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#bob dinamite
crvgedits · 1 year
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like se salvar
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tosumup · 1 year
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E eis que o vandalismo bolsonarista quase apagou um dia de luto e de importância para o futebol brasileiro (e mundial, por que não?) ao tirar os holofotes da despedida em vida do maior ídolo da história do Clube de Regatas Vasco da Gama. Aquele que foi o maior artilheiro da história do campeonato carioca, o maior artilheiro da história dos campeonatos brasileiros modernos, e um dos artilheiros do Brasil na Copa de 1978... e entre tantos mais, símbolo maior (para além da política) do clube que representa a resistência do povo brasileiro em sua viva cultura e alegria... aquele cujo apelido ficará como uma explosão de alegria, para o objetivo maior do jogo de futebol: Roberto Dinamite!!! Saudades e gratidão da torcida que você aprendeu a amar como a sua!!! Descansa em Paz, Bob...
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babyvictoriax · 3 years
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✨Meu nome:Vitória✨
Meu signo: Leão🐯
Tenho : 1,53 de altura ...
Minha cores favoritas são: rosa,azul clarinho, verde pastel e roxo
Minha série favorita é: american horror story
Meu desenho favorito: bob esponja, peppa, barbie,lonetunes e ta chovendo hambúrguer...
Minhas musicas favoritas são: Stockholm síndrome,Steal my gril, lana, julieta, a história de jonny, on, dinamite, ophelia e genius ....
Amooo bolo de chocolate 🍫 e de cenoura mais não gosto de doces nem de refrigerante prefiro suquinho bem melhor
Amoooo morangos, uva, maçã 🍎🍓🍇
Amo ler sobre: DDLG, MÁFIA, ABDL,LACTOFILIA, MORRO,ROMANCE DARK
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kon-igi · 4 years
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LA TORRE DELLA FELICITÀ
Non so da chi e in quale momento della mia vita mi venne proposta la metafora della felicità come una torre altissima e dai camminamenti ripidi, scalando la cui tortuosa via verso l’alto tu potevi finalmente giungere sulla sommità ed essere felice.
A me ‘sta metafora reganiana è sempre stata un po’ sul cazzo perché presupponeva che tu ti dovessi fare il culo anaerobico a rampare un gradino dietro l’altro senza sapere a che punto tu fossi mentre sputavi pezzi di polmone a mo’ di contapassi. Quanto manca a essere felice? Avrò abbastanza fiato per un urlo di vittoria quando (se?) arriverò in cima? E gli altri, sono già arrivati in cima alle loro torri?
A onor del vero io manco so come sia fatto un orologio biologico e le uniche cose che sento ticchettare sono la vecchia sveglia che ho attacccato con dei cavi a dei finti candelotti di dinamite (da adulto volevo capire come diamine il preside ci cascasse sempre e facesse ogni volta evacuare il liceo prima del compito di Greco) e i merli che beccano dalle corteccie le larve di Rodilegno.
Le cose mi sono sempre capitate - credevo - per caso, fortuna o fatalità... i tuisti del fato, li chiamavo, storpiando il titolo di una canzone del mio amico Bob (non l’Aggiustatutto, quell’altro... quello del vento che soffia e del tamburino nel mattino tintinnante).
O magari - banalmente - sembra che ti capitino casualmente ma solo perché hai smesso di fare a pezzi il tuo corpo per spedirlo in giro a ricercare i soldi del riscatto per riavere indietro la vita che gli altri ti hanno raccontato.
Vi riassumo la mia esistenza:
Ti vogliamo bene. Il mondo è davvero strano. Sto in un angolo. Ciao sfigati come me, venite. È bellissima. Oddio... una figlia! Non ce la farò. Oddio... un’altra. Ce la devo fare. Cos’è che dovevo fare? Nulla... le cose non si fanno, vanno.
Mi viene da ridere quando mi chiedono il curriculum vitae e una volta ne ho consegnato uno simile, mettendoci un sacco di aneddoti divertenti ma con la fototessera della patente perché volevo che sapessero quanto fossi sfigato. In quel posto ci sto lavorando da dodici anni e tutti adorano la treccia della mia barba.
Comunque, ritornando alla torre, quello che mi faceva indurire le arterie cerebrali dal nervoso era il sottinteso che il tuo doveva essere un lavoro di gambe a testa bassa, una gara di resistenza per arrivare in cima, preferibilmente sbirciando dalle feritoie per controllare che nelle altre torri gli altri stessero più sotto di te.
E invece Terraria (o Minecraft per voi mainstreamer) mi ha insegnato che la gioia della realizzazione non è realizzarsi ma realizzare... è costruirtela la torre, senza progetto e senza la minima idea di quanto finirà coll’essere alta, bella o spaziosa.
Cominci coi materiali che il tuo mondo ti mette a disposizione e procedi - a volte verso l’alto, a volte solo in largo - senza un fine preciso, attingendo volta per volta ai materiali e alle risorse dei mondi che stai scoprendo nell’allontarnarti dalla tua torre personale... un piano di argilla con mobili in legno di bambù, uno in noce massello e tavoli di marmo, uno di ossidiana e lava con conigli mannari in gabbia e lampadari di necrocristallo.
Non c’è un solo vecchio livello della mia torre che io riesca a guardare senza ridere e piangere al contempo ma in ognuna di quelle stanze ritrovo l’entusiasmo della prima volta, senza la minima traccia di pentimento del passato, insoddisfazione del presente o paura del futuro.
Vabbe’, capisco... fortunello me che sono un maschio bianco privilegiato dalla parte giusta della società ma, vedete, ognuno la propria torre non smette mai di costruirla, soprattutto perché non è mai, MAI una questione di altezza o pregevolezza di materiali ma di scegliere i mattoni giusti per il momento.
Io, per esempio, con questo alla mia torre ci aggiungo un piano di 350 metri quadrati 
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Sono sicurissimo che voi ne abbiate a disposizione di altrettanto struggenti e pieni di significato affinché possiate ritrovare la gioia di mettervi nuovamente a lavoro. 
Ci conto.
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Scrittori senza Nobel e Nobel senza scrittori
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Il premio fu istituito nel 1901 (l’occasione, come tutti ricordano, è il testamento in cui Alfred Nobel, inventore della dinamite, lascia il suo cospicuo patrimonio all’Accademia svedese per la consegna di un premio a chi meglio si sia distinto in Letteratura, promozione della Pace, Economia, Medicina, Chimica, Fisica) e il primo grande escluso fu nientemeno che Lev Nikolàevič Tolstòj (potete trovare le motivazioni in questo sito), ma altri scrittori illustri fanno parte di questa “nobile” categoria, come Musil, Céline, Čechov e Proust. A proposito di quest’ultimo, vale la pena citare le parole con cui Alfred Humbolt, editore di Ollendorff, rifiutò di pubblicare Alla ricerca del tempo perduto: ‘‘Sarò forse uno sciocco ma davvero non riesco a capacitarmi del fatto che un tizio possa impiegare ben trenta pagine per descrivere come si giri e rigiri nel letto prima di addormentarsi”. Se fosse possibile una replica tardiva, potremmo rispondere al signor Humbolt che Oblomov di Gončarov in fondo non fa altro per tutte le quasi 700 pagine del libro e che Ulrich, protagonista de L’uomo senza qualità, non era certo molto più attivo (benché entri a far parte della fantomatica “Azione parallela”, azione non è proprio la qualità che più lo contraddistingue), per non parlare del protagonista (autobiografico) de Il male oscuro di Berto. Se questa non dovesse essere considerata arte, allora non avrebbe senso nemmeno il numero infinito di quadri dedicati da Monet allo stesso soggetto: le ninfee, la cattedrale di Rouen. La letteratura non ha come scopo l’estrema sintesi di una formula geometrica, quello semmai sarebbe il compito della poesia o della filologia, l’artista, come ha detto Wilde nell’introduzione a Il ritratto di Dorian Gray, mettendo un punto definitivo alla questione, “è il creatore di cose belle. Non esistono libri morali o immorali. I libri sono scritti bene, o male. Questo è tutto. L’artista può esprimere tutto. L’arte, tutta, è completamente inutile”.
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A Nabokov il Nobel non fu conferito perché considerato scrittore “immorale”, e l’accusa di eccesso di erotismo valse anche per motivare l’esclusione di Moravia (utile su questo argomento è il libro di Enrico Tiozzo La letteratura italiana e il premio Nobel), Joyce (anche Virginia Woolf si era rifiutata di pubblicare l’Ulisse) e Philip Roth.
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Per quanto riguarda Borges, “l’Accademia di Svezia ha recentemente desecretato i verbali del ’67, anno in cui lo scrittore argentino fu a un passo dal Premio … Lui alla fine ironizzava: È un’antica tradizione scandinava: mi nominano per il premio poi lo danno a un altro. Ormai tutto ciò è una specie di rito. Borges se n’era fatta una ragione, o una rassegnazione. L’apodittico giudizio di diniego fu del presidente pro tempore del Comitato del premio, Anders Osterling: Borges? È troppo esclusivo o artificiale nella sua ingegnosa arte in miniatura”. L’ipotesi più accreditata, in realtà, ha giustificato il fatto con la visita compiuta da Borges nel 1976 al dittatore cileno Pinochet che gli conferì personalmente la laurea honoris causa.
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Anche Graham Greene, candidato per quasi 20 anni, fa parte della nutrita categoria dei papabili esclusi: “Sul mancato riconoscimento al grande scrittore inglese pesarono futili motivi e il fatto che lui l’avrebbe definito un premio anticristiano”.
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Grande scandalo suscitò, nel 2016, l’assegnazione del Premio Nobel per la Letteratura a Bob Dylan, invece che a Philip Roth, a Thomas Pynchon o a Don DeLillo. Quest’ultimo, in particolare, è stato definito il grande sciamano della scuola paranoide della letteratura americana. “Dei suoi libri è stato detto che mettono a disagio il lettore, ma secondo DeLillo questo lettore di cui stiamo parlando si sente già a disagio. È molto a disagio. E forse ciò di cui ha bisogno è un libro che gli faccia capire che non è solo”. Lo stesso Dylan fu piuttosto stupito da questa assegnazione e dichiarò: Le canzoni non sono letteratura, mandando Patty Smith a riceverlo al posto suo.
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A parte i casi in cui il Nobel non poté essere ritirato per motivi politici (e ci riferiamo a Pasternak e a Solženicyn), vogliamo ricordare i due episodi in cui il premio fu teatralmente (è proprio il caso di dirlo) rifiutato: George Bernard Shaw e Jean-Paul Sartre.
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Nel 1925 il drammaturgo irlandese rispose, con l’ironia che lo contraddistingue, con queste parole alla prestigiosa offerta: «Posso perdonare Alfred Nobel per aver inventato la dinamite, ma solo un demone con sembianze umane può aver inventato il Premio Nobel […] I miei lavori e le loro rappresentazioni provvedono largamente ai miei bisogni. Quanto alla mia fama essa è già grande e abbastanza favorevole per la mia salute spirituale. In questa circostanza la somma sarebbe come una cintura di salvataggio che si getta a un uomo che ha già raggiunto la riva e che vi si trova sicuro». Rifiutò così anche le 6500 sterline che gli spettavano consigliando di dirottarle verso il perfezionamento delle relazioni culturali tra Svezia e Inghilterra.
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Nel 1964 Sartre sfoggiò il “gran rifiuto” per sfuggire all’imbalsamazione e al collocamento prematuro in una nicchia del Pantheon letterario (parole di Eugenio Montale). “Così quando, in un ristorante del Quartiere Latino di Parigi dove si trovava in compagnia di Simone de Beauvoir, ricevette la notizia, Sartre non esitò un attimo a dichiarare il suo netto rifiuto. Dovette averci pensato bene negli anni precedenti, visto che era candidato da tempo. Al contrario del burbero cantautore americano, il philosophe pose il suo veto con molto savoir-faire, e dopo aver espresso la sua profonda stima al comitato svedese, precisò in una lettera: «Ho sempre declinato gli onori ufficiali, lo scrittore deve rifiutare di lasciarsi trasformare in un’istituzione, anche se questo avviene nelle forme più onorevoli, come in questo caso». Fra le altre reazioni ironiche ci fu quella dello scrittore André Maurois, che sostenne che Sartre si era negato perché incapace di indossare uno smoking”.
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L’inclita Accademia svedese ha purtroppo perso l’occasione di assegnare il premio ad altri tre grandi scrittori: Umberto Eco, Manuel Vázquez Montalbán e Andrea Camilleri.
Siamo ansiosi di conoscere quale sia la lista dei vostri grandi esclusi!
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danbenzvi · 5 years
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Just listened to: “Once Upon A Time In...Hollywood”
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[This release is essentially sequenced as though you’re listening to a broadcast from KJH 960 AM which was a top 40 radio station in Los Angeles back in 1969 [when the film is set].  This includes actual DJ patter, jingles and commercials from the era.]
Featuring the following tracks:
Roy Head and the Traits - “Treat Her Right”
The Bob Seger System - “Ramblin’ Gamblin’ Man”
Deep Purple - “Hush”
“KJH: Mug Root Beer Advertisement”
The Village Callers - “Hector”
Buchanan Brothers - “Son Of A Lovin’ Man”
Chad & Jeremy - “Paxton Quigley’s Had The Course” (from the MGM film Three In The Attic)
“Bristol Meyers: Tanya Tanning Butter Advertisement”
Paul Revere & The Raiders - “Good Thing”
Paul Revere & The Raiders - “Hungry”
The Box Tops - “Choo Choo Train (Mono Single Version)”
Mitch Ryder & The Detroit Wheels - “Jenny Take A Ride”
Deep Purple - “Kentucky Woman”
Buffy Sainte-Marie - “The Circle Game”
Simon & Garfunkel - “Mrs. Robinson”
“I Profumi Di Capri: Numero Uno Cologne Advertisement”
Los Bravos - “Bring A Little Lovin’“
“Harold E.Weed/Dana Classic Fragrances: Suddenly/Heaven Sent Advertisement”
“KHJ: Vagabond High Scool Reunion”
“KHJ: KHJ Los Angeles Weather Report”
“The Illustrated Man/Ready For Action Advertisement”
Dee Clark - “Hey Little Girl”
“Coty Inc.: Summer Blonde Advertisement”
Neil Diamond - “Brother Love’s Traveling Salvation Show”
Robert Corff - “Don’t Chase Me Around” (from the MGM film GAS-S-S-S)
Paul Revere & The Raiders featuring Mark Lindsay - “Mr. Sun, Mr. Moon”
Jose Feliciano - “California Dreamin’“
I Cantori Moderni Di Alessandroni - “Dinamite Jim (English Version)”
Vanilla Fudge - “You Keep Me Hangin’ On (Quentin Tarantino Edit)”
Maurice Jarre - “Miss Lily Langtree (cue from The Life And Times Of Judge Roy Bean).
“KHJ: KHJ Batman Promotion”
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yesiamdrowning · 6 years
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Di rado mi sveglio con entusiasmo. Preferirei dormire. Negli ultimi mesi prendo sonno con fatica e per farlo mi avvolgo in un quantitativo imprecisato di puntate di serie tv che assai difficilmente vedrò una seconda volta. Quando non hanno l’effetto desiderato, allungo la mano su una pila di libri e riviste a lato del letto e incomincio a leggere. Spesso non chiudo occhio per tre o quattro ore dopo che tutti sono andati a letto. Mi addormento e dopo tre o quattro ore sono di nuovo sveglio; faccio quello che qualcuno chiama “testacoda”, ovvero rialzarsi quando dei benefici del sonno si è goduto poco o nulla. La sveglia suona ma la metto a tacere due o tre volte. Alla fine sono comunque costretto a darle retta e spesso ho già i nervi. Per giunta, da qualche tempo, appena butto i piedi sul pavimento della mia stanza, mentalmente i guai della giornata mi si presentano all’istante. Non un granché, me ne rendo conto, ma corroborati da quelli della vita che in genere sono più difficili da mandar giù. Per riottenere la mia consueta faccia da John Balance, scelgo quella che sarà la t-shirt che indosserò (operazione che stranamente mi rilassa) e penso a James Brown. Sfoglio le magliette piegate in ordine e per colore, aggiustando con le dita il cotone a volte stropicciato ora su una maglia dei Bad Brains ora degli Om. James mi accompagna. Quella voce strozzata, quell’interpretazione fuori da ogni paragone, degna del più classico mimetismo da actor’s studio, sotto l’immancabile ciuffo impomatato e completini impeccabili nei balletti improponibili che ridefiniscono da soli il concetto stesso di coolness. Origine campagnole, aspirazioni metropolitane. Da moquette rossa e suite al Holiday Inn di Memphis. L’emblema del riscatto sociale per milioni di persone, lui che da bambino raccoglieva cotone e lustrava scarpe ai bianchi e grazie al gospel, allo swing e al soul ne divenne un Re. Finito alla Rai nel 1971, a Teatro 1O, con due batterie sul palco nemmeno suonasse coi Melvins come nei film di Rocky. Perfezionista ossessivo, passò attraverso l’alcool e le droghe, e venne ricoverato per punizioni che si autoinfliggeva (digiuni, soprattutto). Nato sotto il segno del Toro, soprannominato Mr. Dinamite, col suo carattere irrascible sfociava spesso in scatti d’ira che sono passati alla storia, confusi con altrettante leggende. Pare si presentasse armato a tutti gli appuntamenti, dove per armato si intende di un fucile, ma soprattutto poteva ingaggiare vere e proprie scazzottate per niente: un assolo sbagliato, una richiesta di denaro, una precedenza. Tirava cazzotti urlando le proprie ragioni, poi si nascondeva nella sala prove e trasformava tutta la sua avversione verso il mondo in estro, creando il suo famoso stile. Magari cantava bombe come Out of Sight o The Night Train e lasciava il mondo intero inerme, a lapparsi le nocche ferite ma mai quanto lui. Sono pensieri che ti aiutano ad affrontare la vita mentre fai finta che una maglietta dei Beastie Boys o di Lydia Lunch potrebbe servirti a svoltare la giornata. Ma l’esercizio più ultile, quando l’orologio indica le 8 e O5, sei sveglio già da un’ora e niente sembra essere ancora migliorato, è pensare a Please Please Please. L’inno allo struggimento definitivo. Chitarra, basso e batteria in scioltezza e il Padrino del Soul che ci appoggia sopra la sua (infinita) supplica affinché lei torni. Diciamocelo subito, a conti fatti Please Please Please è una canzone d’amore come altre. Lei se ne andata, lui si sente solo come un cane, ha una faccia che nemmeno un’omelette di asparagi, tocca quindi quanto meno buttarsi in ginocchio per auspicare a un ripensamento dell’amata. Insomma, sono messe in campo tutte quelle variabili che distanziano l’ipotetico racconto disneysiano dal suo lieto fine. Un po’ come metà delle canzoni di Laura Pausini che però, spero sarete d’accordo, a sentirle al risveglio sarebbero un invito al suicidio; con quegli svolazzi di sfiga adolescenziale con trent’anni di ritardo che poi te se te li ritrovi nella vita di tutti i giorni, nella realtà, sarebbe veramente grave e mi auguro per lei che le sue siano solo “bugie a fin di bene” altrimenti rischirebbe il ricovero in una clinica a ogni singolo. Comunque con James tutto il discorso cambia e mi ripasso Please Please Please mentre abbino magliette chiare a pantaloni scuri o viceversa. Due minuti e quarantanove che venivano dilatati a oltre sei nelle esibizioni dal vivo o inclusi in medley memorabili come quello del Live at the Apollo, album di una bellezza tale che spero non occora spiegare. Ma James a Please Please Please ci arrivò nel 1956 quando non era ancora il Re di nulla, fuori dal gioco lucroso degli album e/o dei singoli al primo posto in classifica che arriverà solo cinque anni dopo, ma carico di speranze e frustrazione. Da qui il senso della canzone oltre il senso stretto della canzone. La leggenda narra di un giovanissimo James Brown intento a provarla dentro lo studio di registrazione della sua prima etichetta mentre il produttore Ralph Bass lo ascolta in estasi. Bussano alla porta ed entra Syd Nathan, boss e fondatore della King Records. Si infila subito un paio di cuffie per capire quanto gli potrà fruttare questo marmocchio nero con un diavolo per capello. Ascolta un po’ e al quattordicesimo “Ti prego” in un solo minuto lancia le cuffie per aria e sbotta a Ralph: “Questa non è una canzone! Dove sono le strofe? Dov’è il ritornello?”. Allora il buon Ralph Bass abbassa il volume dalle cuffie, abbassa le tendine nel vetro che separa la cabina di regia dallo studio per non disturbare la band che suona, abbassa la voce e sorridente gli risponde: “Qui non conta la canzone”. Aveva ragione. Cazzo se ne aveva. E’ il mantra struggente dei Please ripetuti come se si fosse persa la ragione a farla da padrone. Grazie a quella superba interpretazione di James, il cantato (se così si può dire) diventa un miscuglio tra litania eucaristica e la supplica dell’ubriaco, e il senso, il senso reale del brano per quello che è passa in secondo piano. Ti prego cosa? Tutto! Ti prego fammi conquistare la donna amata sì, ma ti prego fammi arrivare a fine mese, ti prego dai un po’ di stabilità alla mia famiglia, ti prego fammi avere i soldi per pagare le bollette, ti prego fai guarire mio zio, ti prego non fare morire più i miei amici, ti prego cura la mia mente. Ti prego, sono arrivato al limite, non ce la faccio più. Venne deciso che piano e fiati rimanessero in secondo piano rispetto al gioco di voci tra coro e James. Scelta giusta che non lo buttò affatto nel panico come avrebbe fatto con molti altri. Nella voce di James Joseph Brown non c’è un solo tentennamento: è quello che prova, è quello che sente, non potrebbe venirgli più facile. E così oltre alla favolosa registrazione riuscì a mettere su una delle performance più estenuanti e coinvolgenti della storia della musica. Al corista e amico di una vita Bobby Byrd venne dato così un incarico mai stato dato prima a nessuno sopra un palco. Durante l’esecuzione di Please Please Please, oltre a cantare, doveva, come dire, sostenere psicologicamente (anche fisicamente, come si può vedere) un esausta James Brown che sta per cedere sotto i colpi dello struggimento, sta per buttare la spugna, ma alla fine si rialza, ritrova il fiato e scalcia, e cosa fa? Ricomincia di nuovo a pregare. Perché non gli resta altro. L’ultimo rifugio di chi non ha più nulla. Non si è mai visto nulla di simile. Bob che gli da dei colpetti sulle spalle mentre gli fa coraggio a suon di “No” e di “Go” per completare i suoi Honey, please don't interrotti dal troppo dolore. Pure Syd Nathan sarà costretto a ricredersi ammettendo che “quello che era poco convincente in studio dal vivo diventava ottimo”. Potere della catarsi. Potere di tutta la personalità di James Brown, del suono di James Brown, del feeling di James Brown, della potenza scenica di James Brown. Sorge persino spontaneo chiedersi cosa avessero di tanto più interessante gli isterismi della Beatlemania che si sarebbe scatenata due anni dopo e avrebbe travolto anche lui come un fiume in piena. Quindi io afferro una maglietta dei Damned e penso a James, che urla come trafitto da mille frecce ma non cede per sei lunghi minuti e continua a pregare. Per cosa? Un po’ di amore? Un po’ di serenità? Pensate a ciò di cui avete più bisogno, e provate ad affrontare una nuova giornata.
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esportenomundo · 3 years
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Um baile a três: São Paulo, Inter e Atlético-MG ameaçam concentrar a disputa pelo título
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Em poucas rodadas, o Inter reduziu a diferença para o São Paulo para um ponto. Quarta-feira as equipes se enfrentam no Morumbi. O Galo, com um jogo a menos, observa tudo de olhos bem abertos. Há pouco mais de uma semana, o São Paulo tinha nove pontos de vantagem sobre o Inter. Após a rodada do fim de semana, a diferença caiu para um mísero ponto. O Atlético-MG, com um jogo a menos, está quatro pontos atrás do líder. Outros ainda estão muito vivos, mas hoje a tabela indica que o desfecho do campeonato pode se transformar em um íntimo bailinho a três. Quase um Raça Negra embalado em sanduíche ao fim da noite. (Aqui a tabela completa.) Ainda estão com faróis altos Grêmio, Flamengo e Palmeiras, que têm jogos a menos, mas especialmente os rubro-negros, que não vão enfrentar outras disputas até o fim do campeonato. As copas certamente vão atrair a atenção de gremistas e palmeirenses, então é provável que os cariocas ingressem na briga pelo campeonato, mesmo que o trabalho de Rogério Ceni hoje atualmente seja tão certeiro quando um samba composto por Bob Dylan. Na quarta-feira, às 21h30, o claudicante time de Fernando Diniz enfrenta a esperneante equipe de Abelão em confronto que pode colocar dinamites sob a ponta de cima da tabela. É uma das tantas finais que não definem o campeonato, mas influem animicamente no seu desfecho. Após a conturbada saída de Eduardo Coudet, os gaúchos têm seis vitórias seguidas, vencendo até mesmo adversários que brigam na zona menos nobre da tabela, que os colorados sempre identificaram como os mais perigosos (antes cinco Barcelonas que um Goiás). O confronto entre líder e perseguidor também pode definir outros rumos na tabela devido à sequência de jogos. Depois de enfrentar o Inter, os são-paulinos encaram dois times convidativos, como Coritiba (em casa) e Atlético-GO (fora), enquanto os colorados encaram logo em seguida ninguém menos que o Grêmio, no Beira-Rio, antes de jogar, também como anfitrião, contra o Bragantino. Na espreita, de olhos muito abertos, até o fim do mês o Galo visita Grêmio e Vasco, além de receber o Fortaleza e o Santos, esse em jogo atrasado e mais preocupado com a libertação do continente. Ninguém está jogando para ser campeão ou muitos estão jogando para ser campeão, eis a fundamental questão que se ergue. É difícil dizer que um possível título não seria histórico para Atlético-MG ou Inter, os grandes que detêm os maiores jejuns, ou mesmo para o São Paulo, que de forma desesperada busca um título importante. A história mesmo é tão confusa que o campeonato de 2020 não respeita nem o calendário e invade temporadas vizinhas, e é exatamente isso que deve tornar seu desfecho (sem torcida, sem ano definido e um pouco também desprovido de sentido) terreno fértil para os eventos mais delirantes. Footer blog Meia Encarnada Douglas Ceconello Arte
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arfran · 3 years
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#Repost @todavialivros • • • • • • ☞☞ LANÇAMENTO: RAIVA, DE BOB WOODWARD "Trump se recusou a ser entrevistado para MEDO, mas disse várias vezes a seus assessores que gostaria de ter cooperado. Portanto, para este livro, ele concordou em ser entrevistado. (...) 'Veja', disse Trump, 'quando você está dirigindo um país, o caminho é cheio de surpresas. Há uma dinamite atrás de cada porta.'" Logo que foi lançado nos EUA, Raiva, de Bob Woodward, se transformou numa referência obrigatória para entender as eleições americanas. O leitor conhecerá o momento exato em que o presidente norte-americano foi avisado da ameaça representada pela Covid-19. Conforme era informado de que o novo coronavírus poderia atingir a escala da gripe espanhola, que matou 675 mil pessoas nos Estados Unidos em 1918, Trump aparecia em público minimizando o perigo da pandemia. Ao longo de sete meses, Woodward gravou dezessete entrevistas com Trump, num raro e detalhado vislumbre da mente do chefe de Estado. A partir do acesso a documentos oficiais, cartas, e-mails e centenas de horas de entrevistas com o alto escalão do governo, Woodward mostra como membros do gabinete tentavam manter o país a salvo enquanto Trump desmantelava qualquer tentativa de decisão colegiada nos assuntos de segurança nacional. RAIVA é um livro que precisa ser lido hoje, mas que já nasce como um clássico do jornalismo. O e-book de RAIVA já está à venda nas principais plataformas digitais. O título chega às livrarias em formato impresso em janeiro de 2021. Tradução: Pedro Maia, José Geraldo Couto (@couto.zegera), Bernardo Ajzenberg (@bernardoajzenberg) e Rosiane Correia de Freitas Capa: Daniel Trench (@danieltrench) #todavialivros #editoratodavia #rage #raiva #trump #bobwoodward #uselections #uselections2020 https://www.instagram.com/p/CG_A6qrBhJm/?igshid=1wy51le10lowr
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spectrus · 4 years
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Clube da Luta Análise semiótica  1
Sinopse
Clube da luta, conta a história de um homem deprimido que sofre de insônia que ao conhecer um vendedor de sabão começa a repensar sobre suas ações e sua vida, até que criam um clube da luta onde lutam para se sentirem vivos.
 2 cartazes
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 - as duas personalidades
-o dilema de quem sou e o que quero ser
-o sabão pode se transformar em dinamite
-o sabão representa a crítica ao capitalismo e consumismo
-as expressões faciais
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   -Jack de valete representando o jack que ele menciona no filme  algumas vezes, sendo ele (o narrador) o jack
-Carta representando estratégia, poder
-Personalidades invertidas, em uma mesma carta
-A cor rosa mais escura formando um retângulo faz referência com o sabão
 Signos
A copiadora, Imagens de Tyler extremamente rápidas em algumas cenas, o grupo de ajuda de câncer de testículos, o choro, a Marla, a caverna, móveis, incêndio, o sabão (gordura que volta para as mulheres ricas),o clube da luta, a morte, a casa suja,o cigarro.
5 Signos comentados
O sabão:
-Crítica a indústria da estética, a violência da cirurgia plástica e crítica ao sistema capitalista consumista porque consumimos até que o que acabamos jogando fora na tentativa ilusória de alcançar um padrão inexistente, com uma jornada consumista sem fim.
- à partir do momento em que o narrador começa a vender sabão, a vida muda com a chegada de Tyler.
-poder de se transformar em dinamite
 O clube da luta:
-sentir-se vivo, mas mais do que se sentir vivo é achar uma razão para querer estar vivo, mesmo com as circunstancias de uma vida medíocre. Por meio do instinto de sobrevivência que a luta trás.
- não se trata de ganhar ou perder
-burlar o sistema
-revolta empregados
-quebra com as regras impostas pela sociedade
 Marla- o espirito animal
-Marla é alguém que direciona as suas ações, a partir do que ela demonstra o narrador reage.
-Ela reflete o erro dele
-ela reflete a solidão e a necessidade de ser ouvida
 A morte
-a supervalorização da morte
-a banalização da vida
 O grupo de apoio
- Tentativa de enxergar a dor do outro
-Demonstração da necessidade de ser ouvido e sensibilizado
 A casa suja
-desprendimento total ao consumismo
-recusa da sociedade
-mínimo pra viver
-recusa do luxo
  2 cenas com teor semiótico
  Cena da queimadura
Importante não necessariamente ser forte mas sentir-se forte, aguentar a dor e enfrenta-la sem que se desvie a atenção desta. Critica a fuga das emoções indesejadas. “Sem dor sem sacrifício” não teremos nada” ele impõe a ele mesmo que esteja no momento presente, no agora. “não lide com isso, como aquelas pessoas mortas”. Ele impõe a ele mesmo que se sinta vivo. Essa cena também traz uma crítica a religião e deus que sempre buscam algo no que seguir e acreditar para que depositem fé para se sentirem bem, uma fuga da dor depositada em esperança de um suporto deus. “só depois que perdemos tudo, estamos dispostos a fazer o que queremos.
  Cena da morte de bob
Ele ganha nome quando morre, ou seja, as pessoas dão sempre mais importância para as pessoas que já morreram ou estão morrendo do que para aquelas que estão vivas e saudáveis parece ser justificável quando a pessoa está a beira da morte, tratam com dignidade. As pessoas esquecem que a qualquer momento podemos morrer e a vida é rápida demais
  Cena da arma na loja de conveniência (sem medo, sem distrações, a habilidade de deixar de lado aquilo que realmente não importa de fato)
- Impõe que as pessoas façam o que sempre quiseram e não que fazem por obrigação ou porque não acreditam que valeria a pena, realmente valorizar a vida.
“você não é o seu trabalho”
Você não é as coisas que você compra ou as coisas que você tem
  Conclusão tríade de sentido
 Efeito-
perturbador, intrigante, curioso e reflexivo.
Fere a coerção imposta pela sociedade
 Intenção-
Critica a maneira com que lidamos com a morte, o capitalismo e o consumismo.
As regras da sociedade;
A indústria estética;
O trabalho vs lazer;
A identidade.
 Sentido-
Despertar no telespectador questionamentos sobre o que fazemos com nossas vidas, como lidamos com os problemas e principalmente como banalizamos a existência, por nunca reparar no momento presente e nunca fazer o que queremos fazer por medo, o filme mostra como é preciso perder o medo, e sentir a dor e não fugir dela, enfrenta-la e viver de verdade o que está acontecendo. Critica também a maneira como nos preocupamos com coisas passageiras e desnecessárias, como sofremos com o que não deveríamos sofrer. Critica o consumo exagerado e o sistema capitalista desigual e trás uma crítica muito forte a morte e como lidamos errado com ela, por que você só da valor a vida quando chega perto da morte. O filme também faz referência teoria de Freud sobre id, ego e superego, são instancias da psique humana em que o id demonstra as vontades, desejos e impulos, que são controlados  pelo ego, que tenta equilibrá-lo ao mesmo tempo que tenta satisfaze-lo e o superego atua como um conselheiro do ego, medindo o que é moralmente aceitável pela sociedade. Aplicando essa teoria ao filme, Tyler representaria o ID e o Superego do narrador pois atua de forma impulsiva ao mesmo tempo em que atua como conselheiro.
Por Isabella Centenaro Cintra
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852recordstores · 5 years
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OST Quentin Tarantino’s Once Upon A Time In Hollywood 從前,有個荷里活 (Orange) 2LP 2019
(Gatefold LP Jacket, 180 Gram Vinyl, Poster, Colored Vinyl, Orange)
Double vinyl LP pressing. Quentin Tarantino's Once Upon A Time In Hollywood visits 1969 Los Angeles, where everything is changing, as TV star Rick Dalton (Leonardo DiCaprio) and his longtime stunt double Cliff Booth (Brad Pitt) make their way around an industry they hardly recognize anymore. The ninth film from the writer/director features a large ensemble cast and multiple storylines in a tribute to the final moments of Hollywood's golden age. Personally-curated by Tarantino himself, the soundtrack is a love letter to the music of 1960s era Hollywood. The Once Upon a Time... in Hollywood soundtrack features over 20 standout tracks from artists such as Paul Revere & The Raiders, Deep Purple, and Neil Diamond, as well as vintage radio advertisements, creating a true time capsule of a golden era of filmmaking.
1 Treat Her Right - By Roy Head & the Traits 2 Ramblin' Gamblin' Man - By the Bob Seger System 3 Hush - By Deep Purple 4 Mug Root Beer Advertisement - By KHJ 5 Hector - By the Village Callers 6 Son of a Lovin' Man - By the Buchanan Brothers 7 Paxton Quigley's Had the Course (From the MGM Film Three in the Attic) - By Chad & Jeremy 8 Tanya Tanning Butter Advertisement - By Bristol-Myers 9 By Bristol-Myers Tanya Tanning Butter Advertisement 10 Good Thing - By Paul Revere & the Raiders;Mark Lindsay 11 Hungry - By Paul Revere & the Raiders;Mark Lindsay 12 Choo Choo Train (Mono Single Version) - By the Box Tops 13 Jenny Take a Ride - By Mitch Ryder and the Detroit Wheels 14 Kentucky Woman - By Deep Purple 15 The Circle Game - By Buffy Sainte-Marie 16 Mrs. Robinson - By Simon & Garfunkel 17 Numero Uno Cologne Advertisement - By I Profumi Di Capri 18 Bring a Little Lovin' - By los Bravos 19 Suddenly / Heaven Sent Advertisement - By Harold E. Weed / Dana Classic Fragrances 20 Vagabond High School Reunion - By KHJ 21 KHJ Los Angeles Weather Report - By KHJ 22 The Illustrated Man Advertisement / Ready for Action - By Syd Dale 23 Hey Little Girl - By Dee Clark 24 Summer Blonde Advertisement - By Coty Inc 25 Brother Love's Traveling Salvation Show - By Neil Diamond 26 Don't Chase Me Around (From the MGM Film Gas-S-S-S) - By Robert Corff 27 Mr. Sun, Mr. Moon - By Paul Revere & the Raiders;Mark Lindsay 28 California Dreamin' - By José Feliciano 29 Dinamite Jim (English Version) - By I Cantori Moderni Di Alessandr 30 You Keep Me Hangin' on (Quentin Tarantino Edit) - By Vanilla Fudge 31 Miss Lily Langtry (Cue from the Life and Times of Judge Roy Bean) - By Maurice Jarre 32 KHJ Batman Promotion - By KHJ
Release Date: 25 Oct 2019
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crvgedits · 1 year
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The Cabin Fever Club 
Ou o tipo de som que eu ouviria até ficar surda - um projeto de Johann Vernizzi
Não é a primeira vez que falo dos projetos do Jojo por aqui. Pelo menos não deveria ser. Cansei escrever e tocar Veronica Kills e lembro de muitas vezes ter infernizado amigos, conhecidos, desconhecidos, transeuntes para ouvirem seu projeto mais sincero, honesto, visceral, doce e cru.
(meu estômago súbita e injustamente embrulhou-se agora, mas acho que é o que acontece quando a gente se depara com coisas de verdade)
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Eu já nem lembro direito o ano que ouvi esse trabalho pela primeira vez. Devia ser 2015 quando Johann me mandou o arquivo de Little Girl para ver o que eu achava pela primeira vez. E foi isso mesmo. De primeira. Eu me perdendo em todas aquelas camadas de lo-fi embalando dores que eu nem atrevia a colocar em palavras. Mal sabia que este seria o único disco que nos próximos anos me colocaria para dormir nas noites (manhãs) mais difíceis e até o dias de hoje traria a faixa certa quando ninguém teria mais nada a dizer.
Gosto como o John se refere `a sua obra como “meu disquinho”. Amo como ele veio de um processo difícil e dolorido. Não por achar que coisas boas precisam ser sofridas. Mas pela verdade orgânica que ele carrega. 
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Não curto transcrever entrevista, mas o Johann é de um cuidado tão bonito com as palavras que seria uma violência mexer em suas respostas. Com a palavra, Jojo:
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[BLOG] Como foi o processo de produção do disco? Já vi você falando que a concepção veio de um período super intimista e pessoal seu, mas queria entender também o processo de gravação. O que você usou? Alguém ajudou? 
[JOHANN VERNIZZI] De fato foi um período super intimista e pessoal que colaborou muito com a atmosfera do disco. Foi um disco muito “vomitado”. A maioria das músicas eu compus minutos antes de gravá-las (letras e melodias). Gravei tudo sozinho no meu quarto, usando computador, mesa de som e um microsystem com gravador de fita. Eu passava a noite inteira acordado, compondo as músicas e quando achava que tinha algo interessante, já gravava. Acho que 90% do disco são os primeiros takes das gravações, por isso ele é cheio de errinhos. Mas eu queria essa essência verdadeira nele. Na época eu tava lendo muito Ginsberg e ele cita uma frase que eu gosto muito, que é: “first thought, best thought”. Acho que eu levei mais tempo pra organizar tudo do que pra gravar em si. No começo das gravações eu não tinha microfone, então usava o do celular pra gravar voz. Eu tbm não tinha baixo, então desafinava minha guitarra até ela ficar bem grave e esquisita, pra gravar as linhas de baixo.
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[BLOG] Conheço suas inspirações, mas especificamente pra esse disco, quais foram as suas maiores referências?
[JOHANN VERNIZZI] Nessa época eu estava ouvindo muito Elliot Smith. Muito mesmo! e o “Blood on the Tracks“, do Dylan. Mas os takes de nova york (que são versões diferentes das gravações que saíram no disco final. são só voz e violão e com melodias diferentes). Mos últimos meses, quando eu estava organizando e mixando, eu estava ouvindo muito o Darklands, do Jesus & Mary Chain.
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[BLOG] O esquema de prensagem e distribuição também foi super independente, né? Me conta desse selo parceiro.
[JOHANN VERNIZZI] Essa parte de prensagem foi tudo feito à mão e sozinho também. Comprei uns papéis legais e uma impressora, pra fazer o encarte dos discos. Gravei disco a disco, colei os adesivos neles e dobrei capa a capa pra colocar no saquinho. A arte da capa é um carimbo escrito “the cabin fever club”. Carimbei cada capa 7 vezes, então nenhuma é igual a outra. Quando fui fazer o disco vinil de 7 polegadas, convidei um amigo (também designer), Eric Benitez, pra fazer a capa. ficou super legal e conceitual em relação ao significado da expressão “cabin fever”. Eu tive a ajuda do meu amigão Guilherme Maia, do selo Dinamite Records, com a parte de distribuição digital do disco.
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[BLOG] Alguma intenção de lançar um segundo disco? Queremos demais <3
[JOHANN VERNIZZI] Tenho demais! Por muito tempo fiquei convencido de que o Cabin Fever era esse disco e pronto. Mas eu voltei a escrever coisas que se encaixariam no Cabin Fever. A pegada vai ser diferente, já que ele é praticamente um diário de uma fase da minha vida que já passou. Estou com um EP pronto pra lançar, gravei ele todo com as guitarras desligadas hahaha. Só vou esperar virar o ano para divulgá-lo. Mas tenho um outro disco full encaminhado. Nesse último ano conheci amigos e amigas talentosíssimos que vão me ajudar nas gravações. Dessa vez vai ser com banda completa, e acredito eu, num estúdio. Lançar esse disco com certeza é uma das minhas metas pra 2019.
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Ter um artista como o Johann em minha vida e sua obra na cabeceira é um privilégio que jamais saberei mensurar. Que seus sussurros continuem acalmando essa gritaria dentro de mim.
Ouça The Cabin Fever Club aqui.
Imagens: Behance The Cabin Fever Club
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nofilterilblog · 6 years
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Ancora per oggi... Topolino 3245! Un Topolino che ha sì delle belle storie ma nulla di realmente indimenticabile. Francesco - La Soffitta di Camera Mia
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kon-igi · 5 years
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LONG WAY HOME - capitolo cinque - È tempo di morire
Capitolo Uno - Il cavaliere Impallidito Finding Doc - Vol.1 (crossover) Capitolo Due -  Per un pugno di mosche Finding Doc - Vol.2 (crossover) Capitolo Tre - Coraggio… fatti appendere! Capitolo Quattro - Solo come un cane
Erano le prime luci dell’alba e considerato che avevamo passato il resto della notte a seppellire i cadaveri dei quindici cacciatori di taglie -- per fortuna il terreno era sabbioso -- decido di farmi una pipa di quelle forti, Decumano Sud D.O.C.G. Made in Arda.
Bechdelia aveva espresso l’intenzione di -- cito testualmente -- ‘togliermi il sangue di maiale di dosso prima di essere contagiata dalla loro maschia stupidità’ e dopo aver affettato un saguaro con il machete di Cormano decide di appartarsi dietro la collina per farsi delle spugnature al succo di cactus.
SE SCOPRO CHE MI SPII -- sento urlare da qualche decina di metri -- TI FACCIO FARE UN POMPINO DA UN COYOTE AFFAMATO!
-- Anch’io ti adoro e faccio il tifo per il suffragio universale! GAMBATTÉ, REDI JOJI!
Il roteante pezzo di cactus mi manca perlomeno di cinque metri, dopodiché posso finalmente prendere del tempo per me e farmi così spiegare da Nerloki cosa diamine sia questa storia delle Porte.
Beh… -- fa il cane-furetto magico -- il cervello umano ha dei meccanismi di astrazione eccezionali e può arrivare a modificare la percezione della realtà affinché gli si presenti in maniera a lui più accettabile e abbia tempo per elaborarla.
Io questa cosa l’ho già sentita! -- lo interrompo -- Tra poco mi dirai di essere un’estensione della mia coscienza che cerca di tenermi in vita mentre sono in coma in un letto di ospedale! Anzi, no… il mio aereo è VERAMENTE caduto e io sono morto senza accorgermene e questo è una specie di purgatorio con fumo nero e micidiali buchi di trama!
Nerloki mi guarda con compassione e poi fa quella cosa odiosa di parlare verso il cielo -- Io non so più come farglielo capire, ragazzi… capisco la Sindrome da Shock Transizionale ma se ne sarà pure accorto di non essere un semplice vaccaro! Guardate, a tipi come lui la wikipedia ha dedicato pure una pagina specifica https://it.wikipedia.org/wiki/Mary_Sue ma niente… lui continua ad andare avanti come se l'essere sbalzato da una stazione spersa nel Culilupiland toscano a un deserto dell’Arizona sia una roba da tutti i giorni! Mi fate un favore, voi che evidentemente non c’avete un cazzo da fare sennò non stareste su tumblr il lunedì mattina? Glielo spiegate al vostro Dinh che è rimasto vittima di una frammentazione dissociativa oniro-visiva da shift derealizzatorio quantico? Mi raccomando, confido nella vostra capacità di approfondire l’argomento (๑•ิཬ•ั๑)
Scommetto che è ancora quella storia del soffitto, no, della parete… della quarta parete di Nero! -- urlo esasperato a Nerloki -- Ancora non capisco con chi parli tutte le volte ma guarda che so bene di essere a cavallo di due mondi! Conservo perfettamente i ricordi di chi ero prima ma allo stesso tempo mi trovo perfettamente a mio agio con la topografia, gli usi e le abitudini degli indigeni! So perfettamente, anzi, SENTO che devo tornare da Lei. La sogno ogni notte e ogni notte mi chiama da sempre più lontano… Dov’è la Porta per ritornare a casa, Nerloki?
Non è una questione di dove ma di quan… ASPETTA! -- con uno scatto furettesco alza improvvisamente la testa -- Ci sono Nativi americani in questa zona? Sono aggressivi?
-- Beh… tecnicamente siamo nella riserva Navajo e per quanto avrebbero tutto il motivo di odiarci per la storiaccia della deportazione del Long Walk, la convivenza è piuttosto pacifica. Perché me lo chiedi? Loki prevede guai?
-- Di certo stiamo per incontrare un gruppo di Navajo ma in quasi tutte le curve temporali -- ti ho detto che nulla è scritto? Semplicemente ci sono cose più probabili e altre meno probabili -- la cosa è destinata a non deviare il continuum del nostro prossimo ingresso a Tombstone. C’è però una diramazione sottilissima con un colore che non mi garba affatto. Sembra quasi che…
BRUTTI MAIALI STUPRATORI! -- urla una ben nota voce da dietro la collina.
Nerloki sembra aver improvvisamente perso la voglia di vivere, mentre la mia è stata appena legata a un candelotto di dinamite acceso e appoggiata sopra a un barile pieno di polvere da sparo e chiodi arrugginiti.
MI STAVATE SPIANDO, SACCHE DI SPERMA PUTRIDO! -- e un attimo dopo si scatena un maelstrom di tonante piombo rovente.
Non mi vergogno nel dire che impiego una decina di secondi a ricollegare tutte le sinapsi cadute a terra e quando finalmente scatto per andare ad aiutarla, le pistole hanno smesso di suonare la marcia funebre.
Ti prego, ti prego! -- imploro tra me e me -- Fa che li abbia solo spaventati e fatti fuggire! L’ultima cosa di cui abbiamo bisogno è una squadra di caccia Navajo che dia man forte agli sceriffi federali!
Arrivo affannosamente in cima alla collina e improvvisamente entro in una tavola di Milo manara.
Bechdelia è in piedi, di schiena, a pistole fumanti spianate e completamente nuda ma non ho tempo di apprezzarne la callipigìa perché lo sguardo mi si frantuma sui sette cadaveri di navajo sparsi qua e là, colti dal piombo spietato della dea Kali in versione nature.
Ma perché lo hai fatto?! -- le urlo, mentre lei continua a darmi la schiena -- Non hai visto che erano solo cacciatori?! Scommetto che gli scout sono scappati e sono andati ad avvertire gli altri… nel giro di poco ci saranno addosso!
Mi… mi stai forse guardando il... il culo? -- sussurra Becky con voce roca -- Allora guarda anche il… il resto -- e fa il gesto di voltarsi.
-- No, senti carina! Vedi di coprirti subito e non esagerare con queste uscite sennò comincio a urlare al reverse sexism per autodifes... OH CAZZO!
Conto quattro frecce conficcate tra collo e addome e la punta di una lancia spezzata che si alza e si abbassa nella parte sinistra del petto, troppo vicina a un posto dove non ci sarebbe dovuto stare nulla di appuntito o tagliente.
Mi guarda e abbassa le pistole, mentre i due rivoli di sangue che scendono danno un’espressione triste al suo sorriso. E poi
Io non miro con la mano, colei che mira con la mano ha dimenticato il volto di sua madre.
Io miro con l’occhio.
Io non sparo con la mano, colei che spara con la mano ha dimenticato il volto di sua madre.
Io sparo con la mente.
Io non uccido con la pistola, colei che uccide con la pistola ha dimenticato il volto di sua madre.
IO UCCIDO CON IL CUORE.
E poi quello stesso cuore la tradisce e crolla a terra.
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Oscurità più completa.
Odore di polvere umida.
Doc -- sussurra Nerloki -- fai un po’ di luce.
Due tentativi, poi al terzo lo zippo spande un po’ di luce e scatta un’istantanea della nostra misera condizione.
Bechdelia giace a terra avvolta nel suo serape e l’unica cosa che ho potuto fare per lei è stato segare via l’asta delle frecce ma dal sibilo che viene da uno dei buchi e dalla schiuma rossastra che ogni tanto tossisce sono consapevole che è questione di poco tempo prima che muoia. Nerloki sta accucciato su un mucchio di polverosi sacchi di iuta -- in questo momento sembra davvero un cane bastonato -- mentre Fresno Bob scalpita indispettito per il soffitto basso e qualche volta solo spaventato dallo squittio sfiatato che fanno gli strati di hornfel e riolite muovendosi sulle vene di minerale d’argento.
Abbiamo salvato il culo giusto in tempo, infilandoci precipitosamente nell’entrata sud della Tough Nut Mine ma se consideriamo che quell’idiota di un pony zoppo non è voluto entrare, rimanendo così all’imbocco a brucare erba secca e a fare da cartello indicatore, possiamo lanciare una moneta per decidere se ci staneranno i navajo o gli ispettori minerari al prossimo inizio turno.
Doc -- fa con voce seria il canfuretto -- quello che ti sto per dire suonerebbe un po’ complicato e lungo se usassi la versione estesa, quindi ti farò una domanda diretta: ti fidi di me?
Vai avanti -- gli faccio, indicando con la testa l’enorme crepa sulla diga anti-merda.
-- Ti ricordi quando ti stavo parlando dei meccanismi di astrazione del cervello e delle modifiche sulla percezione della realtà? Ecco, guarda che non ti stavo dando dello psicotico delirante ma semplicemente ti stavo facendo presente che varcando la Porta -- se non l’hai ancora capito il Transito lo hai fatto sulla soglia del bar della stazione -- sei giunto su un piano di esistenza dove con un potente atto di volontà è possibile la Conglomerazione Quantica, cioè la creazione e il dissolvimento di qualsiasi oggetto di qualsiasi dimensione.
E meno male che questa era la versione semplificata! -- faccio a bassa voce e poi, urlando -- BECKY STA PER MORIRE A CAUSA DI UN EMOTORACE, DI UN TAMPONAMENTO CARDIACO E DI UNA PROBABILE LACERAZIONE DELL’AORTA ADDOMINALE! MI STAI SUGGERENDO DI CREARGLI MAGICAMENTE UN POLMONE E UN SISTEMA CARDIO-VASCOLARE NUOVI, STUPIDO CANE?!
No, la Conglomerazione Quantica non funziona così -- mi risponde Nerloki -- ci vuole un pattern mnemonico-esperenziale su cui innestare il processo… puoi creare oggetti, eventi e persone che hanno fatto intensamente parte del tuo vissuto, non importa se reali o di fantasia, basta che abbiano lasciato una traccia quantica nel sistema limbico del tuo cervello -- credo finalmente di cominciare a capire di cosa stia parlando e lo lascio continuare -- quindi ti prego, concentrati su un luogo oppure su una persona che possano aiutarci a salvare Bechdelia!
Perché non entrambi? -- e seguendo il mio istinto, ficco con forza le dita nella trama della realtà e la lacero con forza.
SKREEEEEEKKKKK!!!!
E in un attimo siamo tutti riversi sul pavimento lucido di quell’odioso posto che mi ero ripromesso avrei visitato di nuovo solo se coinvolto in un maxitamponamento sulla via Emilia -- Benvenuti nel pronto soccorso dell’ospedale dove ho fatto il tirocinio e ringraziate che il box 12 sia quello per il triage di catastrofi quindi sempre libero!
Sollevo Bechdelia da terra e la metto sul lettino -- Ok, va bene… ricapitoliamo: ABC, Airways, Breathing e Circulation! Intubare e ventilare… ah, cazzo! Dove sono le lame del laringoscopio?! Ok… tubo cuffiato… respiratore e… via! Oddio… è aritmica e la pressione sta precipitando! Plasma expanders con bolo di 5 cc di dopamina per lo shock ipovolemico. Oppure è cardiogeno?! E cosa cazzo sarà?! Il polmone collassato?! No… c’è l’altro. Tamponamento cardiaco o emorragia addominale?! Scegli! SCEGLI!!
Ehi, pivello… guarda che le donne nude sono in ginecologia! Qua ci stanno i dottori ver… O MI-O DI-O, JENNY! Non vedevo una tonsillectomia fatta così male dai tempi in cui il Dott.Kelso mise in sala operatoria gli studenti di odontoiatria! -- riconosco la voce e mi volto con le lacrime agli occhi -- Oh, no, Janet! Non fare gli occhi da cucciolo in panico e vedi di darmi una mano con quella clamp! Forza, veloce, prima che la tua amica puntaspilli preferisca suicidarsi che sopportare quello sguardo! Due… uno… via la prima freccia dalla panza! COSA FAI FERMO CON LA PINZA IN MANO, JULIA?! ASPETTI L’ARAGOSTA BOLLITA?! Clampa l’aorta addominale e poi sutura con Vicryl e fai il soprannodo di sicurezza senza lasciarci il dito dentro! Ok… ora la punta di lancia e.. no, cristo! Lesione pericardica ma qui suturo io e ci lascio pure dentro un catetere aperto. Pivello? Laverne mi ha messo dell’LSD nel caffè o ci sono veramente un cane e un cavallo nella mia sala operatoria? L’unicorno felice e il gattino soffice li porti domani o stanno aspettando fuori il loro turno per giocare all’Allegro Chirurgo? JASMINE! Ti lascio togliere la freccia facile, quella incastrata tra la quarta e la quinta costa… usa il Pennington, esegui trazione lineare con lieve torsione… eeeee vittoria! Anche questa volta niente processo per omicidio colposo! Dunque, la freccia nel collo… ah! Fortunella l’amichetta tua! La punta ha sfiorato la cartilagine cricotiroidea e ha davvero rischiato di fare a gara di sputi dal collo per il resto della vita ma se la caverà con la voce rauca per qualche settimana. E infine l’emotorace… Juliette, stai pronta con il trocar e quando io estraggo la freccia tu pugnala più in basso, togli il mandrino e collega al vacuum! Uno, due… BOMBA IN BUCA! Perfetto e senza che tu abbia pianto. Controlla pressione ed ecg ché le butto in vena un po’ di Ceftriaxone per disinfettarle le budella e mettile un catetere vescicale in estemporanea per vedere se c’è globo. Oh no, Jennifer! Davvero hai visto solo quella da cui sei uscito? Guarda che è facile, l’urina esce dal buco più piccolo -- non da quello più grosso -- e quindi metti il tubo lì. Bravo! Adesso corri dal prete a dirgli dei brutti pensieri che ti verranno quando ti toccherai sotto le coperte.
Bechdelia sembra stabile e i monitor confermano. Respira autonomamente e non ha più drenaggi, quindi mi volto verso il mio mentore per ringraziarlo ma lui mi precede -- Senti, Jessica… come ti ho sempre insegnato noi ci prendiamo cura di chiunque abbia bisogno, indipendentemente dalle colpe e dai crimini che ha commesso ma qualcun’altro -- e fa un cenno impercettibile con la testa verso la telecamera a circuito chiuso -- potrebbe pensarla diversamente, quindi quando sarò uscito infila in quella borsa blu da femminuccia lagnosa tutto il necessario per i prossimi giorni e poi SPARISCI PORTANDOTI VIA TUTTA L’ARCA DI NOÈ!
Dott.Cox -- gli faccio io prima che varchi la soglia -- posso abbracciarla e annusare un po’ di odore di figura paterna?
JD, io... io… ti megaodio! -- e si dilegua nel corridoio.
Ottimo lavoro, Doc Kon -- mi fa Nerloki -- ma ti avverto che non c’è una sola curva temporale in cui polizia, carabinieri, guardia di finanza e polizia municipale non stia per saltarci addosso per farci morire di avvelenamento da piombo! Raccatta le tue medicine e poi vedi di aprire di nuovo lo Squarcio per farci tornare indietro.
Sì, ok -- gli dico mentre arraffo quante più medicazioni, siringhe e farmaci -- ma c’è un piccolo problema: ci sto provando da cinque minuti e non riesco a visualizzare con sufficiente forza il piano da cui siamo shiftati… non possiamo tornare indietro!
-- Oh, cristo, doc! È il periodo di latenza da sovraccarico limbico! Se fossimo in un gioco di ruolo ti direi che la barra blu del mana deve rigenerarsi ma qua mi tocca dirne un’altra…
E cioè? -- gli chiedo, conoscendo già la risposta
-- FUGGIAMO, SCIOCCHI! --
Qualche attimo dopo la porta del box 12 viene abbattuta dalle possenti zoccolate di una cavallo rampante che subito si precipita in corridoio trascinando una barella su cui giace una donna legata stretta con lenzuola.
La gente in sala d’aspetto urla sconvolta ma allo stesso tempo ha un fischiettante deja-vu spaghetti western che li perseguiterà per parecchie settimane a venire.
Nerloki -- gli urlo mentre cerco di non far slittare gli zoccoli di Fresno Bob sul marmo -- tieniti stretto alle lenzuola e bada che Becky non scivoli! Non possiamo uscire dall’accesso principale perché temo ci stiano già aspettando, quindi ci infiliamo in radiologia, poi nella Torre delle Medicine ed è a quel punto che tu salti giù, sali due rampe di scale e vai nell’emporio della zona commerciale a prendere quello che ti ho detto. Se poi corri per tutta la hall e slitti sui passanti delle scale mobili, noi dovremmo star passando in quel momento!
Il passaggio all’interno di quel dedalo di corridoi, scansando barelle e gente in carrozzina, è un incubo delirante degno del peggiore mod di una mappa di Doom ma quando con la coda dell’occhio vedo finalmente Nerloki balzare di nuovo sulla barella con una mazzo di carte in bocca, è solo allora che ritorno a respirare normalmente.
L’attimo dopo siamo in strada, nel traffico di un lunedì mattina lavorativo, saettando tra macchine che inchiodano e si tamponano, e usando le aiuole spartitraffico come corsie preferenziali personalizzate.
-- Nerloki, per usare la tua metafora sento che la barra del mana si è quasi caricata… passami il mazzo di tarocchi!
Apro il pacco sigillato, col terrore che nella fretta Canfury avesse addentato un mazzo di carte normali ma vedo che sono proprio gli Arcani Maggiori nella versione di Rider-Waite… vabbé, ho sempre usato i Marsigliesi ma alla fine non credo che farà molta differenza. Prendo il numero 21 e me lo infilo tra la nuca e il colletto della camicia.
Dopo aver attraversato questo parco -- urlo voltandomi verso Nerloki e notando i lampeggianti dei carabinieri che ci stanno raggiungendo -- passeremo su un ponte e poi entreremo sotto una loggia in una zona pedonale chiamata Piazza della Pilotta. Senza le macchine intorno potrò aprire lo Squarcio perché voi possiate tornare a casa ma affinché non vi succeda nulla devo fare una certa cosa… non so se poi riuscirò a venire con voi.
Nerloki mi lancia uno sguardo triste -- Doc, anche se può sembrare, questo non è il tuo mondo ma una conglomerazione quantica su larga scala che è stata resa possibile solo grazie al desiderio di salvare la vita a Bechdelia. Quando io e lei shifteremo non so se l’architettura continuerà a sostenersi.
Faccio per obiettare ma mi rendo conto che siamo arrivati nel mezzo della piazza in sasso e quindi scendo al volo.
Rumore di tacchi di stivali e di scarpe di ordinanza che si avvicinano di corsa ma io allargo le dita ad artiglio e finalmente strappo uno Squarcio di passaggio, in cui vedo il cortile di una piccola fattoria amish appena fuori Tombstone.
Presto -- urlo a Nerloki -- entrate subit…
-- NON MUOVETEVI! TU CON LA BARBA, ALZA LE MANI E VOLTATI! --
Così faccio, consapevole di poter dare ai miei compagni solo qualche secondo di tempo per entrare senza che i proiettili li raggiungano.
Davanti a me ci saranno una ventina tra poliziotti e carabinieri, tutti a pistole e mitragliette spianate.
Non so perché ma sembra che se a qualcuno di loro dovesse scappare una scorreggia, seguirebbe un’istantanea salva collettiva di piombo ma nonostante tutto mi muovo con impudenza verso di loro, tenendo le braccia alzate ma molleggiandole come se stessi ballando un latino.
Spero che Loki abbia percepito la curva temporale giusta -- penso -- e rimanga fermo immobile. Avvicino lentamente la mano destra al collo e poi -- Lo sapete come fa la barzelletta del carabiniere e del poliziotto che cercano di disinnescare una bomba?
Pistole e mitragliette che tremano in mani nervose e sguardi di quasi panico.
BANG! -- urlo con tutto il fiato che ho in corpo e nell’attimo in cui tutte le canne delle loro armi detonano contemporaneamente, afferro il ventunesimo tarocco con la raffigurazione Il Mondo e
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Una bolla di luce in negativo si allarga dalla carta come un respiro immenso per poi ritirarsi e scomparirvi dentro con un lacerante rumore di strappo.
L’unico rumore che adesso rimane in mezzo al silenzio più assoluto è il ticchettare di un orologio che rallenta fino a fermarsi e poi tutto l’universo è bloccato.
Nessuno si rende mai conto quanto baccano ci sia nel mondo finché non si trova sotto l’influsso dello Stand che porta lo stesso nome. Mentre mi avvicino con calma alle belle statuine di sbirri e caramba, sul selciato i tacchi dei miei stivali fanno il rumore di cucchiai lasciati cadere uno alla volta su un tavolo di cristallo.
Tra me e loro c’è uno sciame di piombo sospeso a mezz’aria. Ruoto delicatamente i proiettili tra pollice e indice, accompagnandoli fin dentro le rispettive canne, e poi slaccio i pantaloni di tutti i bellimbusti, calandoglieli bene intorno alle caviglie.
E poi sento che il non-tempo di The world sta per finire, quindi torno indietro per dare un ultimo saluto ai miei compagni, inconsapevoli che sto per rispedirli a Tombstone senza di me.
Allargo lo squarcio perché arrivi ad abbracciarli, proprio mentre il ticchettio cosmico si fa sempre più veloce e poi…
Venti esplosioni di canne da fuoco divelte, bestemmie e colpi di faccia sul selciato. Presto si rialzeranno e verranno lo stesso a prendermi.
Addio Nerloki… prenditi cura di Becky -- e gli lancio la borsa di Pochacco in mezzo alle zampe -- sono sicuro che lei ti aiuterà a ritrovare il tuo maestro. Io preferisco rischiare di vedere il mio mondo crollare piuttosto che struggermi nel suo irraggiungibile ricordo.
E l’ultima cosa che vedo mentre avvicino i bordi dello Squarcio sono gli occhi di Becky che si spalancano increduli nel dolore del tradimento.
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sizekitap · 6 years
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Millennium Serisi - Kutulu Özel (5 Kitap Set) Ciltli
Millennium Serisi – Kutulu Özel (5 Kitap Set) Ciltli
Ejderha Dövmeli Kız
Millennium 1
41 ülkede rekor satış yapan kitaplarının başarısını göremeden 50 yaşında hayata veda eden İsveçli gazeteci Stieg Larsson’un zihne kazınacak sahneler, çarpıcı ve canlı karakterler, okurları âdeta yerlerine çivileyecek sürükleyici bir kurgu ile her sayfasını ağır ağır ve dokuyarak yazdığı Millennium serisinin ilk kitabı Ejderha Dövmeli Kız’ı okuduktan sonra, Gefle Dagblad gibi, “Bundan daha iyisi yapılamaz,” diyebilirsiniz. Ama bu erken bir karar olabilir. Son sözü söylemeden ikincisini beklemenizi tavsiye ederiz.
“Olağanüstü… Okuyucular kitabı okurken yerlerinden bile kıpırdayamayacak.”
Sunday Times
“Bu kitabı okumaya başladığınızda, ilk adımı hiç atmamış olmayı dileyeceksiniz. Çevreniz kararacak ve kendinizi öykünün içinde bulacaksınız…”
Bild Am Sonntag
“Bu kitap kendisi için söylenen her bir övgü sözcüğünü hak ediyor… Üçlemenin geri kalan iki kitabı bunun yarısı kadar bile iyi olsa, Larsson bize müthiş bir miras bırakmış olacak.”
Sharon Wheeler
“Larsson’un bu kitabı saatli bir bomba gibi…”
Bob Cornwell
“Hipnotize edici.”
Usa Today
“Tam bir dinamit.”
Liz Smith
“Çılgınca… Müthiş bir gerilim.”
The Washington Post
“Büyük bir açlıkla okunacaktır…”
Observer
“Larsson’un kitapları hayatımız için bir tehlike oluşturuyor. Parklar okuyucularla tıka basa dolacak, çalışma dünyası altüst olacaktır. Bütün bunların nedeni hiç kimsenin kitabı elinden bırakamamasıdır.”
Bams
Ateşle Oynayan Kız
Millennium 2
“İlkinden daha etkileyici ve daha şaşırtıcı… Bu roman okurları esir edecek.”
Sunday Times
“Eğer hala Ejderha Dövmeli Kız’ı okumadıysanız, bu övgüyü okumayı bırakın ve bir tane alıp okumaya başlayın… Eğer Ejderha Dövmeli Kız’ı okumayı bitirdiyseniz, o zaman hiçbir şey ikincisini almaktan sizi alıkoyamaz.”
Erica Marcus
“Ateşle Oynayan Kız az bulunan bir şey… serinin ilk kitabından daha iyi olan bir roman…”
Louise France, Observer
“Etkileyici, bu kitap için sabahlamaya değer.”
Entertainment Weekly
“Etkileyici bir iş… Tırnak yedirten bir cinayet ve sırlar.”
People
“Bu kitabı bitirene kadar uyumayı unutacaksınız.”
Dallas Morning News
“Zekice… Beni esir etti ve gözümü kırpmadan okudum.”
Alan Cheuse, San Francisco Chronicle
“Kurgunun ölümsüzlüğüne hoş geldin, Lisbeth Salander!”
Mario Vargas Llosa, El Pais
“Dünyanın en başarılı suç romanı yazarı olarak memnuniyetle Larsson’u gösterebilirim.”
Slate
Arı Kovanına Çomak Sokan Kız
Millennium 3
“Sizi uyarıyoruz: Millennium üçlemesi kesinlikle bağımlılık yapıcı.”
The Guardian
“Dönüp tekrar tekrar okumak istiyorsunuz. Millennium üçlemesi bu milenyumun en iyi üçlemesi.”
John Timpane, Philadelphia Inquirer
“Stieg Larsson’u okumak, sert bir kahve gibi sizi canlandırır… Kitaplar sıra dışı bir şekilde aksiyon dolu ve düpedüz bağımlılık yaratıcı. Larsson son derece zeki bir aktivist ve feminist olmanın yanı sıra Tanrı vergisi bir aksiyon yazarlığı yeteneğine de sahip…”
David Kamp, New York Times
“Kasırga gücünde bir roman. Alexandre Dumas’ın Üç Silahşörler’ini veya Charles Dickens’ın romanlarını aynı hararetli heyecanla okumuştum. Olağandışı… Hiç gocunmadan söylüyorum: Muhteşem.”
Mario Vargas Llosa, El Pais
“Larsson üstün bir yazar. Kurgunun birçok katmanını sıkıca bir ipe bağlıyor ve sayfa sayfa okuyucuyu sürüklüyor. Kitabın sonu, böyle bir seride isteyebileceğiniz her şeyi size veriyor.”
Leonard Zeskind, Kansas City Star
“Her yeni nesil Salander ve Blomkvist’i bir gün okuyacak ve onların dünyasına kapılacak.”
Sarah Weinman, BN.com
“Şu anda yaşadığımız hayatı yüzlerce ve yüzlerce heyecanlı sayfada yeniden keşfetmek isteyen kimse bu üçlemeyi kaçırmasın. Son kitabın muhteşem bir kurgusu var. Kitap, çağdaş edebiyatın en mükemmel sonlarından birine doğru ilerledikçe kitap hiç bitmesin istedim.”
Alan Cheuse, Chicago Tribune
“Kalbinizi durduracak sahnelerde polisiye edebiyatın en unutulmaz karakterleriyle tanışmaya hazırlanın. Bu kitap Larsson’un ismini edebiyatın en orijinal ve tutkulu seslerinden biri olarak tarihe kazıyor.”
Ellen Shapiro, People
“Millennium serisi dünya çapında benzersiz bir yayıncılık mucizesi.”
Kate Mosse
“Hayranlarını hayal kırıklığına uğratmayacak; bu kitabı da gecenin ilerleyen saatlerine dek okuyacaksınız. … İsveçli bir bilgisayar manyağının bizi soluksuz bırakabileceğini kim düşünebilirdi ki?”
Daily Express
“Olağanüstü… Okuyucular kitabı okurken yerlerinden bile kıpırdayamayacak. ”
Sunday Times
Örümcek Ağındaki Kız
Millennium 4
Halkı gözetleyenler, en sonunda halk tarafından gözetlenirler. 
Lisbeth Salander, Amerikan Ulusal Güvenlik Dairesi NSA’in ağını hacklemiş ve çok önemli bazı bilgiler edinmiştir. Ejderha dövmeli kızın adaletsizliğe karşı duyduğu öfke hiç sönmeyecek bir alev gibidir, özellikle de o ateşi daha da harlayacak birtakım devlet sırlarını ele geçirdikten sonra. 
Mikael Blomkvist, gecenin bir yarısı yapay zekâ konusunda uzman Profesör Balder’den gizemli bir telefon alır. Millennium’u içine düştüğü zor durumdan kurtaracak bir haberin kokusunu alan Mikael, profesörle görüşmeye gittiğinde örümceklerle dolu bir ağın içine düştüğünü fark eder. Ve işte böylece yıllar sonra
Lisbeth’le yolları yeniden kesişir.  Korumak için öldürmeye hazır biri… Gerçeklerin birbirine dolandığı bir ağ… Ve avının peşini asla bırakmayacak bir örümcek.
Millennium serisi dördüncü kitabıyla bomba gibi geliyor. Örümcek ağına düşmeye hazır olun!
“Lisbeth Salander fanları rahat bir nefes alabilirsiniz, punk hacker kahramanımız emin ellerde. Lagercrantz Örümcek Ağındaki Kız’da Lisbeth’in yüreğinin ve geçmişinin derinliklerine inmeyi başarıyor, babasıyla ilgili anılar da cabası. Beş üzerinden beş.” 
Usa Today   “Gerçeği söylemek gerekirse Örümcek Ağındaki Kız’ı okurken aslında bu romanı Larsson’un yazmadığını unuttuğum anlar oldu.”
The Telegraph   “Lisbeth Salander, Lagercrantz’ın ellerinde kurgunun en harika ve en asi kadın kahramanı olmaya devam ediyor.”
The Financial Times   “Lagercrantz sözünde durmuş ve Millennium’u yeniden başarıyla diriltmiş. Hemen en yakındaki kitapçıya koşun.”
Le Point
Göze Göz Dişe Diş Diyen Kız
Millennium 5
Ejderha dövmeli kız unutmaz. Unutmadığı gibi, affetmez de.
Lisbeth Salander son olaydan sonra atıldığı hapishanede bile adaletin temsilcisi olmaya devam eder. Maksimum güvenlikli birimin duvarlarının ardından kışkırtılan ırkçı ve dinî çatışmalara göz yummaz.  Mikael Blomkvist her hafta uzun bir yol gidip Lisbeth’i hapishanede ziyaret eder, bu ziyaretlerinden birinde acılarına çare olacak bir ipucu yakalar. Mikael açısından Millennium için de güzel bir haber olabilir bu. Lisbeth açısından ise çocukluğunda saklı kalan gerçeklerin gün yüzüne çıkması demektir. 
Fakat gerçeklere erişmek o kadar da kolay olmayacaktır; Kayıt ismini verdikleri habis deneylerin ardındaki bilim insanları bu konunun üstünün uzun süre önce örtüldüğünü düşünüyordur ve öyle kalması için de ellerinden geleni yapacaklardır. Salander geçmişinin gizemini çözmeye ve anılarındaki kadını bulmaya çok yakın olduğunu biliyordur; boynunda çocukken ona bir ejderhayı anımsatan doğum lekesi olan kadını… Salander her ne pahasına olursa olsun intikamını alacaktır.
Göze Göz Dişe Diş Diyen Kız, gerilim yaratan hikâyesinin gücünü dünya çapında milyonlarca okuru etkileyen Stieg Larsson’un Millennium üçlemesinden ve Salander ile Blomkvist’in adalet için savaşa devam etmesinden alıyor. 
Ejderha Dövmeli Kız, Ateşke Oynayan Kız, Arı Kovanına Çomak Sokan Kız ile bir efsane doğdu. Örümcek Ağındaki Kız o efsaneyi zihinlere kazımaya devam etti ve şimdi de Göze Göz Dişe Diş Diyen Kız ile Millennium serisi değerine değer katmaya hazır!
“Harika… Orijinal seriye bundan daha sadık bir devam kitabı olamazdı. Salander en dramatik, en karizmatik, en etkili araştırmacı haliyle karşımızda; sosyal becerilerden yoksun bir kadın olabilir ama iş, yozlaşmış güçlerin karşısında durmaya gelince ondan iyisi yok.”
Tom Nolan, The Wall Street Journal
“Sürükleyici, şaşırtıcı. Larsson’u gururlandıracak derecede cesaret ve sağduyu içeriyor.”
Patrick Ryan, USA Today
“Millennium serisinin hiç değişmeyen yanı Salander; her türlü haksızlığa zekâsı ve gerektiğinde de dövüş sanatlarıyla karşılık verebilen o tuhaf ve yalnız genç kadın.”
Maureen Corrigan, The Washington Post
“Tıpkı Örümcek Ağındaki Kız gibi bu kitap da Larsson’un üçlemesini hakkıyla devam ettiriyor. Fakat Göze Göz Dişe Diş Diyen Kız Lagercrantz’ın efsaneyi başka bir boyuta taşıyacağı bir dönüm noktası gibi.”
Ed Swedlund, Paste Magazine
“Her zaman olduğu gibi yine beklentileri karşıladı… Lisbeth, yine tam bir intikam meleği.”
Kirkus Reviews
“Lagercrantz’ın Millennium serisine kattığı ikinci kitap, insanı şaşkına çeviren bir gizem yumağı.”
Publishers Weekly
“Yine bir Lisbeth Salander efsanesi. Lagercrantz, Stieg Larsson’un yarattığı çerçeveden çıkmadan başarıya ulaşmayı beceriyor. Bu yeni dünyada her şey ve herkes şüpheli ama ejderhalar ezilenleri korumaya ve onların intikamını almaya devam ediyor.”
Michael Ruzicka, Booklist
“Stieg Larsson gittiği yerde gururla gülümsüyor olmalı… İsveçli gazeteci yazar David Lagercrantz, Larsson’un Millennium serisini devam ettirdiği bu ikinci kitabında çok katmanlı ve entrikalarla dolu bir gerilim yaratmış.”
Jean Westmoore, The Buffalo News
“Dahi hacker Lisbeth Salander ve amansız gazeteci Mikael Blomkvist, bu kitapta gerilim yükseldikçe sosyal açıdan iyilik peşinde koşmaya devam ediyor. Bu çift kalbimizi çalmaya devam ediyor.”
Carlo Wolff, Pittsburgh Post-Gazette
devamı burada => https://goo.gl/G4BPSu
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