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#autori romani
ms-blaga · 2 months
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n-am cuvinte 🤡
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coolladydot · 8 months
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Nu dați cu pietre în Julieta (recenzie)
„Când mor oamenii pe care-i iubim, pe noi ne plângem. Ne doare absența lor din viața noastră și golul pe care-l lasă nu va putea fi umplut niciodată. Ne rămân amintirile care sunt mai întâi foarte dureroase, lipsa celor iubiți este ca o rană deschisă. Avem nevoie să vorbim și să împărtășim cât de mult i-am iubit.”  📚Seria Ana Stancu #3 Autor: Tony Mott Număr pagini: 218 An apariție:…
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patfurstenberg · 2 years
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Patricia Furstenberg in Interviu / Interview with Manuela Timofte, Gobblers & Masticadores
Patricia Furstenberg in Interview with Manuela Timofte Gobblers & Masticadores, Masticadores Rumania #romana #English #Im4Ro #writerslife #scriitor
Patricia Furstenberg, Interviu cu Manuela Timofte pentru Masticadores Rumania – în română. Am avut plăcerea de a discuta cu Manuela Timofte pentru Masticadores Rumania (România) despre scris, despre creionarea cuvintelor pe hârtie, şi despre folosirea limbajului în mod ticluit, dar cu rost, în construcţia viitoarelor cărţi. Patricia Furstenberg, Interview with Manuela Timofte for Gobblers &…
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abr · 2 months
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Nei primi secoli del cristianesimo vi fu una diatriba a volte accesa sulla necessità o meno di studiare gli autori greci e romani (si pensi a san Girolamo o a sant’Agostino), durante il Medioevo e soprattutto nei monasteri prevalse una mentalità sostanzialmente aperta.
Bonifacio, apostolo della Germania, compose un’Arte della grammatica nella cui prefazione sosteneva che lo studio dei classici è indispensabile alla formazione religiosa. Ancora, Gerberto, divenuto poi papa col nome di Silvestro II (999-1003), che come direttore della scuola cattedrale di Reims riteneva «impossibile per i suoi allievi elevarsi all’arte oratoria senza conoscere le tecniche di elocuzione che si possono imparare soltanto leggendo i poeti». Insomma, da Gregorio Magno fino ad Alcuino, emblema del Rinascimento carolingio, fu tutto un susseguirsi di lodi verso la cultura classica.
Altro che secoli bui (...). Come l’eccezionale esperienza del Vivarium, il monastero fondato da Cassiodoro, che nel VI secolo «fornì le basi per una compiuta sintesi tra saperi pagani e sapienza cristiana». O il meno noto monastero di Eugippio, abate a Castellum Lucullanum vicino a Napoli, che già alla fine del V secolo consolidò la pratica di copiare e conservare i manoscritti antichi. Per arrivare a Rabano Mauro, che guidò l’abbazia benedettina di Fulda in Germania, autore di uno studio sull’arte del linguaggio e difensore della grammatica, e a (...) Alcuino, al quale si devono due trattati sulla retorica e sulla dialettica, ritenuti fondamentali per lo studio, ma anche per l’evangelizzazione.
Poi si spazia dall’elogio da parte di Agostino dell’aritmetica e dei numeri in quanto voluti da Dio come fondamento dell’ordine dell’universo alla passione di Boezio e di Gerberto per la geometria, per finire con l’astronomia di cui si è già riferito e con la musica, la «scienza del misurare ritmicamente secondo arte» ancora per sant’Agostino, autore di un trattato apposito, il De musica. Boezio poi la riteneva «connessa non solo con la speculazione, ma con la moralità». Un lungo percorso approdato nell’XI secolo a Guido d’Arezzo e alla sua codificazione delle note musicali.
via https://www.avvenire.it/agora/pagine/la-cultura-monastica-luce-del-medioevo
Come in tutte le rivoluzioni del pensiero, anche il cristianesimo rischiò nella sua infanzia l'implosione suicida causa massimalismo fondamentalista, cancellatore di tutta l'eredità del passato nel nome di una nuova ripartenza.
Mentre ad es. islam, blm, wokismo e ambientalismo ci cascano come pere e ne sono fatalmente vittime, il pensiero cristiano dopo qualche iniziale tentennamento - iconoclastia etc. - si salva da se sin dai primi tempi, lasciando tutti i freni fondamentalisti auto imposti alla ortodossia orientale e celebrando Dio per mezzo della CURIOSITA' DEL SAPERE, originando quindi dal suo interno e ponendo le premesse per tutto il successivo progresso positivo del mondo, dal capitalismo al liberalismo alla scienza.
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diceriadelluntore · 15 days
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Farine
Ogni anno, quando ci sono gli sconti Adelphi (tra Fine Gennaio e Fine Febbraio), compro un libro che sta in una ormai ingiallita lista di titoli, alcuni irrecuperabili, altri fuori catalogo e altri non ancora presi per vari motivi (disponibilità, tempo, anche a volte economiche).
Tra questi c'era questo libro
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Nella presentazione sinottica di Adelphi, c'è scritto: Il libro che finalmente ci ha fatto capire che cosa vedessero gli antichi nel cielo.
Giorgio De Santillana è stato un fisico italiano, nato a Roma nel 1901, e costretto dalle leggi razziali a fuggire dal nostro Paese nel 1938 verso gli Stati Uniti. Lì insegnò a lungo al MIT di Boston, occupandosi soprattutto di Storia del Pensiero Scientifico.
E quando nel 1969 l'uomo sbarca sulla luna pubblica un saggio, insieme alla etnologa tedesca Hertha von Dechen, dal titolo suggestivo: Il Mulino Di Amleto. Saggio sul mito e sulla struttura del tempo.
La tesi di fondo degli autori è affascinante: la mitologia antica non è solo un racconto epico, ma è il modo in cui dei saggi arcani hanno trasmesso le loro idee e conoscenze sul cosmo e sulla misurazione del tempo. Un pensiero come quello antico non poteva che esprimere in termini mitici quelle che sono verità razionali, matematiche: in una parola, scientifiche. Per questo lo fa attraverso animali nei cieli, storie di Giganti, maghi, fiumi, oceani. Per dimostrare ciò, De Santillana e von Dechen si prodigano in un colossale, erudito e sorprendentemente ricco tesoro di miti, storie, brani che vanno dai miti Norreni a quelli Greci e Romani, da quelli babilonesi a quelli Indiani, dalla Cina fino ai miti Polinesiani e delle grandi civiltà sudamericane, alla ricerca di un fattore comune, una "tragedia cosmologica" che gli antichi erano stati capaci di individuare: la lenta ma inesorabile trasformazione del cielo delle stelle fisse causata dalla precessione degli equinozi. Questa capacità secondo gli autori era già presente in "arcaici saggi" circa 5 mila anni fa, e la saggezza del mito simbolico è stata una pratica che si è perpetuata almeno fino a Platone, secondo loro ultimo "discendente" di questi saggi astronomi.
Invito chiunque sia arrivato a leggere fino a qui a vedere i commenti che il libro ha sui siti sia di lettori che di vendita dei libri. Nella quasi totalità dei casi è considerato un libro capolavoro, un geniale saggio che scardina gli studi del settore, un classico di mitologia comparata.
Quello che invece ho sentito io è che, nonostante lo studio francamente gigantesco e ammirevole delle fonti (che farà aumentare la ingiallita lista di almeno una cinquina di raccolte di racconti mitologici) la tesi del libro (che è di 420 pagine, più 120 di Appendice e 100 di bibliografia) non solo non è dimostrata, ma non è affatto dimostrabile. Detto che è dal punto di vista filologico molto discutibile la qualità e la scelta delle traduzioni e gli autori che sono stati usati per rafforzare l'ipotesi di base, ci sono almeno tre punti storico-critici incontrovertibili:
non è mai stato dimostrato che la precessione degli equinozi sia stata scoperta prima di Ipparco, nel 127 A.C., cosa che invece il saggio pone almeno due millenni prima;
la divisione dello zodiaco in dodici segni da trenta gradi ciascuno, altro punto centrale di tutto il discorso astronomico del saggio, è quasi certamente una convenzione che inizia soltanto nel V secolo a.C. a Babilonia, e non ci sono a 60 anni di distanza dalla pubblicazione di questo libro ipotesi che sia stata architettata 3 mila anni prima;
l’ipotesi di un unico Ur-mito di migliaia di anni fa di natura astronomica è essa stessa un mito, nato nell’Ottocento e ormai improponibile in ambito accademico.
Credo sia la prima volta che parlo di un libro che, per quanto mi abbia stuzzicato e in molti punti anche provocato ammirazione, è davvero complicato, in molti punti intellegibile sotto la cascata infinita di citazioni in lingue più o meno morte, e di rimandi che molto spesso è palese fossero prese per i capelli, e niente affatto evidenti le corrispondenze. A tale riprova, va detto che il libro non uscì mai in ambito accademico, che di per sé non è un male, ma che alla fine è diventato il testo "culto" di un certo fanatismo occultista.
Non mi resta che spiegare il titolo. Amleto prima di essere il protagonista indimenticabile della tragedia di William Shakespeare, è stato uno dei miti fondativi delle popolazioni scandinave. Il racconto più bello è quello che fa Saxo Grammaticus nel De Gesta Danorum (XIII secolo), ma probabilmente si rifà a miti molto più antichi: infatti è possibile risalire da Amleth a Amblothæ, Amladhe ed Amlaighe fino alle saghe islandesi di Amlóði il quale, secondo quanto si racconta nel medievale discorso sull’arte scaldica, “fuori dall’orlo terrestre” possedeva un crudele “mulino di scogli”, mosso da nove fanciulle: per questo una delle kenning – le avviluppate metafore della lirica norrena – per significare il mare è Amlóða kvren, il mulino di Amleto.
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crazy-so-na-sega · 6 months
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Quando l'uomo moderno dice parola, ci si immagina generalmente una parola singola, d'abitudine un sostantivo; e quasi sempre, o almeno spesso, si pensa a una parola scritta, di solito in una scrittura fonetica. Si potrebbe dire l'alfabetizzazione della parola che, secondo Ivan Illich, è cominciata in Occidente nel XII secolo. E' il passaggio dalla letteratura monastica alla letteratura scolastica: è la comparsa del testo. La letteratura non è più una ricerca di sapienza né una lettura del libro della natura o di Dio, ma una ricerca delle opinioni degli autori (sugli argomenti di cui trattano).
Non si legge più, come avveniva fino al XII secolo, in conformità alla tradizione vedica o bramanica, per ottenere la salvezza, come un pellegrinaggio attraverso l'universo dell'uomo, ma per informarsi e diventare eruditi o potenti. I vocaboli dell'era moderna sono creazioni dell'alfabeto. Il greco primitivo non aveva nessun vocabolo che indicasse la "parola". In effetti l'alfabeto è una tecnica elegante per la visualizzazione dei suoni. Così le parole diventano atomi del discorso. La parola però non è la scrittura, così come l'alfabeto non è la lingua. Nel corso dei 650 anni della dominazione romana nel Mediterraneo non è passato per la mente a nessuno di trascrivere le lingue parlate in caratteri romani. E quando nell'850 Cirillo e Metodio tradussero la Bibbia in bulgaro, non inventarono una lingua ma un alfabeto. Le lettere non servivano per riportare ciò che diceva la gente. La scrittura era uno strumento, la parola, no: era vita. In molti testi antichi le parole non erano separate tra loro: esistevano solo le righe, e fin dall'antichità ellenica è ben nota la figura dell'anagnōstēs, il lettore. L'uomo classico non leggeva, si faceva leggere.
E' significativo che la parola anagnōstēs derivi da anagignōskō e che anágnōsis definisca l'azione di far conoscere, cioè di recitare, di leggere a voce alta per un altro. La parola, confusa con la parola alfabetizzata (e dunque scritta), è assunta volgarmente come un mezzo di espressione, perfino come il mezzo per antonomasia dell'esprimersi umano. Il mediatore si è trasformato in intermediario. Comincia qui il cedimento del linguaggio di fronte alla scrittura.
-Raimon Panikkar -Lo spirito della parola
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elperegrinodedios · 1 year
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Il libro più straordinario.
Che si creda o meno ai suoi insegnamenti, non si può negare che la Bibbia è il libro più efficace sorprendente e straordinario mai scritto, unico nel suo genere! Oggi molti la rifiutano e non la accettano e la disprezzano perchè non possono fare a meno di associarla al cristianesimo inerte passivo, bigotto che vedono intorno e pensano: "Se questa, è la religione che la Bibbia insegna, no, grazie! Non fa per me! Se invece, tu ti rendi conto, che l'unica religione di Gesù è l'amore ed ha poco o niente a che fare con quelle tradizioni religiose praticate da molti cristiani, allora forse potrai avvicinarti alla Bibbia senza pregiudizi. Se hai una mentalità aperta, e cerchi sinceramente la verità, puoi sorvolare sui preconcetti e le false interpretazioni dell'uomo e trovare il vero, reale fondamento, su cui la Bibbia è basata, e il piano originale di Dio. Scoprirai allora, che tale Bibbia non è solo un manuale di regole religiose, ma è il libro più fantastico, soprannaturale e davvero miracoloso che esista e contiene la risposta ad ogni interrogativo: chi siamo, da dove veniamo, come siamo arrivati su questa terra ed il perchè siamo qui. A come possiamo sopravvivere e ad essere felici durante il nostro soggiorno terreno, come possiamo amare ed essere amati e vivere gioiosi nella vita per sempre! Se si è ancora nel dubbio se credere e accettare questo stupendo libro, si possono considerare questi sette punti che ne fanno un vero ineguagliabile capolavoro:
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1 - La continuità della Bibbia è unica. Fu scritta in un arco di tempo di oltre 1500 anni e da oltre 40 autori appartenenti a diversi ceti sociali: "Re, contadini, filosofi, pescatori, pastori e studiosi, soldati, poeti, statisti..." Malgrado questa varietà i suoi autori affrontarono dall'inizio alla fine tanti tantissimi argomenti controversi con efficace e straordinaria scorrevolezza e continuità e a loro volta tracciando un'unica storia che si rivela nei vari capitoli: "La storia dell'eterno amore di Dio per l'uomo".
2 - La Bibbia ha ed ha avuto una diffusione di molto superiore a qualsiasi altro libro! In tutte le classifiche dei volumi più venduti non si osa mai ammettere che nonostante tutte le opere scritte dall'uomo, i suoi insulsi e insignificanti racconti con le sue assurde interpretazioni della storia e della realtà, la Bibbia, continua a vendere più di qualsiasi altro libro! E un altro dato interessante riguardante la Bibbia è che è stata il primo testo importante stampato dalla prima macchina del famoso Gutenberg.
3 - La Bibbia è stata tradotta e pubblicata in più lingue di qualsiasi altro libro! Già nel 1966, l'intera Bibbia fu pubblicata in assai più di 240 lingue e dialetti, mentre alcuni suoi libri erano già comparsi in altre 739 lingue!
4 - Esistono più manoscritti veri autentici della Bibbia che non di altre dieci opere di letteratura classica messe insieme! Nonostante fosse stata scritta originariamente su materiali deteriorabili e dovette essere copiata a mano per migliaia di anni, prima dell'invenzione della stampa e il suo stile, la sua esattezza e la sua precisione si sono conservati meglio di qualsiasi altro libro in tutta la storia! Nella società ebrea, c'erano dei gruppi particolari di studiosi, il cui unico compito, era quello di preservare e di trasmettere ai posteri i libri della Bibbia con accuratezza perfetta: essi contavano perfino tutte le consonanti, le vocali, poi le sillabe e le parole in ogni manoscritto per essere certi della sua precisione. Sono poi stati scoperti migliaia di manoscritti antichi nelle loro lingue originali i quali dimostrano sembra ombra di dubbio, che le scritture ci sono state mandate e trasmesse, cosi come furono originariamente scritte!
5 - La Bibbia ha saputo resistere come nessun altro libro alla violenza delle aggressioni dei suoi nemici. Dagli antichi imperatori romani, fino ai governi anticristo del giorno d'oggi, molti hanno cercato di bruciarla, distruggerla e proibirne la lettura. Il solo fatto che questo libro esista ancor adesso e che i suoi insegnamenti e le sue verità si siano conservate malgrado le innumerevoli campagne e invettive rivolte contro di esso, è in se stesso un miracolo!
6 - Innumerevoli scoperte dei vari archeologi moderni, hanno cosi dimostrato e confermato l'esattezza della Bibbia provandone la veridicità storica. Alcuni di loro, basandosi sui riferimenti dell'Antico Testamento, hanno scoperto intere nazioni, popoli la cui esistenza era considerata da scettici e critici immaginaria. Si può dunque affermare categoricamente, che mai un solo referto archeologico ha contraddetto o messo in dubbio alcun versetto della Bibbia: "Tutti ne hanno confermato l'esattezza!".
7 - La Bibbia, è l'unica opera mai pubblicata, contenente una gran quantità di profezie, che hanno predetto con esattezza il futuro di varie nazioni, popoli e città e la venuta di colui che sarebbe stato il Messia! Nonostante tutti i vari, diversi metodi di divinazione usati nell'antichità in nessuna opera, di tutta la letteratura latina o greca si può trovare una sola profezia di grandi avvenimenti storici da verificarsi in un lontano futuro. La Bibbia è piena di profezie dettagliate e specifiche che si sono avverate in miracolosa maniera, ad eccezione, naturalmente di quelle profezie riguardanti il tempo della fine, le quali si stanno adempiendo già ora o s'adempiranno presto! Che libro straordinario!!! Eppure molte persone che si considerano colte e intelligenti non vi prestano alcuna attenzione, pur avendo alla spalle anni di studi e letto centinaia di libri, compresi enormi volumi e libri di testo proprio sulla religione e la filosofia, ma non hanno mai aperto una Bibbia, cioè il libro più affascinante del mondo in cui si può trovare praticamente di tutto: dramma, amore, pace, odio sentimento e poesia, guerra e profezia, storia e mistero! Cosi se tu dovessi intraprendere un lungo viaggio e senza conoscere la strada da percorrere, certo porteresti con te una cartina. Ecco, in effetti tu stai già percorrendo questo lungo viaggio, che fatto in compagnia della Bibbia ti può aiutare a conoscere il suo Autore, e capirai che tale libro, è veramente la grande lettera d'Amore scrittaci da Dio, che attraverso il suo amato figliolo Gesù può garantirci vita, salvezza, amore, felicità e un eterno futuro in Paradiso. Lode a Dio! Amèn! 🤍
lan ✍️
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riflussi · 2 years
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"La camminata malandrina" - F. Pezzarossa e M. Righi + "Walkscapes" - F. Careri
So che a quelli che mi seguivano già da tempo mancavano i libri letti forzatamente per gli esami. Ovviamente, come si può notare, alcuni li devo raggruppare perché a) non avrei troppo da dire, spesso sono saggi troppo specifici e/o di tipo descrittivo (come ad esempio biografie) e b) spesso non sono entusiasmanti. Ma andiamo per ordine. A questo giro abbiamo libri che riguardano Pasolini, La camminata malandrina infatti analizza i primi romanzi romani dell'autore, e libri che parlano del camminare. Per quanto sembri impossibile, anche a me sembra assurdo, il libro su Pasolini mi è piaciuto particolarmente tanto, perché un po' mi appassionano le supercazzole sugli autori (se così non fosse non avrei mai scelto lettere nella mia vita, questo è certo), e niente, è un po' noioso a tratti, ma piuttosto scorrevole. Il libro Walkscapes, invece, mi ha fatto scoppiare una vena per vari motivi. Innanzi tutto, il fortissimo ziganismo, che non è proprio bello da leggere. In secondo luogo il modo forzato di collegare determinati argomenti solo ed esclusivamente per mettere in mostra le proprie conoscenze. Peccato che il tutto risulti in una prospettiva fortemente eurocentrica e anche molto noiosa, senza contare che i salti temporali sono belli grandi: si passa dalla Genesi per passare subito ai primi decenni del Novecento. Sarebbe stato molto più sensato omettere la questione del paleolitico/Caino e Abele e passare direttamente all'analisi dei giorni nostri (dell'ultimo secolo e mezzo) se era quello il focus del discorso. Ma in fondo, chi sono io per criticare un autore tanto acclamato. Comunque il libro è stato bruttino proprio, pieno di parole poco comuni per esprimere concetti piuttosto semplici, cosa che non sopporto nei saggisti degli anni 2000, dato che non siamo più nell'Ottocento e possiamo anche smetterla di fare i grandi-saggi-conoscitori-di-cose-che-sappiamo-solo-noi. Davvero noioso. Almeno Derrida scriveva le cose 47 volte in 32 salse diverse per essere sicuro di essersi espresso in maniera comprensibile.
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greciaroma · 28 days
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CULTURA NEL Iº E NEL IIº SECOLO d.C.
Dalla morte di Augusto nel 14 d.C. fino al 200 circa, gli autori romani enfatizzarono lo stile e sperimentarono nuovi e sorprendenti modi di espressione. Tra i poemi epici si ricordano le Argonautiche di Gaio Valerio Flacco, che seguono le vicende di Giasone e degli Argonauti alla ricerca del vello d'oro, la Tebaide di Stazio, che segue il conflitto dei figli di Edipo e dei Sette contro Tebe, e i Punica di Silio Italico, che trattano la seconda guerra punica e le invasioni di Annibale in Italia. Per mano di Marziale, l'epigramma raggiunse la qualità pungente che ancora oggi gli viene associata. Giovenale satireggiava il vizio. Lo storico Tacito dipinse un quadro indimenticabilmente cupo del primo impero nelle sue Storie e negli Annali, entrambi scritti all'inizio del II secolo. Il suo contemporaneo Svetonio scrisse le biografie dei 12 governanti romani da Giulio Cesare a Domiziano. Le lettere di Plinio il ...
continua a leggere su: https://www.greciaroma.com/cultura-antonini
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lamilanomagazine · 1 month
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Roma. Furto di monili del valore di 800.000 euro in una gioielleria nel cuore di Roma con piccone e fiamma ossidrica.
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Roma. Furto di monili del valore di 800.000 euro in una gioielleria nel cuore di Roma con piccone e fiamma ossidrica. Su delega della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma, i Carabinieri della Stazione di Roma San Lorenzo in Lucina, dalle prime luci dell'alba, hanno notificato un'ordinanza, emessa dal GIP presso il Tribunale di Roma, che dispone le misure cautelari nei confronti di 8 indagati, cinque uomini e tre donne, gravemente indiziati: 3 uomini di essere gravemente indiziati del furto aggravato in concorso presso una gioielleria di via Bocca di Leone di monili del valore di 800.000 euro , nel cuore della Capitale, avvenuto nella notte tra il 2 e il 3 ottobre 2023, 1 donna di essere gravemente indiziate dei delitti di ricettazione della refurtiva e riciclaggio, altri 4, due uomini e due donne, della ricettazione della refurtiva. L'indagine dei Carabinieri, durata circa 3 mesi, è partita dopo il furto "da film" commesso mediante un buco aperto nel muro, attiguo al citato negozio, con conseguente effrazione della cassaforte che vi era dentro, contenente gioielli per un valore complessivo di circa 800.000 euro, mediante servizi dinamici e attività tecniche di geolocalizzazione e intercettazione telefonica, ha consentito di: raccogliere gravi indizi di colpevolezza in ordine alle responsabilità di tre uomini in merito al furto, in concorso, nella gioielleria, due, finiti in carcere, autori materiali praticando un buco nella parete confinante, aprendo la cassaforte con la fiamma ossidrica e uno, finito ai domiciliari, con mansioni da palo, ricostruendo minuziosamente non solo il percorso di avvicinamento fatto dagli stessi il giorno del furto attraverso l'analisi integrata di ogni telecamera utile presente nell'area ma anche i sopralluoghi eseguiti nei giorni precedenti. Si tratta di un 65enne romano, già coinvolto in indagini per furti in appartamenti e gioiellerie portati a termine con la "tecnica del buco" e con l'utilizzo di fiamma ossidrica nel 2004 in una villa a Porto Cervo, nel 2006 in una gioielleria di Terni, nel 2016 e 2020 in appartamenti a Roma; due fratelli romani, di 57 e 55 anni, il primo esperto nel settore delle serrature e già noto perché coinvolto in analoghe indagini e il secondo incensurato, insospettabile. I Carabinieri hanno inoltre raccolto elementi indiziari in relazione ad una donna, finita in carcere, perché gravemente indiziata di ricettazione e riciclaggio; nello specifico, al fine di profitto, sostituiva monili provenienti dal furto alla gioielleria, cui non aveva concorso, con denaro contante, in maniera da ostacolare la identificazione della provenienza delittuosa degli stessi. In particolare stipulava polizza di pegno aventi ad oggetto i monili, ricevendo denaro contante. Infine il ruolo di altre quattro persone, due uomini e due donne, raggiunte dall'obbligo di presentazione in caserma, indiziate di essere ricettatori, perché al fine di profitto acquistavano o comunque ricevevano nella consapevolezza della provenienza delittuosa, monili provenienti dal furto alla gioielleria di via Bocca di Leone, cui non avevano concorso. Nello specifico, è stato possibile ricostruire la "monetizzazione" della refurtiva conseguita attraverso il suo trasferimento a terzi - al fine di trovarne compratori - oppure mediante la stipula di polizze e consegna in pegno a società specializzate o "Compro Oro". Attraverso la minuziosa attività di indagine, i Carabinieri della Stazione di Roma San Lorenzo in Lucina hanno dunque raccolto gravi indizi di colpevolezza in ordine al fatto che il furto, studiato da tempo nei minimi dettagli (sono stati ricostruiti almeno 5 sopralluoghi notturni immortalati dalle telecamere), è stato portato a termine mediante l'accesso nel corridoio dell'androne condominiale della palazzina sita al civico 43, confinante con l'oreficeria, da parte di persone che hanno praticato prima un grosso foro nel muro e poi, mediante l'utilizzo della fiamma ossidrica e senza accedere nella gioielleria, hanno tagliato l'armadio blindato, situato in corrispondenza della parete forata, e la cassaforte contenuta all'interno. Le indagini sono state subito avviate con il censimento di tutte le telecamere per acquisire i filmati di videosorveglianza degli esercizi commerciali (cosiddetto pedinamento tecnologico) presenti nella zona interessata in modo da ricostruire il percorso di avvicinamento e di fuga dei malfattori. Sulla scorta degli elementi raccolti è stato possibile accertare che il furto era stato perpetrato tra le ore 01:02 e le ore 03.52 del 3 ottobre 2023. All'individuazione degli indagati si è giunti attraverso la visione certosina dei filmati e dei relativi fermo immagine che hanno consentito di ricavare elementi importanti e particolari, nonché attraverso la consultazione delle Banca Dati e alla comparazione dei cartellini foto-segnaletici di oltre centocinquanta soggetti con precedenti, già registrati quali autori di delitti dello stesso tipo. L'analisi dei tabulati e le indagini tecniche, tra le quali attività tecniche e l'utilizzo di alcuni apparecchi localizzatori GPS installati sulle autovetture degli indagati, ha consentito di delineare un quadro investigativo tale da consentire di raccogliere gravi indizi di colpevolezza a carico dei tre uomini. Nel corso delle indagini, la Procura della Repubblica di Roma ha disposto 13 decreti di perquisizioni locali e personali che hanno consentito il rinvenimento di numerosi gioielli, in parte provento del furto oggetto di indagine e in parte riconducibili ad altri furti per i quali sono in corso accertamenti. Nella stessa circostanza sono stati rinvenuti una ingente e sofisticata strumentazione tecnica di alto livello, chiavi rudimentali autocostruite e diverse centinaia di chiavi da duplicare (grezze), attrezzatura idonea alla fedele riproduzione di qualsiasi tipo di chiave cilindro europeo incluso, fiamme ossidriche, "piedi di porco", endoscopio auricolare WIFI (telecamera di piccole dimensioni utilizzata per ispezionare l'interno delle serrature), 15.000,00 euro in contanti, ventose di grosse dimensioni idonee a trasportare pesanti lastre di cristallo e parte dell'abbigliamento indossato durante i sopralluoghi e il furto nella gioielleria di via Bocca di Leone. L'approfondimento delle indagini ha consentito dunque di identificare un gruppo di persone ben conoscitrici del territorio e degli obiettivi da colpire con competenze specifiche attribuite ad ognuno. Subito dopo il furto, gli autori, dividevano il bottino che da alcuni era intascato immediatamente, mentre da altri era affidato a fedeli e testati ricettatori che vendevano "porta a porta"; in altri casi, la refurtiva, era "monetizzata" impegnandola in società specializzate oppure ceduta a "Compro Oro" qualora gli oggetti fossero destinati alla fusione per ricavarne piccoli lingotti. La condotta finalizzata a rendere difficile l'accertamento della provenienza dei beni, attraverso la stipula di polizza di pegno aventi a oggetto i monili compendio del furto ricevendo denaro in contante, ha legittimato la Procura della Repubblica a contestare, oltre al reato di ricettazione, anche quello più grave di riciclaggio. Gli importanti oggetti recuperati e sequestrati tra gioielli, pietre preziose, brillanti, orologi di valore ammontano a circa 400 pezzi, in parte sono stati riconosciuti dal proprietario della gioielleria mentre per gli altri proseguono gli accertamenti dei Carabinieri per risalire ai proprietari ai quali poterli restituire. Da evidenziare infine che su richiesta della Procura della Repubblica di Roma, il Giudice per le indagini preliminari ha disposto il sequestro preventivo, finalizzato alla confisca, di monili e gioielli di elevatissimo valore, nella disponibilità degli indagati, in quanto sproporzionati rispetto ai redditi dichiarati, rinvenuti dai Carabinieri e sottoposti a vincolo reale, per un valore pari a 120.000 euro.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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ms-blaga · 1 year
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Lista de cumpărături a lui Ghiță be like:
✅️ 2 câini (fioroși și buni de dresat!)
✅️ 2 pistoale (să ajungă)
✅️ o sluga
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agrpress-blog · 4 months
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Proseguono i concerti del Choro Romani Cantores con il Kroma Ensemble, diretti da Dario Paolini, dedicati all’espressione musicale barocca. Si terrà venerdì 12 gennaio 2024 alle ore 20.30 presso la Sala Margana a Roma - piazza Margana, 41 - il concerto del Choro Romani Cantores con il quale verranno eseguiti, in occasione del 350° anniversario della sua morte, alcuni mottetti di Giacomo Carissimi (Marino, 1605 - Roma, 1674) insieme a composizioni di autori a lui contemporanei. Pensiamo alla seducente complessità teatrale delle creazioni scultoree di Gian Lorenzo Bernini, realizzate per gli spazi sacri con un sapiente uso delle fonti di luce per trasfigurare le sue apparizioni marmoree: nel repertorio musicale della stessa epoca troveremo proprio nelle composizioni di G. Carissimi, affermato compositore romano, amato dalla regina Cristina di Svezia, un suo possibile analogo. Egli mirava al coinvolgimento sensoriale e alla suggestione emotiva per rappresentare con stile narrativo la storia sacra, esaltando nel suono la dinamica delle passioni. Giacomo Carissimi ha rivestito un ruolo rilevante nella prima stagione barocca, intorno alla metà del Seicento. In questo periodo lo stile musicale era in piena trasformazione a seguito della forte spinta innovativa impressa dalla scuola fiorentina e da Claudio Monteverdi all’inizio del secolo. In particolare, la musica stava consolidando il suo ruolo nella rappresentazione delle vicende umane (recitar cantando), fondendosi intrinsecamente con l’arte teatrale. Oltre all’evoluzione del teatro musicale, questo nuovo stile trovò impiego in ambito sacro, quale strumento efficace ed immediato per l’insegnamento e la diffusione delle storie bibliche ed evangeliche. Nella prima metà del Seicento lo sviluppo dell’Oratorio, ad opera San Filippo Neri, gettò le basi per la pratica diffusa del canto come forma di apprendimento e preghiera, soprattutto fra i giovanissimi. In questo periodo G. Carissimi, maestro attivo nelle principali chiese romane, compose, con un peculiare linguaggio musicale in grado di esaltare l’espressività sacrale, un grande numero di mottetti e oratori per le funzioni di liturgia e catechesi. Nel corso del concerto saranno proposti alcuni mottetti di Carissimi, assieme a composizioni di musicisti che in epoca successiva ne hanno raccolto e arricchito lo spirito innovativo di uno stile musicale in grado di sottolineare in profondità la drammaticità e complessità interiore nell’ambito della fede religiosa. Il programma A. Corelli (1653-1713): Sonata op.3 n.2 in re maggiore; G. Carissimi (1605-1674): O dolcissima Maria e nomen a 2 voci,  O felix anima a 3 voci, Sancta et individua Trinitas a 2 voci; Agnus Dei dalla Missa a 3 voci,  Ardens est cor nostrum a 4 voci; M. A. Charpentier (1643-1704): In Nativitatem Domini H 314; G. A. Perti (1661-1756): Magnificat a 4 voci e strumenti. Il concerto del Choro Romani Cantores - Kroma Ensemble; direttore: Dario Paolini - si terrà presso la Sala Margana venerdì 12 gennaio 2024. http://romanicantores.it
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romanasuloriginal · 6 months
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În România, literatura contemporană este... #Romania https://romanasul.ro/scriitori-romani-contemporani-pe-care-trebuie-sa-i-cunosti/?feed_id=222&_unique_id=6551f83ed1372
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diceriadelluntore · 3 months
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Storia Di Musica #312 - The xx, The xx, 2009
Il mese dei dischi dallo stesso titolo dei propri autori si chiude con una scelta più recente, e spero creativa. La musica degli ultimi anni ha bisogno di sedimentarsi, per tutta una serie di ragioni (il modo in cui se ne fruisce, lo scenario generale in cui nasce, lo stesso ruolo della musica che è cambiato in pochi anni) al netto della qualità che rappresenta: sebbene la patente di “classico” nella musica si dà con una certa facilità e spesso anche secondi criteri più discutibili del solito, ci sono stati artisti negli ultimi anni che hanno dato contribuito eccellenti alla storia della musica popolare occidentale (che è quella che maggiormente rappresento qua, solo per questo l’ho specificato). E la sensazione a volte che non si era sbagliato la si ha dopo un po’ di tempo, nemmeno poi tanto, basta un riascolto dopo pochi anni per arricchire le sensazioni che si provavano al primo ascolto a caldo (o per cambiarle in maniera diametralmente negativa, può benissimo succedere così). Il disco di oggi ci porta a Londra nella prima metà degli anni 2000, ad un gruppo di ragazzi che frequenta la Elliot School di Putney: questa è una cosiddetta sixth form college, una scuola di potenziamento pre-universitario dove i ragazzi dai 16 ai 19 anni studiano a livello più avanzato alcune discipline. Qui si incontrano 4 studenti: Romy Madley Croft, cantante e chitarrista, Oliver Sim, bassista e cantante, Jamie Smith, tastiere e ritmica elettronica e la tastierista Baria Qureshi. Tutto inizia su Myspace, leggendario social network fondato nel 2003 da Tom Anderson, dove la musica dei quattro con i testi di Crof e Sim è condivisa con dei primi demo, embrioni delle canzoni che arriveranno di lì a poco. Scelgono un nome interessante (siamo nel 2005): The xx, perché avevano tutti appena compiuto venti anni (e XX è venti in numeri romani), perché in inglese si pronuncia come “excess” e poi perché le due “x” richiamano alla mente le tre che caratterizzano i prodotti pornografici. Nel giro di qualche anno, si fanno un nome nei piccoli club per la loro musica intrigante, un mix elegante e misterioso di elettronica, con guizzi romantici e di atmosfera, dovuti alle due bellissime voci di Croft e Sim, che si completano a meraviglia; nel frattempo Jamie Smith sceglie il nome d’arte di Jamie xx. Alcuni loro demo arrivano ad una piccola etichetta indipendente, la Young Turks Record, che li affida alle cure di un giovane produttore scozzese, Rodaidh McDonald, che proprio con gli XX inizierà una proficua carriera come produttore di musica di qualità.
Le registrazioni furono effettuate in un piccolo garage adibito a studio nella zona di Ladbroke Grove, a Londra, nel 2008, quasi sempre di sera e di notte, anche con idee un po’ strane: le linee di basso di Sim furono registrate dal bassista nel corridoio adiacente, per avere un suono più ovattato, e la caratteristica di musica “notturna” pervade tutto il disco. The xx esce a maggio del 2009 ed è un disco d’esordio che non passa inosservato. In piena “mania” di definizioni musicali, il loro è un album che ha molteplici influenze (tracce di post-punk, dream pop, dubstep, indie pop e R&B compaiono a impulsi qua e là) ma si concentrano in canzoni tanto semplici quanto uniche e misteriose, eleganti, ma che vibrano di emozioni e hanno degli arrangiamenti che spiazzano per la loro impeccabile luminosità. I battiti pulsano anziché schiantarsi; le chitarre sono pizzicate e pizzicate ad arte; e la voce raramente supera un sospiro malinconico, considerazione che quasi stride non solo con la musica che all’epoca li circondava (il nu metal, il nuovo r&b, il primo grande dilagare del rap) ma con la stessa irruenza che solitamente le giovani band propongono nei primi lavori. Anche i titoli delle loro canzoni sono il mix perfetto di conciso ed evocativo. Tra le gemme la strumentale Intro, che verrà saccheggiata in decine di programmi tv, serie, pubblicità, ma ha la sua consacrazione durante le Olimpiadi Invernali di Vancouver nel 2010 dove veniva usata come colonna sonora dei momenti precedenti le premiazioni degli atleti. Le chitarre innocenti di VCR suggeriscono la passione della band per l'indie pop radicalmente semplice degli Young Marble Giants; Crystalised, magnifica, è uno dei meravigliosi duetti tra Croft e Sim, che qui sono capaci di portare l’impressione che sia una conversazione tra innamorati, riaffermando cosa significa veramente "cuore a cuore". Il lato più sensuale dello stesso concetto c’è invece nella ritmica Islands (Underneath and unexplored\Islands and cities I have looked\Here I saw\Something I couldn't over look\I am yours now\So now I don't ever have to leave\I've been found out\So now I'll never explore). C’è Infinity che si appoggia più sulle radici post-punk (ed è stupenda, anche nell’interpretazione di Croft), e Heart Skips A Beat ha una ritmica intrigante e complessa. Croft e Sim cantano anche da soli bene nei loro turni solisti (Sim brilla in particolare nella spaziosa Fantasy), ma insieme sono davvero ispirati: Basic Space ne è la prova che c’è chimica tra Croft e Sim, in un brano che sa di anni passati e di meraviglie pop, ma che è comunque ricca di dettagli sottilmente affascinanti (il drum beat e la chitarra un po’ sudamericana).
Tutte le riviste del settore ne sono stregati: il New Musical Express lo inserisce subito nella lista dei 500 dischi migliori di tutti i tempi, Rolling Stone nei 100 migliori album di debutto di sempre, il disco otterrà numerose certificazioni di vendite e proietta i quattro nei festival più famosi del mondo, spesso in apertura a grandi artisti (tra le loro performance più belle, quelle in apertura ai concerti di Florence + The Machine). Ma non tutto va bene: Baria Qureshi, in contrasto con gli altri tre, abbandona il gruppo. Ma la magia non si interrompe: Coexist del 2012 riprende da dove The xx finisce, stavolta in un trio che continuerà ad ammaliare sussurrando le proprie canzoni, come se fosse proibito alzare la voce.
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crazy-so-na-sega · 2 years
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Nella notte del 24 agosto 410, torme di visigoti attraversarono la Porta Salaria e si riversarono su Roma dopo aver subito un lungo assedio. Secondo uno storico cristiano, Socrate Scolastico, i visigoti "annientarono" la maggioranza dei romani. San Gerolamo, che ne parlò dalla Terra Santa due anni dopo, diede una versione apocalittica di quel che era successo già prima che i visigoti entrassero in città: secondo lui, quando gli uomini di Alarico entrarono in città, buona parte degli abitanti era già morta di fame. Ma un'altra fonte, Paolo Orosio, otto anni dopo scriveva che Alarico aveva dato "ordine alle truppe di lasciare illesi e tranquilli quanti si fossero rifugiati in luoghi sacri, spacialmente nelle basiliche dei santi Pietro e Paolo, e, secondariamente, di astenersi nella caccia alla preda, dal sangue". Anche Sozomeno, altro storico della Chiesa, indugiò su episodi di visigoti "di buon cuore" che fecero del bene alla città. Com'è possibile che queste fonti, tutte cristiane, siano a tal punto in contrasto tra loro? E' il quesito al quale ha tentato di rispondere Matthew Kneale in un libro assai stimolante, "Storia di Roma in sette saccheggi".
L'autore fa notare che "le fonti che riferiscono di un saccheggio brutale, compreso San Girolamo che era stato scacciato dalla città dai ricchi possidenti, vedevano il disastro come la punizione divina dei romani per il lusso in cui si erano crogiolati e per il loro paganesimo. Al contrario, sempre secondo Kneale, "chi raccontava di un saccheggio rispettoso aveva in mente un quadro politico più ampio". Questi autori "intendevano respingere le accuse pagane, volevano dimostrare che Pietro e Paolo avevano protetto bene la città e che, grazie alla loro influenza, Dio aveva addolcito i cuori dei visigoti.
Ma chi aveva ragione? Kneale si affida all'archeologia e censisce gli edifici che, a quel che risulta dagli scavi, furono realmente danneggiati. La lista, scrive, "non è molto lunga". Secondo Kneale, Orosio e coloro che riferiscono di un saccheggio "amichevole" paiono "avvicinarsi di più alla verità". Del resto "se Alarico avesse distrutto Roma, la città avrebbe perso ogni valore come merce di scambio e lui stesso avrebbe avuto poche possibilità di stringere un accordo con l'Impero d'Occidente".
Kneale: "ma anche se si può sostenere che Roma nel 410 se la cavò abbastanza bene in confronto al destino di altre città, i racconti troppo "benevoli" non vanno presi alla lettera: ogni fonte ha delle "ragioni" che lo storico deve riconoscere".
-Paolo Mieli- Le verità nascoste -trenta casi di manipolazione della storia
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nuovi-materiali · 6 months
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Sì, Viaggiare ...
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«All’incrocio, svoltare a destra e imboccare la Via Emilia. Preparare due sesterzi per il pedaggio. La destinazione si trova a sette giorni di marcia. Ci sono diciassette locande disponibili lungo il percorso». Meglio, «In triviis, dextram et Via Emiliam accipe. Duas sestertios para theloneo. Destinatum est septem dierum ambulare. Septendecim tabernae in via praesto sunt» Se ci fosse stata un'app di navigazione, ai tempi dell’Impero romano, probabilmente avrebbe dato simili istruzioni per guidarci in un avventuroso viaggio.
In realtà un'applicazione di navigazione per l'Europa del secondo secolo dopo Cristo esiste davvero, ed è assolutamente affascinante. Si chiama ORBIS, ed è realizzata dalla Stanford University: https://orbis.stanford.edu/
ORBIS consente di stimare i costi, sia di tempo sia finanziari, dei viaggi e dei trasporti romani. Simulando il movimento lungo le principali rotte della rete stradale imperiale, i maggiori fiumi navigabili e centinaia di rotte marittime nel Mediterraneo, nel Mar Nero e nell'Atlantico costiero, questo modello interattivo calcola la durata e il costo di un viaggio nel secondo secolo dopo Cristo, tenendo conto anche delle variazioni stagionali e delle correnti marine.
Se siete curiosi di sapere quanto tempo ci voleva e quanto costava spostarsi nell'Europa dell'Impero Romano, o siete docenti in cerca di qualche sito Internet interessante ed educativo per i vostri allievi, o magari siete scrittori o autori in cerca di realismo per il vostro racconto storico, potete consultare questo sito, che simula le percorrenze lungo le vie di comunicazioni terrestri, fluviali e marittime principali con un modello interattivo, tenendo conto anche delle variazioni stagionali e delle correnti marine.
Cliccando sul pulsante Start del sito compare una mappa che, esattamente come Google Maps, permette di scegliere punto di partenza, destinazione. Sono offerte tre opzioni di viaggio: più veloce, più economico, più breve. Per ciascuna si può scegliere il mezzo di trasporto: a piedi, a dorso di mulo, su un carro. E per ogni combinazione propone il costo in “denari” (del tempo, ovviamente). . . . FONTI VARIE
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