Tumgik
#cinema d'autore
clacclo · 1 year
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Il film in versione originale con sottotitoli in italiano lo potete scaricare da qui. 👈
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ross-nekochan · 2 years
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«Pensavo... è che ho sempre avuto paura di tornare. Ora che sono passati tanti anni, pensavo di essere più forte, di aver dimenticato molte cose. E invece... mi trovo tutto davanti... come se fossi rimasto sempre qui. Eppure mi guardo intorno e non conosco nessuno. E tu, mamma... ti ho abbandonata [...]»
«[...] Hai fatto bene ad andartene... Sei riuscito a fare quello che volevi. [...] Ma la tua vita è lì... qui ci sono solo fantasmi... Lascia stare, Totò.»
Nuovo Cinema Paradiso, Regia di Giuseppe Tornatore (1988)
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denny1416 · 1 year
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Foglio manoscritto del Libro dei sogni di Federico Fellini, datato 29/10/1961.
Sul fronte è raffigurata una gigantesca Anita Ekberg, come poi apparirà nella sequenza dell’incubo de Le tentazioni del dottor Antonio, l’episodio di Fellini nel film collettivo Boccaccio ’70.
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visionairemagazine · 2 years
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LA STRANEZZA
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LA STRANEZZA di Roberto Andò
1920: Luigi Pirandello torna in Sicilia e conosce due attori amatoriali, Bastiano e Nofrio.
Osservando il loro modo di fare commedia, Pirandello rimane rapito e profondamente interessato da una rappresentazione costretta, per uno scontro tra platea e attori, a passare da toni più leggeri alla tragedia. Nel 1921, a Roma, alla prima di Sei personaggi in cerca d'autore, sono presenti anche Bastiano e Nofrio, inconsapevoli di ciò cui stanno per assistere.
Un Pirandello inedito, interpretato da Toni Servillo, per la prima volta accanto ai comici Salvatore Ficarra e Valentino Picone.
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Portati al mare da sola
mangiati un cinema d'autore
riempiti la bocca di libri prima di parlare
sorprendi prima te stessa
racconta le tue avventure agli alberi
fiorisci sempre davanti a tutti
ma raccogliti di nascosto
prenditi delle sane disabitudini
commetti meraviglie in faccia agli altri
se gli altri non sentono la musica
non sei obbligata a non ballare,
danza ovunque
riempi di senso il tuo silenzio
ama dritto negli occhi quando parli
ascolta più del dovuto
regala i tuoi brindisi a chi ha smesso di augurare,
prenditi un sorriso di ferie
conta fino a centoventi quando ti lavi il cuore
togliti le scarpe quando entri nella vita degli altri
lascia la finestra aperta quando dormi chiusa in te stessa
anche l'arte è cibo, ingozzati
anche dentro di te ci sono luoghi, visitati
e se succede qualcosa, ci sei sempre
chiamati
e portati al mare da sola.
[gio evan]
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telefonamitra20anni · 3 months
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Mastrojanni uomo e attore. La "j" non è un caso.
C'è sempre stato confine sottile tra l'uomo e l'attore. Un filo invisibile che ha legato l'arte e la vita. I più conoscono Marcello come l'attore romano, talento e seduttività indolente, distintivo italiano di maschio latino, abile conquistatore e divo in divisa. Nella sua sconfinata carriera di attore, ha giocato a nascondino con l'uomo senza però tralasciare che, in qualche modo, ne fruisse della sua verità, che la svelasse e delineasse un profilo d'umanità. Mastrojanni attore era istintivo, propositivo, proattivo, poliedrico, instancabile, concentrato, adatto, misurato, minuziosamente attento alle indicazioni del regista, talentuosissimo, naturale, accomodante, abbastanza tollerante, quasi sindacale con un occhio ben attento alla spontaneità, ma soprattutto fruitore di verità. Un immagine amicale e familiare, Il baricentro perfetto tra neorealismo, commedia, cinema e teatro d'autore senza sopperirne in bravura. Marcello, suo modo, era la sintesi della sua professione, perché l'uomo non esclude l'attore e viceversa. Il mestiere d'attore lo ha allenato ad essere paziente, stimolato alla fantasia, ad avere una visione d'insieme di psicologie atte alla costruzione del personaggio ed alla sua più opportuna ricerca. Alla base di tutto questo, però c'era l'uomo, caratterista di se stesso, che alimentava il vissuto, ricercando in se il pregio e il difetto da raccontare, l'elemento perdente da rendere vincente. Un dualismo sinergico e sostanziale, che lo liberava, lo stimolava alla conoscenza di sé. Marcello era bellezza e assolutezza, l'uomo docile e schivo, il padre premuroso, il marito fallibile, il compagno da accogliere, l'amico fedele, e talvolta la sua stessa antitesi. Se l'attore era istinto, l'uomo era ambivalenza tra quest'ultimo e il raziocinio. Lui era pigrizia opportuna, fedeltà non convenzionale, carisma e convivialità. Tutto un mondo racchiuso e raccontato dentro il suo nome e cognome, ed una "j" messa lì, per fare quella distinzione tra l'uomo e l'attore, sebbene basti chiamarlo Marcello perché sia sufficiente per collocare un epoca, un uomo e la sua storia.
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fallimentiquotidiani · 6 months
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Quindi sei d’accordo con Scorsese
Sono d'accordo con lo zio Scorsy sul fatto che non mi interessino film del genere (a parte rarissime eccezioni).
In una società perfetta, in cui tutti hanno un minimo di cultura cinematografica ci sarebbe spazio sia per il blockbuster mainstream che per il filmone d'autore, un giusto bilanciamento di generi per poter fare scegliere liberamente allo spettatore il suo intrattenimento proferito.
Negli ultimi 15/20 però c'è stato un semi monopolio dei blockbuster mainstream a scapito del buon vecchio cinema d'autore (paradossalmente sono dovute arrivare le piattaforme di streaming per tenere in vita progetti che non sarebbero potuti uscire con le speranze dei soli incassi dei cinema).
Quindi penso che il vecchio zio Scorsy abbia un po' il dente avvelenato e veda le cose solo dal suo punto di vista, facendo pesare i suoi trascorsi (anche giustamente).
Resta il fatto che se devo vedermi un film preferirò sempre e per sempre uno Scorsese a un Marvel, per quanto possa essere fatto bene.
Questione di gusti.
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t-annhauser · 11 months
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Guardando un video sul cibo di strada ho scoperto questo ragazzo italiano famoso in Corea del Sud, gay e molto carino, e tra l'altro anche simpatico e per bene, che però mi parla di un mondo bimbominkiesco che mi fa cadere le braccia. Lo so, sto invecchiando e comincio a prendermela coi giovani (a mia parziale discolpa posso dire che anche quand'ero giovane me la prendevo coi giovani), ma davvero questa società coreana tutta fumettosa e K-pop idolatrante è di un'idiozia assoluta, il nulla, un buco cosmico colossale, e se penso al cinema coreano d'autore che va tanto di moda ultimamente (io più che Parasite che è già un film paraculo consiglierei Memories of Murders), mi viene come da pentirmi: a vederla da Instagram la Corea del Sud mi sembra un concentrato di ragazzini deficienti, ma è più probabile che sia Instagram che trasforma in deficiente tutto quel che tocca (dietro questi modi da anime giapponesi si va poi a scoprire che si tratta di una società ancora molto chiusa, omofoba e razzista, e che l'asiatico è in genere ancora più razzista del tipo europeo, che già di suo, dico, non scherza).
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b0ringasfuck · 5 months
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Fantascienza, serie, diritti d'autore, mercati nazionali, fruizione e conservazione del patrimonio culturale
Sono sempre alla ricerca di nuovi film di sci-fi da guardare.
Fonte di suggerimenti sono Google e WeChat.
Pare che i cinesi abbiano la passione per fare dei micro-riassunti di film e serie.
Altra cosa... guardano molti più film NON americani di noi. Ed è un peccato essere totalmente all'oscuro di produzioni tedesche, francesi, russe, tailandesi... primo perchè il cinema murricano finisce per essere anche molto seriale e poi anche come finestra verso il mondo. Che dico, gli stessi media che ci tormentano con l'importanza della diversità, poi ci rifilano lo stesso pancotto.
Il 90% della roba sono serie... che io non ho la pazienza di mettere li 10h+ per vedere una roba il cui punto suggestivo spesso sarebbe riassumibile in 20 minuti.
È scaduto di recente il copyright su UNA delle rappresentazioni di topolino: 96 anni.
Sono stati prodotti una marea di film e dalla finestra che ho sullo streaming via Amazon Prime, le scelte del disponibile dipendono molto dalle contrattazioni sui diritti più che dalla qualità dell'opera.
Il risultato è che a parte che manco è detto che tu abbia accesso a piattaforma X dove è presente titolo Y che ti interessa, ma sostanzialmente se non ci fosse la pirateria, molta roba sarebbe impossibile da guardare.
P.S. se avete film di sci-fi da suggerire... prego.
P.P.S. sul mio blog ci sono diverse recensioni di film di sci-fi (e non). Quasi tutte sono taggate #sci-fi o #fantascienza o #review o #recensione.
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fashionbooksmilano · 4 months
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100 Binda Celebrating 100 Years of Design Emotions
a cura di Luca Molinari
Skira, Milano 2007, 160 pagine, 100 ill. a colori, 40x30cm, ISBN 978-8876247415
euro 50,00
email if you want to buy fashionbooksmilano
"Pensare, sognare, concepire delle belle opere è un'occupazione deliziosa. E' come fumare dei sigari che ti mandano in estasi, come condurre la vita della cortigiana che vive a seconda del suo capriccio. L'opera appare allora nella grazia dell'infanzia, nella gioia folle della creazione, con i colori profumati del fiore e i succhi sapidi del frutto già gustato in anticipo. Tale è la concezione dell'opera d'arte, tali sono i suoi piaceri" (Honoré de Balzac, La cugina Bette). In questa frase di Balzac (che costituisce uno dei 50 contributi del volume) è raccolta tutta l'essenza della tecnica e della genialità della famiglia Binda che da sempre è alla guida della storica casa milanese di orologi, gioielli e accessori. Il libro celebra i suoi 100 anni con un racconto espresso attraverso 5 emozioni che fanno parte del DNA di Binda: Passione, Audacia, Desiderio, Orgoglio e Stupore. Ognuno di questi 5 sentimenti costituisce una sezione a sé stante e affidata a uno fra i 5 grandi fotografi - Mimmo Jodice, Giovanni Gastel, Occhiomagico, Filippo Romano e Armin Linke - chiamati a rileggere gli orologi della storia Binda in 50 fotografie d'autore. Completano il volume 50 contributi di personaggi italiani e internazionali, del mondo del design, dell'architettura, della scrittura, del cinema e della moda che interpretano queste 5 emozioni.
01/02/24
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seoul-italybts · 1 year
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[✎ ITA] Intervista : RM - "Infine, Park Chan-wook" | 25.02.23⠸
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Infine, Park Chan-wook
Intervista con Namjoon (Pagg 181-191)
Volume da Collezione Dedicato al Regista Park Chan-wook ("Decision to Leave") per i Suoi 30 Anni di Carriera
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INTRO
Dire di aver “guardato” Decision to Leave è riduttivo. Non c'è dubbio sia un' “esperienza”, ma se devo trovare un termine ancor più adatto, direi che lo si “vive”. Tra le persone che hanno vissuto Decision to Leave ve ne sono alcune che l'hanno sperimentato più profondamente e l'hanno riguardato più e più volte. Costoro si definiscono “헤친자/ Hechinja” (*Pazzi per Decision to Leave).
RM dei BTS ha confidato di essere tra coloro che vanno matti per Decision to Leave. Ha guardato il film 6 volte già solo al cinema, ha bevuto il whiskey apparso nel film, ha acquistato la sceneggiatura, ha concluso un'escursione in montagna con alcune battute di Decision to Leave. Questi sono i tipici sintomi di un Hechinja. Abbiamo chiesto a RM - musicista noto a livello globale, estimatore d'arte nonché appassionato di Decision to Leave - com'è stato vivere, soffrire ed amare questa pellicola. Come direbbe il regista Park Chan-wook, se dovessimo definire quest'intervista in 4 sillabe, diremmo “以心傳心” (cuore a cuore). Se anche voi andate matti per Decision to Leave, non potrete non approvare il viaggio di RM, il quale si è smarrito tra le “nebbie di Ipo*” e si è lasciato conquistare da quell'amore segreto.
* Ipo, “Città della nebbia”, luogo in cui è ambientato il film, n.d.t.
D: Stai partecipando a quest'intervista come rappresentante deə 헤친자 / hechinja (appassionati di DtL). Cosa ne pensi?
RM: Innanzi tutto, dato che sono sia un artista che un fan, (il film) ha suscitato moltissimi pensieri. Mi trovo un po' in imbarazzo, ma è anche una cosa positiva. So che ci sono molte altre persone ancor più appassionate di me e mi scuso (con loro) per essere io a fare da rappresentante per quest'intervista. Sono riuscito a darmi un contegno e a tenere la cosa privata fino alla mia 5a visione (del film), ma poi è uscito un articolo a riguardo e la cosa è diventata di pubblico dominio. Dato che ormai era cosa nota, ho deciso di dimostrare attivamente d'essere un fan. La sceneggiatrice Jung Seo-kyeong è stata ospite nella 3a puntata del programma che co-presentavo, il Dizionario delle Conoscenze Umane Inutili (tvN). Se guarderete lo show, vedrete che sono un vero fan.
D: C'è forse un qualche motivo speciale che ti ha spinto a guardare Decision to Leave? Puoi dirci cosa hai provato la prima volta che l'hai guardato?
RM: Mi erano già piaciuti i lavori precedenti del regista Park Chan-wook. E poi ho scoperto che era un film diventato virale tra i miei amici. Guardare film è da sempre uno dei passatempi preferiti della mia famiglia. La prima volta, l'ho guardato da solo. Probabilmente è perché l'ho iniziato senza sapere nulla della storia e della struttura narrativa, ma ero talmente preso dalla trama che credo di essermi perso tutti i dettagli della messa in scena ed i significati nascosti. Alla fine chi era il colpevole? “Quindi SeoRae ha ucciso HaeJoon?”, “Chi è il cattivo della situazione?”, “Cos'è successo?”, “(SeoRae) È morta?”, pensieri ed interrogativi simili continuavano a frullarmi in testa e non ero soddisfatto, mi sentivo un po' a disagio.
D: Dopo la prima visione, quindi, non ne sei rimasto soddisfatto, ma non riuscivi a togliertelo dalla mente, dunque sei andato al cinema e lo hai riguardato più e più volte. Saremmo curiosi di capire un po' meglio quella sensazione di disagio che hai menzionato.
RM: Ho pensato il film fosse proprio come la “nebbia di Ipo”, che appare nella pellicola. Non sono poi un così gran cinofilo o appassionato di film. Senza dubbio, ci sono volte in cui cerco specificamente pellicole indipendenti o che preferisco il cinema d'autore, quindi mi consideravo uno spettatore abituato a questo tipo di “film (che sono) come nebbia”.... Ma dopo aver visto Decision to Leave, mi son chiesto “E allora? Cos'è successo?”. Quindi ho realizzato che l'opera di questo regista era arte, è un film che è come nebbia e, il che, mi metteva un po' a disagio. È così che è andata la mia prima visione.
D: Nonostante ciò, non riuscivi a “smettere di pensarci, quindi, tornato al cinema, hai finito per rivederlo più volte”. È ciò che hai dichiarato, corretto?
RM: La prima volta che ho visto Decision to Leave era intorno agli inizi, quando è uscito, circa un mese dopo. Avevo molti impegni e stavo ultimando i preparativi per il mio album, quindi era un periodo un po' confuso per me, sotto diversi aspetti. In un certo senso, credo il tempismo sia stato perfetto. Circa un mese dopo, mi è tornato in mente Decision to Leave quindi sono andato a rivederlo per l'ennesima volta, cosa che di solito non faccio quasi mai. Era come se qualcosa mi attirasse. Credo il tempo sia un bene prezioso, e ci sono talmente tanti film e contenuti da consumare, che di solito non guardo mai una stessa cosa due volte. Eppure, come posso dire? Volevo liberarmi di quella sensazione di disagio. Ora che l'hai già visto, conosci la storia, non sarebbe male riguardarlo, no? Probabilmente riuscirai a concentrarti su altri aspetti, al di là della trama, giusto? È possibile ci sia dell'altro? E alla fine mi son deciso ad andare (a riguardarlo), forte di questo presentimento, c'era qualcosa che mi sfuggiva.
D: Quindi Decision to Leave è il primo film che hai riguardato più e più volte?
RM: Ci sono anche altri film che ho rivisto 2 o 3 volte, ma Decision to Leave è l'unico che ho riguardato più di 4 volte.
D: Quante volte hechinja-RM ha guardato Decision to Leave?
RM: L'ho visto 6 volte
D: La cosa più bella di questo film è che ogni volta che lo riguardi, noti cose nuove. Immagino che ciò che hai capito, le parti che hanno catturato la tua attenzione e ti hanno commosso fossero diverse dopo la seconda, terza e poi sesta visione. Sarebbe interessante capire cos'è cambiato di volta in volta, per te.
RM: La seconda visione è stata piuttosto drammatica, visto che ormai sapevo cosa succedeva. La prima volta mi ero concentrato su SeoRae (dato che sono anche un fan di Tang Wei), mentre la seconda ho prestato più attenzione alle battute di HaeJoon, al suo tono di voce ed espressioni facciali. Mi chiedo se fosse perché volevo capire il suo punto di vista, in quanto spettatore: “Perché diavolo ha agito così?”, “Quando ha iniziato ad innamorarsi?”. So che potrà sembrare una domanda piuttosto “sciocca”, ma perché?...Perché si è innamorato? Perché? Ho continuato a chiedermelo per tutta la durata del film.
D: Mentre guardavi il film, c'era forse qualcosa che avresti voluto chiedere al regista Park Chan-wook?
RM: Quale tipo di esperienze sentimentali ha vissuto il regista? Si ritiene forse un “변태 / perverso”?
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D: Quando ti ho visto citare le battute dette da Ki Do Soo (Yu Seung-mok) in Decision to Leave, durante quell'escursione, ho subito pensato fossi in piena modalità “hechinja (appassionato di DtL)” [ride]. Ho anche visto che hai postato uno screenshot della sceneggiatura del film sui tuoi social media. Ma apprezzare un film è una cosa, comprarne la sceneggiatura a stampa è un'altra. C'è forse un qualche motivo?
RM: Innanzi tutto, c'è da dire che ho scoperto che la sceneggiatura era stata pubblicata in formato libro tramite altri amici. Esteticamente, la copertina era anche molto bella. Non sono pratico di recitazione o dei meccanismi e processi che stanno dietro un film, quindi volevo farmene un'idea attraverso la sceneggiatura. Mi piace provare cose nuove. Volevo vedere come fosse leggere un film semplicemente in parole e battute stampate, senza l'aspetto recitativo e visivo, e tanto conoscevo quasi tutti i dialoghi. Visto che sono un fan, è stato un po' come comprare del merchandise, sa? (ride) E poi mi piace acquistare libri. Gli appassionati di lettura non fanno che comprare nuovi libri, anche se ne hanno ancora pile intere da leggere.
D: E, rispetto al film, com'è stato leggere la sceneggiatura?
RM: Ci sono molte parti diverse dalla pellicola, quindi mi sono chiesto come sarebbe stata una versione integrale di Decision to Leave. Dato che sono io stesso un artista e creativo, mi sono spesso posto la domanda “con che logica questa scena è stata tagliata?”. Alcune delle parti che nel film erano diverse avevano senso, di altre non ne capivo il senso. Ed avendo guardato prima il film e poi letto il libro, mi riusciva davvero terrificante immaginare che gli interpreti di HaeJoon e SeoRae sarebbero potuti non essere Park Hae-il e Tang Wei. Credo sia proprio questa la forza della recitazione e dei film. È ciò che ho realizzato. Ma soprattutto, ho proprio provato rinnovato rispetto per gli attori, gli autori, il regista e tutto lo staff. Credo quella filmografica sia proprio un'arte completa e grandiosa.
❝Ho detto di avere ancora una dignità, ricordi? Sai da cosa nasce la dignità? È frutto dell'autostima. Io ero un poliziotto stimato, ma mi sono innamorato follemente di una donna e ho mandato a monte le indagini, sai? Ero semplicemente... distrutto. Getta quel telefono in mare. Giù, giù, in profondità, così che nessuno possa trovarlo.❞ (battuta di Jang HaeJoon in Decision to Leave / * postata da Namjoon su IG)
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D: Hai scelto questa battuta di HaeJoon come tua preferita. Perché?
RM: Realizzare che la dignità nasce dall'autostima è stato come un colpo in testa. Non so di preciso perché io mi sia innamorato di questa battuta, ma penso sia anche per come è espressa da Park HaeJoon, con quale tono la dice. Credo di averla notata solo dalla 3a visione. In realtà, credo che in amore la dignità non significhi nulla, ma è qualcosa che deve già esistere. L'autostima è la prima cosa di cui si parla (nella battuta), poi viene menzionata la passione per una donna, il fallimento delle indagini...è un graduale processo di disintegrazione. E poi la frase riguardo al gettare il telefono in mare. Credo siano le parole usate e il modo in cui vengono enunciate a creare quella certa tensione e crescendo fino all'esplosione finale.
D: In questa battuta, troviamo una persona che ha vissuto con integrità ed autostima tutta la sua esistenza fare una pazzia e lasciarsi tutto alle spalle, sia il lavoro che i suoi ideali. È una scena che ci mostra letteralmente il “tracollo” di HaeJoon, ed è anche una dichiarazione d'amore, anche se l'uomo non se ne rende conto. C'è una qualche parte di questa battuta che ti ha colpito particolarmente?
RM: Più che la battuta di per sé (anche se inizialmente mi è sembrata molto d'impatto), è la messa in scena – con la finestra di ricerca che mostra la definizione di 'tracollo': “crollare, andare in frantumi”, la voce del traduttore automatico a metà strada tra il maschile ed il femminile e l'inquadratura su HaeJoon attraverso lo schermo del telefono – che, più passa il tempo, più mi sembra memorabile.
D: L'amore mostrato in Decision to Leave è particolare perché non potrà mai concretizzarsi e, al contempo, ne è la rappresentazione più profonda ed assoluta, indistruttibile. In particolare, il modo in cui SeoRae ama è diverso da quello di HaeJoon. Se tu dovessi indicare un personaggio che ti rappresenta e ti ha commosso maggiormente, chi sceglieresti tra questi due?
RM: Credo sceglierei HaeJoon.
D: E ora passiamo al finale del film. È un film profondamente toccante. Saremmo curiosi di sapere che emozioni hai provato nel guardare il finale di Decision to Leave?
RM: SeoRae che scende dalla montagna e torna sulla spiaggia e HaeJoon, che piange disperatamente seppur con un sorriso desolato, sono memorabili. Infine, il vero amore si è concretizzato o, fin dall'apertura, non è stato che l'inizio di una tragedia per entrambi? Mi ha fatto riflettere. Sono stati felici o è solo un amore sfortunato? O forse è entrambe le cose? È davvero come la nebbia? Il vestito blu, la montagna ed il mare ed il continuo contrasto tra i vari estremi. La vita e l'amore, si sa, sono davvero complessi e multi-sfaccettati. Non è facile distinguere tra il blu ed il verde. Non è forse qualcosa di molto soggettivo e personale?
D: Durante i titoli di coda, la sala si riempie delle profonde voci di due artistə, Jung Hoon-hee e Song Chan-Sik. La canzone finale, 'Fog' è protagonista a sua volta in quanto si fa espressione dei sentimenti ed emozioni che ci lascia il film. Tu sei un musicista, quindi immagino ne avrai avuto una percezione diversa e particolare. Come ti è parsa?
RM: Credo sia stata una scelta magnifica. Non è forse proprio per questo che i film sono una forma d'arte così completa? La canzone finale si sposa alla perfezione con l'estetica e la messa in scena del film, creando una certa sinergia. E poi si intitola “Fog (nebbia)”, quindi mi ha fatto pensare alla nebbia (del film). Ha un che di disperato e solitario, ma è meno triste di quanto si potrebbe immaginare, e riesce a toccare alcune delle nostre corde più sensibili.
D: In quanto musicista ed amante del cinema, immagino non ti dispiacerebbe provare a scrivere colonne sonore?
RM: Mmh... Credo prima di dovermi concentrare sul mio album. A volte si è più felici come semplici fan.
D: In quanto artista con un profondo interesse e conoscenza dell'arte, quale ti è sembrata la scena migliore sotto il punto di vista artistico? Che cosa ti ha colpito?
RM: Forse gli sfondi (le ambientazioni)? E poi, non so se possano essere definite artistiche, ma la scena in cui HaeJoon osserva SeoRae attraverso un binocolo e sembra siano l'uno di fianco all'altra, o quella in cui lui ha in mano una sigaretta e poi ci viene mostrato attraverso lo schermo del telefono.. trovo fossero davvero belle e piacevolmente innovative.
D: Credo Decision to Leave sia un film che permette allo spettatore di apprezzare e godersi appieno la visione di una pellicola in sala. Se dovessi scegliere la scena che ti ha commosso di più, quale sarebbe? Per caso hai versato qualche lacrima guardando il film?
RM: In realtà, non credo di aver pianto. Trovo sia un film emozionante e coinvolgente. Forse proprio perché è un “film (misterioso come la) nebbia”. Probabilmente è la scelta di molti, ma direi il grido finale di HaeJoon: “Dignità, autostima, tracollo”. E poi anche la scena sul monte Homi, quando SeoRae punta la torcia da capo sul volto di HaeJoon e lui si umetta le labbra, non potendo guardarla in viso. Sappiamo che per tutto il film ha sempre dovuto usare delle gocce per gli occhi, ma ciò che rimane impresso è la sua espressione e la realizzazione che, di fatto, non l'ha mai messa veramente a fuoco, vista con chiarezza. Credo tutti questi dettagli siano davvero memorabili.
D: Hai detto di amare i lavori del regista Park Chan-wook già da prima di Decision to Leave. Quand'è stata la prima volta che hai visto un suo film? Che pellicola era e perché l'hai guardata?
RM: Mi sembra fosse Oldboy. Immagino sia lo stesso per molti. L'ho visto perché si diceva fosse imperdibile.
D: Prima, hai osservato che Decision to Leave è un po' diverso rispetto ai lavori precedenti del regista Park Chan-wook. Come mai?
RM: Credo sia un'impressione condivisa da molti. Me ne sono reso conto particolarmente durante la mia 2a e 3a visione, ma ora che sono diventato un fan, non riesco più ad essere obiettivo a riguardo. In realtà, non saprei. Credo sia perché Decision to Leave è l'unico che ho visto più di due volte, tra i lavori del regista Park.
D: Credo tu abbia già praticamente risposto a questa domanda, ma se dovessi scegliere il tuo film preferito tra i lavori del regista Park Chan-wook, quale sarebbe?
RM: Ad esser sincero, non ho ancora visto tutti i film del regista Park, ma se devo dire quale amo di più, sicuramente Decision to Leave.
D: Ultima domanda: ti chiederemmo di lasciare un messaggio e dire ciò che vuoi al regista Park Chan-wook, che, nel 2022, ha festeggiato i suoi 30 anni di carriera.
RM: Regista Park, ha fatto un lavoro magnifico e.. spero continuerà così (ride). Se ci sarà mai l'occasione di incontrarci e bere qualcosa insieme, spero vorrà raccontarmi tanti retroscena e storie interessanti. Non vedo l'ora di guardare i suoi prossimi film. Grazie a lei, gli ultimi mesi sono stati molto piacevoli e divertenti.
⠸ eng : © fIytomyR00M ; © KNJsSource | ita : © Seoul_ItalyBTS⠸
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clacclo · 1 year
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Guarda "E noi come stronzi rimanemmo a guardare (2021) - Trailer ufficiale" su YouTube
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Più che un film (bellissimo) è un vero e proprio monito!
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denny1416 · 1 year
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Il sol dell’avvenire, Nanni Moretti (2023)
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sottospazio · 1 year
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Ormai non si percepisce più il distacco tra cinema per intelletualoidi e cinema d'autore perché la gente ha bisogno di sentirsi superiore a chi fruisce di un cinema più generalista.
Ormai il cinema e la letteratura sono diventati quasi solo commercio, e poco arte
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Portati al mare da sola
mangiati un cinema d'autore
riempiti la bocca di libri prima di parlare
sorprendi prima te stessa
racconta le tue avventure agli alberi
fiorisci sempre davanti a tutti
ma raccogliti di nascosto
prenditi delle sane disabitudini
commetti meraviglie in faccia agli altri
se gli altri non sentono la musica
non sei obbligata a non ballare,
danza ovunque
riempi di senso il tuo silenzio
ama dritto negli occhi quando parli
ascolta più del dovuto
regala i tuoi brindisi a chi ha smesso di augurare,
prenditi un sorriso di ferie
conta fino a centoventi quando ti lavi il cuore
togliti le scarpe quando entri nella vita degli altri
lascia la finestra aperta quando dormi chiusa in te stessa
anche l'arte è cibo, ingozzati
anche dentro di te ci sono luoghi, visitati
e se succede qualcosa, ci sei sempre
chiamati
e portati al mare da sola.
[gio evan]
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pristina-nomine · 1 year
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1,2, 29 for the movie’s ask!
Thank you so much, let's go!
1. What was the last movie you watched on theaters?
La stranezza by Roberto Andò. Highly recommend, especially to anyone at least a tiny bit aware of Pirandello's work. The core concept is: what if we take a standard Italian comedy (Ficarra e Picone's ones specifically, which, if you don't know, all have more or less the same plot) and put Sei personaggi in cerca d'autore in there? Adding the best Sicilian actors currently working just for fun? The result could have been a disaster, but it's a very good movie, clever and fun. There is a two star review on Letteboxd that says something like "This is the kind of movie they made you watch at school" and yeah, that's it, but it's actually a selling point imho.
2. What was the first movie you ever remember watching on theaters?
Definitely some Pixar movie, maybe Cars. I don't remember much about it, except being there aha.
29. A movie from your favorite director you didn’t liked
My favorite director being Miyazaki, it has to be Nausicäa of the Valley of the Wind. Yes I know. I'm pretty sure it was a typical example of watching something at the wrong moment, it just didn't give me the same lasting impression all his other movies have given; I'm probably going to revisit it soon.
Cinema ask!
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