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#costumi storici
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Torino - RAI Museo della Radio e della Televisione
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gcorvetti · 4 months
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La cultura del nulla.
Partirei col dire che oggi che è il giorno della memoria 'corta' ci si è dimenticati di una lezione dura, come detto altre volte non impariamo dai nostri errori, sapendo che l'olocausto non fu solo per gli ebrei ma anche per tutte quelle minoranze che non andavano bene al regime nazista come i nomadi, gli omosessuali e quelli dalla pelle non bianca, ma di norma questo giorno viene considerato solo per gli ebrei. Quei poveri cristi gassati o uccisi male non hanno niente a che fare con quello che sta succedendo adesso tra israele e la palestina, netanyahu e compagnia bella non sono gli stessi, decisamente, e su questo e quello che c'è attorno ci sarebbe molto da dire, ma mi fermo qua perché il post non è dedicato a loro o al massacro che stanno facendo da mesi sotto gli occhi di tutti senza che nessuno che abbia un minimo di voce in capitolo faccia qualcosa.
Ieri si è aperta la stagione che vede Tartu (la città estone dove vivo) come capitale europea della cultura. Sono andato a prendere un caffè con la piccoletta che a fine mese si trasferisce in Svezia e abbiamo visto nel gelo della giornata parecchie persone vestite con i costumi tradizionali e in piazza c'era un palchetto con musica terribile, facevano le prove. Li per li pensavo che è legato a una delle loro celebrazioni, ho letto qualche post del compleanno del paese o qualcosa del genere, ma mi sbagliavo. Poi la sera arrivava da non molto lontano l'eco di musiche tecno e house a volumi esorbitanti e la mia compagna mi ha detto che è iniziato il periodo della cultura. Quale cultura? Questo paese al confine del mondo conosciuto, di fatto non viene mai calcolato nelle statistiche europee, nato da pochissimo, se si considera che si sono liberati dall'unione sovietica nel 91 e che gli anni 90 li hanno passati ad assestarsi, si può capire che in realtà il paese ha più o meno 25 anni, niente se si paragona a paesi europei come il nostro o altri che hanno contribuito alla storia e alla creazione di questa civiltà in declino. Ma in quegli anni i governi hanno puntato sulla tecnologia, avrete sentito che l'Estonia è una piccola silicon valley e fin qua niente da dire se si pensa che alcuni software di successo sono stati creati qua, skype e nod32 in testa, ma quello che hanno fatto è stato creare una società stile americano, degli stati uniti, ma assorbendo la parte peggiore quella del puritanesimo per avere una facciata bella ma con un interno vuoto e spesso orribile. Questo ha influenzato la cultura, ovviamente, che è stata messa da parte per dare al popolo l'idea che il lavoro sia una priorità assoluta e che tutto il resto è superfluo. C'è anche da non sottovalutare l'enorme gap che hanno questi paesi, quelli del ex blocco sovietico, in termini di tempo (furono inglobati nel 1940) e siccome i russi non volevano che niente di occidentale venisse venduto o riprodotto o consumato dai popoli sottomessi ecco che tutto quello che abbiamo avuto noi, a livello culturale artistico e letterario nel bene e nel male, loro non l'hanno visto. Recuperare 50 anni di storia e di cultura mondiale non è facile, anzi è quasi impossibile perché i periodi storici e i cambiamenti sociali e culturali si devono vivere e capire per poi progredire, loro no, una volta liberi hanno preso quello che pochi e avidi personaggi propinarono loro attraverso i media, quindi parecchio mainstream e qualcosa che recuperavano dagli anni precedenti, per farvi un esempio quelli della mia età e più grandi ricordano con amore i nostri cantanti come Toto Cutugno, Al bano e Romina i ricchi e poveri e tutti quelli di quei San Remo primi anni 80, io dico che i russi li torturavano con il festival come battuta ma in pochi la capiscono perché il nostro festival non lo conosce quasi nessuno, è una cosa prettamente nostra e soprattutto poco esportabile. Si può capire da questa piccola storiella come l'interesse per le arti in generale non sia una priorità per l'estone medio, per carità ho conosciuto persone che hanno una buona cultura musicale, visto che sono del ramo, molti conoscono l'arte e così via, ma perché sono anche loro nel campo ed è logico che prendendo una nicchia cercano di esplorarla il più possibile, anche grazie al mezzo internet. Ma mi è capitato anche di parlare con persone che non conoscono neanche i loro di cantanti, non dico nomi astrusi di nicchia stranieri, ma neanche quelli locali che ve li sbattono ovunque in tutte le salse? Questo la dice lunga quanto sia bassissimo l'interesse.
Quindi la domanda è : Quale cultura andate a celebrare in questo periodo visto che siete la città della cultura europea? Se poi considerate che schifate lo straniero e quindi non tollerate altre forme culturali, cosa andate a mostrare? La cultura dell'alcol? O quanto siete copia e incolla fatto male di un mondo che non ha niente a che vedere con l'Europa?
Questo è a grandi linee un paese che sulla carta è moderno e innovatore, ma che se sposti la carta vedi tanto di quel marcio che diresti 'Ok, statevi per fatti vostri per altri 150 anni poi ne riparliamo'. A me non frega molto fra 2 settimane torno in Trinacria per un periodo XY a rigenerarmi da tutto questo e non so neanche se tornerò più a vivere qua, ma questo dipende molto da come si mettono le cose con lei. Da noi si dice "comu finisci si cunta" (quando finisce si racconta). Penso che l'album giusto sia l'immortale capolavoro del Banco
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t-annhauser · 6 months
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Don Carlo e l'on liter in quater
[cose fra me ed @egemon]
Quest'anno danno il Don Carlo e io non ne so praticamente nulla, con Verdi mi sono fermato alla trilogia popolare, avrò sentito sì e no una volta e per caso La canzone del velo ("nel giardin del bello saracino ostello", che è una fantasia spagnoleggiante molto canzonettabile, da friggere sugli organetti di strada), ma niente di più. Voi direte: chi se ne importa, solo ai vecchi, ai vips e a qualche ultimo giapponese nostalgico del melò interessa la prima della Scala. Può essere, ma io sono un passatista, un uomo attaccato a idee e costumi che hanno fatto il loro tempo, e la grandezza dell'opera lirica ancora mi tocca, sebbene non mi piacciano tutte le opere liriche... mi piacerebbe vedere un bel Le nozze di Figaro, per esempio, un bel Mozart in accoppiata con Da Ponte, il mio librettista preferito, e invece insistono con questi melodrammoni storici... che palle. C'è Anna Netrebko che i giornali ci tengono a precisare "filoputiniana", la filoputiniana Netrebko: ora, a me non è che mi abbia mai fatto impazzire al di là della presenza scenica, ma svilirla così, utilizzando questioni che esulano dall'arte, proprio mi dà l'orticaria. Viviamo tempi di maccartismo di ritorno, si sanzionano vite e carriere per insozzarle con questioni politiche... in ogni caso, anche se mi troverò con tutta probabilità in Calabria sarà un po' come essere in Piazza della Scala, fra Palazzo Marino e il monumento di Leonardo dove l'ultimo volta mi sono seduto assieme a mio papà in religiosa ammirazione.
A detta del mio amico Gigino, il simile avviene anche nel centro di Milano, ove la vita degli affari è ormai così sapientemente raccolta, che l’uomo d’affari fa a meno di tram e tassì, ma dopo poche ore cade morto ai piedi del monumento a Leonardo circondato dai suoi discepoli, che gl’intenditori chiamano on liter in quater.
Alberto Savinio, Ascolto il tuo cuore
Il soprannome del monumento "un litro in quattro" ("on liter in quater" in milanese), diffuso alla fine dell'Ottocento, era dovuto alla rassomiglianza tra le cinque statue del monumento a una bottiglia di vino con quattro bicchieri intorno. Diverse fonti dell'epoca attribuiscono allo scapigliato Giuseppe Rovani la creazione di tale soprannome.
Wikipedia
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fashionbooksmilano · 1 year
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Napoleone e l’Impero della Moda
1796-1815
Cristina Barreto, Martin Lancaster
Skira, Milano 2010, 208 pagine, 150 ill. b/n e col., 24 x 28 cm, ISBN  9788857206950
euro 50,00
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Milano, Triennale, 14 giugno - 13 settembre 2010
La nascita e l'evoluzione della moda tra la fine del Settecento e i primi dell'Ottocento. Abiti da giorno, da sposa e da sera, sottogonne e sottovesti ricamate, scialli e mantelle, abbinati a scarpe, borsette, cappelli, bijoux. E ancora: giacche e pastrani maschili, bastoni da passeggio, sciarpe e colletti. Tutto perfettamente conservato e restaurato. Curato personalmente da Cristina Barreto e Martin Lancaster, esperti del costume e collezionisti, il volume racconta la storia del periodo napoleonico attraverso i suoi costumi, con lo scopo di mostrare come Napoleone abbia sorprendentemente usato la moda come strumento di potere. Un percorso alla scoperta di abiti e accessori selezionati con una ricerca filologica rigorosa e affiancati da stampe dell'epoca che illustrano lo sviluppo dello stile dal neoclassicismo al romanticismo. È questo il periodo che vede la nascita del "fenomeno moda" dove si propongono gli stessi meccanismi e gli stessi riti che ritroviamo ancora oggi, dove compaiono i grandi sarti, i parrucchieri di grido, i negozi prestigiosi, le prime fashion victim della storia e soprattutto la stampa di moda specializzata da cui hanno avuto origine le moderne riviste patinate. Il guardaroba di uomini, donne e bambini assume, in epoca napoleonica, un'importanza sociale, culturale, economica mai avuta prima nella storia dell'occidente: è la nascita della Moda. Un fenomeno che si evolve anno dopo anno, seguendo gli eventi storici e politici, le scoperte industriali e lo sviluppo della tecnica, le influenze dell'arte e della cultura, i gusti dei ricchi e dei potenti.
28/01/23
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ma-come-mai · 8 months
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I nuovi barbari, l“Homo Faber” e una possibile direzione per ricostruire una società umana, alternativa
25 Settembre, 2023
di Leonardo Guerra
La crisi della nostra società e civiltà ha forti analogie con quella che seguì la caduta dell’Impero Romano di Occidente nel 476 D.C.
Allora le orde di barbari erano capeggiate da Odoacre, generale, infiltratosi nell’esercito romano. Oggi, i barbari post-moderni sono capeggiati da globalisti misantropi infiltrati in politica che sono stati messi alla testa di truppe parlamentari di politici corrotti, “tagliagole”, disposti a tutto pur di mantenere i loro privilegi esclusivi.
Con i loro governi tecnici e con i governicchi imposti da Bruxelles hanno di fatto, prima, messo in ginocchio in modo definitivo il nostro Paese dal punto di vista economico e, poi, abolito e calpestato la costituzione e le leggi, sfondandole come fossero “pareti di carta di riso”. Svuotate le Istituzioni dei meccanismi e processi democratici dall’interno, come fanno soltanto i veri parassiti, hanno lasciato intatto soltanto il guscio esterno, cioè l’apparenza di un sistema democratico che non c’è più che è di fatto un sistema totalitario soft, ma feroce….un “lupo che indossa una pelle d’agnello”.
Cosa accomuna Odoacre e i nuovi barbari? Il saccheggio sistematico dei beni della popolazione, l’assoluta mancanza di rispetto dell’essere umano, la crudeltà e l’indifferenza verso la vita umana. L’equivalente dei capi delle orde di orchi nel film del Signore degli Anelli.
Gli enormi mezzi di cui dispongono sono i nostri soldi (contributi) che grazie un’alchimia contabile ci vengono rigirati sotto forma di finanziamento a prestito da Bruxelles (PNRR). Servono per la realizzazione di un piano di globalizzazione disumano che vede nell’Alleanza militare Nato, capeggiata dagli USA, il principale protagonista che manovra e tira le fila, da dietro le quinte.
L’esecuzione del piano, infatti, è guidata da remoto dal blocco globalista militar-industriale anglo-americano, che si avvale, per la programmazione e la gestione, di tecnologie molto avanzate e sofisticate, come l’Intelligenza Artificiale. Nella realizzazione, invece, utilizzano le esperienze accumulate in 70 anni di guerre convenzionali che hanno fatto del bombardamento delle popolazioni civili una strategia precisa (shock & awe/guerra mentale). Le tecnologie militari utilizzate sono spaventose come la geo-ingegneria, Energy Direct Weapons, e gli stessi vaccini Covid. I nostri politici, infatti, conducono per procura una vera guerra non convenzionale contro il loro stesso popolo. Esattamente come Volodymyr Zelenskyy in Ucraina conduce una guerra convenzionale contro la Russia, per trascinare al macello milioni di Ucraini.
L’altra caratteristica comune fra i due periodi storici è quella di una ideologia edonista che pervade la società e che ha corrotto i costumi del popolo con tratti di una ferocia repressiva mai vista prima, camuffata da tolleranza. I codici sorgenti di questa nuova cultura autosufficiente sono drammatici dal punto di vista umano, usano la corruzione come sistema in tutti gli organi dello stato e in tutti i settori della nostra società.
Inoltre, non vi è più, ormai. alcun dubbio che allo stesso tempo sia in corso da molti anni anche un processo di speciazione antropologica per selezionare masse indistinte di individui impregnati di individualismo estremo e di materialismo nichilista. Indifferenti a tutto, concentrate esclusivamente sui loro bisogni primari, mansuete, manovrabili e comando, prive di pensiero critico, con desideri indotti da remoto grazie al controllo mentale attuato ormai in modo pervasivo da anni.
Come nel 476 D.C. anche i nostri barbari hanno un ciclo di vita limitato che si esaurirà, auto estinguendosi. Proprio come i virus. Serve pazienza. Non si possono combattere, dominano tutti i settori con una disparità di mezzi impressionante.
La cosa più opportuna da fare, quindi, è sottrarsi il più possibile al sistema di propaganda e rifiutare le loro esche ideologiche e per evitare le loro conseguenti scorribande. Questa indicazione è supportata dai risultati ottenuti nei gruppi di controllo durante il Covid, come gli Amish negli USA (-90% di mortalità) e l’Africa (emergenza covid mai esistita). Il bombardamento mediatico ha prodotto nella popolazione il risultato atteso: un “effetto nocebo”, sistemico e persistente. Vera arma di sterminio.
Raccogliersi e ritirarsi in comunità, quindi, è la cosa più saggia per chi ha deciso di rifiutare la vita che offre un sistema predatorio come l’attuale, proprio come fecero le persone di buona volontà nel periodo dei barbari di Odoacre, raccogliendosi fra loro e trovando riparo nei conventi benedettini. Ritornando cioè ad una vita naturale ed essenziale, all’insegna della semplicità e della comunione.
Sul piano personale dobbiamo estirpare dai nostri cuori e dalla nostra mente l’imprinting che inevitabilmente abbiamo ricevuto essendo nati, cresciuti e diventati adulti in questo sistema che ha un modello sociale ed economico basato sulla separazione, sul conflitto fra individui, sulla competizione sociale continua e sulla guerra.
Se non si estrae e ci si purifica da questa “spina velenosa” (l’egoismo e l’indifferenza verso la condizione altrui che scaturiscono inevitabilmente dall’edonismo e dalla guerra) che, più o meno, ognuno di noi ha dentro di sé, sarà impossibile ricostruire una vera società umana, che sia interiormente diversa dalla attuale. Altrimenti, il rischio di ricadere nello stesso solco non sarebbe trascurabile, anche se ci si affranca in tutti gli altri settori.
La semplice “regola” e la semplice organizzazione dei conventi Benedettini contribuirono a guarire lo stesso problema individuale presente nelle persone e permise, quindi, di ricostruire una società umana. Il modello dei conventi Benedettini viene studiato dalle università e dalle Corporation ancora oggi per la sua efficienza. La regola di San Benedetto da Norcia è quella di: “ora et labora”. Anche allora il problema era l’ego prevalente nella società e negli individui che vi erano vissuti.
La “regola” produsse l’effetto di ridurre progressivamente la prevalenza e la pesantezza di questa “spina” nella comunità restituendo così spazio espressivo allo spirito e alla sua spontaneità, prima completamente soffocati.
Grazie a questo modello organizzativo è stato possibile entrare nel medioevo, dar vita alle città stato e dopo al Rinascimento Italiano. Un rinascimento prima di tutto spirituale e i suoi frutti si sono visti in tutti i settori della vita e rappresentano un patrimonio culturale unico che tutto il mondo ci invidia.
Quindi, non conformarsi e DIRE NO è la prima cura.
Rifiutare tutte le esche ideologiche offerte quotidianamente dal nostro governo per cancellare tutti, e in modo definitivo, i nostri diritti umani e naturali, e cioè DIRE NO a:
- Menzogne
- Leggi sbagliate
- Imposizioni inutili
- Paura
- Vaccini inutili
- Identità Digitale,
- European Digital Identity Wallet;
- Passaporto vaccinale
- Denaro elettronico (contante sempre e
comunque);
- limitare l’uso degli SMARTphone,
- Città dei 15 minuti
- Green economy
- Cambiamento climatico
In contemporanea, scegliere di sottrarsi progressivamente ad un sistema predatorio che non ha alcun rispetto dell’essere umano e della vita umana. Iniziare, quindi, un processo di purificazione del nostro cuore dall’egoismo da soli o in gruppi aventi lo stesso scopo, ritornando ad una vita naturale, semplice e basata su processi essenziali, quali la bellezza, frequentando gente che la pensa come noi.
Solo costruendo le basi per una società umana alternativa a quella predatoria del pensiero unico, daremo ai nostri figli e nipoti la possibilità di vivere un nuovo Rinascimento umano.
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leiatudor94-blog · 2 years
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Visto che è finita, piccola recensione personale. Che dire: è una serie da cui mi aspettavo molto (colpa mia) e che mi ha alquanto delusa. Perché? Prima di tutto perché Elizabeth è descritta (soprattutto all'inizio) in maniera completamente sbagliata, è estremamente ingenua e di Elizabeth si può dire tutto ma non che fosse ingenua ed aggiungo che la sua storia è alquanto piatta all'inizio. Il problema ENORME è che viene dato troppo spazio a Thomas Seymour, e la storia che hanno descritto tra lui ed Elizabeth è disgustosa. Gli storici (STORICI) hanno concordato che Elizabeth sia stata molto probabilmente abusata da Seymour, fino a quale punto si sia spinto non si sa, qui invece è descritta come una storia d'amore ed è raccapricciante. Motivo principale per cui molte persone hanno abbandonato questa serie 😂.
Mary Tudor ha sicuramente una storia più interessante di Elizabeth (visto che nei primi episodi gira tutto intorno a lei e Thomas) ma negli ultimi episodi è, a mio parere, ODIOSA. L'unica parte che mi è piaciuta è il rapporto che viene descritto tra Elizabeth e Robert Dudley, anche questo molto romanzato, ma quantomeno è godibile.
Faccio un piccolo plauso all'ultimo episodio, che sinceramente mi è piaciuto. FINALMENTE SI VEDE LA VERA ELIZABETH. Faranno una seconda stagione? Non lo so e sinceramente ho paura ahahaha. Non mi sembra sia stata seguita da tantissime persone ed un motivo ci sarà 😂, è sicuramente un peccato perché tutti gli ATTORI sono bravissimi e i costumi sono ECCELLENTI, mai vista così tanta attenzione ai costumi. Personalmente mi piacerebbe vedere Elizabeth durante il regno di Mary ma vorrei vedere una serie fatta come Dio comanda, non un pasticcio come questa.
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nedsecondline · 1 day
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La “Ragazza col turbante” conosciuta come la “Ragazza con l’orecchino di perla” (1665-1666) | le pagine dei nostri libri
  La Ragazza col turbante, conosciuta come Ragazza con l’orecchino di perla è un dipinto a olio su tela di Jan Vermeer, databile 1665-1666, citato talvolta come la Monna Lisa olandese. Tra i generi della pittura olandese erano abbastanza frequenti i tronien, cioè soggetti come questo in costumi storici o esotici usati spesso per raffigurare personaggi del passato, biblici o antichizzanti… Source:…
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michelangelob · 15 days
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Film di genere storico: un tuffo nel passato
I film di genere storico occupano gran parte del cinema italiano e straniero. Trasportano il pubblico in epoche remote e offrono loro una finestra sul passato. Cosa rende un film storico veramente memorabile e coinvolgente? Esploriamo insieme le caratteristiche fondamentali che i film di questo genere devono possedere per trasportare gli spettatori in un viaggio indimenticabile nel tempo. Film di genere storico: autenticità e ricerca Uno dei tratti distintivi dei film storici è la cura nella ricerca e nella ricreazione accurata dell'ambientazione storica. Dalle scenografie ai costumi, ogni dettaglio deve essere attentamente studiato e riprodotto per immergere lo spettatore nell'epoca trattata. L'autenticità è fondamentale per creare un'esperienza cinematografica credibile e coinvolgente. I film storici spesso ruotano attorno a eventi o figure storiche di rilievo. Tuttavia, ciò che li rende davvero interessanti sono i personaggi complessi e ben sviluppati che popolano la trama. Attraverso di essi, gli spettatori possono comprendere le sfumature della vita nell'epoca trattata e connettersi emotivamente con la storia. È importante che i personaggi rispecchino fedelmente la realtà storica, pur lasciando spazio per la creatività e l'interpretazione artistica. Narrazione coinvolgente Un buon film storico deve avere una narrazione avvincente che tenga incollato lo spettatore allo schermo dall'inizio alla fine. Questo può essere ottenuto attraverso una combinazione di suspense, dramma, azione e romance, bilanciati con cura per mantenere viva l'attenzione del pubblico. Inoltre, la trama dovrebbe essere costruita attorno a eventi storici significativi, offrendo al pubblico una prospettiva interessante e informativa sull'epoca trattata. I film storici richiedono spesso produzioni di alto livello per ricreare con precisione le epoche passate. Dalle magnifiche scenografie alle elaborati costumi, la qualità della produzione gioca un ruolo fondamentale nell'immersione dello spettatore nell'ambientazione storica. Inoltre, effetti speciali ben realizzati possono contribuire a rendere credibili eventi e ambientazioni altrimenti difficili da riprodurre. Passato e presente Anche se le storie raccontate sono ambientate nel passato, i film storici possono avere un impatto significativo sul pubblico contemporaneo. Ci sono, infatti, tematiche universali che trascendono il limite del tempo mentre le lezioni apprese dalle vicende dei personaggi sono valide anche per gli uomini e le donne di questo tempo. Pur rivolgendo il loro sguardo al passato, questi film sono in grado di offrire una riflessione sulla società attuale e sulla natura umana. La rilevanza delle questioni affrontate può contribuire a mantenere vivo l'interesse del pubblico anche dopo la visione del film. In copertina foto di Oana Durican da Pixabay Read the full article
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circusfans-italia · 1 month
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LA MOSTRA DEDICATA A NANDO ORFEI NEL PROGRAMMA DEL MEMORIAL
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LA MOSTRA DEDICATA A NANDO ORFEI “NandOrfei, la storia del circo” è il titolo della Mostra dedicata a Nando Orfei nell’ambito del Memorial NandOrfei. Inaugurazione lunedì 22 aprile alle ore 18:00 presso la Biblioteca Comunale Giuseppe Gerosa Brichetto (Via G. Carducci, 5 - Peschiera Borromeo (MI))
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Si svolge a Peschiera Borromeo (Milano) il “Memorial NandOrfei – I nuovi talenti del circo nel mondo”, un nuovo evento dedicato alle arti circensi ed alla figura leggendaria di Nando Orfei nel decennale della sua scomparsa. In programma dal 19 al 28 aprile 2024 in vari luoghi della città e presso gli chapiteau dell’Accademia "Piccolo Circo dei Sogni" di Paride Orfei, figlio di Nando, il cartellone prevede spettacoli con un contest aperto ad artisti under 21 e loro performance create su colonne sonore di musica classica, mostre, convegni, film, concerti, conferenze, lezioni di circo, incontri nelle scuole ed altri eventi che coinvolgono il territorio e varie sue associazioni culturali e sportive.
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Lunedì 22 aprile, alle ore 18 presso la Biblioteca Comunale Giuseppe Gerosa Brichetto viene inaugurata “NandOrfei, la storia del circo”, la mostra storica dedicata a Nando Orfei, curata dalla figlia Gioia Orfei.
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La mostra promette di condurre il visitatore in un affascinante viaggio attraverso significative e rare fotografie, manifesti e locandine originali dei più grandi spettacoli realizzati, costumi di scena storici, riconoscimenti e filmati che riveleranno momenti significativi della vita e della straordinaria carriera di Nando Orfei e della sua famiglia.
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Un ruolo di rilievo nella mostra è attribuito ai figli Paride, Ambra e Gioia, ma soprattutto alla moglie Anita Gambarutti, anche lei celebre artista circense nonché autentica colonna portante della famiglia, sia allora che oggi. È stata lei a conservare gelosamente la maggior parte di questi preziosi materiali, in gran parte inediti, mantenendo viva la memoria di una tradizione circense intrisa di passione e dedizione.
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Tra i costumi di Nando ci saranno uno dei celebri che utilizzava nelle sue performance da domatore e uno che utilizzava nei numeri di giocoleria nei primi anni sessanta, tecnica nella quale è stato riconosciuto in quegli anni tra i più grandi al mondo.
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Tra i costumi di Anita ci saranno quello indossato negli spettacoli degli anni settanta “Circorama” e “Il circo delle mille e una notte”, quest’ultima una delle più celebri produzioni che fu realizzata con la regia di Gino Landi.
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Anita Gambarutti è stata equilibrista, acrobata, cavallerizza, addestratrice di tigri ed ha contribuito in modo determinante alla storia del Circo Orfei fin dagli anni '50, portando con sé un bagaglio di talento e passione ereditato dal Circo Gambarutti di famiglia. Il suo legame con Nando, con cui si unì in matrimonio nel 1962, ha rappresentato un fulcro fondamentale nella vita e nella carriera di entrambi gli artisti, consolidando il loro profondo amore per l’arte circense.  
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La mostra rimarrà aperta ad ingresso libero fino a sabato 27 Aprile (chiusa giovedì 25 Aprile) in orario 10.30 – 12.30 e 14.30 – 18.30.
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Il Memorial NandOrfei viene organizzato dall’Associazione Accademia del Piccolo Circo dei Sogni di Paride Orfei, con il sostegno del Ministero della Cultura, con il Patrocinio della Città di Peschiera Borromeo e della Città Metropolitana di Milano, con madrina Liana Orfei e coordinatrice Ambra Orfei, in collaborazione con l’International Salieri Circus Award di Legnago (Verona), con l'associazione culturale Compagnia de Calza "I Antichi" ed associazioni culturali e sportive del territorio. Il Memorial rientra nel calendario ufficiale delle manifestazioni del World Circus Day 2024 e gode inoltre del patrocinio dell’Ente Nazionale Circhi, della Federazione Italiana Spettacolo Popolare, dell’Associazione Nazionale Sviluppo Arti Circensi, del Club Amici del Circo e del Comitato Olimpico Nazionale Italiano. Informazioni complete sono reperibili in www.memorialnandorfei.it LA MOSTRA DEDICATA A NANDO ORFEI Per raggiungere il gruppo l'Impresario Circense su Facebook cliccate sull'immagine sottostante
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lamilanomagazine · 2 months
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San Casciano in Val di Pesa, Firenze. Il 7 aprile torna il Carnevale Medievale Sancascianese
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San Casciano in Val di Pesa, Firenze. Il 7 aprile torna il Carnevale Medievale Sancascianese. Il Carnevale Medievale torna ad animare domenica 7 aprile vie e piazze del centro storico di San Casciano in Val di Pesa, comune del Chianti tra i più suggestivi. Un omaggio alla nascita trecentesca del castello. Programma ricco, quello della dodicesima edizione, presentata nel Media Center Sassoli di palazzo del Pegaso. Il momento più atteso sarà quello della grande parata che vedrà sfilare circa 800 figuranti in costume medievale e accenderà i riflettori sulle originali rappresentazioni teatrali, scritte, dirette e messe in scena dalle cinque contrade Gallo, Cavallo, Giglio, Leone e Torre. "Si tratta di una tradizione che è diventata un'attrazione – spiega la consigliera segretaria dell'Ufficio di presidenza dell'Assemblea legislativa Federica Fratoni – e per il Consiglio regionale è motivo d'orgoglio ospitare la presentazione di questo evento". "È una bellissima occasione di partecipazione corale della comunità, un momento irrinunciabile della vita sociale – ha proseguito la consigliera Fratoni –. Un evento importante e ben organizzato e come Consiglio regionale lavoriamo per tenere alta la forza delle nostre tradizioni e della nostra cultura". "Per noi è una grandissima soddisfazione vedere questa dodicesima edizione con un numero sempre crescente di figuranti – racconta il sindaco di San Casciano in Val di Pesa Roberto Ciappi – creando così il più grande carnevale medievale d'Italia. Avremo un alto livello artistico e di preparazione dal punto di vista teatrale, coreografico e scenografico. La sfida tra le contrade sarà a suon di teatro di strada, con costumi e allestimenti straordinari". Roberto Ciappi ha poi voluto ricordare che a volere per primo il Carnevale Medievale a San Casciano nei suoi anni da sindaco è stato il consigliere regionale Massimiliano Pescini. L'assessora alla cultura del Comune, Maura Masini, ricorre a un'immagine per fare capire l'importanza dell'evento per San Casciano in Val di Pesa: "È come un uncinetto che tiene unite le maglie della nostra comunità, creando legami e motivazioni. Il momento più suggestivo sarà quello della restituzione della chiave del castello reale che poi verrà riconsegnata alla contrada vincitrice". Ilena Cappelli, è la presidente dell'Associazione Contrade Sancascianesi: "Sono mesi che le contrade si stanno preparando per portare in scena delle vere e proprie opere teatrali e dietro c'è il lavoro di tantissimi contradaioli di ogni età. Quest'anno è stato molto arricchito anche il programma delle attività nel centro storico di San Casciano, senza dimenticare le tante attività didattiche per i più piccoli". In rappresentanza delle contrade è intervenuto alla conferenza stampa Andrea Castrucci: "Dopo tutti questi anni possiamo dire che conta il risultato, ma conta soprattutto il percorso per arrivarci. La nostra è una comunità che coopera e coinvolge persone di tutte le età. C'è un grande valore di radicamento sul territorio e a dare una mano sono sia i più giovani che le persone più anziane e questo dà il senso della nostra comunità". Di altissimo livello la giuria, come sottolineato della consigliera Fratoni, che avrà come presidente l'ex ministro Valdo Spini e che vedrà membri arrivare da tutta Italia. In quella tecnica ci saranno docenti universitari e storici, in quella popolare i rappresentanti dei carnevali più importanti da Venezia a Viareggio. Tra le novità di questa edizione la presenza e la partecipazione attiva di un gruppo di studenti delle Università Sagas di Firenze e Dams di Bologna, impegnato a realizzare a titolo formativo un progetto storico-culturale digitale sulla manifestazione sancascianese. Tra i gruppi storici e i carnevali d'Italia che la manifestazione ospiterà in apertura della sfilata ci sono le delegazioni del Carnevale di Venezia, Viareggio, San Ginesio, Castrovillari e Verona. L'iniziativa è promossa e organizzata dall'Associazione delle Contrade Sancascianesi in collaborazione con il Comune di San Casciano in Val di Pesa, il sostegno di ChiantiBanca, il contributo di Rotary San Casciano Chianti, RicciBus e la Pro Loco San Casciano in Val di Pesa.  ... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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trasimenoviaggi · 3 months
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New Orleans: Una Sinfonia di Jazz, Cultura e Gusto
New Orleans, la città del jazz e del voodoo, è un luogo intriso di storia, fascino e atmosfera unica al mondo. Il mio viaggio attraverso la "Big Easy" è stato un'immersione in un mondo di suoni avvolgenti, sapori deliziosi e una cultura vibrante che continua a catturare il cuore di chiunque la visiti.
La musica è l'anima di New Orleans, e non c'è posto migliore per sperimentarla che lungo la celebre Bourbon Street nel Quartiere Francese. Qui, ho passeggiato tra club e locali notturni dove il jazz si fa sentire ad ogni angolo. Le note dei sassofoni, delle trombe e dei pianoforti hanno riempito l'aria, trasportandomi in un viaggio musicale che ha attraversato i decenni.
Il French Quarter, con i suoi edifici storici dai balconi adornati e le strade lastricate di ciottoli, è un tesoro di architettura e cultura. Ho esplorato il quartiere, ammirando l'arte locale nelle gallerie d'arte e assaporando i sapori della cucina creola nei suoi ristoranti accoglienti.
Il Vieux Carré è anche il luogo dove ho scoperto la magia del voodoo, una parte integrante della cultura di New Orleans. Ho visitato i negozi di voodoo e le botteghe di erboristeria, dove ho imparato sulle pratiche spirituali e le tradizioni della comunità creola.
Il cibo è un altro aspetto essenziale della vita a New Orleans, e ho approfittato di ogni opportunità per gustare le prelibatezze locali. Dai gumbo piccanti e jambalaya ricchi di sapore ai beignets appena fritti, ogni boccone era un'esplosione di gusto che rifletteva la ricca diversità culturale della città.
Il quartiere di Tremé è stato un'altra tappa fondamentale del mio viaggio a New Orleans. Qui, ho esplorato la storia del jazz e della cultura afroamericana al Museo di Tremé e al Backstreet Cultural Museum. Ho anche partecipato a una second line, una festa di strada tradizionale con musica, ballo e allegria.
Infine, non posso dimenticare il famoso Mardi Gras, il carnevale di New Orleans, una festa esplosiva di colori e festeggiamenti che culmina con la celebrazione di Fat Tuesday. Ho assistito alle sfilate dei carri allegorici, ammirato i costumi elaborati e ballato al ritmo dei tamburi e delle marce.
In conclusione, New Orleans è una città che incanta e affascina con la sua atmosfera unica e il suo spirito contagioso. Il suo jazz pulsante, la sua cucina deliziosa e la sua cultura ricca creano un'esperienza indimenticabile che rimane impressa nella memoria di chiunque abbia il privilegio di visitarla.
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tarditardi · 4 months
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RACCONTAMI SHAKESPEARE allo Spazio Teatro No'hma  - Milano il 17 & 18/01
La stagione di prosa 2023/2024 dello Spazio Teatro No'hma prosegue mercoledì 17 e giovedì 18 gennaio con un spettacolo dedicato a Charles e Mary Lamb, i famosi fratelli inglesi che nel 1807 pubblicarono il volume "Racconti da Shakespeare", che conquistò subito il posto tra i più affermati classici per l'infanzia.
Andrea Cioffi e Sara Guardascione della compagnia Cercamond portano in scena con "Raccontami Shakespeare" la vita tragica di questi due giovani ispirati scrittori, segnati da una terribile vicenda familiare (Mary accoltellò la madre in seguito a un raptus di follia)  e le cui esistenze sembrano uscite da una tragedia del Bardo.
Uniti da un vincolo profondo, Charles e Mary Lamb condivisero amicizie e interessi letterari fino a ricevere dall'editore William Godwin – padre di Mary Shelley - l'incarico di adattare alcune opere di Shakespeare in racconti per l'infanzia.
"Abbiamo scelto di fare un lavoro di ricerca su due personaggi storici realmente esistiti perché partendo dalla loro opera abbiamo tratteggiato due caratteri moderni e affascinanti, le cui battaglie sociali e artistiche risultano ancora oggi attuali e necessarie" – spiegano i due interpreti.
"Raccontami Shakespeare" è costruito su un dialogo evocativo e ironico che alterna momenti di narrazione nei quali alcuni dei più celebri personaggi shakesperiani vivono grazie alla voce e ai sentimenti dei due autori. Il racconto diventa così una storia spietata e comica, dalle tinte gotiche, capace di trasformarsi anche in occasione di denuncia contro un sistema educativo antiquato, un teatro autoreferenziato e una deriva sociale che ha come suo stesso motore la discriminazione del più debole  e del diverso.
"Questi due fratelli  sono stati capaci di evadere  da uno scenario  macabro come quello del loro vissuto, e dall'isolamento che ne conseguì, attraverso l'amore e la dedizione al teatro, alla letteratura e alla scrittura. La Bellezza li ha salvati e sono diventati tra gli scrittori più importanti della letteratura per l'infanzia. La loro è un'opera sicuramente sovversiva e allo stesso tempo appassionata" – spiega Livia Pomodoro, presidente dello Spazio Teatro No'hma Teresa Pomodoro.
Le date di mercoledì 17 e giovedì 18 gennaio saranno trasmesse in streaming sui canali del teatro.
L'ingresso è gratuito con prenotazione obbligatoria. Per informazioni consultare il sito www.nohma.org o scrivere a [email protected].
Spazio Teatro No'hma
Stagione 2023/2024 – In Viaggio
RACCONTAMI SHAESPEARE
liberamente tratto da "Racconti da Shakespeare" e dalla vita di Charles e Mary Lamb
drammaturgia e regia: Andrea Cioffi
con Andrea Cioffi e Sara Guardascione
scene: Trisha Palma
costumi: Rosario Martone
musiche: Emanuele Pontoni
disegno luci: Danilo Cencelli
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vorticimagazine · 4 months
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Museo della Radio e della Televisione RAI
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La mattina del 3 Gennaio 1954, Fulvia Colombo annunciava l’avvio delle trasmissioni della Rai, da quel giorno, sono passati settant’anni e noi di Vortici.it non potevamo essere indifferenti a quest’importante Anniversario.
Il Museo della Radio e della Televisione, dedicato alla Storia della radio e della televisione in Italia, ha sede a Torino, nel Centro di produzione Rai.
Il primo progetto di un museo della radio risale al 1939: all’epoca, l’Ente Italiano per le Audizioni Radiofoniche aveva la Direzione Generale e il Laboratorio Ricerche a Torino. La guerra interruppe il progetto; esso fu recuperato nella seconda metà degli anni '60 da un gruppo di esperti, tra cui l’ingegner Banfi (già direttore tecnico dell’EIAR). Il materiale raccolto, che inizialmente doveva essere ospitato nello storico palazzo aziendale di Via dell’Arsenale 21, trovò una sistemazione provvisoria presso il Centro di produzione Rai; nel 1980 una parte dei cimeli venne collocata in alcune vetrine dell’atrio. Nel 1984, in occasione della mostra La Radio, storia di sessant’anni: 1924-1984, la collezione fu presentata per la prima volta al pubblico. L’inaugurazione vera e propria del Museo risale al 1993: la raccolta venne ordinata, restaurata e ampliata, e si stabilì permanentemente nella Sala Enrico Marchesi del Centro di produzione Rai. A inizio 2020, sotto la nuova direzione di Alberto Allegranza, “Da Museo tecnico per collezionisti di oggetti, si trasforma in spazio esperienziale e multimediale che accoglie la diversità di gusti del pubblico in un’atmosfera da studio televisivo”.
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Il “nuovo” Museo della Radio e Televisione Rai, inaugurato il 26 settembre 2020, dopo nove mesi di lavoro, è uno spazio pensato per vivere a 360° le emozioni della storia della comunicazione, in un’atmosfera che richiama la magia della televisione. La sua anima è nel pubblico che si emoziona davanti ai costumi di Raffaella Carrà, balla al ritmo dei Måneskin e canta nel microfono di F. Sinatra. "Abbracciamo il presente, Valorizziamo il passato, Ci apriamo al futuro" sono le parole con cui il museo si presenta. La sua mission è di condurre gli ospiti in un viaggio nel tempo, in cui passato, presente e futuro diventano una cosa sola e la cura dei particolari trasmette bellezza e armonia.
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La collezione del Museo si compone rispettivamente di: apparati tecnologici che abbracciano duecento anni di storia, costumi e arredi televisivi, di video divulgativi, emozionali e al servizio dell’accessibilità. Un costume di scena innovativo del ‘68 di Adriano Celentano accoglie il visitatore, che si trova subito dopo avvolto dall’amorevole ricordo di Raffaella Carrà, raccontata in un video inedito che dà vita ai costumi di Canzonissima ’71 e ’74 presenti nella collezione del Museo. L’ingresso nella sala museale è scandito dal mitico “Uccellino della Radio”, affiancato dal racconto dei suoi antenati: il telegrafo di Morse, la radio a galena e il detector Marconi, attraversati dalle onde hertziane. Si assapora l’atmosfera degli anni Trenta attraverso l’eleganza dei primi apparati radiofonici, veri e propri oggetti d’arredo creati dai designer dell’epoca. Una ricca collezione di storici microfoni dalle forme più originali è inserita in geometrie di fiori posizionati sui classici tavoli esagonali della radiofonia. Queste postazioni sono animate da audioguide che consentono esperienze tattili.
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La storia della televisione è raccontata partendo dal suo primo prototipo elettromeccanico: la TV di John L. Baird seguita dai primi esemplari di tv a scansione elettronica fino ad arrivare al passaggio epocale dall’analogico al digitale.
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TV vintage Il percorso è impreziosito dalla presenza di arredi di storici programmi Rai, tra i quali la cabina di Rischiatutto, le poltrone di Quelli che il calcio e de I Migliori anni, inseriti in una scenografia basata su foto inedite di una delle prime trasmissioni della storia della Rai, Arrivi e Partenze condotta tra il 1953 e il 1955 da un giovane Mike Bongiorno. L’unicità del Museo della Radio e della Televisione RAI sta nel fatto che la collezione convive insieme a un vero e proprio studio televisivo: dal Museo On Air, i visitatori possono assistere alla diretta di alcuni programmi Rai e interagire con gli ospiti. Si tratta di un museo accessibile a tutti, davvero coinvolgente per ogni età e per giunta gratuito!   Per informazioni consultare il sito: https://www.rai.it/museoradiotv/ Consulta la rubrica Cultura di Vortici Magazine... Con queste immagini, crediamo di aver stuzzicato abbastanza la vostra curiosità.Immagine di copertina: - Museo della Radio e della Tv( Tripadvisor) Altre immagini: Pixabay Read the full article
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Bojano raccontata grazie ai suoi costumi storici
Bojano raccontata con i suoi costumi originali, le tradizioni e i gioielli grazie all’intesa tra l’Azienda Autonoma di Soggiorno e Turismo e Antonio Scasserra, titolare della collezione di vestiti antichi del Matese.     L’accordo, firmato a Palazzo Colagrosso, mira alla valorizzazione culturale di eventi, studi, manifestazioni di interesse, progetti europei, in linea con la riscoperta di valori…
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agrpress-blog · 5 months
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Quella strana morte in via Santa Dorotea (un cold case datato 6 aprile 1520), l'interessante libro di Gìa Fort Shoping.   Jey e Heleonor partono alla volta della verità. La giovane, durante un intervento conservativo presso la Galleria d’Arte Antica di Roma, scopre sotto la Fornarina di Raffaello Sanzio alcuni tratti che aveva già visto presso il British Museum di Londra. Eppure la data riportata era del 1756, ovverosia duecentosedici anni dopo la morte di Raffaello. Il testo, per quanto ben si agganci al “cold case” - ovverosia quei casi rimasti irrisolti -, tende le braccia a fenomeni paranormali, regressioni ipnotiche e reincarnazioni. Sarà proprio la mente di Heleonor a cedere per prima, lasciandosi cullare da insistenti sensazioni di avvenimenti passati. I personaggi di Shoping sono ben caratterizzati. Jey è un giornalista e scrittore attaccato più alla bottiglia di rum più che non alla sua professionalità; tuttavia è sempre alla ricerca di buone notizie. Lei è certamente più risoluta, appassionata al suo lavoro presso la galleria d’arte. Fra i due esiste una forte passionalità, la stessa che intreccia, sia pur in ere differenti, la vita di Raffaello e Margherita, e Rafele e Lucrezia. Passioni, quelle raccontate da Shoping, che regalano una Trastevere vecchia, fino ad arrivare ai giorni nostri. Ogni storia ben si amalgama con la trama principale del testo, aggiungendo particolari ad un libro che ha già dell’incredibile. Le ambientazioni ben si avvicendano. Se in un primo momento, infatti, il lettore/lettrice si imbatte nella caotica Londra, successivamente prenderà un bel respiro, rilassandosi nelle campagne scozzesi. Il verde si fonde con il cemento, raccontando gli usi, i costumi, le fragranze, e perfino le tecniche pittoriche, in una miscellanea in grado di incantare ogni tipo di lettore/lettrice. Lo stile di Shoping è scorrevole - sia pur fortemente ricercato -, spronando i suoi lettori ad un approfondimento culturale. Di grande impatto è l’incontro fra la realtà vissuta dai protagonisti con il mondo esoterico, in cui la regressione ipnotica e la metempsicosi accompagnano il lettore/lettrice in uno stadio parallelo. Sarà quest’ultimo/ultima infatti, protagonista attivo/attiva delle vicende, in una narrazione ad alta tensione, libero/libera da ogni pregiudizio. I capitoli sono ben articolati, presentandosi nella loro forma chiara. Ai numeri arabi viene affidata la storia di Jey ed Heleonor. Ai numeri romani, invece, si connetteranno squarci di vita vissuti come reali attraverso l’ipno-regressione. Il testo in corsivo, invece, si occuperà del percorso della medium per condurre Jey nel recupero dei frammenti di una vita passata. Punto forte dell’autore, è senz’altro la sua capacità di adattare alla luce della modernità, i complessi avvenimenti storici ormai tramontati. Un mix di forte attrattiva in grado di di accompagnare il lettore/lettrice in un percorso in cui è molto facile imbattersi in domande filosofiche: potremmo realmente essere la reincarnazione di qualcuno? Quesiti che trovano risposte verso la fine, quando, alla fine di tutto, arriveranno importanti rivelazioni sulla morte del grande pittore italiano. Quella strana morte in via Santa Dorotea di Gìa Fort Shoping, pubblicato da StreetLib - pp. 468; genere: thriller/giallo - è disponibile in libreria e online da maggio 2020.
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