orologio (Pierpaolo Lala), che sollecita tutti a recarsi al castello; il pifferaio magico (Cosimo Protopapa) seguito dagli attori Improvvisart che animeranno la serata; la Regina cattiva (Lela Tommasi), che chiede allo specchio quanti nobili pretendenti incontrerà durante la cena. E poi Alice e il Cappellaio Matto (Chiara Eleonora Coppola e Gianpiero Pisanello) a tavola pronti a degustare i piatti; la Sirenetta Umana (Viola Margiotta) con in mano la forchetta di cui si racconta la storia durante il banchetto; il Mago Merlino (Andrea Starace) con tutti gli elementi per una perfetta mise en place; Hansel e Gretel che lasciano a terra le mini duchesse di pasta di zucchero omaggio per gli ospiti e Pinocchio e il mangiafuoco (Francesco Quinto) che presentano lo spettacolo per i bambini. Infine la Bella (Federica Stella Blasi) nella libreria dell'Istituto Calsaziano di Campi Salentina con il manuale di cucina rinascimentale di Bartolomeo Scappi, cuoco segreto di Papa Pio V a cui la chef si ispira per la cena, i 7 nani con i cestini contenenti i prodotti della cena e Maga Magò, ovvero Sara Latagliata, intenta a compiere magie in cucina
Info: Nobili Pasticci, tel. 320 7619280, www.nobilipasticci.it
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amykennellyviellieu · 2 years
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Cuisine of Puglia & Salento Peninsula
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Based in Chicago, Amy Kennelly Viellieu has a background in volunteering and working with the Posse Foundation, which provides underserved students with college access programs. An avid traveler who has conversational knowledge of Italian and has studied abroad in Lucca, Amy Kennelly Viellieu has had the opportunity to visit and explore the region of Puglia. Situated at the heel of the “boot” that comprises Italy, Puglia is defined by the scenic Salento Peninsula and Mediterranean seafaring traditions. When it comes to culinary traditions, a “cucina povera” ethos prevails that emphasizes simple, fresh ingredients such as seafood, homegrown herbs, olive oil, and chickpeas. Bari’s piazzas and beaches are crowded with stalls selling pizzette and fried polenta, and the city also has vendors who create hand-rolled pasta each day on the streets. Orecchiette, or “small ears,” are a popular type of pasta that typically pair with garlic and broccoli rabe (cime di rapa), as well as ricotta cheese and fresh tomato. One unique on-the-go item is the puccia, a pizza dough sandwich filled with cheese, meat, and vegetables. Another distinctive Puglia dish is the baccala alla salentina, which combines salted, dried cod with a sprinkling of pecorino cheese, breadcrumbs, and tomato. This takes on new flavor and texture when baked oven-crisp with potatoes.
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giorgiodecesario · 2 years
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Un Convivio all’Avanguardia ne La Casa degli Artisti …e Vincent, sempre lui, allestì una grande mostra nella Casa degli Artisti, aveva sempre voglia di tornare, lui, e stavolta organizzò un evento megagalattico, coinvolgendo alcuni grandi sia del presente che del passato. Tutti pronti a seguirlo nella nostra residenza pur di trascorrere qui alcuni giorni godendo della nostra ospitalità. Con lui c’era il grande Pierre-Auguste (Renoir), accompagnato dai suoi canottieri della Senna, opera esposta da noi in quella circostanza; e poi c’erano Pablo e Jackson (Pollock), rispettivamente con le signorine di Avignone e con alcune convergenze, tele famosissime che furono esposte da noi per la prima volta; e poi un grande ritorno, quello di Andy, stavolta insieme al compagno Basquiat, che aveva lasciato la nota singer Madonna pur di trascorrere un po’ di giorni con il caro Andy; e poi ancora la perfida Frida che si era offerta di accompagnare Vincent, noto sciupafemmine, avendo saputo che sua moglie Lisa non sarebbe stata presente…infine si era unito alla comitiva il severo Piet (Mondrian) con le sue geometrie da esporre nella mia galleria. Ma non solo. Approfittò del suo breve soggiorno per arricchire la nostra suite Mondrian con i suoi colori e le sue forme squadrate. Quindi Piet si sistemò con Jackson nella suite Mondrian, uno nel lettone e l’altro nel divano letto rosso scarlatto, Vincent occupò come sempre la sua stanza, la Van Gogh, stavolta accompagnato da quell’invadente di Frida; Pierre-Auguste volle andarsene da solo tra i ghirigori e le note della stanza Bach, musicista che aveva sempre ammirato; anche Pablo volle andare a dormire da solo nella stanza Leonardo, dove le opere del grande maestro gli avrebbero fatto di sicuro buona compagnia. Andy e Basquiat invece se ne andarono nella stanza D’Annunzio per respirare aria liberty e poesia. Anche quella mostra collettiva fu un successo di pubblico e di critica, come del resto le nostre cene in loro compagnia. Andy si era portato appresso un po’ di scatolette di minestra Campbell per sé e per gli amici ma è inutile dire che nessuno ne mangiò…la cucina salentina soddisfa i palati più esigenti…see you next week! (presso La Casa Degli Artisti) https://www.instagram.com/p/CaQAiaIq1_o/?utm_medium=tumblr
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agnesebascia · 3 months
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Salento e natura
di Lucio Causo La cucina salentina si basa principalmente sui prodotti della natura: verdure e ortaggi, come peperoni, patate, zucchine, melanzane, carciofi, bietole, cicorie, asparagi, rape, cavoli, cipolle, zanguni e paparina (tarassaco e foglie appena germogliate di papavero rosso) e pampasciuni (lampascioni, da mangiarsi lessati, arrostiti o fritti). Seguono poi i legumi, come ceci, fagioli,…
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zinicaviaggi · 3 years
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Con noi, in Puglia, potresti passare le notti in un trullo, per respirare la magia di un’Alberobello dimenticata. Oppure in una masseria, cenando tra gli ulivi con i prodotti tipici del territorio e piatti della cucina salentina. In Toscana potresti trascorrere notti da sogno in un antico podere, tra le morbide colline grossetane accanto a borghi e città ricche di cultura. Oppure potresti dormire in un'antica casa colonica a due passi da spiagge, dalla pineta mediterranea e soprattutto, dalle meravigliose Terme di Saturnia. In vacanza con noi, anche dormire diventa un’esperienza da ricordare! (presso Zinica Viaggi) https://www.instagram.com/p/CQ5vXG0Bk-P/?utm_medium=tumblr
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Il weekend del 1-2-3-4 Luglio 2021 va in scena all'interno della rassegna Vivi L'Estate la 5° edizione di Puglia in Festa 2021 | Seregno (MB) nella centrale Piazza Risorgimento! 🔥 CUCINA PUGLIESE TRADIZIONALE 🇮🇹 TANTE SPECIALITÁ REGIONALI 🎵 MUSICA LIVE & EVENTI 🛍️ GIOVEDÌ APERTURA SERALE NEGOZI 🍽️ SERVIZIO RISTORAZIONE 🍷 BIRRE ARTIGIANALI & VINI SELEZIONATI 🎫 INGRESSO GRATUITO 🌲 AREA RELAX CON TAVOLI Siete pronti a gustare Orecchiette, Pasticciotto, Panzerotti fritti e al forno, Focaccia barese, Puccia salentina ripiena, Taralli di tutti i tipi, Bombette di carne con capocollo e caciocavallo, Polpette, Pomodori secchi e tante altre golosità? https://www.instagram.com/p/CQqyhElp80Ts2BApTfO_u02Y3qjle7etGOAOJw0/?utm_medium=tumblr
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muatyland · 3 years
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Recensione "Come un faro nella notte" di Maria Katja Raganato
Recensione "Come un faro nella notte" di #MariaKatjaRaganato Amazon -> https://amzn.to/304kInH
Un’antica casa nel centro storico di Gallipoli, nelle cui viuzze si respira l’odore frizzante della salsedine, che si mescola agli intensi aromi della cucina tipica salentina, fa da palcoscenico a diversi personaggi. Una giovane che, giunta alla soglia del suo trentacinquesimo anno di età, decide di dare una svolta ad un’esistenza piatta, lasciando un lavoro che non la gratifica e trasferendosi…
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almaredamarra · 3 years
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CIS: LE07506691000007951 " TORRE PALI " BELLISSIMO APPARTAMENTO  A 150 M DAL  MARE DEL SALENTO  Un mare cristallino che gia' alle prime ore dell'alba si fa vedere in tutta la sua superba bellezza emanando profumi intensi, che in pochi attimi trascinano gli ospiti verso le prelibatezze nostrane, sia marinare che contadine. Lo stesso mare poi, quello vicinissimo alla abitazione raggiungibile a piedi e' di spiaggia sabbiosa,  molto comodo per bambini; il lungo litorale sabbioso con tantissima spiaggia libera e lidi attrezzati invece è raggiungibile in pochi minuti a piedi, poichè dista dalla casa circa 150 metri. La casa è situata al piano terra, indipendente appena ristrutturata  composta da: - 1 camera matrimoniale - 1 camera con 2 letti singoli che possono formare un letto matrimoniale -Soggiorno con divano letto - Cucina - Bagno completo Dalla suddetta località marina si possono visitare i posti più belli e affascinanti della provincia leccese e a pochi passi  dai più incantati lidi sabbiosi convenzionati della costa ionica salentina e dal bellissimo centro storico di Gallipoli con le sue Chiese, in una località accogliente e magica come Torre Pali. L'appartamento è situato in una zona molto tranquilla e silenziosa e vicino la piccola bellezza del mare Il litorale è basso e sabbioso, caratterizzato dalla presenza di dune retrostanti ricoperte da macchia mediterranea. La località prende il nome dall'omonima torre di avvistamento cinquecentesca. L'antico borgo di pescatori si è sviluppato diventando un'importante località turistica. Un vero paradiso  per chi vuole fare un bel bagno nell'acqua cristallina delle conche di sabbia e per tutti gli amanti dello snorkeling che potranno ammirare i fondali intorno all'isola. Ogni venerdì sera sulla litoranea viene allestito un lungo e fitto mercato, famosissimo in zona.  L'ALLOGGIO  E' PRONTO PER POTERVI OSPITARE E FARVI PASSARE DELLE VACANZE INDIMENTICABILI NEL MERAVIGLIOSO MARE DEL SALENTO. (presso Spiaggia di Torre Pali) https://www.instagram.com/p/CLlugO1lREx/?igshid=1d2o027aly671
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Nell’epopea degli “ppoppiti”, la ricerca dell’identità salentina,
Giorgio Cretì
  Poppiti (Il Rosone, 1996) è un romanzo moderno che ha sapore d’antico.
Ne è autore Giorgio Cretì (1933-2003), scrittore salentino, nato a Ortelle, in provincia di Lecce, ma trasferitosi presto a Pavia. Autore di vari racconti pubblicati su “Il Rosone”, la rivista dei pugliesi di Milano, e su altri periodici, Cretì, membro dell’Associazione Stampa Agroalimentare, ha dedicato i propri interessi di studio prevalentemente al settore della gastronomia e della cucina, dando alle stampe pregevoli testi come: Erbe e malerbe in cucina (Sipiel, 1987), il Glossario dei termini gastronomici, compresi i vocaboli dialettali, stranieri e gergali, annesso al volume I grandi menu della tradizione gastronomica italiana (Idea Libri, 1998), Il Peperoncino (Idea Libri, 1999), La Cucina del Sud (Capone Editore, 2000), A tavola con don Camillo e Peppone (Idea Libri, 2000), La Cucina del Salento (Capone, 2002), ed altri.
Il romanzo narra una storia d’amore che si volge nella campagna salentina, a Masseria Capriglia, fra Santa Cesarea Terme e Vignacastrisi, dove vivono i protagonisti del racconto, Poppiti appunto (o, nelle varianti Ppoppiti, con rafforzamento della lettera iniziale, o ancora Ppoppeti).
Varie le etimologie di questo termine gergale, ma la più accreditata è quella che lo fa risalire al latino post oppidum, ossia “fuori dalle mura del borgo”, ad indicare nell’antica Roma coloro che abitavano fuori dalle mura fortificate della città, dunque i contadini.
Questo termine è passato ad indicare la gente del Salento e in particolare dell’area più meridionale, ovvero di un territorio caratterizzato fino a cinquant’anni da un paesaggio prevalentemente agricolo e dominato dalla civiltà contadina.
ph Giorgio Cretì
  La storia si svolge all’inizio del secolo Novecento e gli umili contadini del racconto sono Ia e Pasquale, il quale è chiamato alla guerra di Libia del 1911 ed è così costretto a lasciare soli la moglie ed il bimbo appena nato. L’assenza di Pasquale si protrae a lungo perché in guerra egli viene fatto prigioniero. Quando ritorna nel Salento, con grandi progetti per la sua famiglia, Pasquale non trova però la situazione ideale che aveva immaginato ma anzi incombe sulla Masseria Capriglia una grave tragedia.
Del romanzo è stato tratto un adattamento teatrale dalla compagnia “Ora in scena”, per i testi della scrittrice Raffaella Verdesca e la regia dello studioso Paolo Rausa. La rappresentazione teatrale è stata portata in vari teatri e contesti culturali a partire dal 2013 con un discreto apprezzamento di critica e di pubblico. In particolare, fra il maggio ed il giugno del 2014, ad Ortelle, città natale dello scrittore, nell’ambito della manifestazione “Omaggio a Giorgio Cretì”, venne allestita in Piazza San Giorgio, la mostra di pittura Ortelle. Paesaggi Personaggi … con gli occhi (e il cuore) di Carlo Casciaro e Antonio Chiarello, presso Palazzo Rizzelli. Ortelle commemorava così un suo figlio illustre, con una serie di incontri e conferenze e con la messa in scena dello spettacolo teatrale, a cura di Raffaella Verdesca e Paolo Rausa. Le parole del romanzo di un cultore di storia patria si intrecciavano ai colori e alle immagini di due artisti del pennello, anch’essi ortellesi. La mostra pittorica di Casciaro e Chiarello ha portato alla pubblicazione di un catalogo dallo stesso titolo della mostra, con doppia speculare copertina, realizzato con il patrocinio del Comune di Ortelle, dell’Università del Salento, del CUIS e della Fondazione Terra D’Otranto.
Sulla copertina, in una banda marrone nella parte superiore, si trova scritto: “Per un antico (pòppitu) eroe. Omaggio a Giorgio Cretì”. Nella parte centrale, la foto di un bellissimo antico portale del centro storico di Ortelle. All’interno del volumetto, Casciaro e Chiarello si dividono equamente gli spazi: da un lato le opere dell’uno e dal lato opposto quelle dell’altro, realizzando una sorta di residenza artistica o casa dell’arte su carta. Il catalogo è introdotto da una bellissima poesia di Agostino Casciaro, dedicata proprio ad Ortelle e da una Presentazione della critica d’arte Marina Pizzarelli.
uno dei dipinti di Carlo Casciaro
Quindi troviamo i volti di Carlo Casciaro, fra i quali il primo è proprio quello dello Pòppitu Cretì, in un acrilico su tela del 2014; poi quello di Agostino Casciaro, tecnica mista 2014, e quello del pittore Giuseppe Casciaro (1861-1941), ch’è forse la maggior gloria ortellese, pittore di scuola napoletana, del quale Carlo è pronipote. Inoltre, l’opera Ortelle, acrilico su tela 2012, con una citazione di Franco Arminio; Capriglia, acrilico su tela 2014, con una citazione dal romanzo di Cretì; Largo Casciaro, acrilico su tela 2013, e infine una scheda biografica di Carlo Casciaro. Di Carlo ho già avuto modo di scrivere che dalla fotografia alla pittura, egli comunica attraverso la sua arte totale. (Paolo Vincenti, L’arte di Carlo Casciaro in “Il Galatino”, 14 giugno 2013).
Laureato all’Accademia di Belle Arti di Lecce, ha vissuto a lungo a Milano prima di ritornare nel borgo avito e qui ripiantare radici. L’oggetto privilegiato della sua pittura è il paesaggio salentino. Il suo è un naturalismo che richiama quello dei più grandi maestri, come Vincenzo Ciardo. È un paesaggismo delicato, fuori dal convenzionale, dal naif. Nelle sue tele, dai vivaci colori, in cui vengono quasi sezionati i reticolati urbani dei nostri paesini, più spesso le aree della socialità come le piazze, gli slarghi, le corti, si ammirano animali quali pecore, buoi, galline, gazze, convivere in perfetta armonia con oggetti e persone, in un’epoca ormai lontana, fatta di ristrettezze e di fatica, quella della civiltà contadina del passato. Il segno colore di Casciaro dà ai suoi paesaggi un’immagine di gioia temperata, di una serenità appena percepita, cioè non un idillio a tutto tondo, tanto che il cielo incombente sulle scene di vita quotidiana sembra minaccioso e il sole non si mostra quasi mai.
Nel microcosmo di una piccola e fresca cantina nella quale ha ricavato il suo studio, oggi Carlo fotografa vecchi e vecchine, parenti, amici, personaggi schietti e spontanei di quella galleria di tipi umani che offre la sua comunità, li immortala nei suoi ritratti a matita e pastello e li appende con le mollette a dei fili stesi nella cantina a suggellare arte e vita, sogno e contingenza. Una delle sue ultime realizzazioni infatti è Volti della Puteca Disegni-Foto-Eventi, Minervino Ortelle Lecce 2016 (Zages Poggiardo, 2017).
Mutando verso del catalogo, si ripetono la poesia di Agostino Casciaro e la Presentazione di Pizzarelli, e poi troviamo le opere di Antonio Chiarello. Fra i versi di Antonio Verri e Vittorio Bodini, sette acquerelli con una piantina turistica di Ortelle, cartoline e vedute panoramiche della città di San Vito e di Santa Marina e una Vecchia porta + vetrofania, L’uscio dell’orto (…e lucean le stelle), tecnica mista del 2011. Quindi, la scheda biografica di Antonio Chiarello. Anche di Antonio, fra le altre cose, ebbi a scrivere che egli, laureato all’Accademia di Belle Arti di Lecce, utilizza, per le sue Pittoriche visioni del Salento, le tecniche più svariate con una certa predilezione per l’acquerello. (Paolo Vincenti, Da Sant’Antonio ad Antonio Chiarello in “Il Paese Nuovo”, 18 giugno 2011).
Nel 2005 Chiarello ha realizzato per la prima volta la mostra devozionale “San’Antonio giglio giocondo…”, con “tredici carte devozionali” dedicate al suo santo onomastico ed ha portato questo progetto- ex voto in giro per la provincia di Lecce in tutti i paesi dove vi sia il protettorato o almeno una devozione per il santo. Visceralmente legato alla patria salentina, Chiarello ne ha dipinto le grotte, i millenari monumenti, gli alberi, i suoi borghi incantati, le bellezze di Castro e di Porto Badisco, di Santa Cesarea e di Otranto, di Muro Leccese, di Poggiardo e di tutta la costa adriatica leucadense.
Autore anche di svariate realizzazioni grafiche e di manifesti, nella sua avventura umana ed artistica, ha interagito con amici quali Antonio Verri, Pasquale Pitardi, Donato Valli, Antonio Errico, Fernando Bevilacqua, Rina Durante. All’epopea degli ppoppiti, Chiarello e Casciaro confessano di sentirsi intimamente vicini per cultura, formazione e scelta sentimentale.
Ecco allora, nell’ideale ricerca di un’identità salentina, la pittura dei due artisti poppiti salentini intrecciarsi, in fertile connubio, con la scrittura di uno poppitu di ritorno quale Giorgio Cretì.
Nell’epopea degli “ppoppiti”, la ricerca dell’identità salentina, in Identità Salentina 2020, Salento Quale identità quale futuro? Contributi e testimonianze per la cultura e il governo del territorio, Italia Nostra sezione Sud Salento, a cura di Marcello Seclì, Collepasso, Tip. Aluisi, 2021
Su Giorgio Cretì vedi:
Giorgio Cretì – Fondazione Terra D’Otranto (fondazioneterradotranto.it)
L’omaggio di Ortelle a Giorgio Cretì con la presentazione del volume antologico delle opere – Fondazione Terra D’Otranto (fondazioneterradotranto.it)
 Giorgio Cretì come uno sciamano – Fondazione Terra D’Otranto (fondazioneterradotranto.it)
Storia di guerra e passione nel Salento rurale – Fondazione Terra D’Otranto (fondazioneterradotranto.it)
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