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#chi sono?
silviaaquilini · 1 year
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ultrabeauty-it · 1 year
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Come capire cosa vuoi?
Capire te stesso e cosa vuoi nella vita è un compito arduo. Con questo articolo vorrei aiutarti a fare chiarezza dentro di te. Rispondi ad alcune domande profonde per capire cosa vuoi dalla vita
Come capire se stessi? Rispondendo alle domande profonde per avere le risposte importanti. Capire te stesso e cosa vuoi nella vita è un compito arduo. Imparare una lingua sconosciuta o cambiare professione a volte è più facile che capire cosa ci spinge e cosa vogliamo dalla vita. Quante volte ti è capitato di perseguire gli obiettivi, raggiungerli e capire che non era quello che volevi? Penso…
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sophiaepsiche · 1 year
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Rimozione o trascendenza?
‘La pratica del ‘chi sono io’ e di allontanare i pensieri psicologici non li spinge nell’inconscio, non potrebbe risultare in una rimozione?’
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‘E c’eri Tu che mi mettevi nuovamente di fronte a me stesso e costringevi i miei occhi a guardare dentro me stesso affinché scoprissi e odiassi la mia malvagità’ (Sant’Agostino)
La risposta breve è no, perché la domanda ‘chi sono?’ (o ‘chi percepisce?’ o ‘chi sente?’) ha l’effetto di spingere l’attenzione indietro, cioè dentro, e non in avanti, o fuori, o su altri oggetti mentali. Torno ad usare lo stesso disegno usato più volte, scusandomi per la monotonia, ma se abbiamo bene in mente la direzione che deve prendere l’attenzione, è tutto più facile. Anche altri lettori mi avevano segnalato questo dubbio sul fatto che allontanare i pensieri psicologici potesse mandarli nell’inconscio a prescindere ma, in realtà, dipende da che parte siamo con l’attenzione.
Il concetto è che se ci spingiamo fuori o altrove con l’attenzione, i pensieri diventano subconsci (vedi C). Il che non vuol dire che ci sia davvero una rimozione, ma che rimangono a far rumore in sottofondo perché non sono ascoltati da noi. Rimangono ignorati (il termine psicologico ‘rimozione’ indica un tentativo maldestro di rimozione e non un’effettiva rimozione).  Se, al contrario, siamo talmente dentro di noi  con l’attenzione (vedi A),  da superare i pensieri del tutto e vederli svanire, vuol dire che siamo divenuti pienamente consci. Quest’ultima è trascendenza e  la prima è ‘rimozione’. Sono i due estremi opposti.
Ora, tra i due estremi c’è una via di mezzo, ed è quella che capita quando non riusciamo a fare un passo indietro tanto forte da trascendere i contenuti. Se siamo in questa posizione (vedi B), siamo a confronto con la nostra interiorità e dobbiamo imparare cosa vuol dire davvero ‘meditare’. Dobbiamo sviluppare la capacità di stare abbastanza indietro da poterla osservare senza rimanerci impigliati: se partecipiamo attivamente non stiamo meditando, se riusciamo ad essere distaccati ed osservarla, per quanto non sarà piacevole o pacifico come vorremmo, stiamo già meditando. 
L’osservazione distaccata rende consci i contenuti e matura discernimento sulle loro dinamiche, favorendo un maggiore distacco, un ulteriore passo indietro, che ci aiuterà in futuro. Un meditante molto esperto, grazie ad un distacco già ben nutrito, può avere allora più successo e posizionarsi così bene dentro di sé da veder svanire tutto. Questo è lo scopo dell’atma vichara, del ‘chi sono io?’
Il chiedersi ‘chi pensa?’ ‘chi sta percependo?’ o ‘chi sono’ è un antichissimo ‘trucco’ per mettersi dalla parte giusta, dalla parte della consapevolezza. È un modo per fare l’essenziale passo indietro, che ci permette di conoscere noi stessi. Non è stato consigliato solo dal nostro Bhagavan Ramana Maharshi, ma anche da Socrate, era già presente nelle Upanishad, così com’è consigliato nel Buddhismo. A tal riguardo, citerei che nei commentari del Satipatthana Sutta (il sermone del Buddha sulla presenza mentale) “si fa notare che porsi la domanda “chi sente?” segna il passaggio dal semplice provare una sensazione al contemplarla”, e che “lo scopo di questa forma di investigazione è superare l’idea di un io che sente” (Bhikku Analayo)*. 
È un’indagine attiva che scioglie l’ego perché lo smaschera. Per chi avesse il dubbio che questa pratica sia in via positiva e non in via negativa, rasserenatevi, è sicura ed è in via negativa. Non aggiunge niente, non è posta per trovare una risposta concettuale ma per posizionarsi nella consapevolezza e ‘per dissolvere colui che pone la domanda’ (Bhagavan Ramana). Ovviamente, c’è anche chi impara a fare questo passo indietro senza chiedersi nulla, gli basta solo il ricordo di praticare o di porre dentro l’attenzione. Se capite in cosa consiste la pratica, non c’è bisogno di chiedervi nulla. È utile invece per chi, ad oggi, non ha ancora capito come praticare, come andare dentro e conoscersi. 
L’altra istruzione geniale di Bhagavan è quella di rimanere nel senso di ‘io’, in ciò che crediamo essere noi stessi, nel ‘pensiero io’. Un modo eccellente per stabilizzarci nel silenzio, sempre allo scopo di rimuovere, una volta per tutte, la radicata convinzione che ci sia un io individuale in noi. Se riusciamo a rimanere in noi così profondamente, stiamo praticando l’atma nishta, il ‘dimorare in sé’ per i non duali, il ‘samadhi’ degli yogi, il ‘dimorare indipendente’ dei Buddhisti, lo stato contemplativo dei mistici ecc.
Non vorrei però delineare tanto una differenza nella pratica, quanto nei risultati della pratica. Deve essere chiaro che è solo a seconda dell’esperienza e del discernimento del praticante che ci sarà differenza tra i risultati. A volte dipende anche dal momento che si sta vivendo, dalla sfida che stiamo affrontando. Se gli input sono troppo travolgenti possono destabilizzarci temporaneamente, anche se siamo già esperti praticanti. Non ci sconfortiamo mai! Nel caso che ci troviamo in mezzo alla mente, al corpo, alle sensazioni e ai pensieri, applicheremo la meditazione, se siamo così dentro da trascenderli sarà silenzio. 
Il silenzio può esserci anche sin da subito, con dei picchi d’attenzione intensa, per brevi momenti, e poi, nel corso della pratica costante, si stabilizza sempre più; rendendo necessario un impegno sempre meno arduo per restarci. Ritornare nel pensiero sarà gradualmente meno penoso perché il distacco si stabilizzerà e  non aggrappandoci a nulla non nascerà l’ego né il pensiero psicologico. Ci saranno pensieri ‘puliti’, semplici. Qualora vi ricapitasse di formare quelli psicologici, però, non vi abbattete e ricominciate! Capita a tutti noi!
Il punto essenziale è che bisogna aver pazienza e stare dentro di noi il più possibile, a prescindere dai risultati. Se ragioniamo così: ‘che caos dentro di me, non riesco a meditare’ e smettiamo, è un grave errore. Se ci offriamo al caos e lo studiamo, ce ne distacchiamo sempre più e sviluppiamo saggezza. Ed è lei la nostra salvezza. ‘È la verità che rende liberi, non il nostro sforzo di essere liberi’ (J.Krishnamurti). Restiamo dentro e impariamo! 
D’altro canto, non dobbiamo fare neanche l’errore opposto: ‘c’è silenzio, sto mandando tutto nell’inconscio’. No, no, se stiamo dentro non c’è alcun errore. Restiamo il più possibile in quel silenzio, che è il nostro stato naturale. Non stiamo rimuovendo nulla ma trascendendo tutto. Se devo essere proprio sincera, questo è un dubbio teorico, non si pone se praticate davvero, perché la differenza tra la rimozione e la trascendenza è immensa e palpabile.
Chiarito questo, vorrei cogliere l’occasione per specificare che ciò di cui parliamo è ben diverso dal tentativo di manipolare l’inconscio volutamente, di sostituire i contenuti, di cui si sente parlare spesso oggi. Nonostante la sostituzione possa avere dei risultati psicologici, è un escamotage temporaneo, che non ha molto a che fare con la meditazione. Nella conoscenza di sé, si riconosce appieno la perfetta funzione naturale che il subconscio svolge, la si rispetta, la si onora e la si sfrutta.
In mancanza di comprensione delle dinamiche, l’inconscio si presenta come un meccanismo ripetitivo, questo a primo acchito può far sembrare l’inconscio stupido e manipolabile, mentre stupido è l’atteggiamento dei detentori dell’inconscio, di per sé perfetto. 
Siamo noi ad essere più o meno consci e consapevoli, non l’inconscio. L’inconscio non è una ‘cosa’, è la nostra ignoranza su di noi. L’ignoranza presenta ciclicamente i suoi effetti, esterni ed interni, a causa della nostra ostinata noncuranza nel conoscere noi stessi. La cosa essenziale per superare una dinamica è capirla, conoscendola, e non sostituirla con un altro ‘contenuto’ o ‘messaggio’, più piacevole. La dinamica che si ripresenta non è casuale, è quella che ci serve! Spesso è proprio quella che ha mostrato, in passato, di avere il maggior potenziale di riportarci indietro e puntare l’attenzione dentro. 
La funzione dell’inconscio è di tentare senza tregua di rendersi conscio, in un modo o nell’altro. Direi, letteralmente, a tutti i costi. Possiede un enorme potere proiettivo, sostituire o manipolare non è la scelta più saggia.
Anche se la dinamica che ripresenta non è piacevole, va conosciuta e, così, adempiendo al dovere che aveva di riportarci indietro, si scioglie. L’inconscio non è né un mostro stupido, né un mostro cattivo. La spiacevolezza dei contenuti è dovuta alla nostra negligenza a dar attenzione alle dinamiche penose, che vogliamo ‘ignorare’ e ‘sostituire’. Questo crea il destino sfavorevole dell’uomo, fa sì che la ‘via del dolore’, non obbligatoria di per sé, diventi la via prediletta dalla nostra specie e le conseguenze esterne di questo atteggiamento le vediamo sempre meglio. Per evitare la ‘via del dolore’, almeno in termini individuali, una volta sciolta una problematica, invece di ricominciare ad ignorare la nostra interiorità, dobbiamo continuare a conoscerla con sempre maggiore intensità, così da renderla pienamente conscia. E questo vuol dire diventare praticanti spirituali. 
Solo così porteremo a compimento l’evoluzione interiore dell’uomo e il suo fine più alto. È più impegnativo ma porta alla sublimazione della psiche e alla scoperta di una pace profonda. Nel silenzio e nella vacuità, sede non del nulla ma dell’infinito potenziale, dissiperemo l’ignoranza definitivamente e porteremo in essere il meglio dell’uomo. 
Vista in quest’ottica, l’unica ‘sostituzione’ veramente efficace è da cercarsi nella lettura degli insegnamenti dei veri saggi, che hanno un impatto profondo in noi e ci indicano la via da seguire.
Più ci conosciamo, più conosciamo la via, lo scopo e i funzionamenti della vita interiore ed esterna. Più progrediamo, meno saremo inclini a sostituire o a manipolare questo impeccabile dono di natura, che vuole portarci a fare il nostro dovere, per sbarazzarci una volta per tutte della violenza, della divisione e delle risposte più arretrate e malvagie della nostra specie.
Rileggete la citazione di Sant’Agostino adesso e gustate la sacralità e la perfezione di questo impeccabile dono. Comprendetene l’enorme potenziale creativo o distruttivo ed ‘usatelo’ con cautela, rispetto e gratitudine, per il bene vostro e dell’intera umanità.
Citazioni da ‘Satipatthana - Il cammino diretto’ (pag 190) di Bhikku Analayo, puoi scaricarlo gratuitamente qui
Leggi anche ‘La comprensione della mente’,   puoi scaricarlo gratuitamente qui
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I want to be craved, admired, devoted to.
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sofysta · 12 days
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mrsbrandoxxx · 9 months
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lemmetreatya · 1 year
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todays mood (jan 2023)
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tempest-loupnoir · 30 days
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This is a very cool thread with visuals of David Production’s 3-D rendering from Jojo’s Bizarre Adventures Phantom Blood opening song, “Sono Chi No Sadame.”
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ragazzoarcano · 11 months
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“Non ho voglia di litigare.
Non ho più voglia di rimanerci male.
Non ho voglia di sforzarmi per cercare di far capire chi sono, cosa penso, cosa provo.
Non ho voglia di “dosare” le parole perché la mia rabbia, il mio dispiacere, la mia delusione non siano pugni, ma carezze.
Non ho più voglia di giustificare o mettermi nei panni di chi ferisce senza delicatezza di cuore.
Sono stanca.
Sono molto stanca.
E non ho più voglia.”
— Letizia Cherubino
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gallade-x-treme · 1 year
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ah yes. violent handholding
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purrsia · 9 months
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VOTATE UN ROMANO CIOCIARO QUEST'ANNO PER UN ITALIA MIGLIORE
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houkagokappa · 4 months
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Favourite manga read in 2023
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È un male io sia talmente abituata a gente ossessionata con me che il fatto che il tipo a cui ho dato la mia verginità non mi abbia ancora contattato mi sconcerta?
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sofysta · 6 months
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Ang3l or Devil ?
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emozionidinchiostro · 3 months
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“T’ chiavass”
(La fonte è Instagram raga c’è il nome del profilo in basso a destra)
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